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Bollettino di Numismatica n. 36-39 - Portale Numismatico dello Stato

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BdN <strong>36</strong>-<strong>39</strong> (2008)<br />

Andrea Saccocci<br />

Questo perdurante limite degli stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> numismatica me<strong>di</strong>oevale italiana, in parte dovuto alla stessa<br />

ingombrante presenza del CNI, è abbastanza noto ed è stato più volte rilevato, 5) per cui non vale la pena<br />

<strong>di</strong> <strong>di</strong>scuterne ancora. Occorre forse aggiungere che per quanto riguarda la monetazione <strong>di</strong> X­XI secolo la<br />

scarsa attenzione per gli aspetti cronologici del materiale appare ancora più ingiustificata. Infatti anche<br />

le emissioni italiane, sia pure in misura assai minore rispetto ad altre serie europee, sono comunque<br />

<strong>di</strong>scretamente rappresentate nell'immensa documentazione offerta dai ripostigli del Nord Europa, 6) documentazione<br />

che tanto ha contribuito a far <strong>di</strong>scutere e spesso risolvere problemi cronologici delle monetazioni<br />

d'Oltralpe. Non è un caso che alcuni autori che hanno registrato la presenza <strong>di</strong> monete italiane in<br />

questi ripostigli abbiano fatto notare, più o meno sommessamente (evidentemente non considerandosi<br />

sufficientemente esperti <strong>di</strong> monetazione italiana), come la cronologia tra<strong>di</strong>zionale <strong>di</strong> questi pezzi potesse<br />

essere rivista sulla base delle associazioni nel materiale da loro analizzato. 7)<br />

Per quanto detto, quin<strong>di</strong>, ci sembra che proprio le implicazioni cronologiche, molto più degli aspetti<br />

relativi alla circolazione, siano l'elemento più significativo e soprattutto urgente da analizzare, nel<br />

momento in cui ci si trovi ad affrontare lo stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> uno dei rari ripostigli <strong>di</strong> X secolo venuti alla luce nel<br />

territorio italiano. Questo è proprio quanto ci siamo proposti <strong>di</strong> attuare, quando ci è stata offerta la possibilità<br />

<strong>di</strong> analizzare gli aspetti numismatici del rinvenimento effettuato nell'area "Galli Tassi" a Lucca,<br />

grazie alla generosità degli archeologi che hanno curato l'intervento. 8)<br />

Venendo al materiale, già le modalità <strong>di</strong> rinvenimento, illustrate nel saggio precedente, sembrano<br />

in<strong>di</strong>care come le monete facessero parte <strong>di</strong> un nucleo omogeneo, a suo tempo collocato volontariamente<br />

in sito, e non <strong>di</strong> materiale sparso concentratosi casualmente nella collocazione definitiva. La cosa appare<br />

ancora più evidente sotto il profilo numismatico: le monete infatti presentano caratteristiche molto<br />

omogenee <strong>di</strong> conservazione, <strong>di</strong> patina e, soprattutto, <strong>di</strong> collocazione cronologica. Inoltre la particolare<br />

composizione, comprendente monete italiane, anglosassoni e tedesche, appare molto più coerente con un<br />

ripostiglio che non con rinvenimenti sparsi, che in Toscana in quel periodo sembrano essere composti<br />

unicamente da monete pavesi e lucchesi. 9)<br />

Entrando nel dettaglio, il gruzzolo appare costituito da 32 pezzi, cosi sud<strong>di</strong>visi, secondo le attribuzioni<br />

e le cronologie oggi correnti:<br />

Pavia: 2 denari <strong>di</strong> Lotario II re d'Italia (945­950), cat. n. 1­2<br />

1 denario <strong>di</strong> Berengario II e Adalberto re d'Italia (950­961), cat. nn. 3<br />

14 denari <strong>di</strong> Ottone I imperatore ed Ottone II re d'Italia (962­967), con apparentemente tre<br />

identità <strong>di</strong> conio per il dritto ed una per il rovescio, 10) cat. nn. 4­7<br />

5)<br />

V. già PANVINI ROSATI 1983.<br />

6)<br />

V. ad esempio i dati complessivi raccolti in ALBRYCHT­RAPNICKA 1961; POTIN 1963; MALMER 1983; JONSSON 1993.<br />

7)<br />

Cfr. LAUFAURIE 1952, p. 168; JONSSON 1993, pp 571­573. Propone invece una propria cronologia, come vedremo in seguito, ALBRY­<br />

CHT­RAPNICKA 1961, pp. 100­103.<br />

8)<br />

Giulio Ciampoltrini, Elisabetta Abela e Susanna Bianchini, autori del saggio precedente, ai quali vanno i nostri più sentiti e sinceri ringraziamenti.<br />

In proposito dobbiamo confessare che quando ci siamo rivolti loro per avere informazioni sul ripostiglio, <strong>di</strong> cui avevamo appreso<br />

dalla stampa, tutto ci saremmo aspettati meno che <strong>di</strong> essere chiamati a collaborare alla pubblicazione del materiale. Lo stesso Ciampoltrini,<br />

infatti, ha <strong>di</strong>mostrato con numerosi saggi <strong>di</strong> saper brillantemente e<strong>di</strong>tare materiale numismatico me<strong>di</strong>oevale. Quin<strong>di</strong> l'aver offerto allo scrivente<br />

questa possibilità è unicamente frutto <strong>di</strong> <strong>di</strong>sponibilità e generosità, non certo della necessità <strong>di</strong> coinvolgere un esperto <strong>di</strong> numismatica.<br />

9)<br />

V. sotto, testo corrispondente alle note 18­22, 46­48.<br />

10)<br />

La <strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong> lettura dei pezzi, a causa della cattiva conservazione, non ci consente <strong>di</strong> essere completamente sicuri riguardo a queste<br />

identità.<br />

168<br />

http://www.numismatica<strong>dello</strong>stato.it

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