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Bollettino di Numismatica n. 36-39 - Portale Numismatico dello Stato

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BdN <strong>36</strong>-<strong>39</strong> (2008)<br />

onvegni e mostre<br />

iniziale dalle repubbliche marinare <strong>di</strong> Pisa e Venezia, seguite da Genova e da alcuni centri situati su<br />

importanti no<strong>di</strong> stradali come Asti, Piacenza, Verona e, appunto, Siena. Quest'ultima conquistò il primato,<br />

soppiantando la piazza piemontese e quella emiliana, nell'attività bancaria su larga scala in cui raggiunse<br />

<strong>di</strong>mensioni senza precedenti per capitale amministrato e aree geografiche <strong>di</strong> intervento. Mercanti­banchieri<br />

senesi furono per buona parte del Duecento i protagonisti delle fiere <strong>di</strong> Champagne, che in<br />

pochi decenni <strong>di</strong>ventarono le più importanti d'Europa. Si tenevano in quattro città della regione francese<br />

che è situata a cavallo delle principali vie che congiungevano il Me<strong>di</strong>terraneo al Mare del Nord e La<br />

Manica al Baltico. La rotazione continua delle se<strong>di</strong> copriva l'intero arco dell'anno vi confluivano i mercanti­banchieri<br />

da ogni parte d'Europa che si occupavano esclusivamente <strong>di</strong> commercio e finanza internazionale.<br />

Vi circolava poco denaro contante dato che i pagamenti venivano in gran parte regolati tramite<br />

stanze <strong>di</strong> compensazione.<br />

Dire banca senese per quel tempo significa evocare i gran<strong>di</strong> nomi della città e della storia economica<br />

italiana: i Piccolomini, i Salimbeni, i Vincenti, i Cacciaconti, gli Ugolini, i Tolomei, gli Squarcialupi,<br />

i Gallerani. Soprattutto la famiglia dei Bonsignori la cui fortuna risale all'attività <strong>di</strong> tesorieri della Camera<br />

papale per la quale riscuotevano decime e censi. La loro compagnia, la «Gran Tavola», che alla metà<br />

del Duecento era probabilmente la maggior <strong>di</strong>spensatrice <strong>di</strong> cre<strong>di</strong>to d'Europa con succursali a Roma,<br />

Genova, Parigi, Marsiglia, nella Champagne ed a Londra. Com'è noto, fallì nel 1298 soprattutto a causa<br />

della <strong>di</strong>scor<strong>di</strong>a fra i soci nei decenni successivi ebbero lo stesso destino il banco Tolomei e quello dei<br />

Malvolti. Da anni però il primato era passato ai fiorentini che peraltro furono anch'essi travolti entro la<br />

metà del Trecento da fallimenti a catena.<br />

Sarebbe erroneo però far coincidere il definitivo declino finanziario <strong>di</strong> Siena con la chiusura <strong>di</strong> questi<br />

banchi. Lo testimonia la «Tavola delle Possessioni», ossia il censimento dei posse<strong>di</strong>menti immobiliari<br />

dei capifamiglia citta<strong>di</strong>ni e del contado redatto dal 1316 al 1320, riproposto in sintesi da Silvana Balbi<br />

de Caro. Questa fonte testimonia come, anche dopo i fallimenti, fosse ancora notevole il patrimonio<br />

immobiliare delle famiglie dei gran<strong>di</strong> magnati finanziari e quello della nobiltà citta<strong>di</strong>na <strong>di</strong> Siena. Il tramonto<br />

della città sopraggiunse con la grande peste del 1348, quella che costrinse a lasciare incompiuto<br />

il Duomo nuovo, l'aggiunta che avrebbe dovuto eclissare quello <strong>di</strong> Firenze.<br />

Silvana Balbi de Caro ripercorre le vicende finanziarie senesi nell'ultimo decennio del Duecento e<br />

la prima metà del secolo successivo attraverso i bilanci <strong>di</strong> Biccherna, la magistratura cui spettava<br />

l'amministrazione delle entrate comunali. Per valutare il significato economico <strong>di</strong> queste cifre, molto<br />

opportunamente fornisce alcuni dati sugli stipen<strong>di</strong> delle alte cariche pubbliche e sui salari dei lavoratori<br />

giornalieri nonché sui prezzi <strong>di</strong> alcuni generi <strong>di</strong> prima necessità, sui materiali e<strong>di</strong>lizi, una delle fonti privilegiate<br />

della storia economica. In questo modo il lettore può farsi un'idea del potere d'acquisto delle<br />

<strong>di</strong>verse monete illustrate e descritte, una possibilità che raramente viene fornita in opere <strong>di</strong> questo tipo.<br />

La storia dei prezzi è, infatti, una <strong>di</strong>sciplina che richiede spirito critico e padronanza delle fonti <strong>di</strong> storia<br />

economica, qualità non sempre presenti nei numismatici che, <strong>di</strong> solito, si limitano allo stu<strong>di</strong>o e alla<br />

descrizione dei singoli pezzi.<br />

L'autrice sottolinea che l'origine delle coniazioni senesi, che risale alla fine del XII secolo, si colloca<br />

nell'ambito della grande riforma monetaria carolingia del IX secolo, per cui in questa epoca tarda la<br />

moneta da un denaro, l'unica prevista da Carlo Magno, fu battuta a Siena in argento con un peso <strong>di</strong> circa<br />

1,4 grammi e a titolo molto basso. Col tempo l'intrinseco dei denari subì ulteriori peggioramenti tanto<br />

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http://www.numismatica<strong>dello</strong>stato.it

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