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Bollettino di Numismatica n. 36-39 - Portale Numismatico dello Stato

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BdN <strong>36</strong>-<strong>39</strong> (2008)<br />

Il ripostiglio dall'area "Galli Talli" <strong>di</strong> Lucca<br />

<strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> battere moneta (o gli fosse concesso semplicemente <strong>di</strong> usurparlo). vero che si ritiene che il<br />

969 sia l'anno d'inizio del suo dominio in Toscana, ma è anche vero che fino ai primi anni Ottanta <strong>di</strong> lui<br />

non si hanno quasi più notizie, 59) il che sembra strano per un personaggio cui sarebbe stato riconosciuto<br />

un <strong>di</strong>ritto finora mai concesso. In effetti anche i suoi avi erano Marchesi <strong>di</strong> Toscana, ma non batterono<br />

moneta.<br />

Sulla base <strong>di</strong> queste perplessità ci sembra più probabile che nel periodo fra il 967 ed il 983 si siano<br />

continuati a produrre i comunissimi esemplari Pius Rex, per motivi che però non sappiamo spiegare. 60)<br />

Neppure è da escludere che l'attività della zecca sia stata interrotta, anche in questo caso per ragioni che<br />

non ci è dato sapere.<br />

Più facile appare, invece, l'attribuzione del raro pezzo a legenda Civitate. Esso infatti presenta<br />

caratteristiche molto simili alla moneta pavese a legenda Inclita Civitas (in<strong>di</strong>cazione solo generica<br />

dell'imperatore, riferimento alla città sede della zecca), moneta che come abbiamo visto sembra possa<br />

esser attribuita soltanto al periodo della minorità <strong>di</strong> Ottone III (983­996). Non sembra quin<strong>di</strong> assurdo<br />

assegnare anche la moneta lucchese allo stesso periodo, o meglio ad una piccola parte <strong>di</strong> esso, come<br />

vedremo. A questo proposito forse non è un caso che dei due soli ripostigli noti con monete <strong>di</strong> questo<br />

tipo, uno, quello <strong>di</strong> Roma /San Paolo, contenga sia un esemplare <strong>di</strong> Lucca che <strong>di</strong> Pavia. 61)<br />

All'inizio degli anni Ottanta del secolo, però, il ruolo <strong>di</strong> Ugo <strong>di</strong> Toscana sembra <strong>di</strong>ventare sempre<br />

più importante, tanto da essere ammesso sempre più spesso alla corte imperiale ed avere rapporti strettissimi<br />

non solo con Adelaide, che era sua zia, ma anche con Teofano. 62) Questo portò l' lmperatore Ottone<br />

III (o meglio le sue tutrici, lui aveva sei anni) ad affidargli nel 986 l'amministrazione del Ducato <strong>di</strong><br />

Spoleto e la Marca <strong>di</strong> Camerino. 63) questo probabilmente l'apogeo del Marchese, che praticamente<br />

venne a governare tutta la parte meri<strong>di</strong>onale del Regno d'Italia. Non sembra improbabile, quin<strong>di</strong>, che<br />

proprio in conseguenza <strong>di</strong> questo nuovo ruolo gli venisse concesso anche il <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> zecca (sia pur in<br />

modo probabilmente informale, a nostro avviso). 64) Quin<strong>di</strong> già a partire da quest'anno potrebbero datarsi<br />

le monete a leggenda Hugo Marchio, il che giustificherebbe anche la rarità delle precedenti monete a<br />

leggenda Civitate, visto che sarebbero state prodotte soltanto per tre anni. La vicinanza tra le due emissioni,<br />

inoltre, potrebbe anche essere confermata dalla presenza su entrambe della legenda Civitate.<br />

Venendo all'ultima moneta lucchese, quella a legenda Dux Tuscie / Dux Iu<strong>di</strong>ta, ci sembra del<br />

tutto plausibile l'ipotesi <strong>di</strong> Matzke, secondo la quale questo titolo non derivò ad Ugo dal fatto <strong>di</strong><br />

amministrare il Ducato <strong>di</strong> Spoleto, quando dal fatto <strong>di</strong> aver sposato una Duchessa <strong>di</strong> probabile rango<br />

59)<br />

Cfr. CALAMAI 2001, pp. 98­106.<br />

60)<br />

Si può anche ritenere che Ugo <strong>di</strong> Toscana, nella costruzione del proprio potere, si sia appropriato in qualche modo della gestione della<br />

zecca <strong>di</strong> Lucca, non al punto da battere monete a suo nome, ma forse al punto da non dover più sottostare alle <strong>di</strong>rettive imperiali riguardo alle<br />

renovationes monetae.<br />

61)<br />

V. bibliografia citata in appen<strong>di</strong>ce, nell'elenco dei ripostigli.<br />

62)<br />

Un <strong>di</strong>ploma <strong>di</strong> Ottone III del 994, ad esempio, ricorda che Ugo era stato un fedelissimo <strong>di</strong> Ottone II e <strong>di</strong> Teofano; CALAMAI 2001, p. 121.<br />

63)<br />

Per la biografia <strong>di</strong> Ugo <strong>di</strong> Toscana, nel periodo <strong>di</strong> Ottone III, v. CALAMAI 2001, pp. 109­144.<br />

64)<br />

Se infatti fosse esistito un esplicito privilegio <strong>di</strong> zecca al Marchese Ugo, molto probabilmente sarebbe sopravvissuto, almeno in copia.<br />

Ci sembra più probabile che questo <strong>di</strong>ritto potesse essere esercitato, evidentemente con la benevolenza dell'autorità imperiale, sulla base<br />

dell'antichissima tra<strong>di</strong>zione longobarda che vedeva la Tuscia autonoma dal Regnum Langoardorum, in fatto <strong>di</strong> moneta; per una <strong>di</strong>scussione su<br />

questo <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> zecca, comunque, v. MATZKE 1993 pp. 1<strong>39</strong>­140 e bibliografia ivi citata.<br />

177<br />

http://www.numismatica<strong>dello</strong>stato.it

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