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Bollettino di Numismatica n. 36-39 - Portale Numismatico dello Stato

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BdN <strong>36</strong>-<strong>39</strong> (2008)<br />

Raccolte Numismatiche e scambi antiquari a Bologna fra Quattrocento e Seicento ­ Parte II<br />

Antichità dell'Istituto delle Scienze (1746­1762) ed infine i <strong>di</strong>scepoli in<strong>di</strong>retti, ma non meno importanti,<br />

ovvero i personaggi che a Bologna hanno dato vita - nel periodo successivo - ad una notevole tra<strong>di</strong>zione<br />

<strong>di</strong> stu<strong>di</strong> numismatici, come Marcello Oretti, Ubaldo Zanetti, Giacomo Biancani Tazzi, Filippo Schiassi<br />

(1763­1844) ed altri, i quali hanno sviluppato le loro raccolte private e finalmente anche quelle<br />

dell'Instituto delle Scienze, poi del Civico Medagliere, e hanno potuto farlo anche grazie al consistente<br />

apporto <strong>di</strong> Giuseppe Magnavacca alla felice stagione del collezionismo seicentesco a Bologna.<br />

Andrea Mainetti (1632 ca.­viv. 1699) è ricordato nella lista <strong>di</strong> Lotti 475) come cappellaio: si tratta <strong>di</strong><br />

un mercante, autore <strong>di</strong> una descrizione della Terra Santa e <strong>di</strong> una traduzione <strong>di</strong> un'opera sull'amministrazione<br />

delle proprietà rurali. 476) Mainetti è ricordato inoltre da Giuseppe Magnavacca fin dal 1665, come<br />

cappellaio al cantone de i sbirri, figlio <strong>di</strong> Antonio, sarto, che praticava alla monitione. 477) Egli stesso in un<br />

suo memoriale (<strong>di</strong> cui infra) in<strong>di</strong>rizzato a Francesco II d'Este (1662­1694) ci informa <strong>di</strong> essere <strong>di</strong> famiglia<br />

<strong>di</strong> antica citta<strong>di</strong>nanza bolognese, che ha avuto fra i suoi membri notai, dottori legisti, cavalieri e commendatori<br />

<strong>di</strong> S. Stefano, famiglia de<strong>di</strong>catasi poi alla mercatura con suo padre, per motivi economici. Lo troviamo<br />

ricordato spesso nelle lettere <strong>di</strong> Giovanni Battista Cattaneo a Magnavacca, che nel 1679 lo manda a<br />

salutare e accenna a un cambio <strong>di</strong> medaglie. 478) Nel 1684 si trova ancora a Bologna e frequenta l'ambiente<br />

degli antiquari (Bonfiglioli, Malvasia) come si deduce da un'altra lettera <strong>di</strong> Magnavacca al fratello. 479)<br />

Travagliate vicende maturate nell'ambiente del mercato dell'arte lo costringono a scrivere un memoriale<br />

a Francesco II d'Este per esporgli la sua situazione: 480) aveva fatto da interme<strong>di</strong>ario nella ven<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> un<br />

quadro <strong>di</strong> Ludovico Carracci (genericamente definito la Pittura) tra il proprietario, tal Bartolomeo Negri,<br />

e un altro mercante francese, Giovanni Battista Roma, 481) il cui acquirente non è mai nominato nel memoriale,<br />

ma la cui probabile defezione dall'affare deve aver causato la necessità del Roma <strong>di</strong> recedere, per riavere<br />

il denaro pagato a Negri e restituire la pittura, con ogni mezzo, compreso il tentativo <strong>di</strong> farla periziare<br />

come copia (ovvero falsa), dopo averla precedentemente periziata come originale ed acquistata con sod<strong>di</strong>sfazione.<br />

Il passo successivo è la sua restituzione all'interme<strong>di</strong>ario Mainetti per costringerlo a dare il prezzo<br />

(76 doppie), pagato però a Negri, con l'ulteriore pretesa che il prezzo fosse eccessivo e l'oggetto <strong>di</strong> proprietà<br />

<strong>di</strong> Mainetti invece che <strong>di</strong> Negri. Alle trattative per controperiziare il quadro partecipano Lorenzo<br />

Pasinelli (1629­1700), Emilio Taruffi (1633­1696) e Giuseppe Magnavacca (ve<strong>di</strong> ad vocem), che si era<br />

offerto anche <strong>di</strong> ricomprarlo per rivenderlo al doppio, a <strong>di</strong>mostrazione del suo sicuro parere sull'autenticità.<br />

Il quadro era stato comprato da Negri nel 1675 da un tal Francesco Lizzar<strong>di</strong>. Interessante a questo punto<br />

è la lettera <strong>di</strong> Cattaneo a Magnavacca, in cui il padre reggiano informa <strong>di</strong> essere giunto a consultare il principe<br />

Foresto d'Este per aiutare l'amico. 482) ui infatti si inserisce l'episo<strong>di</strong>o del giu<strong>di</strong>zio dato da Francesco<br />

475)<br />

LOTTI­LETI (1676).<br />

476)<br />

Oggi in BUBo, mss. 987 e 1073, Misc. DD, 1.<br />

477)<br />

ASBo, FMC, s. IV, b. 19/679, lett. <strong>36</strong> e 37, <strong>di</strong> Giuseppe Magnavacca al fratello Paolo, da Roma, 11 e 14 novembre 1665: invia saluti.<br />

V.a. G. GUIDICINI, Alberi genealogici, ms. in ASBo, n. 214.<br />

478)<br />

ASBo, FMC, s. IV, b. 57/717, lett. 5­8 (1679), 13 (1682), <strong>di</strong> Cattaneo a Magnavacca. Anche Carlo Cesare Malvasia manda saluti a<br />

Mainetti attraverso Magnavacca: PERINI (1997), p. 128, lett. 6 (1679).<br />

479)<br />

Magnavacca saluta Mainetti in ASBo, FMC, s. IV, b. 57/717, lett. 76, <strong>di</strong> Giuseppe Magnavacca al fratello Paolo, da Parma, 23 marzo 1684.<br />

480)<br />

ASMo, ASE, Cancelleria Ducale, Particolari, b. 782: vi si trova un memoriale in<strong>di</strong>rizzato a Francesco II, da Mantova, 15 febbraio<br />

1692, in esemplare autografo ed in copia <strong>di</strong> altra mano.<br />

481)<br />

ASMo, ASE, Cancelleria Ducale, Particolari, b. 1220: Roma è francese, si trovano altre notizie su suoi traffici nello stato dei Gonzaga.<br />

482)<br />

ASBo, FMC, s. IV, b. 57/717, lett. 23, <strong>di</strong> Cattaneo a Magnavacca, da Reggio Emilia, 16 giugno 1684.<br />

277<br />

http://www.numismatica<strong>dello</strong>stato.it

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