Bollettino di Numismatica n. 36-39 - Portale Numismatico dello Stato
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BdN <strong>36</strong>-<strong>39</strong> (2008)<br />
Raccolte Numismatiche e scambi antiquari a Bologna ra Quattrocento e Seicento Parte II<br />
precedente. 330) Infine il padre Paolo Pedrusi, iniziando la pubblicazione della raccolta Farnese, sentirà il<br />
bisogno <strong>di</strong> ringraziare, nel 1694, il nostro per averlo avviato a comprendere si occulti misteri} [delle<br />
medaglie], 331) continuando nel 1709 l'elogio del suo primo maestro in questo campo, un Huomo <strong>di</strong> gran<br />
sapere, e <strong>di</strong> pro onda intelligenza delle antiche memorie. 332)<br />
Altro episo<strong>di</strong>o degno <strong>di</strong> interesse è l'invio, nel 1685, su suggerimento <strong>di</strong> Noris a Cosimo III, del figlio<br />
del vecchio custode della Galleria Me<strong>di</strong>cea, il giovane Sebastiano Bianchi (1662-1738), a Bologna, per<br />
imparare da Magnavacca la pratica nelle medaglie, allo scopo <strong>di</strong> dargli una educazione consona a <strong>di</strong>ventare<br />
il futuro Custode del Museo Me<strong>di</strong>ceo e Antiquario del Granduca. 333) Ne abbiamo alcuni particolari<br />
dalle lettere del giovane Bianchi ad Apollonio Bassetti (1631-1699): 334) Magnavacca nella sua raccolta <strong>di</strong><br />
medaglie ... ra le buone ve n'ha alcune alsate con tanta <strong>di</strong>ligenza che egli stesso con essa non potersi ar<br />
meglio; e ciò mi servirà <strong>di</strong> grand'utilità, potendo veder il buono ed il cattivo dedotto con gran arte quasi<br />
alla per ezione sotto gl'occhi <strong>di</strong> persona che ad<strong>di</strong>terammi le più minute osservazioni. 335) Il bolognese stimola<br />
il futuro antiquario me<strong>di</strong>ceo a stu<strong>di</strong>are su un libro francese, probabilmente il testo <strong>di</strong> Savot (1627),<br />
e lo fa applicare a <strong>di</strong>stinguere il getto dal conio, il conio moderno da quello antico, i rischi <strong>di</strong> falsificazioni<br />
facili nelle monete in argento, le finezze dei falsari, che si potevano controbattere con l'osservazione,<br />
l'esperienza e sviluppando il più possibile il gusto della maniera antica. Interessante è quello che impariamo<br />
da una successiva lettera: ...ne' tempi andati [Magnavacca] ece non solo raccolta <strong>di</strong> per ettissime<br />
medaglie, ma <strong>di</strong> non in eriori getti, e <strong>di</strong> esquisiti coni} moderni, 3<strong>36</strong>) che utilizzava come materiale <strong>di</strong> riferimento<br />
o repertorio per l'in<strong>di</strong>viduazione dei falsi. Magnavacca introduce Bianchi anche alla visione delle<br />
raccolte maggiori, come Boncompagni e Polazzi. 337)<br />
330)<br />
ASBo, FMC, s. IV, b. 18/678, lett. 53 e 54, <strong>di</strong> Ranuccio II Farnese a Magnavacca, da Piacenza, 15 febbraio 1683. Magnavacca era<br />
certo già stato a Parma, come si evince da un accenno <strong>di</strong> Pedrusi, b. 28/688, lett. 8, a Magnavacca, da Parma, 25 luglio 1681.<br />
331)<br />
Per il Pedrusi ve<strong>di</strong> nota n. 274.<br />
332)<br />
P. PEDRUSI, I Cesari in medaglioni raccolti nel Farnese Museo, e pubblicati colle loro congrue interpretazioni, tomo V, Parma 1709,<br />
p. XXII.<br />
333)<br />
BUBo, ms. 2421 (1), lett. 23, <strong>di</strong> Noris a Magnavacca, da Firenze, 14 luglio 1685: Desiderando S.A.S. che il Sig. Sebastiano Bianchi<br />
iglio del Sig. Giovanni Custode della Galleria Ser.ma acci un poco <strong>di</strong> prattica, che sola bramava S.A. nel sodetto. Io li anteposi V.S. M.o Ill.ma<br />
come ottimo Maestro in tale pro essione, al che aggionsi la amigliarità che ella godeva dell'Ill.mo Sig. Marchese Cospi. Quin<strong>di</strong> il Ser.mo ha<br />
costà inviato il detto giovane, acciò ella li <strong>di</strong>a quegli ammaestramenti più necessarii per conoscere le medaglie vere, e non inte per intendere<br />
appresso poco i loro prezzi con tutto ciò che si ricerca alla prattica, poiché per spiegare scienti icamente i rovesci egli può atigare da sé per la<br />
conoscenza che possiede delle lingue Greca e Latina; avendo composto un opuscolo molto eru<strong>di</strong>to delle città della Magna Grecia, che presentato<br />
da esso a S.A.S. è stato motivo d'inviarlo a Bologna per la causa sodetta. Sullo stesso tema NORIS, Lettere, a Mezzabarba, lett. 99 (1685),<br />
coll. 256-258; lett. 107 (1685), coll. 268-269: è stato a Bologna cinque mesi, si reca poi a Roma, presso Raffaele Fabretti, NORIS, Lettere, a Fabretti,<br />
lett. 156 (1685), coll. 319-320. Tornato a Firenze nel 1686 lavorerà alla riunione delle raccolte me<strong>di</strong>cee, NORIS, Lettere, a Mezzabarba, lett. 108<br />
(1686), coll. 269-270 fino all'inizio del 1687, lett. 124 e 125 (1687) e si recherà quin<strong>di</strong> a Parigi, per vedere musei e cercare monete, lett. 124, da<br />
Firenze, 29 aprile 1687, coll. 286-287 e anche 288-289. Al suo ritorno da Parigi Bianchi passa da Milano per vedere la raccolta Mezzabarba e parlare<br />
con questo personaggio, lett. 129, da Livorno, 7 marzo 1688, coll. 291-292, avendo in progetto <strong>di</strong> passare poi per Padova.<br />
334)<br />
Su cui M. FILETI MAZZA-B. TOMASELLO, Antonio Cocchi primo antiquario della Galleria Fiorentina, 1315, Modena 1996 e M.<br />
FILETI MAZZA, Il viaggio d'istruzione <strong>di</strong> Sebastiano Bianchi nelle lettere ad Apollonio Bassetti, in Annali della Scuola Normale Superiore <strong>di</strong><br />
Pisa. Classe <strong>di</strong> lettere e iloso ia. Quaderni, Ser. IV, 1-2 (1996, pubbl. 1998), p. <strong>36</strong>1-372.<br />
335)<br />
ASFi, Me<strong>di</strong>ceo del Principato, b. <strong>39</strong>51, lett. 1, da Bologna, 24 luglio 1685.<br />
3<strong>36</strong>)<br />
ASFi, Me<strong>di</strong>ceo del Principato, b. <strong>39</strong>51, lett. 6, da Bologna, 1 settembre 1685.<br />
337)<br />
ASFi, Me<strong>di</strong>ceo del Principato, b. <strong>39</strong>51, lett. 8, da Bologna, 18 settembre 1685 (Polazzi ) e b. 1577, c. 17<strong>36</strong>, lett. da Venezia, 29 maggio<br />
1688, ripasserà da Bologna dove spera <strong>di</strong> vedere la collezione Boncompagni, che penso non sarà più riguardata con tanto rigore se terminata<br />
la lite vogliono <strong>di</strong>s arsene.<br />
255<br />
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