Bollettino di Numismatica n. 36-39 - Portale Numismatico dello Stato
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BdN <strong>36</strong>-<strong>39</strong> (2008)<br />
Raccolte Numismatiche e scambi antiquari a Bologna fra Quattrocento e Seicento Parte II<br />
ca il pezzo ci <strong>di</strong>ce che questo era già passato nella collezione Davia. Come possiamo aspettarci, nel testo <strong>di</strong><br />
Mezzabarba troviamo molte monete della collezione Polazzi, mai in argento, soltanto in bronzo, citate in<br />
quanto trovate nell'In<strong>di</strong>ce redatto da Magnavacca, e molte monete in argento della collezione Davia, facilmente<br />
ePolazzi. Il percorso <strong>di</strong> questa moneta ritenuta singolare e rara, quin<strong>di</strong> più facilmente visibile e riconoscibile,<br />
è un importante segno, che pur non comportando la totale esclusione dell'ipotesi che il Signor<br />
Valerio acquirente del nostro sia Zani, ci permette <strong>di</strong> propendere per l'ipotesi della ven<strong>di</strong>ta a Polazzi. Il rapido<br />
mutare <strong>di</strong> padrone delle monete in breve spazio <strong>di</strong> tempo spiegherebbe la per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> memoria circa questo<br />
affare, che peraltro non deve aver avuto molta pubblicità da parte del ven<strong>di</strong>tore, 510) e solo la connessione<br />
con un pezzo il cui rilievo supera gli altri ci dà la possibilità <strong>di</strong> aprire uno spiraglio sugli eventi.<br />
Sono noti i contatti <strong>di</strong> Malvasia con Girolamo Boselli, Giovanni Antonio Davia, Lodovico Laurenti,<br />
Francesco Lotti, Giuseppe Magnavacca, con cui aveva in comune l'apporto grafico <strong>di</strong> Giacomo Giovannini<br />
(ve<strong>di</strong> supra nota n. 473), la conoscenza <strong>di</strong> Andrea Mainetti, Francesco Maria Minio, Marc'Antonio<br />
Montalbani, Alessandro e Bianco Negri (del cui padre aveva acquistato la raccolta <strong>di</strong> <strong>di</strong>segni, 1665, ve<strong>di</strong><br />
infra nota n. 593), Tommaso Simeoni da Monteleone (ve<strong>di</strong> ad voces), ma anche Charles Patin, Raffaele<br />
Fabretti e Giovanni Pietro Bellori. 511)<br />
Un altro personaggio è Prospero Manzini, celebre, secondo Patin, 512) che lo ricorda come collezionista <strong>di</strong><br />
monete. Si tratta <strong>di</strong> una figura dall'attività assai ampia: pittore (del quale non conosciamo opere) e poeta bolognese,<br />
autore <strong>di</strong> opere teatrali nel 16621663. 513) Molto probabilmente è da identificarsi con l'allievo <strong>di</strong> Agostino<br />
Mitelli, pittore <strong>di</strong> quadratura e prospettiva, professore <strong>di</strong> architettura, macchinista ed ingegnere. 514) Un suo figlio<br />
<strong>di</strong> nome Cesare (m. 1711 a 48 anni) viene ricordato dall'Oretti per avere eseguito affreschi in casa Ghislieri. 515)<br />
Borghese, banchiere, 516) ricordato per le medaglie antiche da Patin e dalla lista <strong>di</strong> Lotti, 517) è Giacomo<br />
Maria Marchesini (m. 1685). Si tratta <strong>di</strong> una figura <strong>di</strong> marchandamateur che aveva un vasto raggio <strong>di</strong><br />
affari, unito ad una grande passione per l'arte bolognese e ad una ricca quadreria, al punto che Marcello<br />
Malpighi (ve<strong>di</strong> ad vocem) <strong>di</strong>ceva che tutto il giorno traffica con pittori, aveva avuto contatti con Guercino,<br />
Flaminio Torri, Alessandro Tiarini ed altri bolognesi della sua epoca, costituendo un importante concorrente<br />
per Carlo Cesare Malvasia. 518)<br />
L'inventario dei suoi beni, 519) che si trovavano nella casa <strong>di</strong> Via Lame, curato per la descrizione e la<br />
stima delle monete da Giuseppe Magnavacca, ci informa sulla sua collezione, conservata in uno scrittoio<br />
d'ebano, con pietre intresciate nella facciata, uccelli e fiori posto su un buffetto <strong>di</strong> scagliola con il piede<br />
510)<br />
Lo <strong>di</strong>mostra l'espressione hormai <strong>di</strong>volgato nella lettera sopracitata.<br />
511)<br />
DE MARIA (1983), p. 532 e n. 138.<br />
512)<br />
PATIN (1683): con il nome <strong>di</strong> Prospero Mancino.<br />
513)<br />
FANTUZZI, V (1786), p. 216.<br />
514)<br />
MALVASIA (1678, ried. 1841), II, p. <strong>36</strong>3 e CRESPI (1769), p. 256 e ORETTI, Notizie ., vol. VI, BCABo, ms. B. 128, p. <strong>36</strong>4.<br />
515)<br />
ORETTI, Notizie ., vol. IX, BCABo, ms. B. 131, p. 321.<br />
516)<br />
Marchesini era in affari con Giovanni Francesco Davia (m. 1689), congiunto <strong>di</strong> Giovanni Antonio (ve<strong>di</strong> ad vocem) ed era anche imparentato<br />
con la famiglia Vizzani, lo storico Pompeo (su cui si v. la Parte I, pp. 201202) era infatti il padre <strong>di</strong> suo cognato, MORSELLI (1998), p. 3<strong>39</strong>.<br />
517)<br />
PATIN (1683) e LOTTILETI (1676).<br />
518)<br />
MORSELLI (1998), n. 59, pp. 3<strong>36</strong>346, con bibl.<br />
519)<br />
ASBo, Fondo Notarile, notaio Girolamo Me<strong>di</strong>ci, Protocollo 16851686, cc. 43r89r, del 13 <strong>di</strong>cembre 1685, MORSELLI (1997), n. 277<br />
e MORSELLI (1998), n. 59, pp. 3<strong>36</strong>346. La stima per la ven<strong>di</strong>ta è fatta dalla moglie a favore dei tre figli minori e particolarmente in ducati, una<br />
<strong>di</strong>visa usata in tutta Europa, <strong>di</strong>versamente dalle altre collezioni bolognesi, che solitamente usano stimare in moneta locale, MORSELLI (1997),<br />
p. XXXI e MORSELLI (1998), p. 338.<br />
283<br />
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