(intero volume in formato PDF ( 4 MB circa) - Provincia di Padova
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mentale svolto dall’endecasillabo nell’<strong>in</strong>nescare i fenomemi appena<br />
descritti, grazie allo scarto sillabico rispetto all’alexandr<strong>in</strong> che consentono/impongono<br />
al traduttore <strong>di</strong> fare arretrare alcuni componenti<br />
della frase al verso precedente o <strong>di</strong> farli slittare <strong>in</strong> quello successivo.<br />
Dall’altro lato risulta confermata quella tendenza a conservare<br />
un tono ‘me<strong>di</strong>o’ rispetto a Rac<strong>in</strong>e. Come appena visto, <strong>in</strong>fatti,<br />
anche quando vengono <strong>in</strong>seriti stilemi ‘alti’, questi non comportano<br />
particolari sconvolgimenti dell’ordo verborum e, soprattutto, nessuno<br />
scarto sostanziale rispetto all’orig<strong>in</strong>ale francese.<br />
La quasi totalità degli stilemi metrici f<strong>in</strong> qui presentati sono tipici<br />
della poesia novecentesca ma non proprio comuni né alla precedente<br />
poesia né alle precedenti traduzioni <strong>di</strong> Luzi. L’operazione del<br />
poeta toscano è quella <strong>di</strong> riformulare aspetti della propria lirica <strong>in</strong><br />
una precisa tecnica <strong>di</strong> resa della poesia drammatica. Perché l’operazione<br />
<strong>di</strong> Luzi sembra proprio volta – <strong>in</strong> questo senso vanno lette le<br />
sue <strong>di</strong>chiarazioni sull’Andromaque – non tanto a renderne la forma,<br />
ma l’effetto. D’altra parte, non bisogna <strong>di</strong>menticarlo, la dest<strong>in</strong>azione<br />
prima <strong>di</strong> questa traduzione era la ra<strong>di</strong>o. E cioè un testo ‘ascoltato’,<br />
non ‘letto’, <strong>in</strong> cui gli obblighi dello scritto, pure ovviamente presenti,<br />
non devono avere la meglio sulle necessità dell’actio, e <strong>in</strong> cui i<br />
fenomeni <strong>di</strong> ritmo, <strong>di</strong> scansione, <strong>di</strong> ‘afflato’, hanno molta importanza.<br />
E <strong>in</strong> questa prospettiva la metrica della traduzione <strong>di</strong> Rac<strong>in</strong>e risulta<br />
particolarmente efficace, <strong>in</strong> quanto Luzi riesce a ottenere alcuni<br />
effetti, come la sostanziale co<strong>in</strong>cidenza per numero <strong>di</strong> versi tra<br />
testo orig<strong>in</strong>ale e testo tradotto e, <strong>in</strong> particolar modo, la resa della sua<br />
‘durata’, nel senso che a ogni verso francese corrisponde un verso<br />
italiano <strong>di</strong> analoga campata. In questo senso, ad esempio, il gran<br />
numero <strong>di</strong> versi composti rende molto bene l’istituzionalizzata cesura<br />
dell’alexandr<strong>in</strong>, senza però fossilizzarsi <strong>in</strong> una specularità che tanto<br />
è efficace <strong>in</strong> francese, tanto risulta ripetitiva e sgradevole <strong>in</strong> italiano.<br />
In chiusura sarà forse utile operare alcuni rapi<strong>di</strong> confronti.<br />
Il primo è con Ungaretti, il pr<strong>in</strong>cipale (e, salvo errore, unico) precedente<br />
novecentesco <strong>di</strong> resa da parte <strong>di</strong> un poeta-traduttore <strong>di</strong> Rac<strong>in</strong>e<br />
(l’<strong>in</strong>tera Fedra e il terzo atto proprio dell’Andromaca) 30 . Anche Unga-<br />
30 G. UNGARETTI, Vita d’un uomo 10 - Traduzioni III: Fedra <strong>di</strong> Jean Rac<strong>in</strong>e, Milano,<br />
Mondadori, 1950, e J. RACINE, Il terzo atto dell’Andromaca tradotto da Giuseppe Ungaretti,<br />
“L’Approdo Letterario”, IV, 1, 1958, pp. 3-14. Oltre che su Rac<strong>in</strong>e, Luzi e Ungaretti si confronteranno<br />
sulle traduzioni <strong>di</strong> Frénaud e Mallarmé.<br />
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