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(intero volume in formato PDF ( 4 MB circa) - Provincia di Padova

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chiesa “Santo Stefano” tanto da dare forma al suo sogno; essa potrebbe<br />

<strong>di</strong>ventare un prezioso luogo culturale per la città che nel campo<br />

delle arti drammatiche non ha ancora espresso il meglio <strong>di</strong> sé.<br />

Questo sarebbe il modo migliore per onorare la memoria <strong>di</strong> Aldo.<br />

Sicuramente l’opera maggiore, Aldo l’ha compiuta attorno alla<br />

Rocca <strong>di</strong> Monselice. La sua tenacia, le sue amicizie, la sua lungimiranza<br />

politica hanno permesso il recupero del nostro colle, malgrado<br />

le <strong>di</strong>fficoltà economiche e le lungagg<strong>in</strong>i burocratiche che caratterizzano<br />

le opere <strong>di</strong> restauro. Il recupero del mastio federiciano, che<br />

è tornato quasi per <strong>in</strong>canto a vivere come museo delle fortificazioni,<br />

l’antiquarium longobardo e il consolidamento del castello sono tra<br />

i suoi “capolavori” che idealmente consegna alla comunità <strong>di</strong><br />

Monselice.<br />

Il suo lavoro nel ridare nuova vitalità alla Rocca lo ha impegnato<br />

negli ultimi anni della sua vita, lottando con la burocrazia per ottenere<br />

i f<strong>in</strong>anziamenti necessari. Ma il suo impegno non è cessato con<br />

l’arrivo delle sovvenzioni; anzi, Aldo ha <strong>in</strong>iziato subito un serrato<br />

<strong>di</strong>battito con i progettisti con i quali <strong>di</strong>scuteva ogni aspetto degli<br />

<strong>in</strong>terventi da eseguire. In questo modo metteva a frutto tutta la sua<br />

lunga frequentazione con i maggiori architetti contemporanei, dai<br />

quali aveva appreso il rispetto per l’arte antica senza tralasciare la<br />

ricerca della modernità, tanto cara a Scarpa.<br />

Tanti sono i ricor<strong>di</strong> che con<strong>di</strong>vi<strong>di</strong>amo con Aldo Bus<strong>in</strong>aro, un<br />

uomo che è riuscito ad attraversare la vita facendo leva su idee coraggiose<br />

che sosteneva con forza e tenacia. Le sue battaglie per <strong>di</strong>fendere<br />

il castello sono <strong>di</strong>ventate epiche. Spesso si adombrava quando<br />

i giornali locali non con<strong>di</strong>videvano le sue scelte, ma con il tempo<br />

abbiamo imparato a stare dalla sua parte, a <strong>di</strong>fendere con lui il patrimonio<br />

architettonico che la storia passata ci ha lasciato <strong>in</strong> ere<strong>di</strong>tà.<br />

Con lui, che amava il nuovo, abbiamo imparato a rispettare il passato,<br />

come parte <strong>in</strong>tegrante della nostra avventura culturale che nell’antico<br />

trova la forza per cont<strong>in</strong>uare a progre<strong>di</strong>re.<br />

Sicuramente meno noto, ma ugualmente <strong>in</strong>teressante, è stato il<br />

suo impegno nel campo letterario monselicense. F<strong>in</strong> dai primi anni<br />

della sua costituzione ha fatto parte della giuria del premio<br />

“Monselice” per la traduzione. Lui conosceva lo spagnolo e il portoghese<br />

e spesso aiutava la giuria <strong>in</strong> questo specifico settore. Ma il<br />

suo impegno maggiore era quello <strong>di</strong> sensibilizzare l’amm<strong>in</strong>istrazio-<br />

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