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fortuito che <strong>in</strong> entrambi si ritrovi un’eco del romanticismo risorgimentale<br />
italiano, con le sue peculiari esigenze <strong>di</strong> rilettura dei cosiddetti<br />
“classici” fiorent<strong>in</strong>i 2 ; senza <strong>in</strong>dugiare troppo su questo aspetto,<br />
è sufficiente segnalare come i “due risorgimenti”, quello appenn<strong>in</strong>ico<br />
e quello balcanico, abbiano assecondato mire ed <strong>in</strong>tenti che si presentavano<br />
aff<strong>in</strong>i – o che tali apparivano agli occhi dei loro protagonisti<br />
– non soltanto sul piano strettamente politico, ma anche – e soprattutto,<br />
qualora si rammenti che detti protagonisti erano <strong>in</strong> gran<br />
parte dei letterati – su quello culturale 3 . È questa la ragione che spiega<br />
come mai, anche tra i croati e i serbi, una volta assunto a modello<br />
il Risorgimento italiano, i vari Dante, Tasso e Petrarca, e poi Foscolo,<br />
2 B. Petranoviå è stato uno dei dalmati che hanno aderito al movimento illirico.<br />
I saggi del 1864, che sono, per molti versi, un adattamento e una revisione del testo giovanile<br />
del 1842, assumono le vesti <strong>di</strong> una rassegna della storia letteraria italiana e vanno <strong>in</strong>tesi come<br />
un tentativo <strong>di</strong> proporre, al pubblico slavo, un genere <strong>di</strong> trattazione <strong>di</strong>dattica all’epoca assai<br />
<strong>in</strong> voga <strong>in</strong> Italia, con l’ambizione <strong>di</strong> fissarne e delimitarne i canoni normativi, ai f<strong>in</strong>i della<br />
<strong>di</strong>ffusione <strong>di</strong> precetti ed <strong>in</strong>segnamenti <strong>di</strong> <strong>in</strong>tonazione prevalentemente, se non prettamente,<br />
moralistica. Muovendo, ovviamente, da Dante e dal Petrarca, per passare poi al Machiavelli,<br />
al Savonarola e al Tasso, la terza parte della rassegna, <strong>in</strong>clusa nel settimo fascicolo<br />
dell’“Ogledalo srbsko” (pp. 207-208), è de<strong>di</strong>cata al Boccaccio, perché tale era il posto che<br />
gli andava assegnato, essendo stato, a <strong>di</strong>re del Petranoviå, “la terza figura del triumvirato<br />
letterario del tempo” (“treåe lice onda∫njega knjiåevnoga trijumvirata”). Secondando <strong>di</strong>ligentemente<br />
le l<strong>in</strong>ee <strong>in</strong>terpretative che si erano imposte nel corso dell’Ottocento, e riprendendone<br />
anche le “sviste” più clamorose, come quelle relative alle presunte orig<strong>in</strong>i parig<strong>in</strong>e<br />
del Boccaccio, il Petranoviå non è certo parco <strong>di</strong> elogi nei confronti del Decameron, <strong>di</strong> cui<br />
esalta, nell’ottica del realismo storico <strong>di</strong> manzoniana impostazione, l’attitud<strong>in</strong>e a scandagliare<br />
ogni aspetto della vita umana; ma nemmeno si astiene, per irr<strong>in</strong>unciabile coerenza con la<br />
chiave <strong>di</strong> lettura adottata e con le pretese <strong>di</strong> ammestramento che vi sono riposte, da una<br />
puntuale censura per la “sventurata <strong>in</strong>sensibilità per i sentimenti <strong>di</strong> decoro, <strong>di</strong> onestà e <strong>di</strong><br />
rettitud<strong>in</strong>e dei suoi lettori; perché nel libro si r<strong>in</strong>vengono molte cose raccapriccianti e<br />
vegognose, che offendono la decenza e il pudore e che così, a <strong>di</strong>spetto della grazia e della<br />
gentilezza della sua composizione, compromettono i vantaggi che, leggendolo, soprattutto i<br />
giovani, potrebbero ricavarne” (“da se kojom sreåom spis veåma obzirao na pristojnost, na<br />
πuvstvo i po∫teno oseåanje svojih πitatelja; jer se u knjizi nalaze mnoge gnusne i sramotne<br />
stvari, koje naravstvenost i stid jako vred = aju. To joj osobito umanjuje korist, koju bi ona<br />
svojim uglad = enim i krasnim jezikom <strong>in</strong>aπe mogla doneti πitajuåem svetu, a nevlastito mladeåi”).<br />
Su Petranoviå e il “suo” Decameron, si veda I. TARTALJA, Poπeci istorije op∫te knjiåevnosti kod<br />
Srba (Gli esor<strong>di</strong> della letteratura universale tra i serbi), Belgrado 1964, p. 55.<br />
3 Sull’argomento, deve ritenersi ancora <strong>in</strong>superato il <strong>volume</strong> recante proprio questo<br />
titolo (I due Risorgimenti. Stu<strong>di</strong> sui legami culturali italo-serbi nel XIX secolo), ad opera <strong>di</strong><br />
N. STIP∏EVIå, Dva preporoda. Stu<strong>di</strong>je o italijansko – srpskim kulturnim vezama u XIX veku,<br />
Beograd, Prosveta, 1979. Una breve illustrazione dei suoi contenuti e della sua importanza è<br />
stata proposta da S. MILINKOVIå, Niccolò Tommaseo nella critica letteraria serba, <strong>in</strong> Niccolò<br />
Tommaseo a 200 anni dalla nascita, a cura <strong>di</strong> S. CATTALINI, Ud<strong>in</strong>e Associazione Nazionale<br />
Venezia Giulia e Dalmazia - Università <strong>di</strong> Ud<strong>in</strong>e, 2004, pp. 182-194. Tra i temi trattati da<br />
Stipπeviå, particolare rilievo assume la figura del Tommaseo, sulla quale l’accademico <strong>di</strong><br />
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