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l’<strong>in</strong>terme<strong>di</strong>azione del Petrarca, con i suoi rimaneggiamenti semantici<br />
e talora f<strong>in</strong>anco strutturali, quali emergono, con chiarezza, soprattutto<br />
nella chiusura dai forti toni moralistici se non ad<strong>di</strong>rittura<br />
escatologici 8 .<br />
Né le cose cambiano durante gli anni a cavallo del secolo: coloro<br />
che si occupano dell’argomento “Boccaccio”, seguitano a muoversi<br />
nel solco della l<strong>in</strong>ea già tracciata. I riferimenti italiani cui si ritiene <strong>di</strong><br />
doversi richiamare non consentono, d’altronde, correzioni <strong>di</strong> rotta:<br />
allorché Ante Tresiå Paviπiå, a Zagabria, nel corso dell’ultimo decennio<br />
dell’Ottocento, prende ad <strong>in</strong>teressarsi del Decameron, a fargli da<br />
guida, per sua esplicita ammissione, sono i brani delle Lezioni <strong>di</strong><br />
letteratura italiana dettate nell’Università <strong>di</strong> Napoli da Luigi Settembr<strong>in</strong>i<br />
(le cui valutazioni, come è noto, <strong>di</strong>scendono <strong>di</strong>rettamente dalla<br />
concezione del “genere novella” che egli stesso aveva elaborato, al<br />
centro della quale ci sarebbe la vita quoti<strong>di</strong>ana nei suoi risvolti familiari<br />
e, qu<strong>in</strong><strong>di</strong>, una <strong>di</strong>mensione assai prossima a quella della comme<strong>di</strong>a,<br />
mentre al complesso e<strong>di</strong>ficio dell’opera viene assegnata una posizione<br />
<strong>di</strong> secondo piano, offuscata dal perseverante <strong>di</strong>datticismo <strong>di</strong> tono<br />
moralistico, che f<strong>in</strong>isce con l’<strong>in</strong>vestire pure alcuni dei perni sui quali<br />
si regge l’<strong>in</strong>teleiatura narrativa escogitata dal Boccaccio). Come dar<br />
torto, dunque, a Tresiå Paviπiå, quando fa suo il consiglio del Settembr<strong>in</strong>i<br />
<strong>di</strong> non dar da leggere il Decameron “né a fanciulle né a gio-<br />
un giornale de<strong>di</strong>cato ai maestri e alla gioventù”: così Zoriå, nell’<strong>in</strong>tervento più volte citato<br />
(Boccaccio nella cultura letteraria croata, cit., p. 322). Lo stesso Zoriå però riconosce che la<br />
traduzione, <strong>di</strong> fianco ad un ben comprensibile appiattimento stilistico, ha subito anche numerosi<br />
tagli e riadattamenti, tali da non rendere giustizia al testo orig<strong>in</strong>ale, che, peraltro, già<br />
<strong>di</strong> per sé facilmente si prestava ad una lettura <strong>in</strong> chiave moralistico-cristiana.<br />
8 Non si vuole con ciò sostenere che la versione del Petrarca fosse <strong>di</strong>ventata la fonte<br />
pr<strong>in</strong>cipale della traduzione, bensì, semplicemente, che era stata adottata a modello <strong>di</strong> <strong>in</strong>terpretazione<br />
e <strong>di</strong> rimaneggiamento dell’orig<strong>in</strong>ale. Sulla versione petrarchesca della novella <strong>di</strong><br />
Griselda e sulla sua <strong>in</strong>cidenza negli sviluppi delle <strong>in</strong>terpretazioni successive, riguardo non<br />
soltanto l’ultimo troncone del mosaico boccaciano, ma l’<strong>in</strong>sieme della struttura dell’opera,<br />
sono numerosi gli stu<strong>di</strong> da ricordare. Tra questi, vanno segnalati almeno: M. MARTELLI, Considerazioni<br />
sulla tra<strong>di</strong>zione della novella spicciolata, <strong>in</strong> La novella italiana, Atti del Convegno<br />
<strong>di</strong> Caprarola, Roma, Salerno E<strong>di</strong>trice, 1989, pp. 215-244; G. ALBANESE, Per la storia della<br />
fondazione del genere novella tra volgare e lat<strong>in</strong>o. E<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> testi e problemi critici, “Me<strong>di</strong>oevo<br />
e R<strong>in</strong>ascimento”, XII, n.s. IX, 1998, pp. 263-284; R. BESSI, La novella <strong>in</strong> volgare nel<br />
Quattrocento italiano: stu<strong>di</strong> e testi, “Me<strong>di</strong>oevo e R<strong>in</strong>ascimento”, XII, n.s. IX, 1998, pp. 285-<br />
305; ID., Il modello boccacciano nella spicciolata toscana tra f<strong>in</strong>e Trecento e il tardo Quattrocento,<br />
<strong>in</strong> Dal primato allo scacco. I modelli narrativi italiani tra Trecento e Seicento, a cura <strong>di</strong><br />
G.M. ANSELMI, Roma, Carocci, 1998, pp. 107-123.<br />
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