(intero volume in formato PDF ( 4 MB circa) - Provincia di Padova
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mostra <strong>di</strong> comprendere ed apprezzare l’omaggio, <strong>in</strong>viando a Guillén<br />
una cartol<strong>in</strong>a postale che ritrae il paesaggio delle Fonti <strong>di</strong> Fontebranda,<br />
genu<strong>in</strong>a matrice “naturale” delle successive riletture testuali:<br />
come a <strong>di</strong>re che ogni lettura, compresa la prima, è sempre una<br />
“variazione” <strong>in</strong>terpretativa <strong>di</strong> un canovaccio <strong>in</strong>iziale scritto <strong>in</strong> un<br />
alfabeto <strong>di</strong>st<strong>in</strong>to, che per essere detto deve, sempre e comunque,<br />
essere ridetto. Ed <strong>in</strong> effetti, La fuente <strong>di</strong> Guillén è una re-<strong>in</strong>venzione<br />
<strong>in</strong> tre atti. Si parte con la citazione letterale, <strong>in</strong> epigrafe, della descrizione<br />
del paesaggio naturale ed umano da cui deriva il nostalgico<br />
moto della memoria del racconto <strong>di</strong> Bilenchi (una fonte calata <strong>in</strong><br />
una valle, le donne che lavano i panni ed accarezzano i musi delle<br />
bestie che si abbeverano), <strong>in</strong>terrompendola bruscamente non appena<br />
viene esteriorizzato il punto <strong>di</strong> vista dell’osservatore (“Rimanevo<br />
a guardare le donne e i cavalli...”), evidentemente presentito come<br />
portatore dei germi della <strong>di</strong>egesi, del tutto <strong>in</strong>compatibile con l’estatica<br />
atemporalità degli scorci guilleniani. Il primo movimento, <strong>in</strong><br />
endecasillabi, è quello più fedele, rispettando tutti gli elementi salienti<br />
della descrizione e sviluppandone con f<strong>in</strong>e ironia culturale<br />
– nella scelta <strong>di</strong> un verso <strong>di</strong> orig<strong>in</strong>e e tra<strong>di</strong>zione tutta italiana – gli<br />
impliciti riman<strong>di</strong> ad un i<strong>di</strong>llio paesaggistico r<strong>in</strong>ascimentale. Anche<br />
<strong>in</strong> questo caso, il testo rimane sospeso sull’apparizione del soggetto<br />
umano (“Yo miraba caballos y mujeres” 9 ). Il secondo movimento<br />
segna il primo passo verso l’<strong>in</strong>teriorizzazione del testo: scritto <strong>in</strong> versi<br />
ottosillabici, tipici della tra<strong>di</strong>zione popolare spagnola, il romance<br />
<strong>di</strong> Guillén naturalizza culturalmente l’hortus conclusus italianeggiante,<br />
sottol<strong>in</strong>eando, <strong>in</strong> questo caso, l’ambientazione rustica della<br />
fonte delle lavandaie, attraverso l’utilizzo <strong>di</strong> una forma metrica legata<br />
a doppio filo al canto semplice del pueblo. Il riferimento all’osservatore<br />
viene, <strong>in</strong> questo caso, decisamente taciuto. Inf<strong>in</strong>e, la terza<br />
variazione – c<strong>in</strong>que quart<strong>in</strong>e <strong>di</strong> versi senari- è quella <strong>in</strong> cui gli stilemi<br />
della poesia <strong>di</strong> Guillén prendono def<strong>in</strong>itivamente il controllo del<br />
testo: eludendo ogni tipo <strong>di</strong> contestualizzazione ambientale, si <strong>in</strong>izia,<br />
<strong>in</strong> me<strong>di</strong>as res (“Caballo se<strong>di</strong>ento / se acerca a una fuente” 10 ),<br />
con mirabile concentrazione e con un grado m<strong>in</strong>imo <strong>di</strong> referenzialità<br />
mimetica, nel tentativo <strong>di</strong> comunicare l’universalità <strong>di</strong> una visione<br />
9 J. GUILLÉN, La fuente, <strong>in</strong> LUZI, La cor<strong>di</strong>gliera delle Ande, cit., p. 140.<br />
10 Ivi, p. 144.<br />
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