(intero volume in formato PDF ( 4 MB circa) - Provincia di Padova
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la struttura fonica, ritmica, s<strong>in</strong>tattica e semantica. Oltre agli aspetti<br />
relativi allo stile, la traduzione del Decameron richiede tener conto<br />
anche dei sistemi <strong>di</strong> costruzione della struttura complessiva del libro<br />
e delle s<strong>in</strong>gole parti che lo compongono.<br />
Riprendo la novella I, 4 del monaco che si libera dal castigo che<br />
l’abate voleva imporgli; la comicità si orchestra sul recupero verbale<br />
alla f<strong>in</strong>e dei “<strong>di</strong>giuni e le vigilie” imposti ai monaci, che aprono nel<br />
paragrafo 4 e chiudono nel paragrafo 21 la struttura della novella e<br />
sostengono il peso della comicità. La traduzione deve rendere la calcolata<br />
<strong>di</strong>sposizione del materiale verbale per evidenziare le paroleforza<br />
che reggono la struttura.<br />
La molteplicità <strong>di</strong> schemi narrativi, <strong>in</strong> un libro che <strong>di</strong>venta un’enciclope<strong>di</strong>a<br />
<strong>di</strong> forme del narrare, comporta anche il moltiplicarsi <strong>di</strong><br />
registri che nel sistema espressivo della cornice saranno tragici, solenni<br />
o bucolici, e <strong>in</strong> quello delle novelle saranno comici, paro<strong>di</strong>stici,<br />
grossolani, ma anche retorici, aulici, sublimi ecc. Vanno dunque ricordati<br />
sia il pluril<strong>in</strong>guismo stu<strong>di</strong>ato da Vittore Branca e Maurizio<br />
Vitale 2 , sia il polistilismo determ<strong>in</strong>ato dalla <strong>di</strong>versità <strong>di</strong> fonti stilistiche<br />
del libro. Nel <strong>di</strong>sporre i materiali s<strong>in</strong>tattici, fonici e semantici della<br />
prosa l’autore controlla non soltanto il processo graduale della comprensione<br />
del lettore, ma anche delle sue emozioni.<br />
Non sempre è possibile, per il traduttore, rendere tutte queste<br />
molteplici sfumature che s’<strong>in</strong>tegrano nel sistema espressivo del narratore<br />
e che ha del<strong>in</strong>eato Vittore Branca <strong>in</strong> pag<strong>in</strong>e memorabili 3 .<br />
L’esempio forse più clamoroso <strong>di</strong> questa <strong>di</strong>fficoltà, e pers<strong>in</strong>o <strong>di</strong><br />
<strong>in</strong>traducibilità, lo offre la novella VIII, 2 del prete del Varlungo<br />
<strong>in</strong>vaghito della Belcolore. “F<strong>in</strong> dal prologo – sottol<strong>in</strong>ea Branca –<br />
risuona un rusticale e stridulo contrappunto che poi accompagna<br />
tutto il narrare come un basso cont<strong>in</strong>uo, modulato su quelle doppie<br />
z, spesso <strong>in</strong> des<strong>in</strong>enze equivocamente – e suggestivamente – <strong>in</strong> bilico<br />
fra le accrescitive, le peggiorative e le ipocoristiche, all’uso<br />
villanesco (amorazzo, parolozze, Mazzo, foresozza, brunazza, Mazzo,<br />
mazzuol e mazzuolo, amorevolezza, zazzeato ecc.) con un sottile giuoco<br />
fonico-stilistico che potrebbe riprodurre anche il suono delle cicale<br />
2 V. BRANCA, M. VITALE, Il capolavoro del Boccaccio e due <strong>di</strong>verse redazioni, Venezia,<br />
Istituto Veneto <strong>di</strong> Scienze, Lettere ed Arti, 2002, 2 voll.<br />
3 V. BRANCA, Una chiave <strong>di</strong> lettura per il ‘Decameron’, <strong>in</strong> GIOVANNI BOCCACCIO, Decameron,<br />
n. ed. riveduta e aggiornata, a cura <strong>di</strong> V. Branca, Tor<strong>in</strong>o, E<strong>in</strong>au<strong>di</strong>, pp. VII-XXXIX.<br />
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