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(intero volume in formato PDF ( 4 MB circa) - Provincia di Padova

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Sí... no!... no... sí! ora che io non dovrò contare più su nulla, non posso<br />

nemmeno <strong>di</strong>re <strong>di</strong> no, e per questo consegno a te la corona. Ed ora fa’<br />

attenzione al modo <strong>in</strong> cui io andrò <strong>di</strong>sfacendo me stesso. Cedo questo<br />

grave peso che mi opprime il capo, e questo scettro che mi <strong>in</strong>comoda la<br />

mano, e mi impe<strong>di</strong>sce <strong>di</strong> muoverla... strappo l’orgoglio d’una maestà sovrana<br />

dal cuore... e con le mie stesse lacrime, lavo il balsamo dalla mia<br />

fronte consacrata; con queste mie stesse mani io cedo la mia corona, con<br />

questa mia stessa l<strong>in</strong>gua io r<strong>in</strong>nego la mia sacra autorità, con questo mio<br />

stesso fiato io <strong>di</strong>spenso da ogni cerimonia che m’era dovuta, e r<strong>in</strong>nego<br />

ogni pompa e ogni maestà, abbandono i miei castelli, le mie ren<strong>di</strong>te, i miei<br />

appalti, abrogo i miei atti, i miei decreti, le mie leggi. Perdoni Id<strong>di</strong>o a tutti<br />

coloro che mancano ai giuramenti fatti verso <strong>di</strong> me e mantenga <strong>in</strong>violati<br />

quelli che sono stati fatti, <strong>in</strong>vece, a te! e procuri che io, cui non è rimasto<br />

più nulla, da nulla sia più afflitto, e che tu, avendo conquistato tutto, possa<br />

da tutto ricever felicità! A lungo possa tu vivere <strong>in</strong>se<strong>di</strong>ato nel trono <strong>di</strong><br />

Riccardo, e tra breve possa giacere Riccardo <strong>in</strong> una fossa <strong>di</strong> terra! Id<strong>di</strong>o<br />

salvi re Enrico, <strong>di</strong>ce Riccardo non più re, e gli man<strong>di</strong> molti anni <strong>di</strong> ra<strong>di</strong>osi<br />

giorni. Che altro rimane? 25<br />

Ci sono <strong>in</strong> questa versione traduzione ampliamenti esplicativi e<br />

quasi glossatori, accanto ad espressioni non sempre con<strong>di</strong>visibili,<br />

nonostante l’elogio riservatole da Luzi, al quale offre comunque<br />

numerosi spunti e soluzioni (...consegno a te la corona... <strong>di</strong>sfacendo...<br />

scettro che mi <strong>in</strong>comoda... fiato... ecc.).<br />

La versione <strong>di</strong> Fedele Bajocchi, <strong>in</strong>f<strong>in</strong>e, riproposta nel <strong>volume</strong><br />

del centenario scespiriano del 1964, ma già <strong>in</strong>clusa precedentemente<br />

nel Teatro <strong>di</strong> Shakespeare curato da Mario Praz, sembra mirare a<br />

una resa più snella e semplice con una tendenza alla semplificazioni<br />

a livello lessicale e s<strong>in</strong>tattico, lasciando anch’essa <strong>in</strong>travedere qualche<br />

aff<strong>in</strong>ità con quella <strong>di</strong> Luzi:<br />

Sí, no; no, sí, giacché non ho da essere più nulla, non è possibile <strong>di</strong>re <strong>di</strong> no e<br />

te la cedo. E ora osservate come <strong>di</strong>struggerò me stesso parte per parte. Cedo<br />

questo grave peso che mi sta sul capo, questo scettro <strong>in</strong>gombrante che tengo<br />

<strong>in</strong> mano, e mi tolgo dal cuore l’orgoglio della maestà sovrana. Con le mie<br />

proprie lacrime cancello la sacra unzione, con le mie proprie mani consegno<br />

la corona, con la mia propria l<strong>in</strong>gua r<strong>in</strong>nego la mia maestà, con le mie proprie<br />

parole vi <strong>di</strong>spenso da ogni forma cerimoniosa <strong>di</strong> rispetto, r<strong>in</strong>uncio a<br />

ogni fasto, ai manieri, affitti e red<strong>di</strong>ti <strong>di</strong> qualsiasi natura, non riconosco più<br />

i miei atti, decreti e leggi. Dio perdoni a coloro che vengono meno ai giuramenti<br />

fatti a me, e mantenga <strong>in</strong>violati quelli fatti a te: e faccia sì che io che<br />

25 SHAKESPEARE, Opere complete, cit., p. 162.<br />

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