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DAL MONDO<br />

MARIO AGNES<br />

Direttore responsabile<br />

PAGINA<br />

TIPOGRAFIA VATICANA<br />

EDITRICE<br />

«L'OSSERVATORE ROMANO»<br />

Redazione:<br />

via del Pellegrino<br />

00120 Città del Vaticano<br />

Segreteria di Redazione:<br />

Tel. 06.698.83461/06.698.84442<br />

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Servizi fotografici<br />

de «L'Osservatore Romano»<br />

a cura di Arturo Mari<br />

Le foto dell'attività della Santa Sede<br />

sono del SERVIZIO FOTOGRAFICO<br />

de «L'Osservatore Romano»<br />

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de «L'OSSERVATORE ROMANO»<br />

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2 .<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Giovedì 11 Gennaio 2001<br />

NEW YORK — Ruud Lubbers, nuovo responsabile<br />

dell'Alto Commissariato dell'Onu<br />

per i rifugiati (Unhcr), ha lanciato martedì<br />

un appello alla comunità internazionale<br />

affinché sostenga gli sforzi dei Paesi<br />

dell'Africa Occidentale per risolvere la crisi<br />

in atto alle frontiere della Guinea. In<br />

una conferenza stampa a New York, Lubbers<br />

ha espresso profonda preoccupazione<br />

per la sorte di 250 mila civili bloccati<br />

nella zona di guerra nel Sud della Guinea,<br />

lungo i confini con la Liberia e la Sierra<br />

RUSSIA Nell'ambito del debito nei confronti del «Club di Parigi»<br />

Mosca avvia il rimborso<br />

della rata di gennaio<br />

MOSCA, 10.<br />

La Russia ha avviato ieri il rimborso<br />

della rata giunta a scadenza nel primo<br />

trimestre del 2001 nell’ambito del suo<br />

debito nei confronti del «Club di Parigi»,<br />

l’organismo che raccoglie gli Stati creditori.<br />

Si tratta di un atto che smentisce le<br />

voci su un’intenzione russa di posporre<br />

il rimborso del debito, in gran parte ereditato<br />

dall’Unione Sovietica.<br />

Secondo fonti governative citate dall’agenzia<br />

«Interfax», Mosca completerà<br />

invece entro fine gennaio il previsto rimborso<br />

di circa 31 milioni di dollari, dovuti<br />

in larga misura alla Germania, primo<br />

creditore dell’Urss e ora della Russia.<br />

Ed eseguirà poi a febbraio e marzo i<br />

successivi versamenti, secondo lo schema<br />

concordato con il «Club di Parigi».<br />

L’avvio dei rimborsi di gennaio avviene<br />

con alcuni giorni di ritardo rispetto<br />

alle scadenze previste «solo a causa del<br />

lungo ponte festivo» legato alla celebrazione<br />

in Russia del Capodanno e del Natale<br />

ortodosso (7 gennaio), ha precisato<br />

un’altra fonte governativa all’agenzia<br />

«Itar-Tass». Nei giorni scorsi si era ventilato<br />

un possibile rinvio unilaterale da<br />

parte di Mosca dei pagamenti al «Club<br />

di Parigi». Il vice Ministro delle finanze,<br />

Aleksiei Uliukaiev, aveva però poi precisato<br />

che Mosca avrebbe pagato regolarmente<br />

l’intera rata giunta a maturazione<br />

nel primo trimestre del 2001 (e pari in<br />

totale a 1,5 miliardi di dollari), ma che<br />

vi sarebbe stato «un rinvio tecnico» di<br />

pochi giorni per i primi versamenti. Tre<br />

giorni fa anche il Presidente russo, Vla-<br />

dimir Putin, ha assicurato il Cancelliere<br />

tedesco, Gerhard Schroeder, che Mosca<br />

intende rispettare i suoi impegni sul pagamento<br />

del debito sovietico. La Russia<br />

peraltro non rinuncia a un negoziato<br />

con il «Club di Parigi» sperando di poter<br />

ottenere una ristrutturazione concordata,<br />

sul modello di quella ottenuta l’anno<br />

scorso dai creditori privati raccolti nel<br />

«Club di Londra».<br />

Nel frattempo, pesa anche sul bilancio<br />

dello Stato russo il gelo polare che<br />

continua a imperversare in questi giorni<br />

sulla Siberia centro-meridionale, con<br />

JUGOSLAVIA Biljana Plavsic accusata di genocidio<br />

L'Ucraina appoggia<br />

Belgrado per il Kosovo<br />

BELGRADO, 10.<br />

La stabilità politica nella penisola balcanica<br />

è impossibile senza l'integrità territoriale<br />

della Repubblica Federale di Jugoslavia.<br />

Lo ha dichiarato ieri — riferisce<br />

l'«Ansa» — il Presidente ucraino<br />

Leonid Kuchma, al termine di un colloquio<br />

a Belgrado con il collega jugoslavo<br />

Vojislav Kostunica. «Dopo la mia visita<br />

in Kosovo — ha spiegato Kuchma — mi<br />

sono convinto una volta di più che la<br />

stabilità nei Balcani è possibile a una sola<br />

condizione: la preservazione dell'integrità<br />

territoriale della Repubblica Federale<br />

Jugoslava, nel rispetto della risoluzione<br />

1.244 dell'Onu». Kostunica, visibilmente<br />

soddisfatto, ha sottolineato che la<br />

visita del Presidente ucraino in Kosovo<br />

«prova una volta di più» che quel territorio<br />

appartiene alla Jugoslavia.<br />

Oggi, intanto, circa 14 mila cittadini<br />

iscritti in diciannove seggi tornano alle<br />

urne per il completamento del Parlamento<br />

serbo, che è stato eletto nelle legislative<br />

del 23 dicembre scorso. La votazione,<br />

nella quale è in palio un solo<br />

seggio, viene ripetuta per ordine della<br />

Corte suprema serba che ha accertato<br />

irregolarità nel primo turno elettorale.<br />

I rapporti di forze parlamentari non<br />

temperature — dai 55 sottozero di Novosibirsk<br />

ai 45 di Krasnoiarsk — considerate<br />

eccezionali persino per quelle latitudini,<br />

e l'Estremo Oriente russo con<br />

temperature rigide e bufere di neve. Il<br />

Governo di Mosca ha dovuto stanziare<br />

fondi straordinari per far fronte alle necessarie<br />

spese supplementari di riscaldamento<br />

e per questo il bilancio mensile<br />

del gennaio 2001 sarà chiuso per la prima<br />

volta nell’ultimo anno e mezzo in<br />

deficit, ha detto ieri sera il Premier russo,<br />

Mikhail Kasyanov, all’agenzia di<br />

stampa «Interfax».<br />

Cecenia: ancora agguati<br />

attribuiti alla guerriglia MOSCA, 10.<br />

Un imam ceceno, quattro militari delle truppe del ministero dell’interno<br />

russo, un poliziotto ceceno filo russo con suo figlio di 15 anni, e due contadini<br />

sono stati uccisi nelle ultime 24 ore in Cecenia in distinti agguati compiuti<br />

nella regione e attribuiti da fonti concordi alla guerriglia islamico-radicale.<br />

Tre militari russi — ha riferito l’agenzia di stampa russa «Interfax» — sono<br />

stati uccisi lunedì nel corso di un’imboscata sulla strada verso Argun, nel Sud<br />

della Cecenia, mentre un quarto è stato colpito a morte nella notte da un cecchino<br />

a Grozny. Ieri mattina, in un attentato, è stato invece ucciso l’imam del<br />

villaggio di Ghermentciuk, Magomed Khasuiev. Si tratta del secondo imam<br />

ucciso in due giorni, il decimo negli ultimi mesi in Cecenia, dove la guerriglia<br />

ha preso di mira i capi religiosi moderati vicini al muftì Akhmed Kadyrov. Intanto,<br />

un cittadino americano che lavora per un'organizzazione umanitaria è<br />

stato rapito ieri da un gruppo di guerriglieri islamici-separatisti. Lo riferiscono<br />

oggi le agenzie di stampa russe «Interfax» e «Itar-Tass».<br />

saranno comunque modificati dal voto<br />

odierno. Infatti, nella tornata del 23 dicembre<br />

la «coalizione democratica»<br />

(Dos) si è aggiudicata oltre due terzi dei<br />

deputati, 176 sul totale di 250.<br />

In definitiva, la consultazione non<br />

avrà altro effetto che quello di ritardare<br />

l'insediamento del nuovo Parlamento<br />

serbo e la conseguente formazione del<br />

Governo, che peraltro è già stata definita<br />

dai diciotto gruppi politici che compongono<br />

il Dos. Dal nuovo Esecutivo, in<br />

particolare dai Ministri della giustizia e<br />

degli interni, dipenderà il futuro di Milosevic<br />

e dei suoi collaboratori: i leader<br />

democratici — riferisce l'«Ansa» — hanno<br />

infatti manifestato la volontà di trascinarli<br />

in Tribunale per i tredici anni di<br />

disastrosa gestione del Paese e molto<br />

probabilmente anche per i crimini di<br />

guerra per i quali l'ex «uomo forte» di<br />

Belgrado è ricercato dal Tribunale penale<br />

internazionale (Tpi) dell'Aja.<br />

Oggi, intanto, si è costituita al Tpi Biljana<br />

Plavsic, accusata di genocidio durante<br />

la guerra (1992-'95) in Bosnia ed<br />

Erzegovina. La Plavsic, ex Presidente<br />

dell'entità serba bosniaca, era stata inizialmente<br />

una stretta collaboratrice del<br />

leader serbo bosniaco Radovan Karadzic,<br />

principale responsabile dei crimini<br />

di guerra e contro l'umanità commessi<br />

in Bosnia ed Erzegovina. Successivamente,<br />

la donna si era spostata su posizioni<br />

moderate, prendendo le distanze<br />

da Karadzic che è inseguito da un mandato<br />

di cattura internazionale spiccato<br />

dal Tribunale dell'Aja. Nella stessa situazione<br />

si trova il generale Ratko Mladic,<br />

ex comandante delle milizie serbo bosniache<br />

Stati Uniti: rinuncia all'incarico<br />

il Ministro del lavoro designato<br />

WASHINGTON, 10.<br />

Linda Chavez, scelta dal Presidente<br />

eletto statunitense, George W. Bush, come<br />

Ministro del lavoro, ha rinunciato ieri<br />

all'incarico dopo che alcuni organi di<br />

stampa avevano reso noto una sua violazione<br />

delle leggi sul lavoro e sulla immigrazione<br />

clandestina. La Chavez avrebbe<br />

infatti tenuto per due anni come domestica<br />

una immigrata clandestina del<br />

Guatemala, cosa severamente vietata<br />

dalla legislazione statunitense. La Chavez,<br />

pur rinunciando all'incarico di Ministro<br />

del lavoro, ha respinto ogni addebito,<br />

sostenendo di non aver «assunto»<br />

la cittadina guatemalteca come domestica,<br />

ma di aver solo offerto aiuto ad una<br />

persona in difficoltà.<br />

«Sarei stata un grande Ministro — ha<br />

dichiarato ieri nel corso di una conferenza<br />

stampa — ma la mia vicenda era<br />

diventata una fonte di distrazione troppo<br />

grande ed ho chiesto al Presidente<br />

eletto Bush di rinunciare alla mia nomina».<br />

La Chavez — come segnala l'«Ansa»<br />

— si è presentata alla conferenza<br />

stampa accompagnata da alcuni immigrati<br />

(due ispaniche e un vietnamita)<br />

che hanno testimoniato di essere stati<br />

Appello dell'Unhcr per i profughi nella Guinea<br />

Leone. Si tratta di profughi sierraleonesi e<br />

liberiani, ma anche di guineani sfollati a<br />

causa delle operazioni militari in corso da<br />

mesi. L'insicurezza che regna nella zona<br />

impedisce dal dicembre scorso alle agenzie<br />

umanitarie dell'Onu e ad altre organizzazioni<br />

internazionali non governative di<br />

assistere questa moltitudine di bisognosi.<br />

«È l'emergenza umanitaria più grave che<br />

dobbiamo affrontare in questo momento»,<br />

ha dichiarato dal canto suo il portavoce<br />

dell'Unhcr, Kris Janowski.<br />

La crisi è scoppiata nel settembre scorso<br />

quando bande armate irregolari, provenienti<br />

dalla Liberia e dalla Sierra Leone,<br />

hanno cominciato a compiere scorrerie<br />

nel Sud della Guinea, attaccando villaggi,<br />

città e campi profughi. I combattimenti<br />

con l'esercito guineano hanno provocato<br />

finora non meno di 700 morti. Dagli ac-<br />

PETROLIO Prima missione di un leader del Cremlino a Baku dopo la fine dell'Urss<br />

Verso un'intesa sui giacimenti<br />

tra Putin ed il Presidente azero<br />

MOSCA, 10.<br />

Si riavvicinano le posizioni tra la Russia<br />

e la ex Repubblica sovietica dell’Azerbaigian<br />

(Caucaso), dove ieri sera il<br />

Presidente russo, Vladimir Putin, ha<br />

concluso la prima giornata di una visita<br />

ufficiale firmando col suo omologo azero,<br />

Gheidar Aliev, un’intesa preliminare<br />

sullo status del Mar Caspio, scrigno di<br />

immensi giacimenti petroliferi. Si è trattato<br />

della prima visita di un leader russo<br />

a Baku dopo la dissoluzione dell’Urss.<br />

Le relazioni russo-azere hanno risentito<br />

negli ultimi anni proprio delle contro-<br />

Opec: se non si taglia la produzione<br />

i prezzi rischiano di subire un crollo<br />

da lei aiutati a iniziare una nuova vita<br />

negli Stati Uniti. «Ho cercato di fare la<br />

stessa cosa con Marta Mercado — ha<br />

dichiarato — sapevo che non era in regola<br />

con i documenti e che correvo dei<br />

rischi. Ma era una persona che aveva<br />

bisogno di aiuto. Ho commesso molti<br />

errori nella mia vita. Ma davanti ad una<br />

persona in difficoltà non ho avuto esitazioni.<br />

Era una donna che aveva subito<br />

violenze ed abusi, e l’ho aiutata come<br />

ho potuto, e lo rifarei ancora oggi, se,<br />

come allora, un amico mi chiedesse di<br />

aiutare una donna in quella situazione».<br />

La presunta assunzione di Marta Mercado,<br />

una immigrata clandestina del<br />

Guatemala, come domestica tra la fine<br />

del 1991 e la fine del 1993, era stata resa<br />

nota alcuni giorni fa. Inizialmente Bush<br />

aveva difeso il comportamento della<br />

Chavez. «È stato un atto di compassione.<br />

Sarà un ottimo Ministro del lavoro»,<br />

aveva detto il Presidente eletto. La legge<br />

americana proibisce di dare ospitalità o<br />

lavoro agli immigrati clandestini. La<br />

Chavez non avrebbe inoltre versato i<br />

contributi. «Sono un’altra vittima della<br />

politica di distruzione personale che ha<br />

già fatto troppe vittime a Washington»,<br />

ha inoltre dichiarato.<br />

Myanmar:<br />

«cauto ottimismo»<br />

dell'inviato Onu<br />

per una possibile<br />

svolta democratica<br />

YANGOON, 10.<br />

«Cauto ottimismo» su una possibile<br />

svolta democratica nel Myanmar (ex<br />

Birmania), governato da oltre un decennio<br />

da una giunta militare, è stato<br />

espresso ieri dall'inviato speciale dell'Onu<br />

per il Paese asiatico, il malaysiano<br />

Ismail Razali, al termine di una sua visita<br />

nella capitale Yangoon. La giunta militare<br />

al potere — ha infatti reso noto<br />

Razali — ha intavolato negoziati diretti<br />

con l’opposizione democratica, guidata<br />

dal Premio Nobel per la pace, Aung San<br />

Suu Kyi, fin dall’ottobre scorso. Razali<br />

si è detto «ottimista sul successo della<br />

sua missione», anche se ha prudentemente<br />

invitato ad attendere per dare<br />

una valutazione definitiva. In cinque<br />

giorni a Yangoon, Razali ha incontrato<br />

Suu Kyi, il Ministro degli esteri, Wing<br />

Aung, e il generale Khin Nyunt, membro<br />

della giunta militare.<br />

Secondo quanto hanno riferito fonti<br />

internazionali riprese dall'«Ansa», sembra<br />

certo che il generale Khin Nyunt,<br />

capo della sicurezza militare, abbia già<br />

incontrato Suu Kyi almeno una volta<br />

nel mese scorso. Anche se le discussioni<br />

tra le parti sono ancora allo stadio «preliminare»,<br />

era dall’ottobre del 1994 che<br />

non aveva luogo un dialogo ufficiale.<br />

Suu Kyi è il leader della Lega nazionale<br />

per la democrazia, formazione che ha<br />

ottenuto la maggioranza alle elezioni del<br />

1990, ma che non ha mai potuto governare<br />

perché la giunta militare si è rifiutata<br />

di cedere il potere. Da allora, Suu<br />

Kyi è stata sottoposta a pesanti restrizioni<br />

della sua attività politica.<br />

versie sulla suddivisione del Caspio e<br />

delle sue risorse petrolifere, oltre che<br />

per la svolta filo-occidentale impressa all’Azerbaigian<br />

dal regime semiautoritario<br />

del vecchio notabile sovietico Aliev. Il<br />

tentativo di avviare almeno una ricucitura<br />

parziale dei rapporti intrapreso da<br />

Putin rientra nel più generale disegno<br />

del nuovo Presidente russo di rilanciare<br />

i legami con i Paesi vicini dell’ex Urss<br />

aderenti oggi alla Comunità di Stati indipendenti<br />

(Csi), pur nel rispetto dichiarato<br />

della loro recente indipendenza.<br />

Aliev ha definito «significativa» la visi-<br />

CARACAS, 10.<br />

Il Segretario generale dell’Opec, Alì Rodriguez, è convinto che «se non si<br />

taglia» la produzione, i prezzi del greggio rischiano di subire «un crollo incontrollato».<br />

In un’intervista al «El Nacional» di Caracas, Rodriguez riferendosi<br />

all’incontro di domenica scorsa a Vienna con il Segretario statunitense all’energia,<br />

Bill Richardson, ha ricordato che «abbiamo parlato a lungo». Alle sue<br />

richieste di prudenza — ha aggiunto Rodriguez — «ho replicato che non si<br />

devono prendere in considerazione solo le cifre ufficiali» sulle scorte. «Le statistiche<br />

ufficiali comprendono solo gli inventari (riserve) primari, e lasciano<br />

da parte gli inventari secondari e terziari. E per avere la situazione reale del<br />

mercato dobbiamo avere sotto gli occhi tutto il complesso dei dati». Rodriguez<br />

ha quindi segnalato che fra aprile e settembre 2000 l’offerta è stata superiore<br />

alla domanda di due milioni di barili, e fra ottobre e dicembre di 1,4<br />

milioni. Sulle riserve mondiali, il Segretario generale dell’Opec ha sostenuto<br />

che «già sono stati superati gli 81 giorni di consumo. E potremmo arrivare ad<br />

88 se si mantiene la produzione ai livelli attuali. E questo causerebbe un crollo<br />

incontrollabile dei prezzi nel secondo trimestre di quest’anno».<br />

India-Cina:<br />

colloqui bilaterali<br />

a Bombay<br />

NUOVA DELHI, 10.<br />

Il Presidente del Parlamento cinese,<br />

Li Peng, è giunto ieri in India per una<br />

visita di nove giorni tesa a consolidare le<br />

relazioni bilaterali, dopo un difficile periodo<br />

seguito ad una serie di esperimenti<br />

nucleari condotti nel 1998 da Nuova<br />

Delhi. Dopo due giorni di sosta a Bombay,<br />

capitale industriale e finanziaria<br />

dell’India, Li Peng e la sua delegazione<br />

— composta da 120 persone tra politici<br />

e esponenti dell’industria — si recheranno<br />

a Nuova Delhi, dove avrà luogo anche<br />

un incontro con il Primo Ministro,<br />

Atal Bihari Vajpayee. La visita si concluderà<br />

a Bangalore, il centro dell’industria<br />

informatica nel Sud del Paese.<br />

Secondo quanto segnala l'«Ansa», il<br />

contenzioso sulla frontiera nel Kashmir,<br />

che si protrae da 40 anni, l’alleanza della<br />

Cina col Pakistan e una «guerra commerciale»<br />

seguita alla prepotente crescita<br />

delle importazioni cinesi in India saranno<br />

al centro dei colloqui. «La visita<br />

di Li Peng dimostra che i cinesi sono<br />

pragmatici — hanno dichiarato fonti diplomatiche<br />

indiane — e che vogliono<br />

mettere da parte le polemiche seguite<br />

agli esperimenti nucleari».<br />

campamenti di profughi, divenuti campi di<br />

battaglia, decine di migliaia di disperati<br />

sono fuggiti verso Nord in cerca di salvezza.<br />

Ma, stando alle stime dell'Unhcr, almeno<br />

180 mila rifugiati e 70 mila guineani<br />

sono rimasti bloccati nella sacca senza la<br />

possibilità di ricevere rifornimenti di viveri,<br />

medicinali e altri generi di prima necessità.<br />

I circa 500 mila tra sierraleonesi<br />

e liberiani ospitati attualmente nella Guinea<br />

erano fuggiti dai rispettivi Paesi a<br />

causa della guerra civile.<br />

BURUNDI Sei morti in due attacchi armati<br />

Buyoya incontra<br />

delegazione di ribelli<br />

BUJUMBURA, 10.<br />

Tre civili sono rimasti uccisi nella notte<br />

tra lunedì e martedì nel corso di un<br />

attacco sferrato dai ribelli Hutu delle<br />

«forze nazionali di liberazione» (Fnl) a<br />

Kinama, un quartiere settentrionale della<br />

capitale del Burundi. Gli aggressori<br />

hanno saccheggiato case e negozi e dato<br />

alle fiamme un automezzo della radiotelevisione<br />

statale.<br />

Lunedì, i miliziani Hutu avevano<br />

compiuto un'incursione nella cittadina<br />

di Murago, nella provincia meridionale<br />

di Bururi. Negli scontri con le forze governative<br />

si sono avuti tre morti.<br />

Sul versante politico c'è da registrare<br />

uno storico incontro a Libreville (Gabon)<br />

tra il Presidente burundese, Pierre<br />

Buyoya, e Jean-Bosco Ndayikengurukiye,<br />

leader delle «forze per la difesa<br />

della democrazia» (Fdd), il principale<br />

movimento ribelle Hutu. Alla riunione<br />

hanno partecipato i Presidenti del Gabon,<br />

Omar Bongo, e della Repubblica<br />

Democratica del Congo (Rdc, ex Zaire),<br />

Laurent-Désiré Kabila. L'incontro è stato<br />

organizzato dallo stesso Kabila, nella<br />

convinzione che la pace nell'ex Zaire,<br />

dilaniato dalla guerra civile, è inseparabile<br />

dalla pace e dalla stabilità in Burundi<br />

e negli altri Paesi della regione dei<br />

Grandi Laghi.<br />

Fonti della delegazione congolese annunciano<br />

che i colloqui, ancora in corso,<br />

tra Buyoya e il leader delle Fdd<br />

avrebbero fatto registrare considerevoli<br />

progressi.<br />

La guerra civile in Burundi oppone il<br />

ta di Putin, mentre il Consigliere diplomatico<br />

del Cremlino, Serghiei Prikhodko,<br />

ha rilevato che entrambe le parti<br />

hanno mostrato buona volontà, anche<br />

se è mancato per ora un accordo sul<br />

rinnovo dell’affitto alle Forze russe di<br />

un stazione radar ex sovietica situata in<br />

territorio azero. «C’è comunque la convinzione<br />

comune che la pausa nei rapporti<br />

bilaterali politici, economici e sulle<br />

questioni di sicurezza sia stata un errore»,<br />

ha osservato Prikhodko.<br />

L’intesa raggiunta ieri sullo status del<br />

Mar Caspio apre le porte, secondo<br />

Aliev, a un accordo definitivo, anche in<br />

materia petrolifera. Mosca ha proposto<br />

di recente a Baku una suddivisione al 50<br />

per cento dei profitti dello sfruttamento<br />

del greggio nella regione. Un’intesa su<br />

questo punto non è stata ancora raggiunta,<br />

ma già ieri, a margine del vertice,<br />

Baku — che negli anni scorsi ha privilegiato<br />

i contratti con le compagnie<br />

americane — ha accettato di sottoscrivere<br />

un accordo da 250 milioni di dollari<br />

con il colosso russo «Lukoil» per l’esplorazione<br />

congiunta russo-azera di un importante<br />

giacimento.<br />

Nel corso della visita si è discusso anche<br />

del contenzioso tra Armenia e Azerbaigian<br />

sulla questione dell’enclave del<br />

Nagorno Karabakh: Putin si è detto<br />

pronto a offrire una mediazione imparziale<br />

della Russia — accusata in passato<br />

da Baku di tenere una posizione filo-armena<br />

— e la garanzia di Mosca su un<br />

accordo di pace. Putin ha anche notato<br />

che i molti conflitti che rendono attualmente<br />

instabile il Caucaso «non sono<br />

colpa nostra, ma sono un'eredità malata<br />

lasciata dall’impero» sovietico.<br />

Canada: Chrètien<br />

attua un rimpasto<br />

nell'Esecutivo<br />

OTTAWA, 10.<br />

Mini-rimpasto di Governo in Canada,<br />

dove il Premier liberale, Jean Chrètien,<br />

oltre 40 giorni dopo le elezioni generali<br />

del 27 novembre, ha deciso di apportare<br />

solo lievi modifiche alla sua squadra. Un<br />

rimpasto più ampio è atteso per la prossima<br />

primavera, quando ci sarà il congresso<br />

del partito liberale del Primo Ministro,<br />

che nelle elezioni ha riconquistato<br />

la maggioranza assoluta.<br />

Le novità di ieri colmano le lacune lasciate<br />

dall’uscita di scena di personaggi<br />

al potere battuti nel voto di novembre<br />

(in Canada, un Ministro deve essere deputato).<br />

Entrano, così, nel Governo Rey<br />

Pagtakan, filippino di nascita, che sarà il<br />

Segretario di Stato per Asia e Pacifico, e<br />

Robert Thibault, che sarà responsabile<br />

dell’Atlantic Canada Opportunities Agency.<br />

Cambia anche il Presidente del Senato:<br />

tocca a una donna, Sharon Cartairs,<br />

da tempo politicamente vicina a Chrètien.<br />

Con le nomine di ieri, notano gli<br />

esperti come riferisce l'agenzia italiana<br />

«Ansa», il Premier rafforza la presenza<br />

al potere di esponenti delle province dell’Ovest<br />

del Paese (la Carstairs e Pagtakan<br />

vengono dal Manitoba).<br />

Governo e l'esercito, dominati dalla minoranza<br />

Tutsi, ai gruppi di resistenza armata<br />

dell'etnia rivale degli Hutu, che<br />

costituiscono l'85 per cento della popolazione.<br />

Il conflitto, in corso dal 1993, ha<br />

provocato oltre 200 mila morti. Il 28<br />

agosto scorso, sotto l'egida del mediatore<br />

Nelson Mandela, il Governo, il Parlamento<br />

e diciassette partiti Tutsi e Hutu<br />

hanno firmato ad Arusha (Tanzania) un<br />

accordo di pace. Ma esso è rimasto lettera<br />

morta per la mancata adesione dei<br />

due movimenti armati Hutu, vale a dire<br />

le Fnl e le Fdd.<br />

Spagna:fallitoattentato<br />

nei Paesi Baschi<br />

MADRID — Il Premier spagnolo,<br />

José Maria Aznar, è tornato chiedere<br />

al Governo basco di convocare<br />

al più presto elezioni anticipate,<br />

dopo che martedì non è esplosa<br />

una bomba messa dall’«Eta», che<br />

avrebbe potuto uccidere i principali<br />

dirigenti del Partito Popolare basco.<br />

La bomba dell’«Eta» — che<br />

nel 2000 ha ucciso 23 persone in<br />

diversi attentati — era stata lasciata<br />

dentro a un vaso di fiori nel cimitero<br />

di Zarautz (nella provincia<br />

basca di Guipuzcoa), accanto alla<br />

tomba di José Ignacio Iruretagoyena,<br />

Consigliere popolare ucciso<br />

dal gruppo armato tre anni fa, dove<br />

i dirigenti del suo partito si dovevano<br />

raccogliere per un omaggio<br />

al compagno caduto. Intanto, la<br />

polizia spagnola ha fatto esplodere<br />

mercoledì due bombe nascoste in<br />

altrettanti zaini abbandonati davanti<br />

alla sede del comando militare<br />

di Gerona, nel Nord della Catalogna.<br />

Lo riferiscono fonti ufficiali.<br />

Cina: lanciata<br />

una navetta spaziale<br />

PECHINO — La Cina ha lanciato<br />

mercoledì la sua seconda navetta<br />

spaziale senza equipaggio, nell’ambito<br />

di un programma per inviare<br />

un uomo nello spazio l’anno<br />

prossimo. L’agenzia ufficiale «Nuova<br />

Cina» ha annunciato che la<br />

capsula «Shenzhou IÌ» è partita da<br />

Jiuquan, nel Nord-Ovest del Paese,<br />

ed è stata messa in orbita. Un responsabile<br />

del programma ha precisato<br />

che vi saranno altre missioni<br />

con navette senza equipaggio,<br />

«per aprire la strada all’invio di<br />

astronauti cinesi nello spazio».<br />

Zimbabwe: epidemia<br />

di colera nel Sud<br />

HARARE — Due persone sono<br />

morte di colera nella regione di<br />

Beitbridge (nel Sud dello Zimbabwe)<br />

alla frontiera sudafricana —<br />

non meno di 57 persone sono morte<br />

di colera in Sud Africa dall'agosto<br />

del 2000 —, come ha annunciato<br />

martedì la radio zimbabwese.<br />

Secondo un responsabile locale<br />

dei servizi sanitari, numerosi casi<br />

di dissenteria erano stati registrati<br />

già a dicembre dello scorso anno.<br />

Su 27 casi di dissenteria 7 sono<br />

stati confermati come casi di colera.<br />

Il Premier giapponese<br />

in Kenya<br />

NAIROBI — Il primo Ministro giapponese,<br />

Yoshiro Mori, è giunto<br />

mercoledì a Nairobi, proveniente<br />

da Joannesburg, per una visita di<br />

tre giorni incentrata sull'assistenza<br />

economica al Kenya, primo beneficiario<br />

in Africa degli aiuti pubblici<br />

giapponesi. Il Premier Mori è stato<br />

accolto all'aeroporto — come riferisce<br />

l'agenzia «France presse» —<br />

dal Presidente keniano, Daniel<br />

Arap Moi. Al termine della missione<br />

Yoshiro Mori si recherà in Nigeria,<br />

terza e ultima tappa del suo<br />

viaggio in Africa. Subito dopo il<br />

suo arrivo a Nairobi, Mori si è recato<br />

nella sede della presidenza<br />

keniana per un «vertice bilaterale»,<br />

secondo il programma dell'Ambasciata<br />

del Giappone.<br />

IlCapodelladiplomazia<br />

slovacca a Helsinki<br />

BRATISLAVA — Il Ministro degli<br />

esteri slovacco, Eduard Kukan, si<br />

recherà lunedì prossimo in visita<br />

ufficiale di 48 ore ad Helsinki per<br />

discutere con i suoi interlocutori finlandesi<br />

sulla cooperazione economica<br />

e commerciale. Lo ha annunciato<br />

mercoledì l'agenzia «Tasr».<br />

«Pensiamo che è possibile<br />

estendere la cooperazione con la<br />

Finlandia, e questo sarà l'obiettivo<br />

delle mie riunioni ad Helsinki», ha<br />

affermato il Ministro degli esteri<br />

Kukan all'agenzia di stampa slovacca<br />

sopra citata. Il Capo della<br />

diplomazia slovacca avrà colloqui<br />

con il suo omologo finlandese, Erkki<br />

Tuomioja, il Presidente del Parlamento,<br />

Riitta Uosukainen, e il<br />

Premier, Paavo Lipponen.

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