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L'OSSERVATOREROMANO<br />

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ViadelPellegrino00120CITTÀDELVATICANO-Segreteria<br />

di Redazione 0669883461/0669884442 - fax 0669883675<br />

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SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - ROMA<br />

CONTO CORRENTE POSTALE N. 649004<br />

GIORNALE QUOTIDIANO<br />

UNICUIQUE SUUM<br />

POLITICO RELIGIOSO<br />

NON PRAEVALEBUNT<br />

ABBONAMENTI 2 Anni Annuo Semestre<br />

VATICANO E ITALIA<br />

Quotidiano . . . . . . . . . . L. 726.000 - : 374,44 L. 372.000 - : 191,09 L. 186.000 - : 95,54<br />

L'Osservatore della Domenica . — L. 87.000 - : 44,42 L. 43.500 - : 22,21<br />

Cumulativo . . . . . . . . . — L. 441.000 - : 228,27 L. 220.500 - : 114,14<br />

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Quotidiano . . . . . . . . . . — $ 366 —<br />

L'Osservatore della Domenica . — $ 81 —<br />

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Anno CXLI - N. 4 (42.642) CITTÀ DEL VATICANO Sabato 6 Gennaio 2001<br />

Sabato 6 gennaio, Solennità dell'Epifania, Giovanni Paolo II chiude la Porta Santa della Basilica di San Pietro<br />

punto di convergenza del cuore e dei passi della Chiesa che festeggia Cristo<br />

MARCO IMPAGLIAZZO<br />

I l<br />

Grande Giubileo del Duemila non può che<br />

terminare con un «grazie». È forse questa la<br />

parola, semplice e profonda, che più si addice<br />

all'esperienza di fede che abbiamo vissuto per oltre<br />

un anno. Ed è il sentimento più vero di tutti i<br />

pellegrini che hanno varcato la Porta Santa: «grazie».<br />

Non si tratta, è chiaro, di un ringraziamento<br />

di circostanza, ma di una dimensione religiosa<br />

che sgorga dal profondo. Non è un saluto, non la<br />

fine di un discorso, è piuttosto un inizio, un nuovo<br />

inizio. È la scoperta di una dimensione del gratuito<br />

in un mondo dove quasi tutto si compra. Il Giubileo<br />

è innanzitutto un dono e la gratitudine è la<br />

prima e più sincera risposta.<br />

È il «grazie» dei pellegrini che hanno ricevuto<br />

il dono di tanti incontri. Prima di tutto quello con<br />

il Vangelo proclamato con solennità nel cuore del<br />

pellegrinaggio giubilare. Ma anche quello con la<br />

Chiesa di Roma che ha saputo offrire ai pellegrini<br />

momenti straordinari. Basta pensare alle Giornate<br />

mondiali della Gioventù di metà agosto. Non a<br />

caso in quell'occasione, davanti alla moltitudine<br />

di giovani venuti da ogni parte del mondo, Giovanni<br />

Paolo II ha pronunciato più volte, con commozione,<br />

il suo «grazie» al Signore invitando a<br />

vivere con gratitudine la forza giovane che viene<br />

dal Vangelo. La stessa gratitudine hanno potuto<br />

vivere i pellegrini lungo tutto il Giubileo visitando<br />

le testimonianze delle prime generazioni cristiane<br />

e scoprendo le migliaia di testimoni della fede<br />

del secolo appena trascorso. La celebrazione al<br />

Colosseo è ancora davanti ai nostri occhi e nel<br />

nostro cuore.<br />

Ma il ringraziamento è anche per tanti altri gesti<br />

che ci fanno capire di più che cosa vuol dire<br />

essere cristiani alla soglia del Terzo Millennio.<br />

Momenti eccezionali, come la solenne richiesta di<br />

perdono che ha aperto la Quaresima, insieme a<br />

momenti ordinari che in più occasioni sono stati<br />

accompagnati dall'incontro con i santi e i beati<br />

canonizzati lungo quest'anno e la cui fede è un<br />

incoraggiamento per tutti all'inizio di questo tempo<br />

nuovo.<br />

Sono tanti i motivi che arricchiscono il nostro<br />

«grazie» alla fine di questo anno giubilare. Ma ce<br />

n'è uno, che è tutto religioso. Aprendo la Porta<br />

Santa il Papa, insieme con tutta la Chiesa, ha<br />

Udienze di Giovanni Paolo II<br />

a due Capitoli Generali<br />

Ancelle del Sacro Cuore<br />

di Gesù Agonizzante<br />

Suore Domenicane<br />

del Sacro Cuore di Gesù<br />

Pagina 5<br />

Solennità dell'Epifania del Signore<br />

La volontà di scoprire il Bambino<br />

di JEAN GALOT<br />

Pagina 4<br />

In occasione della Solennità dell'Epifania domani il nostro<br />

giornale non uscirà. Le pubblicazioni riprenderanno in<br />

data 8-9 gennaio.<br />

Grazie<br />

Migliaia e migliaia di fedeli<br />

continuano in queste ore a<br />

varcare la Porta Santa della<br />

Basilica di San Pietro, che<br />

Giovanni Paolo II chiude domani,<br />

sabato 6 gennaio, Solennità<br />

dell'Epifania. Durante<br />

tutti questi mesi abbiamo accompagnato<br />

i passi dei pellegrini<br />

del Grande Giubileo.<br />

La grande croce formata<br />

dai pellegrini in Piazza San Pietro<br />

Osservati dall'alto formano una grande croce i pellegrini<br />

che in Piazza San Pietro camminano verso la<br />

Porta Santa. In questa solare mattina di venerdì 5<br />

gennaio 2001, la coda della fila centrale, quella più<br />

corposa, coincide ormai con via della Conciliazione.<br />

È una travolgente testimonianza di fede. Il numero<br />

dei pellegrini è incalcolabile, tanto più che continuano<br />

ad arrivare. Su questo «braccio» centrale della<br />

croce, il «braccio» verticale che sfiora il presepe e<br />

l'albero allestiti accanto all'obelisco della Piazza, si<br />

innestano altri due «bracci», quelli laterali.<br />

Un «braccio» laterale parte davanti al Portone di<br />

Bronzo, quasi nel luogo dove il 13 maggio 1981 avvenne<br />

l'attentato contro Giovanni Paolo II. L'altro<br />

«braccio» inizia, in pratica, dall'Arco delle Campane.<br />

La grande croce formata dai pellegrini dell'Anno<br />

Santo è stata benedetta dal Papa affacciatosi alla finestra<br />

del Palazzo Apostolico, a mezzogiorno, per la<br />

preghiera mariana dell'Angelus. Un appuntamento<br />

che, nei giorni del tempo di Natale, è divenuto teneramente<br />

«fisso».<br />

I pellegrini che oggi formano la croce sono il simbolo<br />

del «successo» autentico dell'Evento spirituale<br />

del Grande Giubileo. È nella croce, infatti, il senso<br />

Attraverso l'appuntamento<br />

quotidiano con le pagine<br />

«Pellegrini del Duemila» abbiamo<br />

raccontato le loro storie,<br />

ne abbiamo condiviso<br />

speranze e propositi. Nello<br />

stesso tempo abbiamo invitato<br />

a riflettere sulle «grandi<br />

parole» che le celebrazioni<br />

giubilari hanno suscitato.<br />

Oggi, alla vigilia della chiusura<br />

della Porta Santa, la parola<br />

che sgorga dal cuore di<br />

ciascuno è la più semplice e<br />

la più sincera. «Grazie». Un<br />

«grazie» che non vuol esprimere<br />

un saluto, né la fine di<br />

un discorso. Ma l'inizio, il<br />

nuovo inizio di un luminoso<br />

cammino.<br />

dell'incessante, vibrante, stupendo pellegrinaggio. Li<br />

osservi in volto questi uomini e queste donne. Vengono<br />

da terre diverse, ma la fede cattolica, cioè universale,<br />

li unisce come fratelli e come sorelle. Così è<br />

normale che ad un gruppo di donne anziane del Sud<br />

nell'Italia che recitano il Rosario si uniscano, nella<br />

preghiera in latino, alcuni giovani di Bucarest.<br />

I pellegrini stamani restano in fila anche più di tre<br />

ore. Nessuno si lamenta. Anzi, questa attesa è occasione<br />

di preghiera comune e fa scaturire amicizie. Ci<br />

sono persone che scambiano le loro esperienze spirituali<br />

e poi anche gli indirizzi: lo fanno tre giovani<br />

russi e cinque giovani cileni. Resteranno in contatto,<br />

se lo sono promessi, dopo aver parlato di come vivono<br />

la fede cristiana nelle loro parrocchie.<br />

Questa parte del Popolo di Dio è venuta da strade<br />

diverse, ma si è incontrata qui, in Piazza San Pietro,<br />

ancora una volta crocevia dell'umanità. È la Piazza<br />

del Papa, la Piazza di tutti e tutti si sentono a casa.<br />

I pellegrini non sono venuti per assistere, da spettatori,<br />

ad una «chiusura». Sono venuti per essere<br />

protagonisti, insieme con Pietro, di una nuova «apertura»<br />

verso la vita portando come «eredità» preziosa<br />

la ricchezza spirituale dell'Anno Santo. (g.p.m.)<br />

aperto le porte ad un tempo nuovo, come una<br />

grande liturgia del tempo alla quale siamo stati<br />

tutti invitati e di fronte a cui, per esprimere il proprio<br />

ringraziamento, bisognava indossare l'abito<br />

della festa (Mt 22, 1-14). Un banchetto al quale<br />

nessuno è degno di partecipare perché nessuno<br />

è padrone di casa, ma tutti sono invitati. Tanto<br />

che di fronte al rifiuto di alcuni, nella parabola<br />

evangelica si legge che i «servi», cioè i discepoli<br />

del Signore, vanno a chiamare gli storpi e i ciechi<br />

ai crocicchi delle strade, cioè i poveri. È come<br />

se avessimo vissuto, lungo tutto il corso del<br />

Giubileo, questo Vangelo, è come se avessimo<br />

partecipato, da invitati, al grande banchetto dove<br />

si assiste all'abbassamento dei superbi e all'innalzamento<br />

degli umili. È il «grazie» del Magnificat<br />

che abbiamo recentemente ascoltato durante<br />

l'Avvento. È il «grazie» per i poveri, nostri compagni<br />

del pellegrinaggio. Il Giubileo non li ha nascosti,<br />

come accade troppo spesso in questo<br />

mondo, ma anzi li ha considerati il cuore del<br />

messaggio evangelico. Alcuni di loro hanno mangiato<br />

alla stessa tavola di Giovanni Paolo II, in<br />

Vaticano, in un banchetto che davvero sembrava<br />

prefigurare quello dei Cieli.<br />

Un «grazie» particolare al Papa, il primo pellegrino<br />

ad aver varcato la Porta Santa nel Natale<br />

del '99. Egli non solo ha guidato ogni tappa del<br />

Giubileo, ma ha avuto parole per tutti facendosi<br />

vicino a tutti. Una presenza alta e umile al tempo<br />

stesso, rispettosa ma anche esigente, che chiede<br />

di vivere e comunicare il Vangelo con forza all'inizio<br />

del Terzo Millennio. «Grazie» a Giovanni<br />

Paolo II perché da lungo tempo ha preparato, anche<br />

in stagioni non facili, questo Grande Giubileo.<br />

La parola e la presenza del Papa ci hanno accompagnato<br />

fino alla soglia del Terzo Millennio<br />

in un unico popolo pellegrino. Il suo messaggio è<br />

stato un richiamo all'audacia del Vangelo in un<br />

anno costellato da innumerevoli segni e celebrazioni.<br />

Le sue parole sono risuonate come un forte<br />

messaggio alla Chiesa di oggi che ha aperto la<br />

strada al futuro del cristianesimo.<br />

Il grazie più forte è al Signore che non abbandona<br />

mai gli uomini al loro destino ma continua a<br />

guidare la storia all'inizio di questo nuovo millennio<br />

orientando l'umanità sulla via del bene, Lui<br />

che è «la luce vera, quella che illumina ogni uomo».<br />

NOSTRE INFORMAZIONI<br />

Il Santo Padre ha ricevuto oggi in udienza Sua Eccellenza<br />

Reverendissima Monsignor Giovanni Battista Re,<br />

Arcivescovo titolare di Vescovìo, Prefetto della Congregazione<br />

per i Vescovi.<br />

. .<br />

Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina in udienza<br />

Sua Eccellenza Reverendissima Monsignor Renato Raffaele<br />

Martino, Arcivescovo titolare di Segerme, Osservatore<br />

Permanente presso l'Organizzazione delle Nazioni<br />

Unite a New York.<br />

. .<br />

Il Santo Padre ha dato l'assenso all'elezione canonicamente<br />

fatta dal Sinodo dei Vescovi della Chiesa Armena,<br />

riunito a Roma dal 19 al 27 settembre 2000,<br />

— del Reverendissimo Arciprete Nechan Karakeheyan,<br />

Ordinario per la Grecia e Protosincello per gli Armeni<br />

Cattolici dell'Europa Occidentale, a Vescovo di<br />

Ispahan (Iran) per gli Armeni Cattolici;<br />

— e del Rev.mo P. Jean Teyrouz, membro dell'Istituto<br />

del Clero Patriarcale di Bzommar, a Vescovo Ausiliare<br />

del Patriarca di Cilicia degli Armeni per l'Eparchia<br />

Patriarcale, attribuendogli la sede titolare di Arabisso.

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