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L'OSSERVATOREROMANO<br />
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CONTO CORRENTE POSTALE N. 649004<br />
GIORNALE QUOTIDIANO<br />
UNICUIQUE SUUM<br />
POLITICO RELIGIOSO<br />
NON PRAEVALEBUNT<br />
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VATICANO E ITALIA<br />
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Anno CXLI - N. 4 (42.642) CITTÀ DEL VATICANO Sabato 6 Gennaio 2001<br />
Sabato 6 gennaio, Solennità dell'Epifania, Giovanni Paolo II chiude la Porta Santa della Basilica di San Pietro<br />
punto di convergenza del cuore e dei passi della Chiesa che festeggia Cristo<br />
MARCO IMPAGLIAZZO<br />
I l<br />
Grande Giubileo del Duemila non può che<br />
terminare con un «grazie». È forse questa la<br />
parola, semplice e profonda, che più si addice<br />
all'esperienza di fede che abbiamo vissuto per oltre<br />
un anno. Ed è il sentimento più vero di tutti i<br />
pellegrini che hanno varcato la Porta Santa: «grazie».<br />
Non si tratta, è chiaro, di un ringraziamento<br />
di circostanza, ma di una dimensione religiosa<br />
che sgorga dal profondo. Non è un saluto, non la<br />
fine di un discorso, è piuttosto un inizio, un nuovo<br />
inizio. È la scoperta di una dimensione del gratuito<br />
in un mondo dove quasi tutto si compra. Il Giubileo<br />
è innanzitutto un dono e la gratitudine è la<br />
prima e più sincera risposta.<br />
È il «grazie» dei pellegrini che hanno ricevuto<br />
il dono di tanti incontri. Prima di tutto quello con<br />
il Vangelo proclamato con solennità nel cuore del<br />
pellegrinaggio giubilare. Ma anche quello con la<br />
Chiesa di Roma che ha saputo offrire ai pellegrini<br />
momenti straordinari. Basta pensare alle Giornate<br />
mondiali della Gioventù di metà agosto. Non a<br />
caso in quell'occasione, davanti alla moltitudine<br />
di giovani venuti da ogni parte del mondo, Giovanni<br />
Paolo II ha pronunciato più volte, con commozione,<br />
il suo «grazie» al Signore invitando a<br />
vivere con gratitudine la forza giovane che viene<br />
dal Vangelo. La stessa gratitudine hanno potuto<br />
vivere i pellegrini lungo tutto il Giubileo visitando<br />
le testimonianze delle prime generazioni cristiane<br />
e scoprendo le migliaia di testimoni della fede<br />
del secolo appena trascorso. La celebrazione al<br />
Colosseo è ancora davanti ai nostri occhi e nel<br />
nostro cuore.<br />
Ma il ringraziamento è anche per tanti altri gesti<br />
che ci fanno capire di più che cosa vuol dire<br />
essere cristiani alla soglia del Terzo Millennio.<br />
Momenti eccezionali, come la solenne richiesta di<br />
perdono che ha aperto la Quaresima, insieme a<br />
momenti ordinari che in più occasioni sono stati<br />
accompagnati dall'incontro con i santi e i beati<br />
canonizzati lungo quest'anno e la cui fede è un<br />
incoraggiamento per tutti all'inizio di questo tempo<br />
nuovo.<br />
Sono tanti i motivi che arricchiscono il nostro<br />
«grazie» alla fine di questo anno giubilare. Ma ce<br />
n'è uno, che è tutto religioso. Aprendo la Porta<br />
Santa il Papa, insieme con tutta la Chiesa, ha<br />
Udienze di Giovanni Paolo II<br />
a due Capitoli Generali<br />
Ancelle del Sacro Cuore<br />
di Gesù Agonizzante<br />
Suore Domenicane<br />
del Sacro Cuore di Gesù<br />
Pagina 5<br />
Solennità dell'Epifania del Signore<br />
La volontà di scoprire il Bambino<br />
di JEAN GALOT<br />
Pagina 4<br />
In occasione della Solennità dell'Epifania domani il nostro<br />
giornale non uscirà. Le pubblicazioni riprenderanno in<br />
data 8-9 gennaio.<br />
Grazie<br />
Migliaia e migliaia di fedeli<br />
continuano in queste ore a<br />
varcare la Porta Santa della<br />
Basilica di San Pietro, che<br />
Giovanni Paolo II chiude domani,<br />
sabato 6 gennaio, Solennità<br />
dell'Epifania. Durante<br />
tutti questi mesi abbiamo accompagnato<br />
i passi dei pellegrini<br />
del Grande Giubileo.<br />
La grande croce formata<br />
dai pellegrini in Piazza San Pietro<br />
Osservati dall'alto formano una grande croce i pellegrini<br />
che in Piazza San Pietro camminano verso la<br />
Porta Santa. In questa solare mattina di venerdì 5<br />
gennaio 2001, la coda della fila centrale, quella più<br />
corposa, coincide ormai con via della Conciliazione.<br />
È una travolgente testimonianza di fede. Il numero<br />
dei pellegrini è incalcolabile, tanto più che continuano<br />
ad arrivare. Su questo «braccio» centrale della<br />
croce, il «braccio» verticale che sfiora il presepe e<br />
l'albero allestiti accanto all'obelisco della Piazza, si<br />
innestano altri due «bracci», quelli laterali.<br />
Un «braccio» laterale parte davanti al Portone di<br />
Bronzo, quasi nel luogo dove il 13 maggio 1981 avvenne<br />
l'attentato contro Giovanni Paolo II. L'altro<br />
«braccio» inizia, in pratica, dall'Arco delle Campane.<br />
La grande croce formata dai pellegrini dell'Anno<br />
Santo è stata benedetta dal Papa affacciatosi alla finestra<br />
del Palazzo Apostolico, a mezzogiorno, per la<br />
preghiera mariana dell'Angelus. Un appuntamento<br />
che, nei giorni del tempo di Natale, è divenuto teneramente<br />
«fisso».<br />
I pellegrini che oggi formano la croce sono il simbolo<br />
del «successo» autentico dell'Evento spirituale<br />
del Grande Giubileo. È nella croce, infatti, il senso<br />
Attraverso l'appuntamento<br />
quotidiano con le pagine<br />
«Pellegrini del Duemila» abbiamo<br />
raccontato le loro storie,<br />
ne abbiamo condiviso<br />
speranze e propositi. Nello<br />
stesso tempo abbiamo invitato<br />
a riflettere sulle «grandi<br />
parole» che le celebrazioni<br />
giubilari hanno suscitato.<br />
Oggi, alla vigilia della chiusura<br />
della Porta Santa, la parola<br />
che sgorga dal cuore di<br />
ciascuno è la più semplice e<br />
la più sincera. «Grazie». Un<br />
«grazie» che non vuol esprimere<br />
un saluto, né la fine di<br />
un discorso. Ma l'inizio, il<br />
nuovo inizio di un luminoso<br />
cammino.<br />
dell'incessante, vibrante, stupendo pellegrinaggio. Li<br />
osservi in volto questi uomini e queste donne. Vengono<br />
da terre diverse, ma la fede cattolica, cioè universale,<br />
li unisce come fratelli e come sorelle. Così è<br />
normale che ad un gruppo di donne anziane del Sud<br />
nell'Italia che recitano il Rosario si uniscano, nella<br />
preghiera in latino, alcuni giovani di Bucarest.<br />
I pellegrini stamani restano in fila anche più di tre<br />
ore. Nessuno si lamenta. Anzi, questa attesa è occasione<br />
di preghiera comune e fa scaturire amicizie. Ci<br />
sono persone che scambiano le loro esperienze spirituali<br />
e poi anche gli indirizzi: lo fanno tre giovani<br />
russi e cinque giovani cileni. Resteranno in contatto,<br />
se lo sono promessi, dopo aver parlato di come vivono<br />
la fede cristiana nelle loro parrocchie.<br />
Questa parte del Popolo di Dio è venuta da strade<br />
diverse, ma si è incontrata qui, in Piazza San Pietro,<br />
ancora una volta crocevia dell'umanità. È la Piazza<br />
del Papa, la Piazza di tutti e tutti si sentono a casa.<br />
I pellegrini non sono venuti per assistere, da spettatori,<br />
ad una «chiusura». Sono venuti per essere<br />
protagonisti, insieme con Pietro, di una nuova «apertura»<br />
verso la vita portando come «eredità» preziosa<br />
la ricchezza spirituale dell'Anno Santo. (g.p.m.)<br />
aperto le porte ad un tempo nuovo, come una<br />
grande liturgia del tempo alla quale siamo stati<br />
tutti invitati e di fronte a cui, per esprimere il proprio<br />
ringraziamento, bisognava indossare l'abito<br />
della festa (Mt 22, 1-14). Un banchetto al quale<br />
nessuno è degno di partecipare perché nessuno<br />
è padrone di casa, ma tutti sono invitati. Tanto<br />
che di fronte al rifiuto di alcuni, nella parabola<br />
evangelica si legge che i «servi», cioè i discepoli<br />
del Signore, vanno a chiamare gli storpi e i ciechi<br />
ai crocicchi delle strade, cioè i poveri. È come<br />
se avessimo vissuto, lungo tutto il corso del<br />
Giubileo, questo Vangelo, è come se avessimo<br />
partecipato, da invitati, al grande banchetto dove<br />
si assiste all'abbassamento dei superbi e all'innalzamento<br />
degli umili. È il «grazie» del Magnificat<br />
che abbiamo recentemente ascoltato durante<br />
l'Avvento. È il «grazie» per i poveri, nostri compagni<br />
del pellegrinaggio. Il Giubileo non li ha nascosti,<br />
come accade troppo spesso in questo<br />
mondo, ma anzi li ha considerati il cuore del<br />
messaggio evangelico. Alcuni di loro hanno mangiato<br />
alla stessa tavola di Giovanni Paolo II, in<br />
Vaticano, in un banchetto che davvero sembrava<br />
prefigurare quello dei Cieli.<br />
Un «grazie» particolare al Papa, il primo pellegrino<br />
ad aver varcato la Porta Santa nel Natale<br />
del '99. Egli non solo ha guidato ogni tappa del<br />
Giubileo, ma ha avuto parole per tutti facendosi<br />
vicino a tutti. Una presenza alta e umile al tempo<br />
stesso, rispettosa ma anche esigente, che chiede<br />
di vivere e comunicare il Vangelo con forza all'inizio<br />
del Terzo Millennio. «Grazie» a Giovanni<br />
Paolo II perché da lungo tempo ha preparato, anche<br />
in stagioni non facili, questo Grande Giubileo.<br />
La parola e la presenza del Papa ci hanno accompagnato<br />
fino alla soglia del Terzo Millennio<br />
in un unico popolo pellegrino. Il suo messaggio è<br />
stato un richiamo all'audacia del Vangelo in un<br />
anno costellato da innumerevoli segni e celebrazioni.<br />
Le sue parole sono risuonate come un forte<br />
messaggio alla Chiesa di oggi che ha aperto la<br />
strada al futuro del cristianesimo.<br />
Il grazie più forte è al Signore che non abbandona<br />
mai gli uomini al loro destino ma continua a<br />
guidare la storia all'inizio di questo nuovo millennio<br />
orientando l'umanità sulla via del bene, Lui<br />
che è «la luce vera, quella che illumina ogni uomo».<br />
NOSTRE INFORMAZIONI<br />
Il Santo Padre ha ricevuto oggi in udienza Sua Eccellenza<br />
Reverendissima Monsignor Giovanni Battista Re,<br />
Arcivescovo titolare di Vescovìo, Prefetto della Congregazione<br />
per i Vescovi.<br />
. .<br />
Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina in udienza<br />
Sua Eccellenza Reverendissima Monsignor Renato Raffaele<br />
Martino, Arcivescovo titolare di Segerme, Osservatore<br />
Permanente presso l'Organizzazione delle Nazioni<br />
Unite a New York.<br />
. .<br />
Il Santo Padre ha dato l'assenso all'elezione canonicamente<br />
fatta dal Sinodo dei Vescovi della Chiesa Armena,<br />
riunito a Roma dal 19 al 27 settembre 2000,<br />
— del Reverendissimo Arciprete Nechan Karakeheyan,<br />
Ordinario per la Grecia e Protosincello per gli Armeni<br />
Cattolici dell'Europa Occidentale, a Vescovo di<br />
Ispahan (Iran) per gli Armeni Cattolici;<br />
— e del Rev.mo P. Jean Teyrouz, membro dell'Istituto<br />
del Clero Patriarcale di Bzommar, a Vescovo Ausiliare<br />
del Patriarca di Cilicia degli Armeni per l'Eparchia<br />
Patriarcale, attribuendogli la sede titolare di Arabisso.