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DAL MONDO<br />

MARIO AGNES<br />

Direttore responsabile<br />

PAGINA<br />

Burundi:<br />

passi avanti<br />

sulla strada<br />

della pace<br />

BUJUMBURA, 12.<br />

Il Governo del Burundi e le<br />

«forze per la difesa della democrazia»<br />

(Fdd, il principale movimento<br />

ribelle Hutu) si sono impegnati a<br />

intavolare negoziati diretti per<br />

porre fine alla guerra civile che<br />

devasta il Paese dal 1993. La decisione<br />

è stata presa dalle parti interessate<br />

dopo i colloqui svoltisi<br />

martedì scorso a Libreville (Gabon)<br />

tra il Presidente burundese<br />

Pierre Buyoya e il leader delle<br />

Fdd, Jean-Bosco Ndayikengurukiye.<br />

L'incontro è stato organizzato<br />

dai Presidenti del Gabon, Omar<br />

Bongo, e della Repubblica Democratica<br />

del Congo (Rdc, ex Zaire),<br />

Laurent-Désiré Kabila.<br />

È stato annunciato che delegazioni<br />

del Governo di Bujumbura e<br />

del gruppo armato si incontreranno<br />

quanto prima per stabilire il<br />

calendario delle trattative.<br />

La guerra civile oppone il Governo<br />

e l'esercito, dominati dalla<br />

minoranza Tutsi, ai gruppi armati<br />

dell'etnia rivale degli Hutu, che<br />

rappresentano l'85 per cento della<br />

popolazione burundese. Il 28 agosto<br />

scorso, il Governo, il Parlamento<br />

e le forze politiche delle<br />

due comunità hanno firmato ad<br />

Arusha (Tanzania) un trattato di<br />

pace, che è rimasto però lettera<br />

morta per la mancata adesione<br />

dei movimenti ribelli Hutu.<br />

TIPOGRAFIA VATICANA<br />

EDITRICE<br />

«L'OSSERVATORE ROMANO»<br />

Redazione:<br />

via del Pellegrino<br />

00120 Città del Vaticano<br />

Segreteria di Redazione:<br />

Tel. 06.698.83461/06.698.84442<br />

Fax 06.698.83675<br />

Servizi fotografici<br />

de «L'Osservatore Romano»<br />

a cura di Arturo Mari<br />

Le foto dell'attività della Santa Sede<br />

sono del SERVIZIO FOTOGRAFICO<br />

de «L'Osservatore Romano»<br />

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Redazione<br />

de «L'OSSERVATORE ROMANO»<br />

Tel. 06.698.83461 - Fax 06.698.83675<br />

2 .<br />

MUCCA PAZZA Drastica diminuzione dei consumi<br />

Scoperti altri casi<br />

in Germania e in Olanda<br />

BERLINO, 12.<br />

Nuovi casi di «mucca pazza» si sono<br />

registrati in Germania e in Olanda.<br />

Le autorità tedesche hanno confermato<br />

ieri che uno dei due bovini sotto osservazione<br />

nel Baden-Wuerttemberg è<br />

affetto da «Encefalopatia spongiforme<br />

bovina» (Bse). Sale così a undici il numero<br />

dei capi colpiti dal virus.<br />

Sei casi si erano finora riscontrati in<br />

Baviera, due nello Schleswig-Holstein e<br />

due in Bassa Sassonia. Restano sotto osservazione<br />

altri sei casi sospetti: due in<br />

Assia, uno nel Baden-Wuerttemberg,<br />

uno in Baviera, uno in Meclemburgo e<br />

uno nello Schleswig-Holstein. L’emergenza<br />

«mucca pazza» sta avendo effetti<br />

devastanti sul mercato della carne tedesca.<br />

La paura e il sospetto è all’origine<br />

del crollo verticale nei consumi.<br />

Sul piano politico la «crisi-Bse» ha<br />

causato la sostituzione di due ministri<br />

dimissionari e ha creato una netta contrapposizione<br />

tra Governo e associazioni<br />

agricole. Il Cancelliere Schroeder ha annunciato<br />

una serie di cambiamenti nei<br />

criteri di produzione agricola. In futuro,<br />

ha detto, verranno preferiti prodotti naturali<br />

e ecologicamente più sani rispetto<br />

alla tradizionale produzione industriale.<br />

La dichiarazione ha suscitato dure reazioni<br />

in seno alle associazioni degli agricoltori.<br />

Intanto in Olanda le autorità hanno<br />

accertato il nono caso di Bse. Lo ha annunciato<br />

ieri il Ministero dell’agricoltura<br />

precisando che il bovino affetto dal morbo,<br />

di sette anni, è morto in dicembre<br />

in un allevamento di Olst. Dopo il decesso<br />

la carcassa è stato sottoposta a controlli<br />

che hanno dato esito positivo. Gli<br />

altri centoventotto capi dello stesso allevamento,<br />

ha riferito il Ministro, sono<br />

stati abbattuti. Il primo caso di «mucca<br />

pazza» in Olanda risale al 21 marzo del<br />

1997. Dallo scorso 2 gennaio, tutti i capi<br />

bovini a partire dai trenta mesi di età<br />

sono sottoposti a un programma di test<br />

anti-Bse, così come disposto dalla Unione<br />

Europea (Ue).<br />

Anche in Slovenia la paura del morbo<br />

della «mucca pazza» ha fatto diminuire<br />

drasticamente i consumi. L’associazione<br />

nazionale dei produttori di carne ha reso<br />

noto che le vendite sono scese del 40<br />

per cento. L’ex Repubblica jugoslava,<br />

che fa parte del gruppo di Paesi in attesa<br />

di entrare nell’Ue, non ha finora registrato<br />

alcun caso di animale affetto dal<br />

morbo e ha già vietato l'uso di farine<br />

animali. Da alcuni giorni nel Paese sono<br />

stati avviati i controlli sui capi con oltre<br />

trenta mesi di vita.<br />

La stessa drastica diminuzione dei<br />

consumi si è registrata in Slovenia nel<br />

1996 alle prime notizie sul morbo. Da<br />

quell'epoca vige il divieto di importazione<br />

di carne da Paesi dove si sono verificati<br />

casi di «mucca pazza».<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Sabato 13 Gennaio 2001<br />

CONAKRY — L'organizzazione umanitaria<br />

«Ospedale senza frontiere» (Hsf) ha<br />

lanciato mercoledì un appello alla comunità<br />

internazionale per ottenere finanziamenti<br />

nella lotta contro un'epidemia di<br />

febbre gialla, che è scoppiata in Guinea<br />

nel settembre scorso e ha già provocato<br />

circa duecento decessi. In un comunicato<br />

pubblicato a Parigi, dove ha sede, l'organizzazione<br />

non governativa ha indicato<br />

che i bisogni prioritari riguardano le strutture<br />

sanitarie, il personale medico e para-<br />

ECUADOR Contro i rincari decisi dal Governo<br />

La protesta si estende<br />

in tutto il Paese<br />

QUITO, 12.<br />

Si estendono in Ecuador<br />

le proteste contro i<br />

rincari decisi dal Governo<br />

del Presidente Noboa.<br />

Come segnala l'agenzia<br />

di lingua spagnola<br />

«Efe», anche ieri centinaia<br />

di studenti hanno<br />

dimostrato nei pressi<br />

dell'Università centrale e<br />

della zona commerciale<br />

della capitale, Quito, ma<br />

sono stati dispersi dalla<br />

polizia che ha fatto uso<br />

di gas lacrimogeni. Come<br />

nei giorni passati, i<br />

manifestanti hanno protestato<br />

contro i rincari di<br />

alcune tariffe quali quelle<br />

della benzina, del gas<br />

per uso domestico e dei<br />

mezzi di trasporto.<br />

Manifestazioni si sono svolte anche in<br />

altri centri del Paese. La più violenta —<br />

secondo quanto segnala ancora l'«Efe»<br />

— ha avuto luogo nella città andina di<br />

Cuenca (nel Sud), dove centinaia di giovani<br />

si sono duramente scontrati con la<br />

polizia e dove almeno nove autobus sono<br />

stati bloccati dai dimostranti. Nella<br />

città di Ibarra, nella regione settentrionale<br />

del Paese, i manifestanti hanno invece<br />

più volte tentato di mettere in atto<br />

dei blocchi stradali lungo la «Panamericana»<br />

che attraversa l'Ecuador da Nord<br />

a Sud. Anche in questo caso l'intervento<br />

delle forze dell'ordine ha disperso la folla<br />

di dimostranti.<br />

Nel capoluogo della provincia di Carchi,<br />

Tulcán, al confine con la Colombia,<br />

le manifestazioni e gli incidenti che sono<br />

seguiti hanno imposto la chiusura degli<br />

esercizi commerciali, mentre a Latacunga,<br />

città a circa 90 chilometri dalle capitale,<br />

le autorità municipali hanno deciso<br />

la chiusura delle scuole. Dimostrazioni<br />

si sono verificate anche nelle città di<br />

Portoviejo e di Guayaquil. Per il 21 di<br />

questo mese le organizzazioni sindacali<br />

e delle etnie indigene hanno indetto una<br />

nuova giornata di «mobilitazione nazionale»<br />

Usa: George W. Bush completa<br />

le nomine dell'Amministrazione<br />

WASHINGTON, 12.<br />

Il Presidente eletto degli Stati Uniti,<br />

George W. Bush, ha ieri annunciato la<br />

designazione di Elaine Chao come Ministro<br />

del lavoro e di Robert Zoellick come<br />

responsabile del commercio internazionale<br />

(il cosiddetto «trade representative»).<br />

Nell’annunciare le nomine, Bush<br />

ha indicato che Zoellick sarà membro a<br />

pieno titolo della sua Amministrazione<br />

— il responsabile del commercio internazionale<br />

ha infatti il rango di Ambasciatore<br />

— ed ha ricordato il passato di<br />

emigranti della Chao e della sua famiglia.<br />

Prendendo la parola a loro volta, i<br />

Ministri neo-designati hanno ringraziato<br />

Bush per la fiducia loro mostrata. Zoellick<br />

ha manifestato il suo impegno per il<br />

libero scambio.<br />

Zoellick — strettamente legato all’ex<br />

Segretario di Stato, James A. Baker,<br />

con cui ha collaborato al Tesoro, negli<br />

anni dell’Amministrazione Reagan, e poi<br />

al Dipartimento di Stato, durante la presidenza<br />

di George Bush — guiderà le<br />

delegazioni americane nei negoziati<br />

commerciali multilaterali con l’Ue o nell’ambito<br />

della Wto, l’Organizzazione per<br />

il commercio mondiale. In questo qua-<br />

Guinea: aiuti internazionali per combattere la febbre gialla<br />

medico, i medicinali e l'attrezzatura. Hsf,<br />

che ha inviato sul posto un'équipe di una<br />

trentina di esperti, sottolinea inoltre che i<br />

combattimenti nel Sud della Guinea, alle<br />

frontiere con la Liberia e la Sierra Leone,<br />

hanno provocato lo sfollamento verso<br />

Nord di migliaia di persone che abbisognano<br />

di assistenza sanitaria.<br />

Il responsabile dell'organizzazione<br />

umanitaria in Guinea, Jean-Marie Duval,<br />

servita a coprire crimini». Tutto questo<br />

«appartiene però al passato», ha aggiunto<br />

il Presidente russo, negando implicitamente<br />

che i suoi recenti richiami alla<br />

necessità di una «dittatura della legge»<br />

abbiano un connotato nostalgico.<br />

«I cambiamenti apportati alla struttura<br />

delle Procure — ha anzi sottolineato<br />

il leader del Cremlino — rispondono viceversa<br />

all’obiettivo di democratizzare il<br />

sistema giudiziario e di polizia». Compito<br />

della legge deve essere ora quello di<br />

«proteggere la proprietà privata e le proprietà<br />

statali, di difendere i diritti degli<br />

I volontari lasciano la Cecenia<br />

per mancanza di sicurezza<br />

ha dichiarato all'agenzia «France-Presse»<br />

che l'epidemia è in flessione nella regione<br />

centro-settentrionale di Labé per effetto<br />

soprattutto della fine della stagione delle<br />

piogge. Ma nuovi focolai — ha aggiunto<br />

la fonte citata — si stanno ora sviluppando<br />

nella zona centro-orientale di Kankan,<br />

dove sono stati accertati quindici casi di<br />

contagio, sette dei quali con esito mortale.<br />

Per il momento, sembra tuttavia scongiu-<br />

COLOMBIA L'attentato attribuito alle «Farc»<br />

Autobomba esplode<br />

nel centro di Medellín<br />

Poblado, che ha subito<br />

danni quantificati in oltre<br />

800.000 dollari statunitensi. Le vittime<br />

sono una donna che stava abbandonando<br />

l’edificio in auto e un bambino di<br />

soli nove mesi, mentre, come hanno riferito<br />

fonti della polizia, la maggior parte<br />

dei feriti ha subito lesioni dopo essere<br />

stata investita dalla potente onda d'urto<br />

provocata dalla deflagrazione. Le autorità<br />

hanno posto una taglia di 100 milioni<br />

di lire per risalire ai responsabili che<br />

non hanno rivendicato l’attentato, anche<br />

se le forze dell'ordine non esitano ad attribuire<br />

il nuovo attacco terroristico ai<br />

guerriglieri delle Forze armate rivoluzionarie<br />

della Colombia (Farc). Il Presidente<br />

della Repubblica, Andres Pastrana,<br />

nelle ore successive all'attentato, si è recato<br />

a Medellín dove ha presieduto una<br />

riunione straordinaria del locale comitato<br />

per la sicurezza e dove ha visitato il<br />

luogo dell'esplosione. Nei giorni scorsi le<br />

Forze armate rivoluzionarie della Colombia<br />

hanno realizzato una serie di attentati<br />

contro tralicci dell’energia elettrica<br />

che hanno lasciato senza luce una<br />

cinquantina di città e ieri — secondo<br />

quanto segnala l'agenzia «Efe» — altri<br />

sette centri abitati sono stati lasciati senza<br />

elettricità in seguito a nuovi attentati<br />

dinamitardi compiuti dai ribelli delle<br />

«Farc» nei dipartimenti di Santa Fe, di<br />

Antioquia e di Apartado.<br />

RUSSIA Impegno per la democratizzazione del sistema giudiziario e di polizia<br />

Putin invita i giudici ad applicare la legge<br />

ma esclude il ritorno al totalitarismo<br />

dro, sarà l’interlocutore privilegiato di<br />

Pascal Lamy, commissario dell’Ue per il<br />

commercio internazionale.<br />

La Chao, che fu vice Ministro dei trasporti<br />

durante il mandato di George Bush<br />

(1989-93), nella sua dichiarazione si è<br />

invece riallacciata all’esperienza di emigrante<br />

già citata dal Presidente eletto.<br />

Figlia di immigrati taiwanesi, è arrivata<br />

negli Usa quando aveva otto anni. Chao<br />

è diventata direttrice dei «Peace Corps»<br />

— volontari della cooperazione internazionale<br />

— nel 1991; dal 1992 al 1996 è<br />

stata presidente di «United Way», una<br />

coalizione di associazioni caritatevoli, e<br />

più di recente ha fatto parte del centro<br />

studi conservatore «Heritage Foundation».<br />

Il prossimo Ministro del lavoro —<br />

chiamata a sostituire Linda Chavez —<br />

ha promesso di impegnarsi per «valorizzare<br />

la più preziosa risorsa dell’America:<br />

i suoi lavoratori e le sue lavoratrici». A<br />

una settimana dall’insediamento alla Casa<br />

Bianca, previsto il 20 gennaio, il Presidente<br />

eletto deve ancora indicare solo<br />

il nome del direttore della Cia. Ma non<br />

è escluso — come segnala l'agenzia «Ansa»<br />

— che almeno per il momento confermi<br />

George Tenet.<br />

BOGOTÁ, 12.<br />

Non si arresta in Colombia<br />

la violenza della<br />

guerriglia. L’esplosione<br />

di un'autobomba verificatasi<br />

nella tarda serata<br />

di mercoledì in pieno<br />

centro a Medellín, capitale<br />

del dipartimento di<br />

Antioquia, ha causato<br />

due morti, cinquanta feriti<br />

e gravi danni fra cui<br />

la distruzione di un centinaio<br />

di automobili.<br />

L’ordigno era stato<br />

collocato su un furgoncino<br />

posteggiato nel garage<br />

sotterraneo di un lussuoso<br />

centro commer-<br />

ciale, nella zona di El<br />

I gravi incidenti avvenuti nella città di Cuenca Il luogo dell'attentato compiuto a Medellín<br />

MOSCA, 12.<br />

Il Presidente Vladimir Putin è tornato<br />

a chiedere ieri legge e ordine quali cardini<br />

della Russia del futuro, ma ha assicurato<br />

che la magistratura e gli organi<br />

di polizia non torneranno mai più a essere<br />

strumento di oppressione totalitaria.<br />

Putin ne ha parlato durante una riunione<br />

dei capi della magistratura inquirente<br />

a Mosca. «Talvolta — ha notato<br />

Putin — si pensa alle Procure russe come<br />

a un residuo del totalitarismo e in<br />

effetti c’è stato un periodo della nostra<br />

storia in cui l’autorità della Procura è<br />

MOSCA, 12.<br />

Le Forze russe hanno avviato nelle ultime ore battute in tutta la Cecenia<br />

per cercare Kenny Gluck, un volontario americano dell’organizzazione «Medici<br />

senza frontiere» rapito ieri nella Repubblica federata caucasica da una banda<br />

armata, presumibilmente legata alla guerriglia. Intanto, però, i componenti<br />

dei pochi organismi umanitari presenti hanno deciso di lasciare la Cecenia.<br />

Una decisione maturata per «evidenti regioni di sicurezza», hanno fatto sapere<br />

fonti degli uffici moscoviti degli stessi «Medici senza frontiere» e dell’Alto<br />

Commissariato Onu per i rifugiati. Gluck, che ha 38 anni e soffre di asma, è<br />

stato rapito non lontano da Starie Ataghi, mentre viaggiava in compagnia di<br />

un altro medico — sfuggito al sequestro — senza scorta di soldati russi, ma<br />

con alcune guardie del corpo private cecene. Nonostante le ricerche, ci sono<br />

«possibilità minime» di un suo ritrovamento in tempi brevi, ha detto il rappresentante<br />

del Cremlino per i diritti umani, Vladimir Kalamanov, che ha criticato<br />

l’atteggiamento delle Organizzazioni non governative straniere presenti in<br />

Cecenia che rifiutano le regole di sicurezza imposte dalle autorità russe.<br />

imprenditori e di tutelare i diritti che garantiscono<br />

la libertà economica», ha<br />

continuato il Presidente russo, rilevando<br />

che per questo le Procure devono essere<br />

autorevoli, imparziali ed efficienti. «Lo<br />

sviluppo dell’economia russa dipende<br />

anche dall’efficacia del lavoro dei procuratori<br />

e del sistema giudiziario», ha concluso<br />

il leader del Cremlino.<br />

Da parte sua il Procuratore generale<br />

della Russia, Vladimir Ustinov, ha assicurato<br />

che la magistratura inquirente intende<br />

svolgere la sua attività senza condizionamenti<br />

e si è impegnato a perseguire<br />

con maggiore vigore i responsabili<br />

dei reati di corruzione o malversazione.<br />

«Sappiamo che alcuni importanti malfattori<br />

possono essere sfuggiti alle loro<br />

responsabilità, essi hanno molte risorse<br />

ed eccellenti collegi di difesa, ma noi faremo<br />

di tutto per portarli comunque in<br />

carcere», ha detto Ustinov respingendo<br />

a sua volta il sospetto che le Procure<br />

russe agiscano ancora secondo schemi<br />

sovietici. «Queste idee — ha affermato<br />

Ustinov — sono messe in giro da alcuni<br />

media, quelli controllati da uomini d’affari<br />

finiti sotto inchiesta».<br />

Intanto, mentre il partito comunista<br />

russo (Kprf) continuerà ad opporsi alla<br />

politica economica seguita dal Cremlino,<br />

il Governo di Mosca ha cercato ieri di<br />

sopire i contrasti con gli Stati creditori<br />

raccolti nel «Club di Parigi», dicendosi<br />

fiducioso (ha parlato il vice Ministro delle<br />

finanze, Aleksiei Uliukaiev) in un negoziato<br />

ufficiale sulla ristrutturazione<br />

del debito ex sovietico da cominciare<br />

nei prossimi «due o tre mesi».<br />

Repubblica Ceca: si è dimesso<br />

il direttore della televisione<br />

PRAGA, 12.<br />

Le dimissioni di Jiri<br />

Hodac (53 anni), annunciate<br />

ieri sera a Praga,<br />

segnano un successo per<br />

i giornalisti in rivolta<br />

contro il nuovo Direttore<br />

generale, ma non sono<br />

ancora la fine della grave<br />

crisi che attraversa da<br />

settimane la televisione<br />

pubblica della Repubblica<br />

Ceca. Come sembrano<br />

avere capito anche le<br />

decine di migliaia di manifestanti<br />

che ieri sera,<br />

per la seconda volta in<br />

nove giorni hanno dimo-<br />

strato nelle strade e nelle piazze di Praga<br />

e delle maggiori città ceche il loro<br />

appoggio ai giornalisti insorti, dando vita<br />

a cortei secondi come dimensioni solo<br />

a quelli che portarono alla fine del<br />

comunismo nel 1989.<br />

Contro Hodac, considerato un fedelissimo<br />

del Capo dell’opposizione Ods, Vaclav<br />

Klaus, si erano schierati il Presidente<br />

della Repubblica, Vaclav Havel, l’opposizione<br />

di centro (vincitrice delle ulti-<br />

Le manifestazioni di ieri a Praga in appoggio ai giornalisti<br />

me elezioni del novembre scorso) e anche<br />

una parte della popolazione.<br />

Le dimissioni di Hodac, che in un comunicato<br />

letto da un collaboratore ha<br />

reso noto che i medici, dopo il collasso<br />

circolatorio della scorsa settimana, gli<br />

hanno «sconsigliato di assumere l’incarico<br />

al quale era stato legalmente eletto»,<br />

erano state precedute da quelle del Direttore<br />

tecnico della Ct, Jan Novak, e<br />

anche di due esponenti socialdemocratici<br />

nella Commissione per la televisione.<br />

rata la minaccia di una propagazione dell'epidemia<br />

verso i Paesi confinanti, tra i<br />

quali il Senegal. Finora oltre 500 mila persone<br />

sono state vaccinate contro la febbre<br />

gialla grazie all'azione congiunta di «Hsf»,<br />

della sezione belga di «Medici senza frontiere»<br />

e del ministero della sanità guineano.<br />

Confezioni di vaccino sono state fornite<br />

dall'Organizzazione mondiale della sanità<br />

(Oms), dal Fondo dell'Onu per l'infanzia<br />

(Unicef), dai Governi di Ghana, Niger<br />

e Zimbabwe e da Paesi occidentali.<br />

Yemen: rapito<br />

il figlio<br />

del Governatore<br />

della capitale<br />

SAN'A, 12.<br />

Una tribù dello Yemen, nota per i sequestri<br />

di turisti e lavoratori stranieri,<br />

ha rapito mercoledì scorso il figlio del<br />

Governatore della capitale San'a. Lo<br />

hanno riferito ieri diverse emittenti radiofoniche<br />

di Dubai citando fonti ufficiali<br />

yemenite.<br />

Secondo le prime ricostruzioni, il<br />

trentaduenne Mohammad Hussein Al<br />

Massuri è stato sequestrato da uomini<br />

armati della tribù di Bani Dhabian, nella<br />

provincia settentrionale del Marib. I rapitori<br />

avrebbero bloccato l’auto di Al<br />

Massuri costringendolo a salire su un altro<br />

veicolo a bordo del quale si sono dileguati.<br />

In cambio della liberazione dell’ostaggio,<br />

secondo fonti di stampa locali,<br />

i rapitori avrebbero chiesto la scarcerazione<br />

di sei membri della loro tribù.<br />

Nello Yemen, che conta circa diciassette<br />

milioni di abitanti, frequentemente<br />

appartenenti ad etnie locali sequestrano<br />

stranieri per esercitare pressioni sul Governo<br />

al fine di ottenere migliori servizi<br />

o la liberazione di detenuti. Per arginare<br />

il fenomeno, lo scorso anno le autorità<br />

hanno istituito Tribunali speciali per<br />

processare i rapitori ed hanno reso più<br />

severe le pene. Ma le misure non hanno<br />

per il momento dato i frutti sperati.<br />

In questo periodo la tensione è alta in<br />

tutto il Paese. Ieri sei persone sono state<br />

uccise da due uomini armati in una Moschea<br />

nei quartieri settentrionali della<br />

capitale. Lo hanno reso noto testimoni<br />

oculari precisando che la strage è scaturita<br />

da una discussione sulle prossime<br />

elezioni municipali del 20 febbraio.<br />

Lutto<br />

nell'Episcopato<br />

Giunge la dolorosa notizia della<br />

pia morte di Sua Eccellenza Reverendissima<br />

Monsignor Matthias<br />

Tuan In-min, Vescovo di Wanhsíen<br />

[Wanxian] (Repubblica Popolare<br />

Cinese), avvenuta il 10 gennaio.<br />

Il compianto Presule era nato a<br />

Mutewche, diocesi di Wanhsíen, il<br />

22 febbraio 1908. Aveva compiuto<br />

gli studi teologici a Roma, come<br />

alunno del Pontificio Collegio Urbano<br />

«de Propaganda Fide» e dell'annessa<br />

Pontificia Università Urbaniana,<br />

ed era stato ordinato sacerdote<br />

il 27 marzo 1937.<br />

Il 9 giugno 1949 era stato eletto<br />

alla Sede residenziale vescovile di<br />

Wanhsíen da Papa Pio XII, ed<br />

aveva ricevuto l'ordinazione episcopale<br />

il 18 ottobre 1949.<br />

Dopo lunghi anni di sofferenza<br />

a causa della fede, aveva ripreso<br />

l'esercizio del ministero episcopale<br />

nella sua diocesi di Wanhsíen.<br />

Nell'aprile 1998, il Santo Padre,<br />

desideroso di esprimere la propria<br />

vicinanza spirituale alla Chiesa<br />

cattolica che è in Cina e di porre<br />

un segno concreto della propria<br />

considerazione per il popolo cinese,<br />

l'aveva nominato Membro dell'Assemblea<br />

Speciale per l'Asia del<br />

Sinodo dei Vescovi.<br />

.<br />

W<br />

«Come siamo stati uniti<br />

nella professione di fede,<br />

così manteniamoci uniti<br />

nel suffragio e nell'intercessione»<br />

(don Giacomo Alberione)<br />

La DIREZIONE, i GIORNALISTI e<br />

i COLLABORATORI di «Famiglia Cristiana»<br />

ricordano nella preghiera di<br />

suffragio<br />

Don FRANCO PIERINI<br />

già direttore di «Famiglia Cristiana».<br />

Apprezzato storico e collaboratore<br />

delle testate della Periodici San Paolo,<br />

si è spento a 69 anni, dopo una<br />

grave malattia.<br />

I funerali si svolgeranno sabato 13<br />

gennaio, alle ore 9, nella cripta del<br />

Santuario Regina degli Apostoli in<br />

Roma.<br />

Milano, 11 gennaio 2001<br />

.<br />

W<br />

La DIREZIONE GENERALE della<br />

Periodici San Paolo, editrice di Famiglia<br />

Cristiana, Jesus, Giornalino, Famiglia<br />

Oggi, Letture, Club 3, Vita Pastorale,<br />

La Domenica, Gazzetta d'Alba,<br />

ricorda con affetto<br />

Don FRANCO PIERINI<br />

Offre suffragi per l'anima del confratello,<br />

per tanti anni attivo collaboratore<br />

delle testate Paoline e anche<br />

direttore di «Famiglia Cristiana». Riposi<br />

nel Signore.<br />

Milano, 11 gennaio 2001<br />

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