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PAGINA<br />

5 .<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Sabato 27 Gennaio 2001<br />

Nella piccola chiesa del convento barese<br />

delle Carmelitane scalze, note in diocesi<br />

come le giuseppine, è stato ricordato<br />

di recente il centenario della nascita della<br />

Venerabile suor Elia di san Clemente che<br />

nacque a Bari il 17 gennaio 1901.<br />

La sua causa di canonizzazione iniziò il<br />

28 ottobre del 1953, mentre il decreto per<br />

l'introduzione della causa venne letto in<br />

Cattedrale il 30 novembre 1980. Il processo<br />

si aprì in Roma il 6 ottobre dell'anno<br />

dopo e si chiuse l'11 dicembre 1987. In<br />

Bari: il centenario della nascita della Venerabile suor Elia di san Clemente<br />

quel giorno la Congregazione delle Cause<br />

dei Santi riconobbe con decreto l'eroicità<br />

delle virtù e la dichiarò Venerabile.<br />

Oltre un migliaio erano i fedeli che<br />

riempivano la chiesa e le strade adiacenti<br />

al convento, mentre l'Arcivescovo di Bari<br />

e di Bitonto, Mons. Francesco Cacucci,<br />

celebrava la Santa Messa.<br />

All'omelia il Presule ha ricordato la figura<br />

dell'umile suorina morta a 26 anni<br />

La Settimana di Preghiera per l'Unità dei Cristiani<br />

Rapporti fra Cattolici e Anglicani<br />

nell'anno del Grande Giubileo<br />

TIMOTHY GALLIGAN<br />

1. «Quale occasione più propizia per<br />

incoraggiare il cammino verso la piena<br />

comunione che la comune celebrazione<br />

della nascita di Cristo?... rimane luminoso<br />

l'incontro ecumenico nella Basilica di<br />

san Paolo, il 18 gennaio 2000, quando<br />

per la prima volta nella storia una Porta<br />

Santa è stata aperta congiuntamente<br />

dal Successore di Pietro, dal Primate<br />

Anglicano e da un Metropolita del Patriarcato<br />

Ecumenico di Costantinopoli,<br />

alla presenza di rappresentanti di Chiese<br />

e comunità ecclesiali di tutto il mondo»<br />

(Papa Giovanni Paolo II, Lettera Apostolica<br />

Novo Millennio ineunte, n. 12). Il<br />

Papa ha voluto questo evento per dare<br />

inizio alla Settimana di Preghiera per<br />

l'Unità dei Cristiani, nell'intento di mostrare<br />

visibilmente «come l'impegno per<br />

la ricomposizione dell'unità dei cristiani<br />

sia comune e debba animare la grande<br />

preghiera che in questo periodo dell'anno<br />

giubilare si leva al Signore in ogni<br />

parte della terra» (Angelus, domenica 23<br />

gennaio 2000). Si è trattato di quello che<br />

la presentazione ufficiale della liturgia<br />

aveva definito «uno degli eventi ecclesiali<br />

più importanti dell'intero anno giubilare».<br />

Anche l'Arcivescovo di Canterbury<br />

aveva riconosciuto l'importanza di questo<br />

momento speciale per rendere una<br />

testimonianza cristiana ed è stato uno<br />

dei primi ad accettare l'invito del Santo<br />

Padre.<br />

La Comunione anglicana ha sostenuto<br />

pienamente gli eventi ecumenici presieduti<br />

in seguito dal Santo Padre. Il 7<br />

maggio il Vescovo di Winchester, Michael<br />

Scott-Joynt, ha preso parte alla<br />

Commemorazione Ecumenica dei Testimoni<br />

della Fede del secolo XX presso il<br />

Colosseo, una cerimonia che ha ricordato,<br />

fra i testimoni dell'Asia e dell'Oceania,<br />

l'esempio degli anglicani della Papua<br />

Nuova Guinea morti nei campi di<br />

concentramento giapponesi durante la<br />

Seconda Guerra Mondiale.<br />

Questa «testimonianza resa a Cristo è<br />

divenuta patrimonio comune di cattolici,<br />

ortodossi, anglicani e protestanti»<br />

(Tertio Millennio adveniente, n. 37).<br />

2. A maggio si è svolto in Canada un<br />

evento molto speciale, che potrà rivelarsi<br />

significativo per i futuri rapporti fra<br />

anglicani e cattolici. A Mississauga, nell'Ontario,<br />

il Cardinale Cassidy e l'Arcivescovo<br />

di Canterbury hanno presieduto<br />

un incontro di una settimana, una consultazione<br />

alla quale hanno partecipato<br />

un Vescovo cattolico e uno anglicano<br />

per tredici regioni del mondo nelle quali<br />

il rapporto è, o dovrebbe essere, importante:<br />

Australia, Brasile, Canada, Inghilterra<br />

e Galles, India (rito latino), Irlanda,<br />

Nuova Zelanda, Nigeria, Papua<br />

Nuova Guinea, Sudafrica, Uganda, Stati<br />

Uniti e Caraibi.<br />

L'idea di tenere una simile consultazione<br />

è nata in seguito alla visita dell'Arcivescovo<br />

di Canterbury a Papa Giovanni<br />

Paolo II nel 1996. Nella loro Dichiarazione<br />

Comune hanno suggerito che «sarebbe<br />

opportuno in questa fase del nostro<br />

cammino studiare ulteriormente come<br />

il rapporto fra la Comunione anglicana<br />

e la Chiesa Cattolica debba evolversi».<br />

Hanno anche definito il Grande<br />

Giubileo «un'opportunità per proclamare<br />

di nuovo la nostra fede comune... ».<br />

3. L'ordine del giorno era incentrato<br />

sulla valutazione del grado di comunione<br />

reale, ma non ancora completa, fra<br />

Anglicani e Cattolici. Per questo è stata<br />

riesaminata e discussa la comunione<br />

nella vita (come sono i rapporti nelle varie<br />

parti del mondo), la comunione nella<br />

fede (ciò che è emerso durante 30 anni<br />

di dialogo teologico, in particolare attraverso<br />

la commissione internazionale per<br />

il dialogo teologico, ARCIC) e lo scopo<br />

dell'unità piena e visibile (le difficoltà,<br />

gli ostacoli, e il grado di reale, ma imperfetta<br />

comunione fra Anglicani e Cattolici).<br />

Poiché la Comunione anglicana e<br />

la Chiesa cattolica sono entrambe presiedute<br />

da Vescovi, questi ultimi hanno<br />

costituito le risorse principali dell'incontro.<br />

Essi hanno collaborato nelle sessioni<br />

plenarie e nei dibattiti a gruppi di due e<br />

di più persone. L'incontro si è svolto in<br />

un clima d'intensa comunione di preghiera.<br />

A metà della settimana, tutti i partecipanti<br />

hanno preso parte alla Celebrazione<br />

dei Vespri nella Cattedrale cattolica<br />

di Toronto. La celebrazione è stata presieduta<br />

dal Cardinale Ambrozic, Arcivescovo<br />

di Toronto, e dal suo omologo anglicano.<br />

Nella cattedrale gremita erano<br />

presenti 1.200 fedeli, mentre all'esterno<br />

vi erano altre 200-300 persone. Durante<br />

la celebrazione, il Cardinale Cassidy ha<br />

letto un messaggio speciale del Santo<br />

Padre che assicurava i partecipanti della<br />

sua preghiera affinché l'incontro recasse<br />

frutti duraturi.<br />

Gli ultimi giorni sono stati dedicati al<br />

dibattito e alla preparazione della bozza<br />

di un piano d'azione e di una Dichiarazione.<br />

Appare chiaro da quanto hanno<br />

scritto i Vescovi, che, attraverso la liturgia<br />

e la preghiera comune e come risultato<br />

dei loro dibattiti, essi abbiano scoperto<br />

l'autenticità del rapporto speciale<br />

fra la Comunione anglicana e la Chiesa<br />

cattolica,menzionatoin Unitatis redintegratio<br />

n. 13. La loro Dichiarazione Communion<br />

in Mission (Comunione nella<br />

missione) parla di «intenso clima di amiciziae<br />

comunione spirituale», riferendosi<br />

non solo all'atmosfera piacevole e proficua<br />

dell'incontro, ma anche ai loro di-<br />

battiti sulla fede comune e alla collaborazione<br />

che si è sviluppata negli ultimi<br />

decenni. Tutto ciò si basa su di un'ampia<br />

accettazione del fatto che il dialogo<br />

ARCIC ha mostrato fino a che punto gli<br />

anglicani e i cattolici sono ora in grado<br />

di trovare un accordo anche in aree che<br />

nel passato erano controverse. Il comune<br />

patrimonio liturgico, condiviso da anglicani<br />

e cattolici, è anche parte costitutiva<br />

della loro comunione spirituale.<br />

4. Naturalmente sono stati affrontati<br />

anche problemi gravi ed ancora irrisolti.<br />

I partecipanti hanno riconosciuto il peso<br />

di note differenze, come quelle relative<br />

all'ordinazione delle donne. Essi hanno<br />

anche riconosciuto onestamente la difficoltà<br />

di progredire insieme in alcune<br />

aree quali il riconoscimento degli Ordini<br />

anglicani da parte della Chiesa cattolica.<br />

I Vescovi cattolici hanno sottolineato<br />

quanto la diversità della dottrina anglicana<br />

e l'enfasi posta sull'autonomia provinciale<br />

possano costituire un grave<br />

ostacolo per un dialogo internazionale<br />

credibile. Il dolore che questi ostacoli<br />

provocano in entrambe le parti non ha<br />

tuttavia impedito ai Vescovi di affermare<br />

che ciò che c'è di comune fra gli anglicani<br />

e i cattolici è più importante delle<br />

differenze esistenti fra di loro. Durante<br />

la settimana, lo scambio ha permesso<br />

ai partecipanti di ascoltarsi e comprendersi<br />

reciprocamente in modo da riconoscere<br />

gli uni negli altri elementi considerevoli<br />

della stessa fede, pur ammettendo<br />

la persistenza di ostacoli gravi. È<br />

stato importante che i partecipanti riaffermassero<br />

insieme il loro impegno per<br />

l'unità piena e visibile, pur rimanendo<br />

Storia della conversione di una giovane di Costantinopoli (1875-1904)<br />

La domenicana Cérès Syndika<br />

un giglio dal Bosforo<br />

È tutto uno scintillare di luci e di colori<br />

il Bosforo su cui si affaccia Costantinopoli,<br />

crocevia delle genti, anche oggi<br />

con il nome di Istambul. Figure di imperatori<br />

e di patriarchi vi sono passate, citate<br />

dai libri di storia, da Giustiniano a<br />

oggi. Ma nessun testo ha mai parlato di<br />

Cérès Syndika, una gentile ragazza costantinopolitana.<br />

Era nata sulle rive del Bosforo, il 2 ottobre<br />

1875: sua madre si chiamava Eugenia<br />

Sagredo, discendente dei nobili<br />

Sagredo, un tempo dogi di Venezia; suo<br />

padre era un ricco borghese dedito al<br />

commercio.<br />

Nel quartiere di Makri-keui, ella incontrò,<br />

ragazza di undici anni, le Suore<br />

Domenicane, giunte là come missionarie<br />

di Gesù Cristo, da Mondovì (Cuneo) e<br />

dedite all'educazione dell'infanzia e della<br />

gioventù: tra di loro si distingueva per<br />

l'ardore apostolico, suor Guzmana Romanengo<br />

(1858-1935) che in seguito<br />

avrebbe fondato le Domenicane del SS.<br />

Rosario ad Asti.<br />

«Voglio essere di Gesù»<br />

Nella scuola delle Domenicane, Cérès<br />

sovente si lamentava: «Io amo lo stesso<br />

Gesù che voi amate. Perché non posso<br />

venire con voi a pregare, a ricevere la<br />

Comunione?». Ella era di religione greco-ortodossa<br />

e non poteva certamente<br />

accostarsi all'Eucaristia nella Chiesa Cattolica.<br />

Suor Guzmana le diede in lettura<br />

una biografia di s. Teresa d'Avila. Cérès<br />

lesse con avidità e, attraverso la grande<br />

riformatrice del Carmelo, si sentì chiamata<br />

per nome dal Redentore: «Voglio<br />

essere anch'io tutta di Gesù e amare solo<br />

Lui».<br />

Aveva soltanto 13 anni, ma tra lei e<br />

Gesù cominciava un colloquio d'amore<br />

in cui il Maestro la conduceva alla verità<br />

tutta intera. Il 15 marzo 1890, scriveva:<br />

«Una sola grazia ti chiedo, Gesù, di tenermi<br />

lontana dalla vanità del mondo e<br />

di meritare di essere un giorno tua sposa...<br />

Ecco il sospiro del mio giovane<br />

cuore».<br />

Aveva ormai il forte desiderio di diventare<br />

cattolica. Ma come fare, in quel<br />

suo ambiente familiare così ostile alla<br />

Chiesa di Roma? Ciò che non è possibile<br />

agli uomini, lo è a Dio... e a Maria Madre<br />

di Dio, «santa Teotokos», come la<br />

pregano i cristiani d'Oriente. Rivolta alla<br />

Vergine, Cérès pregava: «Maria, tu leggi<br />

nel mio cuore quanto io amo Gesù e<br />

che non ho altro desiderio che attaccarmi<br />

a Lui solo. Ma vedi tu le difficoltà<br />

che mi restano da superare, prima che<br />

io diventi sua sposa».<br />

Nel 1892, ella raggiunse il padre che<br />

si era trasferito a Manchester, in Inghilterra:<br />

un'ortodossa in terra anglicana!<br />

Grazie però alle Missionarie Domenicane<br />

incontrate sul Bosforo, nell'autunno<br />

del medesimo anno, entrava a completare<br />

gli studi in un istituto tenuto da religiose<br />

cattoliche. Sentiva ormai che doveva<br />

far presto a diventare cattolica:<br />

«Solo Roma — scrisse Cérès — possiede<br />

la Verità tutta intera. Solo la Chiesa Cattolica<br />

è la vera Chiesa del Cristo».<br />

Cattolica<br />

Benché la sua famiglia passasse gravose<br />

difficoltà economiche, Cérès poté<br />

molto consapevoli della persistenza di<br />

ostacoli che non sembrano superabili<br />

dalle capacità umane.<br />

In particolare, i Vescovi hanno indicato<br />

che, in virtù di ciò che si ha in comune,<br />

dovrebbe essere possibile una maggiore<br />

comunione nella missione nel<br />

mondo. Essi hanno esortato alla preparazione<br />

di una «Dichiarazione Congiunta<br />

di Accordo», che possa esprimere gli<br />

elementi di fede comuni agli anglicani e<br />

ai cattolici, ed alla creazione di un nuovo<br />

gruppo di lavoro per la sua stesura.<br />

Ci auguriamo che fra breve possa essere<br />

annunciata la composizione di tale<br />

gruppo.<br />

La presenza di un Vescovo anglicano<br />

e di un Vescovo cattolico, entrambi della<br />

stessa regione del mondo, è stata particolarmente<br />

importante. Non solo i Vescovi<br />

hanno avuto l'occasione di discutere<br />

delle possibilità future in maniera realistica,<br />

ma, in quanto rappresentanti, è<br />

stato anche chiesto loro di informare i<br />

Vescovi della propria Provincia o Conferenza<br />

Episcopale in modo che si possano<br />

sviluppare nuovi rapporti. Quindi,<br />

durante l'incontro è stato vivamente raccomandato<br />

di instaurare il dialogo nazionale<br />

fra anglicani e cattolici laddove<br />

non esiste ancora.<br />

5. Si è trattato di un incontro unico<br />

nel suo genere. I Vescovi anglicani e<br />

cattolici non si erano mai riuniti in quel<br />

modo prima. La diversità geografica e la<br />

varietà di esperienze hanno permesso<br />

un reciproco arricchimento. I Vescovi<br />

hanno vissuto e pregato insieme, esperienza<br />

che ha contribuito in modo significativo<br />

all'esito positivo dell'incontro.<br />

raffinarsi sempre più nella sua cultura:<br />

suonava il pianoforte, dipingeva con gusto,<br />

conosceva e parlava assai bene il<br />

greco, il francese, l'inglese, il tedesco e<br />

l'italiano.<br />

Quando i suoi compresero che voleva<br />

diventare cattolica, la minacciarono<br />

aspramente. Ma ora ella non temeva<br />

più: era giunta la sua «ora», l'ora di Gesù.<br />

Il 7 ottobre 1897, il Vescovo cattolico<br />

di Manchester l'attendeva nella sua<br />

cappella. Ella si accostò all'Eucaristia.<br />

Quel giorno, festa della Madonna del<br />

Rosario, «la Regina delle Vittorie», scrisse<br />

alle «sue» suore di Makri-keui a Costantinopoli:<br />

«Sono cattolica e finalmente<br />

ho ricevuto il mio Sposo nel mio cuore».<br />

E rivolta al Signore: «Dimmi, o Gesù,<br />

dillo anche a me: “tu sei preziosa ai<br />

miei occhi e io ti ho molto amata”. In<br />

mezzo a tutti gli ostacoli, io mi ricorderò<br />

che non sono sola, e che Tu, o Gesù,<br />

sei con me e mi assicuri la vittoria».<br />

Con il cuore gonfio di lacrime, a metà<br />

marzo 1900, Cérès lasciava la sua famiglia<br />

a Manchester e giungeva a Genova<br />

in cerca delle suore Domenicane. A<br />

Mondovì ritrovò suor Guzmana e iniziò<br />

il suo itinerario di preparazione alla vita<br />

religiosa... Tornò ancora sul Bosforo dove<br />

i suoi genitori si erano di nuovo ristabiliti<br />

ma il suo cuore ormai pensava solo<br />

più a consacrarsi a Gesù per sempre.<br />

Nel dicembre 1902 giungeva ad Asti<br />

dove suor Guzmana Romanengo aveva<br />

fondato la sua nuova «famiglia» delle<br />

Domenicane del santo Rosario. Il 25<br />

marzo 1903, Annunciazione di Maria,<br />

nella cappella del Vescovado, Mons.<br />

Giacinto Arcangeli, Vescovo di Asti, consegnava<br />

a Cérès il bianco abito di s. Do-<br />

La settimana è iniziata con una sorta di<br />

«ritiro». Ogni giorno è stato caratterizzato<br />

dalla liturgia e dalla preghiera comuni.<br />

La consultazione è stata un'esperienza<br />

di «collegialità ecumenica». Incontrandosi,<br />

i Vescovi hanno sperimentato<br />

una crescente responsabilità per il rapporto<br />

ecumenico fra la Comunione anglicana<br />

e la Chiesa cattolica e per il proseguimento<br />

della missione della Chiesa.<br />

Il risultato più importante è stato sicuramente<br />

l'espresso desiderio dei partecipanti<br />

di permettere anche ad altri Vescovi<br />

di condividere la stessa esperienza<br />

di «collegialità ecumenica», dalla forza<br />

trasformatrice così grande. Hanno chiaramente<br />

affermato che ciò permetterebbe<br />

un progresso più rapido lungo il<br />

cammino verso l'unità piena e visibile.<br />

La dichiarazione conclusiva riflette il<br />

carattere realistico dell'incontro. Il grado<br />

di autentica comunione fra anglicani<br />

e cattolici è stato qualcosa che i Vescovi<br />

hanno vissuto e desiderato sottolineare.<br />

Essi ritengono che in questi anni siano<br />

stati compiuti progressi sul cammino<br />

verso la meta della comunione piena e<br />

visibile. Non si è trattato di un gruppo<br />

di entusiasti auto-selezionatisi. Si è trattato<br />

di Vescovi scelti da altri Vescovi<br />

per rappresentare la propria Provincia o<br />

Conferenza Episcopale. La loro esperienza<br />

e il loro desiderio che in futuro vi<br />

siano altre esperienze di scambio collegiale,<br />

suscitano la speranza reale che la<br />

Comunione anglicana e la Chiesa cattolica<br />

possano arrivare ad una comunione<br />

più ampia, piuttosto che ad ulteriori divergenze.<br />

menico. Coronato il suo «sogno di amore»<br />

a Gesù, quel giorno, ella annotò nella<br />

sua storia d'anima. «Il primo a chiedere<br />

gli affetti del mio cuore, fu il più<br />

bello, il più amabile, il più ricco, il più<br />

nobile di tutti gli sposi: ho scelto come<br />

unico amore dell'anima mia Gesù Cristo<br />

e voglio essergli fedele sino alla morte.<br />

Per Lui, con Lui, e in Lui, pregherò soffrirò<br />

e opererò per la sua gloria».<br />

Incaricata della piccola sacrestia della<br />

cappella del convento, suor Cérès era<br />

più contenta di una regina per la gioia<br />

di poter trascorrere tanto tempo in adorazione<br />

davanti a Gesù nel Tabernacolo,<br />

«ad immagine del cero acceso che indica<br />

la presenza di Lui e per Lui si consuma».<br />

Insegnante di lingue straniere per<br />

alcune ragazze alla scuola delle Domenicane,<br />

le sue allieve vedevano in lei non<br />

solo la raffinata preparazione, ma la<br />

presenza di Gesù vivo. I piccoli che frequentavano<br />

«l'oratorio» dalle suore, la<br />

cercavano, affascinati da una luce singolare<br />

che brillava in lei. Di famiglia distinta,<br />

plurilingue, coltissima, prediligeva<br />

i lavori più umili per mettersi all'ultimo<br />

posto...<br />

Il 5 maggio 1904, offriva a Dio la sua<br />

prima professione religiosa: «Il mio unico<br />

desiderio ora è di unirmi presto a te,<br />

Gesù... Là non temerò più di offenderti<br />

né di perderti. Ma sia sempre come Tu<br />

vuoi». Ed offrì la vita per la conversione<br />

dei suoi cari alla Chiesa Cattolica. Dolori<br />

atroci al capo erano causati da un tumore<br />

al cervelletto. Il 3 giugno 1904,<br />

primo venerdì del mese, dedicato al Sacro<br />

Cuore di Gesù, Cérès moriva.<br />

PAOLO RISSO<br />

nel giorno di Natale del 1927: il suo profondo<br />

zelo religioso, il candore dell'anima,<br />

la sua continua testimonianza di fede.<br />

Successivamente Mons. Cacucci ha benedetto<br />

la lapide che ricorda la Venerabile e<br />

che sarà processionalmente portata nella<br />

Vecchia città per essere apposta sulla casa<br />

nella quale nacque suor Elia.<br />

Al rito partecipavano commosse le<br />

quattordici carmelitane — la più giovane<br />

ha trent'anni, la più anziana 84 — che vivono<br />

in clausura nel convento di via De<br />

Rossi. Un tempo — posto com'è nei pressi<br />

della ferrovia e delle strade che portano<br />

fuori città — era un luogo quasi deserto.<br />

L'estensione urbana vede ora il monastero<br />

immerso in un centro nevralgico per<br />

uffici, commerci, da dove le monache testimoniano<br />

l'eterna presenza della grazia<br />

e della protezione divina.<br />

VITO MAUROGIOVANNI<br />

In un video le immagini della GMG 2000<br />

«Metterete fuoco<br />

in tutto il mondo»<br />

La gioia e la festa di quella giovane<br />

folla esuberante e multicolore proveniente<br />

da ogni parte del mondo<br />

per partecipare alla XV Giornata<br />

Mondiale della Gioventù, svoltasi a<br />

Roma dal 15 al 20 agosto scorso, può<br />

essere gustata e rivissuta grazie alla<br />

pubblicazione di quattro documentari<br />

che raccontano con parole ed immagini<br />

le giornate romane.<br />

Per chi fu presente è memoria di<br />

un evento che segna un ricordo di fiducia<br />

nel futuro, generatore di sconfinata<br />

speranza.<br />

Per chi non poté esserci, è indicazione<br />

di uno spaccato positivo del<br />

nostro tempo, uno squarcio di luce<br />

proveniente dal pianeta giovani, spesso<br />

agli onori della cronaca in negativo,<br />

non solo perché protagonisti delle<br />

stragi del sabato sera, ma per un<br />

suo diffuso scollamento dalle indicazioni<br />

della Chiesa, per un camminare<br />

lontano o fuori dalle sue strade.<br />

Si tratta di una panoramica ampia<br />

e significativa raccolta in un'unica videocassetta<br />

della durata di circa due<br />

ore, articolata, come già accennato,<br />

in quattro documentari realizzati con<br />

la collaborazione di Rai-Giubileo,<br />

Sat2000, l'emittente televisiva satellitare<br />

della Conferenza Episcopale Italiana,<br />

dalla Nova-T, la società di Produzioni<br />

Televisive dei Frati Cappuccini,<br />

la prima mettendo a disposizione<br />

il proprio materiale filmato e la seconda<br />

curandone il montaggio.<br />

Ciascun documentario ha la durata<br />

di circa 30 minuti. Il primo, «Metterete<br />

fuoco in tutto il mondo», ripercorre<br />

l'itinerario di quelle giornate indimenticabili<br />

a partire dalla cerimonia<br />

di apertura a San Giovanni in Laterano<br />

fino al rito di accoglienza in<br />

Piazza San Pietro, dalle suggestive<br />

immagini della Via Crucis ai colori<br />

dell'Incontragiovani, dal pellegrinaggio<br />

giubilare alla grande festa di Tor<br />

Vergata: è un'oculata raccolta dei<br />

momenti più alti e profondi della<br />

Giornata Mondiale della Gioventù letti<br />

attraverso gli interventi di Giovanni<br />

Paolo II.<br />

«Diario di una giornata» è il secon-<br />

do documentario, che si sviluppa sul<br />

racconto di Simona e Dario, due giovani<br />

torinesi che hanno partecipato<br />

alla GMG: i loro ricordi sono il filo<br />

conduttore di una lettura «dietro le<br />

quinte» della Giornata Mondiale dei<br />

Giovani.<br />

Il terzo, «Vi attendo tutti a Roma»,<br />

ripercorre il cammino preparatorio<br />

della XV Giornata Mondiale Giovani<br />

era iniziato all'indomani dell'edizione<br />

di Parigi 1997, per concludersi, di fatto,<br />

la mattina del 15 agosto 2000.<br />

Protagoniste di una degna preparazione<br />

dell'evento sono state molte<br />

Diocesi italiane, che hanno accolto<br />

tra il 10 ed il 14 agosto centinaia di<br />

migliaia di ragazzi provenienti da tutto<br />

il mondo, offrendo ospitalità e arricchendosi<br />

di un soffio di vitalità<br />

nuova e di esuberanza inattesa.<br />

«Grazie Tor Vergata!» è l'ultimo<br />

documentario, interamente dedicato<br />

al luogo che ha ospitato l'evento<br />

«simbolo» della GMG 2000: la costruzione<br />

del palco, le prove della festa,<br />

la veglia e la Messa conclusiva.<br />

A condurre lo spettatore le testimonianze<br />

di alcuni di quei due milioni<br />

di ragazzi presenti, che consegnano<br />

così, a chiunque si ponga in<br />

ascolto, un fresco stimolo a vivere<br />

oggi l'Evangelo.<br />

A una prima edizione di questa videocassetta,<br />

già disponibile dai giorni<br />

immediatamente precedenti il Natale<br />

nelle librerie cattoliche italiane, che<br />

si può richiedere contattando direttamente<br />

Nova-T (in via F. Bocca, 15 —<br />

10132 Torino — tel. 011/8991400, fax<br />

011/8987098 — e-mail:novat@in.it )<br />

al prezzo di lire 25.000, escluse le<br />

spese di spedizione, nei prossimi mesi<br />

farà seguito una seconda edizione,<br />

pensata per un pubblico europeo, a<br />

cura del Comitato Italiano per la XV<br />

Giornata Mondiale della Gioventù e<br />

del Pontificio Consiglio per i Laici.<br />

Perché anche l'incontro con il respiro<br />

e l'entusiasmo di tanta gioventù<br />

sia dono ed incoraggiamento a chi<br />

guarda con eccessiva apprensione l'aprirsi<br />

del terzo millennio cristiano.<br />

GRAZIELLA MERLATTI<br />

Un volume edito dalla Pontificia Università Gregoriana<br />

La rilevanza invalidante del dolo sul consenso matrimoniale<br />

Tra le innovazioni del nuovo Codice di diritto canonico<br />

(1983) suscita non poco interesse quella che<br />

si riferisce al canone 1098, nel quale si parla della rilevanza<br />

invalidante del dolo nel consenso matrimoniale.<br />

Si tratta di un cambiamento legislativo di notevole<br />

importanza nella disciplina canonica riguardo al<br />

matrimonio.<br />

Perché nel nuovo Codice, mentre nulla è cambiato<br />

quanto alla validità di un atto giuridico, anche quando<br />

esso è posto in essere col dolo, a meno che, come<br />

è previsto dal can. 125 § 2, il diritto non stabilisca<br />

diversamente, in materia di consenso matrimoniale<br />

invece, viene espressamente precisato che esso<br />

è nullo qualora sia ottenuto con dolo: «Chi contrae<br />

matrimonio, ingannato con dolo provocato per ottenere<br />

il consenso riguardante una qualità dell'altro<br />

contraente, che per natura sua può gravemente perturbare<br />

la comunanza della vita coniugale, contrae<br />

invalidamente» (can. 1098).<br />

Nel suo volume Maria Teresa Romano — La rilevanza<br />

invalidante del dolo sul consenso matrimoniale<br />

(can. 1098 C.I.C.): dottrina e giurisprudenza,<br />

Roma, Editrice Pontificia Università Gregoriana,<br />

2000, pp. 252, L. 26.000 — fa osservare che il cambiamento<br />

legislativo, rispetto al precedente Codice<br />

(1917), che non faceva alcun accenno al dolo provocato<br />

per ottenere il consenso matrimoniale, è di notevole<br />

importanza.<br />

Tanto più che il legislatore non si è limitato a sta-<br />

bilire soltanto la rilevanza invalidante del dolo sul<br />

consenso matrimoniale, ma ha voluto dare anche alcune<br />

indicazioni riguardanti sia il dolo sia la qualità<br />

della vita coniugale oggetto del dolo.<br />

L'Autore della pubblicazione si pone pertanto una<br />

domanda: «Il canone in questione rappresenta semplicemente<br />

una disposizione del diritto naturale,<br />

esprimendo conseguentemente la sola formulazione<br />

esteriore di un precetto esistente da sempre e come<br />

tale atemporale; oppure è l'espressione dell'intervento<br />

legislativo umano, del diritto positivo, mirato a disciplinare<br />

un'area del diritto non del tutto chiara?»<br />

(p. 7).<br />

Limitando l'ambito della sua ricerca al solo argomento<br />

della rilevanza invalidante del dolo sul consenso<br />

matrimoniale, l'Autore esamina, in primo luogo,<br />

l'iter che ha portato il legislatore all'attuale disposizione<br />

canonica.<br />

A questo scopo, prima analizza la disciplina dettata<br />

dalle norme generali sull'errore e sul dolo, poi<br />

passa all'analisi della più specifica normativa matrimoniale.<br />

In secondo luogo, studia la questione relativa<br />

alla ratio legis della nuova disposizione del Codice<br />

e ricerca le ragioni sostanziali che potrebbero costituire<br />

il fondamento di quanto è stato disposto dal<br />

canone 1098.<br />

In merito alla questione relativa alla natura dell'attuale<br />

disposizione codiciale circa il dolo: se cioè essa<br />

sia di origine naturale oppure meramente di diritto<br />

positivo, l'Autore esamina le varie posizioni dottrinali<br />

e giurisprudenziali sull'argomento, non mancando di<br />

soffermarsi pure sugli effetti pratici prodotti da una<br />

eventuale applicazione del canone 1098 anche ai matrimoni<br />

celebrati prima dell'entrata in vigore delle<br />

nuove disposizioni codiciali. Vengono studiate, pertanto,<br />

le diverse posizioni degli esperti sul delicato<br />

argomento.<br />

La conclusione cui l'Autore perviene è la seguente:<br />

«Dopo aver analizzato sia le posizioni dottrinali che<br />

quelle giurisprudenziali relative alla questione della<br />

possibile applicazione atemporale del nuovo canone<br />

1098, si può concludere che la soluzione della questione<br />

non è ancora pacifica (...). Non vi è dubbio<br />

che tanto in dottrina quanto in giurisprudenza, si è<br />

creata una frattura tra due posizioni precise: quella<br />

favorevole alla retroattività e quella favorevole alla<br />

irretroattività della nuova disposizione codiciale. Va<br />

evidenziato — osserva ancora l'Autore nella sintesi<br />

conclusiva del volume — che i fautori della tesi della<br />

retroattività, sia in ambito dottrinale che giurisprudenziale,<br />

sono numericamente inferiori rispetto ai<br />

sostenitori della tesi opposta e (...) le conclusioni cui<br />

giungono ed il percorso da questi compiuto per<br />

giungervi, sono poco convincenti e non condivisibili»<br />

(p. 214).<br />

PASQUALE PUCA

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