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PAGINA<br />
11 .<br />
Il Cardinale Camillo Ruini<br />
a san Giovanni in Laterano<br />
FRANCESCO M. VALIANTE<br />
Non è il tempo dei «bilanci» o delle<br />
«previsioni», è il tempo della «preghiera».<br />
Non sono i «successi esteriori» a misurare<br />
la portata del Grande Giubileo<br />
del 2000, ma le esperienze profonde di<br />
fede, di penitenza, di conversione, di<br />
amore. Non sono le «categorie mondane»<br />
a dare il senso autentico di questo<br />
straordinario evento, ma le «categorie<br />
interiori» della salvezza, della comunione,<br />
della grazia. «La grazia efficace, che<br />
cambia la vita, che chiama alla santità<br />
— sottolinea il Cardinale Vicario Camillo<br />
Ruini — è l'eredità e il frutto dell'Anno<br />
Santo che dovrà maturare in ciascuno,<br />
nella vita della Chiesa, a Roma, in<br />
Italia e nel mondo».<br />
Le parole del Porporato risuonano venerdì<br />
5 gennaio nella Basilica di san<br />
Giovanni in Laterano gremita di fedeli.<br />
È in un clima di grande, devota partecipazione<br />
che il Card. Ruini, Legato Pontificio,<br />
presiede il rito della chiusura della<br />
Porta Santa della Basilica Lateranense<br />
e la celebrazione dei Primi Vespri della<br />
Solennità dell'Epifania del Signore. La<br />
cerimonia vive il suggestivo prologo nella<br />
«statio» presso il Battistero Costantiniano.<br />
Dinanzi all'ingresso interno del<br />
Battistero si raccolgono i canonici lateranensi,<br />
i penitenzieri della Basilica, i<br />
parroci romani ed un gruppo di fedeli.<br />
Il Cardinale Legato, che ha al suo fianco<br />
l'Arcivescovo Vicegerente Cesare Nosiglia<br />
ed il Vescovo Domenico Pecile,<br />
emerito di Latina-Terracina-Sezze-Priverno,<br />
suo Vicario per la Basilica, invita<br />
l'assemblea ad avviarsi in processione<br />
verso la Porta Santa. Al canto delle Litanie<br />
dei Santi la lunga teoria di presbiteri<br />
e di laici attraversa il Palazzo Apostolico<br />
per giungere in Piazza di Porta san Giovanni<br />
e far ingresso nell'atrio esterno<br />
della Basilica. Il Card. Ruini prende posto<br />
sul lato destro, accanto alla Porta<br />
Santa. Alla sua sinistra siedono, fra gli<br />
altri, l'Arcivescovo canadese di Kingston,<br />
Mons. Francis Spence; il Rettore<br />
della Lateranense, il Vescovo Angelo<br />
Scola; i Vescovi ausiliari di Roma, Enzo<br />
Dieci, Vincenzo Apicella, Armando<br />
Brambilla,RinoFisichella, Luigi Moretti.<br />
«Oggi con la chiusura di questa Porta<br />
Santa — ricorda il Porporato nella monizione<br />
— termina per la Basilica di san<br />
Giovanni l'Anno del Grande Giubileo.<br />
Non si chiude però l'Anno di misericordia<br />
e di grazie inaugurato da Gesù nella<br />
sinagoga di Nazareth: sono sempre<br />
aperte le braccia del Padre; resta spalancata<br />
la porta che conduce alla vita: Cristo;<br />
è sempre zampillante la sorgente<br />
dello Spirito». Quindi il Cardinale Legato<br />
recita l'orazione, pregando il Padre di<br />
misericordia affinché «siano duraturi i<br />
frutti dell'Anno Santo: la conversione<br />
del cuore, l'orientamento radicale a Cristo,<br />
la docilità alla voce dello Spirito». Si<br />
reca poi dinanzi alla Porta Santa, mentre<br />
la Cappella di san Giovanni e il Coro<br />
diocesano di Roma, diretti da Mons.<br />
Marco Frisina, eseguono l'antifona «O<br />
Clavis David». Dopo aver sostato in ginocchio<br />
sulla soglia, in silenzioso raccoglimento,<br />
chiude il pesante battente della<br />
Porta, realizzata proprio per quest'occasione<br />
dal maestro Floriano Bodini. Alta<br />
3,60 metri e larga 1,90, l'opera reca a<br />
L'OSSERVATORE ROMANO Lunedì-Martedì 8-9 Gennaio 2001<br />
Chiusura delle Porte Sante<br />
nelle tre Basiliche Patriarcali<br />
sinistra la scritta «Christus heri hodie<br />
semper» e in basso, ai due lati dello<br />
stemma pontificio, le parole «»Jubilaeum<br />
A.D. 2000». La sua esecuzione ha<br />
richiesto due anni e mezzo di lavoro,<br />
dai primi disegni del 1998 sino alla fusione<br />
in bronzo avvenuta tra settembre e<br />
dicembre 2000. Dopo averla chiusa il<br />
Card. Ruini rimane in piedi dinanzi alla<br />
Porta, mentre l'assemblea intona l'acclamazione<br />
«Cristo ieri, oggi e sempre.<br />
Egli è il principio e la fine, l'Alfa e l'Omega.<br />
A Lui appartengono il tempo e i<br />
secoli, a Lui la gloria e il potere per tutti<br />
i secoli».<br />
La processione entra quindi in Basilica<br />
dal portone centrale e raggiunge il<br />
presbiterio. Dopo il canto dell'inno dei<br />
vespri ha inizio la salmodia, al termine<br />
della quale viene proclamata la lettura<br />
breve. All'omelia il Cardinale Legato invita<br />
l'assemblea ad elevare un corale<br />
ringraziamento a Dio per il dono del<br />
Giubileo, «anno straordinariamente<br />
grande, nel quale la presenza di Cristo è<br />
stata particolarmente intensa, vissuta,<br />
palpabile». «Chiediamo al Signore —<br />
esorta — di benedire i propositi e gli impegni<br />
che abbiamo assunto, affinché<br />
l'Anno Santo sia per ciascuno di noi,<br />
per le nostre famiglie, per i nostri cari e<br />
per il secolo che si apre, principio di salvezza<br />
e di vita nuova». Al termine del<br />
«Magnificat» si levano le intercessioni,<br />
seguite dal canto del Padre Nostro, dall'orazione<br />
e della benedizione conclusiva.<br />
L'assemblea prega in particolare per<br />
i poveri, per gli indifesi, per tutti i defunti<br />
e perché il Signore conceda all'umanità<br />
«un'era di fraternità e di pace».<br />
Il Cardinale Roger Etchegaray<br />
a san Paolo fuori le Mura<br />
GIAMPAOLO MATTEI<br />
È un'anziana signora, accompagnata<br />
a braccetto da una giovane volontaria,<br />
l'ultima persona che ha varcato la Porta<br />
Santa della Basilica di san Paolo fuori le<br />
Mura. Un cartello avvertiva i fedeli che<br />
avrebbero potuto fare il Giubileo entro<br />
le ore 15.30 di venerdì 5. In realtà i cristiani<br />
venuti, fino all'ultimo momento,<br />
alla Basilica Ostiense sono stati così numerosi<br />
che l'anziana donna ha sfiorato<br />
con la mano i battenti della Porta e ha<br />
poggiato le ginocchia sulla soglia alle 17,<br />
proprio l'orario previsto per l'inizio della<br />
cerimonia di chiusura.<br />
Infatti il Cardinale Legato, Roger Etchegaray,<br />
Presidente del Comitato del<br />
Grande Giubileo dell'Anno 2000, era già<br />
accanto alla Porta e ha seguito con lo<br />
sguardo e con un sorriso il passo di<br />
quell'ultima pellegrina.<br />
Il rito di chiusura è cominciato nell'atrio<br />
della Basilica. «La mattina del 18<br />
gennaio 2000 — ha ricordato il Cardinale<br />
nella monizione introduttiva —, all'inizio<br />
della Settimana di preghiera per<br />
l'Unità dei cristiani, il Vescovo di Roma,<br />
il Papa Giovanni Paolo II, aprì, insieme<br />
con i Rappresentanti delle altre Chiese e<br />
Comunità ecclesiali, la Porta Santa di<br />
questa Basilica, dedicata a san Paolo,<br />
l'Apostolo delle Genti». Il Cardinale ha<br />
pregato il Signore perché siano duraturi<br />
i frutti del Giubileo: la conversione del<br />
cuore, l'orientamento radicale a Cristo,<br />
la docilità allo Spirito, nell'impegno ad<br />
essere promotori di giustizia e di pace.<br />
Il Cardinale si è quindi recato davanti<br />
alla Porta Santa, mentre è stata intonata<br />
l'antifona: «O Clavis David». Si è inginocchiato<br />
in preghiera sulla soglia. Alza-<br />
tosi, ha chiuso i battenti e, dopo aver<br />
poggiato le mani e la fronte sulla Porta<br />
ormai serrata, è rimasto fermo, in piedi,<br />
in silenzio. Struggente il canto: «Christus<br />
heri et hodie, Finis e Principium;<br />
Christus Alpha et Omega. Ipsi gloria in<br />
saecula».<br />
La processione — con il Cardinale era<br />
la comunità monastica guidata dall'Abate,<br />
Dom Paolo Lunardon — è entrata<br />
nella Basilica, piena di fedeli, attraverso<br />
la porta centrale. Ha fatto seguito il canto<br />
dei Vespri. Il Cardinale ha invitato<br />
tutti i presenti a ringraziare il Signore<br />
per i benefici spirituali dell'Anno Santo<br />
con il tenero canto del Magnificat.<br />
Nella persona del Cardinale Etchegaray<br />
i cristiani radunati in san Paolo hanno<br />
abbracciato i loro fratelli che vivono<br />
giorni di dolore nella Terra Santa: il 2<br />
gennaio, infatti, proprio il Cardinale ha<br />
chiuso le celebrazioni giubilari a Betlemme.<br />
Lo ha ricordato nell'omelia, citando<br />
anche le parole del Papa in Terra Santa,<br />
durante lo storico pellegrinaggio del<br />
marzo scorso. «Sono stato a Betlemme<br />
— ha affermato il Cardinale — e ho incontrato<br />
per quelle vie i poveri pastori e<br />
i ricchi re magi, tutti attirati da un<br />
Bambino, l'“Emmanuele”, “Dio con<br />
noi”».<br />
«Se la Porta ora è chiusa — ha detto<br />
— non dobbiamo cercare di vedere attraverso<br />
i buchi della serratura, ma attraverso<br />
la Porta sempre aperta, e più<br />
largamente che mai, che è il Cristo Vivente».<br />
Sempre si deve tenere lo sguardo<br />
fisso sul Mistero dell'Incarnazione.<br />
«Il rinnovamento ecclesiale iniziato con<br />
il Giubileo — ha proseguito — deve andare<br />
avanti, fino ad accogliere le generazioni<br />
emergenti, così diverse, così im-<br />
prevedibili, per aiutare le nostre comunità<br />
parrocchiali o religiose ad assumere<br />
tutto ciò che può essere portatore di un<br />
ringiovanimento evangelico».<br />
«Non abbiamo paura — ha concluso<br />
—. Da tutti i pori del nostro corpo e<br />
della nostra anima respiriamo a pieni<br />
polmoni lo Spirito di Dio che soffia sulla<br />
terra in una genesi perpetua, in una perpetua<br />
novità. Spirito creatore, ecco la<br />
mia porta è spalancata. Spirito di Dio<br />
entra, non ho paura delle correnti d'aria».<br />
La Porta Santa di san Paolo ha, per<br />
volere di Giovanni Paolo II, un'apertura<br />
ecumenica e si affaccia sulla strada del<br />
dialogo tra i cristiani nella verità e nella<br />
carità. L'impegno ecumenico — ha ricordato<br />
il Cardinale — non può mai venire<br />
meno e deve essere segnato dalla<br />
conversione radicale. Lo ha mostrato il<br />
Papa, il 18 gennaio di un anno fa, inginocchiandosi<br />
sulla soglia di questa Porta<br />
insieme con i Rappresentanti di altre<br />
Chiese e Confessioni cristiane.<br />
Dal 30 giugno 2000 c'è anche un segno<br />
visibile di questa decisiva dimensione<br />
ecumenica. A chiudere la Porta Santa,<br />
infatti, c'era all'inizio del Giubileo un<br />
portale di legno e, all'interno della Basilica,<br />
l'antico battente che venne fuso a<br />
Costantinopoli nel 1070. Accanto a quest'antica<br />
e preziosa opera bizantina sei<br />
mesi fa è stata collocata una Porta nuova,<br />
realizzata dal maestro Enrico Manfrini.<br />
Le Chiese di Oriente e di Occidente,<br />
dunque, sono rappresentate nella<br />
Porta Santa di san Paolo che conserverà<br />
sempre le impronte delle sei mani che<br />
l'hanno aperta: mani unite nell'unico<br />
servizio a Gesù Cristo.<br />
Il Cardinale Carlo Furno a Santa Maria Maggiore<br />
GABRIELE NICOLÒ<br />
«Con la chiusura della Porta Santa non si chiude la fonte<br />
della vita, ma ad essa si ricorrerà con maggiore frequenza di<br />
prima perché la vera Porta che è Cristo rimane ora più spalancata<br />
che mai». Su questa «bella realtà» ha richiamato la coscienza<br />
dei fedeli il Cardinale Carlo Furno, Arciprete della Patriarcale<br />
Basilica Liberiana di Santa Maria Maggiore, che ha<br />
officiato il solenne rito della chiusura della Porta Santa della<br />
Basilica, nel pomeriggio di venerdì 5 febbraio. Al rito è seguita<br />
la celebrazione dei Primi Vespri. Hanno concelebrato i membri<br />
del Capitolo Liberiano.<br />
Il Cardinale Legato, all'inizio del solenne rito, si è recato<br />
nell'atrio della Basilica dove ha letto la monizione. «Anno di<br />
grazia è stato l'Anno Santo — così recita un passaggio della<br />
monizione —. Migliaia di fedeli, con l'animo pieno di fede e<br />
di fiducia nell'intercessione della beata Vergine, hanno varcato<br />
la soglia della Porta Santa, per implorare misericordia e perdono,<br />
pace e salute, e per rinnovare l'impegno di vita cristiana».<br />
Dopo la lettura della monizione, i fedeli si sono raccolti in<br />
preghiera. Il Porporato ha poi intonato l'orazione. «Concedici,<br />
Signore, — ha detto il Cardinale Furno — che sia tenace il<br />
proposito di vivere riconciliati con te, con i fratelli e con tutte<br />
le creature. Sia saldo l'impegno di essere promotori di giustizia<br />
e di pace, di solidarietà e di concordia. Sia costante l'amore<br />
per la Chiesa, nostra madre, dovre zampilla la sorgente della<br />
grazia, risuona la Parola che salva, splende la luce che ci<br />
guida verso la Città della vita».<br />
Al termine dell'orazione, il Cardinale Legato si è recato davanti<br />
alla Porta Santa, mentre la schola e l'assemblea cantavano<br />
l'antifona «O Clavis David». Terminata l'antifona, il Porporato<br />
si è inginocchiato sulla soglia della Porta e si è raccolto<br />
in preghiera. Quindi si è alzato e ha chiuso i battenti della<br />
Porta Santa. Mentre il Cardinale Furno rimaneva in piedi davanti<br />
alla Porta, la schola e l'assemblea cantavano l'acclamazione:<br />
«Christus heri et hodie, Finis et Principium; Christus Alpha<br />
et Omega. Ipsi gloria in saecula».<br />
È seguita la processione, attraverso la porta centrale, che<br />
ha raggiunto l'altare. Nell'omelia il Cardinale Furno ha ricor-<br />
dato che anche la Basilica di Santa Maria Maggiore ha ricevuto,<br />
a braccia aperte, folle di pellegrini, «come si addice alla<br />
casa della Madre nostra spirituale, alla Madre comune che ha<br />
cooperato a questa grande purificazione con l'ampiezza del<br />
suo amore».<br />
«Quanti Vescovi e sacerdoti — ha rilevato — hanno potuto<br />
celebrare la Messa per i loro gruppi nella navata centrale e<br />
nelle cappelle che la fiancheggiano. E, soprattutto, quante<br />
confessioni!».<br />
La Basilica ha dato un «colore mariano» a questo grande<br />
evento, ricevendo tutti i mesi gruppi di malati con Celebrazioni<br />
nelle varie lingue, con settimanali funzioni in onore di Maria<br />
Santissima, ed ha ospitato la Celebrazione dell'antico canto<br />
«Akhatistos» con la partecipazione, alla presenza del Santo Padre,<br />
di un numeroso gruppo di Vescovi di rito bizantino del<br />
Medio Oriente e dell'Europa Orientale, il giorno 8 dicembre,<br />
Festa dell'Immacolata.<br />
«Si chiude l'Anno Giubilare — ha affermato il Porporato —,<br />
ma la storia e la vita spirituale non hanno pause. Bisogna<br />
quindi riprendere il cammino, ripartire da Cristo e con Cristo<br />
per essere suoi testimoni nel futuro che ci attende per l'edificazione<br />
del Corpo di Cristo che è la Chiesa».<br />
«Dobbiamo un sentimento di riconoscenza — ha rilevato —<br />
a tutti quelli che hanno collaborato in questa Basilica allo<br />
svolgersi di tanti avvenimenti, al personale che ordinariamente<br />
presta la sua opera e in particolare ai “volontari” che hanno<br />
avuto una presenza assidua, silenziosa e preziosa: la Madonna<br />
li rimeriti dei loro sacrifici».<br />
Al termine dell'omelia il Porporato ha invitato l'assemblea a<br />
ringraziare il Signore per i benefici spirituali dell'Anno Giubilare.<br />
«Esprimiamo con il Magnificat, canto della Vergine Madre<br />
e della Vergine Chiesa — ha detto il Cardinale Furno —<br />
memoria delle grandi opere di Dio in favore del suo popolo,<br />
inno di speranza e profezia dei tempi nuovi, il nostro ringraziamento<br />
al Signore perché nell'Anno del Grande Giubileo ci<br />
ha benedetti in Cristo con ogni benedizione spirituale». Si è<br />
quindi cantato il Magnificat mentre si incensava l'altare. Sono<br />
seguite le intercessioni, la recita del Padre Nostro, l'orazione e<br />
la Benezione finale ai fedeli che, con viva emozione, hanno<br />
seguito le diverse fasi del solenne rito di chiusura della Porta<br />
Santa.