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DAL MONDO<br />

MARIO AGNES<br />

Direttore responsabile<br />

PAGINA<br />

TIPOGRAFIA VATICANA<br />

EDITRICE<br />

«L'OSSERVATORE ROMANO»<br />

Redazione:<br />

via del Pellegrino<br />

00120 Città del Vaticano<br />

Segreteria di Redazione:<br />

Tel. 06.698.83461/06.698.84442<br />

Fax 06.698.83675<br />

Servizi fotografici<br />

de «L'Osservatore Romano»<br />

a cura di Arturo Mari<br />

Le foto dell'attività della Santa Sede<br />

sono del SERVIZIO FOTOGRAFICO<br />

de «L'Osservatore Romano»<br />

Tel. 06.698.84797 - Fax 06.698.84998<br />

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Redazione<br />

de «L'OSSERVATORE ROMANO»<br />

Tel. 06.698.83461 - Fax 06.698.83675<br />

2 .<br />

SRI LANKA Tra esercito regolare e «Tigri Tamil»<br />

Cruenta battaglia<br />

ad Elefant Pass<br />

COLOMBO, 17.<br />

Si fanno di ora in ora più cruenti nello<br />

Sri Lanka gli esiti della battaglia ingaggiata<br />

da ieri mattina tra l'esercito regolare<br />

e le milizie ribelli delle «Tigri per<br />

la liberazione della patria Tamil» (Ltte)<br />

nei pressi di Elefant Pass, la strategica<br />

postazione che controlla l'accesso alla<br />

penisola di Jaffna, nell'estremo Nord del<br />

India: attaccato<br />

da guerriglieri islamici<br />

aeroporto nel Kashmir<br />

NUOVA DELHI, 17.<br />

Undici persone sono state uccise<br />

ieri in una feroce battaglia tra<br />

guerriglieri fondamentalisti islamici<br />

e forze di sicurezza indiane all’aeroporto<br />

di Srinagar, nello Stato<br />

indiano Jammu e Kashmir.<br />

Fonti militari affermano che sono<br />

stati uccisi i sei guerriglieri che<br />

hanno condotto l’attacco, tre soldati<br />

e due civili. L'azione è stata<br />

rivendicata dal gruppo fondamentalista<br />

islamico «Lashkar-e-Toiba»,<br />

che ha le sue basi in Pakistan ed<br />

in Afghanistan. I sei estremisti sono<br />

entrati in azione poco prima<br />

delle tre di pomeriggio locali attaccando<br />

con bombe e fucili il<br />

picchetto di polizia all’entrata dell’aeroporto,<br />

affollato di viaggiatori.<br />

Le squadre di pronto intervento<br />

dell’esercito sono accorse sul<br />

posto ingaggiando con i guerriglieri<br />

una battaglia che si è protratta<br />

per cinque ore.<br />

L’attacco rappresenta una battuta<br />

d’arresto per il processo di<br />

pace lanciato due mesi fa dal Governo<br />

indiano, che ha ordinato all’esercito<br />

di sospendere tutte le<br />

operazioni nel Kashmir indiano e<br />

di limitare a difendersi dagli attacchi<br />

dei secessionisti che da 11 anni<br />

conducono la guerriglia. Tre<br />

giorni fa guerriglieri hanno tentato<br />

di uccidere Farooq Abdullah, il<br />

capo del Governo statale dello<br />

Jammu e Kashmir. Pochi giorni<br />

prima, lo stesso «Lashkar-e-Toiba»<br />

aveva minacciato attentati contro<br />

il Primo Ministro indiano Atal<br />

Bihari Vajpayee.<br />

Secondo il Governo di Nuova<br />

Delhi si tratta di segnali che indicano<br />

come il Pakistan, che sostiene<br />

politicamente i secessionisti, e i<br />

moderati islamici del Kashmir<br />

non possano o non vogliano, contenere<br />

i gruppi di guerrieri. Il cessate<br />

il fuoco unilaterale dichiarato<br />

dal Governo indiano scade il 26<br />

gennaio e gli avvenimenti degli ultimi<br />

giorni sembrano indicare che<br />

non verrà esteso.<br />

Questa mattina, intanto, è stato<br />

effettuato dall’isola di Wheeler,<br />

nell’India orientale, un lancio sperimentale<br />

del missile balistico teraa-terra<br />

«Agni 2», che una portata<br />

di 2000 chilometri ed è stato<br />

progettato e fabbricato in India.<br />

Lo ha riferito l'agenzia di stampa<br />

indiana «Pti», parlando di esito<br />

«soddisfacente».<br />

Paese. Secondo fonti militari locali, sarebbero<br />

già novanta le vittime dell’offensiva<br />

lanciata ieri dall’esercito. Le autorità<br />

militari affermano infatti che sono<br />

stati uccisi non meno di 52 ribelli, mentre<br />

i soldati cingalesi caduti sono 37.<br />

Sempre secondo tali fonti, anche un civile<br />

sarebbe rimasto ucciso nel fuoco incrociato.<br />

Obiettivo dell'attacco dell'esercito, come<br />

detto, è la riconquista di Elephant<br />

Pass, unico punto di collegamento via<br />

terra tra la penisola di Jaffna e il resto<br />

del Paese. Dall'alba di ieri, migliaia di<br />

uomini appoggiati da artiglieria pesante,<br />

aviazione e carri armati sono avanzati<br />

verso le posizioni dei ribelli a Sud del<br />

piccolo centro di Kilaly, sulla strada che<br />

porta appunto ad Elephant Pass. Le «Tigri<br />

Tamil», secondo i militari, hanno risposto<br />

con un «furioso fuoco» di mortai<br />

ed artiglieria.<br />

La strategica posizione di Elephant<br />

Pass era caduta nelle mani dei ribelli<br />

l’anno scorso in quella che è considerata<br />

la più grave sconfitta ma subita dell’esercito<br />

cingalese nella guerra civile che<br />

si protrae ormai da ben diciassette anni<br />

e che ha già provocato la morte di non<br />

meno di sessantacinquemila persone.<br />

I ribelli dell’«Ltte» avevano proclamato<br />

all’inizio dello scorso dicembre un<br />

cessate il fuoco unilaterale in segno di<br />

«buona volontà». Il Governo di Colombo<br />

ha risposto dicendosi pronto a sospendere<br />

le operazioni militari solo dopo l’inizio<br />

di colloqui di pace.<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Giovedì 18 Gennaio 2001<br />

BUJUMBURA — Ogni giorno, in Burundi,<br />

bambini e adulti muoiono per la fame<br />

e le malattie. A lanciare l'allarme è l'organizzazione<br />

umanitaria internazionale<br />

«Medici senza frontiere» (Msf), cui è stato<br />

conferito nel 1999 il premio Nobel per la<br />

pace. Particolarmente preoccupante è la<br />

situazione nel Nord del Paese, dove infuriano<br />

la carestia e un'epidemia di malaria<br />

senza precedenti. Msf segnala che, nella<br />

provincia di Karuzi un quarto dei bambini<br />

soffrono di malnutrizione e a dicembre ne<br />

Appello di «Medici senza frontiere» per la popolazione del Burundi<br />

sono morti 59. L'organizzazione gestisce<br />

in Burundi una decina di centri nutrizionali<br />

terapeutici: i bambini che vi affluiscono<br />

— rivela il responsabili di Msf a Bujumbura,<br />

Andy Durrant — «versano in condizioni<br />

molto preoccupanti e con un immunità<br />

ridotta per cui vengono facilmente attaccati<br />

dalla malaria e da altre malattie».<br />

All'appello di Msf ha eco il Programma<br />

alimentare mondiale (Pam) dell'Onu, che<br />

stima in 450 mila gli abitanti del Burundi<br />

bisognosi di aiuti. La portavoce dell'agenzia<br />

umanitaria, Christiane Berthiaume, ha<br />

pertanto chiesto ai Paesi donatori la fornitura<br />

sollecita di sedicimila tonnellate di viveri<br />

per arginare la situazione d'emergenza.<br />

L'anno scorso, il Pam si è visto costretto<br />

a ridurre le operazioni assistenziali<br />

in Burundi sia per mancanza di finanziamenti<br />

sia per ragioni di sicurezza.<br />

MEDIO ORIENTE A seguito della ripresa delle trattative sulla sicurezza<br />

Israele toglie il blocco<br />

ai Territori palestinesi<br />

TEL AVIV, 18.<br />

Israele ha riaperto oggi i valichi di accesso<br />

ai Territori a seguito della ripresa<br />

dei colloqui con l'Autorità Palestinese<br />

(Ap). Lo ha reso noto la Radio militare<br />

precisando che in particolare sono stati<br />

sbloccati il posto di controllo di Rafah,<br />

che collega la «Striscia di Gaza» all’Egitto,<br />

e quelli di Karni e di Erez che rappresentano<br />

la porta verso Israele. Per<br />

domani, inoltre, è prevista la riapertura<br />

dell'aeroporto di Gaza. La chiusura era<br />

stata imposta dall’esercito israeliano dopo<br />

l'uccisione di un colono ebreo.<br />

In serata sono previsti altri incontri<br />

tra le parti, che affronteranno le questioni<br />

di sicurezza e ordine pubblico, lasciando<br />

alle prossime settimane il confronto<br />

sul piano di pace degli Usa.<br />

Il dialogo dunque non si ferma, malgrado<br />

le rappresaglie attuate nella «Striscia<br />

di Gaza» da gruppi di coloni che<br />

protestano per l’uccisione del loro compagno<br />

Roni Tsalah. «Abbiamo sollevato<br />

la questione degli attacchi», ha dichiarato<br />

il negoziatore Capo palestinese Saeb<br />

Erekat, che ha partecipato ad una riunione<br />

negoziale affiancato al Presidente<br />

del Consiglio legislativo dell’Ap, Ahmed<br />

Qrei, dal responsabile dell’informazione,<br />

Yasser Abed Rabbo, e dal Capo del servizio<br />

di sicurezza, Mohammed Dahlan.<br />

La delegazione israeliana era invece guidata<br />

dal Ministro degli esteri, Shlomo<br />

Ben Ami, accompagnato da Gilad Sher,<br />

Capo di Gabinetto del Premier Barak, e<br />

da alti ufficiali. Al termine dell’incontro<br />

Erekat ha detto che le divergenze «sono<br />

rimaste le stesse».<br />

RUSSIA Delegazione in missione nella regione<br />

Cecenia: il Consiglio d'Europa<br />

preoccupato per la sorte dei civili<br />

MOSCA, 17.<br />

Preoccupazione per denunciate azioni<br />

illegali delle truppe federali russe contro<br />

civili ceceni è stata espressa ieri dal britannico<br />

Frank Judd che si trova nella<br />

piccola Repubblica federata caucasica a<br />

Capo di una delegazione dell'Assemblea<br />

parlamentare del Consiglio d’Europa.<br />

La popolazione locale ha denunciato<br />

estorsioni e atti di prepotenza da parte<br />

delle truppe federali in servizio ai posti<br />

di controllo allestiti nella Repubblica federata<br />

del Caucaso, ha detto Judd ai<br />

giornalisti nel corso di una sosta a<br />

Khankala, il villaggio a una trentina di<br />

chilometri da Grozny che è sede del comando<br />

generale delle truppe russe. Lo<br />

riferisce l’agenzia di stampa «Interfax».<br />

Judd si è soffermato anche su «alcuni<br />

progressi» nel campo della tutela dei diritti<br />

umani da parte russa rispetto alla<br />

sua visita precedente in Cecenia avvenuta<br />

l’anno scorso. La delegazione dell’Assemblea<br />

parlamentare ha avuto anche<br />

un colloquio con Akhmat Kadyrov,<br />

l’amministratore filorusso della Cecenia<br />

che ha ribadito la sua volontà di intavolare<br />

negoziati di pace con i dirigenti secessionisti<br />

che non hanno responsabilità<br />

in fatti di sangue e azioni di violenza.<br />

Non è questo il caso del Presidente ceceno,<br />

Aslan Maskhadsov, di Shamil Basaiev<br />

e di altri comandanti militari che<br />

hanno compiuto azioni delittuose, ha<br />

detto Kadyrov. La missione nel Caucaso<br />

della delegazione del Consiglio d'Europa<br />

avviene in vista dell’Assemblea del 22-26<br />

gennaio prossimo nel corso della quale<br />

sarà decisa l’eventuale revoca delle san-<br />

Ex Zaire: notizie<br />

contraddittorie<br />

sul Presidente Kabila<br />

CONTINUAZIONE DALLA PAGINA 1<br />

Kabila, che ha sessant'anni anni, è un<br />

ex rivoluzionario, a suo tempo imbevuto<br />

di dottrine marxiste, che per trent'anni<br />

ha lottato contro la dittatura del maresciallo<br />

Mobutu Seko. Nel 1996 ha assunto<br />

la guida della rivolta, appoggiata da<br />

truppe rwandesi e ugandesi, contro il<br />

regime mobutista. Crollato il quale, nel<br />

maggio del 1997, si è proclamato Presidente.<br />

Ma era ben presto entrato in contrasto<br />

con i suoi padrini politici nel tentativo<br />

di ristabilire la sovranità nazionale<br />

sulle regioni orientali passate di fatto<br />

sotto il controllo del Rwanda e dell'Uganda.<br />

Di qui la seconda guerra congolese,<br />

che il Segretario di Stato americano<br />

Margaret Albright ha definito il «primo<br />

conflitto mondiale africano». In esso<br />

infatti sono coinvolti militarmente altri<br />

cinque Paesi africani: Angola, Namibia e<br />

Zimbabwe, alleatisi con Kabila; Rwanda<br />

e Uganda, sostenitori dei movimenti ribelli<br />

al Governo di Kinshasa. La guerra,<br />

che ha provocato un milione e 700 mila<br />

morti tra la popolazione civile, si trascina<br />

senza prospettive di soluzione dal<br />

mese di agosto del 1998.<br />

zioni decretate l’anno scorso contro Mosca<br />

per violazione dei diritti umani in<br />

Cecenia. Si tratta in pratica di restituire<br />

alla Russia il diritto di voto che fu tolto<br />

dall’Assemblea dell’aprile scorso. A Strasburgo<br />

la Duma di Stato (la Camera<br />

bassa del Parlamento russo) invierà una<br />

delegazione ridotta. Dmitri Rogozin, Capo<br />

della delegazione e Presidente della<br />

Commissione affari esteri della Duma di<br />

Stato, ha detto ieri che, se non saranno<br />

tolte a Strasburgo le sanzioni, Mosca<br />

prenderà delle contromisure non specificate.<br />

Potrebbe trattarsi di un divieto futuro<br />

a missioni come quella condotta<br />

nel Caucaso da Frank Judd.<br />

Intanto, l'aviazione federale ha proseguito<br />

i suoi bombardamenti contro le<br />

basi dei ribelli in Cecenia e, secondo<br />

fonti dello stato maggiore russo nel Caucaso,<br />

ha distrutto due rifugi nella zona<br />

di Nozhai-Iurt. In totale ci sono stati 57<br />

bombardamenti russi nelle ultime 24 ore<br />

tra le montagne della Cecenia. Dal canto<br />

loro, i guerriglieri hanno portato nove<br />

attacchi a Grozny e a Gudermes, la<br />

seconda città cecena situata ad Est della<br />

capitale dove ha sede l'amministrazione<br />

filorussa. Tra i soldati di Mosca non ci<br />

sarebbero state vittime.<br />

Intanto, mentre il Commissario responsabile<br />

per le relazioni esterne dell'Ue,<br />

Chris Patten, è a Mosca per intensificare<br />

le relazioni tra Unione Europea<br />

e Russia nel quadro dell'accordo di partenariato<br />

e cooperazione, consultazioni<br />

tecniche sulla questione del debito russo<br />

(«ereditato» dalla disciolta Urss) e il<br />

«Club di Parigi» riprenderanno nella capitale<br />

francese il 24 gennaio prossimo.<br />

Aiuti della Chiesa cattolica<br />

alle vittime delle violenze<br />

nostro servizio<br />

GERUSALEMME, 17.<br />

In questi tre mesi di conflitto la<br />

Chiesa di Terra Santa ha dato conforto<br />

e aiuto alle famiglie delle vittime<br />

e ai feriti e a quanti hanno avuto<br />

case distrutte o danneggiate. È<br />

stata particolarmente vicina ai poveri.<br />

Padre Guido Gockel M.H.M., Direttore<br />

regionale per Palestina,<br />

Israele e Cipro della «Pontificia Missione<br />

per la Palestina», traccia un<br />

bilancio di questo impegno che fra<br />

l'altro smentisce quanti, non conoscendo<br />

i fatti, si sono chiesti dove<br />

fossero i cristiani in questi momenti<br />

difficili.<br />

Ai primi di ottobre, appena dopo<br />

l'inizio della nuova intifada, su iniziative<br />

del Patriarca di Gerusalemme<br />

dei Latini, Sua Beatitudine Michel<br />

Sabbah, è stato subito avviato<br />

un programma di assistenza nel<br />

coordinamento tra le principali istituzioni<br />

della Chiesa locale, la «Caritas»,<br />

innanzi tutto, espressione dell'Assemblea<br />

degli Ordinari cattolici<br />

di Terra Santa; e quindi la «Pontificia<br />

Missione per la Palestina», collegata<br />

alla Cnewa (Catholic Near East<br />

Welfare Association) organizzazione<br />

assistenziale dell'Arcidiocesi di New<br />

York; il «Catholic Relief Service» della<br />

Conferenza episcopale degli Stati<br />

Uniti e il «Segretariato di solidarietà»<br />

delle rappresentanze pontificie in<br />

Terra Santa di cui è Presidente l'Arcivescovo<br />

Pietro Sambi, Nunzio Apostolico<br />

in Israele e in Cipro e Delegato<br />

Apostolico in Gerusalemme e Palestina.<br />

Questi organismi, in stretta<br />

consultazione settimanale, hanno<br />

avviato un piano di azione immediato,<br />

grazie anche all'aiuto ricevuto<br />

da diocesi e istituzioni caritatevoli<br />

di ogni parte del mondo.<br />

La priorità è stata data ai feriti —<br />

finora oltre diecimila, il 25 per cento<br />

dei quali resteranno disabili — assicurando<br />

medicine ai principali ospedali<br />

di Betlemme, Ramallah e della<br />

parte orientale di Gerusalemme; e<br />

sovvenzioni in denaro ai più importanti<br />

centri medici per la riabilitazione<br />

di portatori di handicap; in<br />

particolare a quello della «Bethlem<br />

Arab Society for Rehabilitation» (ove<br />

operano delle suore della congregazione<br />

di Nostra Signora della Mercede<br />

e dell'istituto delle Serve del Signore<br />

e della Vergine di Matarà). A<br />

questa istituzione è stata data una<br />

delle tre ambulanze acquistate grazie<br />

alle offerte ricevute dal Cile, da<br />

famiglie cristiane oriunde della zona<br />

di Betlemme, le altre due sono state<br />

assegnate all'ospedale «Augusta Victoria»<br />

di Gerusalemme e all'organizzazione<br />

della «Mezzaluna rossa» palestinese.<br />

Dirigenti e personale delle varie<br />

istituzioni hanno visitato le famiglie,<br />

circa 250, delle cittadine più colpite<br />

nella regione di Betlemme, cioè Beit<br />

Jala e Beit Sahour (questa è la località<br />

del Campo dei Pastori), elargendo<br />

a ciascuna un contributo minimo<br />

di 1.000 dollari e superiore nei<br />

casi più gravi. Assistite pure le famiglie<br />

di molte località della Cisgiordania<br />

che, per eventi connessi al conflitto,<br />

hanno subito danni ai loro<br />

oliveti. In tutto le famiglie visitate e<br />

assistite sono state a fine dicembre<br />

1.109, la gran parte in Cisgiordania<br />

da Henin (Alta Samaria) a Beit<br />

Sahour, in questo numero rientrano<br />

le 220 di Gaza.<br />

Alla fine di dicembre l'assistenza<br />

prestata è ammontata a 300 mila<br />

dollari americani (dei quali 220 mila<br />

della sola «Pontificia Missione per la<br />

Palestina»), un milione 300 mila<br />

shekel israeliani e 45 mila marchi<br />

tedeschi, per complessivi 625 mila<br />

dollari circa.<br />

Ed è prevista la continuazione<br />

dell'assistenza sociale ancora sei<br />

mesi dopo la fine delle violenze.<br />

È molto significativo che tutte le<br />

comunità cristiane di Terra Santa si<br />

siano mobilitate per venire in aiuto<br />

ai più bisognosi. Sono state in questo<br />

spronate dalla lettera pastorale<br />

di Avvento del Patriarca Sabbah,<br />

che ha anche invitato a preghiere e<br />

al digiuno; raccomandazioni seguite<br />

da tutte le comunità religiose.<br />

Nella parrocchia cattolica di Gerusalemme,<br />

riferisce il parroco, padre<br />

George Abu Khazen O.F.M., sono<br />

state fatte due collette nel periodo<br />

di Avvento e gruppi di giovani<br />

hanno coinvolto fedeli di altre chiese<br />

ortodosse e protestanti, in una manifestazione<br />

di concreto ecumenismo.<br />

E poiché anche a Gerusalemme<br />

molti cristiani hanno risentito<br />

della difficile situazione, soprattutto<br />

per la mancanza del lavoro, la «San<br />

Vincenzo de' Paoli» ha aiutato ben<br />

380 famiglie. A Betlemme sono state<br />

organizzate due feste natalizie per<br />

bambini, con distribuzione di doni e<br />

giocattoli, una da padre Ibrahim<br />

Faltas O.F.M., direttore della Scuola<br />

di Terra Santa; l'altra da padre Majdi<br />

el Siriani responsabile dell'ufficio<br />

di solidarietà del Patriarcato Latino<br />

e parroco di Beit Sahour che ha<br />

dunque coinvolto ragazzi dell'intera<br />

area, parecchi dei quali protagonisti<br />

di una mostra di disegni esposta al<br />

«palazzo della pace» sul tema dell'intifada<br />

e del loro desiderio che le<br />

violenze cessino. Gli studenti del Seminario<br />

patriarcale latino di Beit Jala<br />

sono stati impegnati in molte opere<br />

di solidarietà: visite ai feriti negli<br />

ospedali e alle famiglie che hanno<br />

avuto le abitazioni danneggiate e a<br />

quelle, una ventina, ospitate in albergo;<br />

animazione di giochi ai loro<br />

bambini; offerta e servizio di un<br />

pranzo per i cristiani e uno per i<br />

musulmani. E a tal proposito va<br />

detto che tutto l'aiuto cristiano non<br />

ha fatto distinzioni di persone.<br />

Anche in Galilea in tutte le parrocchie,<br />

istituzioni e scuole cristiane,<br />

è stato un fiorire di iniziative<br />

coordinate dal Vescovo Ausiliare di<br />

Gerusalemme dei Latini, Mons. Giacinto-Boulos<br />

Marcuzzo; si sono distinti<br />

in particolare l'Unione delle<br />

Religiose e don Elias Odeh, direttore<br />

delle scuole patriarcali che si è assicurata<br />

la collaborazione di strutture<br />

dell'Onu. Parecchi camion con viveri<br />

e indumenti hanno raggiunto, superando<br />

molte difficoltà, le parrocchie<br />

di località di Cisgiordania e di<br />

Gaza, venendo così incontro alle necessità<br />

più impellenti.<br />

GRAZIANO MOTTA<br />

El Salvador: avviate iniziative per la ricostruzione<br />

nel Paese devastato dal terremoto<br />

CONTINUAZIONE DALLA PAGINA 1<br />

ne. Il Presidente Flores ha intanto<br />

rivolto un nuovo appello<br />

alla comunità internazionale,<br />

chiedendo di non ridurre la<br />

mobilitazione e di continuare<br />

lo sforzo di solidarietà, imprescindibile<br />

di fronte alle grandi<br />

distruzioni operate dal sisma. I<br />

contributi in denaro, ha nel<br />

frattempo rivelato il Ministro<br />

delle finanze José Luis Trigueros,<br />

sono finora inferiori alle<br />

aspettative. Per fugare il possibile<br />

scetticismo su un cattivo<br />

uso delle risorse finanziarie, i<br />

responsabili della Commissione<br />

nazionale di solidarietà salva-<br />

doregna hanno ieri assicurato<br />

che «i fondi ricevuti saranno amministrati<br />

in modo irreprensibile». La protezione<br />

civile nazionale, la Croce rossa internazionale,<br />

e le squadre specializzate<br />

giunte da vari Paesi, continuano nelle<br />

operazioni di soccorso, ma la speranza<br />

di trovare superstiti è ormai praticamente<br />

vicina a zero.<br />

Intanto, la terra ha tremato con decisione<br />

per tutta la giornata di ieri, con<br />

scosse di una magnitudo variante fra 2,5<br />

e 5 gradi sulla scala Richter. Jorge Rodriguez,<br />

direttore dell’Istituto di indagini<br />

geotecniche del Salvador, ha spiegato<br />

che queste repliche sono normali nella<br />

fase di assestamento delle placche di Coco<br />

e di Nazca, responsabili del terremoto<br />

di sabato. L’esperto ha anche colto<br />

l’occasione per cercare di calmare la popolazione,<br />

preoccupata per la segnala-<br />

zione di una importante attività<br />

dei vulcani salvadoregni. Rodriguez<br />

ha infatti spiegato che non<br />

esiste alcuna relazione fra il fenomeno<br />

sismico e quello vulcanico.<br />

Un deciso aiuto alle fasce di popolazione<br />

più esposte dopo il terremoto<br />

è giunto ieri dall’Unicef<br />

che si sta attivando per portare<br />

aiuto a migliaia di bambini e di<br />

donne. Lo rende noto in un comunicato<br />

lo stesso Fondo delle<br />

Nazioni Unite per l’infanzia, precisando<br />

che è già stato stabilito<br />

un primo stanziamento di 500.000<br />

dollari Usa e che nell’immediato<br />

verranno forniti altri aiuti. L’Unicef<br />

ha sottolineato che distribuirà<br />

taniche di acqua potabile, che ga-<br />

rantirà l’attrezzatura sanitaria e<br />

che cercherà di facilitare una rapida ripresa<br />

dell’attività scolastica dei bambini<br />

fornendo materiale didattico.<br />

Verranno inoltre formate squadre di<br />

specialisti per aiutare le autorità locali<br />

ad identificare e proteggere i bambini rimasti<br />

orfani, di cui ancora non è possibile<br />

quantificare il numero, e promuovere<br />

la rapida riunificazione delle famiglie<br />

separate.<br />

Com'è noto, il Paese africano è in preda<br />

dal 1993 a una guerra civile che ha<br />

provocato oltre 200 mila morti. Essa oppone<br />

il Governo e l'esercito, dominati dalla<br />

minoranza Tutsi ai movimenti di resistenza<br />

armata dell'etnia rivale degli Hutu, che<br />

costituiscono l'85 per cento della popolazione.<br />

Un accordo di pace, firmato il 28<br />

agosto scorso ad Arusha (Tanzania) dal<br />

Governo e dai partiti politici Tutsi e Hutu,<br />

è rimasto lettera morta per la mancata<br />

adesione dei gruppi guerriglieri.<br />

Uranio «impoverito»:<br />

il Parlamento dell'Ue<br />

chiede la moratoria<br />

STRASBURGO — Il Parlamento<br />

europeo di Strasburgo ha lanciato<br />

mercoledì un appello per una moratoria<br />

dell’uso delle armi all’uranio<br />

impoverito. In una risoluzione<br />

approvata con 394 voti a favore, 60<br />

contrari e 106 astensioni, l'Assemblea<br />

ha chiesto agli Stati dell'Ue<br />

che fanno parte della Nato «di proporre<br />

una moratoria dell’uso delle<br />

armi all’uranio impoverito, in accordo<br />

con il principio di precauzione».<br />

Nel documento, si chiede anche<br />

«la creazione di un gruppo di<br />

lavoro medico europeo indipendente,<br />

incaricato di esaminare le<br />

questioni risultanti dalla possibile<br />

relazione fra l’impiego di munizioni<br />

all’uranio impoverito e alcuni<br />

casi di decesso e malattia fra i soldati»<br />

impegnati nei Balcani.<br />

Filippine: sospeso<br />

il procedimento<br />

contro il Presidente<br />

MANILA — È stato sospeso nelle<br />

Filippine il procedimento per mettere<br />

in stato d'accusa il Presidente<br />

Joseph Estrada, dopo le dimissioni<br />

presentate martedì dagli undici<br />

parlamentari del collegio d’accusa.<br />

Il procedimento «riprenderà quando<br />

la Camera dei deputati prenderà<br />

una decisione in merito», ha<br />

detto il Presidente della Corte Suprema,<br />

Hilario Davide. Gli accusatori<br />

si sono dimessi per protesta<br />

contro la decisione del Senato, costituito<br />

per l’occasione in Alta Corte,<br />

che con 11 voti a favore e 10<br />

contrari ha impedito la revoca del<br />

segreto bancario sui conti di Estrada,<br />

accusato di corruzione.<br />

Etiopia: rimpatriati<br />

altri 254 eritrei<br />

prigionieri di guerra<br />

ADDIS ABEBA — Sono stati rimpatriati<br />

martedì dall'Etiopia 254 prigionieri<br />

di guerra, in un'operazione<br />

condotta sotto il controllo del<br />

Cicr, il Comitato internazionale<br />

della Croce Rossa, tra la località<br />

etiope di Rama e quella eritrea di<br />

Adi Kwala, separate dal fiume Mereb.<br />

Si è trattato della terza operazione<br />

di questo tipo seguita alla<br />

firma, il 12 dicembre scorso, dell'accordo<br />

di pace tra i due Paesi.<br />

Uganda: non ancora<br />

terminata l'epidemia<br />

del virus «Ebola»<br />

KAMPALA — Non è ancora terminata<br />

in Uganda l'epidemia provocata<br />

dal virus «Ebola» che ha provocato<br />

negli ultimi mesi 173 morti<br />

nel Nord del Paese. Proprio quando<br />

le autorità sanitarie ugandesi si<br />

apprestavano ormai a dichiarare<br />

superata l’epidemia, è stato infatti<br />

accertato un nuovo caso di contagio<br />

nel distretto di Gulu. Il Direttore<br />

dei servizi sanitari ugandesi,<br />

Sam Okware, ha detto martedì che<br />

la nonna di una neonata di cinque<br />

mesi morta di Ebola il 4 gennaio a<br />

Gulu, è stata anch’essa contagiata<br />

sabato scorso. Okware ha spiegato<br />

che deve perciò ripartire da zero il<br />

conto dei giorni senza che vengano<br />

segnalati nuovi casi necessari<br />

per dichiarare ufficialmente superata<br />

l’epidemia, cioè 42, il doppio<br />

del periodo di incubazione del virus,<br />

ma ha aggiunto che «l’Uganda<br />

sta per uscire dall’epidemia».<br />

Nigeria: ventitré morti<br />

in un terrificante<br />

incidente stradale<br />

ABUJA — Ventitré persone sono<br />

morte in Nigeria nello scontro tra<br />

un camion carico di persone e un<br />

autocarro a Nasarawa Dandume,<br />

nella provincia settentrionale di<br />

Katsina. Il gravissimo incidente, le<br />

cui cause non sono state accertate,<br />

è accaduto la settimana scorsa,<br />

ma le autorità locali ne hanno dato<br />

notizia martedì. Ogni anno, migliaia<br />

di persone muoiono in Nigeria<br />

per incidenti stradali provocati<br />

per lo più dal cattivo stato sia delle<br />

strade sia degli autoveicoli.<br />

Opec: si prospetta<br />

un accordo per ridurre<br />

l'estrazione del greggio<br />

VIENNA — Poche ore prima dell'apertura,<br />

mercoledì pomeriggio a<br />

Vienna, della riunione ministeriale<br />

dell'Opec, l'Organizzazione dei<br />

Paesi produttori di petrolio, è stata<br />

data notizia di un accordo già raggiunto<br />

per tagliare di un milione e<br />

mezzo di barili di produzione giornaliera<br />

di greggio. Lo ha detto<br />

martedì il Ministro del petrolio del<br />

Kuwait, lo sceicco Saud Nasser al-<br />

Sabah, prima dell’avvio delle consultazioni.<br />

Norvegia: riprenderà<br />

l'esportazione<br />

di carne di balena<br />

OSLO — La carne di balena tornerà<br />

ad essere esportata da parte<br />

della Norvegia, che già dal 1993<br />

ha sfidato la moratoria internazionale<br />

sulla caccia al mammifero<br />

marino, senza tuttavia consentirne<br />

l’esportazione. L'annuncio è stato<br />

dato martedì dal Governo di Oslo<br />

che ha quindi accolto le richieste<br />

dei cacciatori di balene che da<br />

tempo sollecitavano una ripresa<br />

delle esportazioni.

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