. PAGINA 8 . Raccolte in un volume quattordici riflessioni scritte dal Rettor Maggiore, Don Vecchi Temi fondamentali di spiritualità salesiana Don Juan Edmundo Vecchi, Rettor Maggiore della Congregazione Salesiana, ottavo successore di san Giovanni Bosco, ha raccolto quattordici riflessioni nel volume «Spiritualità Salesiana - temi fondamentali» (Ed. Elledici, Leumann-Torino 2001, pp. 238, L. 28.000, E 14,46). Di seguito pubblichiamo l'Introduzione scritta dall'autore: Colloco queste riflessioni sulla Spiritualità Salesiana nel contesto di tre avvenimenti molto significativi. Il primo è il Giubileo del 2000. Esso richiama ad una conversione personale e mette a fuoco le condizioni e le vie per evangelizzare il mondo che entra nel terzo millennio: secolare, tecnologico, pluralista, libero, unificato e diviso. Il punto centrale di riflessione è il valore che può avere Cristo e la fede nella nostra attuale situazione; e quindi la coscienza della propria originalità che i cristiani debbono acquisire, la trasparenza della loro testimo- nianza, la loro presenza- lievito nel mondo. È un invito a riscoprire la nostra vocazione in un mondo che ha bisogno di segni, di vedere e toccare. Nell'ambito più ristretto della Vita consacrata ci sono stati un approfondimento e una presa di coscienza, e questo è il secondo avvenimento, sul contributo specifico della consacrazione religiosa alla comunione ecclesiale ed alla cultura. Dai religiosi si attende un messaggio ed una proposta di spiritualità. In questo nostro tempo di molteplici forme di religiosità e di ricerca di senso, il loro compito consiste nell'offrire esempi e percorsi di vita spirituale cristiana. Si è riflettuto molto sullo specifico del cristiano nel contesto secolare odierno e del consacrato che si propone di seguire radicalmente Cristo. La conclusione è che non sono i segni esterni, né il lavoro apostolico o professionale ciò che caratterizza il religioso nel mondo, ma il tipo di esistenza che si propone di realizzare, costruita sul riconoscimento della presenza e azione di Dio. Nella Congregazione ha avuto luogo il Capitolo Generale 24 (CG24). Le ispettorie prima ne hanno sentito parlare da coloro che vi hanno preso parte. In seguito hanno ricevuto il documento. È da supporre che non soltanto l'abbiano letto, ma l'abbiano studiato nelle comunità ed in adunanze di direttori. Oggi sono arrivate al momento forse più importante nel processo di assimilazione e di applicazione: i Capitoli ispettoriali. Il CG24 si propone di impiegare meglio le nostre forze che Dio ci manda per espandere il lavoro educativo e pastorale. Ciò però esige una condizione: una maggiore qualità religiosa, apostolica e formativa nei singoli salesiani e nelle comunità. C'è un equivoco da dissipare: che la possibilità di animare i laici si giochi tutta sulla nostra abilità di coordinamento e di organizzazione. Il CG24 scommette sulla L'OSSERVATORE ROMANO Mercoledì 31 Gennaio 2001 31 gennaio: memoria di san Giovanni Bosco, sacerdote fondatore dei Salesiani, padre e maestro dei giovani Celebrazioni a Torino, a Valdocco e a Bra È stata dedicata ad Internet ed al suo impatto sulla vita di ogni giorno — la cosiddetta new economy — l'edizione 2001 di «DonBoscoInsieme», tradizionale manifestazione giovanile proposta dagli ex allievi/e salesiani che ha aperto a Torino le celebrazioni nell'ambito della festa liturgica di san Giovanni Bosco. Sulla new economy i giovani salesiani hanno aperto un confronto che si collega con i temi del Giubileo, e in particolare con la campagna per la riduzione del debito estero dei Paesi in via di sviluppo. «Abbiamo riflettuto a lungo sui problemi che la globalizzazione comporta per le nazioni più povere — spiega Paolo Ferrero, uno degli organizzatori —. In un mondo caratterizzato da un'eccessiva tecnologizzazione è necessario capire se e come si possa operare nell'economia salvaguardando valori come la giustizia e la tutela delle fasce più deboli. Vogliamo per questo offrire ai partecipanti al nostro convegno gli strumenti per valutare correttamente le conseguenze dell'applicazione di Internet nell'economia». Nella Basilica di Maria Ausiliatrice a Valdocco, cuore del mondo salesiano, si svolgono anche tutte le celebrazioni liturgiche, come il ricordo della beata Laura Vicuña, la memoria di san Fran- nostra capacità di comunicare «mistica», entusiasmo per la missione educativa e di condividere la spiritualità salesiana. A queste circostanze: nuova evangelizzazione, rinnovamento della vita consacrata, CG24, ne aggiungo uno che vi riguarda in forma molto personale. La vostra vita è oggi caratterizzata da un fatto: siete chiamati ad animare un porzione, sebbene minima, della Congregazione, con ripercussioni su una ispettoria e più lontanamente sull'ambito nazionale. A voi il Signore affida la responsabilità di imprimere un orientamento fruttifero alla vita della Congregazione in questa parte del mondo. L'Esortazione Vita Consecrata ci ha abituati a contemplare delle icone bibliche. La principale è quella della Trasfigurazione, una pagina inesauribile su due versanti: la contemplazione di Cristo come Messia, Figlio di Dio e Redentore attraverso la passione e la morte; l'esperienza di fede e di sequela degli apostoli e di tutti i credenti. Nella storia personale di Cristo, la Trasfigurazione avviene alla conclusione della predicazione e prima di affrontare la passione. Nella storia dei discepoli è collocata come passaggio da una loro adesione umana, di simpatia verso Lui, a quella fede robusta che sarà messa a prova con la morte di Gesù. È un momento singolare di illuminazione collegato alla prima chiamata a seguire Gesù e a tutti gli altri gesti con cui Egli ha riconfermato l'invito. In che cosa consiste questo momento di grazia? In primo luogo nel godere di una speciale intimità con Gesù. Parlano di questa particolare confidenza il gesto di Gesù, che tra tutti gli apostoli ne sceglie tre, la solitudine in cui avviene il fatto, la preghiera e lo stesso luogo: la cima di un monte. Nell'intimità, gli apostoli hanno una visione convincente di Gesù alla luce cesco di Sales, le funzioni della novena. Mercoledì 31 gennaio la Santa Messa delle 8.30 è celebrata da Don Juan E. Vecchi, Rettor Maggiore, mentre alle 10 la solenne Concelebrazione Eucaristica è presieduta dall'Arcivescovo di Torino, Mons. Severino Poletto. Nel pomeriggio: alle 15 la benedizione dei bambini, alle 16 i vespri solenni e altre due Messe alle 17 e alle 18.30. In serata, alle 21, la Santa Messa per la Famiglia salesiana è presieduta da Don Luigi Testa, Ispettore del Piemonte. Domenica 4 febbraio la parrocchia e l'oratorio di Valdocco festeggiano Don Bosco alle 10 con la Santa Messa, mentre domenica 18 febbraio si svolgerà la presentazione della tradizionale «strenna» del Rettor Maggiore alla Famiglia salesiana: un messaggio che fa il punto sulla vita della congregazione e indica un orientamento per l'anno che inizia. Nell'Archidiocesi di Torino la presenza dei Salesiani di Don Bosco è diffusissima, perché qui la Congregazione si mise a servizio della Chiesa locale nelle parrocchie, negli oratori, nelle scuole come nella formazione professionale. Altri momenti di celebrazione nella festa del santo sono dunque in programma, tra l'altro, a Bra, dove i Salesiani sono presenti con la scuola, l'oratorio, il dell'esperienza religiosa del proprio popolo, rappresentata da Mosè ed Elia, e di quello che essi stessi avevano vissuto. È una illuminazione ed una grazia che viene dal Padre. Si sentono rapiti, attratti, presi da questo mistero. «È bello stare qui». Rimaniamo qui per sempre. È un collocarsi definitivamente nella vita. Dopo aver assaggiato quello che significava conoscere e seguire Cristo, consegue il desiderio, il proposito ed il gusto di stare con lui. Gli apostoli hanno pure la conferma autorevole che questa attrazione è autentica e piena di valore reale, non di pura fantasia o solo sentimento: è quindi un'indicazione definitiva per il futuro: «Questo è il mio figlio diletto, ascoltatelo!». Ricevono così una chiave, una lanterna, per affrontare la vita quotidiana dove il Gesù glorioso si nasconde sotto le apparenze comuni e addirittura si perde sotto volti sfigurati e vite deturpate. «I discepoli, che hanno goduto dell'intimità del Maestro, avvolti per un momento nello splendore della vita trinitaria — si legge nell'Esortazione Vita Consecrata — sono subito riportati alla vita quotidiana dove non vedono che Gesù solo, nell'umiltà della natura umana e sono invitati a tornare a valle, per vivere con Lui la fatica del disegno di Dio...» (VC 14). Anche per noi come per gli apostoli la Trasfigurazione è un invito a contemplare di nuovo Cristo, a gustare la sua parola ed il suo mistero, per immergersi poi nel lavoro sapendo scorgere dappertutto il suo volto. Nella letteratura del Movimento Mistico Ebraico dell'Europa Orientale del secolo XIII si legge questo racconto. Un rabbino era stato incarcerato a San Pietroburgo. Un giorno, mentre attendeva di comparire di fronte al tribunale, il comandante delle guardie, che gli era diventato amico, entrò nella sua cella e si mise a conversare con Lui. «Non vi sembra strano — gli disse — che Dio Onnisciente domandi ad Adamo: “Dove sei?”». «Credete voi — rispose il rabbino — che la Scrittura abbraccia tutti i tempi, tutte le generazioni e tutti gli individui? Ebbene — concluse — in ogni tempo Dio interpella ogni uomo e gli dice: “Dove sei?”. Dei giorni e degli anni a te assegnati ne sono trascorsi molti: nel frattempo nella tua vita e nel tuo mondo, dove sei? Dio dice per esempio: “Ecco sono già quarantasei anni che sei in vita. Dove ti trovi?”». All'udire il numero esatto dei suoi anni, il comandante si controllò a stento, posò la mano sulla spalla del rabbino e disse: «Bravo!». Ma il cuore gli tremava. Forse qualcuno potrebbe sentire questa domanda come un'accusa o una condanna; in realtà il Signore ci richiama a saggezza e responsabilità, ad una forma di vita vigilante affinché possiamo sfruttare e godere della ricchezza che essa contiene. centro giovanile, i cooperatori. Nella comunità di viale Rimembranze dal 25 al 27 gennaio, presso la chiesa dell'Istituto, si è tenuto un triduo di preparazione alla festa che è stata celebrata domenica 28, mentre il 31 vi è la celebrazione per L'attualità del messaggio del santo piemontese L'evangelizzazione del mondo ANTONIO CAVALLERI Proclamiamo ad alta voce, all'inizio del terzo millennio, che Gesù Cristo, unico Salvatore del mondo, è lo stesso ieri, oggi e sempre (cfr Eb 13, 89). Con questo motto — in comunione con tutta la Chiesa — vogliamo entrare nel mistero di Cristo, del suo amore, per comprendere meglio la verità del suo Vangelo e rivestirci della sua umanità e spiritualità. Desideriamo partire dal Salvatore che è venuto sulla terra per togliere il peccato del mondo e per ridonarci la pace e la vita eterna. Don Bosco — profondamente uomo di Dio, ricco delle virtù della sua gente, aperto alle realtà del suo tempo, ricolmo dei doni dello Spirito Santo — viveva «come se vedesse l'invisibile». Accorgendosi della situazione grave di tanti giovani poveri e abbandonati dai genitori, pregando, meditando e consigliandosi con persone sante, decise di accogliere in una misera tettoia (la cappella Pinardi) diversi monelli di strada dando loro una dignità umana e mettendosi totalmente al loro servizio. Pensò di realizzare con l'aiuto di Dio un grande progetto. Si mise all'opera e, con fermezza e costanza, fra ostacoli e fatiche, con la sensibilità di un cuore generoso, riuscì nell'impresa. Il Dio dell'amore e della pace lo premiò. Non fece passo, non pronunciò parola, non mise mano ad impresa che non avesse di mira la salvezza della gioventù. Per questo ha posto al centro della sua vita il primato di Dio, di Gesù Cristo, della grazia, della persona, dell'interiorità. Ha messo a disposizione dei suoi ragazzi il suo «cuore» di Padre: «Chiamatemi Padre e sarò felice» (MB XVII, 175). «In qualsiasi parte vi troverete ricordate che qui a Torino avete un Padre che vi ama nel Signore» (MB XI, 387). Il Padre della gioventù aveva capito la parola di s. Paolo, là dove dice: «Fratelli, Cristo ci ha liberati perché restassimo liberi; state dunque saldi e non lasciatevi imporre di nuovo il giogo della schiavitù» (Gal 5, 1). Il Maestro della gioventù anche in questo campo aveva anticipato i tempi. I nostri giovani purtroppo, insofferenti di qualsiasi pastoia, si nutrono di molti surrogati di libertà. Sono tante le droghe che danno l'illusione della libertà. Al contrario «nessuna legge umana vi è che possa porre così bene la libertà dell'uomo, quanto il Vangelo di Cristo affidato alla Chiesa» (GS 41). «Il Concilio Vaticano II ha affermato con chiara visione che “l'umanità vive oggi un periodo nuovo nella sua storia” (GS 4), ed ha conosciuto che sono sorte “iniziative atte a promuovere sempre di più l'attività educativa” (GE, proemio). In un'epoca di trapasso culturale la Chiesa nel settore educativo avverte con preoccupazione l'urgente necessità di superare il dramma di una profonda rottura tra Vangelo e cultura (cfr EN 20), che sottovaluta ed emargina il messaggio salvifico di Cristo» (Giovanni Paolo II, Iuvenum Patris, 1). «Non scoraggiatevi — aggiunge il Papa ai Salesiani — nel percorrere questa privilegiata via dell'amore che è l'educazione. Vi conforti l'inesauribile pazienza di Dio nella sua pedagogia verso l'umanità, esercizio incessante di paternità rivelata nella missione di Cristo, Maestro e Pastore, e nella presenza dello Spirito Santo, inviato a trasformare il mondo. La nascosta e potente efficacia dello Spirito è diretta a far maturare l'umanità sul modello di Cristo. Egli è l'animatore della nascita dell'uomo e del mondo nuovo (cfr Rm 8, 4-5). Così la vostra fa- A Valdocco si svolgono numerose celebrazioni in memoria di Don Bosco tutti gli allievi e gli insegnanti della Scuola Salesiana braidese, costituita dalla Media, dall'Istituto Tecnico Industriale e dal Centro professionale. Domenica 4 febbraio alle 9.30 durante la Santa Messa della Comunità oratoria- tica educativa appare un ministero di collaborazione con Dio e sarà certo feconda» (Id. 20). La pastorale giovanile si è proposta in questi anni un obiettivo molto preciso: l'educazione alla fede, alla vita sacramentale che trasforma, rinnova, opera la salvezza dei ragazzi di Don Bosco e di oggi — delusi e abbandonati «per trascuratezza di molti genitori» (MB VII, 872) — ottenuta tramite l'evangelizzazione o catechesi a seconda che si tratti di giovani o iniziati alla fede o già introdotti. L'elemento informativo (le conoscenze, le idee) è alla base di una mentalità di fede, ed è conseguentemente esigita in ogni azione catechistica, che deve destare e nutrire la fede. Il fenomeno giovanile è di grande attualità per gli aspetti insoliti, nuovi e fortemente sradicati dalla tradizione, che presenta; è in tutti indiscutibile e assillante l'urgenza di trovare nuove vie, nuovi itinerari per evangelizzare o catechizzare i giovani oggi (cfr CT 19). A questo proposito Giovanni Paolo II afferma che Don Bosco «insegna a integrare i valori permanenti della tradizione con le “nuove soluzioni”, per affrontare creativamente le istanze e i problemi emergenti e per essere educatori capaci di una fedeltà antica ed insieme attenti, come Lui, alle mille necessità dei giovani di oggi, per trovare nella sua eredità le premesse per rispondere anche oggi alle loro difficoltà e alle loro attese» (Iuvenum Patris 13). Naturalmente evangelizzare significa annunciare il messaggio della salvezza all'uomo non in maniera qualsiasi, ma in modo che lo ascolti, lo comprenda e lo accolga. È necessario conoscere la persona a cui è rivolto, la situazione storica in cui vive, in modo da adattare il messaggio alla sua capacità di ascolto e di comprensione. La catechesi oggi deve diventare sempre più biblica, qualsiasi strada si voglia percorrere: deve essere concepita come «una introduzione al senso profondo della vita», o semplicemente come «educazione alla vita»: «Nella comunità parrocchiale, può trovare normalmente l'ambiente adatto per una piena presentazione della Parola di Dio. Qui, più che altrove, la catechesi può divenire unitariamente insegnamento, educazione, esperienza di vita» (RdC 149). Per arrivare ad una vera e nuova evangelizzazione è necessaria da parte della Chiesa, una testimonianza di unità ed una ricerca comune e sincera del bene e della verità. È inoltre primordiale nell'evangelizzazioneunasilenziosa testimonianza di povertà e di distacco, di purezza e di trasparenza, di abbandono nell'ubbidienza e nella Provvidenza — come ci insegna il santo torinese — che diventa una predicazione eloquente, capace di impressionare anche i non cristiani di buona volontà,sensibiliacerti valori (cfr EN 69). Occorre anche riesprimere il contenuto della fede con modi adatti all'uomo contemporaneo, cioè si deve sempre tener presenti, nell'esporre il messaggio cristiano, i problemi umani. Compito della catechesi — seguendo questa strada, meglio percorribile, accettata, anzi desiderata specialmente dai giovani, come faceva il Padre e Maestro della gioventù, cointeressati alla ricerca sempre inesauribile della Verità — è quello di svelare (togliere il velo) il vero e arcano volto della realtà: quello materiale che ci circonda e l'uomo stesso. Si tratta con questa catechesi di capire il problema dell'esistenza con la formula: l'uomo interroga e Dio risponde. «La Parola di Dio deve apparire ad na, si terrà il rito del «rinnovo della promessa» per tutti gli aderenti all'Associazione dei Cooperatori salesiani, il ramo laico e secolare della Congregazione, voluto da don Bosco nel 1877, presente a Bra con oltre 200 iscritti. Una realtà importante non solo da un punto di vista numerico ma soprattutto per le numerose attività in cui i cooperatori sono impegnati: dal laboratorio «Mamma Margherita» che si occupa di allestire mostre-vendita a favore dei missionari salesiani, al teatro, al servizio di animazione in oratorio. A Chieri si è svolta nella sera di giovedì 25, nel teatro dell'Istituto san Luigi, la tavola rotonda «Violenti perché». L'incontro ha affrontato il tema della violenza giovanile, analizzandone le cause e cercando spunti per la gestione dei conflitti; intervengono operatori dello «Spazio Adolescenti» dell'Asl 8 di Chieri ed esperti del Gruppo Abele. Moderatore, il salesiano Don Domenico Ricca, cappellano al carcere minorile torinese «Ferrante Aporti». Venerdì sera, 26 gennaio presso l'oratorio Santa Teresa, si è tenuta una preghiera per i giovani, animata da Don Domenico Machetta della Fraternità di Nazareth. MARCO BONATTI ognuno come un'apertura ai propri problemi, una risposta alle proprie domande, un allargamento ai propri valori ed insieme una soddisfazione alle proprie aspirazioni (...). Cristo può essere accolto, se presentato come evento salvifico presente nelle vicende quotidiane degli uomini» (RdC 52.55). Non si tratta evidentemente di fermarsi ad un superficiale soddisfacimento delle esigenze, dei bisogni e aspirazioni giovanili, ma di partire da queste per coglierne il significato ed il limite e per innestare nelle persone «l'uomo nuovo» di Cristo. Proprio per questa necessità di cogliere Dio che crea e salva nel cuore del mondo, bisogna avere una maggiore attenzione alla realtà delle situazioni di vita. Don Bosco anche in questo è stato un grande educatore e pedagogista. Paolo VI diceva ai salesiani il 20.12.1971: occorre anche oggi «trovare la chiave, per entrare nella psicologia contorta e avviluppata di questa nuova ed esaltante gioventù». Naturalmente l'educatore «dovrà seguire uno specifico itinerario pedagogico che, mentre puntualizza la dinamica evolutiva delle facoltà umane, suscita nei giovani le condizioni di una libera e graduale risposta» (Iuvenum Patris 15). Certamente per un'efficace catechesi è necessaria una forte collaborazione da parte dei genitori. Se ogni cristiano è responsabile della Parola di Dio ed è, per sua natura e vocazione catechista, a maggior ragione sono «catechisti» i genitori, non solo in forza del battesimo e della Cresima, ma soprattutto in forza del sacramento del Matrimonio. Essi, infatti, nella famiglia «che si potrebbe chiamareChiesadomestica,devono essereperilorofiglii primi maestri di fede». È nella famiglia cristiana, arricchita dalla grazia e dalla missione del Matrimonio-sacramento, che fin dalla più tenera età, i figli imparano a conoscere e ad amare Dio e il prossimo, secondo la fede che hanno o ricevuta nel Battesimo (cfr RdC 183, 195). Come la Chiesa sta in ascolto della Parola di Dio e la proclama con ferma fiducia, così la famiglia cristiana, quale «Chiesa domestica», è chiamata ad accogliere e ad annunciare la Parola di Dio. Così diventa sempre più «comunità credente ed evangelizzante». Naturalmente occorre tener presente che là dove mancano la preparazione umana e religiosa di base e in seguito la collaborazione della famiglia, le altre istituzioni possono fare ben poco, cioè sono come paralizzate nella loro azione pedagogica, didattica e religiosa. Il Concilio Vaticano II, nel decreto sull'educazione cristiana al n. 11 conferma e insegna: «Siccome nella famiglia nascono i nuovi cittadini della società, i quali per la grazia dello Spirito Santo diventano col Battesimo figli di Dio (...), i genitori devono essere per i loro figli i primi maestri della fede», cioè i primi catechisti in ordine di natura, i vicari di Dio, i veri ministri (servitori) di Cristo e della Chiesa, i missionari dell'amore e della vita, i maestri di verità e i sacerdoti nella loro «Chiesa domestica». Tocca sempre ai genitori, padre e madre, aperti al discorso religioso, «promuovere nell'infanzia la prima sensibilizzazione al fatto religioso, all'idea di Dio e rafforzarla nella fanciullezza; stimolare nella preadolescenza una progressiva spiritualizzazione della terminologia religiosa; chiarire nella giovinezza il processo religioso» (N. Galli). L'originalità e l'insostituibilità del ministero di evangelizzazione della famiglia cristiana derivano dal fatto che «la catechesi familiare precede, accompagna ed arricchisce ogni forma di catechesi». La catechesi familiare, concordata e programmata «dalla prima infanzia alle soglie della maturità, diventa scuola permanente di fede e segue le grandi tappe della vita, come un fatto che rischiara la strada al bambino, all'adolescente e al giovane». Don Bosco dunque ha assunto nei confronti dei suoi giovani la dolcezza del Buon Samaritano che è venuto per annunciare ai ragazzi poveri ed abbandonati, feriti nella loro dignità umana e cristiana, il lieto messaggio di amore, di speranza, di fiducia in un futuro migliore; per proclamare la liberazione ai traviati, schiavi tante volte dei mali degli altri e soffocati dalla violenza; per dare la luce a quei monelli di strada che erano ciechi moralmente e spiritualmente, ma non sempre colpevoli, per salvarli dalle loro tristi situazioni; per ridare loro, attraverso i sacramenti della riconciliazione e dell'Eucaristia, il volto del sorriso e della pace interiore e per diventare Lui stesso «Padre, Maestro» e Guida sicura per indirizzarli sulla via del bene. Solo il cristianesimo può risolvere i nostri problemi. Si tratta infine con questa catechesi di far scoprire all'uomo che, nonostante il suo progresso scientifico e tecnologico «l'uomo può organizzare la terra senza Dio, ma senza Dio egli in fondo non può che organizzarla contro l'uomo» (Paolo VI, PP, 42).
I Quaderni de «L'OSSERVATORE ROMANO» I dieci volumi della collana dedicati al Grande Giubileo del 2000 N. 28 Verso il Grande Giubileo del 2000 Per una lettura della «Tertio Millennio adveniente» - Testo e commenti N. 37 MARCO IMPAGLIAZZO Gli Anni Santi nella storia 1300-1983 N. 44 ALFREDO MARRANZINI Lo Spirito Santo forza della Chiesa N. 47 Incarnationis Mysterium Bolla di Giovanni Paolo II per l'indizione del Grande Giubileo dell'Anno 2000 N. 51 Eucaristia Porta Santa Giubilare Presentazione di S. E. Card. Camillo Ruini (pp. 200 - L. 25.000) N. 35 ALFREDO MARRANZINI Il Grande Giubileo Cammino con Cristo verso il Padre sotto la mozione dello Spirito Ordinazioni possono essere effettuate presso Messaggero Distribuzione: PADOVA, via Orto Botanico, 11 - 35123 PD - Tel. 049658288 - Fax 0498754359 ROMA, via del Fontanile Arenato, 295 - 00163 RM - Tel. 0666166173 - Fax 0666167503 — MILANO, via Amendola, 7/A - 20096 Pioltello (MI) - Tel. 0292143585 - Fax 0292143611 Per informazioni rivolgersi a: UFFICIO Marketing & Diffusione – Tel. 06.69899470/471 - Fax 06.69882818 N. 41 ALFREDO MARRANZINI Gesù Cristo unico Salvatore del mondo ieri, oggi e sempre Spunti dal Vangelo di Giovanni N. 46 Nei «luoghi di Dio» Lettera del Papa sul pellegrinaggio ai luoghi legati alla storia della salvezza N. 50 Alle radici della fede e della Chiesa Il pellegrinaggio giubilare di Giovanni Paolo II nei «luoghi» di Dio: da Ur dei Caldei, al Sinai, alla Terra Santa N. 53 La Giornata Mondiale della Gioventù del Grande Giubileo del Duemila Testi e discorsi del Santo Padre e fotografie
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