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PAGINA<br />
4/5 .<br />
Rimane luminoso nella memoria l'incontro<br />
in questa Basilica, il 18 gennaio 2000,<br />
quando per la prima volta una Porta Santa<br />
è stata aperta alla presenza di Delegati<br />
delle Chiese e Comunità ecclesiali di tutto il<br />
mondo... Ho potuto varcare la soglia di quella<br />
Porta affiancato dal rappresentante del mio<br />
Fratello d'Oriente, il Patriarca Bartolomeo e<br />
dallostessoPrimatedellaComunione Anglicana...<br />
-<br />
-<br />
”<br />
... Per un tratto — un tratto troppo breve! —<br />
abbiamo fatto strada insieme. Quanto è stato<br />
incoraggiante quel breve cammino,<br />
segno della provvidenza di Dio lungo la via<br />
che resta da percorrere!... Quanta est nobis via?<br />
Non ci è dato saperlo, ma ci anima la speranza<br />
di essere guidati dalla presenza del Risorto<br />
e dalla forza inesauribile<br />
del suo Spirito, capace di sorprese sempre nuove<br />
”<br />
L'OSSERVATORE ROMANO Venerdì 26 Gennaio 2001<br />
«Con animo profondamente riconoscente, ripercorro<br />
con il ricordo l'Anno giubilare. Esso ha registrato, nell'impegno<br />
ecumenico, segnali davvero profetici e commoventi...<br />
Proseguiamo insieme, con nuovo slancio, nel<br />
cammino verso la piena unità! Cristo cammina con noi».<br />
Lo ha detto Giovanni Paolo II durante la Celebrazione<br />
ecumenica della Parola con i Rappresentanti delle altre<br />
Chiese e Comunità ecclesiali, presieduta nella mattina di<br />
giovedì 25 gennaio, festa della Conversione di San Paolo<br />
Apostolo, nella Basilica di San Paolo fuori le Mura, a<br />
conclusione della Settimana di preghiera per l'unità dei<br />
cristiani. Questo è il testo dell'omelia del Santo Padre:<br />
1.«Io sono la via, la verità e la vita»<br />
(Gv 14, 6). Queste parole del Vangelo di<br />
Giovanni hanno rischiarato, come luce,<br />
la Settimana di preghiera per l'unità dei<br />
cristiani che si conclude oggi; esse rifulgono<br />
come una sorta di programma per il<br />
nuovo millennio nel quale ci siamo avviati.<br />
Sono lieto di rivolgere un deferente e<br />
cordiale saluto ai Delegati delle Chiese e<br />
Comunità ecclesiali, che hanno accolto il<br />
mio invito e sono oggi qui presenti per<br />
prendere parte a questa Celebrazione ecumenica<br />
della Parola, con la quale intendiamo<br />
concludere in modo solenne i giorni<br />
dedicati ad una più intensa preghiera<br />
per la grande causa che sta a cuore a tutti<br />
noi.<br />
Attraverso i Membri delle Delegazioni<br />
qui convenute intendo far giungere ai responsabili<br />
ed ai fedeli delle rispettive<br />
Confessioni, insieme con il mio saluto,<br />
un fraterno abbraccio di pace.<br />
2.«Io sono la via, la verità e la vita».<br />
Il cuore dell'uomo, come quello dei discepoli<br />
di Gesù, resta spesso turbato di fronte<br />
agli eventi imprevedibili dell'esistenza<br />
(cfr Gv 14, 1). Molti, specialmente giovani,<br />
si interrogano sulla strada da percorrere.<br />
Nella tempesta di parole da cui sono<br />
ogni giorno assaliti, si domandano<br />
quale sia la verità, quale sia l'orientamento<br />
giusto, come si possa sconfiggere<br />
con la vita la potenza della morte.<br />
Sono interrogativi di fondo, che esprimono<br />
il risveglio in molti di una nostalgia<br />
della dimensione spirituale dell'esistenza.<br />
A questi interrogativi Gesù ha già<br />
risposto quando ha affermato: «Io sono la<br />
via, la verità e la vita». Compito dei cristiani<br />
è di riproporre oggi, con la forza<br />
della loro testimonianza, questo annuncio<br />
decisivo. Solo così l'umanità contemporanea<br />
potrà scoprire che Cristo è la potenza<br />
e la sapienza di Dio (cfr 1 Cor 1,<br />
24), che in Lui soltanto sta la pienezza di<br />
ogni umana aspirazione (cfr Gaudium et<br />
spes, 45).<br />
3.Il movimento ecumenico del ventesimo<br />
secolo ha avuto il grande merito di<br />
riaffermare chiaramente la necessità di<br />
questa testimonianza. Dopo secoli di separazione,<br />
di incomprensioni, di indifferenza<br />
e, purtroppo, di contrapposizioni, è<br />
rinata nei cristiani la consapevolezza che<br />
la fede in Cristo li unisce, e che essa è<br />
una forza capace di superare ciò che li<br />
separa (cfr Lettera Enciclica Ut unum<br />
sint, 20). Per grazia dello Spirito Santo,<br />
con il Concilio Vaticano II, la Chiesa cattolica<br />
si è impegnata in modo irreversibile<br />
a percorrere la via della ricerca ecumenica<br />
(cfr ib., 3).<br />
Non si debbono e non si possono sminuire<br />
le differenze tuttora esistenti tra di<br />
noi. Il vero impegno ecumenico non ricerca<br />
compromessi e non fa concessioni<br />
per quanto attiene la Verità. Esso sa che<br />
le separazioni tra i cristiani sono contrarie<br />
alla volontà di Cristo; sa che esse sono<br />
uno scandalo, che indebolisce la voce<br />
del Vangelo. Il suo sforzo non è di ignorarle,<br />
ma di superarle.<br />
Al tempo stesso, la consapevolezza di<br />
ciò che ancora manca alla piena comunione<br />
ci fa apprezzare maggiormente<br />
quanto già condividiamo. Infatti, malgrado<br />
i malintesi ed i tanti problemi che ci<br />
impediscono ancora di sentirci pienamente<br />
uniti, importanti elementi di santificazione<br />
e di verità dell'unica Chiesa di Cristo,<br />
anche fuori dalle frontiere visibili<br />
della Chiesa cattolica, spingono verso la<br />
piena unità (cfr Lumen gentium, 8, 15;<br />
Unitatis redintegratio, 3). Al di fuori della<br />
Chiesa cattolica infatti non c'è il vuoto<br />
ecclesiale (cfr Ut unum sint, 13). Esistono<br />
anzi molti frutti dello Spirito come, ad<br />
esempio, la santità e la testimonianza a<br />
Cristo, spinta a volte fino all'effusione del<br />
sangue, che inducono all'ammirazione e<br />
alla gratitudine (cfr Unitatis redintegratio,<br />
4; Ut unum sint, 12, 15).<br />
L'omelia di Giovanni Paolo II durante la solenne Celebrazione ecumenica della Parola<br />
nella Basilica di San Paolo fuori le Mura a conclusione della Settimana di Preghiera per l'Unità dei Cristiani<br />
I dialoghi che si sono sviluppati dal<br />
Concilio Vaticano II in poi hanno recato<br />
una nuova consapevolezza dell'eredità e<br />
del compito comune dei cristiani, ed hanno<br />
avuto risultati molto significativi. Non<br />
abbiamo certo raggiunto la meta, ma abbiamo<br />
fatto importanti passi in avanti.<br />
Da estranei e, spesso, avversari quali eravamo,<br />
siamo diventati vicini e amici. Abbiamo<br />
riscoperto la fraternità cristiana.<br />
Sappiamo che il nostro Battesimo ci inserisce<br />
nell'unico Corpo di Cristo, in una<br />
comunione non ancora piena, ma tuttavia<br />
reale (cfr Ut unum sint, 41 s). Abbiamo<br />
tutte le ragioni di lodare il Signore e<br />
di ringraziarlo.<br />
4.Con animo profondamente ricono-<br />
.<br />
Ricchi dei segnali profetici<br />
e commoventi dell'Anno Giubilare<br />
proseguiamo insieme<br />
nel cammino verso la piena unità!<br />
Cristo cammina con noi<br />
scente, ripercorro con il ricordo l'Anno<br />
giubilare. Esso ha registrato, nell'impegno<br />
ecumenico, segnali davvero profetici<br />
e commoventi (cfr Novo Millennio ineunte,<br />
12).<br />
Rimane luminoso nella memoria l'incontro<br />
in questa Basilica, il 18 gennaio<br />
2000, quando per la prima volta una Porta<br />
Santa è stata aperta alla presenza di<br />
Delegati delle Chiese e Comunità ecclesiali<br />
di tutto il mondo. Anzi, il Signore mi<br />
ha concesso ancora di più: ho potuto varcare<br />
la soglia di quella Porta, simbolo di<br />
Cristo, affiancato dal rappresentante del<br />
mio Fratello d'Oriente, il Patriarca Bartolomeo<br />
e dallo stesso Primate della Comunione<br />
Anglicana. Per un tratto — un trat-<br />
to troppo breve! — abbiamo fatto strada<br />
insieme. Quanto è stato incoraggiante<br />
quel breve cammino, segno della provvidenza<br />
di Dio lungo la via che resta da<br />
percorrere! Ci siamo ritrovati insieme con<br />
i rappresentanti di numerose Chiese e Comunità<br />
ecclesiali il 7 maggio, davanti al<br />
Colosseo, per la commemorazione dei Testimoni<br />
della fede del XX secolo: abbiamo<br />
sentito quella celebrazione come un<br />
seme di vita per l'avvenire (cfr Novo Millennio<br />
ineunte, 7, 41).<br />
Con gioia ho aderito all'iniziativa del<br />
Patriarca ecumenico, Bartolomeo I, di celebrare<br />
il millennio con una giornata di<br />
preghiera e di digiuno, alla vigilia della<br />
Trasfigurazione, il 6 agosto 2000. Penso<br />
pure con sentimenti di interiore commozione<br />
agli incontri ecumenici che ho potuto<br />
avere durante il mio pellegrinaggio<br />
in Egitto, al Monte Sinai e specialmente<br />
in Terra Santa.<br />
Ricordo inoltre con gratitudine la visita<br />
della Delegazione che mi ha inviato il Patriarca<br />
ecumenico per la festa dei Santi<br />
Pietro e Paolo, e la visita del Patriarca<br />
Supremo e Catholicos di tutti gli Armeni,<br />
Karekin II. Né posso dimenticare le persone<br />
di tanti rappresentanti delle altre<br />
Chiese e Comunità ecclesiali, che ho incontrato<br />
a Roma in questi ultimi mesi.<br />
5.Il Giubileo ha anche richiamato, in<br />
modo salutare, la nostra attenzione sulle<br />
dolorose separazioni che ancora perman-<br />
Sulla tomba dell'Apostolo delle Genti un nuovo, significativo «cenacolo di unità»<br />
GIAMPAOLO MATTEI<br />
Quest'anno tutti i cristiani celebreranno la Risurrezione<br />
di Cristo nella medesima data e il Successore di Pietro<br />
incoraggia «a trovare un consenso per una data comune<br />
di questa festa». Giovanni Paolo II parla dalla<br />
Confessione di san Paolo, in quel «cenacolo di unità»<br />
che è la Basilica Ostiense, nella festa annuale dell'«impegno<br />
ecumenico» spesso legata a grandi annunci e a<br />
grandi avvenimenti nella storia della Chiesa.<br />
Davanti alla tomba di Paolo — l'instancabile Apostolo<br />
delle Genti che ha percorso chilometri e chilometri con<br />
l'ardente passione di testimoniare il Signore Gesù — il<br />
Successore di Pietro ha affermato che i prossimi viaggi<br />
in Siria e in Ucraina lo vedranno ancora una volta pellegrino<br />
per testimoniare Cristo: «È mio desiderio che essi<br />
contribuiranno alla riconciliazione e alla pace tra i<br />
cristiani».<br />
«Duc in altum!» sembra quasi di sentire riecheggiare,<br />
sotto le splendide volte della Basilica, l'espressione usata<br />
dal Papa nella Lettera Apostolica «Novo Millennio<br />
ineunte». Sì, prende il largo con fiducia la «barca dell'ecumenismo»,<br />
la cui prua è decisamente rivolta verso la<br />
piena unità. E se anche il mare può essere a volte tempestoso,<br />
quanti sono sulla barca sanno bene di non essere<br />
mai soli.<br />
Giovanni Paolo II ha presieduto, nella mattina di giovedì<br />
25 gennaio, Festa della Conversione di san Paolo<br />
Apostolo, la Celebrazione Ecumenica della Parola insieme<br />
con i ventitré Rappresentanti delle altre Chiese e<br />
Comunità Ecclesiali che hanno risposto al suo invito, a<br />
conclusione della 34ª Settimana di Preghiera per l'Unità<br />
dei Cristiani,laprima del nuovo Millennio, che ha avuto<br />
per tema: «Io sonola via,la verità e la vita» (Gv 14, 6).<br />
Il 18 gennaio di un anno fa Giovanni Paolo II ha voluto<br />
che l'apertura della Porta Santa a san Paolo coincidesse<br />
proprio con la Settimana di Preghiera per l'Unità<br />
dei Cristiani. Per la prima volta nella storia dei Giubilei<br />
una Porta Santa è stata aperta — alla presenza di Delegati<br />
delle Chiese e Comunità ecclesiali di tutto il mondo<br />
— dal Successore di Pietro, dal Primate Anglicano e da<br />
un Metropolita ortodosso del Patriarcato Ecumenico di<br />
Costantinopoli. «Per un tratto — un tratto troppo breve!<br />
— abbiamo fatto strada insieme» ha ricordato il Papa<br />
suscitando l'applauso dei fedeli.<br />
Quarantadue anni fa Giovanni XXIII<br />
annunciava qui il Concilio Vaticano II<br />
Quarantadue anni fa, in questo giorno e in questo<br />
luogo, Giovanni XXIII annunciava il Concilio Ecumenico<br />
Vaticano II. Il Concilio e il Giubileo — due grandi<br />
avvenimenti della Chiesa nel XX secolo — sono passati<br />
qui, da san Paolo, implorando il dono dell'unità dei cristiani.<br />
Il Concilio ha indirizzato la Chiesa cattolica verso<br />
l'irreversibile cammino ecumenico. Il Giubileo del 2000<br />
è stato ricco di segni fraterni tra i cristiani: dalla purificazione<br />
della memoria al ricordo dei martiri. Concilio e<br />
Giubileo hanno bussato alla Porta di questa Basilica.<br />
Resta nel cuore dei cristiani anagraficamente meno giovani<br />
la figura paterna di Papa Roncalli, proclamato beato<br />
il 3 settembre scorso, che annuncia il Concilio. Ed è<br />
sempre viva nel cuore di tutti i cristiani l'immagine di<br />
intensa bellezza spirituale di Giovanni Paolo II, dell'Arcivescovo<br />
di Canterbury e del Metropolita ortodosso inginocchiati<br />
sulla soglia della Porta Santa che hanno poi<br />
aperto a sei mani.<br />
La coincidenza della conclusione della Settimana ecumenica<br />
con la Festa della Conversione di san Paolo —<br />
celebrazione già diffusa in Italia nell'VIII secolo ed entrata<br />
nel Calendario Romano sul finire del X secolo —<br />
conferma la consapevolezza che non può esserci vero<br />
ecumenismo se non nella verità e nella carità della conversione,<br />
della «metanoia». Sotto il tenero ed austero<br />
sguardo del Cristo dello splendido mosaico dell'abside,<br />
la parola «unità» ha un gusto speciale. Lo scorso anno il<br />
Papa la pronunciò anche in lingua romena, ricordando<br />
lo storico grido — «Unitate! Unitate!» — dei cristiani di<br />
Bucarest quel 9 maggio 1999 che vide Pietro celebrare<br />
l'Eucaristica nel cuore della capitale di Romania, con<br />
accanto il Patriarca ortodosso. E il tema della Settimana<br />
ecumenica di quest'anno è stato elaborato proprio in<br />
terra romena.<br />
La Parola di Dio incondizionatamente<br />
accolta e proclamata da tutti i cristiani<br />
Questa Celebrazione Ecumenica ha voluto indicare la<br />
volontà dei cristiani di avviarsi nel nuovo Millennio con<br />
sentimenti di riconciliazione. Ciò che unisce le Chiese e<br />
le Comunità Ecclesiali è la Parola di Dio, da tutti i cristiani<br />
incondizionatamente accolta e proclamata. La Parola<br />
di Dio proclamata nella Celebrazione di questa<br />
mattina è la Parola stessa che Pietro e soprattutto Paolo<br />
indirizzano alle Chiese oggetto della loro sollecitudine<br />
apostolica. Ed è la Parola trasmessa dal Vangelo.<br />
Giovanni Paolo II è giunto a San Paolo alle ore 11.<br />
Con tenerezza ha benedetto e baciato la piccola Martina,<br />
una bambina romana di pochi mesi, stupenda nel<br />
suo vestitino rosa. Sulla soglia della Basilica, prima ancora<br />
di dare inizio alla processione d'ingresso, il Papa,<br />
dopo aver salutato privatamente i Rappresentanti delle<br />
altre Chiese e Comunità ecclesiali, ha ripetuto le stesse<br />
parole di Pietro: «Grazie e pace sia concessa a voi in abbondanza<br />
nella conoscenza di Dio e di Gesù Signore nostro.<br />
Crescete nella grazia e nella conoscenza del nostro<br />
Salvatore Gesù Cristo. A lui la gloria, ora e nel giorno<br />
dell'eternità» (2 Pt 1, 2; 3, 18). Quindi ha invitato alla<br />
preghiera implorando la Grazia di Dio per prestare attento<br />
ascolto alla Parola e per cantare insieme la lode<br />
del Signore.<br />
La solenne processione d'ingresso del Papa e dei Delegati<br />
ecumenici, con la Croce ed il Libro dei Vangeli, è<br />
stata scandita dal canto del salmo 18, inno al Signore<br />
sole di giustizia. Il versetto 5 ne ha costituito l'antifona:<br />
«Per tutta la terra si è diffusa la voce degli Apostoli, è<br />
arrivata ai confini del mondo la loro parola». Il canto è<br />
stato eseguito dalla Cappella Sistina, diretta dal Maestro<br />
Giuseppe Liberto, coadiuvata dal coro «Mater Ecclesiae»<br />
guidato da suor Cecilia Stiz.<br />
Giunta la processione presso l'Altare, il diacono<br />
ortodosso, l'Archimandrita Matteo, ha collocato il Libro<br />
dei Vangeli sul tronetto davanti alla Confessione.<br />
Quindi il Papa ha infuso l'incenso nei turiboli e i due<br />
L'OSSERVATORE ROMANO Venerdì 26 Gennaio 2001<br />
CONTINUA A PAGINA 6<br />
gono. Non sarebbe onesto mascherarle o<br />
ignorarle. Esse non debbono tuttavia sfociare<br />
in rimproveri reciproci o provocare<br />
scoraggiamento. Il dolore per le incomprensioni<br />
o i malintesi deve essere superato<br />
con la preghiera e la penitenza, con<br />
gesti d'amore, con la ricerca teologica. Le<br />
questioni ancora aperte non devono essere<br />
sentite come un ostacolo al dialogo,<br />
ma come un invito al confronto franco e<br />
caritatevole. Ritorna la domanda: Quanta<br />
est nobis via? Non ci è dato saperlo, ma<br />
ci anima la speranza di essere guidati<br />
dalla presenza del Risorto e dalla forza<br />
inesauribile del suo Spirito, capace di<br />
sorprese sempre nuove (cfr Novo Millennio<br />
ineunte, 12).<br />
Forti di questa certezza, guardiamo al<br />
nuovo millennio. Esso sta davanti a noi<br />
come una immensa distesa d'acqua nella<br />
quale dobbiamo gettare le reti (cfr Lc 5, 6<br />
s). Il mio pensiero va soprattutto ai giovani<br />
che edificheranno il nuovo secolo e<br />
potrebbero cambiarne l'impronta. La nostra<br />
testimonianza concorde è un dovere<br />
nei loro confronti.<br />
6.Un compito fondamentale, in questa<br />
prospettiva, è la purificazione della<br />
memoria. Nel secondo millennio siamo<br />
stati opposti e divisi, ci siamo reciprocamente<br />
condannati e combattuti. Dobbiamo<br />
dimenticare le ombre e le ferite del<br />
passato ed essere protesi verso l'ora di<br />
Dio che viene (cfr Fil 3, 13).<br />
Purificare la memoria significa anche<br />
edificare una spiritualità di comunione<br />
(koinônia), ad immagine della Trinità,<br />
che incarna e manifesta l'essenza stessa<br />
della Chiesa (cfr Novo Millennio ineunte,<br />
42). Dobbiamo vivere nel concreto la comunione<br />
che, quantunque non piena, già<br />
esiste tra noi. Lasciando alle spalle i malintesi,<br />
dobbiamo incontrarci, conoscerci<br />
meglio, imparare ad amarci reciprocamente,<br />
collaborare fraternamente insieme<br />
per quanto ci è possibile fare.<br />
Il dialogo della carità, tuttavia, non sarebbe<br />
sincero senza il dialogo della verità.<br />
Il superamento delle nostre differenze<br />
comporta una seria ricerca teologica.<br />
Non possiamo scavalcare le differenze;<br />
non possiamo modificare il deposito della<br />
fede. Ma possiamo senz'altro cercare di<br />
approfondire la dottrina della Chiesa alla<br />
luce della Sacra Scrittura e dei Padri, e<br />
spiegarla in modo che essa sia comprensibile<br />
oggi.<br />
Non è tuttavia dato a noi di «fare l'unità».<br />
Essa è dono del Signore. Dobbiamo<br />
dunque pregare, come abbiamo fatto durante<br />
questa settimana, perché ci sia donato<br />
lo Spirito dell'unità. La Chiesa cattolica,<br />
in ogni celebrazione eucaristica<br />
prega: «O Signore, non guardare ai nostri<br />
peccati, ma alla fede della tua Chiesa, e<br />
donale unità e pace secondo la tua volontà».<br />
La preghiera per l'unità è presente in<br />
ogni Eucaristia. Essa è l'anima di tutto il<br />
movimento ecumenico (cfr Ut unum sint,<br />
21).<br />
7.Il nuovo anno appena iniziato è un<br />
tempo quanto mai propizio per testimoniare<br />
insieme che Cristo è «la via, la verità<br />
e la vita». Avremo modo di farlo, e già<br />
si delineano spunti promettenti. Nel 2001,<br />
ad esempio, tutti i cristiani celebreranno<br />
la Resurrezione di Cristo nella medesima<br />
data. Ciò dovrebbe incoraggiarci a trovare<br />
un consenso per una data comune di<br />
questa festa. La vittoria di Cristo sulla<br />
morte e sull'odio ha ispirato anche l'iniziativa<br />
del Consiglio Ecumenico delle<br />
Chiese di dedicare i prossimi dieci anni a<br />
sconfiggere la violenza.<br />
Grande è la mia aspettativa per i viaggi<br />
che mi condurranno in Siria ed in Ucraina.<br />
È mio desiderio che essi contribuiscano<br />
alla riconciliazione e alla pace tra i<br />
cristiani. Ancora una volta mi farò pellegrino,<br />
in cammino sulle strade del mondo<br />
per testimoniare Cristo «via, verità e<br />
vita».<br />
La vostra presenza a questa celebrazione,<br />
carissimi Delegati delle Chiese e Comunità<br />
ecclesiali, mi incoraggia in questo<br />
impegno, che sento come parte essenziale<br />
del mio ministero. Proseguiamo insieme,<br />
con nuovo slancio, nel cammino<br />
verso la piena unità! Cristo cammina con<br />
noi.<br />
A Lui sia gloria nei secoli dei secoli.<br />
Amen.<br />
Le parole di ringraziamento del Santo Padre<br />
«Il Signore sia largo di benedizioni<br />
con ciascuno di voi e ricolmi<br />
dei suoi doni le vostre comunità»<br />
«Il Signore sia largo di benedizioni<br />
con ciascuno di voi e ricolmi dei suoi<br />
doni le vostre comunità». Con queste<br />
parole Giovanni Paolo II si è rivolto ai<br />
membri delle Delegazioni delle Chiese<br />
e delle Comunità ecclesiali che hanno<br />
partecipato alla Celebrazione ecumenica<br />
della Parola. Al termine dell'incontro<br />
conviviale svoltosi nell'Abbazia benedettina,<br />
il Papa ha detto:<br />
Sono molto lieto di questo momento<br />
conviviale, che mi offre<br />
l'occasione propizia per esprimere<br />
nuovamente la mia gratitudine a<br />
ciascuno di voi, venerati e cari<br />
Fratelli, che avete voluto prendere<br />
parte all'odierna celebrazione.<br />
Chers Frères, je suis heureux de<br />
passer ce moment convivial avec<br />
vous, profitant de l'occasion pour<br />
vous remercier de votre présence<br />
cordiale à la célébration de clôture<br />
de la Semaine de prière pour<br />
l'unité.<br />
Our common prayer at the<br />
Tomb of the Apostle Paul has<br />
been a source of great joy for me.<br />
I give thanks to the Lord for this<br />
moving sign of our commitment<br />
to Christian unity at the beginning<br />
of the Third Millennium. In<br />
a very special way, then I wish to<br />
express my gratitude to each of<br />
you for your presence today. May<br />
Christ, “the way, and the truth,<br />
and the life”, continue to guide<br />
and sustain us in fidelity to his<br />
will that all may be one.<br />
Ich freue mich, daß uns diese<br />
Stunde des brüderlichen Miteinanders<br />
geschenkt ist, nachdem<br />
wir vorher im gemeinsamen Gebet<br />
unsere Anliegen vor Gott getragen<br />
haben.<br />
Desidero specificamente ringraziare<br />
— la Delegazione del Patriarcato<br />
ecumenico, in rappresentanza<br />
di Sua Santità Bartholomaios I,<br />
Patriarca ecumenico;<br />
— la Delegazione del Patriarcato<br />
greco-ortodosso di Alessandria,<br />
in rappresentanza di Sua Beatitudine<br />
Petros VII, Patriarca grecoortodosso<br />
d'Alessandria e di tutta<br />
l'Africa;<br />
— la Delegazione del Patriarcato<br />
greco-ortodosso d'Antiochia, in<br />
rappresentanza di Sua Beatitudine<br />
Ignace IV Hazim, Patriarca grecoortodosso<br />
d'Antiochia e di tutto<br />
l'Oriente;<br />
— la Delegazione del Patriarcato<br />
di Mosca, in rappresentanza di<br />
Sua Santità Alessio II, Patriarca di<br />
Mosca e di tutte le Russie;<br />
— la Delegazione del Patriarcato<br />
di Serbia, in rappresentanza di<br />
Sua Beatitudine Pavle, Patriarca<br />
serbo;<br />
— la Delegazione del Patriarcato<br />
ortodosso di Romania, in rappresentanza<br />
di Sua Beatitudine<br />
Teoctist, Patriarca della Chiesa ortodossa<br />
Romena;<br />
— la Delegazione della Chiesa<br />
ortodossa di Bulgaria, in rappresentanza<br />
di Sua Beatitudine Maxime,<br />
Metropolita di Sofia e Patriarca<br />
di Bulgaria;<br />
— la Delegazione della Chiesa<br />
ortodossa di Grecia, in rappresentanza<br />
di Sua Beatitudine Christódoulos,<br />
Arcivescovo di Atene e di<br />
tutta la Grecia;<br />
— la Delegazione della Chiesa<br />
ortodossa di Polonia, in rapprsen-<br />
tanza di Sua Beatitudine Sawa,<br />
Metropolita ortodosso di Varsavia<br />
e di tutta la Polonia;<br />
— la Delegazione della Chiesa<br />
ortodossa d'Albania, in rappresentanza<br />
di Sua Beatitudine Anastas,<br />
Arcivescovo di Tirana, Durres e di<br />
tutta l'Albania;<br />
— la Delegazione del Patriarcato<br />
copto-ortodosso d'Alessandria,<br />
in rappresentanza di Sua Santità<br />
Shenouda III, Papa d'Alessandria<br />
e Patriarca della Sede di San Marco;<br />
— la Delegazione del Patriarcato<br />
ortodosso d'Etiopia, in rappresentanza<br />
di Sua Santità Abba Paulos,<br />
Patriarca d'Etiopia;<br />
— la Delegazione del Patriarcato<br />
siro-ortodosso d'Antiochia, in<br />
rappresentanza di Sua Santità Mar<br />
Ignatius Zakka I Iwas, Patriarca<br />
siro-ortodosso d'Antiochia e di tutto<br />
l'Oriente;<br />
— la Delegazione della Chiesa<br />
ortodossa sira del Malankar, in<br />
rappresentanza di Sua Santità Mar<br />
Baseios Marthoma Mathew II, Catholicos<br />
of the East;<br />
— la Delegazione della Chiesa<br />
Apostolica Armena, in rappresentanza<br />
di Sua Santità Karekin II,<br />
Patriarca supremo e Catholicos di<br />
tutti gli Armeni;<br />
— la Delegazione del Catholicossato<br />
di Cilicia degli Armeni<br />
(Atelias, Libano), in rappresentanza<br />
di Sua Santità Aram I, Catholicos<br />
di Cilicia;<br />
— la Delegazione della Chiesa<br />
assira dell'Oriente, in rappresentanza<br />
di Sua Santità Mar Dinkha<br />
IV, Catholicos e Patriarca della<br />
Chiesa assira dell'Oriente;<br />
— la Delegazione della Comunione<br />
Anglicana, in rappresentanza<br />
dell'Arcivescovo di Canterbury<br />
e Primate della Comunione Anglicana,<br />
Sua Grazia George L. Carey;<br />
— e, infine, le Delegazioni<br />
. della Federazione Luterana<br />
Mondiale;<br />
. dell'Alleanza Mondiale delle<br />
Chiese Riformate;<br />
— del Consiglio Metodista<br />
Mondiale;<br />
— dell'Alleanza Battista Mondiale;<br />
— del Consiglio ecumenico delle<br />
Chiese.<br />
Viva riconoscenza esprimo altresì<br />
all'Abate Generale, all'Abate<br />
ed alla Comunità monastica di<br />
San Paolo, che ancora una volta<br />
hanno offerto la loro generosa disponibilità<br />
e ospitalità. Il Signore<br />
sia largo di benedizioni con ciascuno<br />
di voi e ricolmi dei suoi doni<br />
le vostre comunità.<br />
Au terme de notre rencontre, je<br />
demande au Seigneur de vous bénir,<br />
vous et vos communautés,<br />
pour qu'ensemble nous témoignions<br />
chaque jour davantage du<br />
Christ ressuscité.<br />
May the Lord bestow his abundant<br />
blessings upon each of you<br />
and upon the communities which<br />
you represent<br />
Liebe Brüder, der Herr lasse<br />
sein Licht über euch leuchten<br />
und schenke euren Gemeinschaften<br />
Frieden und Heil.<br />
Al termine il Santo Padre ha detto:<br />
Speriamo che io possa andare<br />
sulle orme di Abramo dopo questo<br />
Anno giubilare.