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L'OSSERVATOREROMANO<br />
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SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - ROMA<br />
CONTO CORRENTE POSTALE N. 649004<br />
GIORNALE QUOTIDIANO<br />
UNICUIQUE SUUM<br />
POLITICO RELIGIOSO<br />
NON PRAEVALEBUNT<br />
ABBONAMENTI 2 Anni Annuo Semestre<br />
VATICANO E ITALIA<br />
Quotidiano . . . . . . . . . . L. 726.000 - : 374,44 L. 372.000 - : 191,09 L. 186.000 - : 95,54<br />
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ESTERO (VIA ORDINARIA)<br />
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Anno CXLI - N. 6 (42.644) CITTÀ DEL VATICANO Mercoledì 10 Gennaio 2001<br />
MEDIO ORIENTE L'inviato degli Usa, Dennis Ross, nella regione per favorire un'intesa tra israeliani e palestinesi<br />
Ultimo tentativo di mediazione<br />
dell'amministrazione Clinton<br />
TEL AVIV, 9.<br />
In un estremo tentativo di mediazione,<br />
ieri il Presidente degli Stati Uniti,<br />
Bill Clinton, ha inviato Dennis Ross in<br />
Medio Oriente per perorare la sua proposta<br />
di intesa tra Autorità Palestinese<br />
(Ap) e Israele.<br />
In un discorso tenuto a New York,<br />
Clinton ha esposto per la prima volta in<br />
pubblico le proposte messe a punto dall'Amministrazione<br />
democratica per sanare<br />
la crisi e mettere fine alle violenze<br />
che dal 28 settembre scorso hanno causato<br />
non meno di trecentocinquanta<br />
morti, in maggioranza palestinesi. Il<br />
progetto americano prevede in sintesi la<br />
cessione all'Ap della «Striscia di Gaza»,<br />
di buona parte della Cisgiordania e di alcune<br />
zone di Gerusalemme, in cambio<br />
della rinuncia palestinese al ritorno dei<br />
profughi del 1948.<br />
Il Segretario di Stato, Madeleine Albright,<br />
ha sottolineato che esiste ancora<br />
la possibilità di giungere ad un accordo<br />
prima del 20 gennaio, quando alla Casa<br />
Bianca ci sarà l'avvicendamento tra<br />
Clinton e il Presidente eletto, George W.<br />
Bush. Il Capo della diplomazia americana<br />
ha quindi auspicato che la missione<br />
di Ross riesca a colmare le differenze<br />
fra israeliani e palestinesi, nonostante la<br />
riluttanza mostrata recentemente dall’Autorità<br />
Palestinese a trattare con l'inviato<br />
Usa. Albright ha osservato inoltre<br />
che, a suo parere, un accordo dopo l’insediamento<br />
di Bush «sarà molto più difficile»,<br />
perché una nuova Amministrazione<br />
«ha bisogno di tempo prima di<br />
passare all’azione».<br />
Il compito di Ross appare quanto mai<br />
difficile dopo le dichiarazioni giunte ieri<br />
dai vertici palestinesi, secondo i quali<br />
l'Ap non può accettare la proposta di<br />
Clinton in quanto questa nega il diritto<br />
al ritorno in Israele ai circa 3,7 milioni<br />
di profughi del 1948. Il Presidente del<br />
Consiglio nazionale palestinese, Ahmed<br />
Qrei, ha respinto con parole inequivocabili<br />
il piano che, ha detto, non ha tenuto<br />
in alcun conto le obiezioni illustrate a<br />
Clinton dal leader dell'Ap, Yasser Arafat,<br />
nella sua recente missione a Washington.<br />
Critiche alla proposta americana<br />
sono giunte anche da parte di Abed<br />
Rabbo, uno dei tre membri della delegazione<br />
palestinese alla quale Clinton ha<br />
presentato il progetto di pace il 23 dicembre<br />
scorso. Rabbo ha sottolineato<br />
come l'Ap non intenda prendere in considerazione<br />
«dichiarazioni di principio<br />
che non siano accompagnate da un piano<br />
dettagliato».<br />
Al termine della riunione settimanale<br />
presieduta da Arafat, ieri la dirigenza<br />
dell'Ap ha reso omaggio a Clinton «per<br />
tutti i suoi sforzi per realizzare la pace e<br />
per il suo contributo storico nel far valere<br />
i diritti palestinesi e per rendere giustizia<br />
a questo popolo». Ma al tempo<br />
stesso l'Autorità è sembrata voler passare<br />
oltre auspicando che la nuova Amministrazione<br />
americana agisca per «ristabilire<br />
la giustizia» e assicurare «l’applicazione<br />
delle risoluzioni internazionali» sul<br />
conflitto israelo-palestinese.<br />
Il Governo israeliano ha invece accettato<br />
il piano di Clinton come base di discussione,<br />
ma il Primo Ministro, Ehud<br />
Barak, si è mostrato molto scettico sulla<br />
reale possibilità di giungere ad un'intesa<br />
in tempi brevi. Intervenendo in videoconferenza<br />
via satellite a una tavola rotonda<br />
tenuta a Washington da un gruppo<br />
di studio sulla politica estera, il Premier<br />
ha detto che un accordo con i pa-<br />
Ancora gelo<br />
nell'Estremo Oriente<br />
russo: -70 gradi<br />
MOSCA, 9.<br />
Non si attenua l’ondata di freddo polare<br />
che si è abbattuta in questi giorni<br />
sulla Siberia, con temperature che in alcuni<br />
centri abitati non si schiodano dai<br />
50 gradi sotto zero. Si tratta di una gelata<br />
insolita persino per questa regione<br />
russa, dove picchi analoghi si raggiungono<br />
solo ogni 15 anni, ma nonostante alcuni<br />
disagi la situazione nelle città colpite<br />
appare sorprendentemente regolare.<br />
Le punte di freddo più estremo sono<br />
state toccate nella Siberia centro-meridionale:<br />
i meno 50 gradi sono stati superati<br />
tra l’altro nella zona carbonifera di<br />
Kemerovo, a Novosibirsk (un milione e<br />
mezzo di abitanti), a Irkutsk (vicino al<br />
lago Baikal, 700.000 abitanti) e Barnaul,<br />
nella regione dell’Altai. In una landa remota<br />
dell’Estremo Nord siberiano, territorio<br />
a ridosso del Polo non abitato da<br />
esseri umani, è stato registrato addirittura<br />
un picco vicino ai meno 70. Le<br />
preoccupazioni riguardano tuttavia le<br />
zone abitate, dove pure al momento si<br />
rilevano problemi tutto sommato contenuti.<br />
Interruzioni nell’erogazione di riscaldamento<br />
sono segnalate solo in un<br />
migliaio di appartamenti nella città di<br />
Novosibirsk, a causa di avarie alle tubature<br />
provocate dal freddo.<br />
lestinesi «potrebbe non essere possibile<br />
ancora per molto tempo». Il Governo<br />
israeliano, ha continuato, è «determinato<br />
a pervenire a un'intesa su tutte le<br />
questioni importanti» e intende pertanto<br />
proseguire nel dialogo per la pace in futuro<br />
con la mediazione dell’Amministrazione<br />
guidata da George W. Bush. Al<br />
momento, ha rilevato Barak, ci sono<br />
«più incertezze che certezze» su come<br />
procedere.<br />
Barak ha poi illustrato, in subordine,<br />
la sua «seconda scelta» nelle trattative<br />
Senegal: riformata<br />
la Costituzione<br />
sono in programma<br />
le elezioni legislative<br />
con i palestinesi, che consiste in un graduale<br />
disimpegno dalla Cisgiordania nell’arco<br />
di due anni in modo che le due<br />
comunità possano separarsi senza traumi.<br />
«Non possiamo continuare a vivere<br />
per altri dieci anni così strettamente legati<br />
con i palestinesi senza porre fine» al<br />
conflitto, ha rilevato il Premier. «Se non<br />
troveremo un modo per distaccarci, preferibilmente<br />
attraverso un accordo, ci<br />
troveremo a poco a poco trascinati in<br />
una situazione di tipo balcanico», ha aggiunto.<br />
Intanto la situazione rimane particolarmente<br />
tesa sul terreno e ieri, mentre<br />
nei Territori proseguivano gli scontri, a<br />
Gerusalemme decine di migliaia di israeliani<br />
hanno partecipato ad una manifestazione<br />
indetta dalla destra contro la<br />
spartizione della sovranità sulla città. La<br />
folla si è raccolta davanti alle Mura che<br />
circondano la Città vecchia, all’altezza<br />
della porta di Jaffa. Un imponente spiegamento<br />
di polizia ha evitato il contatto<br />
tra i dimostranti e gruppi di palestinesi<br />
contrari alla manifestazione.<br />
Le violenze non accennano a diminuire<br />
in Cisgiordania e nella Striscia di Gaza<br />
TEL AVIV, 9.<br />
Non si placa in Medio Oriente l'ondata di violenza che<br />
dal 28 settembre scorso ha causato non meno di trecentocinquanta<br />
morti.<br />
Un palestinese è stato ucciso ieri sera da coloni israeliani<br />
nel villaggio di Hares, a Sud della città cisgiordana di Nablus.<br />
Lo hanno reso noto testimoni oculari e fonti ospedaliere<br />
senza fornire ulteriori precisazioni. Colpi di arma da<br />
fuoco sono stati inoltre esplosi contro una automobile<br />
israeliana in transito nella superstrada che collega Gerusalemme<br />
all’insediamento di Ghivat Zeev, in Cisgiordania.<br />
Un bambino israeliano che viaggiava sulla vettura è rima-<br />
DAKAR, 9.<br />
Dopo l'adozione, nel referendum popolare<br />
di domenica scorsa, del testo della<br />
nuova Costituzione, il Senegal si prepara<br />
ora alle elezioni legislative che si<br />
terranno verosimilmente entro il mese<br />
di marzo. La «carta fondamentale» è<br />
stata approvata a larghissima maggioranza:<br />
il 90 per cento degli elettori, con<br />
un tasso di affluenza alle urne pari al 66<br />
per cento degli aventi diritto al voto.<br />
La riforma costituzionale prevede la<br />
trasformazione del Parlamento da bicamerale<br />
in monocamerale con la soppressione<br />
del Senato. Inoltre, il mandato del<br />
Presidente della Repubblica, rieleggibile<br />
una sola volta, si riduce da sette a cinque<br />
anni.<br />
Le prossime elezioni legislative avranno<br />
un'importanza cruciale per il futuro<br />
del Senegal che sperimenta attualmente<br />
una sorta di «coabitazione» tra un Presidente<br />
liberale, Abdoulaye Wade, e un<br />
Parlamento dominato dal partito socialista.<br />
Wade, che è stato eletto alla Presidenza<br />
nel marzo dell'anno scorso, ha<br />
rotto l'egemonia politica dei socialisti<br />
che erano al Governo dall'indipendenza<br />
del Paese (1960). Questo pacifico avvicendamento<br />
è stato salutato in Africa<br />
come un «modello di transizione democratica».<br />
Ora, anche in seguito ai risultati favorevoli<br />
del referendum costituzionale,<br />
Wade nutre fiducia di consolidare il proprio<br />
potere conquistando, alle elezioni<br />
legislative, la maggioranza dei seggi e il<br />
relativo controllo dell'Assemblea parlamentare.<br />
sto ferito da tre proiettili. Al calare del sole, poi, il rione<br />
ebraico di Ghilò, a Gerusalemme è stato nuovamente fatto<br />
bersaglio di spari provenienti dal vicino villaggio palestinese<br />
di Beit Jalla. Lo ha riferito la Radio militare, precisando<br />
che non si sono registrati feriti.<br />
Nel tentativo di fermare le violenze, dopo una sospensione<br />
di diversi mesi riprende oggi la cooperazione di sicurezza<br />
fra Israele e Autorità Palestinese (Ap). La misura è stata<br />
concordata nel colloquio di domenica scorsa al Cairo fra i<br />
responsabili dei servizi di sicurezza delle due parti, che si<br />
sono incontrati accettando la mediazione del Capo della<br />
Cia, George Tenet.<br />
COSTA D'AVORIO Dopo il fallito colpo di stato<br />
Il Governo ha decretato<br />
tre giorni di coprifuoco<br />
ABIDJAN, 9.<br />
Il Governo della Costa d'Avorio ha decretato<br />
tre giorni di coprifuoco dopo il<br />
tentativo di colpo di stato sventato ieri<br />
ad Abidjan dalle forze fedeli al Presidente<br />
Laurent Gbagbo. La situazione è tornata<br />
alla normalità: stamane nella principale<br />
città ivoriana hanno riaperto uffici,<br />
scuole e negozi ed è ripresa la circolazione<br />
dei mezzi di trasporto pubblici.<br />
Poche le informazioni disponibili sulla<br />
vicenda e sull'identità dei golpisti. Si è<br />
appreso che, nella notte tra domenica e<br />
lunedì, i rivoltosi si sono impadroniti<br />
Guinea: respinto<br />
nel Sud un attacco<br />
di bande irregolari<br />
CONAKRY, 9.<br />
Reparti dell'esercito della Guinea<br />
hanno sventato all'alba di ieri<br />
un attacco di bande armate irregolari<br />
contro un villaggio nel Sud<br />
del Paese. Gli aggressori, che provenivano<br />
dalla Sierra Leone, hanno<br />
riattraversato la frontiera incalzati<br />
dalle forze governative. Dal<br />
settembre scorso, la regione meridionale<br />
della Guinea è sottoposta<br />
ad attacchi da parte di bande irregolari<br />
lungo le frontiere con la<br />
Sierra Leone e con la Liberia. Il<br />
bilancio degli scontri è di oltre<br />
700 morti.<br />
Russia: il «Club di Parigi»<br />
chiede il pagamento dei debiti<br />
PARIGI, 9.<br />
Il «Club di Parigi» ha inviato ieri una<br />
lettera al Ministro delle finanze russo,<br />
Aleksiei Kudrin, per ricordargli che il<br />
suo Paese deve onorare «integralmente»<br />
il servizio del debito, «in tutte le sue<br />
componenti». Lo ha annunciato la stessa<br />
Organizzazione degli Stati creditori.<br />
«I creditori non accettano un venir<br />
meno unilaterale da parte di qualsivoglia<br />
Stato debitore», afferma un comunicato.<br />
L'OSSERVATORE<br />
LIBRI<br />
Oggi la pagina settimanale di<br />
articoli, schede e segnalazioni<br />
dedicata alle novità editoriali<br />
«Opere» di Antoine<br />
de Saint-Exupéry<br />
pubblicate da Bompiani<br />
di CLAUDIO TOSCANI<br />
Pagina 8<br />
«Tenuto conto della sua attuale situazione<br />
economica favorevole e conformemente<br />
ai principi del “Club di Parigi”, di<br />
cui la Russia è membro a pieno titolo,<br />
essi si aspettano dalla Russia che onori<br />
integralmente il servizio del suo debito,<br />
in tutte le sue componenti», aggiunge il<br />
testo, precisando che la lettera inviata a<br />
Mosca è in seguito a «recenti dichiarazioni<br />
di autorità russe sul loro debito<br />
verso il “Club di Parigi”».<br />
Venerdì scorso il vice Ministro delle<br />
finanze, Aleksiei Uliukaiev, aveva espresso<br />
l’intenzione della Russia di «rinviare»<br />
il rimborso delle prime «tranches» dovute<br />
per il 2001 al «Club di Parigi» per il<br />
debito dell’ex Unione Sovietica. Ieri il<br />
Presidente russo, Vladimir Putin, ha assicurato<br />
che la Russia «pagherà i suoi<br />
debiti ereditati dall’Urss». Nel primo trimestre<br />
2001 Mosca deve rimborsare circa<br />
1,5 miliardi di dollari (oltre 3.000 miliardi<br />
di lire).<br />
Intanto, milioni di russi hanno assistito<br />
domenica alle lunghe veglie e alle<br />
messe celebrate — secondo la fastosa liturgia<br />
delle chiese orientali — per il Natale<br />
ortodosso, confermando un clima di<br />
riscoperta della fede o quanto meno delle<br />
tradizioni religiose nell’ex Paese dell’ateismo<br />
di Stato.<br />
della sede della radio-televisione e hanno<br />
tentato di occupare la residenza presidenziale.<br />
Ieri mattina, le forze di sicurezza<br />
hanno sgominato gli aggressori.<br />
Negli scontri si conterebbero due morti,<br />
entrambi gendarmi, e alcuni feriti; un<br />
certo numero di rivoltosi sarebbero stati<br />
arrestati.<br />
Si tende a minimizzare. Il Presidente<br />
Gbagbo ha parlato di «azione terroristica»<br />
compiuta da «dilettanti e ragazzini».<br />
Ambienti governativi accennano a responsabilità<br />
di residenti nel Nord del<br />
Paese e di complicità di imprecisati Paesi<br />
vicini.<br />
Fonti diplomatiche sostengono che il<br />
responsabile del putsch potrebbe essere<br />
il sergente maggiore Ibrahim Coulibaly,<br />
esponente del regime militare che ha<br />
governato il Paese dal 24 dicembre 1999<br />
al 22 ottobre scorso. Coulibaly viene definito<br />
vicino all'ex Premier Alassane<br />
Ouattara, leader del «raggruppamento<br />
dei repubblicani» (Rdr, opposizione).<br />
Com'è noto, Ouattara non riconosce<br />
il nuovo Governo ivoriano, perché gli è<br />
stato impedito di candidarsi sia alle presidenziali<br />
del 22 ottobre scorso (che<br />
hanno portato al potere Gbagbo) sia alle<br />
legislative del 10 dicembre successivo.<br />
Intanto, Gbagbo ha confermato che<br />
domenica prossima si terranno le legislative<br />
parziali nel Nord del Paese, vale a<br />
dire nella roccaforte del Rdr dove i partigiani<br />
di Ouattara hanno impedito il 10<br />
dicembre che si tenessero le votazioni.<br />
Si tratta di eleggere ventisei membri dell'Assemblea<br />
nazionale, che conta in tutto<br />
225 seggi.<br />
NOSTRE<br />
INFORMAZIONI<br />
Il Santo Padre ha accettato<br />
la rinuncia al governo<br />
pastorale dell'Arcidiocesi di<br />
Potenza-Muro Lucano-Marsico<br />
Nuovo (Italia), presentata<br />
da Sua Eccellenza Reverendissima<br />
Monsignor<br />
Ennio Appignanesi, in conformità<br />
al can. 401 § 1 del<br />
Codice di Diritto Canonico.<br />
. .<br />
Provvista<br />
di Chiesa<br />
Il Santo Padre ha nominato<br />
Arcivescovo di Potenza-Muro<br />
Lucano-Marsico<br />
Nuovo (Italia) Sua Eccellenza<br />
Reverendissima Monsignor<br />
Agostino Superbo, finora<br />
Assistente EcclesiasticoGeneraledell'AzioneCattolica<br />
Italiana.<br />
A PROPOSITO DI UNA PERIODIZZAZIONE<br />
DEGLI ULTIMI TREMILA ANNI<br />
All'uomo del Terzo Millennio<br />
sarebbe sbarrata<br />
solo la ricerca di Dio<br />
GIORGIO RUMI<br />
A lberto<br />
Asor Rosa ha tentato<br />
un grandioso affresco<br />
della storia umana degli<br />
ultimi tremila anni, distinguendovi<br />
un millennio degli dei, anteriore<br />
a Cristo; un millennio di<br />
Dio, il primo della nostra era, ed<br />
il millennio «laico»: quello che si<br />
è chiuso testè. All'autore di una<br />
simile periodizzazione va riconosciuta<br />
certamente una grande<br />
audacia intellettuale per aver<br />
tracciato un simile disegno di<br />
sintesi, caricato con franchezzainconsueta<br />
di significati e di<br />
conseguenze di non poco momento.<br />
Ma pagato questo tributo<br />
all'intelligenza e alla sincerità<br />
dell'autore, sarà pur lecito formulare<br />
una diversa suggestione<br />
interpretativa del periodo più noto<br />
dell'esperienza umana, e trarne<br />
argomento per qualche proposta<br />
alternativa per la contemporaneità.<br />
Il perno del suo discorso verte<br />
sul processo di «fondazione del<br />
laico» perseguita linearmente<br />
sin dall'anno Mille, quasi una<br />
conseguenza della mancata<br />
Apocalisse, riprendendo qui tutto<br />
lo schematismo di una certa sociologia<br />
anglosassone. Da Dante<br />
a Galileo sarebbe cresciuta questa<br />
figura «sempre più autonoma,<br />
indipendente, professionalmente<br />
qualificata, in grado di<br />
esprimere le esigenze e gli interessi<br />
di una società anch'essa<br />
sempre più autonoma e separata<br />
rispetto alle potenze tradizionali».<br />
Ma è così? Da Dante a<br />
Galileo il cristianesimo non è rimasto<br />
la sede delle speranze ultime<br />
e quasi il disegno dell'operare<br />
quotidiano? Altro sistema di<br />
principi e di valori i grandi spiriti<br />
citati da Asor Rosa certo non<br />
avevano, anche se il tempo della<br />
storia restava interamente<br />
nelle loro mani, come occasione<br />
di una prova suprema, preludio<br />
ad un'altra e definitiva stagione.<br />
E poi, è davvero possibile stralciare<br />
da arte e cultura l'ispirazione<br />
cristiana che ha dato non<br />
solo gli umili costruttori delle<br />
cattedrali, ma anche Francesco<br />
e Chiara, Tommaso, Domenico e<br />
Ignazio, ed un'infinita sequela di<br />
pensatori (ecclesiastici e no) che<br />
hanno letteralmente edificato<br />
quell'Occidente sul cui ruolo e<br />
destino è legittimo e doveroso<br />
riflettere? E un Cristoforo Colombo,<br />
con la sua ansia di trovare<br />
le «isole» che le Scritture dicevano<br />
in attesa della Redenzione,<br />
non è forse esemplare dell'inseparabilità<br />
tra ispirazione religiosa<br />
e pienezza dello spirito di ricerca?<br />
Il nuovo Ulisse, nel Millennio,<br />
è stato larghissimamente<br />
laico e insieme credente, superando<br />
la lacerazione ipotizzata<br />
da Asor Rosa.<br />
Lo Stato moderno, il prodotto<br />
massimo del Millennio, coi suoi<br />
caratteri di immanenza e autoreferenzialità,<br />
sarebbe poi esemplare<br />
di questa fondazione «laica».<br />
La moderna dottrina dello<br />
Stato ci insegna, invece, che la<br />
distinzione tra uomo e cittadino,<br />
tra foro della coscienza e doveri<br />
civili, e quindi proprio il fondamento<br />
della tradizione cristiana<br />
rispetto ad altre esperienze spirituali,<br />
hanno costantemente accompagnato<br />
la costruzione dello<br />
Stato stesso, minando in radice<br />
quella presunzione. Mentre altrove<br />
tra le ragioni della forza e<br />
quelle della coscienza primeggia<br />
irreparabilmente lo Stato con la<br />
riduzione della religione ad etica<br />
pubblica, oppure, al contrario, il<br />
Chiusura<br />
della Porta Santa<br />
nelle Diocesi<br />
italiane Pagine 6 e 7<br />
dominio incontrastato della fede<br />
che schiaccia lo stato a gestione<br />
amministrativa della quotidianità,<br />
le istituzioni plasmate dal<br />
Millennio «laico» sono state contraddistinte<br />
dall'arduo equilibrio<br />
innegabilmente cristiano e cattolico<br />
tra queste due opposte<br />
istanze. Libera Chiesa e libero<br />
Stato, si potrebbe provocatoriamente<br />
sostenere ricordando la<br />
coraggiosa scelta di Croce per<br />
la «Chiesa» come interprete e<br />
custode dei valori dello spirito e<br />
della cultura rispetto allo Stato e<br />
alla politica. Tommaso Moro resta<br />
in definitiva il modello di riferimento<br />
per i nostri diritti di<br />
uomini e di cittadini, e impotenti<br />
risultano certe velleità riduttive<br />
di marca subalpina. Teocrazia e<br />
totalitarismo sono due tentazioni<br />
che il millennio, presunto laico<br />
ma drammaticamente cristiano,<br />
ha contrastato e sconfitto.<br />
Lascia poi altamente perplessi<br />
l'individuazione della Riforma<br />
come «l'unico accadimento religioso<br />
veramente grandioso del<br />
millennio». La lacerazione e il<br />
conflitto nella Cristianità come<br />
premessa alla generale laicizzazione<br />
sono l'oggetto privilegiato<br />
della riflessione che viene a<br />
cancellare del tutto ogni apporto<br />
che un servizio millenario all'uomo<br />
può aver offerto attraverso<br />
feconde iniziative. Non si vedono<br />
così i decisivi interventi degli ultimi<br />
duecento anni: Leone XIII<br />
sulla questione sociale, Benedetto<br />
XV sul sistema delle relazioni<br />
internazionali ed il primato<br />
della giustizia sulla potenza,<br />
Giovanni Paolo II per la liberazione<br />
dei popoli dal comunismo<br />
e dallo sfruttamento imperialistico,<br />
e ancora per la tutela della<br />
persona umana minacciata dall'eugenetica<br />
(maschera ingannevole<br />
di un nuovo razzismo) e da<br />
certa bioingegneria... Anche il<br />
tenace eurocentrismo che innerva<br />
il discorso merita qualche ripensamento.<br />
La Chiesa, come<br />
ben si sa, è in occidente ma non<br />
gli appartiene, essendo la sua<br />
una vocazione universale. Ecco<br />
perché può parlare innanzitutto<br />
all'Ebraismo e all'Islam libera<br />
dalle costrizioni e dalle opportunità<br />
imposte dagli equilibri di<br />
potenza, trovando interlocutori a<br />
loro volta sciolti dalle pastoie<br />
della vecchia querelle tra «chierici»<br />
e «laici» che avviluppa invece<br />
questa prospettiva millenaristica.<br />
I «rischi del Millennio» in definitiva<br />
non sarebbero tanto la<br />
guerra e le devastazioni, lo<br />
sfruttamento e la povertà ma<br />
una possibile «reazione religiosa»,<br />
cui si contrappone vittoriosamente<br />
«una nuova fondazione<br />
della ragione umana». Tutto riuscirebbe<br />
allora semplice e una<br />
presunta linearità progressiva<br />
della storia garantirebbe da impossibili<br />
«ritorni all'indietro»,<br />
quale appunto un recupero del<br />
valore religioso. Strana condizione,<br />
quella dell'uomo e della società.<br />
Nessuna esperienza deve<br />
essere evitata, nessuna arditezza<br />
resta preclusa: all'uomo del<br />
terzo millennio sarebbe sbarrata<br />
solo la ricerca di Dio. Possiamo<br />
ben chiedere allora che questa<br />
libertà non ci sia tolta. Se la<br />
scienza ha le sue ragioni e la<br />
società le sue urgenze, così la<br />
coscienza dovrà pur potere mantenere<br />
ampia e vigile la sua<br />
esplorazione ultima, come l'umanità<br />
ha sempre fatto sin dai<br />
tempi più remoti, in un esercizio<br />
costitutivo della persona stessa.