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.<br />
ANTONIO FORTE<br />
Vescovo di Avellino<br />
PAGINA<br />
Il pellegrinaggio di Giovanni Paolo II<br />
in Terra Santa ha spinto due frati minori<br />
a compilare l'agile volumetto «In Terra<br />
Santa con i Papi» (Ed. Piemme,<br />
2000). La visita del Papa è stata ampiamente<br />
commentata dalla stampa mondiale<br />
e definita «il culmine del suo pontificato».<br />
Il Grande Giubileo del 2000 è stato un<br />
riferimento frequente nel magistero di<br />
Giovanni Paolo II, fin dalla sua ascesa al<br />
soglio pontificio, per cui la preparazione<br />
e la celebrazione del bimillenario della<br />
venuta di Cristo sulla terra, sono sfociate<br />
nel grande pellegrinaggio, che ha ripercorso<br />
tutto il cammino della storia<br />
della salvezza da Abramo, l'Arameo errante<br />
venuto dall'Iraq, alla tappa del Sinai,<br />
dove il popolo eletto ha incontrato<br />
il Dio dell'Alleanza che ne ha fatto il suo<br />
popolo, ai luoghi santi di Palestina che<br />
conservano il ricordo della nascita, della<br />
morte e della resurrezione del nostro<br />
Salvatore Cristo Gesù.<br />
La prima tappa non si è realizzata<br />
perché il governo iracheno non ha consentito<br />
al Santo Padre di raggiungere<br />
Aram. Tuttavia Giovanni Paolo II ha voluto<br />
rivivere quella visita spiritualmente,<br />
rievocando l'Alleanza del grande Patriarca<br />
nell'Aula Paolo VI.<br />
Ha compiuto invece il pellegrinaggio<br />
ai piedi del Sinai, richiamando il dono<br />
delle tavole della Legge come impegno<br />
del popolo eletto all'offerta di amicizia<br />
del Dio d'Israele.<br />
La terza tappa del suo pellegrinaggio<br />
è stata compiuta nella Terra di Gesù «diventata<br />
patrimonio spirituale di tutto il<br />
mondo dei cristiani che la desiderano visitare<br />
almeno una volta».<br />
Gli autori del volume tradiscono profondamente<br />
la loro estrazione culturale<br />
e spirituale: P. Marco Adinolfi, professore<br />
emerito di Sacra Scrittura, presso il<br />
Pontificio Ateneo «Antonianum» e lo<br />
Studium Biblicum Franciscanum di Gerusalemme;<br />
P. Gian Battista Buzzone,<br />
docente di Sacra Scrittura presso l'istituto<br />
Superiore di Scienze Religiose di Albenga.<br />
Sono ambedue francescani del primo<br />
Ordine, per cui l'amore per la Terra<br />
4 .<br />
ANGELUS A sacerdoti e giovani della Serbia<br />
«Portate il mio affettuoso saluto<br />
a S.B. il Patriarca Pavle»<br />
Giovanni Paolo II ha guidato domenica<br />
mattina, 14 gennaio, la recita della preghiera<br />
mariana dell'«Angelus» in Piazza San<br />
Pietro. Al termine, dopo aver tenuto la riflessione<br />
che pubblichiamo in prima pagina,<br />
il Papa ha così salutato i gruppi di pellegrini<br />
di lingua spagnola presenti:<br />
Saludo cordialmente a los peregrinos<br />
de lengua española, de modo particular<br />
a los grupos de las parroquias<br />
del Sagrado Corazón y de San Francisco<br />
Javier de Caravaca de Murcia.<br />
Que Dios os bendiga en vuestra vida<br />
familiar y profesional y así deis prueba<br />
de adhesión a Cristo y a su Iglesia.<br />
Muchas gracias.<br />
Il Santo Padre ha poi aggiunto:<br />
Saluto ora un gruppo di sacerdoti e<br />
di giovani venuti dalla Serbia.<br />
Lhfub cdtintybwb b vkflb chgcrt<br />
ghfdjckfdyt Ifœfxrj-dfütdcrt<br />
tgfhñbøt, chlfxyj dfc gjplhfdüfv.<br />
Ljœhj ljikb!<br />
Gjctnf uhjœjdbvf cdtnbñ fgjcnjkf<br />
Gtnhf b Gfdkf b lheubñ cdtnbñ<br />
vextybrf, xbøb gjvty Hbv xedf, ytr<br />
exdhcnb dfie ñhbiáfycre dthe b<br />
gjlhæb dfc e pfepbvfûe lf pføtlyj<br />
cf jcnfkbv cfuhfàfybvf dfit ptvüt<br />
uhflbnt œeleáyjcn vbhf b hfpdbøfûf.<br />
Yf gjdhfnre e jnfãœbye gjytcbnt vjø<br />
üeœtpyb gjplhfd Ûtujde Œkfætycnde<br />
Gfnhbøfhñe Gfdke, dfitv Tgbcrjge<br />
Ghtjcdtintyjv Kfdhtynbøe, dfibv<br />
gjhjlbwfvf b ghbøfntübvf b dfitv<br />
lhfujv chgcrjv yfhjle.<br />
Ytrf dfc cdt œkfujckjdb Ujcgjl<br />
yfi Bcec Ñhbcnjc!<br />
Questa è una nostra traduzione italiana<br />
del saluto in lingua serba:<br />
Cari sacerdoti e giovani della Dioce-<br />
si serbo-ortodossa di Šabac-Valjevo, vi<br />
saluto cordialmente. Benvenuti!<br />
Il pellegrinaggio alle tombe dei Santi<br />
Apostoli Pietro e Paolo ed altri Santi<br />
Martiri, di cui Roma custodisce le<br />
memorie, rafforzi la vostra fede cristiana<br />
e vi sostenga nell'impegno di<br />
costruire insieme agli altri cittadini<br />
del vostro Paese un futuro di pace e<br />
di sviluppo. Ritornando in Patria,<br />
portate il mio affettuoso saluto a Sua<br />
Beatitudine il Patriarca Pavle, al vostro<br />
Ecc.mo Vescovo Lavrentije, ai vostri<br />
familiari ed amici ed al caro Popolo<br />
serbo.<br />
Gesù Cristo, nostro Signore, vi benedica<br />
tutti.<br />
Successivamente il Papa ha salutato i<br />
fedeli giunti dalla Polonia. Ecco le sue<br />
parole:<br />
Witam również pielgrzymów z Polski:<br />
z Mogilna — wspólnoty neokatechumenalne,<br />
z Nowego Targu —<br />
pracowników firmy budowlanej, konserwatorów<br />
oraz pielgrzymów indywidualnych.<br />
Niech wszystkim Bóg błogosławi!<br />
Questa è una nostra traduzione italiana<br />
del saluto ai polacchi:<br />
Saluto anche i pellegrini giunti dalla<br />
Polonia: da Mogilno, le comunità neocatecumenali;<br />
da Nowy Targ, i dipendenti<br />
di una ditta edile; un gruppo di<br />
restauratori e i pellegrini individuali.<br />
Dio benedica tutti!<br />
Infine Giovanni Paolo II ha così concluso<br />
in italiano:<br />
A tutti i romani e ai pellegini auguro<br />
una buona domenica.<br />
Un volume a cura dei Padri Marco Adinolfi e Gian Battista Buzzone<br />
In Terra Santa con i Papi<br />
Santa e per il Papa, ereditati da s. Francesco,<br />
sono abbondantemente rifluiti<br />
nella loro pubblicazione.<br />
Questo amore che segnò profondamente<br />
il Serafico Padre, per cui la<br />
venerazione al Papa «Signore apostolico»,<br />
come usava chiamarlo, e alla Terra<br />
Santa, che custodisce le orme del Figlio<br />
di Dio Incarnato, è ampiamente documentato,<br />
al punto che nella sua Regola<br />
pone come caposaldo della sua famiglia<br />
l'obbedienza al Papa, e la Terra<br />
Santa fu il sogno che cullò fino a quando<br />
non riuscì a raggiungerla nel 1220,<br />
dopo due tentativi andati a vuoto. Ma<br />
già prima di visitare quella Terra, Francesco<br />
inviò i suoi frati in quell'area, costituendo<br />
la Provincia di Siria che inglobava<br />
la Palestina.<br />
Di quella Provincia frate Elia, suo successore,<br />
più tardi, nel governo dell'Ordine,<br />
fu il primo Superiore Provinciale.<br />
«In Terra Santa con i Papi» è un<br />
omaggio a Giovanni Paolo II che ha<br />
compiuto la visita in Palestina, secondo<br />
Pontefice dopo Paolo VI. È una eloquente<br />
documentazione dell'attenzione e<br />
cura che i Sommi Pontefici hanno avuto<br />
per questi luoghi, santificati dalla presenza<br />
di Cristo.<br />
La struttura del volumetto si apre con<br />
una breve presentazione dei motivi della<br />
pubblicazione ed offre un'introduzione<br />
sul significato del pellegrinaggio nella<br />
Bibbia. È un capitolo ricco di preziose<br />
notizie, illuminanti per capire il senso<br />
del Giubileo cristiano. Questo insegnamento,<br />
nella riflessione di fede di Israele,<br />
acquistò, nell'arco della Rivelazione,<br />
dimensioni universali, giacché Cristo è il<br />
luogo e il tempio definitivo, dove l'umanità<br />
è chiamata a convenire per avere la<br />
salvezza di Dio.<br />
Negli ultimi due millenni il supremo<br />
Magistero della Chiesa ha insegnato<br />
che, pur essendo Cristo il Santuario<br />
unico al quale l'umanità è convocata,<br />
non cessi la pratica del pellegrinaggio ai<br />
Santuari della fede, perché è un ricco<br />
patrimonio spirituale da custodire e<br />
praticare.<br />
Giovanni Paolo II nella Lettera del luglio<br />
1999 «Il mio viaggio alle sorgenti»<br />
ribadisce l'importanza di «quegli spazi<br />
che Dio ha scelto per mettere “Tenda”<br />
tra di noi, così da consentire all'essere<br />
L'OSSERVATORE ROMANO Lunedì-Martedì 15-16 Gennaio 2001<br />
Una veglia di preghiera per la pace<br />
in Terra Santa e un pellegrinaggio alla<br />
Basilica del Santo di Padova, seguendo<br />
a piedi l'antico sentiero tra la<br />
campagna già percorso ai suoi tempi<br />
da sant'Antonio: è stata questa la proposta<br />
che i francescani conventuali di<br />
Camposampiero (Padova) — luogo dove<br />
sant'Antonio trascorse l'ultimo periodo<br />
della sua vita —, hanno rivolto nei<br />
L'Arcivescovo Giovanni Battista Re conferisce l'ordinazione episcopale<br />
a Mons. Carlo Ghidelli, nuovo Presule dell'Arcidiocesi di Lanciano-Ortona<br />
I compiti del Vescovo: l'insegnamento della fede<br />
la santificazione e la guida del Popolo di Dio<br />
umano un contatto diretto con noi». E<br />
aggiunge, riferendosi ai luoghi della Palestina:<br />
«E la Provvidenza volle che per<br />
la cristianità d'Occidente fossero soprattutto<br />
i figli di Francesco d'Assisi, santo<br />
della povertà, della mitezza e della pace,<br />
a interpretare, in modo genuinamente<br />
evangelico, il legittimo desiderio cristiano<br />
di custodire i luoghi in cui affondano<br />
le nostre radici» (Ibidem, 4).<br />
Fermi restando i valori che l'antico<br />
pellegrinaggio biblico contiene: conversione,<br />
incontro con Dio e ritorno alla vita<br />
ordinaria rinnovata per l'ispirazione<br />
derivante da un'autentica esperienza di<br />
Dio, l'attualizzazione del pellegrinaggio<br />
è «...incontrare pienamente il Cristo,<br />
confessando la nostra fede in Lui e ricevendo<br />
l'abbondanza della sua misericordia»<br />
(Ibidem, 12). Tutto questo il Papa<br />
ha vissuto con il pellegrinaggio in Terra<br />
Santa. Il volume ripercorre in altrettanti<br />
capitoletti le quindici tappe di Giovanni<br />
Paolo II.<br />
Ogni capitolo si apre con un passo<br />
della 1ª Lettera di Pietro, puntualmente<br />
commentato in modo sobrio, abbinato<br />
ad un breve passo del discorso pronunziato<br />
da Giovanni Paolo II nella visita al<br />
luogo.<br />
Seguono poi tre testi di Sommi Pontefici,<br />
di cui il primo rivela i rapporti dei<br />
Papi con la Terra di Gesù, il secondo richiama<br />
il messaggio spirituale del luogo,<br />
il terzo esprime la sollecitudine e la stima<br />
verso i frati francescani che custodiscono<br />
i luoghi santi.<br />
Impreziosiscono il volumetto le testimonianze<br />
di Don Angelo Roncalli e di<br />
Mons. Karol Wojtyła, rilasciate, rispettivamente,<br />
nella visita in Terra Santa nel<br />
1906 e nel 1963.<br />
La ricchezza della documentazione<br />
consente di conoscere la storia dei<br />
santuari e la cura che la Chiesa ha<br />
avuto per consentire alla cristianità di<br />
poterli visitare. Nello stesso tempo il<br />
testo biblico commentato e la preghiera<br />
di Giovanni Paolo II che chiude ogni<br />
capitolo consentono di rifare spiritualmente<br />
il pellegrinaggio ai luoghi della<br />
Terra Santa che restano tra tutti i santuari<br />
della cristianità la perla della geografia<br />
della fede, che il percorso del Papa<br />
ha reso più familiari e più cari a tutto<br />
il mondo.<br />
Padova: veglia di preghiera per la pace in Terra Santa<br />
L'Arcivescovo Giovanni Battista<br />
Re, Prefetto della Congregazione per<br />
i Vescovi, ha presieduto domenica<br />
pomeriggio, 14 gennaio, nella Cattedrale<br />
Madonna del Ponte in Lanciano,<br />
la Celebrazione Eucaristica per<br />
l'ordinazione episcopale di Mons.<br />
Carlo Ghidelli, nuovo Presule dell'Arcidiocesi<br />
di Lanciano-Ortona.<br />
Pubblichiamo il testo dell'omelia<br />
dell'Arcivescovo Giovanni Battista<br />
Re:<br />
Carissimo Mons. Carlo Ghidelli;<br />
Venerati Confratelli nell'Episcopato<br />
e nel sacerdozio;<br />
Onorevoli Autorità civili e accademiche;<br />
Stimati Docenti, studenti e amici<br />
dell'Università Cattolica del Sacro<br />
Cuore;<br />
Carissimi fratelli e sorelle in Cristo.<br />
1. Rare volte sono risuonate parole<br />
così solenni e così impegnative come<br />
quelle che abbiamo udito nel Vangelo<br />
or ora letto: «Mi è stato dato ogni<br />
potere in cielo e in terra: andate e<br />
ammaestrate tutte le genti... fino alla<br />
fine dei secoli» (Mt 28, 18-20). E sono<br />
state pronunciate davanti a un gruppetto<br />
di persone, reso ancor più piccolo<br />
— come sappiamo — per il tradimento<br />
di una di esse. Erano rimasti<br />
in undici.<br />
Ma come poteva quel piccolo<br />
gruppo di Apostoli andare in tutto il<br />
mondo a predicare il Vangelo... sino<br />
alla fine dei tempi?<br />
Nel disegno di Cristo — che dirà<br />
«chi ascolta voi ascolta me e chi disprezza<br />
voi disprezza me» (Lc 10, 16)<br />
— quegli Apostoli avrebbero avuto<br />
dei successori: al Collegio degli Apostoli<br />
sarebbe subentrato il Collegio<br />
dei Vescovi, mediante la «successione<br />
apostolica» che si realizza con il rito<br />
dell'imposizione delle mani. Le mie<br />
mani e quelle dei Vescovi presenti,<br />
che si protenderanno sul capo dell'ordinando<br />
Vescovo, continueranno<br />
quella lunghissima catena attraverso<br />
la quale si risale nei secoli e si giunge<br />
fino a Cristo stesso.<br />
2. L'autenticità della Chiesa è legata<br />
alla «successione apostolica»,<br />
che collega la Chiesa di oggi con<br />
quella fondata da Cristo. Nei primi<br />
secoli, la successione è avvenuta in<br />
modo semplice nelle catacombe o in<br />
case private. Anche se atto solenne e<br />
tra i più alti della Comunità cristiana,<br />
essa si realizza col semplice gesto<br />
giorni scorsi alle migliaia di giovani della<br />
zona.<br />
L'invito era semplice ed esplicito:<br />
«Vieni, cammina e prega». Centinaia di<br />
adulti e di giovani hanno risposto, trascorrendo<br />
una serata dimeditazione e di<br />
riflessione.<br />
I santuari antoniani di Camposampiero<br />
sono definiti anche «Piccola Betlemme<br />
Antoniana», per la visione che sant'Anto-<br />
dell'imposizione delle mani da parte<br />
dei successori degli Apostoli e l'invocazione<br />
dello Spirito Santo.<br />
Mediante questa catena ininterrotta<br />
di mani protese nel solenne Rito<br />
dell'Ordinazione sacra, Mons. Carlo<br />
Ghidelli è mandato da Cristo e dalla<br />
Chiesa a questa Arcidiocesi di Lanciano-Ortona,<br />
per continuare l'opera<br />
di Cristo e per perpetuare la presenza<br />
di Lui che guida e pasce il suo popolo.<br />
L'ordinazione avviene in questa<br />
splendida Cattedrale, ricca di fede e<br />
carica di storia e di arte. E Mons.<br />
Ghidelli è inviato per il servizio dell'insegnamento<br />
della fede, della santificazione<br />
e della guida, per il popolo<br />
di Dio di questa Arcidiocesi, che<br />
ha una grande storia ed è stata testimone<br />
nell'VIII secolo di un miracolo<br />
eucaristico, che ha reso noto nel<br />
mondo intero il nome di Lanciano.<br />
Una Chiesa, questa, non grande per<br />
dimensione, ma conosciuta per il suo<br />
glorioso passato e non priva di vivacità<br />
religiosa al presente. E a questa<br />
Cattedrale il nuovo Arcivescovo è<br />
giunto partendo in processione dall'artistica<br />
basilica che custodisce le<br />
testimonianze del primo miracolo eucaristico<br />
che la storia ricorda. Gesto,<br />
questo, profondamente significativo,<br />
che richiama alla mente come l'Eucaristia,<br />
centro e cuore della vita della<br />
Chiesa, deve essere il centro e il<br />
cuore della vita di ogni cristiano all'alba<br />
del terzo millennio.<br />
3. Quando io sono stato ordinato<br />
Vescovo dal Papa Giovanni Paolo II<br />
13 anni or sono, il Santo Padre mi<br />
disse che «la chiamata all'episcopato<br />
significa anche chiamata ad un rapporto<br />
di particolare amicizia e di intimità<br />
con Cristo». Questa stessa esortazione<br />
io desidero ripetere a te, caro<br />
Mons. Ghidelli. Costituendoti successore<br />
degli Apostoli, Cristo ti chiama<br />
ad una amicizia più intima con Lui;<br />
ti chiama ad un più intenso colloquio<br />
con Lui mediante la preghiera, per<br />
essere un pastore secondo il suo<br />
Cuore. È dalla preghiera, infatti, che<br />
attingerai la forza per il servizio al<br />
popolo di Dio al quale sei destinato.<br />
A Dio parlerai del tuo popolo nella<br />
preghiera, e al tuo popolo parlerai di<br />
Dio (cfr sant'Agostino). Il Vescovo<br />
non vive più per se stesso, ma per i<br />
suoi diocesani. Il suo cuore, la sua<br />
mente, le sue energie sono tutte unicamente<br />
orientate verso i sacerdoti, i<br />
religiosi, le religiose e i fedeli a lui affidati.<br />
Il Sacramento dell'episcopato, infatti,<br />
è mistero di intimità con Cristo,<br />
di amore e di dedizione a Lui, per<br />
continuare la sua opera sulla terra e<br />
realizzare il disegno di amore di Dio<br />
nei riguardi degli uomini e delle donne<br />
del nostro tempo. Per questo,<br />
ogni Vescovo è un inviato. Cristo ha<br />
detto: «andate...»!<br />
Attraverso la mediazione della<br />
Chiesa, caro Mons. Ghidelli, Dio ti<br />
consacra questa sera, e ti invia a<br />
questa Chiesa di Lanciano-Ortona.<br />
La forza e lo stile della tua missione<br />
vengono da Dio. E quando dovesse<br />
accadere di scoraggiarti perché trovi<br />
le porte chiuse e gli orecchi sordi al<br />
tuo annuncio del Vangelo, ricordati<br />
che è Dio che ti manda. Cristo non<br />
ha garantito ai suoi Apostoli, e tanto<br />
meno ai loro successori, un'accoglienza<br />
assicurata, le porte aperte...<br />
una vita facile. Nemmeno ha garantito<br />
la vita (tutti ricordiamo al riguardo<br />
il dialogo del Card. Federigo Borromeo<br />
con Don Abbondio), sì, non<br />
ha garantito nemmeno la vita, ma ha<br />
garantito di sicuro l'assistenza dello<br />
Spirito Santo — quello Spirito che le<br />
popolazioni di Lanciano-Ortona, insieme<br />
con gli Amici qui venuti da<br />
tante parti, invocano per te in forma<br />
abbondante in questo rito solenne.<br />
Tu sei mandato per portare luce<br />
dove vi sono tenebre, per portare<br />
amore dove c'è odio, per portare pace<br />
dove c'è violenza, per portare speranza<br />
agli uomini e alle donne del<br />
nostro tempo, che ne sono così assetati,<br />
per liberare dal peccato chi vi è<br />
immerso, per consolare chi è afflitto,<br />
per portare ad ogni cuore Cristo nostro<br />
Salvatore.<br />
4. Nei compiti che ti attendono,<br />
caro Mons. Ghidelli, ti sarà di grande<br />
aiuto la formazione che hai ricevuto,<br />
lo studio della Sacra Scrittura a cui ti<br />
sei dedicato nei tuoi anni giovanili,<br />
l'esperienza che hai fatto come Segretario<br />
del Vescovo della tua Diocesi<br />
di origine e, poi, l'esperienza acquisita<br />
in un orizzonte più vasto negli<br />
anni in cui sei stato Sotto-Segretario<br />
della Conferenza Episcopale Italiana<br />
e, infine, dedicandoti all'assistenza<br />
pastorale e religiosa delle varie<br />
sedi dell'Università Cattolica del<br />
Sacro Cuore.<br />
Oggi, il ruolo del Vescovo è illustrato<br />
in termini di servizio: servizio<br />
a Dio e al suo popolo. Un Vescovo è<br />
16 gennaio: memoria di san Marcello I, Papa e martire<br />
Il «Rettore» di Roma<br />
COSMO FRANCESCO RUPPI<br />
Arcivescovo di Lecce<br />
Per molto tempo si è pensato che<br />
questo Papa non sia mai esistito; anzi,<br />
che egli non sia altro che lo stesso Papa<br />
Marcellino, divenuto Vescovo di<br />
Roma il 30 giugno 296 e morto il 25<br />
ottobre 304; ma gli storici, fatta eccezione<br />
per il Momsen, non hanno dubbi<br />
sulla storicità di questo Pontefice, che<br />
ebbe un papato brevissimo, dalla fine<br />
del 306 al 16 gennaio del 308.<br />
Si tratta, dunque, di un anno e pochi<br />
mesi di pontificato, ma già nel Liber<br />
Pontificalis è annoverato come<br />
santo e festeggiato il 16 gennaio, giorno<br />
della sua nascita al cielo.<br />
Ad essere esatti, però, è doveroso ricordare<br />
che nel Liber Pontificalis a<br />
questo Papa si danno cinque anni e<br />
mezzo di pontificato, mentre il Catalogo<br />
Liberiano gli attribuisce un anno e<br />
mezzo soltanto.<br />
Nessun dubbio pertanto sulla storicità<br />
di san Marcello e neppure sulla sua<br />
distinzione e successione a san Marcellino,<br />
anche se, nell'antico canone romano<br />
san Marcellino viene ricordato<br />
dopo Ignazio e Alessandro, mentre san<br />
Marcello non è citato.<br />
Papa agli inizi del secolo IV, san<br />
Marcello ebbe la responsabilità di avviare<br />
l'organizzazione della Chiesa di<br />
Roma e tra l'altro, forse impropriamente,<br />
si attribuisce a lui la divisione<br />
della città in 25 tituli ossia in 25 parrocchie<br />
affidate a un presbitero romano,<br />
anticipo dei cosiddetti titoli cardinalizi.<br />
Se, però, tale impresa non fu condotta<br />
esplicitamente da san Marcello,<br />
di certo fu da lui avviata, in considerazione<br />
del nuovo clima che si respirava:<br />
si stava uscendo, infatti, dal tempo<br />
delle persecuzioni e si cominciava a respirare<br />
un'aria di quasi libertà che dava<br />
al Vescovo di Roma la possibilità di<br />
porre mano ad un'azione pastorale più<br />
organica e più visibile.<br />
In un suo componimento poetico,<br />
Damaso chiama san Marcello un Papa<br />
di grande penitenza ed in realtà dalle<br />
poche notizie che abbiamo di lui sappiamo<br />
che suscitò molti consensi, ma<br />
anche non pochi dissensi, perché inter-<br />
nio ebbe del Bambino Gesù; inoltre essi<br />
ricordano anche il soggiorno del Santo<br />
dopo le fatiche estenuanti di una sua<br />
predicazione a Padova per riportare la<br />
pace nella città.<br />
L'incontro di preghiera per la pace tra<br />
cristiani, ebrei e musulmani è iniziato<br />
con la veglia nella cella della Visione<br />
del santuario di Camposampiero, cui ha<br />
fatto seguito la testimonianza di suor<br />
venne decisamente per il rientro nella<br />
Chiesa di tutti coloro che, a causa delle<br />
recenti persecuzioni, se ne erano allontanati.<br />
Ma era naturale che chiedesse a<br />
questi neo-convertiti l'esercizio di molte<br />
penitenze, il che gli creò forti opposizioni<br />
e durissime reazioni.<br />
Forse per questo Damaso lo chiama<br />
rigorista; non lo era però, solo per gli<br />
altri, ma innanzitutto per se stesso.<br />
A questo proposito, le poche cronache<br />
del tempo ricordano anche alcuni<br />
disordini determinati da tale rigorismo,<br />
tanto che fu necessario l'intervento di<br />
Massenzio per sedarli.<br />
Va altresì ricordata la denuncia che<br />
un apostata fece nei confronti di questo<br />
santo Pontefice, definendolo un disturbatore<br />
dell'ordine pubblico e della<br />
pace sociale.<br />
La morte di san Marcello avvenne<br />
probabilmente durante uno di questi<br />
tumulti; di certo avvenne fuori Roma,<br />
ma il suo corpo venne subito portato a<br />
Romaesepoltonelcimiterodi Priscilla.<br />
Sulla morte di Papa Marcello fiorì<br />
una spassosa leggenda, riferita dal Liber<br />
Pontificalis che può essere utile riferire:<br />
poiché il santo si rifiutò di offrire<br />
sacrifici agli dei, Massenzio trasformò<br />
la sua casa in una stalla per i cavalli<br />
imperiali, obbligando il povero<br />
Papa a divenire palafreniere e servitore<br />
di stalla.<br />
È certo, comunque, che san Marcello<br />
non morì martire, come la gran parte<br />
dei suoi predecessori, ma fu un santo<br />
confessore, come è attestato dal<br />
Martirologio Geronimiano.<br />
La sua tomba fu eretta nel cimitero<br />
di Balbina sulla via Ardeatina e sul finire<br />
del secolo VI san Gregorio Magno<br />
ne inviò le reliquie alla città di Ravenna,<br />
perché fossero conservate, in occasione<br />
della costruzione di una nuova<br />
chiesa.<br />
Sulla origine di Papa Marcello non<br />
vi sono dubbi: era un romano e sentiva<br />
forte l'appartenenza alla sua città;<br />
era già molto stimato come presbitero<br />
romano durante il pontificato di san<br />
Marcellino, anzi la sua successione fu<br />
più che ovvia, perché sembrava a molti<br />
come il naturale continuatore di<br />
quel buon Papa, ingiustamente accusato<br />
di donatismo.<br />
Sandrina Codebò, delle Suore Elisabettine,<br />
che a Betlemme gestiscono un «baby<br />
hospital». Poi è partita la processione:<br />
otto ore di cammino lungo i venti<br />
chilometri, che separano Camposampiero<br />
dalla città di Padova. Nella Basilica<br />
del Santo è stata celebrata la Santa<br />
Messa.<br />
CLAUDIO ZERBETTO<br />
servitore di tutti. Un Vescovo serve<br />
Dio e, per suo amore, serve gli uomini<br />
con la parola, quale maestro di fede,<br />
con l'amministrazione dei sacramenti<br />
e con la guida pastorale.<br />
Missione sublime, ma insieme carica<br />
di responsabilità: guidare anime<br />
verso un destino eterno nella società<br />
secolarizzata di oggi, orientare in tal<br />
senso volontà libere, portare intelligenze,<br />
umili o piene di sé, all'accettazione<br />
della verità rivelata, con una<br />
fede che ispira le scelte della vita, ricordare<br />
verità che si cerca di dimenticare,<br />
è un compito talmente alto e<br />
arduo da far tremare.<br />
Ma la potenza dello Spirito Santo<br />
sarà con il nuovo Vescovo. Lo Spirito<br />
dato da Gesù agli Apostoli dopo la<br />
sua Risurrezione, nell'inviarli a predicare<br />
e testimoniare il Vangelo nel<br />
mondo intero, scenderà ora su questo<br />
nuovo Vescovo della vostra Arcidiocesi.<br />
5. L'inizio del ministero del nuovo<br />
Vescovo, cari fedeli di Lanciano-Ortona,<br />
avviene ad una settimana dalla<br />
chiusura dell'Anno Santo, nel quale<br />
abbiamo celebrato i duemila anni<br />
della nascita di Gesù Cristo, un anno<br />
in cui grande è stata la gioia della<br />
Chiesa, che si è dedicata a contemplare<br />
il volto del Signore.<br />
Il simbolo della Porta Santa che si<br />
è chiusa alle nostre spalle per lasciare<br />
spalancata la porta viva che è Cristo,<br />
è un invito a guardare con fiducia<br />
al futuro. È un invito soprattutto<br />
a riprendere il cammino col vigore di<br />
una nuova giovinezza sotto la guida<br />
del pastore che questasera,dopol'Ordinazioneepiscopale,inizia<br />
il<br />
suo ministero e il suo cammino in<br />
mezzo a voi. Un invito a ripartire da<br />
Cristo, come ha detto il Papa al momento<br />
della chiusura dell'Anno Santo.<br />
Al termine del brano evangelico<br />
sono risuonate le parole di Gesù:<br />
«Ecco io sono con voi tutti i giorni,<br />
fino alla fine del mondo» (Mt 28, 20).<br />
Questa certezza ha accompagnato la<br />
Chiesa per due millenni. Da essa anche<br />
noi dobbiamo attingere — come<br />
ci esorta il Papa nella Lettera Apostolica<br />
«Novo Millennio ineunte» — un<br />
«rinnovato slancio nella vita cristiana»<br />
(n. 29), un vero rinnovamento<br />
spirituale. Questa certezza è una luce<br />
che illumina l'esistenza e che permette<br />
di godere con serenità le gioie che<br />
su questa terra sono possibili: la gioia<br />
dell'amicizia, la bellezza del creato,<br />
la felicità dell'amore benedetto da<br />
Dio, la gioia della famiglia che nasce<br />
e vive nell'armonia e che è allietata<br />
dal sorriso di nuove vite; la gioia di<br />
una vita onesta e di aver compiuto il<br />
proprio dovere.<br />
È una luce, questa, che ci assicura<br />
che la vita ha un senso e merita di<br />
essere vissuta, perché «Dio ha tanto<br />
amato il mondo da dare il suo Figlio<br />
unigenito, perché chi crede in Lui...<br />
abbia la vita eterna» (Gv 3, 16); perché<br />
Dio è con noi fino alla fine del<br />
mondo.<br />
La processione introitale era partita<br />
dalla chiesa di san Francesco, custode<br />
del Miracolo Eucaristico. Alla<br />
celebrazione in Cattedrale, svoltasi<br />
alla presenza di una moltitudine di<br />
fedeli, provenienti dall'Arcidiocesi di<br />
Lanciano-Ortona e dalla diocesi di<br />
Crema, ha partecipato una delegazione<br />
dell'Università Cattolica del<br />
Sacro Cuore, di cui Mons. Ghidelli è<br />
stato a lungo Assistente generale.<br />
Con-consacranti erano l'Arcivescovo<br />
emerito di Lanciano-Ortona,<br />
Mons. Enzio d'Antonio, e il Vescovo<br />
di Crema, Mons. Angelo Paravisi.<br />
Hanno partecipato i Vescovi della<br />
regione ecclesiastica Abruzzo-Molise:<br />
Mons. Tommaso Valentinetti, Vescovo<br />
di Termoli-Larino; Mons. Armando<br />
Dini, Arcivescovo di Campobasso-<br />
Boiano; Mons. Giuseppe di Falco,<br />
Vescovo di Sulmona-Valva; Mons.<br />
Antonio Nuzzi, Vescovo di Teramo-<br />
Atri; Mons. Lucio Renna, Vescovo di<br />
Avezzano; Mons. Francesco Cuccarese,<br />
Arcivescovo di Pescara-Penne;<br />
Mons. Edoardo Menichelli, Arcivescovo<br />
di Chieti-Vasto; Mons. Giuseppe<br />
Molinari, Arcivescovo dell'Aquila;<br />
Mons. Andrea Gemma, Vescovo di<br />
Isernia-Venafro; Mons. Antonio Santucci,<br />
Vescovo di Trivento.<br />
Erano inoltre presenti l'Arcivescovo<br />
Paolo Sardi, Nunzio Apostolico<br />
con Incarichi Speciali; Mons. Domenico<br />
D'Ambrosio, Arcivescovo di<br />
Foggia-Bovino; Mons. Claudio Baggini,<br />
Vescovo di Vigevano; Mons. Giulio<br />
Sanguineti, Arcivescovo di Brescia;<br />
Mons. Cesare Bonicelli, Vescovo<br />
di Parma; Mons. Francesco Lambiasi,<br />
Vescovo di Anagni-Alatri;<br />
Mons. Cleto Bellucci, Vescovo emerito<br />
di Fermo; Mons. Libero Tresoldi,<br />
Vescovo emerito di Crema; Mons.<br />
Vincenzo Franco, Vescovo emerito<br />
di Otranto; Mons. Vasco Giuseppe<br />
Bertelli, Vescovo emerito di Volterra.