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.<br />

PAGINA<br />

4 .<br />

Alla vigilia della memoria liturgica di sant'Agnese<br />

Il Santo Padre<br />

benedice gli agnelli<br />

Alla vigilia della memoria liturgica di sant'Agnese<br />

Vergine e Martire, il cui corpo riposa nella omonima<br />

Basilica sulla Via Nomentana e il cui capo si venera<br />

nella chiesa a lei dedicata a Piazza Navona, il Santo<br />

Padre — nella mattina di sabato 20 gennaio, nella<br />

Sala dell'Aula Paolo VI — ha benedetto gli agnelli la<br />

cui lana sarà usata per confezionare i Sacri Palli. La<br />

cerimonia, svoltasi alla presenza del Cardinale Angelo<br />

Sodano, Segretario di Stato, è stata diretta dai<br />

Cerimonieri Pontifici Mons. Enrico Viganò e Mons.<br />

Giulio Viviani. Erano presenti Sua Eccellenza Monsignor<br />

Raffaello Funghini, Decano del Tribunale della<br />

Rota Romana; i Camerlenghi del Capitolo della Basilica<br />

di san Giovanni in Laterano, Mons. Antonio<br />

Screnci e Mons. Giuseppe Gulizia; Mons. Gaetano<br />

Nicolosi della medesima Basilica e il dott. Francesco<br />

Lavezzo, Amministratore del Capitolo Lateranense;<br />

l'avvocato Giulio Dante, Avvocato Concistoriale;<br />

Padre Giacomo Briere, Abate del Monastero<br />

Trappista delle Tre Fontane — dove gli agnelli sono<br />

stati allevati — con un novizio e una suora cilena.<br />

Al termine della cerimonia, due Sediari hanno portato<br />

gli agnelli al Monastero delle Suore di Santa Cecilia<br />

in Trastevere. Saranno le religiose benedettine<br />

del Monastero a confezionare i Sacri Palli.<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Domenica 21 Gennaio 2001<br />

La solenne chiusura della Porta Santa,<br />

avvenuta sabato 6 gennaio, Epifania del<br />

Signore, ha offerto all'Arcivescovo di Ottawa,<br />

Mons. Marcel André Gervais, l'occasione<br />

per riflettere sul significato del Giubileo<br />

e sui suoi frutti, soprattutto in termini<br />

di una sempre più approfondita consapevolezza<br />

delle responsabilità dei cristiani<br />

come individui e come membri della<br />

grande famiglia umana.<br />

«Sebbene la Porta Santa sia stata chiusa<br />

— ha detto il Presule all'omelia — gli<br />

echi del Giubileo continuano attraverso le<br />

Ottawa: la celebrazione diocesana per la chiusura del Giubileo<br />

iniziative prese durante l'Anno di Grazia<br />

ed in tutti i progetti di ogni genere, tra cui<br />

la cancellazione del debito delle nazioni<br />

povere».<br />

«In comunione con i nostri fratelli e con<br />

le nostre sorelle del mondo — ha proseguito<br />

l'Arcivescovo — possiamo rendere<br />

grazie al Signore per questo anno straordinario,<br />

nel quale la Chiesa intera ha avuto<br />

l'occasione di rivivere e di constatare i<br />

EL SALVADOR Messaggio della Conferenza Episcopale del Paese duramente colpito dal terremoto<br />

«Venite a me, voi tutti,<br />

che siete affaticati e oppressi»<br />

Pubblichiamo in una nostra traduzione<br />

italiana il Messaggio dei Vescovi<br />

della Conferenza Episcopale di El Salvador,<br />

reso noto il 18 gennaio, all'indomani<br />

del terremoto che ha colpito<br />

il Paese del Centro-America:<br />

1. «Dio mio, Dio mio, perché mi<br />

hai abbandonato?»<br />

Costernati e turbati per la dolorosa<br />

tragedia che ha rattristato il nostro<br />

Paese lo scorso sabato 13 gennaio,<br />

quando la furia della natura ha seminato<br />

il suolo patrio di morte e distruzione,<br />

ci rivolgiamo a voi, sorelle e fratelli<br />

amati da Dio. Il primo sentimento<br />

che affiora nel nostro cuore è la desolazione:<br />

«Dio mio, Dio mio, perché mi<br />

hai abbandonato?». È stato lo stesso<br />

sentimento che ha provato Gesù Cristo<br />

nel momento supremo del suo consegnarsi<br />

alla morte per la nostra salvezza.<br />

Le strazianti immagini di questa<br />

prova sono impresse nella nostra mente<br />

e hanno fatto il giro del mondo. L'esperienza<br />

del terremoto è stata dura e<br />

in molti casi purificatrice. Ci è difficile<br />

comprendere le misteriose vie della<br />

Provvidenza. Tuttavia crediamo fermamente<br />

che il Dio che si preoccupa dei<br />

passeri del cielo vegli su ognuno di noi<br />

poiché ci ha creati a sua immagine<br />

(cfr Lc 12, 6-7).<br />

Ancoraunavoltail popolo salvadoregno<br />

ha dato prova di forza d'animo di<br />

fronte alle avversità e dal più profondo<br />

della sua fede cristiana è nata spontaneamente<br />

la supplica: «Proteggimi, o<br />

Dio: in te mi rifugio». Alle famiglie colpite<br />

dal terremoto, che hanno perso i<br />

loro cari e hanno subito gravi danni<br />

nella propria persona e nei propri beni<br />

materiali, rivolgiamo una parola di<br />

consolazione e di solidarietà. Come abbiamo<br />

detto quando ci ha colpiti l'uragano<br />

Mitch: «Che vi confortino, cari<br />

fratelli e sorelle, le consolanti parole di<br />

Gesù che desideriamo dire personalmente<br />

a ognuno di voi, dopo aver<br />

ascoltato con rispetto e amore la storia<br />

dellavostraimmensa sofferenza: “Venite<br />

a me, voi tutti, che siete affaticati e<br />

oppressi,eiovi ristorerò” (Mt 11, 28)».<br />

2. «Passandogli accanto lo vide e<br />

n'ebbe compassione» (Lc 10, 33)<br />

Nel linguaggio semplice e profondamente<br />

cristiano del nostro popolo si dice<br />

che «Dio non abbandona mai i propri<br />

figli». Il Signore però agisce a favore<br />

dei suoi figli e delle sue figlie attraverso<br />

persone che sanno avvicinarsi al<br />

fratello e alla sorella che giacciono feriti<br />

e angustiati sul margine della strada.<br />

Così è successo anche questa volta.<br />

Abbondano le testimonianze che lo<br />

dimostrano: nessuno è stato solo, sebbene<br />

a volte sia difficile riconoscere<br />

nella nostra tribolazione la sua presenzamisericordiosa<br />

e piena di tenerezza.<br />

Che il Signore benedica coloro che,<br />

dentro e fuori dal Paese, si sono avvicinati<br />

con amore alle vittime del disastro!<br />

È un gesto di solidarietà che non<br />

L'Arcivescovo Cordes porta<br />

il conforto e l'aiuto del Papa<br />

S.E. Mons. Paul Josef Cordes, Presidente del Pontificio Consiglio «Cor<br />

Unum», si recherà Martedì 23 gennaio in El Salvador, per portare il conforto<br />

e l'aiuto del Santo Padre alle vittime del terremoto che ha colpito il<br />

Paese.<br />

Insieme al Nunzio Apostolico, S.E. Mons. Giacinto Berloco, Mons. Cordes<br />

incontrerà alcune famiglie disastrate e, nel pomeriggio di Mercoledì 24<br />

gennaio, celebrerà la Santa Messa nella Cattedrale di San Salvador per le<br />

vittime del terremoto. Nel successivo incontro con l'Arcivescovo di San<br />

Salvador, Mons. Fernando Sáenz Lacalle, e gli altri membri della Conferenza<br />

Episcopale, consegnerà il dono del Papa di 100.000 US $, segno della<br />

sua vicinanza alle popolazioni colpite.<br />

Lo stesso giorno Mons. Cordes renderà visita al Presidente della Repubblica,<br />

Sig. Francisco Flores, e alle istituzioni che si occupano dei soccorsi,<br />

dello sgombero delle zone colpite e della ricostruzione.<br />

È previsto anche un colloquio con i rappresentanti delle varie organizzazioni<br />

cattoliche accorse per prestare il loro aiuto, tra le quali diverse Caritas<br />

nazionali e Manos Unidas assieme ad alcune ONG.<br />

dimenticheremo mai. Un gesto che si<br />

è fatto preghiera, compassione e azione<br />

decisa per alleviare la sofferenza<br />

delle famiglie colpite. Un gesto che deve<br />

ripetersi nel lungo cammino fino alla<br />

normalizzazione della loro vita. In<br />

questo cammino Cristo si renderà presente<br />

con discrezione, come è accaduto<br />

con i due discepoli che si dirigevano<br />

a Emmaus (cfr Lc 24, 13-35).<br />

3. «Mettiti nel mezzo!» (Mc 3, 3)<br />

Il Vangelo ci racconta che una volta<br />

Gesù entrò in una sinagoga, vide un<br />

uomo con una mano inaridita e gli disse:<br />

«Mettiti nel mezzo!» (Mc 3, 3). È<br />

un bel simbolo del criterio che deve<br />

guidare l'operato dello Stato e di ogni<br />

cittadino: porre al centro la persona<br />

umana, rispettando pienamente la sua<br />

eccelsa dignità. Porre al centro la persona<br />

significa promuovere e difendere<br />

i suoi diritti inalienabili. Porre al cen-<br />

tro la persona vuol dire imparare a incontrare<br />

Cristo non solo nella Parola<br />

di Dio e nell'augusto mistero dell'Eucaristia<br />

ma anche nelle «persone, specialmente<br />

i poveri, con i quali Cristo si<br />

identifica»(EcclesiainAmerica, n. 12).<br />

Attraverso questo fenomeno della<br />

natura Egli ci invita alla riflessione e<br />

all'impegno. È urgente che «tutti noi<br />

membri della Chiesa sappiamo discernere<br />

i segni dei tempi e cresciamo nella<br />

fedeltà al Vangelo; che ci preoccupiamo<br />

di condividere nella carità le angustie<br />

e le tristezze, le gioie e le speranze<br />

degli uomini, e così mostreremo<br />

loro il cammino della salvezza» (Preghiera<br />

Eucaristica, Vc).<br />

A volte si pensa che catastrofi come<br />

quella che abbiamo appena vissuto siano<br />

inevitabili. Tuttavia sappiamo che<br />

anche in queste dure circostanze vi sono<br />

pericoli che si possono prevenire.<br />

progressi nel cammino spirituale e pastorale,<br />

e, allo stesso tempo, riconoscere<br />

che c'è ancora tanto da fare».<br />

Mons. Gervais ha indicato il significato<br />

più profondo del Giubileo nella fede che<br />

«ci dispone a chiedere perdono, a soccorrere<br />

i bisognosi, e ci consola quando le<br />

cose vanno bene e quando vanno male;<br />

quando siamo confinati nel nostro letto, o<br />

siamo costretti ad affrontare povertà e miseria».<br />

«Siamo consapevoli delle nostre differenze<br />

e delle nostre specifiche culture —<br />

ha concluso —. Ma riconosciamo anche la<br />

nostra unità, la nostra comune umanità e,<br />

soprattutto, ci riuniamo per lodare Dio Padre,<br />

il Padre di tutti, il Padre di tutte le<br />

nazioni, il quale raduna insieme tutta la<br />

Chiesa Universale. Preghiamo affinché<br />

continuiamo ad essere uniti come suo<br />

popolo».<br />

FRANCIS PIRO<br />

Si è svolto nel pomeriggio di venerdì 19<br />

Il rito di muratura della Porta Santa<br />

della Basilica di San Pietro<br />

GIANFRANCO GRIECO<br />

È stato murato il retro della Porta<br />

Santa della Basilica di San Pietro, toccata,<br />

baciata e attraversata durante il<br />

Grande Giubileo dell'Anno 2000 da venticinque<br />

milioni di pellegrini giunti da<br />

ogni angolo della terra. Erano le 18 di<br />

venerdì 19 gennaio, quando nell'atrio<br />

della Cappella della Pietà, nella penombra,<br />

si svolgeva un rito carico di nostal-<br />

Un primo passo è quello di prendere<br />

coscienza del fatto che viviamo in una<br />

terra molto sismica e che occorre dunque<br />

prendere le dovute precauzioni. In<br />

secondo luogo è urgente far in modo<br />

che ogni salvadoregno possieda una<br />

casa degna e sicura.<br />

4. «Va' e anche tu fa' lo stesso»<br />

ComehafattoPapaGiovanniPaoloII<br />

con paterna sollecitudine poche ore<br />

dopo il terremoto, esprimiamo la nostra<br />

vicinanza spirituale alla popolazione<br />

colpita dal sisma, eleviamo ferventi<br />

preghiere per le vittime e facciamo<br />

giungere una parola di incoraggiamento<br />

ai sopravvissuti. Desideriamo essere<br />

solidali nel dolore e restare uniti nella<br />

speranza affinché, come il profeta,<br />

ognuno di voi, sorelle e fratelli provati<br />

dalle avversità, possiate dire: «Il Signore<br />

è in questo luogo e io non lo sapevo»<br />

(Gn 28, 16).<br />

Questa presenza del Signore si realizza<br />

attraverso ogni persona che serve<br />

con amore e disinteresse il fratello bisognoso.<br />

La Chiesa ha reagito immediatamente<br />

come il buon samaritano,<br />

cercandodi alleviare le necessità più<br />

urgenti. È perògiuntoil momento di<br />

farlo in modo ordinato e sistematico,<br />

per la qual cosa è urgente che, nelle<br />

parrocchie dove ancora non esiste, si<br />

organizzi la pastorale sociale. Abbiamo<br />

dato istruzioni alla rete della Caritas<br />

che si estende in tutte le Diocesi affinché<br />

si occupi prontamente ed efficacemente<br />

dell'emergenza.<br />

A nome del Dio della pace e dell'amore,<br />

vi benediciamo di cuore.<br />

San Salvador, 18 gennaio 2001<br />

✠ FERNANDO SÁENZ LACALLE<br />

Arcivescovo di San Salvador<br />

Presidente della CEDES<br />

✠ RODRIGO ORLANDO<br />

CABRERA CUÉLLAR<br />

Vescovo di Santiago de María<br />

Vice-Presidente della CEDES<br />

✠ JOSÉ OSCAR<br />

BARAHONA CASTILLO<br />

Vescovo di San Vicente<br />

✠ ROMEO TOVAR ASTORGA, ofm<br />

Vescovo di Santa Ana<br />

Segretario della CEDES<br />

✠ EDUARDO ALAS ALFARO<br />

Vescovo di Chalatenango<br />

✠ JOSÉ ADOLFO<br />

MOJICA MORALES<br />

Vescovo di Sonsonate<br />

✠ ELÍAS SAMUEL<br />

BOLAÑOS AVELAR, sdb<br />

Vescovo di Zacatecoluca<br />

✠ MIGUEL ANGEL<br />

MORÁN AQUINO<br />

Vescovo di San Miguel<br />

✠ GREGORIO ROSA CHÁVEZ<br />

Vescovo Ausiliare di San Salvador<br />

P. Luis Morao, ofm<br />

Amm.Ap. dell'Ordinariato Militare<br />

gia. Eccola la Porta Santa del Consorti<br />

che dall'interno della Basilica non si ammira<br />

più. Un muro color cenere ed una<br />

croce indicano che quella Porta è ormai<br />

chiusa e si aprirà, a Dio piacendo, per<br />

l'Anno Santo del 2025.<br />

Si era appena conclusa la Celebrazione<br />

Eucaristica del pomeriggio all'altare<br />

della Cattedra quando il Cardinale Arciprete<br />

Virgilio Noè, accompagnato dal<br />

Vescovo Piero Marini, Maestro delle Ce-<br />

lebrazioni Liturgiche Pontificie, da otto<br />

Canonici del Capitolo Vaticano, da quattro<br />

Penitenziari Francescani Conventuali<br />

della Basilica e dai chierichetti del Preseminario<br />

«S. Pio X», ha raggiunto l'atrio<br />

della Cappella della Pietà. Al rito di<br />

muratura della Porta erano presenti<br />

Mons. Franco Camaldo, Decano dei Cerimonieri<br />

Pontifici, Mons. Giuseppe Liberto,<br />

Maestro della Cappella Sistina, dirigenti,<br />

responsabili e maestranze della<br />

Patriarcale Basilica Vaticana.<br />

«Clemens X Pontifex Maximus, Anno<br />

IV, Jubilei, MDCLXXIV». Questa la<br />

scritta che orna l'architrave interno della<br />

Porta. La data scolpita è 1674. Sopra<br />

la scritta, il mosaico con l'Apostolo Pietro<br />

e il volto d'angelo che si posa sulla<br />

conchiglia. In alto le chiavi del Primato<br />

con la tiara al centro.<br />

Il rito è stato diretto da Mons. Enrico<br />

Viganò, Cerimoniere Pontificio. Dopo<br />

che il Vescovo Marini ha illustrato ai<br />

presenti lo svolgimento della cerimonia,<br />

il Cardinale Noè ha così pregato: «Signore,<br />

Dio nostro tu hai concesso all'Apostolo<br />

Pietro le chiavi del Regno: per<br />

aprirne la porta del perdono e della grazia,<br />

per chiuderla agli assalti del nemico<br />

dell'uomo.<br />

«Con sentimenti di gratitudine e di<br />

speranza copriamo oggi il segno della<br />

Porta Santa, la cui soglia, durante l'Anno<br />

giubilare, hanno varcato innumerevoli<br />

pellegrini per implorare misericordia<br />

e indulgenza, per celebrare i divini<br />

misteri, per venerare il sepolcro dell'Apostolo<br />

Pietro. Concedi ad essi, Signore,<br />

di rimanere saldi nella fede della Chiesa,<br />

fondata sulla roccia apostolica, e nella<br />

comunione con il Romano Pontefice,<br />

Successore di Pietro e Pastore della<br />

Chiesa universale.<br />

«E a noi dona, Signore,<br />

di perseverare<br />

nel servizio della Sede<br />

Apostolica, di accogliere<br />

con amore il<br />

suo Magistero, e di<br />

seguire le orme del<br />

Pastore che ci guida<br />

ai pascoli ubertosi<br />

della Città della vita.<br />

A te, Padre, che volgi<br />

lo sguardo sugli umili<br />

e sui piccoli per Cristo,<br />

Buon Pastore,<br />

nello Spirito di concordia<br />

e di pace, ogni<br />

onore e gloria nei secoli<br />

dei secoli».<br />

Mons. Viganò ha<br />

dato lettura del testo<br />

latino della pergamena<br />

che attesta l'apertura<br />

e la chiusura<br />

della Porta Santa della<br />

Basilica Vaticana<br />

da parte di Giovanni<br />

Paolo II: Notte di Natale,<br />

24 dicembre<br />

1999; 6 gennaio 2001.<br />

La pergamena è stata<br />

firmata dal Cardinale<br />

Arciprete, dal Vescovo<br />

Marini, dai Canonici,<br />

dal Rettore dei<br />

Penitenzieri O.F.M.<br />

Conv., da Mons. Lanzani,<br />

dal Maestro Liberto<br />

e da altre sei<br />

persone. La pergamena<br />

è stata collocata in<br />

una preziosa urna in<br />

bronzo realizzata dallo<br />

scultore di Köln, in<br />

Germania, Matthias<br />

Heiermann. L'opera<br />

con patina verde smalto rosso riporta il<br />

mistero della Santissima Trinità che ha<br />

guidato i giorni e le celebrazioni giubilari.<br />

Le immagini simboliche raffigurano il<br />

Padre, il Figlio e lo Spirito Santo.<br />

Insieme con la pergamena sono state<br />

collocate nell'urna le chiavi della Porta<br />

Santa e alcune medaglie: 17 di bronzo,<br />

in ricordo dei 17 anni trascorsi dall'ultima<br />

apertura della Porta Santa - Anno<br />

Santo straordinario della Redenzione,<br />

1983-1984; 22 d'argento, corrispondenti<br />

ai 23 anni di Pontificato di Giovanni<br />

Paolo II; una d'oro, a ricordo del bimillenario<br />

della nascita di Gesù; tre<br />

mattoni d'oro donati da Giovanni<br />

Paolo II ed uno dal Cardinale Arciprete<br />

Noè.<br />

L'urna bronzea è stata collocata in<br />

una cassetta di zinco, sigillata con nastro<br />

e ceralacca, e poi deposta nel vano<br />

del muro che chiude la Porta Santa.<br />

Una lastra di pietra bianca ornata dalla<br />

croce è stata posta sul vano murato.<br />

Mons. Viganò ha poi dato lettura del<br />

«Rogito», che è stato firmato anch'esso<br />

dai presenti. Infine, dopo il canto del<br />

«Padre Nostro», il Cardinale Noè ha impartito<br />

la solenne Benedizione.<br />

A Cristo, «Signore dei Millenni, ieri e<br />

oggi; Fine e Principio; Alfa e Omega. A<br />

lui la gloria nei secoli».

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