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.<br />

PAGINA<br />

6 .<br />

LITURGIA DELLA PAROLA<br />

Ne 8, 2-4.5-6.8-10<br />

1 Cor 12, 12-30<br />

Lc 1, 1-4; 4, 14-21<br />

Il libro dei Salmi è stato definito il<br />

«Canzoniere» della Chiesa. La definizione<br />

è venuta dal Beato Card. Schuster,<br />

grande liturgista, uomo di fede e di<br />

contemplazione. La Comunità cristiana è<br />

lieta di cantare le lodi al suo Signore con<br />

la voce antica, ma sempre attuale ed incisiva<br />

dei Salmi biblici.<br />

1. All'introito di questa domenica incontriamo<br />

l'antifona che recita: «Cantate al<br />

Signore un canto nuovo, cantate al Signore<br />

da tutta la terra».<br />

Il canto nuovo ha la sua radice nel cuore<br />

che si purifica dal peccato, che accende<br />

la buona volontà, che sancisce la nuova<br />

alleanza; questo patto di fedeltà e di<br />

amicizia trova la sua consistenza nel<br />

messaggio evangelico, che presenta gli<br />

elementi essenziali dell'accordo nell'amore<br />

totale a Dio e nel servizio generoso al<br />

prossimo.<br />

La seconda parte dell'Antifona auspica<br />

che da tutta la terra si innalzi il canto al<br />

Signore. Viene posto l'accento sulla universalità<br />

della glorificazione resa a Dio.<br />

Il pianeta terra è una piccola realtà nello<br />

spazio immenso dell'universo e nell'ordine<br />

meraviglioso del cosmo; ma è una<br />

realtà significativa, dove sono collocate<br />

molte nazioni, dove hanno casa milioni di<br />

persone.<br />

In questa minuscola realtà ha posto la<br />

sua tenda Colui che è vero Dio e vero<br />

Uomo, Gesù, nato a Betlemme dalla Ver-<br />

gine Maria, giunto fra gli uomini con il<br />

dono inestimabile della grazia e della verità.<br />

Il nostro impegno di cristiani, fortificati<br />

dalla grazia del Giubileo, affretti l'ora in<br />

cui da ogni luogo della terra salga a Dio<br />

l'inno della benedizione e della lode.<br />

2. La storia della famiglia umana ha conosciuto<br />

corsi e ricorsi, periodi di splendore<br />

e tempi di decadenza.<br />

Anche nella storia del popolo ebraico si<br />

registrano fenomeni alterni: alla luce dei<br />

giorni buoni si sono contrapposte le tenebre<br />

del male.<br />

I periodi oscuri si sono verificati quando<br />

la gente ha voltato le spalle al Dio vivo<br />

e vero, lasciandosi dominare dall'idolatria.<br />

Ma il Signore non può ammettere<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Lunedì-Martedì 15-16 Gennaio 2001<br />

Fortificati dalla grazia del Giubileo<br />

che la gloria, a lui dovuta, venga attribuita<br />

agli idoli, opera delle mani degli uomini<br />

stolti; il Signore usa la sferza del castigo<br />

per riportare il popolo sulla retta via.<br />

La prima lettura è una pagina commovente,<br />

che narra la riunione di un popolo<br />

pronto a rinascere nella vita spirituale, disposto<br />

a riprendere il cammino della fedeltà<br />

al suo Signore e Benefattore.<br />

Il popolo ha la fortuna di essere guidato<br />

da due persone coraggiose e sagge: il<br />

governatore Neemia e il sacerdote<br />

Esdra.<br />

Essi sanno che il rinnovamento spiri-<br />

tuale e morale presuppone la conoscenza<br />

della Parola di Dio, paragonata ad una<br />

spada tagliente, capace di spezzare i nodi<br />

della malvagità. Il popolo eleva la sua<br />

preghiera al Signore e poi ascolta attentamente<br />

la lettura della legge divina, in<br />

cui è riposto il segreto della verità per<br />

l'uomo; quella preziosa verità che metta<br />

Ora di preghiera<br />

mensile<br />

nella Basilica<br />

Vaticana<br />

21 GENNAIO 2001 — III DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO<br />

al sicuro la libertà dell'uomo e gli procura<br />

la felicità.<br />

Ascoltando la Parola di Dio il popolo si<br />

accorge di essere lontano dalla via della<br />

salvezza; allora scoppia in pianto e lava<br />

con le lacrime dell'umiltà e della penitenza<br />

la sua infedeltà al Signore.<br />

Il pianto sincero è la necessaria premessa<br />

alla conversione.<br />

Il governatore Neemia rinfranca con parole<br />

convincenti il cuore della gente, vuole<br />

che sia eliminata la tristezza e pronuncia<br />

la frase consolante: «La gioia del Signore<br />

è la vostra forza!».<br />

Alla gioia che viene dal Signore dobbiamo<br />

fare ricorso anche noi che ci troviamo<br />

immersi in una società piena di<br />

contraddizioni e di problemi che sembra-<br />

no insolubili: come stabilire la pace? come<br />

garantire la giustizia? come alleviare<br />

le condizioni dei poveri?<br />

Le ideologie umane, di ogni estrazione<br />

e di ogni colore, si sono rivelate non solo<br />

impotenti a realizzare il bene della famiglia<br />

umana, ma spesso complici di orribili<br />

delitti e di enormi devastazioni.<br />

C'è assoluto bisogno di ritornare alla<br />

MARTINO GOMIERO<br />

Vescovo emerito di Adria-Rovigo<br />

Parola di Dio, al messaggio liberante del<br />

Vangelo, all'esempio della carità che rifulge<br />

nella vita dei Santi.<br />

3. L'esempio che maggiormente ci colpisce<br />

e ci guida sulla via della santità, ci<br />

è stato offerto da Gesù, sulla cui persona<br />

si appunta lo sguardo della nostra fede e<br />

della nostra speranza per un futuro dell'umanità,<br />

che sia il regno dell'amore,<br />

della giustizia e della pace.<br />

Dopo il trionfo riportato sul diavolo tentatore<br />

nel deserto, «Gesù ritornò in Galilea<br />

con la potenza dello Spirito Santo».<br />

Ora il Signore inizia la sua missione<br />

pubblica in piena obbedienza al Padre ed<br />

in stretta unione con lo Spirito Santo.<br />

Ora Gesù ci dimostra il modello dell'evangelizzazione:<br />

prima fare e poi insegnare.<br />

Ora il Signore comincia a passare<br />

per villaggi e città operando il bene e sanando<br />

tante situazioni di malattia e di sofferenza.<br />

L'azione di Gesù manifesta chiaramente<br />

che Dio è Amore che ci salva, che non<br />

vuole la morte del peccatore ma la sua<br />

conversione, che rovescia i criteri mondani<br />

della ricchezza e della potenza.<br />

Alla scuola della Liturgia abbiamo imparato<br />

a pregare con queste parole: «Rifulga<br />

su di noi, Padre onnipotente, lo<br />

splendore della tua gloria, Cristo, luce da<br />

luce, e il dono del tuo Santo Spirito confermi<br />

i cuori dei fedeli, nati alla nuova vita<br />

nel tuo amore» (Vigilia di Pentecoste).<br />

Il Card. Bernardin Gantin, Decano del Collegio Cardinalizio, celebra il cinquantesimo anniversario di sacerdozio nella Basilica di San Pietro e a Santa Maria Maggiore<br />

Ai piedi di Cristo sacerdote la rinnovata promessa<br />

di amore e di fedeltà alla Chiesa e al Santo Padre<br />

GIANFRANCO GRIECO<br />

Prima nella Basilica di San Pietro —<br />

pomeriggio di sabato 13 — per rinnovare<br />

la professione di fede; poi, a Santa<br />

Maria Maggiore — domenica mattina 14<br />

— per rivivere la gioia dell'ordinazione<br />

sacerdotale conferitagli cinquant'anni fa,<br />

il 14 gennaio 1951. Mezzo secolo di storia<br />

del XX secolo.<br />

Era particolarmente felice il Cardinale<br />

Bernardin Gantin, Decano del Collegio<br />

Cardinalizio, per questa fausta ricorrenza<br />

che segna in profondità la vita di<br />

ogni sacerdote. Dal villaggio di Toffo al<br />

seminario St. Gall di Ouidah; da qui a<br />

Roma; dal centro della Chiesa Cattolica<br />

a Cotonou, prima come sacerdote e poi<br />

come giovane Arcivescovo all'età di 38<br />

anni; poi a Roma dove da trent'anni,<br />

continua a servire la Chiesa Universale.<br />

«Lei, Eminenza — diceva in apertura di<br />

Concelebrazione il Cardinale Joseph<br />

Ratzinger, Prefetto della Congregazione<br />

per la Dottrina della Fede e Vice Decano<br />

del Collegio Cardinalizio — si è fatto<br />

pescatore di uomini per Cristo con coraggio,<br />

fiducia, umiltà e gioia. Dopo soli<br />

sei anni dalla sua ordinazione sacerdotale<br />

lei è stato consacrato Vescovo, ed il<br />

ricordo del suo lavoro come pastore delle<br />

anime è rimasto sempre vivo nella<br />

sua patria, alla quale lei è legato con<br />

vincolo di amore paterno. Poi — proseguiva<br />

ancora il Vice Decano del Collegio<br />

Cardinalizio — lei ha dato, in qualità di<br />

Presidente, l'impronta fondamentale al<br />

Pontificio Consiglio della Giustizia e della<br />

Pace. In tempi difficili di politicizzazione<br />

e di tendenze secolarizzanti lei ha<br />

ispirato i lavori del suo Dicastero con la<br />

luce di Cristo, che solo ci mostra la strada<br />

della vera giustizia e della pace, fondata<br />

sulla giustizia. Nominato poi Prefetto<br />

della Congregazione per i Vescovi<br />

— sottolineava ancora il Card. Ratzinger<br />

— lei è divenuto realmente padre e fratello<br />

dei Vescovi del mondo intero, in situazioni<br />

di crisi come in situazioni di<br />

gioia e di benedizione. Nei lunghi anni<br />

di collaborazione — ricordava ancora —<br />

ho sempre ammirato il suo spirito paterno,<br />

la sua profonda bontà di cuore coniugata<br />

con fermezza nella fede ed inconcussa<br />

fedeltà al Santo Padre, alla<br />

Santa Chiesa. Duc in altum! — concludeva<br />

il Cardinale Ratzinger — Lei ha<br />

preso il largo in un servizio esteso al<br />

mondo intero».<br />

Erano in tanti, ad unirsi al Cardinale<br />

nella Basilica Vaticana, al ringraziamento<br />

a Dio per il dono del sacerdozio: i<br />

Cardinali dell'Ordine dei Vescovi Joseph<br />

Ratzinger, Vice Decano del Collegio<br />

Cardinalizio; Angelo Sodano, Segretario<br />

di Stato; Lucas Moreira Neves, Prefetto<br />

emerito della Congregazione per i Vescovi;<br />

Roger Etchegaray, Presidente<br />

emerito del Pontificio Consiglio della<br />

Giustizia e della Pace. Concelebravano<br />

inoltre i Cardinali: Rossi, López Trujillo,<br />

Arinze, Mayer, Tomko, Deskur, Stickler,<br />

Martínez Somalo, Silvestrini, Canestri,<br />

Javierre Ortas, Sánchez, Poggi, Furno,<br />

Schotte, Agustoni, Medina Estévez,<br />

Antonetti, Stafford, Cheli. Cinquanta gli<br />

Arcivescovi ed i Vescovi concelebranti,<br />

tra i quali, Leonardo Sandri, Sostituto<br />

della Segreteria di Stato, che al termine<br />

della solenne Concelebrazione Eucaristica<br />

dava lettura della Lettera congratula-<br />

toria del Santo Padre; Jean-Louis Tauran,<br />

Segretario per i Rapporti con gli<br />

Stati; Sardi, Re, Cordero Lanza di Montezemolo,<br />

Saraiva Martins, Van Thuăn,<br />

Monterisi, Marchetto, Panciroli, Rigali,<br />

Nesti, Comastri, Cuccarese, Talucci; i<br />

Vescovi Harvey, Dziwisz, Calderon Polo,<br />

Forte, Vallini e Bottaccioli. In rappresentanza<br />

della Conferenza Episcopale<br />

del Benin si univa alla gioia del Porporato<br />

Mons. Paul Vieira, Vescovo di Djougou.<br />

Cinquantaquattro i sacerdoti concelebranti,<br />

tra i quali, Celestino Migliore,<br />

Sotto-Segretario per i Rapporti con<br />

gli Stati; Tommaso Caputo, Capo del<br />

Protocollo della Segreteria di Stato; Timothy<br />

Broglio, Consigliere di Nunziatura;<br />

Padre Pasquale Borgomeo, Direttore<br />

Generale della Radio Vaticana; Padre<br />

Giulio Cerchietti, per molti anni segretario<br />

particolare del Cardinale Gantin, e<br />

numerosi sacerdoti della Congregazione<br />

per i Vescovi, tra i quali il Sotto-Segretario<br />

Mons. Rossi.<br />

All'omelia il Cardinale ha ripercorso<br />

le tappe più significative della sua vita<br />

sacerdotale partendo dal giorno del<br />

«nuovo inizio»: dal grande e coraggioso<br />

missionario, Monsignor Louis Parisot,<br />

che lo ordinò il 14 gennaio 1951 insieme<br />

con un altro compagno e amico, Christophe<br />

Adimou, che sarebbe poi divenuto<br />

Vescovo e suo primo successore, 30<br />

anni fa, nella sede arcivescovile di Cotonou.<br />

«La lunga fedeltà a Dio e la sua<br />

misericordia — ha detto il Cardinale —<br />

si sono manifestate in mille modi nei<br />

miei riguardi, soprattutto attraverso l'esperienza<br />

e la conoscenza di tanti eventi<br />

importanti della Chiesa, ai quali ho avuto<br />

il privilegio di prendere parte personalmente.<br />

Prima di tutto l'intera preparazione<br />

e il solenne svolgimento del<br />

Concilio Vaticano II. Che immensa e<br />

prodigiosa ricchezza! Questa grande<br />

esperienza, la più singolare di tutte, della<br />

Coscienza viva e profonda della Chiesa<br />

dinanzi all'enorme compito dell'Evangelizzazione<br />

del mondo è capace, da sola,<br />

di dare a una vita sacerdotale il massimo<br />

della vitalità apostolica e spirituale<br />

di cui essa ha bisogno per testimoniare<br />

bene Gesù Cristo in un mondo senza serenità,<br />

senza bussola e senza un orizzonte<br />

di luce».<br />

«Vi sono due motivi particolari, tra i<br />

tanti — ha proseguito il Cardinale Celebrante<br />

—, che mi legano alla Basilica<br />

più grande del mondo cara al cuore di<br />

tutti. Il primo motivo è il pensiero profondo<br />

e suggestivo inciso nella cupola: è<br />

il pensiero missionario di un grande Vescovo<br />

africano, san Cipriano di Cartagine,<br />

che è stato molto sensibile alla raggiante<br />

Universalità della fede cattolica<br />

(“Hinc una fides mundo refulget” - Qui<br />

una sola fede risplende per il mondo) e<br />

all'Unità fondamentale del Sacerdozio<br />

(“Hinc sacerdoti unitas exoritur” - Qui<br />

scaturisce l'unità del sacerdozio). Entrambe<br />

hanno inizio qui. Il secondo motivo<br />

è un omaggio al grande Papa Paolo<br />

VI; il primo Successore di Pietro che<br />

ha visitato l'Africa - l'Uganda - dal 31 luglio<br />

al 2 agosto 1969. È stato lui a chiamarmi<br />

a Roma nel 1971. Tra i mille vincoli<br />

che mi uniscono alla sua memoria,<br />

vi è il suo ultimo Concistoro nel corso<br />

del quale ho avuto l'insigne onore di essere<br />

creato Cardinale accanto a quattro<br />

eminentissimi servitori e testimoni della<br />

Chiesa: i compianti Cardinali Tomášek,<br />

Benelli e Ciappi e l'attuale Prefetto della<br />

Congregazione per la Dottrina della Fede,<br />

il Cardinale Ratzinger, Vice Decano<br />

del Collegio Cardinalizio, il quale ha voluto<br />

con molta amabilità prendere la parola<br />

in apertura di celebrazione e che io<br />

ringrazio di cuore».<br />

Toccante era poi il ricordo di sua ma-<br />

dre che assisteva al grande evento del<br />

Concistoro. Fu lei a dire al figlio Cardinale:<br />

«non dimenticarti mai del lontano<br />

e piccolo villaggio dal quale proveniamo».<br />

«Gli altri tre Cardinali del nostro<br />

Concistoro, come i miei due compagni<br />

di ordinazione sacerdotale, già tornati<br />

nella Casa Eterna del Padre — ha concluso<br />

—, ci assistano e ci proteggano<br />

dall'alto dei Cieli dove risplende senza<br />

tramonto la splendida luce di Cristo per<br />

sempre trasfigurato, fonte del nostro sacerdozio.<br />

Nel corso di quel lontano Concistoro,<br />

ecco, sempre presente nel mio<br />

cuore e nella mia memoria, la solenne<br />

professione di fede che feci con gli altri<br />

fratelli e amici nel sacerdozio: “Prometto<br />

e giuro che da ora sarò, finché vivrò,<br />

costantemente fedele a Cristo e al suo<br />

Vangelo, e che obbedirò al beato Pietro<br />

e alla Santa Chiesa Cattolica Apostolica<br />

Romana. 27 giugno 1977”. Rinnovo ai<br />

piedi di Cristo Sacerdote questa promessa<br />

fino al martirio».<br />

Tante le intenzioni elevate al Padre<br />

durante la preghiera dei fedeli. Una in<br />

particolare: quella per il Card. Gantin<br />

che celebrava i cinquant'anni di vita sacerdotale,<br />

«possa sperimentare in pienezza<br />

l'amore e la gioia che Cristo offre<br />

ai suoi amici e continuare ad essere testimone<br />

forte e franco della fedeltà di<br />

Dio».<br />

In presbiterio erano presenti i Cardinali<br />

Baum, Noè e Colasuonno; il nuovo<br />

Prefetto della Congregazione per le<br />

Chiese Orientali Sua Beatitudine il Patriarca<br />

Ignace Moussa I Daoud con il<br />

Segretario Arcivescovo Marusyn; l'Arcivescovo<br />

Pompedda, Prefetto del Supremo<br />

Tribunale della Segnatura Apostolica,<br />

Padre Gianfranco Girotti, Sotto-Segretario<br />

della Congregazione per la Dottrina<br />

della Fede con Mons. Joseph Clemens,<br />

Officiale del medesimo Dicastero.<br />

In posti riservati erano il fratello del<br />

Cardinale Gantin Celestino con la Consorte<br />

Antoinette appositamente giunti<br />

dal Benin; il Ministro della Giustizia del<br />

Benin On. Gnonlonfoun; l'Ambasciatore<br />

del Benin a Parigi e a Roma, Ologoudou;<br />

il Dott. Renato Buzzonetti, Direttore<br />

dei Servizi Sanitari dello Stato della<br />

Città del Vaticano; il Prof. Mario Agnes,<br />

Direttore de L'Osservatore Romano ed<br />

autoritàdell'Aeronauticamilitare italiana.<br />

Numerosa la comunità del Benin presente<br />

a Roma. Tra le tante religiose presenti<br />

vi erano le Suore Oblate Catechiste<br />

Piccole Serve dei Poveri, legate al Cardinale<br />

Gantin sin dagli anni di fondazione<br />

in Benin.<br />

La solenne Concelebrazione Eucaristica<br />

diretta dal Cerimoniere Pontificio<br />

Mons. Giulio Viviani è stata allietata dal<br />

canto del Coro del Vicariato Vaticano<br />

guidato dal Maestro Temistocle Capone.<br />

Il canto del «Magnificat» concludeva<br />

un Concelebrazione raccolta e solenne.<br />

A Santa Maria Maggiore si rinnovava<br />

domenica 14 l'omaggio del Cardinale<br />

Gantin alla «Salus Populi Romani» con<br />

la solenne Concelebrazione Eucaristica<br />

alla presenza del Cardinale Arciprete<br />

Carlo Furno e del Capitolo liberiano.<br />

Con il Cardinale Concelebravano l'Arcivescovo<br />

Rigali, i Vescovi Vieira, Calderon<br />

Polo e Gualdrini, i Canonici e Mons.<br />

Michele Pennisi, Rettore dell'Almo Collegio<br />

Capranica.<br />

All'omelia di Santa Maria Maggiore il<br />

Cardinale ricordava con forza: «Noi ci<br />

sentiamo a casa nostra qui. Ciò crea ai<br />

nostri occhi una particolare atmosfera<br />

di gioia fraterna, soprattutto in un meraviglioso<br />

Giubileo come quello che si è<br />

appena concluso con la chiusura delle<br />

Porte Sante delle grandi Basiliche romane.<br />

Certo, questo grande Giubileo, che<br />

ha segnato a fondo il lungo cammino<br />

della Chiesa, dal suo centro fino agli<br />

estremi confini della terra, ha voltato<br />

una pagina importante. Nulla potrà cancellare<br />

le sue tracce dal futuro orizzonte<br />

missionario del mondo. Il Papa ci incoraggia<br />

ad andare avanti, camminando e<br />

cantando: Duc in altum! Di fatto, il<br />

Il Cardinale Virgilio Noè, Arciprete della Patriarcale<br />

Basilica di San Pietro e Vicario Generale<br />

di Sua Santità per la Città del Vaticano, presiederà<br />

nel pomeriggio di sabato 20 gennaio<br />

(ore 15.45) l'ora di preghiera mensile nella cappella<br />

del SS.mo Sacramento.<br />

L'incontro, il primo di questo nuovo anno 2001,<br />

è indirizzato ai sacerdoti, ai religiosi e alle religiose<br />

della Città del Vaticano, ai membri dell'Arciconfraternità<br />

del SS.mo Sacramento ed a tutti i<br />

fedeli che desiderano parteciparvi.<br />

compimento della nostra Salvezza in Gesù<br />

Cristo resta più che mai un compito<br />

aperto e impegnativo nella sua vocazione<br />

di sempre: convocazione, conversione,<br />

santificazione... sono doveri sempre<br />

urgenti e attuali. Per questo la gioia si<br />

trasforma in giubilo; un giubilo senza limiti<br />

e senza misura, nel tempo e nello<br />

spazio. Io lo posso testimoniare personalmente<br />

per essere stato circondato<br />

dall'immensa e gratuita munificenza di<br />

Dio».<br />

Ritornava anche qui la memoria del<br />

Vescovo missionario francese Parisot<br />

che — ricordava il Cardinale — «ci ha<br />

comunicato, a noi sacerdoti africani del<br />

Dahomey, con termini suggestivi, il punto<br />

essenziale di ogni vita spirituale: “La<br />

Croce, l'Ostia, la Vergine”. La scrittura<br />

e la firma di questo grande Uomo di<br />

Dio, missionario zelante quale fu, ridanno<br />

valore a questo messaggio di vita, divenuto<br />

una magnifica testimonianza di<br />

fede».<br />

Prima di concludere, il Cardinale faceva<br />

ancora memoria di Mons. Parisot<br />

che nel 1954, primo anno mariano della<br />

Chiesa, fondava il centro mariano più<br />

noto della nostra regione a Dassa-Zoumé,<br />

nel cuore del Benin. Per la costruzione<br />

in corso di un Santuario in onore<br />

di Nostra Signora della Pace, il Cardinale<br />

Gantin ricordava di aver ricevuto nel<br />

1998 dalla Basilica di Santa Maria Maggiore<br />

il prezioso dono di un'antica e preziosa<br />

«reliquia» posta come pietra per la<br />

costruzione del nuovo santuario.<br />

Canti in gregoriano e in polifonia eseguiti<br />

dalla Cappella Liberiana; canti del<br />

Benin, danze, processione offertoriale<br />

accompagnata da ritmi africani. Tra i<br />

concelebranti numerosi sacerdoti del Benin<br />

che studiano a «Propadanga Fide».<br />

In apertura il Cardinale Furno presentava<br />

all'assemblea orante il Cardinale<br />

Gantin sottolineando il lungo servizio reso<br />

alla Chiesa che è presente nel Benin<br />

e alla Chiesa universale.<br />

La sosta «obbligata» davanti all'immagine<br />

della «Salus Populi Romani» concludeva<br />

i due eventi celebrativi. Nel<br />

cuore della Madre il presente e il futuro<br />

di un grande figlio sacerdote dell'Africa.

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