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.<br />
PAGINA<br />
18 .<br />
Tra i romei dopo la chiusura della Porta Santa nelle Basiliche Patriarcali<br />
Il popolo di Dio si è già<br />
rimesso in cammino<br />
MARCO BELLIZI<br />
Si sono chiuse, infine, le porte di<br />
San Pietro, Santa Maria Maggiore,<br />
san Paolo fuori le Mura, san Giovanni<br />
in Laterano, come si sono chiuse le<br />
Porte in tutte le diocesi, a porre una<br />
fine solo all'aspetto simbolico di questo<br />
Grande Giubileo dell'Anno 2000.<br />
Eppure tutti, fino all'ultimo pellegrino,<br />
a notte inoltrata, quasi all'aurora,<br />
hanno avuto la possibilità di congiungersi<br />
idealmente al grande fiume di<br />
persone che ha cominciato a scorrere<br />
dall'ormai lontano Santo Natale del<br />
1999. Lontano, quel Natale, perché<br />
questi 12 mesi sembrano alla fine essere<br />
durati molto di più, tanti gli<br />
eventi memorabili che si sono avvicendati<br />
nel calendario dello spirito. Lontano<br />
perché da lì il popolo di Dio è<br />
già partito di nuovo verso altre mete,<br />
altri obbiettivi che già si scorgono anche<br />
nelle parole dei molti pellegrini<br />
che si aggirano per Roma, giustamente<br />
consapevoli che la Porta che hanno<br />
deciso di attraversare non è mai stata<br />
chiusa.<br />
Si parte da qui per raccontare le<br />
prime ore del dopo Giubileo, mentre<br />
nel mondo si festeggia il giorno dell'Epifania<br />
o mentre si ritorna a casa dopo<br />
il lungo periodo di festività natalizie.<br />
La casa, la propria casa, è in cima<br />
ai pensieri dei romei. Da lì si è<br />
partiti, lì si tornerà o si è già tornati<br />
per far fruttare i semi sparsi giorno<br />
dopo giorno in questo anno già definito<br />
come straordinario. «La casa... la<br />
casa in un certo senso può aspettare<br />
— prova a spiegare Antonio Ridoli, di<br />
Vercelli, che ha la famiglia accanto in<br />
questo tiepido fine settimana, di fronte<br />
alla Cattedrale di Roma —. È importante<br />
essere qui. Ci siamo da qualche<br />
giorno, siamo riusciti anche noi a<br />
sfruttare il passaggio attraverso questa<br />
Porta di conversione. Abbiamo visto<br />
in tutti questi giorni cosa ha significato<br />
per tanta gente questo Anno Santo.<br />
È un segnale importante per tutti, anche<br />
per chi ancora non crede o per<br />
chi non crede più. Esserci, e esserci<br />
stati è qualcosa in più, è un segno<br />
tangibile, una manifestazione del nostro<br />
essere comunità, una comunità<br />
aperta al mondo. Poi, bisognerà tor-<br />
nare. E allora tutte queste immagini,<br />
questa emozione, le preghiere raccolte,<br />
le riflessioni che siamo riusciti a fare<br />
in questi giorni dovranno essere pesate<br />
e valutate. E soprattutto messe a<br />
disposizione degli altri».<br />
La casa, quella fisica, può aspettare.<br />
Ma la propria comunità, quella in<br />
cui si vive e soprattutto quella con la<br />
quale si ha difficoltà ad entrare in rapporto<br />
non può attendere. Il mondo intero<br />
ha bisogno di questi frutti, che<br />
vengano da chi ha percorso già tanta<br />
strada in questo mondo o dalle festanti<br />
«sentinelle del mattino», chiamate a<br />
mettere fuoco, il fuoco della fede,<br />
ovunque passeranno nella loro vita.<br />
C'è n'è qualcuna, di queste festose<br />
sentinelle. Magari accompagnano coetanei<br />
che quel giorno d'agosto non<br />
c'erano. «Ma in fondo non importa —<br />
sorride Massimo, 23 anni, l'immancabile<br />
zaino, provenienza Rieti, incontrato<br />
in Piazza San Pietro —. Innanzitutto<br />
credo che si sia vista in tutto il<br />
mondo la nostra gioia, la nostra voglia<br />
di batterci per qualcosa che vada al di<br />
là di obbiettivi molto immediati e intuibili.<br />
Io sono qui oggi con un amico<br />
francese che ad agosto non è potuto<br />
venire. Mi ha detto, e lui stesso lo potrà<br />
confermare, che quelle immagini<br />
hanno davvero fatto il giro del mondo.<br />
L'impatto di quella folla festante,<br />
della stessa gioia del Santo Padre, è<br />
stato grande. Chi non c'era ha avuto<br />
il rammarico di non esserci ma ha<br />
compreso comunque di aver ricevuto<br />
lo stesso un compito, che si impegnerà<br />
a realizzare con tutte le forze che il<br />
Signore gli metterà a disposizione». Lì<br />
accanto, Bernard, 26 anni, annuisce<br />
sorridendo. Forse non capisce proprio<br />
tutto di quello che si dice ma il senso<br />
e l'argomento sì. Riesce a farsi capire,<br />
in qualche modo, e spiega di aver deciso<br />
di venire finalmente, anche se in<br />
extremis, proprio in virtù di quelle immagini,<br />
di quella folla così gioiosa e<br />
fresca, che già aveva avuto modo di<br />
apprezzare nelle giornate parigine.<br />
Quando tornerà a casa, martedì prossimo,<br />
porterà con sé, oltre alla soddisfazione<br />
di essere comunque riuscito a<br />
far parte di quanti si sono messi fisicamente<br />
in cammino, l'insegnamento di<br />
tanta gente che umilmente ha lasciato<br />
L'OSSERVATORE ROMANO Lunedì-Martedì 8-9 Gennaio 2001<br />
Pellegrini del Duemila<br />
le proprie abitazioni, le proprie attività<br />
per venire qui sulla tomba di Pietro.<br />
È forse il senso di un'impresa, la<br />
consapevolezza che è possibile raggiungere<br />
gli obbiettivi che ci si pone,<br />
con l'aiuto di Dio e la propria fede,<br />
attraverso la testimonianza della propria<br />
vita e la volontà della missione.<br />
Oltre che attraverso il silenzio della<br />
preghiera.<br />
La compostezza del popolo del Signore<br />
è un tratto distintivo conosciuto<br />
molto bene anche dai volontari del<br />
Giubileo, i ragazzi e gli uomini e le<br />
donne dalle casacche blu, divenuti familiari<br />
ad ogni romeo in questi 12 mesi.<br />
Domenica hanno festeggiato la<br />
conclusione del loro impegno, ricevendo<br />
il prezioso «Grazie» del Santo Padre.<br />
Poi tutti insieme in Campidoglio,<br />
alle 14 circa, alla conclusione di un lavoro<br />
nel quale sono stati impegnati<br />
più di 67 mila volontari. Anche molti<br />
di loro torneranno a casa con un seme<br />
da far fruttare. A Maniace, in provincia<br />
di Catania, torna Salvatore Galbato,<br />
33 anni, muratore, dopo essere<br />
venuto 4 volte a Roma, tre come volontario<br />
e una come pellegrino. Per lui<br />
il seme da far fruttare è già prezioso:<br />
si tratta di quei 18 volontari che in<br />
questi giorni si trovavano tutti insieme<br />
a Roma e tutti provenienti dal quella<br />
cittadina di cui, racconta, non sempre<br />
si parla bene, per colpa della criminalità<br />
organizzata. Antonio, 28 anni, di<br />
Bari, racconta invece mentre si libera<br />
dalla casacca e stende fra le mani la<br />
scritta «Ero forestiero e mi avete accolto»,<br />
quello che ha imparato da questo<br />
Giubileo: «La forza, la fiducia, il<br />
coraggio — dice, pensoso, ricordando<br />
le immagini, le facce, le storie di tanta<br />
gente con la quale ha avuto a che fare<br />
—. Il coraggio di chi sa affrontare situazioni<br />
difficili, la serenità con la<br />
quale tante persone sono venute qui,<br />
nonostante enormi problemi, anche il<br />
sorriso con il quale rispondeva magari<br />
a una risposta brusca in una giornata<br />
storta. Penso che io ripartirò da qui.<br />
Da questi sorrisi, da questa disponibilità.<br />
Con una fiducia in più, con maggiore<br />
speranza e perciò con maggiore<br />
forza, da mettere ancora a disposizione<br />
degli altri».<br />
A Santa Maria Maggiore<br />
«Spinti a cambiare<br />
radicalmente la nostra vita»<br />
Animati dalla fede nel Signore e dalla<br />
fiducia nell'intercessione della Vergine<br />
Maria, nel corso del Grande Giubileo<br />
dell'Anno 2000 milioni di pellegrini hanno<br />
varcato la soglia della Patriarcale Basilica<br />
di Santa Maria Maggiore implorando<br />
la misericordia del Padre e rinnovando<br />
il proprio impegno di vita cristiana.<br />
Idealmente rappresentati da quanti,<br />
venerdì 5 gennaio, si sono raccolti sul<br />
sagrato del santuario mariano, gli stessi<br />
fedeli giunti a Roma in questo tempo di<br />
grazia hanno accompagnato il rito della<br />
chiusura della Porta Santa, certi che<br />
l'anno di misericordia inaugurato da Gesù<br />
nella sinagoga di Nazareth rimarrà<br />
sempre aperto nei loro cuori. La cerimonia,<br />
svoltasi contemporaneamente in<br />
tre Basiliche Patriarcali di Roma e nelle<br />
varie Cattedrali e chiese giubilari del<br />
mondo intero, è stata presieduta dal<br />
Cardinale Carlo Furno, Arciprete della<br />
Patriarcale Basilica di Santa Maria Maggiore.<br />
«La Porta Santa è il momento del passaggio<br />
dal peccato alla grazia, dalla<br />
morte alla vita. Tramite essa, noi diciamo<br />
al Signore di voler iniziare un nuovo<br />
cammino insieme con Lui». Queste parole<br />
cariche di fiducia e di amore appartengono<br />
ad Angél Maldonado, un pellegrino<br />
peruviano di 29 anni, giunto a Roma<br />
per vivere gli ultimi attimi dell'Anno<br />
Santo insieme con alcuni membri della<br />
Comunità dell'Emmanuele. Il giovane<br />
fedele, che sin dalle prime ore del pomeriggio<br />
di venerdì ha pazientemente<br />
atteso il momento concessogli per poter<br />
varcare la Porta Santa della Basilica Li-<br />
beriana, ha spiegato quale sia il significato<br />
che il simbolico gesto assume nella<br />
propria vita: «Tramite questo passo ho<br />
affermato di voler proseguire la mia vita<br />
quotidiana con Gesù, che chiama anche<br />
me ad imitarlo. È un grande atto di fede<br />
che testimonia la mia volontà di ascoltare<br />
Cristo». «Ciascuno di noi è chiamato<br />
da Dio in modo personale — ha proseguito<br />
—. Ed io, nel momento in cui ho<br />
oltrepassato la soglia della Porta Santa<br />
ho lasciato morire la mia vita passata<br />
per iniziare un nuovo cammino». Celebrare<br />
il Giubileo a Roma significa avere<br />
la possibilità di confermare la propria<br />
volontà di essere testimoni di Cristo nel<br />
mondo. È quanto ha affermato Angél,<br />
riconoscendo il proprio compito di cristiano:<br />
«Ognuno di noi dovrebbe diffondere<br />
il Vangelo con il coraggio di affermare<br />
il proprio credo, con una condotta<br />
di vita coerente ed allegra, e con la disponibilità<br />
all'apertura nei confronti di<br />
tutti i fratelli. Solo così potremo creare<br />
un modo unito!».<br />
La molteplice provenienza geografica<br />
dei fedeli presenti al rito di chiusura della<br />
Porta Santa è espressione dell'universalità<br />
della chiamata cristiana, simbolicamente<br />
rappresentata anche da padre<br />
Manuel Gonçalo Agostinho, originario di<br />
Malange, nello stato africano dell'Angola.<br />
Il sacerdote, appartenente alla Congregazione<br />
dei Figli di sant'Anna, ha dedicato<br />
la giornata del 5 gennaio al pellegrinaggio<br />
attraverso le sette chiese dell'itinerario<br />
giubilare, per poi terminare il<br />
percorso nella Basilica Liberiana, dedicata<br />
alla Vergine Santissima. «Ho scelto<br />
Messa a Mazara del Vallo presieduta dall'Arcivescovo Re<br />
Il Giubileo dei fidanzati<br />
e delle giovani coppie<br />
Il Giubileo dei fidanzati e delle giovani<br />
coppie è stato l'ultima manifestazione<br />
giubilare della Chiesa di Mazara, prima<br />
di procedere sabato 6 gennaio, a dichiarare<br />
chiuso il Grande Giubileo dell'Anno<br />
Duemila. Questa solenne celebrazione,<br />
presieduta da Mons. Giovanni Battista<br />
Re, Prefetto della Congregazione per i<br />
Vescovi, ha visto sabato e domenica 31<br />
dicembre, la partecipazione di un numero<br />
considerevole di giovani, arrivati a<br />
Mazara da tutte le comunità parrocchiali<br />
della Diocesi. Il matrimonio e la famiglia<br />
sono beni preziosi per l'uomo e la<br />
donna, attraverso i quali i coniugi raggiungono<br />
la loro pienezza. Gioie e dolori,<br />
fatiche e speranze, felicità ed inquietudini<br />
temprano il carattere e contribuiscono<br />
a formare una comunità di vita<br />
che li motiva ad affrontare insieme l'esistenza.<br />
S'impone che la famiglia, nella<br />
sua duplice variante di giovani coppie<br />
che si preparano al matrimonio o di<br />
coppie consolidate con la grazia del sacramento,<br />
vivano quella filosofia di vita<br />
che affonda i suoi cardini nel concetto<br />
di famiglia inteso come realtà nello stesso<br />
tempo personale e sociale, privata ed<br />
insieme pubblica che la fede religiosa<br />
conferma, avvalora e perfeziona alla luce<br />
dei dati della rivelazione. Matrimonio<br />
e famiglia, ha evidenziato l'illustre Presule,<br />
vanno preparati con cura e vissuti<br />
con responsabilità e dedizione profonda<br />
nella consapevolezza che la buona riuscita<br />
di essi costituisce la gioia più grande,<br />
il loro insuccesso colpisce la persona<br />
molto più a fondo di qualsiasi altra calamità.<br />
Mons. Re ha esortato le giovani<br />
coppie ad edificare la cultura della vita<br />
difendendo la vita umana e la dignità<br />
L'Adorazione Eucaristica a sant'Agnese in Agone<br />
Un'iniziativa che rimarrà nel cuore di tutti i giovani<br />
Caratterizzato da uno spirito di comunione e<br />
di solidarietà, il consueto incontro settimanale<br />
dell'Adorazione Eucaristica che, sin dall'inizio<br />
dell'Anno Santo si è svolto Basilica di sant'Agnese<br />
in Agone, è testimone del grande desiderio dei<br />
fedeli di incontrare Gesù. L'iniziativa che, invita i<br />
giovani pellegrini a concludere la propria giornata<br />
con il raccoglimento al cospetto del Santissimo<br />
è giunta, giovedì 4 gennaio, al suo ultimo appuntamento,<br />
lasciando nei cuore dei fedeli la<br />
gioia di aver condiviso un tempo di grande valore<br />
spirituale. L'impegno e la dedizione con cui i<br />
membri del Servizio Giovani del Comitato Centrale<br />
del Grande Giubileo dell'Anno 2000 hanno<br />
curato l'Adorazione, hanno contribuito a creare<br />
quel clima di calore e di spontaneità con cui l'incontro<br />
settimanale si è svolto, riuscendo nell'intento<br />
di richiamare quanti sono alla ricerca di<br />
Cristo.<br />
«L'iniziativa ha accolto un grande consenso fra<br />
i giovani come testimoniano i pellegrini che, tornati<br />
a casa, hanno proposto la stessa formula<br />
nelle loro realtà — ha spiegato padre Etienne Vetö,<br />
coordinatore del Servizio Giovani del Comitato<br />
Centrale del Grande Giubileo dell'Anno 2000<br />
—. È accaduto a Varsavia, a Parigi, negli Stati<br />
Uniti ed altri paesi. Ma anche a Roma tante persone<br />
chiedono di continuare questa forma di preghiera».<br />
«Quando ci siamo dedicati all'organizzazione<br />
dell'Adorazione Eucaristica in questa chie-<br />
sa, pensavamo soprattutto alle comitive — ha<br />
proseguito padre Etienne —. I gruppi ecclesiali,<br />
però, giunti a Roma insieme con i loro sacerdoti<br />
non avevano bisogno di noi. Al contrario, però,<br />
abbiamo constatato che la forte presenza di singoli<br />
individui, molti dei quali entrati nella chiesa<br />
casualmente, richiedeva il nostro aiuto. Senza<br />
volerlo, dunque, siamo riusciti ad essere evangelizzatori.<br />
E proprio in tal senso, il Giubileo è<br />
stato un evento importante tanto per i cristiani<br />
quanto per coloro che erano lontani dalla<br />
Chiesa».<br />
Sin dal mese di maggio la gestione dell'animazione<br />
delle serate è stata affidata a Francesco<br />
Boari, seminarista trentaduenne del Collegio Capranica,<br />
il quale ha coinvolto la partecipazione di<br />
ben 18 comitive. «Fra i vari gruppi che hanno<br />
curato i canti dell'Adorazione vi sono gli universitari<br />
di Villa Nazareth, ragazzi provenienti dalle<br />
varie parti d'Italia fortemente coinvolti da uno<br />
spirito di preghiera e di impegno nell'ambito sociale<br />
— ha affermato il giovane collaboratore romano<br />
—. Ma anche gli Allievi Ufficiali di Complemento<br />
della Guardia di Finanza hanno dimostrato<br />
una grande cura nella gestione dell'animazione<br />
della preghiera ed hanno testimoniato un<br />
forte desiderio di accostarsi al Sacramento della<br />
Riconciliazione. In generale, possiamo dire che<br />
l'entusiasmo di quanti hanno partecipato a queste<br />
serate di raccoglimento ha lasciato una trac-<br />
cia evidente». «La richiesta di coloro che ci invitano<br />
a continuare questa iniziativa lascia trapelare<br />
la centralità assunta dall'Eucaristia nella vita<br />
di fede di ognuno, una realtà constatata soprattutto<br />
nei giovani, testimoni attivi nel corso della<br />
GMG». «Questa stupenda esperienza mi ha profondamente<br />
arricchito ed ha suscitato in me il<br />
desiderio di continuare ad adoperarmi nell'azione<br />
pastorale rivolta ai giovani — ha concluso Francesco<br />
—. Posso dire che il mio ruolo di capo<br />
scout, e lo spirito di servizio che ne è parte, hanno<br />
avuto un ruolo importante nella nascita del<br />
desiderio di pronunciare «sì» alla chiamata del<br />
Signore verso il presbiterato».<br />
La tradizionale preghiera che, settimana dopo<br />
settimana, ha accompagnato il pellegrinaggio dei<br />
fedeli verso la Porta Santa, è stata preceduta dalla<br />
Celebrazione Eucaristica, presieduta da Mons.<br />
Renato Boccardo, Responsabile della Sezione<br />
Giovani del Pontificio Consiglio per i Laici. «Con<br />
sorpresa e con meraviglia — ha affermato il Presule<br />
nel corso dell'omelia —, ci troviamo a celebrare<br />
le opere di Dio in questa chiesa che, per<br />
tutto l'anno è stata la casa dalla quale il Signore,<br />
nel segno del pane eucaristico, ha attirato a sé<br />
incessantemente tutti i pellegrini, quelli venuti<br />
appositamente e quelli entrati per caso». «La porta<br />
di questa chiesa, rimasta costantemente spalancata<br />
ogni giovedì sera, è la Porta della Casa di<br />
Dio che si apre sulla strada degli uomini e che<br />
del matrimonio e della famiglia. L'uomo<br />
per natura ha una vocazione relazionale,<br />
radicata nella sua stessa natura spirituale<br />
che gli permette di vivere rapporti<br />
interpersonali ricchi di interiorità sino al<br />
sublime dono di sé. Nello sviluppo della<br />
cultura della reciprocità scaturisce la pari<br />
dignità dei coniugi con i valori che ne<br />
susseguono: il rispetto, l'ascolto, la condivisione<br />
dei progetti, il raffronto delle<br />
idee e la complementarità tra i coniugi.<br />
Il prelato ha evidenziato all'attento uditorio,<br />
costituito nella quasi totalità di<br />
giovani coppie, la crisi che oggi vive l'istituto<br />
della famiglia: una crisi che se<br />
manifesta l'oblio dei valori tradizionali,<br />
rivela anche profonde trasformazioni in<br />
atto, che preludono ad una nuova primavera<br />
dove sono privilegiati quei valori<br />
tesi, soprattutto, al benessere e al successo<br />
della vita. È necessario, ha concluso<br />
Mons. Re, che le giovani coppie che<br />
si aprono al terzo millennio della cristianità<br />
riscoprano i valori del matrimonio e<br />
della famiglia da diventare a pieno titolo<br />
protagonisti di una cultura cristiana che<br />
imprima un nuovo slancio alla civiltà<br />
dell'amore. La solenne concelebrazione,<br />
presieduta dallo stesso Mons. Re e dall'ordinario<br />
Mons. Emanuele Catarinicchia<br />
con il presbiterio locale ha concluso<br />
questa manifestazione giubilare, epilogo<br />
di un ricco calendario di iniziative,<br />
che hanno segnato la vitalità di questa<br />
vetusta Chiesa normanna. Questa Chiesa<br />
di Mazara, ha aggiunto Mons. Catarinicchia,<br />
scommette tutto sulle giovani<br />
coppie: la loro fede è garanzia per il futuro<br />
della Chiesa.<br />
PIETRO PISCIOTTA<br />
dice a tutti e a ciascuno di essere attesi, amati,<br />
accolti ed avvolti dall'abbraccio della misericordia<br />
del Padre — ha proseguito Mons. Boccardo<br />
—. Che cos'è l'Anno Santo se non la celebrazione<br />
di questa misericordia, se non l'accoglienza<br />
del dono del Signore Gesù che viene in mezzo a<br />
noi e che si fa Pane di Vita, Parola di Verità, e si<br />
offre a ciascuno come Salvatore e Redentore?».<br />
Che cosa ricorderanno i fedeli dell'Adorazione<br />
Eucaristica? È quanto ha domandato Mons. Boccardo<br />
agli astanti, proseguendo nel discorso. «Ricorderemo<br />
che nel cuore dell'uomo la nostalgia<br />
di Dio è forte — ha spiegato —. E sapremo che<br />
noi, in quanto cristiani, siamo chiamati e mandati,<br />
ciascuno secondo la propria vocazione, a rispondere<br />
a questa sete. (...) Come non pensare<br />
alla lunga fila di persone che sono inginocchiate<br />
davanti a questo altare depositando un lumino e<br />
una preghiera? Come non pensare al ministero<br />
di tanti sacerdoti che nelle cappelle laterali della<br />
Basilica hanno distribuito a piene mani il dono<br />
della misericordia nel Sacramento della Riconciliazione?<br />
Allora, ricorderemo e custodiremo nel<br />
cuore il bisogno di Dio che questo Giubileo ha<br />
reso ancora più visibile, come in una proclamazione<br />
solenne. Basti pensare alle lunghe code di<br />
pellegrini che attendono di varcare le Porte Sante<br />
delle Basiliche Patriarcali. E di fronte a questa<br />
domanda sentiamo ancora più urgente l'invito ad<br />
annunciare, con ardore rinnovato e con una pro-<br />
di venire qui a conclusione del cammino<br />
perché la Madonna è all'inizio ed alla fine<br />
della Chiesa — ha affermato padre<br />
Manuel —. Lei continuerà a guidarmi e<br />
a proteggermi nel corso del mio cammino<br />
quotidiano, perché il Giubileo non si<br />
chiude qui ma rimane aperto dentro di<br />
noi. La Vergine Santa è Colei che ha<br />
mantenuto nel cuore ciò che Dio ha detto,<br />
senza contaminarlo mai. Pertanto,<br />
chi più di Lei può aiutarci a conservare<br />
integro quanto il Signore ci ha comunicato<br />
nel corso di questo anno? Il Giubileo<br />
è un tempo di grazia, ma anche di<br />
ammonimenti che io spero di poter continuare<br />
a mantenere nella mia vita».<br />
«Purtroppo, però, so anche di essere<br />
peccatore. E poiché la Madonna è la<br />
madre di coloro che cadono e si rialzano,<br />
io chiedo a Lei di aiutarmi nel mio<br />
cammino quotidiano». Riflettendo sul significato<br />
del momento, padre Manuel<br />
ha concluso la propria testimonianza dicendo:<br />
«Venendo in questa chiesa mi<br />
chiedevo perché fosse necessario chiudere<br />
la Porta Santa, quando vediamo<br />
tanta gente desiderosa di varcarla. Ma<br />
ho riflettuto e capito: essa è il mezzo attraverso<br />
il quale noi cristiani veniamo richiamati<br />
a Gesù. Pertanto, ora deve essere<br />
chiusa al fine di non offuscare la<br />
realtà di cui è simbolo. La vera Porta,<br />
infatti, è Cristo!». «I segni devono scomparire<br />
per lasciare spazio alla Verità, per<br />
permetterci di far entrare pienamente<br />
Gesù nella nostra esistenza. La Porta<br />
Santa ci ha invitato ad imitare il Signore<br />
nella vita, nelle parole e nei pensieri. Se<br />
siamo stati attenti a questo richiamo<br />
possiamo dire di aver celebrato il Giubileo».<br />
«Io sono la Porta. Chi entrerà attraverso<br />
di me sarà salvo» (Gv 10, 9). I<br />
versetti del Vangelo di san Giovanni costituiscono<br />
un'eloquente spiegazione di<br />
quale valore debba essere attribuito alla<br />
celebrazione giubilare, secondo quanto<br />
affermato da Franklin Rukundo, un giovane<br />
pellegrino di Kampala (Uganda).<br />
«Passare attraverso la Porta Santa vuol<br />
dire entrare in una nuova vita, lasciando<br />
fuori gli errori del passato — ha affermato<br />
il ventinovenne fedele africano —.<br />
Essa simboleggia il nostro desiderio di<br />
entrare in Cristo e di condurre un'esistenza<br />
conforme ai suoi insegnamenti».<br />
«Per comunicare la fede nella nostra vita<br />
quotidiana è necessario dimostrare<br />
agli altri di possedere un comportamento<br />
conforme al messaggio evangelico —<br />
ha proseguito Franklin —. Il nostro<br />
esempio sarà il modo migliore per offrire<br />
una testimonianza sincera. Ma, allo<br />
stesso tempo, ognuno di noi è chiamato<br />
ad impegnarsi per diffondere e condividere<br />
con i propri fratelli la buona novella».<br />
Il desiderio di entrare nel cuore di<br />
Cristo e di raggiungere la misericordia<br />
del Padre Celeste è la disposizione d'animo<br />
con cui suor Mattea, religiosa delle<br />
Suore Missionarie della Carità, ha varcato<br />
un'ultima volta la Porta Santa della<br />
Basilica di Santa Maria Maggiore. «Nel<br />
compiere questo gesto dobbiamo disporci<br />
all'assunzione di un atteggiamento di<br />
grande fiducia nei confronti di Dio e di<br />
consapevolezza del nostro grande bisogno<br />
di Lui, spinti dalla volontà di trasformare<br />
la nostra vita — ha confidato<br />
suor Mattea —. Ma non dobbiamo dimenticare<br />
che è il Signore ad aprire le<br />
sue porte a noi!». «Nel corso dell'Anno<br />
Santo sono rimasta molto colpita dall'unità<br />
dimostrata dai cristiani, messisi in<br />
cammino da ogni parte della terra per<br />
celebrare il Giubileo a Roma — ha riflettuto<br />
la religiosa —. Ciò costituisce un<br />
grande segno di speranza per il mondo<br />
intero!».<br />
SIMONA RUBEIS<br />
fondità sempre giovane e vivace, quell'unica parola<br />
che salva e che può riscaldare il cuore».<br />
Accogliere la chiamata alla santità è il mezzo<br />
tramite il quale è possibile rispondere al bisogno<br />
di Dio. «Il Santo Padre ha esortato i giovani ad<br />
essere i santi del nuovo millennio — ha continuato<br />
il Presule —. Giovani e meno giovani, presenti<br />
questa sera, sentiamo che tale invito è rivolto a<br />
ciascuno di noi! Risponderemo al bisogno di Dio<br />
del nostro mondo e della nostra società essendo<br />
dei santi, ossia degli amici del Signore che esternano<br />
questa amicizia per illuminare, consolare,<br />
confortare, sostenere e dare speranza. Solamente<br />
così sapremo diventare collaboratori di Dio nell'opera<br />
della salvezza. Ecco quel che vorremo<br />
portare via da questa esperienza». «(...) Ciascuno<br />
di noi deve poter dire: Io devo essere santo —<br />
ha concluso Mons. Boccardo —! Sarà questo il<br />
dono che Egli ci avrà fatto quando ci siamo inginocchiati<br />
davanti a Lui, quando Gli abbiamo<br />
aperto le Porte della nostra casa, quando Lo abbiamo<br />
accolto perché venisse ad abitare in mezzo<br />
a noi. Rivolgiamoci al Signore per chiedergli<br />
di guardare al cuore di ciascuno affinché questo<br />
anno sia per tutti ricco di grazia di bontà e di<br />
gioia».<br />
S. R.