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PAGINA<br />
5 .<br />
LITURGIA DELLA PAROLA<br />
Is 62, 1-5<br />
1 Cor 12, 4-11<br />
Gv 2, 1-12<br />
Con la domenica del Battesimo del Signore<br />
termina il tempo liturgico del<br />
Natale, tempo segnato da solenni celebrazioni<br />
che danno risalto al sublime mistero<br />
dell'Incarnazione.<br />
1. Con la presente domenica inizia il tempo<br />
liturgico chiamato «ordinario». Questa<br />
qualifica di periodo «ordinario» non ha un<br />
significato negativo, quasi fosse un tempo di<br />
scarsa importanza nell'ordine spirituale;<br />
non ha lo splendore delle celebrazioni più<br />
solenni (Natale, Pasqua, Pentecoste ecc.),<br />
però ci dispone a riflettere a lungo sulla<br />
persona, l'opera ed il messaggio di Gesù.<br />
Egli è divenuto «Emmanuele», Dio con noi,<br />
per essere la Via sicura che conduce al Padre,<br />
la luminosa Verità che ci rende liberi,<br />
la Vita che ci riempie di gioia.<br />
Il cammino della perfezione cristiana richiede<br />
un impegno «straordinario» di buona<br />
volontà per valorizzare le azioni modeste,<br />
semplici e ordinarie, che formano il tessuto<br />
più vero della nostra esistenza.<br />
Tutta la terra adori<br />
il Dio altissimo<br />
2. L'antifona dell'introito esprime un fervido<br />
auspicio: che tutta la terra adori il Dio<br />
altissimo e dia gloria al suo Nome. Noi credenti<br />
siamo chiamati ad essere in prima linea<br />
nel lodare e benedire il Signore; e questo<br />
non solo con le labbra, ma specialmente<br />
con il cuore, con la condotta onesta, con i<br />
gesti di solidarietà verso le persone sofferenti.<br />
Coloro che hanno gli occhi limpidi riescono<br />
a scorgere i drammi delle persone e<br />
delle famiglie; coloro che hanno il cuore<br />
sensibile sono pronti a dare il loro aiuto ai<br />
sofferenti e agli emarginati. Chi è discepolo<br />
del Vangelo deve onorare il Signore in coloro<br />
che lo rappresentano in maniera miste-<br />
riosa ma autentica: i poveri, i malati, gli<br />
esclusi. L'esempio della carità potrà scuotere<br />
la nostra società carica di egoismo.<br />
L'amore verso la città<br />
di Gerusalemme<br />
3. La prima lettura, tratta dal profeta<br />
Isaia, esalta l'amore di Dio verso la città di<br />
Gerusalemme, amore che possiede un'espressione<br />
visibile nel legame di affetto totale<br />
che unisce lo sposo alla sposa. È evidente<br />
che questa prima lettura si collega direttamente<br />
con il brano evangelico che narra<br />
lo sposalizio avvenuto a Cana di Galilea.<br />
La seconda lettura contiene due insegnamenti<br />
preziosi: il primo, riguarda la diversità<br />
dei carismi che lo Spirito Santo distribuisce<br />
ai credenti; il secondo, afferma che i<br />
carismi sono dati per il bene comune, non<br />
per il vantaggio individuale. È doveroso che<br />
L'OSSERVATORE ROMANO Mercoledì 10 Gennaio 2001<br />
Albania:<br />
il Nunzio Bulaitis<br />
chiude<br />
l'anno giubilare<br />
tra i militari italiani<br />
A Cana, la tenerezza della Madre<br />
ciascuno coltivi il proprio carisma e non nasconda<br />
il talento sotto la polvere della pigrizia<br />
e della mediocrità. Però ogni carisma<br />
deve poi confluire nell'alveo della carità e<br />
sviluppare il bene di tutti; deve far crescere<br />
la fede, il fervore della preghiera, la gioia di<br />
servire il Signore, l'entusiasmo per diffondere<br />
il Vangelo in ogni parte del mondo. I navigatori<br />
solitari, sganciati dalla comunità,<br />
corrono il rischio di compiere grandi passi,<br />
ma fuori della via che conduce alla fede e<br />
alla civiltà.<br />
Sarà bene che facciamo attenzione alla<br />
preghiera rivolta a Gesù Cristo, prima del<br />
gesto di pace nella Messa; quella preghiera<br />
ci fa chiedere il dono dell'unità e della pace<br />
per la Chiesa. Non è un'orazione superflua<br />
se viene ripetuta ogni giorno nelle migliaia<br />
di Messe celebrate nel pianeta terra. L'unità<br />
della Chiesa viene insidiata dalla superbia<br />
che crea divisioni; e la pace ecclesiale può<br />
conoscere il pericolo di molteplici forme di<br />
egoismo.<br />
Non è possibile prolungare<br />
la festa senza il vino!<br />
4. Nel Vangelo delle nozze di Cana troviamo<br />
tanti spunti di meditazione, destinati all'aumento<br />
della fede. Vediamo che è presente<br />
alla festa nuziale la Madre di Gesù.<br />
Qualche vincolo di parentela tra le famiglie<br />
L'Arcivescovo Giovanni Bulaitis, Nunzio Apostolico in Albania,<br />
ha presieduto sabato 6 gennaio la Concelebrazione Eucaristica<br />
per la chiusura del Giubileo presso il Quartier Generale del<br />
Contingente Multinazionale di Durazzo. Alla Santa Messa hanno<br />
partecipato i 1.200 militari italiani di Italfor-Albania, impegnati<br />
nell'ambito della forza Nato denominata «Communication Zone<br />
West di Kfor».<br />
Il Nunzio Apostolico è stato ricevuto dal Gen. Amilcare Casalotto,<br />
Comandante di Commz (W). Durante la Santa Messa, l'Arcivescovo<br />
ha portato con la Parola di Dio, l'ennesimo messaggio<br />
di pace, in un lembo di terra balcanica che, per anni, è stato<br />
l'ultimo baluardo dell'ateismo.<br />
14 GENNAIO 2001 — II DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO<br />
degli sposi e la santa Famiglia di Nazareth<br />
avrà suggerito quell'invito per Maria e poi<br />
per Gesù, che vi andò con i suoi discepoli.<br />
Il nostro sguardo cerca di studiare l'atteggiamento<br />
di Maria, che non appare interessata<br />
a ricevere complimenti o a gustare il<br />
sapore dei cibi. La Madonna non pensa a<br />
se stessa, ma agli altri e specialmente agli<br />
sposi, perché si accorge che viene a mancare<br />
il vino. Non è possibile prolungare la<br />
festa di nozze senza il vino!<br />
Maria ha un cuore sensibile per la penosa<br />
situazione dei novelli sposi e ha piena fiducia<br />
nell'infinita bontà e onnipotenza di<br />
Gesù. Per questo si rivolge subito a lui segnalando<br />
l'imbarazzo dei festeggiati: «Non<br />
hanno più vino»!<br />
Mi piace sottolineare come Maria sia attenta<br />
a personalizzare il problema. Questo<br />
rappresenta un insegnamento di grande valore<br />
per noi discepoli di Cristo che possiamo<br />
essere tentati di sottrarci alla concretezza<br />
dei problemi come se fossero realtà<br />
campate sulle nuvole, e invece sono pesi e<br />
sofferenze di nostri fratelli. Sono molto<br />
spesso problemi gravi — come la mancanza<br />
di salute, di lavoro, di libertà ecc. — che<br />
toccano persone vive, legate a noi da vincoli<br />
di fraternità, perché tutti siamo figli dell'unico<br />
Padre celeste.<br />
Quando il Signore decide di intervenire<br />
ordina ai servi di riempire d'acqua le giare.<br />
Sembra un ordine assurdo: manca il vino e<br />
Gesù comanda di raccogliere acqua! Ma i<br />
servi non discutono l'ordine ricevuto dal Si-<br />
TERRA SANTA Il Natale delle Chiese ortodosse - La Santa Messa celebrata dal P. Custode nella chiesa parrocchiale di santa Caterina<br />
A Betlemme nella solennità dell'Epifania<br />
la solidarietà dei pellegrini giunti dall'Europa<br />
nostro servizio<br />
BETLEMME, 9.<br />
Anche il Natale delle Chiese ortodosse<br />
— greca, siriana, copta ed etiopica<br />
— ha risentito del clima e delle limitazioni<br />
dell'Intifada: qualche centinaio<br />
appena di fedeli, quasi tutti locali e pochi<br />
venuti da Gerusalemme, hanno<br />
partecipato alla principale funzione liturgica,<br />
la Messa della notte fra il 6 e il<br />
7 nella basilica della Natività, alla quale<br />
hanno assistito il presidente dell'Autorità<br />
nazionale palestinese Yasser Arafat,<br />
alcuni suoi ministri e collaboratori,<br />
il sindaco della città Hanna Nasser e<br />
fra i diplomatici il console generale di<br />
Grecia. La Celebrazione è stata presieduta<br />
dall'Arcivescovo greco Cornelius,<br />
che regge il Patriarcato dalla morte di<br />
Diodoros I, il 19 dicembre (l'elezione<br />
del suo successore è prevista dopo la fine<br />
del lutto di 40 giorni). Alberghi e negozi<br />
quasi tutti chiusi. Un po' di animazione<br />
nel centro di Betlemme si è vista<br />
la mattina del 6 quando parecchi<br />
fedeli cattolici locali e molte religiose<br />
hanno raggiunto la chiesa parrocchiale<br />
di santa Caterina, adiacente alla basilica,<br />
per partecipare nella Solennità dell'Epifania<br />
alla Santa Messa presieduta<br />
dal Custode francescano di Terra Santa,<br />
P. Giovanni Battistelli, OFM. Fra le<br />
autorità presenti il sindaco e i quattro<br />
consoli generali delle nazioni cattoliche<br />
a Gerusalemme garanti dello «status<br />
quo» (Francia, Italia, Spagna e Belgio).<br />
La Celebrazione è stata accompagnata<br />
dal Coro della parrocchia di Gerusalemme,<br />
diretto dalla maestra Hania<br />
Soudah Sabbara, che ha eseguito la<br />
«Missa Mater Misericordiae» di Padre<br />
Armando Pierucci OFM, all'organo; voce<br />
solista il soprano Rana Soudah.<br />
Tra i fedeli presenti alcuni italiani,<br />
venuti sia per testimoniare solidarietà<br />
ai cattolici di qui, in sempre maggiori<br />
ristrettezze a causa di oltre tre mesi di<br />
Intifada, sia per verificare che le condizioni<br />
di sicurezza consentano il ritorno<br />
di gruppi, ovvero il ripristino dei pellegrinaggi.<br />
Condizioni che, purtroppo, ancora<br />
non sussistono nelle località dell'Autonomia<br />
palestinese, come Betlemme, che<br />
gli autobus non possono raggiungere<br />
per il blocco militare di tutti i territori<br />
palestinesi, il più severo che si ricordi;<br />
(e se potessero passare non si avventurerebbero<br />
per i fondati timori di essere<br />
bersaglio di lanci di pietre o di proiettili<br />
da parte di nazionalisti palestinesi).<br />
Non ci sono invece problemi a Gerusalemme<br />
e a Nazareth e nell'attraversamento<br />
dello stato ebraico. A Betlemme<br />
gli stranieri provenienti da Gerusalemme<br />
arrivano con taxi diversi: il primo,<br />
israeliano, si ferma prima del posto di<br />
controllo militare di Tantur (che deve<br />
essere quindi attraversato a piedi); il<br />
secondo, palestinese, si muove da qualche<br />
centinaio di metri dopo e consente<br />
di arrivare alla basilica della Natività.<br />
I soldati ebrei non sollevano problemi a<br />
chi presenta il passaporto; fanno passare<br />
anche delle automobili con targa<br />
israeliana, guidate però solo da cittadini<br />
stranieri, non da israeliani e tanto<br />
meno da palestinesi.<br />
Il Patriarca Sabbah<br />
in Cisgiordania<br />
È invece impossibile attraversare la<br />
Cisgiordania le cui strade, anche le meno<br />
importanti, sono disseminate da impreviste<br />
ostruzioni e da decine di insuperabili<br />
posti di controllo israeliani. Ne<br />
ha fatto personale esperienza il giorno<br />
7 il Patriarca di Gerusalemme dei Latini,<br />
S. B. Michel Sabbah: prevedeva di<br />
giungere in tempo nella cittadina di<br />
Rafidia, presso Nablus e il pozzo di<br />
Giacobbe, per celebrare nella chiesa<br />
parrocchiale la Santa Messa domenicale,<br />
che doveva essere per quella comunità<br />
anche di chiusura del Grande Giubileo.<br />
Il percorso da Gerusalemme si<br />
copre in un'ora circa, ne ha invece impiegate<br />
più di tre. Innumerevoli gli<br />
ostacoli incontrati sulle strade e vane si<br />
sono rivelate pure le ricerche di stradine<br />
di campagna per proseguire; lunghe<br />
infine le attese ai posti di controllo: i<br />
soldati, gentili, dicevano che dovevano<br />
rispettare gli ordini dei loro comandanti.<br />
Il Patriarca aveva previsto di raggiungere,<br />
passando per la parrocchia di<br />
Zababdeh, la città di Jenin anche qui<br />
per concludere le celebrazioni del Giu-<br />
bileo; e sempre a causa dei blocchi è<br />
giunto alla prima destinazione quando<br />
tutte le funzioni del mattino erano finite<br />
e ha celebrato la Messa nella seconda<br />
città, ma nella cappella delle suore<br />
di sant'Anna, in un'ora insolita del pomeriggio.<br />
Aveva informato i tre parroci che i<br />
fedeli non attendessero quella che si rivelava<br />
un'avventura, una vera odissea.<br />
A Gerusalemme inaugurato<br />
un convento francescano<br />
Qualche ora dopo a Gerusalemme,<br />
nella parte israeliana della città, avveniva<br />
l'inaugurazione di un nuovo convento<br />
francescano destinato ad accogliere<br />
una missione pastorale specialissima,<br />
l'assistenza alla locale comunità<br />
cattolica di espressione ebraica.<br />
Il decreto canonico di erezione porta<br />
la data del 7 gennaio e una targa di ottone<br />
fa memoria dell'inaugurazione.<br />
Da quando tre anni fa i padri domenicani<br />
— pionieri in questa attività grazie<br />
all'opera di due illustri suoi frati, Padre<br />
Bruno Hussar (il fondatore di Nevé<br />
Shalom, morto quasi cinque anni fa) e<br />
Padre Marcel Dubois (scrittore ed esegeta,<br />
docente di filosofia e poi decano<br />
dell'omonima facoltà nella prestigiosa<br />
Università Ebraica di Gerusalemme, oggi<br />
più che ottuagenario) — hanno do-<br />
La diocesi di Crema in cammino<br />
seguendo l'icona di Emmaus<br />
«Il convegno di stasera segna l'inizio<br />
dell'anno pastorale. È il tempo del ricominciare»<br />
Con queste parole il Vescovo<br />
di Crema, Mons. Angelo Paravisi, ha<br />
inaugurato di recente l'anno pastorale<br />
2000/01 della diocesi.<br />
«Lo facciamo — ha aggiunto — con<br />
gioia, slancio e passione. Vogliamo dare<br />
alla nostra Chiesa un volto conciliare, rivedendo<br />
quelle pratiche pastorali che<br />
sono il cammino quotidiano della nostra<br />
comunità. La sistemica, umile revisione<br />
delle nostre pratiche porta ad un rinnovamento<br />
di tutta la pastorale».<br />
Il Presule propone ogni anno delle linee<br />
pastorali che rappresentano le tappe<br />
di un cammino che egli va tracciando<br />
seguendo l'icona di Emmaus.<br />
Il loro primo obiettivo è quello di «rifare<br />
con amore il tessuto cristiano delle<br />
nostre comunità», attuando le indicazioni<br />
del Concilio Vaticano II.<br />
Le linee pastorali 2000-2001 «Sosta ad<br />
Emmaus», si muovevano su due direttrici:<br />
«Il giorno del Signore», che il Vescovo<br />
presenta come tema centrale della fede<br />
cristiana: vivere cristianamente la domenica<br />
deve far parte di un cammino di<br />
iniziazione alla fede.<br />
Il Dies Domini, recuperato nei suoi<br />
significati originari, è soprattutto un<br />
giorno per gustare la presenza del Risor-<br />
to. «Chiamati a celebrare l'Eucaristia nel<br />
Giorno del Signore» è la seconda articolazione<br />
delle linee pastorali, che si muove<br />
su una rivisitazione delle parti principali<br />
della Celebrazione Eucaristica.<br />
Una comunità riunita davanti al suo<br />
Signore; si tratta di riscoprire i giusti atteggiamenti<br />
del radunarsi delle nostre<br />
assemblee: il pane spezzato, facendo<br />
memoria del gesto di Gesù la comunità<br />
cerca le vie per una vita di comunione e<br />
crea sempre nuove coraggiose modalità<br />
per spezzare il pane ai fratelli.<br />
La comunità è chiamata a celebrare<br />
nello splendore: il Presule ha sottolineato<br />
come la Celebrazione dell'Eucaristia<br />
domenicale deve muoversi con creatività<br />
e libertà, in un equilibrio di parole e di<br />
gesti, facendo emergere e valorizzando<br />
nell'unica assemblea i molti carismi suscitati<br />
dallo Spirito.<br />
In tali linee si inserisce il convegno «Il<br />
Giorno del Signore».<br />
Il primo momento della riflessione del<br />
convegno è stato relazionato da don<br />
Brovelli, responsabile della formazione<br />
del clero della diocesi di Milano, sul tema<br />
«L'Eucaristia: una consegna antica e<br />
autorevole», riportando agli inizi di questa<br />
esperienza, quando l'Eucaristia di<br />
Gesù comincia a divenire la ragione del<br />
convocarsi, lo spazio della fraternità, il<br />
luogo della appartenenza.<br />
vuto lasciarla, è stata continuata da un<br />
frate minore italiano, Padre Pier Battista<br />
Pizzaballa, conoscitore della lingua<br />
e della storia religiosa ebraica. Nato<br />
nella Bassa Bergamasca, presso Treviglio<br />
e il santuario di Caravaggio, P. Pizzaballa<br />
ha studiato al «Biblicum Francescanum»<br />
e all'Università ebraica.<br />
Nel frattempo i Padri Lazzaristi rientravano<br />
in possesso del loro edificio<br />
con giardino nella centrale via Agron,<br />
che i domenicani avevano lasciato, e<br />
veniva canonicamente soppresso il convento<br />
di sant'Isaia, del quale avevano<br />
fatto parte i padri Hussar e Dubois. La<br />
Custodia francescana dava quindi ospitalità<br />
alla comunità di cattolici ebrei<br />
nel vicino suo Collegio di Terra Santa<br />
ma con carattere di provvisorietà perché,<br />
ottenutane la restituzione dall'Università<br />
ebraica, intendeva procedere al<br />
suo restauro.<br />
Queste vicende spiegano come e perché<br />
sia maturato il disegno della Custodia<br />
di destinare ai cattolici di espressione<br />
ebraica l'edificio che possedeva nella<br />
centralissima via Harav Kook, traversa<br />
della via Giaffa a due passi dalla piazza<br />
e strada Ben Yeuhuda. Un edificio<br />
che ha una sua storia e un suo «blasone»<br />
appostogli dalla sovrintendenza ai<br />
beni architettonici e storici della municipalità<br />
di Gerusalemme: è infatti uno<br />
dei più belli costruiti alla fine dell'Otto-<br />
Don Brovelli ha poi affrontato il tema<br />
«L'Eucaristia: un dono affidato alle nostre<br />
mani», riproponendo alcuni valori<br />
capaci di rimotivare il nostro cammino:<br />
celebrare è un atto gratuito che proclama<br />
il primato di Dio.<br />
Chi familiarizza con l'Eucaristia è capace<br />
di gratuità, di perdere la propria<br />
vita come dono «restituito».<br />
La Celebrazione Eucaristica fa scoprire<br />
che la carità di Gesù è la misura, la<br />
vita, segna l'esistenza delle persone, guida<br />
i cammini vocazionali: l'Eucaristia è<br />
un dono e come tale va atteso, non solo<br />
consumato.<br />
La successiva relazione è stata del<br />
prof. Eugenio Zucchetti, sul tema: «La<br />
domenica tra festa, riposo e consumo».<br />
Il metodo, quindi, è quello di un coinvolgimento<br />
più ampio possibile come segno<br />
di comunione e in vista di una sempre<br />
più ampia corresponsabilità — come<br />
ha spiegato don Pierluigi Ferrari, delegato<br />
vescovile per la Pastorale della diocesi<br />
di Crema —. Ogni relazione infatti, è seguita<br />
da gruppi di studio che si svolgono<br />
nelle sei Zone pastorali della diocesi. I<br />
risultati della riflessione saranno poi presentati<br />
e approfonditi in una riunione<br />
plenaria che concluderà il Convegno.<br />
FABRIZIO PIZZAMIGLIO<br />
cento che fu sede, all'inizio, del Consolato<br />
italiano, poi adattato ad albergo, il<br />
«Lebanon», e infine accolse il primo<br />
quotidiano in lingua inglese, la «Palestine<br />
Post», progenitore dell'attuale «Jerusalem<br />
Post».<br />
Un centro per i cattolici<br />
di espressione ebraica<br />
Tutto l'interno dell'edificio è stato<br />
concepito e realizzato per la finalità a<br />
cui la Custodia lo ha destinato, convento<br />
e centro spirituale; per questo dispone<br />
di un'ampia cappella e di spazi di<br />
accoglienza. E nella cappella si è svolta<br />
domenica la Celebrazione Eucaristica,<br />
presieduta dal Custode, Padre Giovanni<br />
Battistelli OFM, con la partecipazione<br />
di numerosi frati degli altri undici conventi<br />
cittadini e dello «Studium Biblicum<br />
Franciscanum».<br />
Prima e durante la recita dei Vespri<br />
sono state illustrate le finalità della<br />
nuova opera: «Questa nuova casa è stata<br />
aperta per servire il Messia e risponde<br />
alle attese e alla speranza, che è Cristo,<br />
di quanti vivono nella società<br />
israeliana», ha detto Padre Pizzaballa<br />
ringraziando la Custodia per «il coraggio<br />
con cui ha creduto nel futuro», per<br />
il felice superamento di non poche difficoltà<br />
anche finanziarie e soprattutto<br />
per «aver dato prova di giovinezza e di<br />
dinamismo».<br />
«Questa casa — ha detto Padre Battistelli<br />
— è nella continuità degli ideali<br />
che la Custodia di Terra Santa persegue,<br />
di vivere inserita in Cristo e tra il<br />
popolo in cui opera; un impegno quindi<br />
che ha sentito il dovere di assumere.<br />
Qui, ha aggiunto, si prega in ebraico,<br />
ma la liturgia è aperta a tutte le liturgie<br />
come lo spirito è aperto al Signore».<br />
Il Custode ha augurato che i religiosi<br />
che vi sono preposti operino «nello spirito<br />
francescano di perseveranza, umiltà<br />
e fedeltà a Cristo» e ha invocato su<br />
di essi l'assistenza della grazia divina e<br />
la forza per realizzare tutti i loro propositi».<br />
E, prima di passare alla benedizione<br />
di ogni locale, ha ringraziato e<br />
assicurato preghiere per due benefattrici<br />
italiane (i loro nomi: Italia ed Erminia)<br />
che si sono unite al grande impegno<br />
finanziario della Custodia e per<br />
quanti hanno voluto, seguito e realizzato<br />
la costruzione.<br />
Merita una riflessione la pertinente<br />
scelta di dedicare la nuova istituzione<br />
alla presentazione di Gesù al Tempio<br />
(Lc 2, 22-38) e infatti la bellissima grande<br />
icona posta nella cappella, raffigura<br />
al centro Gesù bambino fra il vecchio<br />
Simeone e la profetessa Anna, accanto<br />
ad essi la Vergine Maria e san Giuseppe;<br />
è stata dipinta, i loro nomi scritti in<br />
ebraico, da una suora del monastero<br />
greco-melchita cattolico dell'Emmanuele<br />
di Betlemme.<br />
Va infine riferito che vicino al convento<br />
c'è la nuova sinagoga degli ebrei<br />
della regione di Bukhara (Uzbekistan) e<br />
la sede gerosolimitana dell'associazione<br />
degli industriali.<br />
GRAZIANO MOTTA<br />
MARTINO GOMIERO<br />
Vescovo emerito di Adria-Rovigo<br />
gnore e vedono compiersi il prodigio dell'acqua<br />
trasformata in vino. Di fronte ai comandamenti<br />
di Dio non dobbiamo avanzare<br />
le obiezioni delle nostre corte vedute umane.<br />
L'obbedienza al Signore diventa fonte di<br />
grazia e di merito. Nell'ipotesi che la legge<br />
umana fosse in contrasto con quella divina,<br />
per i cristiani non c'è dubbio: bisogna obbedire<br />
a Dio! Egli sa qual è il vero bene dell'uomo.<br />
Gesù ama la famiglia<br />
la vuole culla della vita<br />
5. Gesù ha compiuto il primo miracolo<br />
per la felicità degli sposi, per la gioia della<br />
nascente famiglia. Questa precedenza ha un<br />
significato molto eloquente: Gesù ama la famiglia,<br />
la vuole fedele al progetto di Dio, la<br />
vuole costruita sull'amore fedele, indissolubile<br />
e fecondo, la vuole culla della vita. Per<br />
questo la santifica con il sacramento del<br />
Matrimonio e la protegge con una speciale<br />
Provvidenza. Gesù stesso, entrando nel<br />
mondo, ha voluto passare attraverso l'esperienza<br />
di una famiglia. Penso che saranno<br />
felici le famiglie che, seguendo l'esempio<br />
degli sposi di Cana, inviteranno Gesù e Maria<br />
a rimanere nelle loro case.<br />
Mons. Martino Gomiero, Vescovo<br />
emerito di Adria-Rovigo, inizia, con la<br />
II Domenica del Tempo Ordinario, il<br />
commento alla Liturgia della Parola<br />
del ciclo C. «L'Osservatore Romano»<br />
esprime un particolare ringraziamento<br />
al Presule per aver accettato la collaborazione.<br />
San Severo: un volume<br />
su storia e arte<br />
dell'antica chiesa<br />
di S. Maria della Pietà<br />
L'etica e l'estetica hanno un intimo<br />
rapporto. Quando una società non educa<br />
ad amare e salvaguardare la sua storia<br />
e le sue origini anche i propri valori<br />
difetteranno. Come dire: una società<br />
esteticamente indescrivibile è una società<br />
eticamente vuota. Il concetto riaffiora<br />
leggendo l'ultima fatica di Emanuele<br />
d'Angelo («La chiesa di Santa Maria della<br />
Pietà in San Severo. Appunti di storia<br />
e di arte», Esseditrice, San Severo, luglio<br />
2000, pp. 130, L. 20.000), che analizza<br />
la storia ed il patrimonio artistico<br />
di una delle più belle chiese che la città<br />
pugliese può vantare.<br />
La documentazione raccolta di recente,<br />
anche a livello giornalistico, da questo<br />
giovane autore e da studiosi seri di<br />
storia patria, ha risaltato la ricchezza<br />
delle vicende, dei monumenti e dell'arte<br />
della comunità locale e, soprattutto, del<br />
patrimonio ecclesiastico. I lusinghieri<br />
giudizi espressi dal prefatore, prof. Pasquale<br />
Corsi, docente di Storia Medievale<br />
all'Università di Bari, lasciano affermare<br />
che ci si trova di fronte ad una ricerca<br />
seria, argomentata, storicamente<br />
ed artisticamente fondata.<br />
L'analisi e lo studio delle fonti storiche,<br />
dei documenti, la valutazione artistica<br />
non è mai acriticamente riportata<br />
ma è seriamente elaborata e pensata<br />
dall'Autore che non si risparmia in comparazioni<br />
e confronti attendibili.<br />
Dopo la monografia su san Severino<br />
Abate, pubblicata dal Nostro qualche<br />
tempo fa, in cui si rivendicava storicamente<br />
il primato sul patronato del santo<br />
monaco sulla città, con questo volume<br />
su Santa Maria della Pietà la storiografia<br />
delle chiese locali è certamente più ricca<br />
e seria ed offre materiale e spunti di discussione<br />
e dibattito storico-artistico.<br />
Tornando al libro è da apprezzare<br />
l'impianto bibliografico ed iconografico<br />
(ben 112 foto e riproduzioni con didascalie),<br />
che valorizzano la ricerca. Il linguaggio,<br />
dotto e tecnico, pur in presenza<br />
di tentativi di semplificazione, certamente<br />
non agevola la lettura dei non addetti<br />
ai lavori e dei non tecnici. È un libro,<br />
quindi, dalla lettura impegnativa<br />
che va studiato con attenzione ma che<br />
lascia apprezzare, comunque, bellezze<br />
storico-artistiche locali che meritano<br />
maggiore attenzione e promozione.<br />
Di particolare ricchezza espositiva e<br />
descrittiva il paragrafo di presentazione<br />
dei quadri presenti nella chiesa della<br />
Pietà contenuto nel capitolo secondo<br />
(La Natività e l'Adorazione dei pastori,<br />
l'Adorazione dei magi, La presentazione<br />
di Maria al tempio, L'educazione di<br />
Maria, Il sogno di Giuseppe, L'ultima<br />
cena, Gesù tra i dottori del tempio, Il<br />
transito di Maria...) oltre che la parte<br />
dedicata al noto e presunto miracolo, alla<br />
devozione all'Addolorata e alla processione<br />
del Venerdì santo.<br />
FRANCESCO ARMENTI