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7 .<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Domenica 21 Gennaio 2001<br />

L'entusiasmo spirituale che ha contrassegnato<br />

l'esperienza della XV Giornata<br />

Mondiale della Gioventù continua ad animare<br />

la vita della Chiesa in ogni parte del<br />

mondo e in modi diversi. È con la preghiera<br />

che le monache di clausura domenicane<br />

del Monastero di Santa Maria del<br />

Rosario, a Monte Mario in Roma, continuano<br />

a svolgere il loro servizio per le<br />

giovani generazioni cristiane.<br />

Durante la Giornata Mondiale della Gioventù,<br />

infatti, al gruppo delle novizie della<br />

L'«Introduzione» al volume biografico di Robin Anderson è stata scritta dal Card. Mayer<br />

Papa Pio VII, uomo di preghiera<br />

alla scuola di san Benedetto<br />

«Papa Pio VII (Barnaba Chiaramonti)»<br />

è il titolo del libro di Robin Anderson<br />

(Benedectina Editrice, Abbazia S.<br />

Paolo - Roma, 2000 - pagine 220, lire<br />

25.000). Il volume è stato edito nell'anno<br />

bicentenario dell'elezione di Pio VII<br />

al Pontificato. Pubblichiamo l'«Introduzione»<br />

al volume scritta dal Cardinale<br />

Paul Augustin Mayer:<br />

Il Grande Giubileo dell'anno 2000,<br />

mentre fa guardare ai compiti attuali e<br />

futuri dei seguaci di Cristo, invita pure a<br />

ricordare eventi e persone che, nel millennio<br />

passato, hanno sigillato la vita<br />

della Chiesa.<br />

Un tale evento eccezionale è stato l'elezione<br />

del Cardinale Barnaba Chiaramonti<br />

il 14 marzo 1800 nel Conclave<br />

convocato nell'Abbazia benedettina di S.<br />

Giorgio a Venezia. Il predecessore, Papa<br />

Pio VI, era morto il 29 agosto 1799 a<br />

Valence, come prigioniero dei Giacobini<br />

francesi. Roma e gli Stati Pontifici da<br />

tempo erano contesi da truppe francesi,<br />

austriache, napoletane, o da bande di<br />

«patrioti repubblicani» e da forze della<br />

resistenza popolare. La Curia pontificia<br />

era disorganizzata. Il Collegio cardinalizio<br />

disperso. Non pochi allora, con ansia<br />

sofferta o con mal celata soddisfazione<br />

credettero che con Pio VI anche il<br />

Papato sarebbe sparito.<br />

Il nuovo Papa però da uomo di preghiera,<br />

di viva intelligenza e di vasta<br />

cultura seppe presto dare nuova fiducia<br />

ai collaboratori intimiditi e al gregge disorientato.<br />

Egli aveva una natura profondamente<br />

religiosa, maturata alla<br />

scuola di san Benedetto, alla quale si<br />

era affidato dodicenne nell'Abbazia di<br />

Santa Maria del Monte a Cesena. Nel<br />

turbine creato dalla Rivoluzione Francese,<br />

già come Cardinale-Vescovo di Imola<br />

aveva saputo distinguere tra il riconoscimento<br />

di un governo e l'accettazione<br />

delle sue premesse ideologiche. Nella famosa<br />

omelia pronunciata nel Natale<br />

1797, il Cardinale Chiaramonti aveva affermato<br />

che democrazia e Vangelo possono<br />

coesistere, perché la democrazia,<br />

per sua stessa esistenza, postulava il sostegno<br />

delle virtù cristiane.<br />

Come Papa egli preferiva sempre la<br />

cura delle anime alle pur così impellenti<br />

preoccupazioni circa gli aspetti politici,<br />

economici e territoriali. Il libro descrive<br />

bene l'eccezionale fortezza d'animo con<br />

cui Pio VII resistette alle pressioni ed<br />

astuzie dell'Imperatore Napoleone, accettando,<br />

nell'esilio coatto, una via crucis<br />

irta di sofferenze ed umiliazioni. La<br />

natura così sensibile del Papa dovette<br />

soffrire non poco per i tradimenti, gli<br />

abbandoni, come per i rimproveri velati<br />

ed aperti, ma egli non cedette mai al risentimento.<br />

Nella mitezza profondamente<br />

benedettina era sempre pronto a perdonare.<br />

Con gioia Pio VII il 31 luglio<br />

1814, festa di sant'Ignazio di Loyola,<br />

emanò la Bolla della restaurazione della<br />

Compagnia di Gesù, assicurando così alla<br />

grande opera di rinnovamento cristiano<br />

una schiera di operai qualificati. Il<br />

lettore del libro non potrà non rilevare il<br />

problema acuto che lo Stato Pontificio,<br />

faticosamente ristabilito nel Congresso<br />

di Vienna (1815), doveva creare in vista<br />

dei nascenti nazionalismi.<br />

Ho accennato soltanto a qualche nota<br />

del ricco quadro che, con già provata<br />

maestria, il Prof. Robin Anderson offre<br />

in questa biografia di Papa Pio VII. Bisogna<br />

essergli grati per la «sodezza» e la<br />

vivacità dell'esposizione non appesantita<br />

da molte annotazioni a piè di pagina,<br />

ma evidentemente redatta da un vigoroso<br />

esame dei documenti e della letteratura<br />

pertinente. Nella vasta gamma degli<br />

eventi di un periodo storico quanto<br />

mai agitato, nel rapido alternarsi di sviluppi<br />

promettenti e di rotture dolorose,<br />

il Prof. Anderson ci fa conoscere ed<br />

amare in Pio VII una personalità profondamente<br />

nobile, mite e schietta, che<br />

sapeva irradiare la pazienza gioiosa di<br />

un animo anelante all'amore di Dio.<br />

In un Monastero di clausura romano con lo spirito della GMG<br />

comunità monastica è venuta in mente<br />

un'idea: creare nel monastero romano<br />

un'associazione — intitolata «Milizia del<br />

Monastero Invisibile» — che impegnasse,<br />

chiunque avesse voluto iscriversi alla recita<br />

quotidiana di un Mistero del Rosario<br />

a scelta dell'iscritto, pari a dieci Ave Maria,<br />

ogni sera alle ore 21, in comunione<br />

con le monache che allo stesso momento<br />

lo avrebbero recitato nella cappellina pri-<br />

vata del noviziato dove il Santissimo Sacramento<br />

è solennemente esposto giorno<br />

e notte.<br />

Durante la preghiera notturna, avendo<br />

l'iniziativa incontrato già molti iscritti, le<br />

stesse novizie hanno avuto l'idea di acquistare<br />

un'immagine della Madonna e di<br />

appellarla «Regina del Monastero Invisibile».<br />

L'immagine sarà fatta girare nelle case<br />

degli iscritti per una settimana. Anche<br />

questa idea è stata favorevolmente accolta:<br />

la Peregrinatio Mariae inizierà nel Monastero<br />

l'11 febbraio prossimo, anniversario<br />

della Prima Apparizione della Santissima<br />

Vergine a Lourdes.<br />

«Ringraziamo Dio per tanti innumerevoli<br />

benefici — dicono le monache —. Apriremo<br />

la porta della nostra clausura in processione<br />

cantando la Salve Regina domenicana,<br />

e la più piccola del monastero<br />

consegnerà la statua ad un iscritto della<br />

nostra Milizia del Monastero Invisibile».<br />

Un libro di G. Velocci edito dalla Libreria Editrice Vaticana<br />

John Henry Newman:<br />

il coraggio della verità<br />

EDMONDO<br />

CARUANA<br />

Si avvicina il secondo<br />

centenario della nascita di<br />

John Henry Newman (1801-<br />

1890), «questo singolarissimo<br />

spirito, la cui grandezza<br />

va sempre più crescendo»<br />

(Paolo VI). Egli abbracciò<br />

con la sua esistenza l'intero<br />

arco dell'Ottocento percorrendo<br />

un itinerario straordinario,<br />

segnato da tappe significative.<br />

Iniziò il cammino nell'università<br />

di Oxford dove<br />

s'impose come fellow e come<br />

tutor; si distinse come<br />

parroco della chiesa universitaria<br />

di St. Mary esercitando<br />

un grande fascino<br />

sulla gente, specialmente<br />

Le esequie di Mons. Antonio Tammaro, Vicario Generale della diocesi di Aversa<br />

Una vita sacerdotale offerta e sofferta per la Chiesa<br />

ERNESTO RASCATO<br />

La cattedrale di Aversa, nel pomeriggio del 19 gennaio,<br />

era gremita di fedeli ed autorità in occasione<br />

della celebrazione dei solenni funerali di Mons. Antonio<br />

Tammaro, Vicario Generale della diocesi, tornato<br />

alla Casa del Padre, dopo alcuni mesi di sofferenza.<br />

Una partecipazione corale e commossa, soprattutto<br />

da parte dell'intero presbiterio, del Capitolo cattedrale,<br />

dei religiosi, delle religiose, delle comunità parrocchiali<br />

di Casaluce e dei rappresentanti dei movimenti<br />

e delleaggregazionilaicali della Diocesi.<br />

«La Chiesa di Aversa piange la scomparsa terrena<br />

di Mons. Antonio Tammaro, lampada fulgente di<br />

questa Diocesi, uno dei figli migliori di questa Chiesa».<br />

Con queste parole il Cardinale Michele Giordano,<br />

Arcivescovo Metropolita di Napoli e Presidente<br />

della Conferenza Episcopale Campana, ha iniziato la<br />

Liturgia Eucaristica, concelebrata da Mons. Mario<br />

Milano, Arcivescovo-Vescovo di Aversa, da Mons.<br />

Serafino Sprovieri, Arcivescovo metropolita di Benevento,<br />

da Mons. Andrea Mugione, Arcivescovo di<br />

Crotone-Santa Severina e da Mons. Antonio Napoletano,<br />

Vescovo di Sessa Aurunca. Nella preghiera il<br />

profondo affettoaquestoelettofigliodellaDiocesi.<br />

Il compianto prelato era nato a Casaluce, un paese<br />

in provincia di Caserta, il 24 aprile 1931. La sua<br />

vocazione si era sviluppata all'ombra dell'antico santuario-castello<br />

della Madonna di Casaluce. Proveniva<br />

da una laboriosa e religiosissima famiglia. Formato<br />

nei seminari di Aversa e di Salerno, conseguì la licenza<br />

in S. Teologia all'Università San Tommaso<br />

«Angelicum» di Roma. Ricevette l'ordinazione sacerdotale<br />

il 27 giugno 1954. Impegnato subito pastoralmente<br />

nel suo paese d'origine, nel 1963 divenne parroco<br />

di S. Maria ad Nives, la parrocchia del santuario<br />

di Casaluce. Ha ricoperto molteplici uffici diocesani,<br />

spendendo abbondantemente la sua vita per la<br />

A Pontano, paese delle Marche colpito dal terremoto<br />

Mostra su Madre Teresa<br />

La ricostruzione delle zone e delle cittadine<br />

marchigiane colpite dal terremoto<br />

ha ridato vita alla popolazione che<br />

mai si è rassegnata a vivere in una condizione<br />

di estremo disagio. Con la forza<br />

della volontà e la tenacia operativa tutti<br />

si sono impegnati a recuperare quelle<br />

dimensioni sociali ed economiche che<br />

rendevano confortante la vita.<br />

Un contributo qualificato ha dato la<br />

Chiesa nelle sue diverse articolazioni<br />

con in testa le comunità parrocchiali e<br />

la diocesi. La pratica religiosa non è mai<br />

stata interrotta, essendo stata assicurata<br />

dalla presenza attiva di sacerdoti e di<br />

cooperatori pastorali. Sono state promosse<br />

iniziative per tenere salda la fede<br />

e potenziare i vincoli di comunione.<br />

In questo contesto è stata allestita<br />

una mostra fotografica documentativa<br />

della vita e delle opere di carità realizzate<br />

da Madre Teresa di Calcutta. L'iniziativa<br />

è stata preordinata nel ciclo natalizio<br />

per sottolineare l'alto valore del messaggio<br />

cristiano, soprattutto del Vangelo<br />

delle Beatitudini. Madre Teresa è la figura-simbolo<br />

dell'apostolato sociale, del<br />

Vangelo della carità cristiana e della solidarietà<br />

umana senza frontiere.<br />

A farsene carico è stata la parrocchia<br />

di san Salvatore in Sant'Angelo in Pon-<br />

vasta comunità diocesana. È stato anche professore<br />

di religione e di lettere classiche in vari istituti.<br />

Nella Curia, come Presidente dell'Ufficio amministrativo<br />

diocesano, primo Presidente dell'Istituto diocesano<br />

sostentamento del clero, Officiale del Tribunale<br />

ecclesiastico diocesano, docente all'Istituto<br />

scienze religiose San Paolo; Assistente Ecclesiastico<br />

dell'Azione Cattolica, degli «scouts» e dell'Unitalsi;<br />

Canonico effettivo del Capitolo cattedrale. Collaboratore<br />

diretto dei Vescovi Mons. Gazza e Mons. Chiarinelli.<br />

Il 21 giugno 1990 da Mons. Gazza nominato<br />

Vicario generale e confermato dal successore. Venne<br />

eletto Amministratore diocesano «sede vacante» per<br />

il trasferimento di Mons. Chiarinelli a Viterbo, è stato<br />

confermato Vicario generale dall'Arcivescovo Mario<br />

Milano.<br />

Il Cardinale Michele Giordano durante l'omelia ha<br />

illustrato il significato del mistero della morte e della<br />

vita, soffermandosi sull'offerta dell'esistenza del cristiano:<br />

«La vita del cristiano, del sacerdote in particolare,<br />

è un'esistenza che ha origine nell'Eucaristia e<br />

da Essa viene alimentata, fino a diventare essa stessa<br />

Eucaristia. Diventa così un'offerta a Dio; offerta del<br />

nostro lavoro quotidiano, della nostra gioia, della nostra<br />

sofferenza, fino al sacrificio più grande, supremo:<br />

cioè della distruzione dell'essere umano come<br />

corpo. E Mons. Tammaro in questi mesi è vissuto<br />

così, facendo della sua vita e del suo trapasso un'offerta,<br />

un sacrificio, una Messa».<br />

«Il suo corpo sofferente è diventato un'offerta in<br />

comunione con la morte del Maestro, un'offerta in<br />

servizio — ha detto il Porporato —. Il più grande dei<br />

servizi è l'offerta. Non è il fare, né lo strafare né l'efficientismo.<br />

È il sapersi donare fino all'estremo sacrificio.<br />

Un'offerta della propria vita: un corpo sparso<br />

in sacrificio per servire e per sperare. Queste sono le<br />

convinzioni ispiratrici di ogni sacerdote e di ogni cristiano.<br />

Il nostro fratello don Antonio le accolse e le<br />

tano, duramente provata dal sisma. Le<br />

foto sono del giapponese Morihiro Oki<br />

di Tokyo, che si può considerare «biografo»<br />

fotografico prestigioso e fedele di<br />

Madre Teresa. Morihiro Oki ha iniziato<br />

a lavorare su Madre Teresa sin dal 1974<br />

e ha concluso il suo «reportage» nel<br />

1997. In 23 anni di continuo intervento,<br />

l'artista è riuscito a ritrarre Madre Teresa<br />

con un linguaggio fotografico che<br />

non ha eguale.<br />

Nessun altro poteva essere additato<br />

all'attenzione della popolazione marchigiana<br />

meglio di Madre Teresa. E nessun<br />

altro documentario sarebbe stato più efficace<br />

di quello di Morihiro Oki. Lo ha<br />

sottolineato con la consueta freschezza e<br />

sensibilità pastorale l'Arcivescovo di Fermo,<br />

Benito Gennaro Franceschetti. «Il<br />

sorriso di Madre Teresa — ha detto il<br />

Presule — è stato specchio dell'amore di<br />

Dio. Un sorriso che nasceva da una fede<br />

profonda, testimoniata giorno per giorno».<br />

L'artista giapponese «racconta» una<br />

Madre Teresa conosciuta solo di fama.<br />

Ma le foto ne rivelano lo spessore spirituale,<br />

lo slancio di fede e il fuoco di carità<br />

che la divorava per servire Cristo<br />

nei poveri sofferenti e piagati.<br />

SUSANNA FAVIANI<br />

lica a Dublino, un collegio a Oxford,<br />

con intuito profetico difese con i suoi libri<br />

alcune verità della rivelazione, quali<br />

la funzione dei laici, il culto di Maria, il<br />

giusto rapporto tra ragione e fede, il Primato<br />

e l'Infallibilità del Papa. Creato<br />

Cardinale da Leone XIII, morì nel<br />

1890.<br />

A oltre cento anni dalla morte, Newman<br />

è sempre vivo nella Chiesa con<br />

l'esempio della vita e con la sua dottrina,<br />

fedele alla tradizione e aperta ai<br />

tempi nuovi; dottrina contrassegnata<br />

dall'amore per la verità. Recentemente<br />

uno dei più noti specialisti di Newman,<br />

G. Velocci, ha dedicato un libro precisamente<br />

a questo tema: Newman. Il coraggio<br />

della verità». (Libreria Editrice<br />

Vaticana, 2000).<br />

È un titolo che corrisponde alla realtà<br />

oggettiva perché Newman seguiva la verità<br />

sempre e dovunque:nelle molteplici<br />

esperienze, nei rapporti con gli altri, nella<br />

condotta morale, nella speculazione<br />

sui vari rami del sapere. Dall'amore per<br />

la verità scaturivano le sue intuizioni<br />

profetiche sulla Chiesa, sullo sviluppo<br />

del cristianesimo, sull'ecumenismo sull'assenso<br />

della fede, sul compito dei laici,<br />

sulla coscienza. Espresse la sua visione<br />

del mondo, della vita e della morte<br />

con la famosa epigrafe: Ex umbris et<br />

imaginibus in Veritatem.<br />

Nel suo libro il Velocci ha raccolto gli<br />

articoli più notevoli da lui scritti nello<br />

spazio di parecchi anni in cui ha frequentato<br />

Newman; nella disposizione ha<br />

seguito un ordine logico più che cronologico,<br />

dividendola in quattro parti.<br />

Nella prima parte traccia un profilo<br />

biografico di Newman, descrivendo con<br />

viva partecipazione il suo itinerario<br />

drammatico, che si snoda attraverso<br />

tappe di avvincente interesse. Lo presenta<br />

soprattutto come maestro di predicazione,<br />

attività che svolse con intelligenza<br />

e senso pastorale, come anglicano e come<br />

cattolico. Lo presenta anche come<br />

«uomo ecumenico», che promosse tra i<br />

primi il movimento per l'unità delle<br />

Chiese.<br />

Nella seconda parte, la più ampia, il<br />

Velocci raccoglie i temi di filosofia e<br />

teologia, in una vasta gamma che si può<br />

ritenere la sintesi del pensiero di Newman.<br />

Di notevole interesse il primo capitolo<br />

intitolato «Fede e coscienza», in<br />

cui si mette in risalto l'importanza della<br />

coscienza in rapporto alla fede; è nella<br />

coscienza che inizia, si svolge e matura<br />

la preparazione alla fede; è sempre nella<br />

coscienza che si salva la libertà della fede.<br />

Un altro tema fondamentale è «La<br />

problematica dell'assenso», argomento<br />

tamente teologico: «Senso e teologia della<br />

Provvidenza»; aspetto che, più degli<br />

altri, emerge nell'itinerario religioso di<br />

Newman, la costante coscienza della<br />

presenza di Dio e la fiducia nella sua<br />

guida sono un dato primario e fondamentale<br />

e costituiscono la base del suo<br />

pensiero e della sua azione.<br />

Nella seconda parte ci sono anche alcuni<br />

articoli sulla Chiesa, vista sotto<br />

aspetti diversi e complementari, come<br />

mistero e come istituzione, nella persecuzione<br />

e nella vittoria, nella decadenza<br />

e nella riforma, vista soprattutto come<br />

la comunità dei credenti in Cristo che<br />

nel corso del tempo attraverso lo studio,<br />

il lavoro, la preghiera è in continuo sviluppo<br />

verso la pienezza della verità e<br />

della santità.<br />

Un capitolo avvincente è quello di<br />

«Maria nel mistero di Cristo»; l'autore<br />

mette in rilievo il cammino di Newman<br />

verso la comprensione del mistero di<br />

Maria, l'intuizione con cui superò i pregiudizi<br />

dell'anglicanesimo che accusava<br />

di mariolatria il culto cattolico: interessante<br />

notare come il cammino verso la<br />

Chiesa cattolica fu parallelo al cammino<br />

verso la comprensione del mistero di<br />

Maria.<br />

Nella terza parte del libro vengono<br />

presentati quattro «personaggi storici visti<br />

da Newman»: san Paolo, san Tommaso<br />

D'Aquino, sant'Alfonso de Liguori,<br />

Alessandro Manzoni, che esercitarono<br />

un notevole influsso su di lui, ed egli<br />

seppe comprendere e ritrarre con fedeltà<br />

oggettiva e con originalità; ci fu con<br />

essi una specie di affinità elettiva.<br />

Il libro si chiude, nella quarta parte,<br />

con un capitolo dal titolo: «Newman e i<br />

Papi»; da oltre cento anni Newman non<br />

cessa di richiamare l'interesse dei Papi e<br />

d'imporsi alla loro considerazione, è divenuto<br />

ormai una presenza necessaria<br />

nella Chiesa.<br />

Da Leone XIII a Giovanni Paolo II, i<br />

Papi (specialmente Paolo VI) si sono rifatti<br />

all'umile e grande Cardinale; si potrebbe<br />

dire che dopo sant'Agostino e<br />

san Tommaso D'Aquino, egli è lo scrittore<br />

maggiormente citato nei documenti<br />

e discorsi pontifici degli ultimi cento anni;<br />

si è formata una specie di tradizione<br />

newmaniana, non senza l'intervento dello<br />

Spirito Santo che guida la Chiesa nelle<br />

sue scelte. Newman è diventato praticamente,<br />

secondo le previsioni di Pio<br />

XII, un dottore della Chiesa.<br />

Il bel libro di G. Velocci ci aiuterà a<br />

conoscere questo grande maestro il quale<br />

insegnerà anche a noi «il coraggio<br />

della verità».<br />

Il grande predicatore francescano fu tra i primi religiosi ad utilizzare il mezzo radiofonico per l'evangelizzazione<br />

Il Vescovo Vittorino Facchinetti, apostolo del Vangelo<br />

GINO CONCETTI<br />

Gli avvenimenti che si sono succeduti<br />

in Italia nella prima metà del secolo<br />

ventesimo hanno avuto un interprete religioso<br />

autentico e fedele, in Vittorino<br />

Facchinetti, Vescovo di Tripoli. Ma prima<br />

che accedesse alla guida di quella<br />

Chiesa, rinnovata dopo secoli di silenzio<br />

Vittorino Facchinetti fu un francescano<br />

e un sacerdote dal comportamento<br />

esemplare e dalle intuizioni pastorali audaci<br />

e lungimiranti.<br />

Nato a Gorlago (Bg) il 12 maggio<br />

1883, entrò giovanissimo nell'Ordine<br />

francescano dei Frati Minori. Fu ordinato<br />

sacerdote il 23 aprile 1907. Il suo primo<br />

campo di apostolato fu Milano nel<br />

convento di sant'Antonio, dove rimase<br />

fino al 1936. Si perfezionò negli studi a<br />

Lovanio. Fu insignito del titolo di «predicatore<br />

generale» (Roma 1918).<br />

Vittorino Facchinetti, da francescano<br />

e da sacerdote, operò secondo lo spirito<br />

del Vangelo, dedicandosi con tutte le<br />

sue capacità intellettuali e ministeriali alla<br />

diffusione del Vangelo e all'edificazione<br />

della Chiesa. Dotato di ragguardevole<br />

arte predicatoria, aprì un nuovo e inedito<br />

fronte di evangelizzazione. In quegli<br />

con i sermoni della domenica sera che<br />

attiravano numerosi ascoltatori. Nel<br />

1833 promosse il movimento di Oxford<br />

per rinnovare la Chiesa d'Inghilterra in<br />

piena decadenza; si applicò intanto allo<br />

studio dei primi secoli del cristianesimo<br />

e venne a scoprire che la vera Chiesa<br />

era quella cattolica alla quale si convertì<br />

dall'anglicanesimo nel 1845 «nel mezzo<br />

del cammino di sua vita».<br />

Raggiunta la pienezza della verità nella<br />

nuova confessione di fede, svolse un<br />

intenso apostolato nella città di Birmingham<br />

dove visse tutto il resto della vita.<br />

Fondò l'oratorio di san Filippo Neri, con<br />

annessa scuola e chiesa parrocchiale,<br />

campo fecondo del suo lavoro.<br />

Tentò di fondare una università catto-<br />

applicò con una genialità di una caratteristica tutta<br />

sua: lucida intelligenza per affrontare i problemi, coraggio<br />

unito a timidezza apparente, tenera e umile<br />

semplicità. Mons. Tammaro fu prete ventiquattro<br />

ore al giorno. Un servitore della Chiesa, con grande<br />

semplicità e serenità come una “Parola di Dio sommessa”».<br />

Semplicità e grande spirito di servizio sacerdotale<br />

attestato dall'Arcivescovo-Vescovo Mario Milano che<br />

ha sperimentato il suo fedele e diuturno servizio prestato<br />

e apprezzato in Diocesi. Il Presule aversano, visibilmente<br />

commosso, al momento del rito di commiato<br />

ha ringraziato ed ha ricordato che «la nostra<br />

comunità ecclesiale ringrazia il Signore per l'edificante<br />

testimonianza di vita sacerdotale e per il generoso<br />

servizio pastorale di Mons. Antonio Tammaro».<br />

Ne ha sottolineato le note del carattere e del servizio<br />

ecclesiale: «Confratello umile, discreto, che ha saputo<br />

collaborare con tre Vescovi con la sapienza che<br />

l'ha contraddistinto nell'edificazione di questa nostra<br />

comunità. Mons. Tammaro è stato di sostegno, di<br />

conforto, di aiuto, di consolazione per il Pastore di<br />

questa Chiesa. Grazie, don Antonio, per tutto quello<br />

che ci hai dato, per il tuo generoso servizio diocesano,<br />

per il servizio pastorale a Casaluce, per tutti gli<br />

impegni di Curia, grazie per la testimonianza di questi<br />

mesi: ci hai saputo edificare per lo spirito della<br />

sopportazione, per la gioiosa accettazione della sofferenza.<br />

Avevi scoperto il dono finale del dolore, che è<br />

dono divino nell'economia salvifica».<br />

La comunità diocesana di Aversa ricorda con profonda<br />

gratitudine don Antonio, abituato nelle sue<br />

escursioni alle altezze delle candide nevi delle grandi<br />

montagne dell'Abruzzo e della Valle d'Aosta. In pochi<br />

mesi ha dovuto affrontare l'ultima «scalata» della<br />

vita, una prova che non l'ha trovato impreparato,<br />

anzi che ha superato ed ha offerto per l'edificazione<br />

dell'intero Regno di Dio e per la sua famiglia diocesana.<br />

anni la radio era il nuovo mezzo di comunicazione<br />

e di informazione. Padre<br />

Vittorio Facchinetti intuì che poteva essere<br />

lo strumento più idoneo ed efficace<br />

per parlare di Dio agli uomini e alle<br />

donne del suo tempo. Nel 1926 ricorreva<br />

il settimo centenario della morte di<br />

san Francesco d'Assisi. Tutta l'Italia<br />

francescana si preparava a quell'avvenimento<br />

con iniziative spirituali, culturali<br />

e pastorali. Il padre Facchinetti vi s'inserì<br />

da protagonista. Chiese ed ottenne di<br />

utilizzare il mezzo radiofonico che non<br />

abbandonò più per molti anni. Le sue<br />

spiegazioni del Vangelo erano attese e<br />

convincenti.<br />

Il padre Facchinetti, da perfetto francescano,<br />

aveva ereditato da san Francesco<br />

non solo l'ardore per l'evangelizzazione,<br />

ma anche una fervida e profonda<br />

devozione a Gesù Eucaristia. Fondò associazioni<br />

per promuovere il culto eucaristico.<br />

Il motto riassuntivo era: purezza,<br />

amore, gioia in eterno.<br />

Il fuoco che aveva accumulato sentì il<br />

bisogno di espanderlo prima in Italia,<br />

poi tra gli italiani residenti nel nuovo<br />

mondo. Con particolare dilezione lo partecipava<br />

ai connazionali residenti in Libia.<br />

Abele Calufetti nell'opuscolo Nel<br />

cinquantenario della morte di Mons.<br />

Vittorio Facchinetti Ofm, Milano 2000<br />

osserva: «In quanto ai suoi viaggi a scopo<br />

di apostolato chi li può contare? Le<br />

sue prime mete preferite furono santuari<br />

storici e venerabili in Umbria e della<br />

Valle Reatina, La Verna, Subiaco e ogni<br />

altra località che avesse importanza dal<br />

punto di vista francescano, che poi illustrò<br />

egregiamente in vari istruttivi opuscoli».<br />

Le sue doti di apostolo e le sue qualità<br />

di francescano non sfuggirono alla<br />

Santa Sede e a superiori dell'Ordine.<br />

Nel marzo 1936 Pio XI lo nominò Vescovo<br />

e Vicario Apostolico della Tripolitania.<br />

La sua ordinazione avvenne il 26<br />

aprile. Calufetti rileva: «Non era certo<br />

facile il compito immane del nuovo pastore,<br />

che però svolse con encomiabile e<br />

indefessa dedizione. La Tripolitania musulmana<br />

impenetrabile alla conoscenza<br />

del Vangelo, doveva apprezzare l'opera<br />

difficilissima e molteplice del prelato<br />

missionario: chiese nuove o da migliorare,<br />

ospedali, orfanotrofi, asili, scuole».<br />

Mons. Facchinetti si distinse anche nella<br />

celebrazione del Congresso Eucaristico,<br />

che ebbe risonanza mondiale.<br />

Un Vescovo testimone, Angelo Barto-<br />

al quale Newman si applicò<br />

a lungo e con sofferto impegno,<br />

e su cui scrisse il<br />

suo capolavoro «La grammatica<br />

dell'assenso». Egli<br />

volle rispondere a due interrogativi:<br />

come giustificare<br />

la fede dei semplici cristiani<br />

(rudes) sprovvisti di validi<br />

motivi per credere? Come<br />

spiegare la resistenza degli<br />

intellettuali che hanno a disposizione<br />

serie argomentazioni,<br />

e tuttavia rifiutano di<br />

credere? Nel suo libro Newman<br />

si propose un altro<br />

scopo, e cioè scuotere i cristiani<br />

e suscitare in essi il<br />

cosiddetto «assenso reale»,<br />

che coinvolge tutta la persona<br />

e ha incidenza nella<br />

vita.<br />

Segue un articolo squisi-<br />

lomasi, ha scritto che il nuovo pastore<br />

«vinse le titubanze e le resistenze, in virtù<br />

della sua grande fede. Il Congresso fu<br />

un successo ecclesiale per la partecipazione<br />

dei fedeli, dei sacerdoti e di Vescovi.<br />

«Tutto quello che di grande e di<br />

bello poteva avere Tripoli in quei giorni<br />

fu mobilitato e organizzato per cantare<br />

un inno di fede e di amore a Gesù eucaristico».<br />

Gli avvenimenti posteriori appartengono<br />

alla storia militare. L'Italia, sconfitta,<br />

lasciò la Libia. Durante le operazioni<br />

belliche Mons. Facchinetti e tutta la fraternità<br />

francescana si prodigarono nell'assistenza<br />

ai profughi, ai feriti, agli<br />

sbandati. In particolare modo nell'assistenza<br />

alle donne e ai bambini, figli di<br />

connazionali trapiantati nel territorio libico.<br />

Grazie a Mons. Facchinetti, ai<br />

francescani fu concesso un «regime di libertà»<br />

e non di internamento, come invece<br />

accadde in altre parti del Medio<br />

Oriente e dell'Africa.<br />

La solerte opera fu riconosciuta dalle<br />

autorità dell'Italia democratica. Colpito<br />

da una malattia incurabile morì il 2 dicembre<br />

1950 in una clinica di Milano.<br />

Aveva 67 anni. Ha lasciato un patrimonio<br />

culturale di oltre 200 titoli e numerosi<br />

scritti inediti.

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