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PAGINA<br />
4 .<br />
L'OSSERVATORE ROMANO Sabato 27 Gennaio 2001<br />
A Vercelli una giornata di studio con la partecipazione degli Arcivescovi Bertone e Masseroni<br />
L'«Imitazione di Cristo»<br />
tra storia e spiritualità<br />
La giornata di studio che si è tenuta il<br />
13 gennaio presso il Seminario<br />
arcivescovile di Vercelli sul tema della<br />
«Imitazione di Cristo» si inseriva in un<br />
preciso cammino diocesano iniziato con<br />
l'anno eusebiano (1996) e proseguito durante<br />
l'anno del Giubileo, per il recupero<br />
della memoria in funzione della profezia:<br />
lo ha ricordato all'inizio Mons.<br />
Giuseppe Versaldi, Vicario generale, che<br />
ha presieduto i lavori, e lo ha ribadito<br />
l'Arcivescovo di Vercelli Mons. Enrico<br />
Masseroni a conclusione dell'intensa<br />
giornata di studio, manifestando la sua<br />
gioiosa soddisfazione per lo svolgimento<br />
dei lavori.<br />
Camminare<br />
sulle orme di Gesù<br />
La prolusione è stata affidata a Mons.<br />
Tarcisio Bertone, Segretario della Congregazione<br />
per la Dottrina della Fede.<br />
Egli ha sottolineato la necessità, per la<br />
Chiesa, di continuare anche dopo il<br />
Grande Giubileo a camminare sulle orme<br />
di Cristo, come più volte ha richiamato<br />
Giovanni Paolo II, che a Cristo ha<br />
voluto dedicare un anno intero per la<br />
preparazione dell'Anno Santo. Per ciò<br />
che riguarda il celebre opuscolo, l'oratore<br />
si è riferito all'influsso enorme esercitato<br />
dalla «Imitazione di Cristo» sulla<br />
spiritualità di tanti cristiani, sacerdoti,<br />
religiosi e laici, facendo anche riferimento<br />
agli anni della sua formazione di giovane<br />
salesiano. Pur riconoscendo che<br />
oggi se ne deve registrare una minore<br />
influenza tra i fedeli, faceva riferimento<br />
alle cosiddette dimensioni orizzontali<br />
nella antropologia contemporanea; ma<br />
questo non dovrebbe impedire una autentica<br />
imitazione del Signore, che rappresenta<br />
ancor oggi, come del resto<br />
sempre, la vera via capace di condurre<br />
l'uomo alla salvezza.<br />
La prima relazione, affidata al prof.<br />
Giorgio Picasso, membro del Pontificio<br />
Comitato di scienze storiche e preside<br />
della Facoltà di Lettere della Università<br />
Cattolica di Milano, ha avuto per oggetto<br />
l'«Imitazione di Cristo» nella storia<br />
della spiritualità cristiana.<br />
Partendo da una analisi testuale dei<br />
quattro libri che compongono l'opera,<br />
avvalendosi altresì dei risultati la analisi<br />
informatica condotta nel 1994 dal Centro<br />
di ricerca della Università Cattolica<br />
di Laouvain-La-Neuve, l'oratore ha posto<br />
in rilievo lo spirito devoto che aleggia<br />
in modo costante tra le auree massime<br />
che si succedono di pagina in pagina:<br />
l'uomo è devoto, devoti sono i libri,<br />
gli amici, i fratelli, i tempi della meditazione<br />
e della stessa vita religiosa; l'anima<br />
è devota, devota è la preghiera e<br />
«devote» ci si deve esercitare spiritualmente.<br />
Preso atto di questa caratteristica, il<br />
relatore ha presentato una sintesi della<br />
dottrina della «devotio» dall'età patristica<br />
a quella medioevale, ricordando come<br />
per sant'Ambrogio questa sia la virtù<br />
principale, fondamentale in rapporto ad<br />
ogni altra, mentre per san Bernardo è<br />
simboleggiata nel vino che i servi alle<br />
nozze di Cana hanno chiesto al Signore:<br />
«Illi devotionem desiderant; vinum requirunt,<br />
fervorem flagitant», fino a giungere,<br />
attraverso la mediazione di san<br />
Bonaventura e dei Vittorini, all'esplosione<br />
della «devotio» che si ebbe nel movimento<br />
promosso da Gerardo Grote all'inizio<br />
del secolo XV e che diede origine<br />
a due movimenti religiosi, quello dei<br />
Fratelli della vita comune prima e poi ai<br />
Canonici regolari di Windesheim. Nacque<br />
il movimento della Devotio moderna<br />
che rispose alla esigenza i tanti spiriti<br />
nell'età dell'Umanesimo.<br />
Tra i religiosi che ne subirono l'influsso,<br />
il p. Picasso ha segnalato la Congregazione<br />
monastica di s. Giustina di Padova,<br />
istituita dal ven. Ludovico Barbo<br />
per la riforma del monachesimo italiano<br />
di antica tradizione benedettina. Tra<br />
quei monaci, il volumetto dell'«Imitazione»,<br />
in qualche codice copiato insieme<br />
alla Regola di san Benedetto, veniva Indicato<br />
come «libellus devotissimus».<br />
La preminenza<br />
della preghiera liturgica<br />
Venendo a tempi più vicini a noi, e<br />
prendendo le mosse a un saggio pubblicato<br />
nel 1971 nella rivista «Concilium»<br />
dal noto studioso della spiritualità del<br />
basso Medioevo, il p. François Vandenbroucke,<br />
che indagava sulle cause che<br />
avevano ridimesionata la lettura del<br />
celebre opuscolo, il relatore, come aveva<br />
già detto Mons. Bertone, ne attribuiva<br />
la causa ai mutamenti dei tempi. In<br />
alcuni casi si tratta di cambiamenti del<br />
tutto positivi, come quelli introdotti a<br />
seguito del Concilio Vaticano II sul primato<br />
della Sacra Scrittura nella vita della<br />
Chiesa (Dei Verbum), o sulla preminenza<br />
della preghiera liturgica su ogni<br />
altra pratica devota. Tuttavia, né la quotidiana<br />
lectio divina, né la partecipazione<br />
attiva (actuosa) alla Divina Liturgia,<br />
tolgono ogni spazio alla pietà privata,<br />
personale, prevista anche dalla Regola<br />
di san Benedetto. Preoccupante sarebbe<br />
Edizioni vercellesi dell'«Imitazione di Cristo» (1779)<br />
invece il fenomeno, se una certa disaffezione<br />
per il libro dell'«Imitazione» fosse<br />
conseguenza, come pare ad alcuni studiosi,<br />
della secolarizzazione invadente,<br />
che riesce perfino ad oltrepassare i recinti<br />
delle case religiose.<br />
Di carattere nettamente spirituale è<br />
stata la successiva relazione del prof.<br />
Brian McNeil, della Università di Vienna,<br />
e come sacerdote membro della<br />
antica Congregazione dei canonici rego-<br />
L. Curmer – «L'imitazione di Gesù Cristo» (Parigi, 1836)<br />
lari di Windesheim, ripristinata recentemente<br />
(1960) con alcune case. Dopo<br />
aver provato che l'autore dell'«Imitazione»<br />
doveva essere senz'altro sacerdote, e<br />
che il libretto era stato scritto per una<br />
lettura a voce alta in una comunità, egli<br />
si è soffermato, con riferimenti suggestivi,<br />
alla dottrina centrale della Croce<br />
nella «Imitazione di Cristo», e ha fatto<br />
subito notare come la croce di cui si<br />
parla nell'aureo libretto non sia tanto la<br />
Croce portata dal Signore<br />
Gesù sul Calvario e sulla<br />
quale è stato crocifisso,<br />
quanto piuttosto la croce<br />
quotidiana che noi portiamo<br />
sull'esempio di Cristo e con<br />
il suo aiuto. In modo particolare<br />
egli si è soffermato su<br />
una penetrante esegesi del<br />
capitolo 12 del Libro II: La<br />
via maestra della santa croce.<br />
È uno dei capitoli più<br />
ampi di tutta l'«Imitazione»<br />
e fin dall'inizio il tema è<br />
enunciato con molta chiarezza.<br />
Per molti è parola dura:<br />
prendi la tua croce; ma<br />
quando il Signore verrà a<br />
giudicarci, ci sarà nel cielo il<br />
segno della Croce e i servi<br />
della Croce in quel momento<br />
si avvicineranno con fiducia<br />
a Cristo giudice. «Perché,<br />
dunque, hai paura di<br />
prendere la Croce che è la<br />
via per il regno? Nella Croce<br />
è la salvezza; nella Croce è<br />
la vita; nella Croce è la difesa<br />
dal nemico; nella Croce è<br />
il dono della dolcezza del<br />
cielo... Prendi dunque la tua<br />
croce e segui Gesù; così entrerai<br />
nella vita eterna». Il<br />
Trento: il millenario<br />
del santuario di san Romedio<br />
Il santuario di san Romedio, uno dei<br />
più conosciuti e frequentati dell'arco alpino,<br />
ha festeggiato i mille anni di vita.<br />
La ricorrenza è stata celebrata nella<br />
giornata tradizionalmente dedicata al<br />
santo, un appuntamento che da sempre<br />
richiama una grande folla di fedeli.<br />
Quest'anno, in occasione del millenario,<br />
la Santa Messa nella chiesa maggiore,<br />
eretta nel 1536, con le pietre portate<br />
dai pellegrini, è stata celebrata dall'Arcivescovo<br />
di Trento Monsignor Luigi Bressan.<br />
Il Pastore della diocesi ha sottolineato<br />
il valore prezioso del raccoglimento, della<br />
preghiera e della ricerca interiore,<br />
momenti dello spirito che l'atmosfera di<br />
luoghi di culto come quello di san Romedio<br />
rende ancora più intimi ed arricchenti.<br />
Il santuario si erge su una roccia all'interno<br />
di una gola profonda: un angolo<br />
particolare e suggestivo della valle di<br />
Non, a pochissima distanza da Sanzeno,<br />
la località dove si consumò il sacrificio<br />
dei santi martiri d'Anaunia e dove oggi<br />
sorge la basilica a loro intitolata.<br />
Sono migliaia e migliaia i pellegrini<br />
che ogni anno visitano il santuario di<br />
san Romedio.<br />
La storia e la personalità del santo, la<br />
selvaggia bellezza della natura che circonda<br />
l'edificio, l'antichità che trasuda<br />
dalle pietre, dalle ripide scalinate, dai<br />
muri innalzati sulla nuda roccia, rappresentano<br />
motivi d'attrazione per la gente<br />
più diversa, alla ricerca di motivi per<br />
pensare e per pregare.<br />
La vita di san Romedio si inquadra<br />
nell'ambito dell'eremitismo diffuso in<br />
Europa nel X e XI secolo.<br />
Egli apparteneva a una ricca famiglia<br />
della nobiltà bavarese, era uomo di potere<br />
con grandi ricchezze e grande influenza<br />
politica. Un giorno Romedio,<br />
che era cristiano, partì pellegrino per<br />
Roma per visitare le tombe degli apostoli<br />
Pietro e Paolo.<br />
Durante il viaggio ebbe modo di approfondire<br />
la sua conoscenza del Vangelo<br />
e, messo in crisi dalla parola di Dio,<br />
decise di ritirarsi a far vita di penitenza.<br />
Donò i suoi ricchi possedimenti alla<br />
Chiesa di Trento e alla Chiesa di Ausburg,<br />
quindi volle visitare Sanzeno e la<br />
chiesetta allora edificata sulla terra del<br />
martirio dei primi tre cristiani venuti ad<br />
annunciare il Vangelo in valle di Non.<br />
Infine, su quella torre di roccia dove<br />
oggi sono scavate le fondamenta del<br />
santuario, si ritirò eremita e visse in penitenza<br />
e preghiera.<br />
I montanari della valle impararono<br />
presto a conoscerlo, fermandosi sovente<br />
con lui a pregare accanto alla croce che<br />
aveva piantato.<br />
Alla sua morte, lo seppellirono nella<br />
roccia, sopra la grotta dove era vissuto<br />
e ben presto la tomba dell'eremita Romedio<br />
divenne meta di pellegrinaggio.<br />
Attorno all'anno 1000 venne costruita<br />
la prima chiesetta e nel corso del secolo<br />
XII il culto, ormai consolidato in Trentino,<br />
Tirolo e Baviera, venne ufficialmente<br />
riconosciuto dal Vescovo di Trento.<br />
Da allora è continuato ininterrotto il<br />
flusso dei pellegrini, dalle terre di lingua<br />
italiana e di lingua tedesca.<br />
Così il santuario di san Romedio, costruito<br />
con le pietre portate dai fedeli,<br />
vede simbolicamente affratellate le popolazioni<br />
che stano al di qua e al di là<br />
del crinale alpino.<br />
Il sacro monumento, ricco di testimonianze<br />
artistiche dei secoli passati e di<br />
ex voto lasciati dai pellegrini, rimane<br />
ancora oggi, nella sua austerità e rara<br />
bellezza, un punto di riferimento per<br />
l'uomo che, nella pace dello spirito, cerca<br />
Dio.<br />
M. M.<br />
tema della «nostra croce» ritorna continuamente<br />
in tutto il capitolo, la cui conclusione<br />
si salda con il concetto iniziale,<br />
premettendo questa osservazione: «Ché,<br />
se ci fosse qualcosa di meglio e di più<br />
utile per la salvezza degli uomini, Cristo<br />
ce lo avrebbe certamente indicato, con<br />
la parola e con l'esempio. Invece egli<br />
esortò apertamente i discepoli che stavano<br />
con lui, e tutti coloro che desideravano<br />
mettersi al suo seguito, dicendo: Se<br />
uno vuol venire dietro a me, rinneghi se<br />
stesso, prenda la sua croce e mi segua»<br />
(Mt 16, 24; Lc 9, 23).<br />
La datazione<br />
del Codice B<br />
La terza lezione, tenuta dalla professoressa<br />
Caterina Tristano, docente ordinario<br />
di Paleografia latina nella Università<br />
di Arezzo, ha affrontato il problema<br />
della datazione del codice B — il celebre<br />
codice dell'«Imitazione» detto «de Advocatis»<br />
— dell'Archivio e Biblioteca Capitolare<br />
di Vercelli. La studiosa ha condotto<br />
una finissima analisi della scrittura<br />
del codice non datato, e attraverso puntuali<br />
comparazioni è giunta alla conclusione<br />
che si tratta di una scrittura minuscola<br />
della metà del secolo XV.<br />
I partecipanti alla Giornata di studio<br />
hanno avuto poi la possibilità di esaminare<br />
il prezioso codice esposto nella<br />
mostra bibliografica allestita dal prof.<br />
Francesco Malaguzzi, della Facoltà di<br />
Lettere nell'Università del Piemonte<br />
Orientale (Vercelli), presso il Museo del<br />
tesoro del Duomo, con il titolo: «I primi<br />
cinquecento anni di vita di un best seller.<br />
Le imitazioni di Cristo dell'Archivio<br />
Capitolare». Nella Mostra, che sarà<br />
aperta fino al prossimo 27 gennaio, in<br />
sette vetrine sono esposti esemplari significativi,<br />
a vario titolo, della fortuna<br />
del «piccolo» grande libro della «Imitazione».<br />
Si va dai formati tascabili, alla<br />
vetrina dedicata al codice De Advocatis,<br />
alle edizioni di pregio, alle illustrazioni<br />
di pregio, alle legature di pregio, fino,<br />
alle edizioni che testimoniano la grande<br />
fortuna dell'«Imitazione». Nell'ultima vetrina<br />
sono esposti alcuni esemplari di<br />
edizioni piemontesi dell'Imitazioni di<br />
Cristo. La maggior parte degli esemplari<br />
esposti provengono appunto dall'archivio<br />
Capitolare di Vercelli, ma alcuni<br />
pezzi provengono anche da altri musei<br />
vercellesi o da collezioni private. «Questo<br />
libro — ha scritto l'Arcivescovo nella<br />
presentazione del Catalogo — ripropone<br />
un itinerario di santità con linguaggio<br />
semplice adatto a tutti, rivolto a tutti.<br />
Non a caso l'«Imitazione di Cristo» è<br />
stato lungo i secoli un sostanzioso nutrimento<br />
della vita spirituale di molte generazioni<br />
di credenti, e a motivo della<br />
sua profondità teologico-spirituale conserva<br />
oggi la sua attualità, facendo eco<br />
a quel cristocentrismo che ha caratterizzato<br />
il recente evento conciliare».<br />
A. B.<br />
schede - schede - schede<br />
Gianfranco Ravasi, Videro il<br />
Bambino e sua Madre. Meditazioni<br />
sui Vangeli dell'infanzia, Áncora<br />
Editrice, Milano 2000, pp. 164,<br />
L. 23.000, E. 11,88. Biblista tra i<br />
più noti in Italia, Gianfranco Ravasi<br />
pubblicò nel 1984 la prima edizione<br />
di questo volume. Questa che viene<br />
presentata è la quarta edizione, aggiornata<br />
e arricchita. Due sono le<br />
a cura di GINO CONCETTI<br />
parti. La prima contiene le riflessioni<br />
sui due primi capitoli del Vangelo<br />
di Matteo; la seconda invece sui<br />
due primi capitoli del Vangelo di<br />
Luca. Averle chiamate «meditazioni»<br />
indica che Ravasi ha privilegiato<br />
una esegesi non strettamente scolastica,<br />
accademica come viene praticata<br />
nelle scuole teologiche e nei<br />
seminari.<br />
Silvano Zucal (a cura), Cristo nella filosofia contemporanea, Edizioni<br />
San Paolo, Cinisello Balsamo 2000, pp. 775, L. 70.000, E. 36,15. Docente<br />
di filosofia morale a Trento, Zucal ha sollecitato la collaborazione di un<br />
gruppo di qualificati studiosi per esplorare e quindi esporre in termini possibilmente<br />
accessibili al grande pubblico l'elemento religioso presente nei<br />
filosofi più rappresentativi dell'età contemporanea fino a tutto il secolo<br />
ventesimo. Una rassegna di vivo interesse e di alto spessore eruditivo, i cui<br />
risultati mostrano che il mistero di Dio e i valori religiosi sono tutt'altro<br />
che assenti nella filosofia. La prefazione è firmata da Bruno Forte, il noto<br />
e fecondo teologo di Napoli. L'introduzione è dello stesso Zucal.<br />
Massimo Sodi, Il rito e il messaggio,<br />
Edizioni Piemme, Casale<br />
Monferrato 2000, pp. 94, L.<br />
12.000, E. 6,20. Dalla riforma del<br />
Concilio è scaturita la riforma liturgica<br />
che la Chiesa ha adottato anche<br />
per il terzo millennio. Nonostante<br />
alcune incomprensioni è stata<br />
accettata perché consente al popolo<br />
di Dio di partecipare alla cele-<br />
brazione dei riti per essere stata resa<br />
comprensibile nel linguaggio.<br />
Massimo Sodi con profonda competenza<br />
espone alcune grandi tematiche<br />
liturgiche rispondendo, nella<br />
prima parte, a precise domande;<br />
nella seconda illustrando attraverso<br />
«dieci parole» le norme che regolano<br />
la celebrazione e il significato<br />
dei riti.<br />
Ambrogio Spreafico, La voce di Dio. Per capire i profeti, Edizioni Dehoniane,<br />
Bologna 1999, pp. 296, L. 24.000. I profeti sono portatori della Parola<br />
di Dio e autori di libri che fanno parte integrante della rivelazione biblica.<br />
Il Nuovo Testamento si legge alla luce dei loro scritti. Si comprende<br />
perciò il valore che hanno per la religione cristiana e per la Chiesa. Uno<br />
specialista, Ambrogio Spreafico, docente e rettore dell'Università Urbaniana<br />
di Roma, dopo una introduzione generale, introduce a leggerne i testi,<br />
dedica a ciascuno di essi un esame approfondito circa l'autenticità, il genere<br />
letterario e la struttura e un commento appropriato. Un testo per studenti<br />
di teologia e scienze religiose.<br />
Andrea Gasparino, Pregare con il<br />
Vangelo, Edizioni Elledici, Leumann<br />
2000, pp. 284, L. 18.000.<br />
E.9.30. Presso la editrice dei Salesiani<br />
padre Gasparino ha pubblicato,<br />
con questo, nove libri, tutti di<br />
grande spessore spirituale e pedagogico.<br />
Consiglia di leggere l'introduzione:<br />
in essa l'Autore rileva che<br />
durante il suo viaggio nel Sahara il<br />
Signore gli ha dato tanta luce da<br />
fargli riscoprire il Vangelo. Seguendo<br />
il testo sacro, riflette sugli avvenimenti<br />
della vita e della dottrina di<br />
Gesù. Partendo dall'Annunciazione<br />
fino a dopo la Risurrezione. Le meditazioni<br />
però sono «alate» nel senso<br />
che sono intrise di elevazioni spirituali<br />
e mistiche. Un sussidio quindi<br />
anche per pregare, per amare.<br />
Emanuele Curzel (a cura), In factis mysterium legere. Miscellanea di<br />
studi in onore di Iginio Rogger in occasione del suo ottantesimo compleanno,<br />
Edizioni Dehoniane, Bologna 1999, pp. 663, più illustrazioni, L.<br />
75.000, E. 38,74. Non solo nel Trentino, Mons. Iginio Rogger è una personalità<br />
«istituzionale». A lui si devono iniziative culturali, letterarie, archeologiche,<br />
liturgiche e storiche. Ed inoltre l'Istituto di scienze religiose. Ben<br />
se la merita questa miscellanea che gli amici e gli estimatori gli hanno voluto<br />
dedicare per una ricorrenza importante qual è l'ottantesimo anniversario<br />
della nascita. I saggi sono 32 classificati nelle sezioni di storia, liturgia,<br />
esegesi, filologia, teologia, filosofia e storia dell'arte.<br />
Felice Moscone, Parabole del<br />
Duemila per un cammino giubilare<br />
sui sentieri della speranza,<br />
Editrice Elledici, Leumann 1999,<br />
pp. 293, L. 36.000, E. 18,59. Un sacerdote,<br />
con responsabilità pastorali<br />
nella curia della Diocesi di Casale<br />
Monferrato, Felice Moscone ha inteso,<br />
con questo libro, dare prova<br />
che lo «stile delle parabole» non è<br />
né decaduto né anacronistico. Assunta<br />
nel suo verso giusto e ricca di<br />
contenuto, la parabola religiosa è<br />
piacevole, efficace e formativa.<br />
Complessivamente le «parabole» sono<br />
131. Il contenuto spazia sui vasti<br />
ambiti della vita quotidiana, della<br />
fede, della religiosità, della natura,<br />
delle relazioni umane. Non è un libro<br />
per rilassarsi, ma per crescere.<br />
Dal 20 al 22 febbraio il XLII Convegno Liturgico pastorale<br />
La Liturgia delle Ore, scuola ecclesiale di preghiera<br />
Il quarantaduesimo Convegno liturgico<br />
pastorale promosso dall'ALF Sacro<br />
Cuore - Opera della Regalità di Nostro<br />
Signore Gesù Cristo avrà luogo a Roma,<br />
presso la «Domus Mariae», dal 20 al 22<br />
febbraio.<br />
«La Liturgia delle Ore, scuola ecclesiale<br />
di preghiera»: questo è il tema di<br />
riflessione che farà da filo conduttore ai<br />
lavori.<br />
Tre sono i principali motivi che hanno<br />
determinato la scelta del tema.<br />
Anzitutto quello di individuare un<br />
«ganglio» della liturgia, ancora non del<br />
tutto approfondito, per essere fedeli alla<br />
«vocazione» essenzialmente liturgica dell'Opera<br />
della Regalità.<br />
Si intende poi porsi in continuità con<br />
il convegno svoltosi nel 2000, che aveva<br />
per tema «La celebrazione eucaristica,<br />
evento nello Spirito Santo».<br />
La Liturgia delle Ore dovrebbe, infatti,<br />
essere considerata nella sua imprescindibile<br />
relazione con la celebrazione<br />
eucaristica.<br />
Terzo obiettivo, infine, è quello di<br />
continuare a seguire le tracce, già in<br />
parte individuate con il Convegno svoltosi<br />
nel 2000 (ma non soltanto, anche<br />
con il lavoro precedentemente svolto<br />
dall'Opera della Regalità), di una<br />
spiritualità, da offrire soprattutto ai<br />
laici, che sia profondamente ancorata<br />
nella liturgia.<br />
Questo anche per rispondere — in<br />
obbedienza alla vocazione iniziale dell'Opera<br />
della Regalità — alle domande<br />
di spiritualità che l'uomo e la donna<br />
d'oggi pongono alla comunità cristiana<br />
(anche se, spesso, in modo confuso e<br />
inadeguato).<br />
A svolgere le varie relazioni sono stati<br />
chiamati diversi esperti e personalità del<br />
mondo ecclesiale e culturale.<br />
La prima relazione è stata affidata all'Arcivescovo<br />
Francesco Pio Tamburrino,<br />
Segretario della Congregazione per<br />
il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti,<br />
ed ha per titolo «La Liturgia delle<br />
Ore è sacrificium laudis».<br />
La riflessione che proporrà il Presule<br />
evidenzierà lo stretto rapporto che sussiste<br />
tra la Celebrazione Eucaristica e la<br />
Liturgia delle Ore.<br />
La dizione antica «sacrificium laudis»<br />
dovrebbe rappresentare il filo che unisce<br />
i due momenti sacramenti.<br />
L'intento pastorale e spirituale è quello<br />
di sottolineare come l'assenza di uno<br />
dei due elementi potrebbe danneggiare<br />
la fecondità dell'altro.<br />
La seconda relazione dal titolo «La Liturgia<br />
delle Ore, preghiera della Chiesa»<br />
è stata affidata a Padre Matias Augé,<br />
Rettore del Collegio dei Missionari Figli<br />
del Cuore Immacolato di Maria (Claretiani),<br />
Roma.<br />
Questa riflessione dovrebbe far passare<br />
la coscienza della presenza di Cristo,<br />
che sacramentalmente rivive nella Chiesa<br />
e con la Chiesa il suo rapporto con il<br />
Padre per la salvezza dell'umanità.<br />
In quest'orizzonte appare chiaro come<br />
ogni stile di preghiera nella Chiesa<br />
abbia il suo referente cristologico ed ecclesiale<br />
nella Liturgia delle Ore.<br />
L'intento pastorale è quello di far passare<br />
i fedeli, dalla concezione «giuridica»<br />
della preghiera, ad una visione sacramentale<br />
ed ecclesiale.<br />
Il terzo aspetto che sarà preso in esame<br />
durate i lavori («I Salmi, linguaggio<br />
privilegiato della Liturgia delle Ore») sarà<br />
svolto da don Renato De Zan, docente<br />
dell'Istituto di Liturgia Pastorale Facoltà<br />
Teologica Pontificio Ateneo S. Anselmo<br />
(Roma).<br />
Di fronte all'uso dei Salmi nella preghiera,<br />
possono affiorare molteplici interpretazioni<br />
ed altrettante proposte spirituali<br />
e pastorali.<br />
Deve invece emergere l'interpretazione<br />
cristologica ed ecclesiale della preghiera<br />
salmica.<br />
A Padre Jesús Castellano Cervera,<br />
Preside della Pontificia Facoltà Teologica<br />
e del Pontificio Istituto di spiritualità<br />
«Teresianum» (Roma), è stato richiesto<br />
di intervenire su «La preghiera cristiana:<br />
problematiche e prospettive» nell'intento<br />
di illustrare la bellezza e la fecondità<br />
della preghiera cristiana in senso globale.<br />
L'attualizzazione pastorale del pregare<br />
liturgico, nelle Lodi e nei Vespri, sarà<br />
trattata da don Antonio Donghi, assistente<br />
nazionale dell'Opera della Regalità<br />
e docente presso l'Istituto superiore<br />
di scienze religiose (Milano), nella relazione<br />
dal titolo «La Liturgia delle Ore<br />
come celebrazione comunitaria».<br />
Sul problema, particolarmente attuale,<br />
dell'individuazione di piste di preghiera<br />
da offrire ai laici, si è pensato di<br />
interpellare Paola Bignardi, Presidente<br />
dell'Azione Cattolica Italiana, in forza<br />
della sua esperienza maturata ai vertici<br />
di una grande aggregazione laicale ecclesiale.<br />
Infine, il Vescovo Luca Brandolini,<br />
Vescovo emerito di Sora-Aquino-Pontecorvo,<br />
presidente del Centro Azione Liturgica<br />
(Roma), con la relazione intitolata<br />
«La spiritualità della Liturgia delle<br />
Ore», è chiamato a trasmettere entusiasmo<br />
per la preghiera della Chiesa, poiché<br />
la Liturgia delle Ore, in un mondo<br />
alla ricerca di un'esperienza spirituale significativa,<br />
si propone come un metodo<br />
efficace.<br />
Com'è facilmente rilevabile dai titoli e<br />
dalla sequenza delle relazioni offerte, il<br />
tema generale sarà affrontato con ampiezza<br />
di prospettive e con la specifica<br />
intenzione di offrire spunti per una spiritualità<br />
che abbia al suo centro la liturgia<br />
(come sempre accade per la spiritualità<br />
cristiana), ma con un particolare attenzione<br />
di riguardo verso la condizione laicale.