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.<br />
PAGINA<br />
Le grandi parole<br />
del Giubileo<br />
Primavera<br />
MARCO IMPAGLIAZZO<br />
La sorpresa di un numero<br />
sempre crescente di pellegrini che<br />
varcano la Porta santa in questi<br />
ultimi giorni del Grande Giubileo<br />
sembra collocare queste ultime<br />
giornate giubilari in piena primavera,<br />
piuttosto che nell'inverno<br />
appena cominciato. L'immagine<br />
commovente di Piazza San Pietro<br />
attraversata pazientemente da un<br />
popolo pellegrinante pare così<br />
suggellare la realizzazione dell'auspicio<br />
che la lettera apostolica<br />
Tertio Millennio adveniente<br />
aveva fatto proprio con forza:<br />
«il Grande Giubileo rivelerà una<br />
nuova primavera di vita cristiana».<br />
Primavera è una parola importante<br />
nella vita della Chiesa di<br />
questi anni. Alla vigilia del Concilio<br />
Vaticano II, il beato Giovanni<br />
XXIII definì lo straordinario<br />
evento come una «lieta primavera<br />
che non conoscerà stanchezza,<br />
né vicissitudini». Negli anni successivi<br />
al Concilio l'immagine<br />
della nuova primavera è tornata<br />
in tante occasioni a evocare quello<br />
che Papa Roncalli definì come<br />
un «grande risveglio, una ripresa<br />
di più animoso cammino». Se<br />
tanto si è parlato, all'indomani<br />
del Concilio Vaticano II, di nuova<br />
stagione nella vita della Chiesa<br />
tutta, di primavera della Chiesa,<br />
al Grande Giubileo è stato affidato<br />
il compito di rivelarla con<br />
più pienezza al mondo, manifestando<br />
i segni di una nuova fioritura.<br />
È quanto è accaduto: in particolare,<br />
come parecchi hanno sottolineato,<br />
con la Giornata mondiale<br />
della gioventù, laddove la<br />
presenza di tanti ragazzi e ragazze<br />
ha richiamato quasi spontaneamente<br />
l'immagine della primavera.<br />
Ma non solo. È essenziale<br />
riflettere su tutto il diciottesimo<br />
paragrafo della Tertio Millennio<br />
adveniente.<br />
Esso ricorda ai cristiani che<br />
«nella storia della Chiesa “il vecchio”<br />
e “il nuovo” sono sempre<br />
profondamente intrecciati tra loro.<br />
Il nuovo cresce dal vecchio, il<br />
nuovo trova nel vecchio una sua<br />
più piena espressione». Ciò è valso<br />
per lo stesso Concilio, che «ha<br />
attinto molto dalle esperienze e<br />
dalle riflessioni del periodo precedente».<br />
Ogni rinnovamento della comunità<br />
ecclesiale — l'arrivo della<br />
primavera, in altre parole — non<br />
può allora aversi senza che si<br />
manifesti l'attitudine evangelica<br />
dello scriba saggio, «simile a un<br />
padrone di casa che estrae dal<br />
suo tesoro cose nuove e cose antiche»<br />
(Mt 13, 52).<br />
Il Giubileo è stato quello scriba<br />
saggio, intenzionato a riproporre<br />
al mondo il tesoro del Vangelo,<br />
e pensoso sull'eredità di un<br />
secolo intenso e tragico, in cui<br />
più che in passato si è stati cristiani<br />
non tanto per nascita o per<br />
tradizione quanto per decisione,<br />
e tale scelta si è spesso compiuta<br />
e rinnovata a caro prezzo, come<br />
dimostra la moltitudine di testimoni<br />
della fede morti nel Novecento<br />
a causa della loro dedizione<br />
al Vangelo.<br />
Per valorizzare appieno le «cose<br />
antiche» del tesoro della tradizione<br />
cristiana, il Giubileo ha reputato<br />
necessaria una purificazione<br />
della memoria, sotto forma<br />
di scrupoloso esame di coscienza<br />
e di richiesta di perdono, che la<br />
Chiesa ha intrapreso — il Papa<br />
per primo — con un coraggio che<br />
è raro ritrovare nella vita dei singoli<br />
individui.<br />
Innumerevoli sono i segni di<br />
conversione e di novità portati<br />
dal Grande Giubileo.<br />
Non è certo ora il tempo di fare<br />
bilanci, ma di guardare con<br />
attenzione ai tanti germogli di<br />
questa nuova primavera di vita<br />
cristiana che si manifesta con<br />
sempre maggiore evidenza più ci<br />
si avvicina alla conclusione del<br />
Giubileo.<br />
I frutti di questo tempo nuovo<br />
li capiremo pienamente nel futuro,<br />
oggi ne osserviamo i germogli<br />
con trepidazione e gratitudine in<br />
ogni parte del mondo.<br />
5 .<br />
L'OSSERVATORE ROMANO Giovedì 4 Gennaio 2001<br />
Pellegrini del Duemila<br />
L'incessante cammino del popolo di Dio<br />
Ecco le fotografie, scattate ieri, martedì, alle 11 circa, che testimoniano<br />
con la forza dell'evidenza quanto sta accadendo in questi giorni,<br />
in particolare, nella Basilica Vaticana e in Piazza San Pietro. Una<br />
lunga coda di persone in attesa di celebrare il Giubileo nonostante il<br />
tempo e la temperatura inclemente di questi giorni.<br />
In tanti stanno ancora convergendo verso le tombe degli Apostoli, per<br />
aggiungersi a quanti in questo anno straordinario si sono già messi in<br />
cammino. A quanti, in verità, si erano incamminati già negli anni scorsi<br />
attraverso una lunga preparazione nelle parrocchie, nei luoghi di lavoro,<br />
nelle case, per arrivare a questo appuntamento decisivo per la storia dell'umanità.<br />
A Santa Croce in Gerusalemme<br />
La scoperta fondamentale<br />
della fede<br />
Ritornare sui propri passi spesso permette<br />
di scoprire nuovi aspetti della<br />
realtà che non si sono scorti la prima<br />
volta. Molte esperienze infatti, per essere<br />
apprezzate in modo più approfondito,<br />
devono essere vissute con una maggiore<br />
calma. Per questi motivi diversi pellegrini<br />
ritornano volentieri a Roma, per<br />
completare il cammino che non hanno<br />
potuto fare nel primo viaggio. La complessa<br />
realtà del Giubileo quindi viene<br />
così maggiormente apprezzata ed assimilata.<br />
In una società votata al consumismo<br />
e al veloce degrado dei beni,<br />
questo approccio con la fede, dimostra<br />
che la religione è una dimensione che si<br />
scopre lentamente. Così fra i pellegrini<br />
dell'ultimo momento vi sono molti che<br />
in realtà non sono più a Roma per acquisire<br />
l'indulgenza, poiché hanno già in<br />
precedenza celebrato il proprio Giubileo,<br />
bensì sono ritornati alla culla del<br />
Cristianesimo per imparare qualcosa di<br />
più sulle proprie origini e per scoprire<br />
ulteriori testimonianze storiche dell'evoluzione<br />
della Chiesa nei secoli. Nella<br />
giornata di martedì 2 gennaio, fra la folla<br />
di fedeli che hanno visitato Santa<br />
Croce in Gerusalemme, vi era un folto<br />
gruppo di pellegrini appartenenti al movimento<br />
Comunione e Liberazione della<br />
città di Forlì. Accompagnati da don Stefano<br />
Pascucci, hanno celebrato una Santa<br />
Messa, durante la quale hanno ringraziato<br />
il Signore per le varie possibilità<br />
di costante conversione che Egli concede<br />
nella vita di un uomo.<br />
«Durante quest'Anno Santo vi sono<br />
state molte circostanze privilegiate per<br />
sviluppare maggiormente una maturità<br />
di fede — ha spiegato don Stefano —. I<br />
grandi incontri come quello di Tor Vergata<br />
per la Giornata Mondiale della Gioventù,<br />
o il Giubileo delle famiglie e quello<br />
dei lavoratori, hanno fornito importanti<br />
opportunità per vivere questo momento<br />
di grazia in comunione, mentre il<br />
servizio volontario del Giubileo ha dato<br />
la possibilità per sviluppare maggiormente<br />
la propria fede a livello personale.<br />
Questi incontri hanno permesso di<br />
essere ancor più in contatto con le indicazioni<br />
del Santo Padre che incitano ad<br />
una più profonda conversione e ad un<br />
rinnovamento della società.<br />
Questi messaggi li abbiamo portati negli<br />
ambienti dove operiamo come per<br />
esempio quello del lavoro o della scuola,<br />
ed hanno arricchito i nostri incontri settimanali.<br />
Il tutto è stato un approfondimento<br />
al cammino che stiamo compiendo.<br />
Il nostro obiettivo è quello di aver<br />
presente Gesù costantemente nella nostra<br />
vita, vivendo le situazioni che dobbiamo<br />
affrontare come un segno che<br />
Dio ci da affinché noi possiamo attuare<br />
quello che Egli ci propone. La nostra<br />
stessa vita quindi deve diventare la gloria<br />
di Cristo.<br />
Nella mia realtà da insegnante di religione,<br />
per esempio, vivere Cristo ogni<br />
giorno significa aiutarci l'un l'altro e trovare<br />
un dialogo fra gli studenti e i professori<br />
sia nell'istituzione della scuola sia<br />
nella catechesi. Per questo abbiamo organizzato<br />
a livello locale molti incontri e<br />
pellegrinaggi. Il compito degli insegnanti<br />
infatti è quello di trasferire attraverso il<br />
loro lavoro l'amore verso la cultura diventando<br />
testimoni con la propria vita».<br />
RITA DIETRICH<br />
La veglia di preghiera in Piazza San Pietro presieduta dal Card. Camillo Ruini<br />
«Domandiamo di aprire veramente<br />
le porte delle nostre vite al Signore»<br />
giunto — perché crediamo in Gesù Cristo,<br />
perché riteniamo che questi momenti<br />
importanti hanno valore solo se<br />
riferiti al Signore Gesù. E la cosa più<br />
bella è che stando in comunione con il<br />
successore di Pietro, preghiamo perché<br />
questo nuovo periodo che si apre sia<br />
sempre segnato dalla presenza di Gesù<br />
Cristo».<br />
Alla veglia di preghiera, diretta da P.<br />
Corrado Maggioni, Responsabile dell'Ufficio<br />
Liturgico del Comitato del Grande<br />
Giubileo dell'Anno 2000, erano presenti<br />
il Cardinale Darío Castrillón Hoyos, Prefetto<br />
della Congregazione per il Clero, il<br />
Vescovo Piero Marini, Maestro delle Celebrazioni<br />
Liturgiche Pontificie, l'Arcivescovo<br />
Francesco Pio Tamburrino, Segretario<br />
della Congregazione per il Culto<br />
Divino e la Disciplina dei Sacramenti, il<br />
Vescovo Bruno Bertagna, Segretario del<br />
Pontificio Consiglio per i Testi Legislativi,<br />
e i vari superiori delle comunità dei<br />
Legionari di Cristo arrivati da tutto il<br />
mondo per attendere il nuovo millennio<br />
nella preghiera in unione con il Papa e<br />
la Chiesa di Roma.<br />
Dal sagrato della Basilica di San Pietro,<br />
il Cardinale Ruini ha commentato<br />
durante l'incontro la pagina del Vangelo<br />
di Giovanni letta in sei lingue diverse<br />
(Gv 6, 16-21). «Come abbiamo sentito<br />
dal Vangelo — ha detto — , un vento<br />
forte soffiava sul lago di Tiberiade e sulla<br />
barca dei discepoli di Gesù. Un vento<br />
abbastanza forte soffia anche su questa<br />
ultima sera del ventesimo secolo e secondo<br />
millennio dell'era cristiana. È<br />
quasi il simbolo di tutte le difficoltà, pericoli,<br />
minacce, che accompagnano da<br />
sempre il cammino dell'umanità e che<br />
A san Paolo fuori le Mura<br />
Un momento importante per un'intera comunità<br />
Preceduti dalla grande croce che, da<br />
sempre, accompagna le più importanti<br />
celebrazioni liturgiche della comunità,<br />
nelle prime ore del mattino di martedì<br />
due gennaio ottanta fedeli della parrocchia<br />
di Santa Maria degli Angeli, a Pozzuoli,<br />
hanno varcato la Porta Santa della<br />
patriarcale basilica di san Paolo fuori<br />
le Mura, prima tappa di un pellegrinaggio<br />
giubilare che vedrà il gruppo campano<br />
in preghiera nel santuario del Divino<br />
Amore e poi sulla tomba dell'apostolo<br />
Pietro.<br />
«È un momento importante per ognuno<br />
di noi, ma anche un evento che ci<br />
unisce come parrocchia. Ed il Giubileo<br />
è proprio questo: potersi convertire tutti<br />
insieme, per comprendere che non siamo<br />
individui in cammino, ma un Popolo<br />
in cammino — afferma Raffaele, ripensando<br />
alla sua conversione —. Anche io,<br />
come san Paolo, mi sono convertito,<br />
quando sono venuto a contatto con la<br />
sofferenza ed il dolore: ma adesso dobbiamo<br />
compiere un passo in avanti, convertirci<br />
insieme, come comunità».<br />
È una porzione particolare di comunità<br />
parrocchiale, quella che ha raggiunto<br />
Roma per il Giubileo: i collaboratori della<br />
parrocchia.<br />
Catechisti, gruppo Caritas, scuola biblica,<br />
coro...una realtà variegata ed eterogenea,<br />
ma impegnata ed attiva. Continua<br />
Raffaele: «io ero un lontano ed oggi<br />
sono un catechista, offro ai ragazzi<br />
che si preparano a ricevere il sacramento<br />
della cresima la mia testimonianza di<br />
fede: il Signore dona a tutti la possibilità<br />
di essere strumenti nel Suo piano di salvezza.<br />
Come fece con Paolo, scelto non<br />
soltanto al di fuori dei Dodici, ma addirittura<br />
tra coloro che perseguitavano i<br />
cristiani».<br />
Tra i numerosi parrocchiani che hanno<br />
già visitato l'Urbe in occasione del<br />
Giubileo, anche un gruppo di ragazzi<br />
che ha preso parte alla quindicesima<br />
Giornata Mondiale della Gioventù: «la<br />
veglia a Tor Vergata è stata indubbiamente<br />
un'esperienza che ci ha segnato.<br />
Ma anche l'appuntamento al Circo Massimo,<br />
per le confessioni, è stato un momento<br />
importante.<br />
Quasi fondamentale, direi, per il mio<br />
rapporto con questo sacramento — dopo<br />
essersi fatta portavoce dei suoi amici,<br />
Milena racconta ciò che ha imparato<br />
dal Giubileo dei giovani —: è sempre<br />
stato difficile, per me, trovare la forza di<br />
avvicinare un sacerdote e aprire comple-<br />
Arrivano, come in tutti i giorni già trascorsi dal Santo Natale del 1999<br />
ad oggi, da ogni luogo del mondo portando con sé le loro storie, il loro<br />
percorso personale, la necessità, il bisogno di un incontro attorno al quale<br />
hanno costruito la propria vita. In fila, per testimoniare come sempre<br />
con garbo e in sincero raccoglimento, il messaggio che ha squarciato le<br />
sbarre del tempo e della storia oltre che quelle delle convenzioni e delle<br />
sovrastrutture.<br />
Una certezza, questo popolo che ha, semplicemente, dato inizio al<br />
cammino verso una Porta che certo non cesserà mai di rimanere aperta.<br />
Tanti sono già passati. Dietro, tanti li seguono e continueranno a seguirli.<br />
«In questa nostra comune preghiera<br />
domandiamo a Dio di aprire veramente,<br />
anzi, di spalancare a Gesù Cristo le porte<br />
delle nostre vite e le porte di tutta la<br />
famiglia umana». È stato questo l'invito<br />
lanciato dal Cardinale Camillo Ruini, Vicario<br />
Generale di Sua Santità per la Diocesi<br />
di Roma, durante la veglia di preghiera<br />
che ha presieduto in Piazza San<br />
Pietro durante la notte «più lunga» dell'anno.<br />
Domenica 31 dicembre, infatti,<br />
migliaia di fedeli di tutto il mondo, nonostante<br />
il vento e il freddo rigido, si sono<br />
dati appuntamento alle 22.30 nel<br />
cuore della cristianità per vivere un «Capodanno<br />
alternativo» in un clima di preghiera<br />
e più raccolto rispetto a quello<br />
dello scorso anno, anche se l'atmosfera<br />
festante non è certo mancata. I canti<br />
natalizi eseguiti dal Gruppo musicale dei<br />
Legionari di Cristo e i cori improvvisati<br />
dall'entusiasmo dei numerosi pellegrini<br />
presenti in Piazza San Pietro, hanno fatto<br />
da preludio alla veglia di preghiera<br />
promossa dal Comitato Centrale del<br />
Grande Giubileo.<br />
Le luci delle fiaccole tenute strette tra<br />
le mani dei numerosi pellegrini accorsi<br />
alla veglia, hanno «acceso» in breve<br />
tempo Piazza San Pietro. L'Arcivescovo<br />
Crescenzio Sepe, Segretario Generale<br />
del Comitato del Grande Giubileo dell'Anno<br />
2000, ha introdotto l'incontro rivolgendo<br />
un saluto a tutti coloro che<br />
hanno scelto di «celebrare un momento<br />
particolare di preghiera in unione e comunione<br />
con il Santo Padre che a mezzanotte<br />
si affaccerà per benedire e augurare<br />
a tutti noi un nuovo anno, un nuovo<br />
secolo, un nuovo millennio. Lo vogliamo<br />
fare nella preghiera — ha ag-<br />
tamente il mio cuore. Ma in quell'occasione<br />
ho riscoperto la gioia della riconciliazione,<br />
la felicità che ti rimane dentro<br />
dopo che hai sperimentato l'amore del<br />
Padre!».<br />
Dopo averla visitata nei caldi giorni<br />
d'agosto, sono molti i giovani che ritornano<br />
nella basilica ostiense.<br />
Ma sono tanti anche i ragazzi che<br />
raggiungono la tomba di Pietro per la<br />
prima volta nel corso di quest'anno: Lucia,<br />
Marco e Simona sono tre studenti<br />
universitari, e dopo aver celebrato il<br />
Giubileo nella basilica di San Pietro, si<br />
sono incontrati nuovamente per varcare<br />
insieme la Porta Santa della basilica<br />
ostiense.<br />
«Se il Giubileo è cambiamento, non è<br />
a Roma che ho vissuto il mio vero giubileo,<br />
bensì nel mio primo viaggio a<br />
Lourdes, con il gruppo dell'UNITALSI.<br />
La compagnia di persone ammalate, che<br />
affrontano le grandi sofferenze delle<br />
proprie malattie con la forza della fede,<br />
ha cambiato radicalmente il mio modo<br />
di vivere i piccoli, grandi problemi di<br />
ogni giorno.<br />
«Sono partita pensando di dover aiutare<br />
qualcuno, sono tornata sapendo di<br />
essere stata aiutata».<br />
Anche Gilda, Tessie ed Elsa hanno<br />
vissuto l'Anno Santo lontano da Roma,<br />
nella città messicana di Hermosillo Sonora,<br />
dove vivono. Ma prima che il Giubileo<br />
volgesse al termine, le tre giovani<br />
pellegrine hanno voluto rendere omaggio<br />
alla memoria degli apostoli, nei luoghi<br />
che conservano le loro spoglie mortali:<br />
«abbiamo fatto numerosi pellegrinaggi<br />
verso la cattedrale della nostra città,<br />
partendo a piedi dalle nostre parrocchie:<br />
ma venire a Roma ha un significato<br />
speciale», racconta Gilda, mentre sistema<br />
al collo la sciarpa gialla che il suo<br />
gruppo ha scelto come segno di riconoscimento.<br />
«Giallo è il colore che compone,<br />
assieme al bianco, la nostra bandiera<br />
— continua la sedicenne pellegrina<br />
messicana, in cammino con centosessanta<br />
suoi connazionali che hanno raggiunto<br />
la Città Eterna in occasione del<br />
sessantesimo anniversario dalla fondazione<br />
del movimento Regnum Christi<br />
—: facciamo parte del movimento dei<br />
legionari di Cristo, perché siamo attratte<br />
dal suo carisma e vogliamo compiere un<br />
apostolato militante!».<br />
LUCIANA CORETTO<br />
hanno travagliato in questi duemila anni<br />
di storia anche la vita della Chiesa. Per<br />
ciascuno di noi questo vento è il simbolo<br />
delle proprie e personali tentazioni,<br />
incertezze, preoccupazioni, sofferenze,<br />
peccati. Ma mentre soffia il vento Gesù<br />
cammina sulle acque e si avvicina alla<br />
barca dei discepoli. Proprio questo è ciò<br />
che avviene nella vita della Chiesa e dell'intera<br />
umanità e, in particolare, nella<br />
vita di ciascuno di noi».<br />
«Gesù si avvicina a noi, non noi a<br />
Lui. Il Figlio di Dio si fa bambino e uomo<br />
per noi, viene a cercarci, si fa nostro<br />
compagno nel difficile e pericoloso<br />
viaggio della vita. A vederlo camminare<br />
sulle acque i discepoli ebbero paura; anche<br />
noi spesso abbiamo paura di Lui, temiamo<br />
che Egli si avvicini troppo a noi,<br />
che entri troppo nella nostra vita. Ma<br />
Gesù dice ai discepoli spaventati: «Sono<br />
io, non temete». Sono le parole che il<br />
nostro Papa ci ha ripetuto fin dal suo<br />
primo discorso ventidue anni fa qui, in<br />
Piazza San Pietro: «Non abbiate paura<br />
di Cristo, apritegli tutte le porte della<br />
vostra vita».<br />
«In questa nostra comune preghiera<br />
domandiamo a Dio di aprire veramente,<br />
anzi, di spalancare a Gesù Cristo le porte<br />
delle nostre vite e le porte di tutta la<br />
famiglia umana. Il Vangelo che abbiamo<br />
ascoltato dice che quando i discepoli accolsero<br />
Gesù sulla loro barca, questa<br />
barca subito toccò la riva. Arrivare a riva<br />
indica la salvezza, significa raggiungere<br />
la meta e lo scopo della vita. Anche<br />
noi accogliendo Cristo nella fede e nelle<br />
nostre scelte concrete possiamo essere<br />
certi che non andremo perduti, che il<br />
secolo che sta per cominciare sarà tempo<br />
di benedizione e di grazia, in preparazione<br />
di quella grazia più grande che<br />
è la vita eterna in unione con Gesù Cristo<br />
e con Dio Padre. Fra poco il Papa<br />
suggellerà con la sua benedizione apostolica<br />
questo passaggio di secolo e di<br />
millennio: gli chiediamo di mettere il sigillo<br />
di Dio anche sulle nostre vite».<br />
Al termine dell'omelia è stato professato<br />
il Credo e cantato il Pater noster.<br />
La veglia è poi proseguita con la lettura<br />
della preghiera del Papa per l'Anno Santo.<br />
Intorno a mezzanotte, gli occhi di<br />
tutti erano fissi sulla finestra dello studio<br />
del Papa per attendere il suo saluto e la<br />
sua benedizione apostolica, la prima del<br />
nuovo millennio. Tra i fedeli accorsi in<br />
Piazza San Pietro per vivere i primi minuti<br />
di una nuova epoca ascoltando le<br />
parole di augurio del Santo Padre, vi<br />
erano migliaia di giovani di tutto il mondo<br />
appartenenti alla famiglia dei Legionari<br />
di Cristo, che stanno per celebrare<br />
a Roma il 60° anniversario della fondazione<br />
della loro Congregazione, anticipata<br />
da una solenne celebrazione durante<br />
la quale si avrà l'ordinazione sacerdotale<br />
di quaranta seminaristi. «Siamo venuti<br />
per fare gli auguri al Papa che ci ha<br />
sempre invitati ad aprire le porte a Cristo<br />
con gioia e fiducia — ha detto Elisabetta<br />
Gonzalez, venuta da Tlaxcala, in<br />
Messico —. L'emozione di questo momento<br />
è forte perché per ventidue anni<br />
il Santo Padre ci ha guidati nel nostro<br />
cammino di fede e adesso ci introduce<br />
nel nuovo millennio».<br />
ELISABETTA ANGELUCCI