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PAGINA<br />

8 .<br />

Raccolte in un volume quattordici riflessioni scritte dal Rettor Maggiore, Don Vecchi<br />

Temi fondamentali<br />

di spiritualità salesiana<br />

Don Juan Edmundo<br />

Vecchi, Rettor Maggiore<br />

della Congregazione Salesiana,<br />

ottavo successore<br />

di san Giovanni Bosco,<br />

ha raccolto quattordici riflessioni<br />

nel volume «Spiritualità<br />

Salesiana - temi<br />

fondamentali» (Ed. Elledici,<br />

Leumann-Torino 2001,<br />

pp. 238, L. 28.000, E<br />

14,46). Di seguito pubblichiamo<br />

l'Introduzione<br />

scritta dall'autore:<br />

Colloco queste riflessioni<br />

sulla Spiritualità Salesiana<br />

nel contesto di tre<br />

avvenimenti molto significativi.<br />

Il primo è il Giubileo<br />

del 2000. Esso richiama<br />

ad una conversione personale<br />

e mette a fuoco le<br />

condizioni e le vie per<br />

evangelizzare il mondo<br />

che entra nel terzo millennio:<br />

secolare, tecnologico,<br />

pluralista, libero, unificato<br />

e diviso. Il punto centrale<br />

di riflessione è il valore<br />

che può avere Cristo e la<br />

fede nella nostra attuale<br />

situazione; e quindi la coscienza<br />

della propria originalità<br />

che i cristiani debbono<br />

acquisire, la trasparenza<br />

della loro testimo-<br />

nianza, la loro presenza-<br />

lievito nel mondo. È un invito a riscoprire<br />

la nostra vocazione in un mondo<br />

che ha bisogno di segni, di vedere e<br />

toccare.<br />

Nell'ambito più ristretto della Vita<br />

consacrata ci sono stati un approfondimento<br />

e una presa di coscienza, e<br />

questo è il secondo avvenimento, sul<br />

contributo specifico della consacrazione<br />

religiosa alla comunione ecclesiale<br />

ed alla cultura. Dai religiosi si attende<br />

un messaggio ed una proposta di spiritualità.<br />

In questo nostro tempo di<br />

molteplici forme di religiosità e di ricerca<br />

di senso, il loro compito consiste<br />

nell'offrire esempi e percorsi di vita<br />

spirituale cristiana.<br />

Si è riflettuto molto sullo specifico<br />

del cristiano nel contesto secolare<br />

odierno e del consacrato che si propone<br />

di seguire radicalmente Cristo. La<br />

conclusione è che non sono i segni<br />

esterni, né il lavoro apostolico o professionale<br />

ciò che caratterizza il religioso<br />

nel mondo, ma il tipo di esistenza<br />

che si propone di realizzare, costruita<br />

sul riconoscimento della presenza<br />

e azione di Dio.<br />

Nella Congregazione ha avuto luogo<br />

il Capitolo Generale 24 (CG24). Le<br />

ispettorie prima ne hanno sentito parlare<br />

da coloro che vi hanno preso parte.<br />

In seguito hanno ricevuto il documento.<br />

È da supporre che non soltanto<br />

l'abbiano letto, ma l'abbiano studiato<br />

nelle comunità ed in adunanze di<br />

direttori. Oggi sono arrivate al momento<br />

forse più importante nel processo<br />

di assimilazione e di applicazione:<br />

i Capitoli ispettoriali.<br />

Il CG24 si propone di impiegare<br />

meglio le nostre forze che Dio ci manda<br />

per espandere il lavoro educativo e<br />

pastorale. Ciò però esige una condizione:<br />

una maggiore qualità religiosa,<br />

apostolica e formativa nei singoli salesiani<br />

e nelle comunità. C'è un equivoco<br />

da dissipare: che la possibilità di<br />

animare i laici si giochi tutta sulla nostra<br />

abilità di coordinamento e di organizzazione.<br />

Il CG24 scommette sulla<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Mercoledì 31 Gennaio 2001<br />

31 gennaio: memoria di san Giovanni Bosco, sacerdote<br />

fondatore dei Salesiani, padre e maestro dei giovani<br />

Celebrazioni a Torino, a Valdocco e a Bra<br />

È stata dedicata ad Internet ed al suo<br />

impatto sulla vita di ogni giorno — la<br />

cosiddetta new economy — l'edizione<br />

2001 di «DonBoscoInsieme», tradizionale<br />

manifestazione giovanile proposta dagli<br />

ex allievi/e salesiani che ha aperto a Torino<br />

le celebrazioni nell'ambito della festa<br />

liturgica di san Giovanni Bosco.<br />

Sulla new economy i giovani salesiani<br />

hanno aperto un confronto che si collega<br />

con i temi del Giubileo, e in particolare<br />

con la campagna per la riduzione<br />

del debito estero dei Paesi in via di sviluppo.<br />

«Abbiamo riflettuto a lungo sui<br />

problemi che la globalizzazione comporta<br />

per le nazioni più povere — spiega<br />

Paolo Ferrero, uno degli organizzatori<br />

—. In un mondo caratterizzato da<br />

un'eccessiva tecnologizzazione è necessario<br />

capire se e come si possa operare<br />

nell'economia salvaguardando valori come<br />

la giustizia e la tutela delle fasce più<br />

deboli. Vogliamo per questo offrire ai<br />

partecipanti al nostro convegno gli strumenti<br />

per valutare correttamente le conseguenze<br />

dell'applicazione di Internet<br />

nell'economia».<br />

Nella Basilica di Maria Ausiliatrice a<br />

Valdocco, cuore del mondo salesiano, si<br />

svolgono anche tutte le celebrazioni liturgiche,<br />

come il ricordo della beata<br />

Laura Vicuña, la memoria di san Fran-<br />

nostra capacità di comunicare «mistica»,<br />

entusiasmo per la missione educativa<br />

e di condividere la spiritualità<br />

salesiana.<br />

A queste circostanze: nuova evangelizzazione,<br />

rinnovamento della vita<br />

consacrata, CG24, ne aggiungo uno<br />

che vi riguarda in forma molto personale.<br />

La vostra vita è oggi caratterizzata<br />

da un fatto: siete chiamati ad animare<br />

un porzione, sebbene minima,<br />

della Congregazione, con ripercussioni<br />

su una ispettoria e più lontanamente<br />

sull'ambito nazionale. A voi il Signore<br />

affida la responsabilità di imprimere<br />

un orientamento fruttifero alla vita<br />

della Congregazione in questa parte<br />

del mondo.<br />

L'Esortazione Vita Consecrata ci ha<br />

abituati a contemplare delle icone bibliche.<br />

La principale è quella della<br />

Trasfigurazione, una pagina inesauribile<br />

su due versanti: la contemplazione<br />

di Cristo come Messia, Figlio di<br />

Dio e Redentore attraverso la passione<br />

e la morte; l'esperienza di fede e di<br />

sequela degli apostoli e di tutti i credenti.<br />

Nella storia personale di Cristo, la<br />

Trasfigurazione avviene alla conclusione<br />

della predicazione e prima di affrontare<br />

la passione. Nella storia dei<br />

discepoli è collocata come passaggio<br />

da una loro adesione umana, di simpatia<br />

verso Lui, a quella fede robusta<br />

che sarà messa a prova con la morte<br />

di Gesù. È un momento singolare di<br />

illuminazione collegato alla prima<br />

chiamata a seguire Gesù e a tutti gli<br />

altri gesti con cui Egli ha riconfermato<br />

l'invito.<br />

In che cosa consiste questo momento<br />

di grazia? In primo luogo nel godere<br />

di una speciale intimità con Gesù.<br />

Parlano di questa particolare confidenza<br />

il gesto di Gesù, che tra tutti gli<br />

apostoli ne sceglie tre, la solitudine in<br />

cui avviene il fatto, la preghiera e lo<br />

stesso luogo: la cima di un monte.<br />

Nell'intimità, gli apostoli hanno una<br />

visione convincente di Gesù alla luce<br />

cesco di Sales, le funzioni della novena.<br />

Mercoledì 31 gennaio la Santa Messa<br />

delle 8.30 è celebrata da Don Juan E.<br />

Vecchi, Rettor Maggiore, mentre alle 10<br />

la solenne Concelebrazione Eucaristica è<br />

presieduta dall'Arcivescovo di Torino,<br />

Mons. Severino Poletto. Nel pomeriggio:<br />

alle 15 la benedizione dei bambini, alle<br />

16 i vespri solenni e altre due Messe alle<br />

17 e alle 18.30. In serata, alle 21, la Santa<br />

Messa per la Famiglia salesiana è presieduta<br />

da Don Luigi Testa, Ispettore<br />

del Piemonte.<br />

Domenica 4 febbraio la parrocchia e<br />

l'oratorio di Valdocco festeggiano Don<br />

Bosco alle 10 con la Santa Messa, mentre<br />

domenica 18 febbraio si svolgerà la<br />

presentazione della tradizionale «strenna»<br />

del Rettor Maggiore alla Famiglia<br />

salesiana: un messaggio che fa il punto<br />

sulla vita della congregazione e indica<br />

un orientamento per l'anno che inizia.<br />

Nell'Archidiocesi di Torino la presenza<br />

dei Salesiani di Don Bosco è diffusissima,<br />

perché qui la Congregazione si<br />

mise a servizio della Chiesa locale nelle<br />

parrocchie, negli oratori, nelle scuole<br />

come nella formazione professionale.<br />

Altri momenti di celebrazione nella festa<br />

del santo sono dunque in programma,<br />

tra l'altro, a Bra, dove i Salesiani<br />

sono presenti con la scuola, l'oratorio, il<br />

dell'esperienza religiosa<br />

del proprio popolo, rappresentata<br />

da Mosè ed<br />

Elia, e di quello che essi<br />

stessi avevano vissuto. È<br />

una illuminazione ed una<br />

grazia che viene dal Padre.<br />

Si sentono rapiti, attratti,<br />

presi da questo mistero.<br />

«È bello stare qui». Rimaniamo<br />

qui per sempre.<br />

È un collocarsi definitivamente<br />

nella vita. Dopo<br />

aver assaggiato quello che<br />

significava conoscere e seguire<br />

Cristo, consegue il<br />

desiderio, il proposito ed<br />

il gusto di stare con lui.<br />

Gli apostoli hanno pure<br />

la conferma autorevole<br />

che questa attrazione è<br />

autentica e piena di valore<br />

reale, non di pura fantasia<br />

o solo sentimento: è quindi<br />

un'indicazione definitiva<br />

per il futuro: «Questo è<br />

il mio figlio diletto, ascoltatelo!».<br />

Ricevono così una chiave,<br />

una lanterna, per affrontare<br />

la vita quotidiana<br />

dove il Gesù glorioso si<br />

nasconde sotto le apparenze<br />

comuni e addirittura<br />

si perde sotto volti sfigurati<br />

e vite deturpate.<br />

«I discepoli, che hanno<br />

goduto dell'intimità del<br />

Maestro, avvolti per un momento nello<br />

splendore della vita trinitaria — si<br />

legge nell'Esortazione Vita Consecrata<br />

— sono subito riportati alla vita quotidiana<br />

dove non vedono che Gesù solo,<br />

nell'umiltà della natura umana e sono<br />

invitati a tornare a valle, per vivere<br />

con Lui la fatica del disegno di Dio...»<br />

(VC 14). Anche per noi come per gli<br />

apostoli la Trasfigurazione è un invito<br />

a contemplare di nuovo Cristo, a gustare<br />

la sua parola ed il suo mistero,<br />

per immergersi poi nel lavoro sapendo<br />

scorgere dappertutto il suo volto.<br />

Nella letteratura del Movimento Mistico<br />

Ebraico dell'Europa Orientale del<br />

secolo XIII si legge questo racconto.<br />

Un rabbino era stato incarcerato a<br />

San Pietroburgo. Un giorno, mentre<br />

attendeva di comparire di fronte al tribunale,<br />

il comandante delle guardie,<br />

che gli era diventato amico, entrò nella<br />

sua cella e si mise a conversare con<br />

Lui.<br />

«Non vi sembra strano — gli disse<br />

— che Dio Onnisciente domandi ad<br />

Adamo: “Dove sei?”».<br />

«Credete voi — rispose il rabbino —<br />

che la Scrittura abbraccia tutti i tempi,<br />

tutte le generazioni e tutti gli individui?<br />

Ebbene — concluse — in ogni<br />

tempo Dio interpella ogni uomo e gli<br />

dice: “Dove sei?”. Dei giorni e degli<br />

anni a te assegnati ne sono trascorsi<br />

molti: nel frattempo nella tua vita e<br />

nel tuo mondo, dove sei? Dio dice per<br />

esempio: “Ecco sono già quarantasei<br />

anni che sei in vita. Dove ti trovi?”».<br />

All'udire il numero esatto dei suoi<br />

anni, il comandante si controllò a<br />

stento, posò la mano sulla spalla del<br />

rabbino e disse: «Bravo!». Ma il cuore<br />

gli tremava.<br />

Forse qualcuno potrebbe sentire<br />

questa domanda come un'accusa o<br />

una condanna; in realtà il Signore ci<br />

richiama a saggezza e responsabilità,<br />

ad una forma di vita vigilante affinché<br />

possiamo sfruttare e godere della ricchezza<br />

che essa contiene.<br />

centro giovanile, i cooperatori. Nella comunità<br />

di viale Rimembranze dal 25 al<br />

27 gennaio, presso la chiesa dell'Istituto,<br />

si è tenuto un triduo di preparazione alla<br />

festa che è stata celebrata domenica<br />

28, mentre il 31 vi è la celebrazione per<br />

L'attualità del messaggio del santo piemontese<br />

L'evangelizzazione<br />

del mondo<br />

ANTONIO CAVALLERI<br />

Proclamiamo ad alta voce, all'inizio<br />

del terzo millennio, che Gesù Cristo,<br />

unico Salvatore del mondo, è lo stesso<br />

ieri, oggi e sempre (cfr Eb 13, 89). Con<br />

questo motto — in comunione con tutta<br />

la Chiesa — vogliamo entrare nel mistero<br />

di Cristo, del suo amore, per comprendere<br />

meglio la verità del suo Vangelo<br />

e rivestirci della sua umanità e spiritualità.<br />

Desideriamo partire dal Salvatore<br />

che è venuto sulla terra per togliere il<br />

peccato del mondo e per ridonarci la<br />

pace e la vita eterna.<br />

Don Bosco — profondamente uomo<br />

di Dio, ricco delle virtù della sua gente,<br />

aperto alle realtà del suo tempo, ricolmo<br />

dei doni dello Spirito Santo — viveva<br />

«come se vedesse l'invisibile». Accorgendosi<br />

della situazione grave di tanti<br />

giovani poveri e abbandonati dai genitori,<br />

pregando, meditando e consigliandosi<br />

con persone sante, decise di accogliere<br />

in una misera tettoia (la cappella Pinardi)<br />

diversi monelli di strada dando loro<br />

una dignità umana e mettendosi totalmente<br />

al loro servizio. Pensò di realizzare<br />

con l'aiuto di Dio un grande progetto.<br />

Si mise all'opera e, con fermezza e<br />

costanza, fra ostacoli e fatiche, con la<br />

sensibilità di un cuore generoso, riuscì<br />

nell'impresa. Il Dio dell'amore e della<br />

pace lo premiò. Non fece passo, non<br />

pronunciò parola, non mise mano ad<br />

impresa che non avesse di mira la salvezza<br />

della gioventù. Per questo ha posto<br />

al centro della sua vita il primato di<br />

Dio, di Gesù Cristo, della grazia, della<br />

persona, dell'interiorità. Ha messo a disposizione<br />

dei suoi ragazzi il suo «cuore»<br />

di Padre: «Chiamatemi Padre e sarò<br />

felice» (MB XVII, 175). «In qualsiasi parte<br />

vi troverete ricordate che qui a Torino<br />

avete un Padre che vi ama nel Signore»<br />

(MB XI, 387).<br />

Il Padre della gioventù aveva capito la<br />

parola di s. Paolo, là dove dice: «Fratelli,<br />

Cristo ci ha liberati perché restassimo<br />

liberi; state dunque saldi e non lasciatevi<br />

imporre di nuovo il giogo della schiavitù»<br />

(Gal 5, 1). Il Maestro della gioventù<br />

anche in questo campo aveva anticipato<br />

i tempi. I nostri giovani purtroppo, insofferenti<br />

di qualsiasi pastoia, si nutrono<br />

di molti surrogati di libertà. Sono tante<br />

le droghe che danno l'illusione della libertà.<br />

Al contrario «nessuna legge umana<br />

vi è che possa porre così bene la libertà<br />

dell'uomo, quanto il Vangelo di<br />

Cristo affidato alla Chiesa» (GS 41).<br />

«Il Concilio Vaticano II ha affermato<br />

con chiara visione che “l'umanità vive<br />

oggi un periodo nuovo nella sua storia”<br />

(GS 4), ed ha conosciuto che sono sorte<br />

“iniziative atte a promuovere sempre di<br />

più l'attività educativa” (GE, proemio).<br />

In un'epoca di trapasso culturale la<br />

Chiesa nel settore educativo avverte con<br />

preoccupazione l'urgente necessità di<br />

superare il dramma di una profonda rottura<br />

tra Vangelo e cultura (cfr EN 20),<br />

che sottovaluta ed emargina il messaggio<br />

salvifico di Cristo» (Giovanni Paolo<br />

II, Iuvenum Patris, 1).<br />

«Non scoraggiatevi — aggiunge il Papa<br />

ai Salesiani — nel percorrere questa<br />

privilegiata via dell'amore che è l'educazione.<br />

Vi conforti l'inesauribile pazienza<br />

di Dio nella sua pedagogia verso l'umanità,<br />

esercizio incessante di paternità rivelata<br />

nella missione di Cristo, Maestro<br />

e Pastore, e nella presenza dello Spirito<br />

Santo, inviato a trasformare il mondo.<br />

La nascosta e potente efficacia dello Spirito<br />

è diretta a far maturare l'umanità<br />

sul modello di Cristo. Egli è l'animatore<br />

della nascita dell'uomo e del mondo<br />

nuovo (cfr Rm 8, 4-5). Così la vostra fa-<br />

A Valdocco si svolgono numerose celebrazioni in memoria di Don Bosco<br />

tutti gli allievi e gli insegnanti della<br />

Scuola Salesiana braidese, costituita dalla<br />

Media, dall'Istituto Tecnico Industriale<br />

e dal Centro professionale.<br />

Domenica 4 febbraio alle 9.30 durante<br />

la Santa Messa della Comunità oratoria-<br />

tica educativa appare un ministero di<br />

collaborazione con Dio e sarà certo feconda»<br />

(Id. 20).<br />

La pastorale giovanile si è proposta in<br />

questi anni un obiettivo molto preciso:<br />

l'educazione alla fede, alla vita sacramentale<br />

che trasforma, rinnova, opera<br />

la salvezza dei ragazzi di Don Bosco e di<br />

oggi — delusi e abbandonati «per trascuratezza<br />

di molti genitori» (MB VII,<br />

872) — ottenuta tramite l'evangelizzazione<br />

o catechesi a seconda che si tratti di<br />

giovani o iniziati alla fede o già introdotti.<br />

L'elemento informativo (le conoscenze,<br />

le idee) è alla base di una mentalità<br />

di fede, ed è conseguentemente esigita<br />

in ogni azione catechistica, che deve destare<br />

e nutrire la fede.<br />

Il fenomeno giovanile è di grande attualità<br />

per gli aspetti insoliti, nuovi e<br />

fortemente sradicati dalla tradizione,<br />

che presenta; è in tutti indiscutibile e assillante<br />

l'urgenza di trovare nuove vie,<br />

nuovi itinerari per evangelizzare o catechizzare<br />

i giovani oggi (cfr CT 19). A<br />

questo proposito Giovanni Paolo II afferma<br />

che Don Bosco «insegna a integrare<br />

i valori permanenti della tradizione<br />

con le “nuove soluzioni”, per affrontare<br />

creativamente le istanze e i problemi<br />

emergenti e per essere educatori capaci<br />

di una fedeltà antica ed insieme attenti,<br />

come Lui, alle mille necessità dei<br />

giovani di oggi, per trovare nella sua<br />

eredità le premesse per rispondere anche<br />

oggi alle loro difficoltà e alle loro attese»<br />

(Iuvenum Patris 13).<br />

Naturalmente evangelizzare significa<br />

annunciare il messaggio della salvezza<br />

all'uomo non in maniera qualsiasi, ma<br />

in modo che lo ascolti, lo comprenda e<br />

lo accolga. È necessario conoscere la<br />

persona a cui è rivolto, la situazione storica<br />

in cui vive, in modo da adattare il<br />

messaggio alla sua capacità di ascolto e<br />

di comprensione.<br />

La catechesi oggi deve diventare sempre<br />

più biblica, qualsiasi strada si voglia<br />

percorrere: deve essere concepita come<br />

«una introduzione al senso profondo della<br />

vita», o semplicemente come «educazione<br />

alla vita»: «Nella comunità parrocchiale,<br />

può trovare normalmente l'ambiente<br />

adatto per una piena presentazione<br />

della Parola di Dio. Qui, più che altrove,<br />

la catechesi può divenire unitariamente<br />

insegnamento, educazione, esperienza<br />

di vita» (RdC 149). Per arrivare<br />

ad una vera e nuova evangelizzazione è<br />

necessaria da parte della Chiesa, una testimonianza<br />

di unità ed una ricerca comune<br />

e sincera del bene e della verità.<br />

È inoltre primordiale nell'evangelizzazioneunasilenziosa<br />

testimonianza di povertà<br />

e di distacco, di purezza e di trasparenza,<br />

di abbandono nell'ubbidienza e<br />

nella Provvidenza — come ci insegna il<br />

santo torinese — che diventa una predicazione<br />

eloquente, capace di impressionare<br />

anche i non cristiani di buona volontà,sensibiliacerti<br />

valori (cfr EN 69).<br />

Occorre anche riesprimere il contenuto<br />

della fede con modi adatti all'uomo<br />

contemporaneo, cioè si deve sempre tener<br />

presenti, nell'esporre il messaggio<br />

cristiano, i problemi umani. Compito<br />

della catechesi — seguendo questa strada,<br />

meglio percorribile, accettata, anzi<br />

desiderata specialmente dai giovani, come<br />

faceva il Padre e Maestro della gioventù,<br />

cointeressati alla ricerca sempre<br />

inesauribile della Verità — è quello di<br />

svelare (togliere il velo) il vero e arcano<br />

volto della realtà: quello materiale che<br />

ci circonda e l'uomo stesso. Si tratta<br />

con questa catechesi di capire il problema<br />

dell'esistenza con la formula: l'uomo<br />

interroga e Dio risponde.<br />

«La Parola di Dio deve apparire ad<br />

na, si terrà il rito del «rinnovo della promessa»<br />

per tutti gli aderenti all'Associazione<br />

dei Cooperatori salesiani, il ramo<br />

laico e secolare della Congregazione, voluto<br />

da don Bosco nel 1877, presente a<br />

Bra con oltre 200 iscritti. Una realtà importante<br />

non solo da un punto di vista<br />

numerico ma soprattutto per le numerose<br />

attività in cui i cooperatori sono impegnati:<br />

dal laboratorio «Mamma Margherita»<br />

che si occupa di allestire mostre-vendita<br />

a favore dei missionari salesiani,<br />

al teatro, al servizio di animazione<br />

in oratorio.<br />

A Chieri si è svolta nella sera di giovedì<br />

25, nel teatro dell'Istituto san Luigi,<br />

la tavola rotonda «Violenti perché». L'incontro<br />

ha affrontato il tema della violenza<br />

giovanile, analizzandone le cause e<br />

cercando spunti per la gestione dei conflitti;<br />

intervengono operatori dello «Spazio<br />

Adolescenti» dell'Asl 8 di Chieri ed<br />

esperti del Gruppo Abele. Moderatore, il<br />

salesiano Don Domenico Ricca, cappellano<br />

al carcere minorile torinese «Ferrante<br />

Aporti». Venerdì sera, 26 gennaio<br />

presso l'oratorio Santa Teresa, si è tenuta<br />

una preghiera per i giovani, animata<br />

da Don Domenico Machetta della Fraternità<br />

di Nazareth.<br />

MARCO BONATTI<br />

ognuno come un'apertura ai propri problemi,<br />

una risposta alle proprie domande,<br />

un allargamento ai propri valori ed<br />

insieme una soddisfazione alle proprie<br />

aspirazioni (...). Cristo può essere accolto,<br />

se presentato come evento salvifico<br />

presente nelle vicende quotidiane degli<br />

uomini» (RdC 52.55). Non si tratta evidentemente<br />

di fermarsi ad un superficiale<br />

soddisfacimento delle esigenze, dei bisogni<br />

e aspirazioni giovanili, ma di partire<br />

da queste per coglierne il significato<br />

ed il limite e per innestare nelle persone<br />

«l'uomo nuovo» di Cristo.<br />

Proprio per questa necessità di cogliere<br />

Dio che crea e salva nel cuore del<br />

mondo, bisogna avere una maggiore attenzione<br />

alla realtà delle situazioni di vita.<br />

Don Bosco anche in questo è stato<br />

un grande educatore e pedagogista. Paolo<br />

VI diceva ai salesiani il 20.12.1971:<br />

occorre anche oggi «trovare la chiave,<br />

per entrare nella psicologia contorta e<br />

avviluppata di questa nuova ed esaltante<br />

gioventù». Naturalmente l'educatore<br />

«dovrà seguire uno specifico itinerario<br />

pedagogico che, mentre puntualizza la<br />

dinamica evolutiva delle facoltà umane,<br />

suscita nei giovani le condizioni di una<br />

libera e graduale risposta» (Iuvenum<br />

Patris 15).<br />

Certamente per un'efficace catechesi<br />

è necessaria una forte collaborazione da<br />

parte dei genitori. Se ogni cristiano è responsabile<br />

della Parola di Dio ed è, per<br />

sua natura e vocazione catechista, a<br />

maggior ragione sono «catechisti» i genitori,<br />

non solo in forza del battesimo e<br />

della Cresima, ma soprattutto in forza<br />

del sacramento del Matrimonio. Essi, infatti,<br />

nella famiglia «che si potrebbe<br />

chiamareChiesadomestica,devono essereperilorofiglii<br />

primi maestri di fede».<br />

È nella famiglia cristiana, arricchita<br />

dalla grazia e dalla missione del Matrimonio-sacramento,<br />

che fin dalla più tenera<br />

età, i figli imparano a conoscere e<br />

ad amare Dio e il prossimo, secondo la<br />

fede che hanno o ricevuta nel Battesimo<br />

(cfr RdC 183, 195). Come la Chiesa sta<br />

in ascolto della Parola di Dio e la proclama<br />

con ferma fiducia, così la famiglia<br />

cristiana, quale «Chiesa domestica», è<br />

chiamata ad accogliere e ad annunciare<br />

la Parola di Dio. Così diventa sempre<br />

più «comunità credente ed evangelizzante».<br />

Naturalmente occorre tener presente<br />

che là dove mancano la preparazione<br />

umana e religiosa di base e in seguito la<br />

collaborazione della famiglia, le altre<br />

istituzioni possono fare ben poco, cioè<br />

sono come paralizzate nella loro azione<br />

pedagogica, didattica e religiosa.<br />

Il Concilio Vaticano II, nel decreto<br />

sull'educazione cristiana al n. 11 conferma<br />

e insegna: «Siccome nella famiglia<br />

nascono i nuovi cittadini della società, i<br />

quali per la grazia dello Spirito Santo diventano<br />

col Battesimo figli di Dio (...), i<br />

genitori devono essere per i loro figli i<br />

primi maestri della fede», cioè i primi<br />

catechisti in ordine di natura, i vicari di<br />

Dio, i veri ministri (servitori) di Cristo e<br />

della Chiesa, i missionari dell'amore e<br />

della vita, i maestri di verità e i sacerdoti<br />

nella loro «Chiesa domestica». Tocca<br />

sempre ai genitori, padre e madre, aperti<br />

al discorso religioso, «promuovere nell'infanzia<br />

la prima sensibilizzazione al<br />

fatto religioso, all'idea di Dio e rafforzarla<br />

nella fanciullezza; stimolare nella<br />

preadolescenza una progressiva spiritualizzazione<br />

della terminologia religiosa;<br />

chiarire nella giovinezza il processo religioso»<br />

(N. Galli).<br />

L'originalità e l'insostituibilità del ministero<br />

di evangelizzazione della famiglia<br />

cristiana derivano dal fatto che «la catechesi<br />

familiare precede, accompagna ed<br />

arricchisce ogni forma di catechesi». La<br />

catechesi familiare, concordata e programmata<br />

«dalla prima infanzia alle soglie<br />

della maturità, diventa scuola permanente<br />

di fede e segue le grandi tappe<br />

della vita, come un fatto che rischiara la<br />

strada al bambino, all'adolescente e al<br />

giovane».<br />

Don Bosco dunque ha assunto nei<br />

confronti dei suoi giovani la dolcezza<br />

del Buon Samaritano che è venuto per<br />

annunciare ai ragazzi poveri ed abbandonati,<br />

feriti nella loro dignità umana e<br />

cristiana, il lieto messaggio di amore, di<br />

speranza, di fiducia in un futuro migliore;<br />

per proclamare la liberazione ai traviati,<br />

schiavi tante volte dei mali degli<br />

altri e soffocati dalla violenza; per dare<br />

la luce a quei monelli di strada che erano<br />

ciechi moralmente e spiritualmente,<br />

ma non sempre colpevoli, per salvarli<br />

dalle loro tristi situazioni; per ridare loro,<br />

attraverso i sacramenti della riconciliazione<br />

e dell'Eucaristia, il volto del sorriso<br />

e della pace interiore e per diventare<br />

Lui stesso «Padre, Maestro» e Guida<br />

sicura per indirizzarli sulla via del bene.<br />

Solo il cristianesimo può risolvere i nostri<br />

problemi.<br />

Si tratta infine con questa catechesi di<br />

far scoprire all'uomo che, nonostante il<br />

suo progresso scientifico e tecnologico<br />

«l'uomo può organizzare la terra senza<br />

Dio, ma senza Dio egli in fondo non<br />

può che organizzarla contro l'uomo»<br />

(Paolo VI, PP, 42).

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