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PAGINA<br />
4 .<br />
L'OSSERVATORE ROMANO Mercoledì 17 Gennaio 2001<br />
È stato ricordato nei giorni scorsi a Prato<br />
il 50° di fondazione del Pensionato Giovani<br />
Operaie, alla casa della Giovane<br />
santa Caterina de' Ricci.<br />
L'anniversario non poteva non contemplare<br />
l'omaggio delle ospiti di ieri e di oggi<br />
della casa alla grande mistica domenicana<br />
s. Caterina de' Ricci — donna attenta<br />
alla società del suo tempo —, alla sua<br />
Basilica — dove sono venerate le reliquie,<br />
oggetto della devozione della città<br />
—, alla grande «madre», come l'ha defini-<br />
Prato: il 50° del Pensionato Giovani Operaie s. Caterina de' Ricci<br />
ta il Vescovo Gastone Simoni, che ha presieduto<br />
l'Eucaristia, concelebrata con il<br />
Vicario diocesano Mons. Francioni e con<br />
Mons. Milesi direttore dell'Ufficio Diocesano<br />
per la pastorale sociale e del lavoro.<br />
Successivamente è stato presentato il<br />
volume della Collana storica (numero 2)<br />
delle edizioni della Libreria Cattolica di<br />
Prato a cura di Claudio Caponi «Donne,<br />
lavoro, immigrazione: un'esperienza a<br />
«Giovanni Paolo II in visita alla diocesi di Chiavari»: un volume a ricordo del pellegrinaggio compiuto nel 1998<br />
«Il Papa è venuto per far camminare<br />
la nostra Chiesa a vele spiegate»<br />
GIANFRANCO GRIECO<br />
«La comunità diocesana ha vissuto<br />
momenti veramente eccezionali quando<br />
ha ricevuto la visita del Santo Padre<br />
Giovanni Paolo II. Tanta fu la gioia e lo<br />
stupore di quei giorni che è sorto vivo e<br />
ardente, il desiderio di documentare e<br />
trasmettere alla storia della nostra giovane<br />
Chiesa le immagini più significative<br />
di quell'avvenimento». È quanto scrive<br />
Mons. Alberto Maria Careggio, Vescovo<br />
di Chiavari, nella «Presentazione» al bellissimo<br />
volume «Giovanni Paolo II in visita<br />
alla diocesi di Chiavari», (pp. 2000).<br />
Immagini e parole fanno rivivere un<br />
evento che dalla cronaca passava subito<br />
alla storia. Quattordici i punti di riferimento<br />
del volume: la «Presentazione»; i<br />
preparativi; l'arrivo; il percorso; Piazza<br />
Nostra Signora dell'Orto, Patrona della<br />
città; la Cattedrale; la festa, Piazza dell'Umanità;<br />
il Palazzo vescovile; il comitato;<br />
«grazie»: Diario della visita; il Magnificat<br />
di Karol Wojtyła; la Rassegna<br />
stampa.<br />
Il volume-ricordo vuol in primo luogo<br />
— scrive il Vescovo — «rinnovare l'evento<br />
e consentire di rivivere le emozioni<br />
interiori, i propositi di bene e le luci<br />
di speranza che a tutti è stato dato di<br />
cogliere nel giorni 18-19 settembre 1998.<br />
Vuole essere — continua il Presule —<br />
un segno di quella filiale gratitudine che<br />
la diocesi di Chiavari nutre verso il Santo<br />
Padre il quale, nella sollecitudine pastorale<br />
di tutte le Chiese, ha dimostrato<br />
una particolare benevolenza verso la nostra<br />
piccola comunità» (pg. 5).<br />
Parole e immagini si guardano, si rincorrono,<br />
hanno un loro linguaggio del<br />
tutto speciale. Alla «Presentazione» del<br />
Vescovo diocesano seguono «Brevi note<br />
storiche sulla diocesi di Chiavari» firmate<br />
da Pierluigi Pezzi; il Messaggio del<br />
Vescovo a tutti i diocesani e la spiegazione<br />
delle motivazioni della visita pastorale<br />
del Santo Padre il quale — spiega<br />
il Presule Careggio — «viene per far<br />
camminare la Chiesa a vele spiegate».<br />
«Il cuore del Papa è grande quanto il<br />
cuore di Dio — scrive il Vescovo —. È<br />
una grazia “vedere” il Papa». Il volume<br />
si sofferma in primo luogo sui preparativi:<br />
il manifesto, il logo, la casula con il<br />
logo della visita; le medaglie ricordo coniate<br />
per la visita: al centro lo stemma<br />
del Vescovo diocesano con la scritta:<br />
«Sub tuum praesidium». Attorno, disposti<br />
in senso orario, in ordine alfabetico e<br />
in due file concentriche, iniziando dall'alto,<br />
gli emblemi dei 25 Comuni inseriti<br />
nel territorio della Diocesi. Planimetria<br />
del palco della concelebrazione con le<br />
vele, segno della Chiesa e il gozzo che<br />
sostiene l'altare simbolo della tradizione<br />
marinara locale; Corso Lillo, una delle<br />
vie percorse dal Papa e i portici di Via<br />
Martiri della Liberazione, nel cuore di<br />
Chiavari.<br />
Minuto dopo minuto, attimo dopo attimo,<br />
le foto riportate nel volume sono<br />
una vera sequenza dell'indimenticabile<br />
evento. L'arrivo, il percorso, piazza Nostra<br />
Signora dell'Orto; il saluto del Sindaco;<br />
il benvenuto del Rappresentante<br />
del Governo italiano; il discorso del Papa<br />
alla comunità civile. Poi, l'incontro di<br />
preghiera in cattedrale con i sacerdoti, i<br />
religiosi e le religiose della diocesi ligure.<br />
«Avvertiamo, con straordinaria gratitudine,<br />
la preziosità di questa sosta in<br />
mezzo a noi — diceva il Vescovo al Papa<br />
in apertura dell'incontro in Cattedrale<br />
—. Dono più grande non poteva essere<br />
concesso a questa diocesi poco più<br />
che centenaria; dono più prezioso non<br />
poteva esserci dato nel nostro cammino<br />
I Vescovi di Sicilia<br />
annunciano il Convegno<br />
delle Chiese dell'Isola<br />
I diciotto Vescovi dell'Isola hanno<br />
rivolto nei giorni scorsi un<br />
messaggio a tutti i siciliani in vista<br />
del IV Convegno delle Chiese di<br />
Sicilia che si svolgerà ad Acireale<br />
dal 20 al 24 marzo. «Il Giubileo —<br />
scrivono — lascia nelle nostre mani<br />
un ricco e prezioso tesoro che<br />
attende di essere valorizzato in<br />
pienezza perché si possano raccogliere<br />
e gustare i suoi frutti di<br />
conversione e di rinnovamento».<br />
Riferendosi al convegno i Vescovi<br />
aggiungono: «In esso vogliamo<br />
raccogliere tutta la carica spirituale<br />
propria dell'impegno giubilare,<br />
trovare le vie, i mezzi e le<br />
strategie per dare attuazione alle<br />
consegne di questo Evento di Grazia».<br />
Il IV Convegno delle Chiese<br />
di Sicilia, ha come tema: «I Laici<br />
per la missione della Chiesa in Sicilia<br />
nel terzo millennio». «Esso —<br />
proseguono i Presuli — dovrà aiutarci<br />
a riscoprire la dimensione<br />
“secolare” della Chiesa: il suo rapporto<br />
essenziale con il mondo e,<br />
in tale prospettiva, il compito dei<br />
laici: frontiera e profezia della<br />
missione della Chiesa».<br />
Giovanni Paolo II presiede la Concelebrazione Eucaristica sul lungomare di Chiavari il 19 settembre 1998<br />
di preparazione al Grande Giubileo ormai<br />
alle porte. Padre Santo — continuava<br />
il Presule — abbiamo bisogno di essere<br />
incoraggiati perché i tempi in cui<br />
viviamo non sono facili e la fatica degli<br />
operai del Vangelo non è leggera. Abbiamo<br />
bisogno di crescere soprattutto nella<br />
santità e anche di numero, sebbene la<br />
nostra cara diocesi, con una intensa pastorale<br />
vocazionale e con un accurato e<br />
proficuo lavoro tra i gruppi giovanili,<br />
dia ancora alla Chiesa un discreto nu-<br />
mero di sacerdoti e di anime consacrate»<br />
(pg. 85).<br />
«Dio è la nostra unica ricchezza» —<br />
era la consegna del Santo Padre ai sacerdoti,<br />
ai religiosi, alle religiose e alle<br />
anime consacrate. Nell'ora della notte<br />
fonda giungeva la festa: fuochi pirotecnici<br />
in riva al mare; illuminazione delle<br />
vie e delle piazze: tanta era la gioia di<br />
un comunità in festa raccolta sulle piazza<br />
e per le strade fino a notte inoltrata.<br />
Sul lungomare di Chiavari — spianata<br />
Il Vescovo di Chiavari, Mons. Careggio, saluta il Papa all'inizio della Santa Messa<br />
di Piazza dell'Umanità — di fronte al<br />
grande altare a forma di nave dalle alte<br />
vele, il Papa pellegrino presiedeva la solenne<br />
Concelebrazione Eucaristica circondato<br />
da tutti i Vescovi liguri e dai<br />
Presuli del Seguito. Al saluto liturgico<br />
del Vescovo diocesano Mons. Careggio,<br />
il Papa rispondeva all'omelia invitando i<br />
fedeli della diocesi a crescere nell'unità<br />
e nella missionarietà, nella pastorale giovanile<br />
e in quella familiare. Dalle Confraternite<br />
della diocesi sono stati portati<br />
davanti all'altare i «Cristi» dorati, le croci<br />
e le immagini dei santi patroni. L'Arca<br />
della Madonna dell'Orto era posta accanto<br />
all'altare. Dopo la Santa Messa la<br />
sosta tra le Suore Gianelline. Nel pomeriggio<br />
il commiato. «Di questi due giorni<br />
di grazia scorrono davanti ai nostri occhi<br />
le immagini della travolgente accoglienza<br />
dei giovani al campo sportivo.<br />
Che sorpresa per il Santo Padre quei<br />
magnifici ragazzi inneggianti dagli spalti!<br />
— scrive il Vescovo nel “Grazie” a Giovanni<br />
Paolo II —... Il prossimo Convegno<br />
diocesano non potrà non tener conto<br />
degli stimoli operativi che lo Spirito<br />
ha suscitato in noi. Sono stimoli ad essere<br />
una comunità viva e accogliente.<br />
maggiormente attenta alla corresponsabilità,<br />
all'armonia operativa all'interno e<br />
aperta nel contempo alla missionarietà,<br />
ai problemi che investono la società nel<br />
suo insieme», ribadisce il Presule Careggio.<br />
Il volume riporta anche il «Diario della<br />
Visita», il pezzo dell'Inviato del nostro<br />
giornale (pg. 173-177) pubblicato il 20<br />
settembre ed altri articoli usciti sulle pagine<br />
locali e nazionali dei maggiori quotidiani<br />
italiani. Il «Magnificat» di Karol<br />
Wojtyła è un saggio-sintesi della scrittrice<br />
Elena Bono. Si tratta di tre pagine<br />
suggestive con intelligenza e passione.<br />
La «Rassegna stampa» firmata da Alberto<br />
Viazzi chiude un volume che parla,<br />
pagina dopo pagina e lascia, nel cuore,<br />
vivo il ricordo di una visita di un «ospite<br />
di riguardo» che quando passa lascia<br />
sulla sua scia il profumo del suo passaggio,<br />
il «bonus odor Christi».<br />
Prato dal Pensionato per Giovani Operaie<br />
alla Casa della Giovane “S. Caterina de'<br />
Ricci” (1950-2000)».<br />
Nella prefazione il Vescovo Simoni evidenzia<br />
che l'opera nata dal cuore pastorale<br />
di Mons. Fantaccini, il «Vicario di Prato»,<br />
animata prima da alcune monache<br />
domenicane del Monastero di san Vincenzo<br />
Ferreri e successivamente dall'Istituto<br />
secolare delle Spigolatrici della Chiesa,<br />
sempre sostenuta dal Vescovo Mons. Pietro<br />
Fiordelli, è arrivata fino al Duemila ed<br />
ha tutte le qualità per continuare a vivere<br />
e per crescere ancora negli anni.<br />
L'autore — scrive ancora il Vescovo —<br />
ha il merito di raccontare la storia dell'opera<br />
e di inquadrarla nella storia del tempo,<br />
anche con la testimonianza delle ospiti<br />
e delle animatrici che rendono più ricca<br />
la conoscenza e la memoria.<br />
LUCIANO SANTINI<br />
Bologna: il Card. Giacomo Biffi ha celebrato<br />
il 50° di sacerdozio e il 25° di episcopato<br />
Il primo dovere del Vescovo<br />
è di evangelizzare il Popolo<br />
La comunità cristiana bolognese, con<br />
una cerimonia solenne e vivamente partecipata,<br />
ha festeggiato il suo Pastore, il<br />
Cardinale Giacomo Biffi, per due felici<br />
anniversari: il 50° di sacerdozio e il 25°<br />
di episcopato.<br />
Nella Cattedrale di San Pietro — restituita<br />
all'antico splendore da un lungo e<br />
attento restauro — l'Arcivescovo ha celebrato<br />
l'Eucaristia. La chiesa, centro e<br />
cuore della famiglia diocesana, era gremita<br />
di fedeli. Hanno concelebrato gli<br />
Arcivescovi e i Vescovi residenziali ed<br />
emeriti della regione Emilia-Romagna,<br />
Vescovi originari di Bologna, sacerdoti<br />
dell'Arcidiocesi che l'anno scorso hanno<br />
compiuto il 50° di ordinazione sacerdotale.<br />
Con loro erano numerosissimi presbiteri<br />
diocesani e religiosi.<br />
Il Cardinale Biffi ha ricambiato con<br />
una «dichiarazione d'amore» a questa<br />
diletta Chiesa che guida da 16 anni. Dei<br />
suoi cinquant'anni di sacerdozio, ha detto<br />
il Porporato in apertura dell'omelia,<br />
citando le parole del patrono san Petronio,<br />
l'esito più bello è «la vostra fede, la<br />
vostra speranza, la vostra carità, fratelli».<br />
Addirittura, «sarete voi la mia difesa<br />
e il mio titolo di merito davanti al Signore<br />
nel giorno del rendiconto». E lo<br />
stesso vale per i 25 anni di episcopato,<br />
per i quali l'Arcivescovo ha invitato a<br />
«rendere grazie con me a Dio, visto che<br />
sono stati anni d'incredibile misericordia».<br />
Misericordia che si è manifestata<br />
con una lunga serie di fortune: spirituali,<br />
ma anche più immediatamente umane,<br />
come «la benevolenza e cordialità<br />
con la quale sono stato accolto dappertutto,<br />
per me sorprendenti».<br />
Successivamente l'Arcivescovo di Bologna<br />
ha voluto ricordare le parole che<br />
il Cardinale Giovanni Colombo gli rivolse<br />
quando, l'11 gennaio 1976, lo ordinò<br />
Vescovo. Parole che, a rileggerle oggi,<br />
«non finiscono d'impressionarmi», ha<br />
commentato, «per la loro chiarezza e attualità».<br />
In esse si può riconoscere il «programma»<br />
dell'episcopato del Cardinale<br />
Biffi a Bologna, e convenire che la sua<br />
opera e il magistero le hanno realizzate<br />
in pieno. Diceva infatti il Cardinale Colombo:<br />
«Il primo dovere del Vescovo è<br />
di evangelizzare gli uomini, cioè di cristianizzarli,<br />
di far loro conoscere ed<br />
amare Cristo, unica verità che salva».<br />
Una missione — aggiungeva — «resa<br />
ancora più urgente dalla drammatica situazione<br />
dell'attuale società».<br />
E qui un elenco di «mali» che sembra<br />
ricalcare quello che tante volte Biffi stesso<br />
ha combattuto: «La verità scomparsa,<br />
i principi morali rifiutati alla pari di ogni<br />
trascendenza, l'affermarsi della secolarizzazione».<br />
Ancora più chiara la corrispondenza<br />
tra quanto l'allora Arcivescovo<br />
di Milano proponeva e quanto Biffi<br />
ha compiuto, quando Colombo ammoniva:<br />
«Il Vescovo non potrà presentare la<br />
verità che salva come una opinione tra<br />
le altre, ma come una scelta obbligatoria<br />
impegnativa per chiunque vuole salvarsi.<br />
Conseguentemente dovrà dichiarare<br />
erronee e incomplete le opinioni che<br />
sono incompatibili con essa».<br />
Poi una profezia anch'essa realizzatasi:<br />
«Questo suo atteggiamento provocherà<br />
fatalmente la reazione irosa di quanti<br />
preferiscono la provvisorietà delle proprie<br />
opinioni e dei propri piaceri al vincolo<br />
liberante e salvante della verità e<br />
della virtù. Ma egli, reso forte da Cristo,<br />
non temerà minacce, non cederà a lusinghe,<br />
non mendicherà consensi: gli basterà<br />
conservare e accrescere l'amicizia<br />
con Lui che ha proclamato di essere la<br />
verità». Orgoglio, dunque, da parte del<br />
Card. Biffi per aver realizzato gli inviti<br />
del suo maestro? Assolutamente no. Anzi,<br />
«timore che il mio servizio alla verità<br />
sia stato e sia ancora oggi inadeguato e<br />
TREVISO Lettera pastorale del Vescovo Paolo Magnani<br />
La parrocchia nel mistero della Chiesa universale<br />
La parrocchia nel mistero della Chiesa<br />
universale è l'argomento della Lettera<br />
che il Vescovo di Treviso, Mons. Paolo<br />
Magnani, ha inviato in questi giorni ai<br />
membri del Sinodo diocesano e ai Consigli<br />
Pastorali Parrocchiali. L'avvenire<br />
della parrocchia — scrive — è legato al<br />
sentirsi parte della Chiesa universale, voluta<br />
da Cristo. Per questo dovrà delinearsi<br />
una parrocchia che si sviluppa<br />
nel territorio, e insieme matura una tensione<br />
missionaria «ad gentes».<br />
La diocesi di Treviso si appresta, nelle<br />
prossime settimane, a dotarsi di uno<br />
strumento formativo ed operativo riguardante<br />
la parrocchia come centro di<br />
vita spirituale per la missione. Esso raccoglierà<br />
i frutti del XIV Sinodo diocesano,<br />
che trova in questa lettera del Vescovo<br />
un quadro di riferimento che dà<br />
respiro ecclesiologico e spirituale all'insieme<br />
delle linee pastorali.<br />
La lettera si presenta animata da una<br />
duplice finalità. Da una parte collocare<br />
la parrocchia nella Chiesa universale, e<br />
più in particolare all'interno della «Chiesa<br />
mistero, cioè mistero della fede», così<br />
da scoprire che «la parrocchia non è<br />
una realtà autoreferentesi», un frammento<br />
a sé stante, ma è mediante il suo<br />
legame con il Vescovo e con la Chiesa<br />
locale, che essa appartiene vitalmente al<br />
più grande mistero della Chiesa universale.<br />
Dall'altra far emergere, proprio a<br />
partire da questa partecipazione al dinamismo<br />
misterico della Chiesa, il volto<br />
missionario della parrocchia, quale realtà<br />
di frontiera che dice la sacramentalità<br />
stessa della Chiesa in ordine al progetto<br />
salvifico di Dio Padre, nella storia dell'umanità.<br />
Dall'appartenenza della parrocchia alla<br />
Chiesa mistero, dunque, scaturisce la<br />
figura di una comunità cristiana, presente<br />
in un dato territorio e tessuto esistenziale,<br />
che come cellula della Chiesa universale,<br />
«popolo adunato dall'unità del<br />
Padre, del Figlio e dello Spirito Santo»,<br />
è abitata dalla vita del Dio trinitario (dimensione<br />
spirituale), e nello stesso tempo<br />
è inviata per comunicare a tutti questa<br />
pienezza di vita (dimensione missionaria).<br />
Spiritualità e missione, così facilmente<br />
oggi vissute come separate o comunque<br />
come due aspetti di difficile<br />
composizione nell'agire pastorale, si trovano<br />
intimamente e dinamicamente coniugate.<br />
A questo punto, si ritrova la fecondità<br />
di quell'approccio alla Chiesa, e<br />
in essa alla parrocchia, che Giovanni<br />
Paolo II volentieri racchiude nell'espres-<br />
sione «Chiesa come mistero di comunione<br />
missionaria».<br />
Significativamente la lettera esordisce<br />
con un forte richiamo al capitolo primo<br />
della «Lumen gentium», dedicato esplicitamente<br />
al tema «De Ecclesiae Mysterio».<br />
Un capitolo — notiamo per inciso<br />
— che molto del dibattito ecclesiologico<br />
postconciliare ha relegato in secondo<br />
piano. «La dimensione mistica costitutiva<br />
della Chiesa è quasi andata smarrita,<br />
mentre il Concilio ci ha insegnato che<br />
tale dimensione è riferimento essenziale<br />
per tutta la spiritualità cristiana» (n. 4),<br />
personale e comunitaria. Un importante,<br />
quanto attuale, aspetto della spiritualità<br />
cristiana è qui guadagnato. In una<br />
stagione culturale caratterizzata dalla<br />
propensione ad una «spiritualità fai da<br />
te», e da un certo individualismo religioso,<br />
viene avanzata la prospettiva di una<br />
spiritualità che è autenticamente cristiana<br />
quando è intimamente ecclesiale. La<br />
lettera insiste allora sulla figura di una<br />
parrocchia che è icona della Chiesa mistero<br />
nella misura in cui inizia insonnemente<br />
gli uomini e le donne di oggi alla<br />
vita secondo lo Spirito.<br />
Più profondamente, è la stessa Chiesa<br />
«a rappresentare il primo qualificato itinerario<br />
di introduzione alla vita spiritua-<br />
le. La vita spirituale cristiana, in questo<br />
senso, è per sua natura, spiritualità ecclesiale»<br />
(n. 5).<br />
La lettera inoltre mette in luce come<br />
questa sottolineatura, che implica la<br />
riappropriazione vitale da parte del credente<br />
della Chiesa mistero, non vada<br />
nella direzione di un ripiegamento su se<br />
stessa da parte della comunità parrocchiale.<br />
Al contrario, è solo in questa<br />
prospettiva che la portata missionaria<br />
dell'iniziazione spirituale prende corpo<br />
effettivamente. «Dal mistero alla missione»,<br />
sintetizza efficacemente il tema della<br />
seconda parte della lettera. La Chiesa<br />
sacramento universale di salvezza non<br />
separa, né tanto meno contrappone iniziazione<br />
e missione. Queste sono in realtà<br />
come due facce di quell'unico mistero<br />
che è la Chiesa. «Se è destinata a tutti,<br />
la salvezza deve essere messa in concreto<br />
a disposizione di tutti» (Redemptoris<br />
missio, 10). Ebbene, la parrocchia, cellula<br />
della Chiesa diocesana posta tra le<br />
case degli uomini, è proprio il luogo in<br />
cui tale salvezza è messa in concreto a<br />
disposizione di tutti. Spiritualità e missione,<br />
quindi, in quanto due facce dell'unica<br />
realtà misterica e sacramentale<br />
della Chiesa universale, tracciano il volto<br />
di una parrocchia meno preoccupata<br />
troppo lontano dall'esempio del Signore<br />
Gesù». Poi una nota malinconica: dalle<br />
cifre dei suoi anniversari «emerge che la<br />
giornata lavorativa nella vigna del Signore<br />
volge al tramonto, e il mio pellegrinaggio<br />
terreno si avvia al termine». Perciò,<br />
a conclusione, un affettuoso appello:<br />
«Aiutatemi allora voi, con il vostro<br />
affetto, la vostra pazienza, la vostra preghiera,<br />
a compiere nella fedeltà a Cristo<br />
e nella donazione alla sua Chiesa anche<br />
l'ultimo tratto».<br />
Alla celebrazione erano presenti le autorità<br />
cittadine e gli esponenti, ai diversi<br />
livelli, di organizzazioni professionali, di<br />
enti culturali e delle varie associazioni in<br />
cui si articola la vita della città. Giornali,<br />
radio e televisioni locali hanno dedicato<br />
ampi servizi, per illustrare la figura,<br />
il magistero e l'opera del Cardinale.<br />
TOMMASO TOSCHI<br />
Santa Messa<br />
per la comunità di lavoro<br />
de «L'OsservatoreRomano»<br />
In ginocchio davanti a Cristo presente<br />
nell'Eucaristia per chiedere al<br />
Signore la benedizione sul lavoro<br />
del giornale all'inizio del nuovo anno<br />
e ricordare i colleghi defunti. È<br />
con questo spirito che la comunità<br />
dell'«Osservatore Romano» ha partecipato,<br />
nella mattina di martedì<br />
16 gennaio, alla Concelebrazione<br />
Eucaristica nella cappella di san<br />
Pellegrino.<br />
La Santa Messa è stata celebrata<br />
dal Direttore generale, Don Elio<br />
Torrigiani. Con lui all'altare erano<br />
Padre Gianfranco Grieco, Padre Arturo<br />
Gutiérrez, Padre Czesław<br />
Drążek, Don Armando dos Santos<br />
Ribeiro e Don Mario Ercole. Era<br />
presente il Direttore, prof. Mario<br />
Agnes.<br />
La prima lettura, tratta dalla Lettera<br />
di san Paolo agli Ebrei, ha fatto<br />
da guida alla meditazione proposta<br />
all'omelia da Don Torrigiani.<br />
Scrive l'Apostolo delle Genti: «Dio<br />
non è ingiusto da dimenticare il vostro<br />
lavoro e la carità che avete dimostrato<br />
verso il suo nome, con i<br />
servizi che avete reso». E ancora:<br />
«Ci è stata offerta una speranza e<br />
in essa noi abbiamo come un'ancora<br />
della nostra vita, sicura e salda».<br />
Il pensiero è andato alla grande impresa<br />
spirituale del Giubileo che deve<br />
adesso tradursi nell'impegno<br />
quotidiano ordinario, senza perdere<br />
nulla della sua energica freschezza.<br />
Con commozione è stata fatta<br />
memoria dei colleghi, a cominciare<br />
dagli antichi Direttori Raimondo<br />
Manzini e Valerio Volpini; dall'antico<br />
Redattore Capo, Sergio Trasatti,<br />
e dall'antico Segretario di Redazione,<br />
Don Claudio Sorgi.<br />
Don Torrigiani ha concluso ricordando<br />
la parola del Papa: «Nulla è<br />
più come prima». «Ogni volta che<br />
viviamo una vera esperienza spirituale,<br />
anche se piccola, cambia<br />
qualcosa dentro di noi e dunque<br />
nulla è più come prima» ha detto.<br />
A «conferma» della verità di questa<br />
esortazione nella cappella di san<br />
Pellegrino c'è l'affresco del Cristo<br />
Pantocratore. Il suo Sguardo è un<br />
invito alla conversione. È uno<br />
Sguardo che ti afferra e non ti lascia.<br />
Il cristiano sa che quello<br />
Sguardo non si stanca mai di posarsi<br />
teneramente sulle vicende degli<br />
uomini.<br />
di sé, e più convinta nell'affrontare le<br />
nuove sfide pastorali.<br />
Emerge in altre parole una parrocchia<br />
che ha il mistero trinitario come fonte,<br />
l'universalità come orizzonte, l'ecumenismo<br />
come stile con l'esigenza di una<br />
sempre più profonda comunione con il<br />
Papa garante e guida all'unità; la cura<br />
della spiritualità come impegno, e l'annuncio<br />
a tutti come prospettiva.<br />
Sono questi i temi di un rinnovato impulso<br />
pastorale, che il Vescovo Paolo<br />
Magnani indica alle comunità parrocchiali<br />
diocesane nell'ultima parte della<br />
lettera. Il quale nota che «proponendo<br />
la nozione “mistero della fede” per indicare<br />
la Chiesa, so di rischiare di essere<br />
incompreso, come se offrissi una provocazione<br />
destinata a immunizzare la parrocchia<br />
di fronte alle sfide del presente»<br />
(n. 5). Ma non è così.<br />
Una parrocchia maggiormente consapevole<br />
e partecipe del «senso pieno della<br />
Chiesa», è una parrocchia che si scioglie<br />
dai lacci del rischio particolarista, per<br />
partecipare umilmente e insieme attivamente<br />
al mandato del Cristo alla sua<br />
Chiesa: che tutti possano conoscere il<br />
Padre buono e il Dio amante della vita.<br />
LORENZO BIAGI