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PAGINA<br />
7 .<br />
L'OSSERVATORE ROMANO Mercoledì 10 Gennaio 2001<br />
Chiusura della Porta Santa<br />
nelle diocesi italiane<br />
ASSISI-NOCERA UMBRA-GUALDO TADINO GENOVA<br />
Il Giubileo ad Assisi è stato vissuto da<br />
tutti i pellegrini con grande intensità. Il<br />
Poverello ha colorato con due messaggi<br />
l'anno di Grazia: l'invito ad essere uomini<br />
sobri e l'invito ad esseri uomini fraterni.<br />
Con queste due realtà: fraternità e povertà<br />
sorrette dalla pace che Francesco<br />
desiderava fosse una realtà interiore ed<br />
esteriore, Assisi ha dato il suo contributo<br />
ai circa dieci milioni di pellegrini che<br />
dopo o prima della sosta romana si sono<br />
fermati ad Assisi.<br />
Con queste parole il Custode del Sacro<br />
Convento, padre Giulio Berrettoni,<br />
ha salutato i fedeli che hanno voluto<br />
partecipare alla conclusione dell'anno<br />
Giubilare ad Assisi, presieduta dal Cardinale<br />
Lorenzo Antonetti, Legato della Basilica<br />
Patriarcale di san Francesco.<br />
Il Cardinale ha ricordato, dopo aver<br />
espresso il ringraziamento a Dio e alla<br />
comunità francescana per questo straordinario<br />
anno di grazia, come in Assisi<br />
«questi dodici mesi sono stati ricchi di<br />
iniziative religiose e penitenziali... come<br />
non ricordare la celebrazione del 12<br />
marzo, quando il Santo Padre chiese<br />
perdono per la incorrispondenza di non<br />
pochi cristiani al messaggio di Gesù, durante<br />
la lunga storia bimillenaria della<br />
Chiesa? Come non richiamare le due<br />
tappe del pellegrinaggio del Papa al Sinai<br />
e in Terra Santa? ... Potremmo continuare<br />
rievocando altri avvenimenti,<br />
quali la Via Crucis del Venerdì Santo al<br />
Colosseo... Ma soprattutto siamo rimasti<br />
sorpresi e commossi dai due milioni di<br />
giovani che parteciparono nel mese di<br />
agosto alle Giornate Mondiali della Gioventù».<br />
Dopo aver percorso l'intero anno giubilare,<br />
il Porporato ha evidenziato, l'importanza<br />
«del nostro pellegrinaggio terreno,<br />
che come quello dei magi, non deve<br />
andare verso Gerusalemme, simbolo<br />
NAPOLI<br />
Riproporre alle nuove generazioni il<br />
mistero di Cristo «in tutto il suo fulgore»,<br />
e moltiplicare gli sforzi per realizzare<br />
«un profondo rinnovamento morale<br />
nella società». Sono queste le due principali<br />
consegne affidate dal Cardinale Michele<br />
Giordano alla Chiesa che è in Napoli,<br />
durante la celebrazione conclusiva<br />
dell'Anno Santo svoltasi nella Cattedrale<br />
partenopea: un rito che ha visto l'intensa<br />
partecipazione di migliaia di fedeli, a<br />
testimonianza di come la comunità diocesana<br />
entri nel Terzo Millennio «più viva<br />
che mai, al soffio di una nuova primavera»,<br />
ha ricordato l'Arcivescovo.<br />
Particolarmente suggestivo l'inizio della<br />
Celebrazione, con una processione<br />
lungo via Duomo, dalla chiesa di San<br />
Giorgio maggiore fino alla Cattedrale:<br />
con il Cardinale e con il Vescovo ausiliare,<br />
Vincenzo Pelvi, anche il Vicario generale<br />
Filippo Iannone, circa 400 tra sacerdoti<br />
e religiosi, folte rappresentanze<br />
degli istituti religiosi femminili, delle<br />
parrocchie, di gruppi, movimenti e associazioni.<br />
L'immagine di una Chiesa in<br />
cammino con spirito missionario, lo<br />
stesso spirito che nel 1999 ha visto diecimila<br />
laici annunciare il Vangelo porta a<br />
porta in ogni angolo della diocesi, e che<br />
nei mesi scorsi ha prodotto la nascita di<br />
decine di «centri del Vangelo», comunità<br />
di preghiera — affidate alla cura di coppie<br />
di coniugi — per rendere sempre<br />
più capillare e incisivo l'annuncio della<br />
Buona Novella nei grandi quartieri della<br />
città e della provincia.<br />
Due esempi del cammino percorso<br />
prima e durante l'Anno Santo dalla<br />
Chiesa partenopea, un itinerario che ora<br />
deve proseguire con rinnovato slancio<br />
apostolico e nuove prospettive di impegno:<br />
«È questo, del resto — ha sottolineato<br />
l'Arcivescovo — il significato del<br />
Giubileo che, come la stella, ci ha condotto<br />
tutti a Betlemme. Dinanzi al Verbo<br />
fatto carne dobbiamo intraprendere<br />
un nuovo, lungo viaggio, ricominciando<br />
nella direzione giusta con grandissima<br />
gioia».<br />
Il Card. Giordano ha quindi ricordato<br />
le tappe salienti dell'Anno giubilare: dalle<br />
decine di celebrazioni per particolari<br />
gruppi e categorie all'arrivo in città di<br />
un migliaio di giovani giunti da tutto il<br />
mondo in vista della Gmg, dalla permanenza<br />
a Napoli per alcuni giorni del<br />
quadro della Madonna di Pompei fino<br />
alla solenne processione in piazza del<br />
Plebiscito per il Corpus Domini, con oltre<br />
ventimila presenze. Un anno ricco di<br />
grazia e di gioie spirituali: ora la parola<br />
d'ordine che deve accompagnare la comunità<br />
ecclesiale è «ripartire da Cristo»,<br />
rileva il Presule, perché «la Porta Santa<br />
della Cattedrale si chiude, ma più che<br />
mai resta spalancata la porta viva che è<br />
Cristo stesso».<br />
Un impegno che deve guidare, tra<br />
l'altro, verso l'obiettivo di un deciso rinnovamento<br />
morale: «Nel nostro mondo<br />
va scomparendo ogni valutazione morale<br />
degli atti umani: ognuno diventa così<br />
regola per se stesso. L'uomo è certamente<br />
libero, dal momento che può accogliere<br />
o rifiutare i comandi di Dio: ma<br />
la sua libertà non è illimitata, non ha il<br />
primato sulla verità che, sola, può rendere<br />
libera la comunità degli uomini.<br />
Restaurare il senso morale nell'uomo<br />
d'oggi è una delle grandi sfide che ci attendono».<br />
MARIANO DEL PREITE<br />
della città degli Erodi, dei superbi e dei<br />
violenti, egoisti e disonesti, ma verso<br />
Betlemme, la dimora del Salvatore, che<br />
viene a comunicarci pace, gioia, umiltà,<br />
fede ed amore. Dobbiamo cioè, nella<br />
nostra vita, scegliere il bene e non il male.<br />
«Il male — come diceva il Santo Padre<br />
— è il no a Dio, ribadito dal peccato<br />
di ogni uomo, che continua a sfigurare<br />
il volto dell'umanità. Dobbiamo scegliere<br />
il bene “quel bene che si compie nel<br />
silenzio da uomini e donne che vivono<br />
quotidianamente la loro fede, il loro lavoro,<br />
la loro dedizione alla famiglia, e<br />
così contribuiscono al vero progresso<br />
della società».<br />
Infine è stato sottolineato come «la<br />
Porta Santa si chiude, ma il Cristo che<br />
essa rappresenta è lo stesso ieri, oggi e<br />
sempre. È Lui la parta. È Lui la Vita, la<br />
Verità e la Via».<br />
Le mille intenzioni<br />
di preghiera giunte<br />
dal Messico<br />
Una celebrazione che è stata caratterizzata<br />
dalla gioia e dalla consapevolezza<br />
di un impegno e un cammino che<br />
condurranno ad incontrare Cristo. Una<br />
celebrazione che si è conclusa con una<br />
sorpresa. Al termine della Santa Messa<br />
sono giunte nelle mani del Cardinale<br />
mille intenzioni di preghiera per la pace<br />
in una scatola in legno, lavorata a mano,<br />
da una parrocchia del Messico,<br />
scritte da bambini, giovani e adulti. È<br />
come se nella Basilica oltre alle migliaia<br />
di pellegrini che la gremivano fossero<br />
stati presenti anche mille messicani.<br />
Assisi scopre sempre più la sua vocazione<br />
ad essere città della pace universale,<br />
questo il commento dei frati che abitano<br />
la plurisecolare culla della famiglia<br />
francescana.<br />
Una processione lungo l'antica via del<br />
«Cassaro» (il primo, grande, asse viario<br />
della città), ed una solenne Celebrazione<br />
Eucaristica in Cattedrale hanno chiuso a<br />
Palermo la ricca ed intensa esperienza<br />
del Grande Giubileo del 2000, «Un cammino<br />
in cui la Chiesa — ha sottolineato<br />
l'Arcivescovo di Palermo, il Cardinale<br />
Salvatore De Giorgi — ha guardato a<br />
Gesù Cristo, grande festeggiato del<br />
Grande Giubileo, come al suo unico e<br />
universale salvatore. Le diverse celebrazioni<br />
giubilari sono state tappe importanti<br />
di quell'incessante cammino di<br />
conversione che caratterizza la vita cristiana.<br />
Un cammino che mai può dirsi<br />
definitivamente compiuto, ma che dall'evento<br />
giubilare ha avuto stimoli nuovi<br />
e sostegni più robusti, anche per il notevole<br />
spessore dell'esperienza comunitaria<br />
ed ecclesiale che ha richiesto e manifestato».<br />
Un cammino vissuto nella dimensione<br />
del pellegrinaggio dell'intera<br />
Arcidiocesi (il 1° marzo a Roma) e dalle<br />
diverse componenti della Chiesa palermitana:<br />
ben 27 giornate Giubilari Diocesane:<br />
degli oltre cinquemila Ragazzi,<br />
della Vita Consacrata, degli Ammalati,<br />
dei Diaconi, degli Artigiani, dei Catechisti,<br />
dei Ministranti, dei Lettori e degli<br />
Accoliti, degli Insegnanti di Religione,<br />
dei Confrati, dei Ministri straordinari<br />
della Comunione, dei Presbiteri, dei Disabili,<br />
degli Artisti e del Mondo dello<br />
Spettacolo, della Terza età, delle Famiglie,<br />
degli Sportivi, della Facoltà Teologica<br />
di Sicilia e della Scuola Teologica di<br />
Base, dei Migranti, dei Politici, degli<br />
Operatori Missionari e dei Giornalisti.<br />
Ma il cammino giubilare diocesano è<br />
stato arricchito anche dai Pellegrinaggi<br />
dei Vicariati e dalle Celebrazioni giubilari<br />
sacramentali in Cattedrale: del Battesimo<br />
(il 9 gennaio), della Confermazione<br />
(durante la settimana di Pentecoste),<br />
della Prima Comunione (il 18 giugno),<br />
Il Vescovo di Locri-Gerace Giancarlo<br />
M. Bregantini ha chiuso solennemente il<br />
Giubileo diocesano con una solenne cerimonia<br />
alla quale hanno partecipato il<br />
clero, le comunità dei religiosi e delle<br />
religiose, le associazioni e i movimenti<br />
ecclesiali, le autorità civili e militari, i<br />
sindaci di tutto l'hinterland della Locride<br />
con i gonfaloni delle loro città che si sono<br />
ritrovati venerdì 5 gennaio pomeriggio<br />
presso il largo santa Maria Egiziaca<br />
alle porte della Città per procedere processionalmente<br />
verso l'antica Cattedrale<br />
attraverso Piazza del Tocco, piazza della<br />
Tribuna e l'Arco dei Vescovi. A differenza<br />
della cerimonia d'apertura del Giubileo<br />
il Vescovo è entrato per ultimo in<br />
Cattedrale proprio a simboleggiare il<br />
Buon Pastore che ha riguardo e custodisce<br />
le sue pecore perché esse non si disperdano.<br />
Nell'omelia della Celebrazione Liturgica,<br />
Mons. Bregantini ha tratteggiato un<br />
bilancio positivo e lusinghiero del Giubileo<br />
diocesano ricordando come molti fedeli<br />
si sono accostati ai sacramenti e come<br />
attraverso le opere della condivisione<br />
e del volontariato la stessa Parola di<br />
Dio è divenuta pane spezzato per quanti<br />
hanno deciso una seria revisione di vita.<br />
Da ricordare a tal proposito che Mons.<br />
Bregantini ha presentato proprio alcuni<br />
giorni fa una nuova lettera pastorale in-<br />
Anche il Vescovo della diocesi di Assisi-Nocera<br />
Umbra-Gualdo Tadino ha<br />
chiuso l'anno giubilare nella Cattedrale<br />
di san Rufino. Con la celebrazione<br />
odierna il Prelato celebrava anche i suoi<br />
venti anni di ministero episcopale. Un<br />
diocesi in festa quindi. «Se mi avessero<br />
detto che sarei rimasto in carica tutti<br />
questi anni, avrei avuto paura davvero.<br />
Ma ho confidato sempre nello Spirito<br />
Santo». Inoltre ha commentato come<br />
passano gli anni e crescono le responsabilità,<br />
ma intendo andare avanti con<br />
grande fiducia e speranza, e spendermi<br />
fino alla fine sull'esempio del nostro<br />
grande Papa».<br />
I 20 anni<br />
di ministero episcopale<br />
di Mons. Goretti<br />
In questi venti anni di ministero episcopale<br />
molti sono stati i momenti di<br />
grande intensità spirituale e sociale. Ultimo<br />
in ordine di tempo l'evento del Giubileo<br />
che ha visto la diocesi di Assisi impegnata<br />
nei grandi appuntamenti giubilari,<br />
come i trecentomila giovani che<br />
hanno sostato ad Assisi nel mese di Agosto.<br />
Ma camminando a ritroso non si<br />
possono dimenticare, ha fatto notare il<br />
Vescovo, la giornata di preghiera del 27<br />
ottobre 1986 e il terremoto del 26 settembre<br />
1997. Gioia e dolore sono spesso<br />
due realtà che l'uomo è chiamato costantemente<br />
a fronteggiare e a vivere.<br />
Per il Pastore di Assisi, infine, l'anno<br />
giubilare «è stata una grande occasione<br />
per tutti, pieno di piccoli e grandi eventi<br />
su cui, adesso, dobbiamo riflettere con<br />
maggiore calma per raccogliere i frutti<br />
di un cammino che non cesserà di sorprenderci<br />
ancora».<br />
ENZO FORTUNATO<br />
PALERMO<br />
della Penitenza (il 18 marzo), dell'Unzione<br />
dei Malati (l'11 febbraio), dell'Ordine<br />
del Diaconato (il 24 giugno), del Presbiterato<br />
(il 29 giugno), e del Matrimonio<br />
(il 15 ottobre). «Sono state occasioni per<br />
comprendere meglio la dimensione comunitaria<br />
dei Sacramenti», ha spiegato<br />
il Cardinale De Giorgi che ha anche sottolineato<br />
come pieno di speranze e di<br />
conforto si è rivelato il Giubileo nelle<br />
carceri dell'Ucciardone, del Malaspina,<br />
dei Pagliarelli e di Termini Imerese (il 9<br />
luglio), «anche se resta l'amarezza perché<br />
è rimasto inascoltato l'invito del Papa<br />
rivolto a tutti i Legislatori per un gesto<br />
di clemenza». «Esaltante», infine, per<br />
l'Arcivescovo di Palermo, il Giubileo dei<br />
Giovani che si è svolto il 15 aprile e che<br />
ha anticipato, nelle modalità di partecipazione<br />
e nel messaggio, quello celebrato<br />
a Roma in occasione della Giornata<br />
Mondiale della Gioventù. La diocesi di<br />
Palermo, poco prima del grande raduno<br />
a Tor Vergata, ha ospitato quasi 1.000<br />
giovani provenienti dalla Normandia e<br />
da altri paesi europei, coinvolgendoli in<br />
numerose attività organizzate da gruppi<br />
ed associazioni. Significative le esperienze<br />
di servizio effettuate dai gruppi scout<br />
in alcune delle zone più degradate del<br />
territorio palermitano: al Papa, durante<br />
la GMG, è giunta anche la voce dei ragazzi<br />
di questi quartieri, una voce gioiosa<br />
ma carica di speranza per il futuro.<br />
Ma al di là dei numeri di questa grande<br />
esperienza, per il Cardinale De Giorgi<br />
«Abbiamo gustato la gioia giubilare del<br />
perdono ricevuto in pienezza col dono<br />
dell'indulgenza, facendo sempre più frequentemente<br />
ricorso al Sacramento della<br />
Penitenza, e varcando così l'unica<br />
Porta Santa che è Cristo, una porta<br />
sempre aperta. Sentiamo, perciò, vivo il<br />
bisogno di ringraziare dal profondo del<br />
cuore il Padre per quest'anno di grazia e<br />
di misericordia; ma gli chiediamo anche<br />
La chiusura dell'anno giubilare nella<br />
Chiesa particolare di Genova ha avuto<br />
luogo in Cattedrale, venerdì 5 gennaio<br />
2001. Innumerevoli fedeli, preceduti dalla<br />
processione — che si era mossa puntualmente<br />
alle 17, dalla chiesa di san<br />
Matteo verso san Lorenzo — di oltre<br />
duecento sacerdoti, dei membri del Capitolo<br />
e dei religiosi, che seguivano l'Arcivescovo<br />
Card. Dionigi Tettamanzi, accompagnato<br />
dal Vescovo ausiliare Tanasini,<br />
al canto delle litanie dei santi e<br />
beati della Chiesa genovese, hanno raggiunto<br />
la Cattedrale, che si è rivelata<br />
troppo piccola per accogliere tutti. Alla<br />
concelebrazione ha partecipato anche il<br />
Vescovo missionario Giustino Giulio Pastorino,<br />
già Vicario apostolico di Benghazi.<br />
C'era una folla straripante che, come<br />
per l'apertura, ha sfidato l'inclemenza<br />
del tempo. Il Duomo non è riuscito a<br />
contenere le circa duemila persone presenti,<br />
ed ha dovuto restare aperta la<br />
porta centrale, in modo che i non pochi<br />
che non avevano potuto entrare, rimasti<br />
fuori, sotto la pioggia, potessero comunque<br />
seguire la Celebrazione.<br />
Prima della Celebrazione Eucaristica<br />
il Pro-vicario della diocesi, Mons. Luigi<br />
Borzone, che ha seguito le iniziative giubilari<br />
diocesane, ne ha presentato un<br />
succinto resoconto: ha ricordato la solenne<br />
apertura di ogni singola chiesa<br />
giubilare e del luogo della carità al Paverano,<br />
i 25 pellegrinaggi giubilari dei Vicariati,<br />
i 27 pellegrinaggi di categoria, il<br />
pellegrinaggio mensile alla Guardia, i<br />
due pellegrinaggi diocesani a Roma, guidati<br />
dal Cardinale Arcivescovo; quello a<br />
Torino per l'Ostensione della S. Sindone;<br />
poi l'attuazione dell'iniziativa pastorale<br />
«Il Vangelo sia con te», vissuta con<br />
entusiasmo da centinaia di missionari<br />
laici; la celebrazione della Settimana eucaristica<br />
diocesana, l'avvio de «il segno<br />
giubilare della carità» ancora in corso<br />
per dare un tetto alle persone senza fissa<br />
dimora. Non ultimo l'interessamento<br />
perdono se non ne abbiamo accolto o<br />
valorizzato pienamente i doni che ci sono<br />
stati offerti. Il Giubileo infatti — ha<br />
proseguito l'Arcivescovo rivolgendosi alle<br />
migliaia di fedeli in Cattedrale — lascia<br />
nelle nostre mani un ricco e prezioso<br />
tesoro che attende di essere valorizzato<br />
in pienezza, perché si possano raccogliere<br />
e gustare i suoi frutti di conversione<br />
e di rinnovamento. I suoi segni caratteristici<br />
come il pellegrinaggio, la purificazione<br />
della memoria, il ricordo dei<br />
martiri, l'attenzione agli ultimi, la generosa<br />
gara della carità, devono costituire<br />
il tracciato ordinario del nostro cammino.<br />
In particolare — ha sottolineato il<br />
Presule — il Giubileo ci invita ad accogliere<br />
sempre più responsabilmente il<br />
dono della comunione ecclesiale all'interno<br />
di ogni comunità parrocchiale e<br />
fra le diverse realtà associative e pastorali».<br />
Il Cardinale De Giorgi ha opportunamente<br />
fatto riferimento alla Visita Pastorale<br />
che lo porterà, nei prossimi cinque<br />
anni, in tutte le realtà della diocesi<br />
ha anche offerto l'invito rivolto da tutti i<br />
Vescovi siciliani in preparazione al IV<br />
Convegno delle Chiese di Sicilia, che si<br />
svolgerà ad Acireale dal 20 al 24 marzo<br />
prossimi. Il tema del convegno (significativo<br />
e di grande attualità, anche alla<br />
luce del messaggio del Giubileo), «I Laici<br />
per la missione della Chiesa in Sicilia<br />
nel terzo millennio», per il Cardinale<br />
De Giorgi «Dovrà aiutarci a riscoprire il<br />
compito dei laici: frontiera e profezia<br />
della missione della Chiesa. Siamo chiamati<br />
tutti a restare dentro la storia con<br />
il dono della carità, operatori di speranza,<br />
per incontrare l'uomo crocevia della<br />
sua storia, tormentata sì, ma riscattata<br />
dal sangue di Cristo e resa storia di salvezza<br />
e Regno di Dio».<br />
LUIGI PEROLLO<br />
al problema del Debito internazionale<br />
dei Paesi Poveri che ha impegnato una<br />
apposita Commissione a realizzare tre<br />
convegni per far conoscere il grave problema.<br />
All'omelia l'Arcivescovo Card. Dionigi<br />
Tettamanzi ha invitato la Chiesa di Genova<br />
a rinnovare nella gioia la fede in<br />
Cristo e il suo impegno missionario. «Si<br />
tratta di una conclusione originale, che<br />
tale è in senso non tanto temporale<br />
quanto spirituale: è una conclusione<br />
cioè nella quale si concentrano, in un<br />
certo senso, tutti i doni che la misericordia<br />
di Dio ci ha concesso in questo Anno<br />
Santo, e insieme una conclusione<br />
dalla quale si deve ripartire continuando<br />
e portando a maturazione il cammino<br />
del Giubileo». Esso, «iniziato nel segno<br />
di una grande gioia, di una gioia — dicevamo<br />
nel Natale 1999 — che era eco<br />
di quella annunciata dagli angeli ai pastori<br />
di Betlemme. Ora concludiamo il<br />
Giubileo, di nuovo, nel segno della gioia<br />
che nella solennità dell'Epifania rimanda<br />
a quella che ha ricolmato il cuore dei<br />
Magi in cammino verso l'incontro con<br />
Cristo, il Messia atteso». Inoltre «per noi<br />
è la gioia per gli innumerevoli doni di<br />
grazia che l'Anno Santo ha portato a<br />
tutta la Chiesa e in particolare alla nostra<br />
Chiesa di Genova, all'umanità intera<br />
e a ciascuno di noi. È la gioia per la<br />
grande indulgenza giubilare, come coronamento<br />
di quanto la potenza dell'amore<br />
misericordioso del Signore ha fatto<br />
sbocciare e crescere nei nostri cuori.<br />
Di tutti questi doni, elargiti alle Chiese<br />
sparse nel mondo e nello stesso tempo<br />
personalissimi e che solo la loro sorgente<br />
inesauribile — ossia Dio — conosce,<br />
enumera e apprezza, insieme rendiamo<br />
grazie al Signore: con ammirazione e<br />
stupore. La nostra gratitudine si esprimerà<br />
con il canto finale, che riprenderà<br />
le parole stesse di Maria, la vergine madre<br />
di Cristo Salvatore: “L'anima mia<br />
magnifica il Signore e il mio spirito esulta<br />
in Dio, mio salvatore... Grandi cose<br />
ha fatto in me l'Onnipotente e Santo è il<br />
suo nome: di generazione in generazione<br />
la sua misericordia si stende su quelli<br />
che lo temono” (Luca 1, 46-50). Che Dio<br />
ci doni di confessare, a nome nostro e<br />
di tutti, la nostra riconoscenza con il<br />
cuore stesso di Maria! Anzi, con il cuore<br />
stesso di Cristo crocifisso e risorto, che<br />
in questa solenne Eucaristia rivive il suo<br />
supremo atto d'amore a “Dio, ricco di<br />
misericordia” (Efesini 2, 4) e all'umanità<br />
ormai perdonata e riconciliata.<br />
«Abbiamo parlato di doni del Giubileo.<br />
In realtà il Giubileo trova il suo centro<br />
nel Dono personale e vivente di Dio<br />
al mondo, che è Gesù Cristo. Il pellegrinaggio<br />
dei Magi, che l'evangelista ci ha<br />
nuovamente riproposto, assume oggi<br />
una particolare importanza ed eloquenza:<br />
è il paradigma semplicissimo e affascinante<br />
di ogni autentico pellegrinaggio<br />
vissuto durante il Giubileo. Sì, come i<br />
Magi, così anche noi ci siamo messi in<br />
cammino, lasciando la nostra casa e il<br />
luogo della nostra vita quotidiana per rivolgerci<br />
a un luogo sacro, Roma, la Cattedrale,<br />
qualche altra chiesa giubilare.<br />
Ma per che cosa, se non per cercare e<br />
trovare Gesù Cristo?<br />
«Il vertice dell'esperienza spirituale<br />
dei Magi è così descritto, in modo quanto<br />
mai sobrio e insieme folgorante, dall'evangelista:<br />
“Entrati nella casa, videro<br />
il bambino con Maria sua madre, e prostratisi<br />
lo adorarono” (Matteo 2, 11). È<br />
tutto qui il Giubileo! Vedere il bambino,<br />
il figlio di Maria, la Madre che lo offre<br />
ad ogni uomo che viene in questo mondo.<br />
Maria continua nel tempo quest'offerta<br />
con la mediazione della Chiesa, come<br />
ha scritto il Papa nella Bolla d'indizione:<br />
“Da duemila anni, la Chiesa è la<br />
culla in cui Maria depone Gesù e lo affida<br />
all'adorazione e alla contemplazione<br />
di tutti i popoli” (Incarnationis mysterium,<br />
11).<br />
«Vedere il bambino e adorarlo. I Magi<br />
hanno ricevuto dalla grazia (della stella)<br />
la rivelazione dell'identità del bambino,<br />
come testimoniano i doni simbolici<br />
LOCRI-GERACE AVERSA<br />
titolata «Sulla piazza del paese» dove c'è<br />
una rilettura pastorale dell'Anno Santo<br />
in diocesi con l'indicazione di un progetto<br />
pastorale assai analitico e vario che<br />
presenta diversi itinerari o piste di lavoro<br />
per i cristiani che vogliono impegnarsi<br />
nel sociale. Il Vescovo tiene tanto al<br />
suo giardino della Locride e con quest'immagine<br />
si può dire abbia conquistato<br />
il cuore stesso dei suoi fedeli che da<br />
anni lo stimano e lo rispettano quasi un<br />
loro conterraneo.<br />
Tanto è vero che per accentuare anche<br />
a livello locale l'universalità della celebrazione<br />
giubilare sono state presentate<br />
delle danze di sacerdoti africani, di<br />
nomadi e di calabreselli in costume che<br />
non solo hanno presentato tarantelle e<br />
ritmi tradizionali ma hanno voluto simboleggiare<br />
con le loro parate e le loro<br />
coreografie l'acculturazione del messaggio<br />
del Vangelo presso tutti i popoli e ad<br />
ogni latitudine. In tal senso il Vescovo si<br />
è fatto promotore presso l'Autorità locale<br />
e la stessa Conferenza Episcopale Italiana<br />
di una particolare iniziativa tendente<br />
a sostenere e privilegiare la nascita<br />
di oratori a favore dei giovani e delle<br />
comunità perché l'attenzione ad essi legata<br />
promuova al contempo il volontariato<br />
e il territorio.<br />
FILIPPO MARINO<br />
La diocesi di Aversa chiude il Grande<br />
Giubileo assumendo impegni di studio,<br />
di preghiera, di carità. Rivisitare e attuare<br />
il Concilio Vaticano II, nuova Pentecoste<br />
della Chiesa; dare spazio alla pratica<br />
dell'adorazione perpetua della SS.<br />
Eucarestia, facendo moltiplicare i centri<br />
già presenti nel territorio diocesano; allargare<br />
l'attenzione ai poveri e agli<br />
extracomunitari anche mediante una<br />
sempre più efficace mensa Caritas; aprire<br />
la casa di accoglienza per il Clero<br />
realizzata durante l'anno giubilare.<br />
L'annuncio, dato in una Cattedrale,<br />
straripante come mai si era visto, al termine<br />
della solenne Concelebrazione Eucaristica<br />
presieduta dall'Arcivescovo Mario<br />
Milano, è stato accolto da un caloroso,<br />
sentito applauso dalle migliaia di fedeli<br />
presenti.<br />
Con una processione partita dalla<br />
chiesa dei santi Filippo e Giacomo, la<br />
cerimonia si è aperta all'insegna del pellegrinaggio,<br />
dimensione essenziale del<br />
Giubileo, come ha sottolineato il Pastore<br />
«durante quest'anno abbiamo camminato<br />
al seguito di Cristo, luce del mondo.<br />
Ora gli andiamo incontro nella casa di<br />
Dio, dove lo troveremo e lo riconosceremo<br />
nella sua Parola e nello spezzare il<br />
Pane». La lunga teoria di religiosi, seminaristi,<br />
diaconi e sacerdoti, guidati dall'Arcivescovo,<br />
seguita da una moltitudi-<br />
ne straordinaria di persone accorse da<br />
tutta la diocesi, ha fatto ingresso nella<br />
Cattedrale, che ebbe l'orgoglio di accogliere<br />
il Santo Padre, sulle note de È venuto<br />
il Signore nostro re.<br />
Toccante e ricca la liturgia — dall'aspersione<br />
dell'acqua, al canto dell'annunzio<br />
della Pasqua, dall'offertorio alla<br />
Comunione distribuita sino a fuori le<br />
porte della Chiesa Madre — come ha<br />
voluto sottolineare il Presule, commosso<br />
da tanta affluenza. L'emozione era palpabile<br />
e grande il desiderio di partecipare<br />
ad un avvenimento così ricco di grazia<br />
e certamente di rilevanza storica.<br />
Persone di ogni età, giunte dalle 96 parrocchie<br />
della diocesi, hanno risposto con<br />
gioia all'invito del Pastore per essere<br />
protagoniste di un momento tanto<br />
straordinario. Una presenza che aveva il<br />
sapore della gratitudine, del ringraziamento<br />
e di una rinnovata richiesta di<br />
grazia. A muovere tante persone non è<br />
stata la preoccupazione che «la porta si<br />
chiudesse» ma la convinzione di far conoscere<br />
la propria gioia per tutto ciò<br />
che l'Anno Santo ha significato e per i<br />
frutti dello Spirito che segneranno una<br />
nuova primavera per la Chiesa. «Il cuore<br />
che vibra in un evento così significativo,<br />
vuole aprirsi tutto — ha detto vibrante<br />
Mons. Milano — perché voi mi<br />
avete commosso con la vostra fervida<br />
che gli hanno offerto. Con l'oro i Magi<br />
riconoscono nel bambino il Messia, il Re<br />
d'Israeleedituttiipopolidelmondo; con<br />
l'incenso confessano la presenza di Dio,<br />
infinito ed eterno, nella carne umana di<br />
quel piccolo nato nel tempo dal grembo<br />
e dal cuore di una donna; con la mirra<br />
venerano il corpo sofferente e morente<br />
di Cristo Redentore, unica e universale<br />
fonte di salvezza per il mondo.<br />
«Ho continuamente ripetuto che il<br />
Giubileo è un evento essenzialmente religioso<br />
e spirituale, che consiste innanzi<br />
tutto in una grande confessio fidei, nel<br />
professare in modo rinnovato, più convinto<br />
e maturo ed entusiasta la propria<br />
fede in Gesù Cristo, l'Emmanuele, il<br />
Dio-con-noi, il Figlio unigenito del Padre<br />
e il primogenito di molti fratelli, il Figlio<br />
della Vergine Maria, il figlio dell'uomo<br />
che soffre, muore e risorge; il redentore<br />
dell'uomo e il salvatore del mondo, il<br />
giudice dei vivi e dei morti, il volto luminoso<br />
della sconfinata misericordia del<br />
Padre, la nostra speranza incrollabile, la<br />
pienezza delle aspirazioni umane, la<br />
gioia d'ogni cuore! Proprio questa fede<br />
in Cristo, imitando i Magi, vogliamo stasera<br />
ancora una volta confessare nel segno<br />
della gioia giubilare. È evidente che<br />
una simile fede entra nella vita e la rinnova<br />
radicalmente: ci costituisce figli di<br />
Dio in Cristo, discepoli e seguaci del Signore<br />
Gesù, partecipi del suo amore e<br />
della sua vita, testimoni e missionari del<br />
suo Vangelo. In tal modo il Giubileo,<br />
come confessio fidei, s'inserisce nella<br />
nostra esistenza personale, nella trama<br />
delle molteplici relazioni che abbiamo<br />
con gli altri e nel vissuto dei nostri impegni<br />
e delle nostre situazioni di vita. La<br />
fede entra e si fa principio vitale dei nostri<br />
criteri di giudizio e di scelta, dei nostri<br />
pensieri e sentimenti, delle nostre<br />
decisioni e comportamenti. Così al centro<br />
del nostro “io” e quindi del nostro<br />
essere e operare si pone Cristo Signore.<br />
Omnia nobis est Christus! Tutto è Cristo<br />
per noi, esclamiamo ancora una volta<br />
con sant'Ambrogio. È questa l'adorazione,<br />
la fede cioè che da preghiera contemplativa<br />
si fa vita vissuta. Certo, è<br />
una vita propriamente cristiana, questa;<br />
ma è anche un'importante risorsa umana<br />
che offre un prezioso contributo non<br />
solo all'interno della comunità ecclesiale<br />
ma anche in ordine al rinnovamento<br />
morale e sociale della stessa convivenza<br />
umana, che viene arricchita dai valori<br />
della verità e della giustizia, della libertà<br />
e del senso del dovere, della sobrietà,<br />
della solidarietà e dell'amore, della tolleranza<br />
e della capacità di dialogo con<br />
tutti». Affiora in tal modo «un altro fondamentale<br />
aspetto dell'esperienza spirituale<br />
dei Magi e insieme della grazia del<br />
Giubileo: il vero credente è scosso da<br />
un interiore e insopprimibile dinamismo<br />
missionario. I Magi, scrive l'evangelista,<br />
“avvertiti in sogno di non tornare<br />
da Erode, per un'altra strada fecero<br />
ritorno al loro paese” (Matteo 2, 12): ritornano<br />
dal luogo dell'incontro con il<br />
bambino ai luoghi della loro vita e delle<br />
loro occupazioni. Ritornano interiormente<br />
segnati e radicalmente cambiati<br />
da questo incontro: la novità di grazia<br />
che abita il loro cuore è destinata ora a<br />
contagiare gli altri, a manifestare e a comunicare<br />
agli altri quel “bambino” che<br />
ha trasformato la loro esistenza.<br />
«È la stessa avventura spirituale di<br />
ogni cristiano: non si può incontrare veramente<br />
Cristo senza divenirne apostoli<br />
e missionari. La consegna a uscire da sé<br />
stessi e dal recinto della propria comunità<br />
ecclesiale per aprirsi agli altri, vicini e<br />
lontani, e a far sì che tutti — anche gli<br />
indifferenti, i lontani, gli ostili — possano<br />
scorgere la stella e camminare verso<br />
Cristo — vero senso della vita —, appartiene<br />
in modo costitutivo alla fede cristiana:<br />
o è missionaria o non è!».<br />
«Sì, — ha concluso il Cardinale — si<br />
sta per chiudere a Roma la Porta Santa,<br />
ma Cristo — vera Porta che conduce al<br />
Padre — rimane. Rimane perché a tutti<br />
sia data la possibilità e la gioia della salvezza».<br />
GRAZIELLA MERLATTI<br />
pietà, con la vostra raccolta e devota<br />
partecipazione, segno degli infiniti doni<br />
che sono scesi anche sulla nostra diocesi<br />
in quest'anno di grazia. Voglio raccogliere<br />
tutta la gioia e tutta la grazia del<br />
Giubileo, tutta la realtà cosmica in una<br />
sola parola che la sintetizza: Cristo Gesù.<br />
È Lui che abbiamo cercato. È Lui<br />
che abbiamo adorato. È Lui la luce di<br />
cui ci ha parlato il Profeta Isaia e noi, la<br />
nuova Gerusalemme che deve rivestirsi<br />
della Luce di Cristo. È Lui, come dice<br />
san Paolo, il mistero rivelato a noi per<br />
mezzo dello Spirito Santo». Con sant'Ambrogio,<br />
poi, il grande Padre della<br />
Chiesa, il Vescovo ha sottolineato come<br />
Cristo, pienezza del mistero, sia il senso<br />
e il significato della vita. «Cristo è tutto.<br />
Se hai una ferita è medico; se sei arso<br />
dalla febbre è fonte che lenisce l'arsura;<br />
se sei debole è forza; se temi la morte è<br />
vita; se hai fame e sete è cibo; se cerchi<br />
il cielo è la Via». «Aversa cristiana! —<br />
ha gridato con ardore l'Arcivescovo —<br />
Se Cristo viene nella mente e nel cuore<br />
chiamata dall'amore misericordioso del<br />
Padre, Aversa potrà dirsi tutta cristiana.<br />
Questo è quanto desidera il vostro Pastore,<br />
che rinnova il proprio proposito<br />
di spendere la sua vita per questa Chiesa,<br />
così generosa nella fede, perché sia<br />
sempre più quale la vuole il Signore».<br />
ROSARIA CAPONE