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DAL MONDO<br />

PAGINA<br />

21 .<br />

MEDIO ORIENTE Non si placano gli scontri tra dimostranti e militari israeliani<br />

I negoziatori palestinesi respingono<br />

il piano di pace americano<br />

TEL AVIV, 8.<br />

I negoziatori palestinesi hanno respinto<br />

oggi la proposta di intesa con Israele<br />

messo a punto dal Presidente degli Stati<br />

Uniti, Bill Clinton.<br />

«Non possiamo accettare il piano come<br />

base per un futuro negoziato e accordo<br />

in quanto Clinton non ha valutato<br />

le riserve di Arafat», ha detto Ahmed<br />

Korei, uno dei mediatori storici dell’Autorità<br />

Palestinese (Ap). Le proposte<br />

giunte dalla Casa Bianca, ha aggiunto,<br />

«non tengono conto dei legittimi diritti<br />

del nostro popolo».<br />

Un altro negoziatore dell'Ap, Hassan<br />

Asfur, ha affermato che Clinton ha fallito<br />

nei suoi sforzi perché il suo gruppo<br />

di esperti è stato troppo influenzato dalle<br />

posizioni israeliane.<br />

Poche ore prima di questa presa di<br />

posizione, il Presidente degli Usa aveva<br />

rilanciato la sua proposta di pace, annunciando<br />

l’intenzione di far compiere<br />

una nuova missione nella regione all’inviato<br />

speciale statunitense per il Medio<br />

Oriente, Dennis Ross.<br />

I punti sui quali israeliani e palestinesi<br />

non trovano un accordo sono ancora la<br />

sovranità su Gerusalemme, la sorte degli<br />

insediamenti colonici in Cisgiordania e il<br />

ritorno dei quasi quattro milioni di profughi.<br />

La mediazione di Clinton prevede<br />

la rinuncia dell'Ap al diritto al rientro<br />

dei rifugiati in cambio del controllo della<br />

Spianata delle Moschee.<br />

Entrambe le parti non hanno approvato<br />

a pieno il piano. Nei giorni scorsi<br />

Israele ha comunque accettato il proget-<br />

Spagna:<br />

altri attacchi<br />

terroristici<br />

nei Paesi Baschi<br />

MADRID, 8.<br />

Nuovi attacchi terroristici anche se di<br />

scarsa entità si sono verificati nel Paese<br />

Basco spagnolo, in quella che ormai viene<br />

chiamata «calle borroka» (violenza di<br />

strada) e che affianca i veri e propri attentati<br />

dei separatisti dell’«Eta». Nella<br />

notte tra sabato e domenica sono stati<br />

distrutti sedi di una concessionaria di<br />

automobili, di un’agenzia di viaggio e almeno<br />

quattro sportelli bancomat.<br />

I primi attacchi sono arrivati poco dopo<br />

le 22 a Renteria — vicino alla frontiera<br />

francese — dove sono stati distrutti<br />

in modo sincronizzato quattro sportelli<br />

bancomat e una succursale di un'agenzia<br />

di viaggio. Poche ore dopo, è esploso<br />

un ordigno artigianale lasciato all’ingresso<br />

di una concessionaria di automobili<br />

a Bedia, paese in provincia di Vizcaya,<br />

causando gravi danni materiali ma<br />

nessun ferito. Il sindaco di Renteria, Miguel<br />

Buen, ha denunciato questi atti di<br />

violenza, stigmatizzando i settori giovanili<br />

del nazionalismo basco radicale, per<br />

i quali a suo avviso «esiste solo la voglia<br />

di distruggere e di far credere che questa<br />

sia una società senza futuro né speranza».<br />

MARIO AGNES<br />

Direttore responsabile<br />

TIPOGRAFIA VATICANA<br />

EDITRICE<br />

«L'OSSERVATORE ROMANO»<br />

Redazione:<br />

via del Pellegrino<br />

00120 Città del Vaticano<br />

Segreteria di Redazione:<br />

Tel. 06.698.83461/06.698.84442<br />

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de «L'Osservatore Romano»<br />

a cura di Arturo Mari<br />

Le foto dell'attività della Santa Sede<br />

sono del SERVIZIO FOTOGRAFICO<br />

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Redazione<br />

de «L'OSSERVATORE ROMANO»<br />

Tel. 06.698.83461 - Fax 06.698.83675<br />

to come base per la discussione, mentre<br />

l'Ap ha avanzato una serie di riserve. La<br />

questione è stata al vaglio del colloquio<br />

che si è svolto ieri ad Amman tra il Presidente<br />

dell'Ap, Yasser Arafat, e Re Abdallah<br />

II.<br />

Al termine dei colloqui l'agenzia di<br />

stampa ufficiale «Petra» ha reso noto<br />

che, secondo il Sovrano Hashemita,<br />

«una soluzione giusta che garantisca il<br />

diritto al ritorno dei profughi e il loro<br />

indennizzo è una condizione chiave per<br />

raggiungere una pace accettabile per<br />

Colombia: due passanti<br />

uccisi in un attentato<br />

compiuto dall'«Eln»<br />

BOGOTÁ, 8.<br />

Due persone sono morte e altre<br />

20 sono rimaste ferite ieri per un<br />

attentato dei guerriglieri colombiani<br />

dell'«Eln» contro un autoblindo<br />

della polizia nel porto fluviale<br />

di Bucaramanga. Le vittime<br />

sono un bambino di undici anni e<br />

una donna. Fra i feriti, altri sei<br />

bambini. Sempre l'«Eln» si è ieri<br />

resa responsabile dell'attentato<br />

contro l'oleodotto Cano Limon-<br />

Covenas che è rimasto momentaneamente<br />

interrotto.<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Lunedì-Martedì 8-9 Gennaio 2001<br />

tutti i popoli della regione e per garantire<br />

la stabilità».<br />

Da parte loro gli israeliani hanno posto<br />

la fine delle violenze come premessa<br />

irrinunciabile per l'inizio delle trattative.<br />

Il «Gabinetto di pace», afferma un comunicato<br />

del Governo guidato dal Primo<br />

Ministro, Ehud Barak, «ritiene che il<br />

rispetto da parte dell’Autorità Palestinese<br />

dei suoi impegni in materia di sicurezza<br />

costituisca la chiave e la condizione<br />

al proseguimento» del negoziato.<br />

L'Organismo si riunirà di nuovo questa<br />

sera per valutare i risultati dell'incontro<br />

tenuto al Cairo tra i responsabili della sicurezza<br />

delle due parti alla presenza del<br />

Capo della Cia, George Tenet. Secondo<br />

le prime informazioni, i colloqui svolti<br />

in Egitto sarebbero falliti rendendo la situazione<br />

quanto mai tesa.<br />

Intanto nei Territori nuovi scontri<br />

hanno provocato altre vittime. La scorsa<br />

notte un palestinese è stato ucciso da<br />

colpi sparati da militari israeliani nella<br />

«Striscia di Gaza». Lo hanno reso noto<br />

fonti ospedaliere e alcuni testimoni oculari.<br />

Abdel Hamid el Hurati, infermiere<br />

di trentaquattro anni, è stato colpito da<br />

alcuni soldati durante una sparatoria nei<br />

pressi della colonia di Netzarim, a Sud<br />

della «Striscia di Gaza». Sale così a 371<br />

il numero dei morti della nuova «Intifada»,<br />

cominciata il 28 settembre scorso a<br />

seguito di una visita alla Spianata delle<br />

Moschee del leader del Likud e della destra<br />

israeliana Ariel Sharon. Tra le vittime<br />

figurano 314 palestinesi, 56 israeliani<br />

e un medico tedesco.<br />

Usa: due detenuti rilasciati dopo 14 anni trascorsi nel «braccio della morte»<br />

WASHINGTON — Due detenuti hanno lasciato<br />

un carcere della Louisiana, dove<br />

hanno trascorso 14 anni nel «braccio della<br />

morte», dopo che la giustizia ha ritirato le<br />

accuse contro di loro, ritenendo che non<br />

ci siano prove sufficienti per sostenere la<br />

loro colpevolezza. Michael Ray Graham,<br />

37 anni e Albert Ronnie Burrell, 45, erano<br />

stati condannati a morte con l’accusa di<br />

aver ucciso nel 1986 un’anziana coppia<br />

della Louisiana. Burrell, negli anni scorsi,<br />

è stato ad un passo dall’esecuzione, che<br />

fu poi fermata 17 giorni prima della data<br />

prevista. Nuove indagini e nuovi processi<br />

hanno smontato le accuse nei loro confronti,<br />

che si basavano in gran parte sulla<br />

deposizione di un informatore dell’ambiente<br />

carcerario. La decisione di prosciogliere<br />

i due detenuti è stata presa alla fine<br />

dell’anno e Graham e Burrell sono sta-<br />

COSTA D'AVORIO Violente sparatorie ad Abidjan<br />

Fallito un tentativo<br />

di colpo di Stato<br />

ABIDJAN, 8.<br />

La situazione in Costa d’Avorio è tornata<br />

totalmente sotto il controllo dell’esercito<br />

su tutto il territorio. Lo hanno<br />

annunciato oggi alla radio, dopo il fallito<br />

colpo di Stato della notte, il Ministro<br />

dell’interno e il Ministro della difesa.<br />

L’attacco, compiuto da alcuni militari<br />

per motivi ancora poco chiari, «si è concentrato<br />

su Abidjan ma le Forze armate<br />

non hanno affatto accolto l’appello degli<br />

ammutinati lanciato attraverso la radio.<br />

Nella notte era stata presa d’assalto la<br />

RUSSIA Morto anche l'imam della moschea della cittadina di Urus-Martan<br />

Cecenia: assassinati dai guerriglieri separatisti<br />

quattro poliziotti dell'amministrazione locale<br />

MOSCA, 8.<br />

Quattro poliziotti ceceni, in servizio<br />

presso l’amministrazione locale filo-russa,<br />

sono stati uccisi nelle ultime ore in<br />

due distinti attentati compiuti con ogni<br />

verosimiglianza dalla guerriglia islamicoseparatista.<br />

Ne ha dato notizia sabato<br />

l’agenzia di stampa russa «Itar-Tass».<br />

Due poliziotti, padre e figlio, sono stati<br />

freddati con colpi d’arma da fuoco da<br />

un commando nella loro casa, a Gudermes,<br />

seconda città della Cecenia. Gli altri<br />

due poliziotti sono stati invece uccisi<br />

nella capitale cecena, Grozny, in un attentato<br />

dinamitardo. Un'azione terroristica<br />

— ha riferito il sindaco filo-russo<br />

di Grozny, Bislan Gantamirov — programmata,<br />

senza successo, per colpire il<br />

corteo dell’ex muftì della Cecenia e attuale<br />

Capo dell’amministrazione filo-russa<br />

dell’intera regione, Akhmed Kadyrov,<br />

sfuggito finora a un’innumerevole serie<br />

di agguati da parte della guerriglia.<br />

I ribelli hanno ucciso negli ultimi mesi<br />

numerosi esponenti e anche semplici<br />

dipendenti dell’amministrazione filo-russa,<br />

bollandoli come traditori della causa<br />

secessionista. Nelle ultime ore, in un altro<br />

attentato dinamitardo, sono stati<br />

inoltre feriti quattro militari russi.<br />

C'è ancora da segnalare che l’imam<br />

della moschea di Urus-Martan, a circa<br />

25 chilometri a Sud-Est di Grozny, è stato<br />

ucciso sabato sera. Lo ha reso noto<br />

ieri la televisione russa. L’imam è stato<br />

ucciso mentre rientrava a casa, e si ritiene<br />

che l’assassinio sia opera dei separatisti<br />

ceceni (islamici) la cui strategia è<br />

quelle di eliminare i religiosi musulmani<br />

considerati legati all’amministrazione fi-<br />

lo-russa, ed in quanto tali ritenuti «traditori»<br />

della causa secessionista.<br />

Le Forze federali russe avevano nei<br />

primi giorni dell'anno avviato una vasta<br />

offensiva per cercare di neutralizzare attentati<br />

e imboscate della guerriglia contro<br />

le truppe di Mosca. In particolare<br />

erano stati usati gli elicotteri «Mi-8»<br />

provvisti di nuovi visori notturni che<br />

rendono più accurati i tiri sulle postazioni<br />

dei ribelli. Secondo Mosca sono stati<br />

distrutti una ventina di rifugi.<br />

Intanto, il Presidente russo, Vladimir<br />

Putin, ha ieri dichiarato: Onoreremo i<br />

Il Congresso degli Stati Uniti<br />

ratifica l'elezione di George W. Bush<br />

WASHINGTON, 8.<br />

Il Congresso degli Stati Uniti ha ratificato<br />

ufficialmente la vittoria di George<br />

W. Bush alle elezioni presidenziali che si<br />

sono svolte il 7 novembre scorso. Bush<br />

si insedierà alla Casa Bianca il 20 gennaio.<br />

Ricapitolando il conteggio dei collegi<br />

elettorali in ogni singolo Stato, l'Aula<br />

ha certificato la vittoria del candidato<br />

repubblicano che si è aggiudicato 271<br />

dei collegi elettorali contro i 267 del democratico<br />

Al Gore.<br />

Il gruppo che riunisce i membri<br />

afroamericani della Camera dei rappresentanti<br />

ha cercato di ostacolare la ratifica<br />

parlamentare della vittoria di Bush<br />

con una mozione. Il testo sottolineava<br />

che è stato Gore ad ottenere il maggior<br />

numero di consensi e chiamava in causa<br />

i problemi emersi in Florida e in altri<br />

Stati nello spoglio delle schede, origine<br />

di una lunga battaglia politica e giudiziaria.<br />

Sebbene sottoscritta da 37 deputati,<br />

la mozione è rimasta lettera morta non<br />

essendo stata appoggiata da alcun membro<br />

del Senato, come prevede il regolamento<br />

parlamentare. Gore, che come<br />

Presidente del Senato dirigeva la seduta,<br />

non ne ha autorizzato la discussione e i<br />

deputati afroamericani hanno lasciato il<br />

Campidoglio in segno di protesta.<br />

Da giorni il capogruppo democratico<br />

al Senato, Tom Daschle, aveva assicurato<br />

che, nonostante l’animosità della battaglia<br />

sullo spoglio delle schede contese,<br />

il suo partito non avrebbe creato ostacoli.<br />

L’assicurazione riflette l’impegno alla<br />

cooperazione espresso dai membri del<br />

Congresso uscito dalle elezioni, che vede<br />

un Senato diviso nettamente in due e i<br />

repubblicani sempre in maggioranza con<br />

uno stretto margine alla Camera Bassa.<br />

La cooperazione tra i due partiti è stata<br />

formalizzata in un accordo che prevede<br />

la costituzione di Commissioni e gruppi<br />

di lavoro misti.<br />

Secondo gli osservatori, la collaborazione<br />

con la controparte dovrebbe consentire<br />

a Bush di fare approvare con relativa<br />

celerità il taglio fiscale da 1.300<br />

miliardi di dollari destinato soprattutto<br />

alle aziende, sul quale il Presidente eletto<br />

intende costruire la sua politica economica.<br />

L’unico terreno di scontro all'orizzonte<br />

sembra quello dei decreti emanati<br />

negli ultimi giorni dal Presidente<br />

uscente, Bill Clinton, il quale ha recentemente<br />

varato una serie di misure lontane<br />

dalla politica repubblicana.<br />

Senegal: approvata<br />

con un referendum<br />

la nuova Costituzione<br />

DAKAR, 8.<br />

Con oltre il 90 per cento di «sì»,<br />

i senegalesi hanno approvato ieri,<br />

secondo dati non ancora definitivi,<br />

la nuova Costituzione. Il referendum<br />

non aveva peraltro suscitato<br />

grandi passioni civili dato che<br />

tutti i principali partiti politici avevano<br />

rivolto un appello agli elettori<br />

per l’approvazione del nuovo<br />

testo costituzionale. Il referendum<br />

che si è svolto ieri ha visto una<br />

partecipazione del 66 per cento<br />

degli aventi diritto al voto.<br />

debiti ereditati dall’Urss». Lo hanno riferito<br />

le principali agenzie di stampa.<br />

«Abbiamo intenzione di pagare — ha<br />

detto ancora il leader del Cremlino — e<br />

lo faremo: non è nell’interesse di alcuno<br />

che la Russia non faccia fronte ai suoi<br />

impegni internazionali». Il Presidente<br />

Putin ha anche specificato che il 25 per<br />

cento del budget nazionale è destinato<br />

al ripianamento dei debiti. I debiti russi<br />

nei confronti dei Paesi membri del<br />

«Club di Parigi» ammontano a 48,3 miliardi<br />

di dollari; 21,1 dei quali nei confronti<br />

della sola Germania.<br />

Ondata di freddo polare in Siberia:<br />

a Novosibirsk 50 gradi sotto lo zero<br />

MOSCA, 8.<br />

Gelo record nella Russia Centro-Orientale, dove con un giorno di anticipo<br />

rispetto alle previsioni le temperature sono precipitate a 50 gradi sotto lo zero,<br />

anche in alcune delle maggiori città della Siberia. Le televisioni hanno mostrato<br />

le immagini dell’ondata di freddo polare abbattutasi in particolare sulle<br />

città di Novosibirsk (un milione e mezzo di abitanti) e di Barnaul dove da<br />

quasi 24 ore il termometro segna i meno 50. Temperature più basse di quasi<br />

25 gradi rispetto alle pur rigide medie stagionali della zona. Si tratta dei picchi<br />

più freddi registrati in queste località dal 1931. Gelo spietato, ben oltre i<br />

meno 40, anche nella regione mineraria carbonifera di Kemerovo e in quella<br />

petrolifera di Tomsk. Fortunatamente non si registrano guasti agli impianti di<br />

riscaldamento. Qualche problema si è comunque verificato in circa 200 case<br />

di un villaggio della regione di Kemerovo, dove le linee elettriche sono saltate<br />

per il sovraccarico dovuto all’uso di stufe. Analoghi periodi di gelo si registrano<br />

in Siberia ogni 10-15 anni, con l’eccezione estrema dei territori centroorientali<br />

dell’inclemente Iakutsia, dove i meno 50 vengono rilevati quasi ad<br />

ogni stagione e sono possibili punte sotto i 60.<br />

televisione, liberata dopo alcune ore grazie<br />

all’intervento dell’esercito.<br />

C’è stato un violento scontro e oltre<br />

alle raffiche di armi automatiche si sono<br />

anche uditi tuonare i cannoni. Subito<br />

dopo è stata occupata la radio, che i rivoltosi<br />

hanno sgomberato all’alba senza<br />

resistenza all’arrivo dei soldati.<br />

I Ministri dell'interno e della difesa<br />

non hanno voluto dare un bilancio completo<br />

delle perdite. Si sa soltanto che<br />

due gendarmi fedeli al Governo sono<br />

stati uccisi e 15 ribelli sono stati catturati.<br />

Il Ministro dell’interno, Boga Doudou,<br />

ha detto che il golpe è stato tentato<br />

da «avventurieri che hanno ritenuto<br />

fosse giunto il tempo di prendere il potere<br />

con le armi». Ma, ha aggiunto il<br />

Ministro senza entrare nei dettagli, «il<br />

tempo dei colpi di Stato è finito».<br />

Il Ministro della difesa, Moise Lida<br />

Kuassi, ha rassicurato i cittadini promettendo<br />

che i colpevoli saranno puniti senza<br />

nessuna indulgenza. Il Presidente ivoriano,<br />

Laurent Gbagbo, che non si trovava<br />

ad Abidjan, dovrebbe tornare oggi<br />

— hanno fatto capire i Ministri dell'interno<br />

e della difesa — e il Governo si<br />

riunirà per esaminare la situazione.<br />

Nelle elezioni presidenziali del 22 ottobre<br />

Gbagbo aveva vinto sconfiggendo il<br />

suo avversario, generale Robert Guei.<br />

Nelle elezioni legislative svoltesi il 10 dicembre<br />

il partito di Gbagbo si è assicurato<br />

la maggioranza dei seggi in Parlamento.<br />

Pochi giorni dopo il Presidente<br />

annunciava che Guei stava reclutando<br />

mercenari nella vicina Liberia.<br />

Il maltempo<br />

paralizza<br />

il Nord-Ovest<br />

della Francia<br />

PARIGI, 8.<br />

Fiumi e torrenti che straripano, paesi<br />

allagati e sgomberati, intere regioni rimaste<br />

senza elettricità ed acqua, strade<br />

e ferrovie interrotte: nel Nord-Ovest della<br />

Francia le alluvioni dal dicembre<br />

scorso stanno provocando gravissimi<br />

danni, mentre cresce la polemica sull’assetto<br />

del territorio.<br />

Attualmente la situazione più difficile<br />

è quella di Redon, grosso centro completamente<br />

alluvionato e con un livello<br />

dell’acqua sempre in aumento. La città<br />

non è al momento raggiungibile se non<br />

in elicottero o con i mezzi fuoristrada<br />

messi a disposizione dall’esercito. I militari<br />

aiutano gli abitanti negli spostamenti<br />

indispensabili. Case e negozi sono allagati<br />

nella zona del porto e al centro. Le<br />

linee elettriche sono saltate, e molti abitanti<br />

sono rimasti senza telefono. La circolazione<br />

automobilistica è paralizzata,<br />

mentre nel centro dalle città si cammina<br />

su assi di legno appoggiati su qualsiasi<br />

cosa affiori dall’acqua e dal fango.<br />

Un grande striscione degli abitanti<br />

esasperati chiede lavori di riassetto del<br />

territorio. Proprio su questo punto la<br />

polemica è ormai aperta da giorni. «I<br />

nostri pacifici fiumi — ha detto Annick<br />

Cleac’h, una geografa di Brest — si sono<br />

trasformati in torrenti tropicali». Sotto<br />

accusa soprattutto la distruzione di<br />

zone boschive e di siepi a vantaggio di<br />

grandi estensioni a disposizione dell’agricoltura<br />

intensiva. Nella seconda metà<br />

del secolo, sottolineano gli esperti, sono<br />

scomparsi stagni e avvallamenti dove<br />

l’acqua rifluiva.<br />

Thailandia: magnate delle comunicazioni<br />

si aggiudica le politiche<br />

BANGKOK, 8.<br />

Si preannuncia ancora più clamoroso<br />

del previsto il trionfo di Thaksin Shinawatra,<br />

magnate delle telecomunicazioni<br />

di origine cinese, alle elezioni svoltesi<br />

domenica in Thailandia: secondo una<br />

stima del Ministero dell’interno il suo<br />

partito, il «Thai Rak Thai», ha raggiunto<br />

la maggioranza assoluta con 257 seggi<br />

su 500, evento mai verificatosi nella storia<br />

politica del Paese. I dati ufficiali, che<br />

si attendevano per ieri, tarderanno ancora<br />

— forse di alcune settimane — a<br />

causa della ripetizione del voto in alcune<br />

parti della Thailandia, dove diversi<br />

neo-deputati sono stati accusati di aver<br />

acquistato voti.<br />

Nonostante possa governare da solo,<br />

Thaksin ha ribadito l’intenzione di cercare<br />

uno o due piccoli alleati per assicurarsi<br />

una tranquilla maggioranza di 320<br />

seggi. Il suo avversario, il Premier<br />

uscente Chuan Leekpai del Partito democratico,<br />

potrà contare solo su 127<br />

seggi. Dalla sua residenza nel Sud della<br />

Thailandia, Chuan ha ammesso la sconfitta.<br />

«C’è un partito — ha dichiarato —<br />

che potrebbe anche governare da solo.<br />

Per cui è assurdo pensare di opporgli altre<br />

coalizioni».<br />

Ma i risultati del voto potrebbero essere<br />

parzialmente inficiati dalle vicende<br />

giudiziarie di Thaksin, che — secondo<br />

quanto segnala l'agenzia «Ansa» — è<br />

stato recentemente giudicato colpevole<br />

di aver evaso il fisco. Ci dovrà essere,<br />

nel giro di alcuni mesi, una sentenza definitiva<br />

della Corte costituzionale, e se<br />

essa confermerà la precedente condanna<br />

gli sarà difficile governare. Thaksin ha<br />

fondato il suo partito nel 1998, con l’esplicito<br />

fine di conquistare il potere.<br />

«Ho tutto ciò che posso avere — ha dichiarato<br />

dopo aver appreso l'esito degli<br />

exit poll — ora desidero fare qualcosa<br />

per il mio Paese. Se i risultati rispecchieranno<br />

i sondaggi mi impegnerò con<br />

cuore e anima nel Governo». Il suo programma<br />

è stato approvato dalla maggioranza<br />

dei 44 milioni di thailandesi chiamati<br />

alle urne. Thaksin è tra l’altro proprietario<br />

dell’unica televisione privata<br />

del Paese e possiede la maggioranza nella<br />

più grande azienda di telecomunicazioni.<br />

Una delle sue tante promesse preelettorali<br />

è di congelare per tre anni i<br />

debiti che i contadini hanno con le banche.<br />

Alla tornata elettorale si sono presentati<br />

3.721 candidati in rappresentanza<br />

di 43 Partiti.<br />

ti il settimo e l’ottavo condannato a morte<br />

che nel corso del 2000 sono stati riconosciuti<br />

innocenti. Dalla reintroduzione negli<br />

anni '70 della pena capitale, 92 persone<br />

sono state liberate dai bracci della morte<br />

dopo essere state riconosciute innocenti.<br />

All’uscita dal carcere di Angola, in Louisiana,<br />

i due detenuti hanno ricevuto come<br />

«rimborso» una giacca di jeans e una<br />

banconota da 10 dollari.<br />

Viêt Nam: bomba<br />

esplodedavantiateatro<br />

HÁ NOI — Una bomba fatta esplodere<br />

dinanzi ad un teatro nel momento<br />

in cui gli spettatori ne stavano<br />

uscendo ha causato non meno<br />

di due morti ed una quindicina<br />

di feriti. L’attentato — di cui si è<br />

avuta notizia domenica — è avvenuto<br />

giovedì scorso a Cam Ranh,<br />

nel Sud del Viêt Nam. Uno dei due<br />

morti è quasi certamente un attentatore<br />

e gli inquirenti danno credito<br />

piuttosto alla pista dell’estorsione<br />

che a quella politica.<br />

Tanzania: sanguinosa<br />

rapina su un traghetto<br />

DAR-ES-SALAAM — Due persone<br />

sono morte e una ventina sono annegate<br />

in un sanguinoso attacco<br />

ad un traghetto di linea sul lago<br />

Tanganika compiuto lunedì da un<br />

gruppo di banditi armati nei pressi<br />

del porto tanzaniano di Kigoma. Lo<br />

hanno reso noto fonti della polizia<br />

secondo le quali sei uomini armati<br />

hanno preso il controllo dell’imbarcazione<br />

e, dopo aver ucciso due<br />

persone — tra le quali un bambino<br />

di tre anni — hanno ingiunto ad<br />

altre venti persone di gettarsi in<br />

acqua. La polizia ritiene che siano<br />

tutte annegate. I banditi hanno rapinato<br />

dei loro averi tutti i circa<br />

cinquanta passeggeri che si trovavano<br />

sul traghetto e si sono poi<br />

dati alla fuga portando con loro alcuni<br />

ostaggi.<br />

Argentina: vittime<br />

del fuoco a Mendoza<br />

BUENOS AIRES — Sette persone<br />

sono morte domenica nella provincia<br />

argentina di Mendoza mentre<br />

lavoravano allo spegnimento di un<br />

incendio. Da molte settimane in<br />

tutto il territorio argentino, e soprattutto<br />

nelle province di La Pampa,<br />

Mendoza e Buenos Aires, le<br />

fiamme hanno divorato quasi due<br />

milioni di ettari di pascoli e bassa<br />

vegetazione. La situazione è particolarmente<br />

grave per gli allevatori<br />

di bestiame, una attività che permette<br />

all’Argentina di essere leader<br />

mondiale nella produzione di<br />

carne. La polizia di Mendoza ha<br />

reso noto che i sette, morti per<br />

asfissia e per le ustioni, sono rimasti<br />

bloccati all’interno del loro<br />

fuoristrada mentre cercavano di<br />

raggiungere il fronte dell’incendio.<br />

Etiopia: rilasciati 976<br />

prigionieri eritrei<br />

ADDIS ABEBA — Quasi mille prigionieri<br />

eritrei, 976 per l'esattezza,<br />

detenuti in Etiopia durante il recente<br />

conflitto tra i due Paesi del<br />

Corno d’Africa sono stati rimessi<br />

in libertà dal Governo di Addis<br />

Abeba. Lo ha reso noto lunedì il<br />

Comitato internazionale della Croce<br />

Rossa precisando che i detenuti<br />

sono stati accompagnati al confine<br />

e presi in consegna dalle autorità<br />

eritree. È questo il secondo gruppo<br />

di eritrei che viene liberato dopo<br />

l’accordo di pace firmato il 12<br />

dicembre scorso e che ha posto fine<br />

a due anni di guerra durante i<br />

quali vi sono stati migliaia di morti.<br />

Il 23 dicembre tra Etiopia ed Eritrea<br />

vi era stato un primo scambio<br />

di prigionieri, per lo più malati o<br />

gravemente feriti.<br />

Yemen: deflagrazione<br />

in una città del Sud<br />

SAN'A — Una potente esplosione<br />

ha scosso lunedì la città di Shoaib,<br />

nello Yemen meridionale, provocando<br />

pesanti danni agli uffici del<br />

Partito socialista (Ysp, opposizione).<br />

Testimoni hanno riferito che lo<br />

scoppio, il quarto nello Yemen meridionale<br />

negli ultimi giorni, è avvenuto<br />

proprio nei pressi della sede<br />

dello «Ysp». Un esponente del<br />

partito a Shoaib ha detto all’agenzia<br />

britannica «Reuters» che vi sono<br />

stati ingenti danni ma nessun<br />

ferito. Nei giorni scorsi tre esplosioni<br />

nella città meridionale di<br />

Aden hanno danneggiato una chiesa<br />

e gli uffici dell’agenzia di stampa<br />

«Saba«. A Aden, la sicurezza è<br />

stata potenziata nell’ottobre scorso<br />

dopo l'attentato contro il cacciatorpediniere<br />

statunitense «Uss Cole»,<br />

nel quale sono rimasti uccisi diciassette<br />

marinai.<br />

Germania: incendio<br />

inunalbergoinBaviera<br />

BERLINO — Trenta persone sono<br />

rimaste ferite, quattro di esse in<br />

maniera grave, per un incendio<br />

scoppiato nella notte tra domenica<br />

e lunedì in un albergo di Straubing,<br />

località bavarese nei pressi<br />

di Monaco. Come ha riferito la polizia,<br />

le fiamme si sono sviluppate<br />

per cause sconosciute poco prima<br />

delle 4 in uno dei locali di servizio<br />

dell’albergo, situato nel centro storico<br />

della cittadina. I feriti e gli altri<br />

ospiti dell’hotel, a causa del<br />

denso fumo che ha interamente<br />

avvolto l’interno dell’edificio, sono<br />

stati messi in salvo dall’esterno<br />

con scale dei vigili del fuoco. I circa<br />

cento pompieri intervenuti sono<br />

riusciti ad evitare che l’incendio si<br />

propagasse agli edifici attigui.

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