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DAL MONDO<br />
PAGINA<br />
21 .<br />
MEDIO ORIENTE Non si placano gli scontri tra dimostranti e militari israeliani<br />
I negoziatori palestinesi respingono<br />
il piano di pace americano<br />
TEL AVIV, 8.<br />
I negoziatori palestinesi hanno respinto<br />
oggi la proposta di intesa con Israele<br />
messo a punto dal Presidente degli Stati<br />
Uniti, Bill Clinton.<br />
«Non possiamo accettare il piano come<br />
base per un futuro negoziato e accordo<br />
in quanto Clinton non ha valutato<br />
le riserve di Arafat», ha detto Ahmed<br />
Korei, uno dei mediatori storici dell’Autorità<br />
Palestinese (Ap). Le proposte<br />
giunte dalla Casa Bianca, ha aggiunto,<br />
«non tengono conto dei legittimi diritti<br />
del nostro popolo».<br />
Un altro negoziatore dell'Ap, Hassan<br />
Asfur, ha affermato che Clinton ha fallito<br />
nei suoi sforzi perché il suo gruppo<br />
di esperti è stato troppo influenzato dalle<br />
posizioni israeliane.<br />
Poche ore prima di questa presa di<br />
posizione, il Presidente degli Usa aveva<br />
rilanciato la sua proposta di pace, annunciando<br />
l’intenzione di far compiere<br />
una nuova missione nella regione all’inviato<br />
speciale statunitense per il Medio<br />
Oriente, Dennis Ross.<br />
I punti sui quali israeliani e palestinesi<br />
non trovano un accordo sono ancora la<br />
sovranità su Gerusalemme, la sorte degli<br />
insediamenti colonici in Cisgiordania e il<br />
ritorno dei quasi quattro milioni di profughi.<br />
La mediazione di Clinton prevede<br />
la rinuncia dell'Ap al diritto al rientro<br />
dei rifugiati in cambio del controllo della<br />
Spianata delle Moschee.<br />
Entrambe le parti non hanno approvato<br />
a pieno il piano. Nei giorni scorsi<br />
Israele ha comunque accettato il proget-<br />
Spagna:<br />
altri attacchi<br />
terroristici<br />
nei Paesi Baschi<br />
MADRID, 8.<br />
Nuovi attacchi terroristici anche se di<br />
scarsa entità si sono verificati nel Paese<br />
Basco spagnolo, in quella che ormai viene<br />
chiamata «calle borroka» (violenza di<br />
strada) e che affianca i veri e propri attentati<br />
dei separatisti dell’«Eta». Nella<br />
notte tra sabato e domenica sono stati<br />
distrutti sedi di una concessionaria di<br />
automobili, di un’agenzia di viaggio e almeno<br />
quattro sportelli bancomat.<br />
I primi attacchi sono arrivati poco dopo<br />
le 22 a Renteria — vicino alla frontiera<br />
francese — dove sono stati distrutti<br />
in modo sincronizzato quattro sportelli<br />
bancomat e una succursale di un'agenzia<br />
di viaggio. Poche ore dopo, è esploso<br />
un ordigno artigianale lasciato all’ingresso<br />
di una concessionaria di automobili<br />
a Bedia, paese in provincia di Vizcaya,<br />
causando gravi danni materiali ma<br />
nessun ferito. Il sindaco di Renteria, Miguel<br />
Buen, ha denunciato questi atti di<br />
violenza, stigmatizzando i settori giovanili<br />
del nazionalismo basco radicale, per<br />
i quali a suo avviso «esiste solo la voglia<br />
di distruggere e di far credere che questa<br />
sia una società senza futuro né speranza».<br />
MARIO AGNES<br />
Direttore responsabile<br />
TIPOGRAFIA VATICANA<br />
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«L'OSSERVATORE ROMANO»<br />
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to come base per la discussione, mentre<br />
l'Ap ha avanzato una serie di riserve. La<br />
questione è stata al vaglio del colloquio<br />
che si è svolto ieri ad Amman tra il Presidente<br />
dell'Ap, Yasser Arafat, e Re Abdallah<br />
II.<br />
Al termine dei colloqui l'agenzia di<br />
stampa ufficiale «Petra» ha reso noto<br />
che, secondo il Sovrano Hashemita,<br />
«una soluzione giusta che garantisca il<br />
diritto al ritorno dei profughi e il loro<br />
indennizzo è una condizione chiave per<br />
raggiungere una pace accettabile per<br />
Colombia: due passanti<br />
uccisi in un attentato<br />
compiuto dall'«Eln»<br />
BOGOTÁ, 8.<br />
Due persone sono morte e altre<br />
20 sono rimaste ferite ieri per un<br />
attentato dei guerriglieri colombiani<br />
dell'«Eln» contro un autoblindo<br />
della polizia nel porto fluviale<br />
di Bucaramanga. Le vittime<br />
sono un bambino di undici anni e<br />
una donna. Fra i feriti, altri sei<br />
bambini. Sempre l'«Eln» si è ieri<br />
resa responsabile dell'attentato<br />
contro l'oleodotto Cano Limon-<br />
Covenas che è rimasto momentaneamente<br />
interrotto.<br />
L'OSSERVATORE ROMANO Lunedì-Martedì 8-9 Gennaio 2001<br />
tutti i popoli della regione e per garantire<br />
la stabilità».<br />
Da parte loro gli israeliani hanno posto<br />
la fine delle violenze come premessa<br />
irrinunciabile per l'inizio delle trattative.<br />
Il «Gabinetto di pace», afferma un comunicato<br />
del Governo guidato dal Primo<br />
Ministro, Ehud Barak, «ritiene che il<br />
rispetto da parte dell’Autorità Palestinese<br />
dei suoi impegni in materia di sicurezza<br />
costituisca la chiave e la condizione<br />
al proseguimento» del negoziato.<br />
L'Organismo si riunirà di nuovo questa<br />
sera per valutare i risultati dell'incontro<br />
tenuto al Cairo tra i responsabili della sicurezza<br />
delle due parti alla presenza del<br />
Capo della Cia, George Tenet. Secondo<br />
le prime informazioni, i colloqui svolti<br />
in Egitto sarebbero falliti rendendo la situazione<br />
quanto mai tesa.<br />
Intanto nei Territori nuovi scontri<br />
hanno provocato altre vittime. La scorsa<br />
notte un palestinese è stato ucciso da<br />
colpi sparati da militari israeliani nella<br />
«Striscia di Gaza». Lo hanno reso noto<br />
fonti ospedaliere e alcuni testimoni oculari.<br />
Abdel Hamid el Hurati, infermiere<br />
di trentaquattro anni, è stato colpito da<br />
alcuni soldati durante una sparatoria nei<br />
pressi della colonia di Netzarim, a Sud<br />
della «Striscia di Gaza». Sale così a 371<br />
il numero dei morti della nuova «Intifada»,<br />
cominciata il 28 settembre scorso a<br />
seguito di una visita alla Spianata delle<br />
Moschee del leader del Likud e della destra<br />
israeliana Ariel Sharon. Tra le vittime<br />
figurano 314 palestinesi, 56 israeliani<br />
e un medico tedesco.<br />
Usa: due detenuti rilasciati dopo 14 anni trascorsi nel «braccio della morte»<br />
WASHINGTON — Due detenuti hanno lasciato<br />
un carcere della Louisiana, dove<br />
hanno trascorso 14 anni nel «braccio della<br />
morte», dopo che la giustizia ha ritirato le<br />
accuse contro di loro, ritenendo che non<br />
ci siano prove sufficienti per sostenere la<br />
loro colpevolezza. Michael Ray Graham,<br />
37 anni e Albert Ronnie Burrell, 45, erano<br />
stati condannati a morte con l’accusa di<br />
aver ucciso nel 1986 un’anziana coppia<br />
della Louisiana. Burrell, negli anni scorsi,<br />
è stato ad un passo dall’esecuzione, che<br />
fu poi fermata 17 giorni prima della data<br />
prevista. Nuove indagini e nuovi processi<br />
hanno smontato le accuse nei loro confronti,<br />
che si basavano in gran parte sulla<br />
deposizione di un informatore dell’ambiente<br />
carcerario. La decisione di prosciogliere<br />
i due detenuti è stata presa alla fine<br />
dell’anno e Graham e Burrell sono sta-<br />
COSTA D'AVORIO Violente sparatorie ad Abidjan<br />
Fallito un tentativo<br />
di colpo di Stato<br />
ABIDJAN, 8.<br />
La situazione in Costa d’Avorio è tornata<br />
totalmente sotto il controllo dell’esercito<br />
su tutto il territorio. Lo hanno<br />
annunciato oggi alla radio, dopo il fallito<br />
colpo di Stato della notte, il Ministro<br />
dell’interno e il Ministro della difesa.<br />
L’attacco, compiuto da alcuni militari<br />
per motivi ancora poco chiari, «si è concentrato<br />
su Abidjan ma le Forze armate<br />
non hanno affatto accolto l’appello degli<br />
ammutinati lanciato attraverso la radio.<br />
Nella notte era stata presa d’assalto la<br />
RUSSIA Morto anche l'imam della moschea della cittadina di Urus-Martan<br />
Cecenia: assassinati dai guerriglieri separatisti<br />
quattro poliziotti dell'amministrazione locale<br />
MOSCA, 8.<br />
Quattro poliziotti ceceni, in servizio<br />
presso l’amministrazione locale filo-russa,<br />
sono stati uccisi nelle ultime ore in<br />
due distinti attentati compiuti con ogni<br />
verosimiglianza dalla guerriglia islamicoseparatista.<br />
Ne ha dato notizia sabato<br />
l’agenzia di stampa russa «Itar-Tass».<br />
Due poliziotti, padre e figlio, sono stati<br />
freddati con colpi d’arma da fuoco da<br />
un commando nella loro casa, a Gudermes,<br />
seconda città della Cecenia. Gli altri<br />
due poliziotti sono stati invece uccisi<br />
nella capitale cecena, Grozny, in un attentato<br />
dinamitardo. Un'azione terroristica<br />
— ha riferito il sindaco filo-russo<br />
di Grozny, Bislan Gantamirov — programmata,<br />
senza successo, per colpire il<br />
corteo dell’ex muftì della Cecenia e attuale<br />
Capo dell’amministrazione filo-russa<br />
dell’intera regione, Akhmed Kadyrov,<br />
sfuggito finora a un’innumerevole serie<br />
di agguati da parte della guerriglia.<br />
I ribelli hanno ucciso negli ultimi mesi<br />
numerosi esponenti e anche semplici<br />
dipendenti dell’amministrazione filo-russa,<br />
bollandoli come traditori della causa<br />
secessionista. Nelle ultime ore, in un altro<br />
attentato dinamitardo, sono stati<br />
inoltre feriti quattro militari russi.<br />
C'è ancora da segnalare che l’imam<br />
della moschea di Urus-Martan, a circa<br />
25 chilometri a Sud-Est di Grozny, è stato<br />
ucciso sabato sera. Lo ha reso noto<br />
ieri la televisione russa. L’imam è stato<br />
ucciso mentre rientrava a casa, e si ritiene<br />
che l’assassinio sia opera dei separatisti<br />
ceceni (islamici) la cui strategia è<br />
quelle di eliminare i religiosi musulmani<br />
considerati legati all’amministrazione fi-<br />
lo-russa, ed in quanto tali ritenuti «traditori»<br />
della causa secessionista.<br />
Le Forze federali russe avevano nei<br />
primi giorni dell'anno avviato una vasta<br />
offensiva per cercare di neutralizzare attentati<br />
e imboscate della guerriglia contro<br />
le truppe di Mosca. In particolare<br />
erano stati usati gli elicotteri «Mi-8»<br />
provvisti di nuovi visori notturni che<br />
rendono più accurati i tiri sulle postazioni<br />
dei ribelli. Secondo Mosca sono stati<br />
distrutti una ventina di rifugi.<br />
Intanto, il Presidente russo, Vladimir<br />
Putin, ha ieri dichiarato: Onoreremo i<br />
Il Congresso degli Stati Uniti<br />
ratifica l'elezione di George W. Bush<br />
WASHINGTON, 8.<br />
Il Congresso degli Stati Uniti ha ratificato<br />
ufficialmente la vittoria di George<br />
W. Bush alle elezioni presidenziali che si<br />
sono svolte il 7 novembre scorso. Bush<br />
si insedierà alla Casa Bianca il 20 gennaio.<br />
Ricapitolando il conteggio dei collegi<br />
elettorali in ogni singolo Stato, l'Aula<br />
ha certificato la vittoria del candidato<br />
repubblicano che si è aggiudicato 271<br />
dei collegi elettorali contro i 267 del democratico<br />
Al Gore.<br />
Il gruppo che riunisce i membri<br />
afroamericani della Camera dei rappresentanti<br />
ha cercato di ostacolare la ratifica<br />
parlamentare della vittoria di Bush<br />
con una mozione. Il testo sottolineava<br />
che è stato Gore ad ottenere il maggior<br />
numero di consensi e chiamava in causa<br />
i problemi emersi in Florida e in altri<br />
Stati nello spoglio delle schede, origine<br />
di una lunga battaglia politica e giudiziaria.<br />
Sebbene sottoscritta da 37 deputati,<br />
la mozione è rimasta lettera morta non<br />
essendo stata appoggiata da alcun membro<br />
del Senato, come prevede il regolamento<br />
parlamentare. Gore, che come<br />
Presidente del Senato dirigeva la seduta,<br />
non ne ha autorizzato la discussione e i<br />
deputati afroamericani hanno lasciato il<br />
Campidoglio in segno di protesta.<br />
Da giorni il capogruppo democratico<br />
al Senato, Tom Daschle, aveva assicurato<br />
che, nonostante l’animosità della battaglia<br />
sullo spoglio delle schede contese,<br />
il suo partito non avrebbe creato ostacoli.<br />
L’assicurazione riflette l’impegno alla<br />
cooperazione espresso dai membri del<br />
Congresso uscito dalle elezioni, che vede<br />
un Senato diviso nettamente in due e i<br />
repubblicani sempre in maggioranza con<br />
uno stretto margine alla Camera Bassa.<br />
La cooperazione tra i due partiti è stata<br />
formalizzata in un accordo che prevede<br />
la costituzione di Commissioni e gruppi<br />
di lavoro misti.<br />
Secondo gli osservatori, la collaborazione<br />
con la controparte dovrebbe consentire<br />
a Bush di fare approvare con relativa<br />
celerità il taglio fiscale da 1.300<br />
miliardi di dollari destinato soprattutto<br />
alle aziende, sul quale il Presidente eletto<br />
intende costruire la sua politica economica.<br />
L’unico terreno di scontro all'orizzonte<br />
sembra quello dei decreti emanati<br />
negli ultimi giorni dal Presidente<br />
uscente, Bill Clinton, il quale ha recentemente<br />
varato una serie di misure lontane<br />
dalla politica repubblicana.<br />
Senegal: approvata<br />
con un referendum<br />
la nuova Costituzione<br />
DAKAR, 8.<br />
Con oltre il 90 per cento di «sì»,<br />
i senegalesi hanno approvato ieri,<br />
secondo dati non ancora definitivi,<br />
la nuova Costituzione. Il referendum<br />
non aveva peraltro suscitato<br />
grandi passioni civili dato che<br />
tutti i principali partiti politici avevano<br />
rivolto un appello agli elettori<br />
per l’approvazione del nuovo<br />
testo costituzionale. Il referendum<br />
che si è svolto ieri ha visto una<br />
partecipazione del 66 per cento<br />
degli aventi diritto al voto.<br />
debiti ereditati dall’Urss». Lo hanno riferito<br />
le principali agenzie di stampa.<br />
«Abbiamo intenzione di pagare — ha<br />
detto ancora il leader del Cremlino — e<br />
lo faremo: non è nell’interesse di alcuno<br />
che la Russia non faccia fronte ai suoi<br />
impegni internazionali». Il Presidente<br />
Putin ha anche specificato che il 25 per<br />
cento del budget nazionale è destinato<br />
al ripianamento dei debiti. I debiti russi<br />
nei confronti dei Paesi membri del<br />
«Club di Parigi» ammontano a 48,3 miliardi<br />
di dollari; 21,1 dei quali nei confronti<br />
della sola Germania.<br />
Ondata di freddo polare in Siberia:<br />
a Novosibirsk 50 gradi sotto lo zero<br />
MOSCA, 8.<br />
Gelo record nella Russia Centro-Orientale, dove con un giorno di anticipo<br />
rispetto alle previsioni le temperature sono precipitate a 50 gradi sotto lo zero,<br />
anche in alcune delle maggiori città della Siberia. Le televisioni hanno mostrato<br />
le immagini dell’ondata di freddo polare abbattutasi in particolare sulle<br />
città di Novosibirsk (un milione e mezzo di abitanti) e di Barnaul dove da<br />
quasi 24 ore il termometro segna i meno 50. Temperature più basse di quasi<br />
25 gradi rispetto alle pur rigide medie stagionali della zona. Si tratta dei picchi<br />
più freddi registrati in queste località dal 1931. Gelo spietato, ben oltre i<br />
meno 40, anche nella regione mineraria carbonifera di Kemerovo e in quella<br />
petrolifera di Tomsk. Fortunatamente non si registrano guasti agli impianti di<br />
riscaldamento. Qualche problema si è comunque verificato in circa 200 case<br />
di un villaggio della regione di Kemerovo, dove le linee elettriche sono saltate<br />
per il sovraccarico dovuto all’uso di stufe. Analoghi periodi di gelo si registrano<br />
in Siberia ogni 10-15 anni, con l’eccezione estrema dei territori centroorientali<br />
dell’inclemente Iakutsia, dove i meno 50 vengono rilevati quasi ad<br />
ogni stagione e sono possibili punte sotto i 60.<br />
televisione, liberata dopo alcune ore grazie<br />
all’intervento dell’esercito.<br />
C’è stato un violento scontro e oltre<br />
alle raffiche di armi automatiche si sono<br />
anche uditi tuonare i cannoni. Subito<br />
dopo è stata occupata la radio, che i rivoltosi<br />
hanno sgomberato all’alba senza<br />
resistenza all’arrivo dei soldati.<br />
I Ministri dell'interno e della difesa<br />
non hanno voluto dare un bilancio completo<br />
delle perdite. Si sa soltanto che<br />
due gendarmi fedeli al Governo sono<br />
stati uccisi e 15 ribelli sono stati catturati.<br />
Il Ministro dell’interno, Boga Doudou,<br />
ha detto che il golpe è stato tentato<br />
da «avventurieri che hanno ritenuto<br />
fosse giunto il tempo di prendere il potere<br />
con le armi». Ma, ha aggiunto il<br />
Ministro senza entrare nei dettagli, «il<br />
tempo dei colpi di Stato è finito».<br />
Il Ministro della difesa, Moise Lida<br />
Kuassi, ha rassicurato i cittadini promettendo<br />
che i colpevoli saranno puniti senza<br />
nessuna indulgenza. Il Presidente ivoriano,<br />
Laurent Gbagbo, che non si trovava<br />
ad Abidjan, dovrebbe tornare oggi<br />
— hanno fatto capire i Ministri dell'interno<br />
e della difesa — e il Governo si<br />
riunirà per esaminare la situazione.<br />
Nelle elezioni presidenziali del 22 ottobre<br />
Gbagbo aveva vinto sconfiggendo il<br />
suo avversario, generale Robert Guei.<br />
Nelle elezioni legislative svoltesi il 10 dicembre<br />
il partito di Gbagbo si è assicurato<br />
la maggioranza dei seggi in Parlamento.<br />
Pochi giorni dopo il Presidente<br />
annunciava che Guei stava reclutando<br />
mercenari nella vicina Liberia.<br />
Il maltempo<br />
paralizza<br />
il Nord-Ovest<br />
della Francia<br />
PARIGI, 8.<br />
Fiumi e torrenti che straripano, paesi<br />
allagati e sgomberati, intere regioni rimaste<br />
senza elettricità ed acqua, strade<br />
e ferrovie interrotte: nel Nord-Ovest della<br />
Francia le alluvioni dal dicembre<br />
scorso stanno provocando gravissimi<br />
danni, mentre cresce la polemica sull’assetto<br />
del territorio.<br />
Attualmente la situazione più difficile<br />
è quella di Redon, grosso centro completamente<br />
alluvionato e con un livello<br />
dell’acqua sempre in aumento. La città<br />
non è al momento raggiungibile se non<br />
in elicottero o con i mezzi fuoristrada<br />
messi a disposizione dall’esercito. I militari<br />
aiutano gli abitanti negli spostamenti<br />
indispensabili. Case e negozi sono allagati<br />
nella zona del porto e al centro. Le<br />
linee elettriche sono saltate, e molti abitanti<br />
sono rimasti senza telefono. La circolazione<br />
automobilistica è paralizzata,<br />
mentre nel centro dalle città si cammina<br />
su assi di legno appoggiati su qualsiasi<br />
cosa affiori dall’acqua e dal fango.<br />
Un grande striscione degli abitanti<br />
esasperati chiede lavori di riassetto del<br />
territorio. Proprio su questo punto la<br />
polemica è ormai aperta da giorni. «I<br />
nostri pacifici fiumi — ha detto Annick<br />
Cleac’h, una geografa di Brest — si sono<br />
trasformati in torrenti tropicali». Sotto<br />
accusa soprattutto la distruzione di<br />
zone boschive e di siepi a vantaggio di<br />
grandi estensioni a disposizione dell’agricoltura<br />
intensiva. Nella seconda metà<br />
del secolo, sottolineano gli esperti, sono<br />
scomparsi stagni e avvallamenti dove<br />
l’acqua rifluiva.<br />
Thailandia: magnate delle comunicazioni<br />
si aggiudica le politiche<br />
BANGKOK, 8.<br />
Si preannuncia ancora più clamoroso<br />
del previsto il trionfo di Thaksin Shinawatra,<br />
magnate delle telecomunicazioni<br />
di origine cinese, alle elezioni svoltesi<br />
domenica in Thailandia: secondo una<br />
stima del Ministero dell’interno il suo<br />
partito, il «Thai Rak Thai», ha raggiunto<br />
la maggioranza assoluta con 257 seggi<br />
su 500, evento mai verificatosi nella storia<br />
politica del Paese. I dati ufficiali, che<br />
si attendevano per ieri, tarderanno ancora<br />
— forse di alcune settimane — a<br />
causa della ripetizione del voto in alcune<br />
parti della Thailandia, dove diversi<br />
neo-deputati sono stati accusati di aver<br />
acquistato voti.<br />
Nonostante possa governare da solo,<br />
Thaksin ha ribadito l’intenzione di cercare<br />
uno o due piccoli alleati per assicurarsi<br />
una tranquilla maggioranza di 320<br />
seggi. Il suo avversario, il Premier<br />
uscente Chuan Leekpai del Partito democratico,<br />
potrà contare solo su 127<br />
seggi. Dalla sua residenza nel Sud della<br />
Thailandia, Chuan ha ammesso la sconfitta.<br />
«C’è un partito — ha dichiarato —<br />
che potrebbe anche governare da solo.<br />
Per cui è assurdo pensare di opporgli altre<br />
coalizioni».<br />
Ma i risultati del voto potrebbero essere<br />
parzialmente inficiati dalle vicende<br />
giudiziarie di Thaksin, che — secondo<br />
quanto segnala l'agenzia «Ansa» — è<br />
stato recentemente giudicato colpevole<br />
di aver evaso il fisco. Ci dovrà essere,<br />
nel giro di alcuni mesi, una sentenza definitiva<br />
della Corte costituzionale, e se<br />
essa confermerà la precedente condanna<br />
gli sarà difficile governare. Thaksin ha<br />
fondato il suo partito nel 1998, con l’esplicito<br />
fine di conquistare il potere.<br />
«Ho tutto ciò che posso avere — ha dichiarato<br />
dopo aver appreso l'esito degli<br />
exit poll — ora desidero fare qualcosa<br />
per il mio Paese. Se i risultati rispecchieranno<br />
i sondaggi mi impegnerò con<br />
cuore e anima nel Governo». Il suo programma<br />
è stato approvato dalla maggioranza<br />
dei 44 milioni di thailandesi chiamati<br />
alle urne. Thaksin è tra l’altro proprietario<br />
dell’unica televisione privata<br />
del Paese e possiede la maggioranza nella<br />
più grande azienda di telecomunicazioni.<br />
Una delle sue tante promesse preelettorali<br />
è di congelare per tre anni i<br />
debiti che i contadini hanno con le banche.<br />
Alla tornata elettorale si sono presentati<br />
3.721 candidati in rappresentanza<br />
di 43 Partiti.<br />
ti il settimo e l’ottavo condannato a morte<br />
che nel corso del 2000 sono stati riconosciuti<br />
innocenti. Dalla reintroduzione negli<br />
anni '70 della pena capitale, 92 persone<br />
sono state liberate dai bracci della morte<br />
dopo essere state riconosciute innocenti.<br />
All’uscita dal carcere di Angola, in Louisiana,<br />
i due detenuti hanno ricevuto come<br />
«rimborso» una giacca di jeans e una<br />
banconota da 10 dollari.<br />
Viêt Nam: bomba<br />
esplodedavantiateatro<br />
HÁ NOI — Una bomba fatta esplodere<br />
dinanzi ad un teatro nel momento<br />
in cui gli spettatori ne stavano<br />
uscendo ha causato non meno<br />
di due morti ed una quindicina<br />
di feriti. L’attentato — di cui si è<br />
avuta notizia domenica — è avvenuto<br />
giovedì scorso a Cam Ranh,<br />
nel Sud del Viêt Nam. Uno dei due<br />
morti è quasi certamente un attentatore<br />
e gli inquirenti danno credito<br />
piuttosto alla pista dell’estorsione<br />
che a quella politica.<br />
Tanzania: sanguinosa<br />
rapina su un traghetto<br />
DAR-ES-SALAAM — Due persone<br />
sono morte e una ventina sono annegate<br />
in un sanguinoso attacco<br />
ad un traghetto di linea sul lago<br />
Tanganika compiuto lunedì da un<br />
gruppo di banditi armati nei pressi<br />
del porto tanzaniano di Kigoma. Lo<br />
hanno reso noto fonti della polizia<br />
secondo le quali sei uomini armati<br />
hanno preso il controllo dell’imbarcazione<br />
e, dopo aver ucciso due<br />
persone — tra le quali un bambino<br />
di tre anni — hanno ingiunto ad<br />
altre venti persone di gettarsi in<br />
acqua. La polizia ritiene che siano<br />
tutte annegate. I banditi hanno rapinato<br />
dei loro averi tutti i circa<br />
cinquanta passeggeri che si trovavano<br />
sul traghetto e si sono poi<br />
dati alla fuga portando con loro alcuni<br />
ostaggi.<br />
Argentina: vittime<br />
del fuoco a Mendoza<br />
BUENOS AIRES — Sette persone<br />
sono morte domenica nella provincia<br />
argentina di Mendoza mentre<br />
lavoravano allo spegnimento di un<br />
incendio. Da molte settimane in<br />
tutto il territorio argentino, e soprattutto<br />
nelle province di La Pampa,<br />
Mendoza e Buenos Aires, le<br />
fiamme hanno divorato quasi due<br />
milioni di ettari di pascoli e bassa<br />
vegetazione. La situazione è particolarmente<br />
grave per gli allevatori<br />
di bestiame, una attività che permette<br />
all’Argentina di essere leader<br />
mondiale nella produzione di<br />
carne. La polizia di Mendoza ha<br />
reso noto che i sette, morti per<br />
asfissia e per le ustioni, sono rimasti<br />
bloccati all’interno del loro<br />
fuoristrada mentre cercavano di<br />
raggiungere il fronte dell’incendio.<br />
Etiopia: rilasciati 976<br />
prigionieri eritrei<br />
ADDIS ABEBA — Quasi mille prigionieri<br />
eritrei, 976 per l'esattezza,<br />
detenuti in Etiopia durante il recente<br />
conflitto tra i due Paesi del<br />
Corno d’Africa sono stati rimessi<br />
in libertà dal Governo di Addis<br />
Abeba. Lo ha reso noto lunedì il<br />
Comitato internazionale della Croce<br />
Rossa precisando che i detenuti<br />
sono stati accompagnati al confine<br />
e presi in consegna dalle autorità<br />
eritree. È questo il secondo gruppo<br />
di eritrei che viene liberato dopo<br />
l’accordo di pace firmato il 12<br />
dicembre scorso e che ha posto fine<br />
a due anni di guerra durante i<br />
quali vi sono stati migliaia di morti.<br />
Il 23 dicembre tra Etiopia ed Eritrea<br />
vi era stato un primo scambio<br />
di prigionieri, per lo più malati o<br />
gravemente feriti.<br />
Yemen: deflagrazione<br />
in una città del Sud<br />
SAN'A — Una potente esplosione<br />
ha scosso lunedì la città di Shoaib,<br />
nello Yemen meridionale, provocando<br />
pesanti danni agli uffici del<br />
Partito socialista (Ysp, opposizione).<br />
Testimoni hanno riferito che lo<br />
scoppio, il quarto nello Yemen meridionale<br />
negli ultimi giorni, è avvenuto<br />
proprio nei pressi della sede<br />
dello «Ysp». Un esponente del<br />
partito a Shoaib ha detto all’agenzia<br />
britannica «Reuters» che vi sono<br />
stati ingenti danni ma nessun<br />
ferito. Nei giorni scorsi tre esplosioni<br />
nella città meridionale di<br />
Aden hanno danneggiato una chiesa<br />
e gli uffici dell’agenzia di stampa<br />
«Saba«. A Aden, la sicurezza è<br />
stata potenziata nell’ottobre scorso<br />
dopo l'attentato contro il cacciatorpediniere<br />
statunitense «Uss Cole»,<br />
nel quale sono rimasti uccisi diciassette<br />
marinai.<br />
Germania: incendio<br />
inunalbergoinBaviera<br />
BERLINO — Trenta persone sono<br />
rimaste ferite, quattro di esse in<br />
maniera grave, per un incendio<br />
scoppiato nella notte tra domenica<br />
e lunedì in un albergo di Straubing,<br />
località bavarese nei pressi<br />
di Monaco. Come ha riferito la polizia,<br />
le fiamme si sono sviluppate<br />
per cause sconosciute poco prima<br />
delle 4 in uno dei locali di servizio<br />
dell’albergo, situato nel centro storico<br />
della cittadina. I feriti e gli altri<br />
ospiti dell’hotel, a causa del<br />
denso fumo che ha interamente<br />
avvolto l’interno dell’edificio, sono<br />
stati messi in salvo dall’esterno<br />
con scale dei vigili del fuoco. I circa<br />
cento pompieri intervenuti sono<br />
riusciti ad evitare che l’incendio si<br />
propagasse agli edifici attigui.