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ASIA<br />

PAGINA<br />

7 .<br />

Il cammino<br />

della Chiesa<br />

ASIA Da oltre vent'anni i gesuiti promuovono questo impegno di solidarietà<br />

Capillare assistenza ai rifugiati<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Sabato 6 Gennaio 2001<br />

nel segno dell'amore e della carità<br />

Da oltre vent'anni i gesuiti<br />

svolgono, nelle varie regioni<br />

dell'Asia, un'assidua attività a<br />

sostegno dei rifugiati. Per ricordare<br />

il significativo anniversario<br />

e, al tempo stesso, per fare<br />

il punto della situazione, si<br />

è svolto recentemente un incontro<br />

che ha visto riuniti in<br />

India i membri del «Jesuit Refugee<br />

Service» (JRS).<br />

All'assise hanno preso parte<br />

anche religiose e laici, originari<br />

dall'India, del Nepal e dallo Sri<br />

Lanka, che prestano una preziosa<br />

azione nel contesto dell'attività<br />

di solidarietà a beneficio<br />

dei rifugiati. «L'impegno diretto<br />

ad aiutare queste persone<br />

— ha affermato durante i lavori<br />

dell'incontro Padre Amalraj<br />

Chinnappan, Direttore del «Je-<br />

suit Refugee Service» del Sud<br />

dell'Asia — rappresenta una vera priorità».<br />

Ed ha ricordato, a tale proposito, i<br />

volontari che hanno dato la propria vita<br />

nel compimento della propria missione.<br />

Quella dei rifugiati — è stato rilevato<br />

durante l'assise — costituisce una delle<br />

«piaghe» dell'epoca attuale. Questo fenomeno<br />

che, a motivo dei conflitti e delle<br />

tensioni che segnano tante regioni della<br />

terra, sembra destinato ad aggravarsi,<br />

investe, nella sua complessità, soprattutto<br />

donne e bambini. L'attività svolta dai<br />

gesuiti si concentra, attualmente, in India,<br />

in Nepal e nello Sri Lanka. Sulla<br />

base delle statistiche stilate dal «Jesuit<br />

Refugee Service» si constata che molti<br />

rifugiati sono presenti nello Sri Lanka.<br />

Nel richiamare i punti principali dell'azione<br />

di sostegno a favore dei rifugiati,<br />

Padre Amalraj ha sottolineato che l'obiettivo<br />

di fondo perseguito dai membri<br />

dell'Organizzazione consiste nell'aiutare<br />

queste persone a «camminare con le<br />

proprie gambe», sottraendole da qualsivoglia<br />

vincolo di sudditanza e di condizionante<br />

dipendenza. Ecco allora l'impegno<br />

del «Jesuit Refugee Service» diretto<br />

a trovare, a beneficio dei rifugiati, un lavoro<br />

stabile che permetta loro di inserirsi,<br />

col tempo, in modo sereno e proficuo,<br />

nel tessuto sociale e civile del territorio.<br />

Durante l'incontro non si è mancato<br />

di ricordare che molte di queste<br />

persone hanno vissuto «drammatiche<br />

esperienze di maltrattamenti». Si tratta<br />

di un'assai triste eredità che è molto difficile<br />

dimenticare e che, molto spesso,<br />

condiziona il loro rapporto con il mondo<br />

esterno.<br />

Basti pensare che sono tanti, nelle file<br />

dei rifugiati, ad aver avuto uccisi uno o<br />

più membri della propria famiglia. Nasce<br />

da qui — evidenzia Padre Amalraj<br />

— l'esigenza di fornire a tutte queste<br />

persone un valido sostegno di carattere<br />

psicologico, così da aiutarli concretamente<br />

nel cominciare, nel segno della<br />

serenità, una nuova vita. È da sottolineare<br />

che il «Jesuit Refugee Service» ha<br />

da tempo stabilito forti legami di collaborazione<br />

con la Caritas attiva in Nepal.<br />

Grazie a questa forma di collaborazione,<br />

è stato avviato un efficace programma<br />

di assistenza che, nel tempo, è riuscito a<br />

coinvolgere più di 30.000 rifugiati. In<br />

questo intenso impegno sono coinvolti,<br />

tra gli altri, più di novecento laici, chiamati,<br />

anzitutto, a svolgere un compito<br />

di assistenza umana ed educativa.<br />

L'incontro del «Jesuit Refugee Service»<br />

ha permesso anche un confronto<br />

delle diverse esperienze maturate da tutti<br />

coloro che sono impegnati nell'opera<br />

di aiuto ai rifugiati. Questo confronto —<br />

afferma suor Rita Puthenkulam — ha<br />

dato la possibilità di capire ancora più a<br />

fondo la bellezza e l'importanza di un'azione<br />

che si caratterizza per una carità<br />

gratuita, che nulla chiede in cambio, e<br />

che arricchisce spiritualmente anzitutto<br />

coloro che offrono aiuto. Il gesuita Padre<br />

Lisbert D'Souza sottolinea che la<br />

missione portata avanti dal «Jesuit Refugee<br />

Service» si pone in perfetta sintonia<br />

con l'impegno diretto a salvaguardare la<br />

giustizia e i diritti fondamentali della<br />

persona. Un impegno, questo, che negli<br />

ultimi anni i gesuiti attivi nelle diverse<br />

regioni dell'Asia hanno intensificato con<br />

crescente zelo e dedizione. Nel corso dei<br />

lavori è stato posto l'accento anche sul<br />

fatto che l'intera azione promossa dal<br />

«Jesuit Refugee Service» si inserisce an-<br />

che in un contesto ecumenico,<br />

dal momento che i tanti rifugiati,<br />

di cui si prendono cura i<br />

membri dell'Associazione, appartengono<br />

a diverse religioni.<br />

Ecco allora che questo impegno<br />

di solidarietà viene ad arricchirsi<br />

del valore del rispetto,<br />

del reciproco ascolto, dell'autentica<br />

tolleranza.<br />

Così, in questo ambito, sia<br />

coloro che aiutano sia coloro<br />

che ricevono sostegno hanno<br />

l'opportunità di vivere un'esperienza<br />

formativa. L'attività del<br />

«Jesuit Refugee Service» non è<br />

rivolta, per così dire, solo al<br />

suo interno. L'obiettivo, infatti,<br />

è anche quello di sensibilizzare<br />

sempre di più anche le altre<br />

realtà associative impegnate,<br />

con pari nobili finalità, a pro-<br />

muovere azioni di testimonian-<br />

za a beneficio di quanti sono costretti a<br />

vivere nella condizione di rifugiati. Creare<br />

una «consapevolezza sempre più globale»<br />

del fenomeno: questo, in sintesi,<br />

uno degli scopi perseguiti dall'Associazione.<br />

Nel fare il bilancio di questi venti<br />

anni di attività, è stato evidenziato che<br />

da un «piccolo» gruppo, nel 1980, il «Jesuit<br />

Refugee Service» si è gradualmente<br />

esteso. Attualmente — ha detto Padre<br />

Luis Magrina, Segretario internazionale<br />

del JSR — il nostro organismo può contare<br />

su una rete di servizi estesa in varie<br />

parti del mondo, cui si lega il prezioso<br />

contributo di religiose di più di settanta<br />

Congregazioni.<br />

INDIA L'ingresso in Diocesi dell'Arcivescovo di Delhi, Mons. Vincent Michael Concessao<br />

Alimentare un concreto spirito di servizio<br />

a sostegno dei poveri e degli emarginati<br />

Una viva esortazione a costruire una<br />

società basata sullo «spirito di servizio»<br />

e nel segno del dialogo interreligioso è<br />

stata rivolta ai fedeli dall'Arcivescovo di<br />

Delhi, Mons. Vincent Michael Concessao.<br />

Il Presule, che è succeduto all'Arcivescovo<br />

Alan de Lastic, morto in un incidente<br />

stradale in Polonia nel giugno<br />

scorso, ha sottolineato, nella cerimonia<br />

di insediamento svoltasi a fine novembre,<br />

nella Cattedrale di New Delhi, che i<br />

credenti sono chiamati a proporsi quali<br />

«difensori« della fede, così da proteggerla<br />

da ogni insidia e minaccia che può<br />

arrecarle l'epoca contemporanea.<br />

Essere «difensori»<br />

della fede<br />

L'Arcivescovo Concessao, che è anche<br />

Vice Presidente della Conferenza Episcopale<br />

dell'India, ha al tempo stesso invitato<br />

i fedeli a perseverare, nel nuovo<br />

millennio, nella fondamentale opera di<br />

evangelizzazione.<br />

Occorre sempre di più — ha detto il<br />

Presule nell'omelia della Concelebrazione<br />

Eucaristica — diffondere in India,<br />

come nel mondo intero, il messaggio<br />

cristiano di salvezza. Si tratta di una<br />

missione resa ancor più necessaria da<br />

tutti quei tristi avvenimenti di odio e di<br />

sopraffazione che stanno a significare<br />

proprio il contrario rispetto a ciò che il<br />

Vangelo professa. Ecco allora l'ineludibile<br />

esigenza di farsi promotori credibili e<br />

coraggiosi di un impegno di annuncio<br />

capace di coinvolgere le varie fasce della<br />

popolazione e di penetrare stabilmente<br />

nelle menti e nei cuori.<br />

Nell'affermare la propria fedeltà a Cristo<br />

— ha detto l'Arcivescovo di Delhi —<br />

ci si impegna, al tempo stesso, a prolungare<br />

l'opera missionaria diretta alla capillare<br />

evangelizzazione delle genti. Un<br />

forte accento è stato poi posto dal Presule<br />

sulla necessità di realizzare un efficace<br />

e generoso servizio a beneficio dei<br />

tanti poveri presenti in India.<br />

Al riguardo è da ricordare che già nel<br />

1991, in qualità di Vicario Generale dell'Arcidiocesi<br />

di Delhi, Mons. Concessao<br />

aveva richiamato l'esigenza di definire<br />

un mirato programma di assistenza sociale<br />

per garantire agli indigenti un concreto<br />

aiuto, umano e materiale.<br />

Da allora egli ha proseguito nella realizzazione<br />

di questo obiettivo, promuovendo<br />

iniziative e attività di assistenza ai<br />

più poveri, stabilendo, al tempo stesso,<br />

costruttivi vincoli di collaborazione con<br />

associazioni di volontariato attive nei diversi<br />

ambiti legati all'impegno di solidarietà<br />

ai bisognosi.<br />

Aiutare<br />

chi è in difficoltà<br />

Ora, come Arcivescovo di Delhi,<br />

Mons. Concessao ha espresso il suo rinnovato<br />

impegno a proseguire lungo<br />

questo cammino affinché tutta l'Arcidiocesi<br />

possa costituire un preciso e saldo<br />

punto di riferimento per tutti coloro<br />

che vivono in situazioni di disagio e di<br />

difficoltà.<br />

Il Presule ha quindi richiamato l'attenzione<br />

sull'importanza di salvaguardare,<br />

con vero senso di responsabilità, i<br />

valori della giustizia, dell'uguaglianza,<br />

FILIPPINE La generosa attività è realizzata da una fondazione situata a Malolos<br />

Accanto ai religiosi anziani e ammalati<br />

È dal 1994 che il centro istituito, nelle<br />

Filippine, su iniziativa di Mons. Sabino<br />

Vengco, svolge un'intensa attività di assistenza<br />

a sostegno di sacerdoti e religiosi<br />

anziani e con problemi di salute. Il<br />

centro sorge a Malolos, a 45 chilometri<br />

a nord-est di Manila. Esso assiste 126<br />

preti diocesani tra i 50 e i 90 anni, provenienti<br />

da dodici Paesi.<br />

Il nostro obiettivo, al momento, —<br />

spiega Mons. Vengco — è di allargare il<br />

centro fino a farlo diventare un vero e<br />

proprio villaggio con annesse strutture<br />

sempre più efficaci e funzionali. Il terreno<br />

dove porre in atto il progetto è già a<br />

disposizione — prosegue —. Come pure<br />

sono in procinto di essere realizzati quegli<br />

impegni necessari per il perseguimento<br />

di questo importante obiettivo.<br />

Al contempo, tuttavia, occorre fare altri<br />

passi preliminari al fine di evitare che<br />

l'intero progetto non finisca per «zoppicare»<br />

lungo il cammino. Il pensiero dei<br />

responsabili del centro non è ovviamente<br />

diretto solo agli aspetti tecnici e logistici.<br />

Il nostro impegno — afferma Mons.<br />

Vengco — si concentra nel cercare i migliorare<br />

sempre di più i rapporti di solidarietà<br />

e di fraternità tra coloro che so-<br />

Il problema dei rifugiati investe molte regioni dell'Asia<br />

no ospitati dal centro. In questa azione<br />

sono coinvolti, in prima linea, i giovani,<br />

religiosi e laici, i quali quotidianamente<br />

si impegnano ad alimentare un rapporto<br />

sereno e fraterno con i religiosi anziani.<br />

Tra i volontari attivi nel centro, da segnalare<br />

gli studenti di mariologia e di<br />

teologia. Essi sono anche chiamati all'impegno<br />

di cercare quei religiosi che,<br />

in età ormai avanzata e afflitti da problemi<br />

di salute, non hanno un punto di<br />

riferimento cui rivolgersi.<br />

È chiaro — afferma Mons. Vengco —<br />

che l'obiettivo è quello di sottrarre queste<br />

persone dal più che possibile rischio<br />

dell'isolamento e dell'indifferenza. Spesso<br />

infatti gli anziani finiscono per essere<br />

dimenticati, triste premessa al troppo<br />

diffuso dramma della solitudine. È da<br />

questa precisa consapevolezza che il<br />

centro attinge sempre nuove energie ai<br />

fini di un'azione di testimonianza efficace<br />

e profondamente motivata.<br />

Sono numerose le espressioni di gratitudine<br />

dei religiosi che vengono assistiti<br />

in questo centro. Essi sottolineano la<br />

«felicità» che li pervade nel vedere tanti<br />

volontari prendersi amorevole cura di<br />

loro. Un'assistenza generosa, che sa coniugare<br />

l'aspetto squisitamente umano e<br />

il versante più strettamente tecnico, attraverso,<br />

per esempio, il rifornimento di<br />

medicinali e il reperimento di quei generi<br />

alimentari indicati a seconda dei disturbi<br />

di cui soffrono gli ospiti del centro.<br />

Quanti operano nella struttura — dicono<br />

gli anziani religiosi — ci hanno ridato<br />

una nuova speranza, un diverso e<br />

più sereno sguardo con cui contemplare<br />

la vita e le sue bellezze. Da rilevare che<br />

Mons. Vengco ha concepito l'idea di<br />

fondare un centro con queste finalità e<br />

con queste caratteristiche dopo la morte<br />

di un suo amico sacerdote, che lo ha indotto<br />

a riflettere su come vivere con la<br />

dovuta serenità dopo la fine del ministero<br />

attivo.<br />

Sono numerosi i religiosi anziani in<br />

pensione, a Manila, che gli operatori del<br />

centro sono riusciti a trovare e quindi a<br />

sostenere grazie all'attività promossa dal<br />

centro.<br />

Alcuni — afferma Mons. Vengco — li<br />

abbiamo trovati in condizioni critiche,<br />

con nessuno che si prendesse cura di loro.<br />

Adesso, grazie al centro e ai suoi volontari,<br />

questi religiosi non sono più soli,<br />

e vivono con gioia e serenità.<br />

Manila: corso di specializzazione per laureati in teologia<br />

Nell'Università «Santo Tomas» di Manila, nelle<br />

Filippine, è stato recentemente istituito un corso<br />

di specializzazione per i laureati in teologia. Un<br />

corso diretto ad approfondire, in particolare, i<br />

metodi legati a sempre più aggiornate «strategie<br />

pastorali» per una capillare diffusione del messaggio<br />

cristiano.<br />

Tra i temi trattati nell'ambito del corso di specializzazione<br />

vi sono: «Comprendere la verità<br />

nelle Sacre Scritture»; «I misteri della fede e il<br />

TURKMENISTAN Concerto musicale organizzato dalla Nunziatura per il Giubileo<br />

Un avvenimento culturale cui si lega<br />

un forte significato religioso e spirituale<br />

Nel contesto del Grande Giubileo,<br />

Padre Andrzej Madej, Addetto Culturale<br />

della Nunziatura Apostolica in<br />

Turkmenistan e i suoi Collaboratori,<br />

assieme al Ministero della Cultura e al<br />

Conservatorio Nazionale, hanno organizzato,<br />

il 27 novembre scorso, un<br />

concerto musicale cui si è legato un<br />

profondo significato. Infatti, data la situazione<br />

politica del Paese e la posizione<br />

sociale della Chiesa cattolica,<br />

che non conta più di 50 persone, il<br />

concerto può ben considerarsi un<br />

evento eccezionale. Coinvolgendo tante<br />

persone, rappresentanti di differenti<br />

religioni, questa prima manifestazione<br />

pubblica della Chiesa cattolica in Turkmenistan<br />

ha segnato un avvenimento<br />

di sicuro rilievo, in riferimento anche<br />

al processo di rimarginazione delle<br />

molte ferite lasciate da settant'anni di<br />

regime comunista.<br />

Il repertorio ha incluso il «Requiem»<br />

di Verdi, il «Paradiso» di Klanton,<br />

l'«Agnus Dei» di Bizet, l'«Ave Maria»<br />

di Schubert, la «Serenada» di<br />

Tchaikovsky, la «Barkarola» di Chopin,<br />

il Concerto di Brandeburg di Bach,<br />

e tre opere contemporanee del<br />

compositore turcmeno Allajrov. Padre<br />

Madej e i suoi collaboratori hanno<br />

personalmente distribuito più di 500<br />

inviti per il concerto, e il quotidiano<br />

nazionale «Turkmenistan» ha pubblicato,<br />

il giorno prima dell'evento, un<br />

articolo preparato dallo stesso Padre<br />

Madej.<br />

della libertà, contemplati e custoditi nella<br />

legge. Solo, infatti, sul rispetto autentico<br />

e fedele di questi valori è possibile<br />

creare una «nuova società» che sappia<br />

vivere nel segno della fratellanza e dell'armonia,<br />

e che sia in grado di tutelare<br />

i diritti e le aspirazioni dei più deboli e<br />

dei più svantaggiati.<br />

Il Presule, Presidente della Commissione<br />

dei Vescovi Indiani per la Giustizia<br />

e la Pace, ha sottolineato che nessuno<br />

tra i poveri «deve andare a letto la sera<br />

affamato» e a nessuna famiglia deve<br />

mancare il pane quotidiano. Il Presule<br />

ha evidenziato la necessità di promuovere<br />

la giustizia sociale attraverso «meccanismi<br />

appropriati» in grado di ridurre e<br />

poi di abolire definitivamente le ingiustizie<br />

di carattere economico, sociale e politico.<br />

Un'attenzione privilegiata va poi riservata<br />

all'impegno educativo, che deve<br />

raggiungere anzitutto coloro che non<br />

sempre hanno la possibilità di accedere<br />

facilmente alle strutture educative. Ecco<br />

allora il progetto di «portare» le diverse<br />

attività educative nei sobborghi e nei<br />

quartieri più poveri dell'Arcidiocesi, nel<br />

segno di un impegno militante e dinamico,<br />

in grado di coniugare il versante<br />

propriamente culturale e l'aspetto logistico.<br />

Nei confronti di questo problema —<br />

ha sottolineato il Presule — la Chiesa in<br />

India è molto sensibile, tanto da promuovere,<br />

al riguardo, sempre nuove<br />

idee ed iniziative. L'Arcivescovo Concessao<br />

ha quindi richiamato l'esigenza di<br />

promuovere il dialogo interreligioso, di<br />

vitale importanza per il benessere e<br />

Prima del concerto, il Vice Ministro<br />

della Cultura, la Signora Galina Jaskulievna,<br />

ha rivolto ai presenti un discorso<br />

di benvenuto. È una gioia autentica<br />

— ha detto — essere qui riuniti in occasione<br />

di questo straordinario concerto<br />

organizzato nel contesto delle<br />

celebrazioni del Grande Giubileo. Il<br />

Vice Ministro della Cultura ha poi sottolineato<br />

che l'amore di Gesù non è limitato<br />

ad un linguaggio o ad un gruppo,<br />

ma, al contrario, abbraccia tutti i<br />

popoli di ogni tempo e luogo. La Signora<br />

Jaskulievna ha formulato l'auspicio<br />

che il Giubileo contribuisca a<br />

rafforzare i legami di amicizia e di fratellanza<br />

tra le genti, e che al contempo<br />

renda ancora più intensa, in ogni<br />

persona, la tensione verso Dio. Il Vice<br />

Ministro della Cultura ha poi aggiunto<br />

che sarebbe difficile immaginare la<br />

cultura e la civiltà contemporanea<br />

senza la figura di Cristo e ciò che Egli<br />

ha portato nella storia dell'umanità.<br />

Ha infine ricordato i tanti artisti che,<br />

nelle loro opere e nelle loro creazioni,<br />

si sono ispirati alla figura e ai contenuti<br />

del messaggio salvifico di Cristo.<br />

Tutti i 470 posti della sala erano occupati,<br />

con più di un centinaio di persone<br />

in piedi. Vi erano, tra gli altri, gli<br />

Ambasciatori di Stati Uniti, India e<br />

Romania, il Capo Missione Osce, l'Incaricato<br />

d'Affari dell'Ucraina, gli Addetti<br />

Culturali di Germania e Uzbekistan,<br />

e vari membri dell'Ambasciata<br />

per la crescita spirituale dell'intera comunità.<br />

Su questo versante — ha rilevato il<br />

Presule — si misurano il senso di responsabilità,<br />

la serietà, la maturità di un<br />

contesto sociale determinato a vivere nel<br />

segno della pace, del rispetto reciproco,<br />

del mutuo arricchimento interiore.<br />

Il versante religioso, infatti, deve essere<br />

concepito e vissuto come via privilegiata<br />

per edificare una civiltà che si basi<br />

su un inestimabile patrimonio di carattere<br />

spirituale e culturale. Occorre fare in<br />

modo — ha poi rilevato il Presule —<br />

che ciascuno, nessuno escluso, sia messo<br />

nelle condizioni di contribuire alla<br />

crescita spirituale dell'Arcidiocesi e dell'intera<br />

Nazione. Per raggiungere questo<br />

obiettivo, è necessario valorizzare adeguatamente<br />

i talenti e le capacità di<br />

ogni persona, a partire da quelli che rischiano<br />

di essere isolati e posti ai margini<br />

della società.<br />

Rafforzare<br />

lo spirito di comunione<br />

In questo senso la Chiesa in India non<br />

cessa di richiamare le coscienze al dovere<br />

di rispettare la dignità e il valore intrinseco<br />

di ogni persona. L'Arcidiocesi<br />

di Delhi — ha detto il Presule — deve<br />

perseverare lungo questo cammino, proponendosi<br />

come riferimento e come<br />

esempio. L'obiettivo è quello di rendere<br />

l'intera comunità ecclesiale «testimone<br />

vivente» di una realtà di fede basata su<br />

un profondo e sincero spirito di comunione.<br />

India: il nuovo Vescovo di Tiruchirapalli<br />

e il nuovo Presule coadiutore di Alleppey<br />

La Diocesi di Tiruchirapalli, in India,<br />

ha un nuovo Vescovo: è il Rev.do Antony<br />

Devotta, nato a San Thome, in Arcidiocesi<br />

di Madras and Mylapore, nel<br />

giugno del 1943. La Diocesi di Tiruchirapalli,<br />

nello Stato di Tamil Nadu, è una<br />

delle cinque Diocesi suffraganee della<br />

Sede Metropolitana di Madurai. Si<br />

estende su una superficie di oltre 18.000<br />

chilometri quadrati. I cattolici di rito latino<br />

sono 392.430, raggruppati in 81 parrocchie<br />

e seguiti da 257 sacerdoti. Nel<br />

territorio operano poi 156 fratelli religiosi,<br />

1.043 religiose e 39 seminaristi maggiori.<br />

Dopo gli studi elementari a San Thome,<br />

il Rev. Devotta è entrato nel Seminario<br />

maggiore «Sacred Heart Seminary»<br />

in Poonamalee, Madras. È stato ordinato<br />

sacerdote nell'agosto del 1971. È<br />

stato Vice parroco della Cattedrale e Vice-editore<br />

del «New Leader» (1971-78).<br />

Ha studiato a Roma, dove ha conseguito<br />

la Licenza in Teologia pastorale presso<br />

l'Università Lateranense (1978-1981).<br />

È stato professore nel «Sacred Heart Seminary»<br />

a Poonamallee (1981-84). Dal<br />

1995 è Vicario Generale e parroco della<br />

Cattedrale dell'Arcidiocesi di Madras<br />

and Mylapore.<br />

Il Rev.do Stephen Athipozhiyil è il<br />

nuovo Vescovo coadiutore per la Diocesi<br />

di Alleppey, in India. È nato nel 1944<br />

a Chennavely, in Diocesi di Alleppey,<br />

nello Stato del Kerala. La Diocesi è stata<br />

eretta nel giugno 1952, ed è una delle<br />

dieci Diocesi suffraganee della Sede Metropolitana<br />

di Verapoly. Dal 1984 la Diocesi<br />

è stata governata da Mons. Peter<br />

M. Chenaparampil, già coadiutore della<br />

medesima negli anni 1982-84. La Diocesi<br />

ha una superficie di 333 chilometri quadrati.<br />

Nel territorio vi sono 31 parrocchie;<br />

sono attivi 82 sacerdoti, 291 religiose<br />

e 30 seminaristi maggiori. Da rilevare<br />

poi che nella Diocesi vi sono 25<br />

scuole cattoliche elementari, 15 scuole<br />

superiori, 15 centri di educazione sociale<br />

e 12 ospedali e dispensari. Il neo Vescovo<br />

coadiutore, dopo gli studi primari<br />

e secondari, è entrato nel Seminario Minore<br />

di Alleppey. Ha compiuto gli studi<br />

filosofici e teologici negli anni 1963-69<br />

presso il Pontificio Seminario di Pune. È<br />

stato ordinato sacerdote nell'ottobre<br />

1969. Dopo l'ordinazione sacerdotale ha<br />

ricoperto vari incarichi. È stato prefetto,<br />

economo e rettore del Seminario Minore<br />

ad Alleppey (1970-83). Dal 1998 è rettore<br />

del Seminario Minore di Alleppey.<br />

Magistero»; «La Chiesa e le comunicazioni sociali:<br />

documenti e strutture».<br />

Un rilievo particolare viene dato al positivo<br />

ruolo che i mezzi di comunicazione sociale possono<br />

svolgere nell'opera di evangelizzazione. È<br />

questo un tema — sottolineano i responsabili del<br />

corso — sul quale occorre stimolare un'adeguata<br />

sensibilizzazione, nella consapevolezza che nel<br />

Terzo Millennio ogni strumento atto a radicare il<br />

seme del Vangelo va adeguatamente valorizzato.<br />

russa. Duecentocinque tra musicisti e<br />

coristi erano impegnati nell'esibizione.<br />

Nell'articolo di presentazione dell'importante<br />

avvenimento, Padre Andrzej<br />

Madej aveva richiamato il senso<br />

profondo che si lega all'evento giubilare.<br />

Un significato che investe non solo<br />

il versante religioso, ma che coinvolge<br />

direttamente anche l'ambito storico e<br />

culturale. La storia e la cultura —<br />

scrive l'Addetto Culturale della Nunziatura<br />

Apostolica in Turkmenistan —<br />

prendono i loro riferimenti dalle differenti<br />

sfere della vita, ma ciascuna appartiene<br />

ugualmente all'umanità, credenti<br />

e non credenti.<br />

Il processo di comprensione dello<br />

sviluppo storico, diretto a raggiungere<br />

l'armonia nell'universo e una moralità<br />

di alto profilo tra i popoli, comprende<br />

anche il Turkmenistan. Nei secoli la<br />

cultura del Paese ha interagito attivamente<br />

con la cristiana gerarchia dei<br />

valori. Questa tendenza continua oggi.<br />

I principi della libertà di coscienza approvati<br />

dal Presidente Saparmurat<br />

Atayevich Niyazov creano condizioni<br />

favorevoli per lo sviluppo dell'essere<br />

umano come persona, dando ad ogni<br />

cittadino l'opportunità di scegliere un<br />

personale modo di guadagnare una<br />

vera conoscenza di se stessi.<br />

Nell'articolo Padre Madej ricorda<br />

che la consacrazione di una chiesa cristiana<br />

in Turkmenabat rappresenta un<br />

altro evento. Molto presto un'altra<br />

chiesa cristiana sarà aperta a Tedjen.<br />

Viêt Nam: un centro<br />

di accoglienza<br />

per orfani<br />

non vedenti<br />

Un non vedente, Paul Dao Khanh<br />

Truong, dell'Arcidiocesi di Thàn-Phô Hô<br />

Chí Minh, Hôchiminh Ville, ha vinto la<br />

«sfida» che si era prefisso: creare un<br />

centro per dare ospitalità ad orfani non<br />

vedenti. Lo scopo della bella iniziativa è<br />

quello di evitare che questi ragazzi siano<br />

abbandonati, che siano lasciati a se stessi<br />

senza il vivo calore degli affetti.<br />

Paul Dao Khanh Truong è rimasto<br />

cieco dopo aver contratto il vaiolo da<br />

giovane. In questo centro — spiega —<br />

ci sentiamo sempre di più una famiglia,<br />

viviamo col sorriso e nella gioia. Khan<br />

Truong può contare su un lavoro stabile<br />

e su una vita, giudicata dal punto<br />

di vista personale, «sufficientemente<br />

serena».<br />

«Eppure — sottolinea — il pensiero<br />

che ragazzi che hanno la mia stessa infermità<br />

e che non possono nemmeno vivere<br />

insieme con i propri genitori soffrano,<br />

fa soffrire anche me, togliendomi la<br />

serenità. Dovevo, quindi, alleviarne il<br />

peso delle privazioni». In questo centro<br />

di accoglienza vengono organizzati incontri<br />

di preghiera e di riflessione. «Ci<br />

soffermiamo sui passi del Vangelo — dice<br />

Khanh Truong — e ogni volta abbiamo<br />

la possibilità di apprezzare quanto<br />

Gesù, nella sua missione terrena, ha fatto<br />

per il bene dei poveri e dei malati».<br />

L'età degli orfani ospiti del centro è<br />

varia: va dagli adolescenti ai giovani che<br />

studiano all'università. L'idea di promuovere<br />

questa iniziativa di solidarietà<br />

è nata nel 1985. Khanh Truong, dopo<br />

avver compiuto le consuete pratiche burocratiche,<br />

è riuscito a comprare una<br />

casa, che ben presto è diventata il centro<br />

di accoglienza per queste persone.<br />

Attualmente esso ospita più di sessanta<br />

giovani.<br />

Di fronte alla casa vi è un giardino<br />

dove tutti sono soliti radunarsi per vivere<br />

momenti ricreativi, di aggregazione e<br />

di comunione. I ragazzi vanno a scuola<br />

regolarmente, chi la mattina, chi il pomeriggio,<br />

per cui, grazie ad una ben mirata<br />

organizzazione, viene quotidianamente<br />

promossa un'attenta formazione<br />

umana, spirituale e culturale degli ospiti<br />

del centro.<br />

Da rilevare che nell'ambito del centro<br />

un prezioso sostegno viene garantito da<br />

suore, appartenenti ad alcune Congregazioni<br />

attive nel territorio, che impartiscono<br />

lezioni di catechismo. Una presenza,<br />

quella delle religiose, che rappresenta<br />

un «segno» importante per questi<br />

ragazzi, che così si vedono considerati e<br />

amati. Il centro può contare anche sul<br />

decisivo apporto di volontari che più lavorano<br />

per il centro più apprezzano, a<br />

detta loro, i valori di condivisione e di<br />

fratellanza che in esso si coltivano.<br />

Nguyen Thi Than è uno di questi volontari.<br />

«Ho conosciuto Khanh Truong<br />

— racconta — e subito ha avuto modo<br />

di apprezzare la sua grande umanità.<br />

Grazie a lui ho imparato, tra l'altro, l'inglese,<br />

ho poi conseguito il diploma di insegnante<br />

ed ora lavoro a tempo pieno<br />

per il centro». Nguyen Thi Than dà lezioni<br />

di inglese a ventotto ragazzi non<br />

vedenti, i quali — sottolinea — vivono<br />

questa esperienza ben contenti, con<br />

sempre crescente impegno.

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