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.<br />
PAGINA<br />
«Anche noi ci troviamo pervasi dalla<br />
stessa immensa gioia con cui si è conclusa<br />
la splendida avventura dei Magi,<br />
che si sono messi in cammino, hanno<br />
cercato e chiesto con il cuore occupato<br />
da un desiderio ardente: incontrare il<br />
Messia, adorarlo. Il loro cammino è stato<br />
guidato dalla stella ed orientato dalla<br />
fede, sostenuta dalla parola dei profeti.<br />
Una parola viva e decisiva, che ha dato<br />
loro la “grandissima gioia” di vedere “il<br />
bambino con Maria sua madre”. Con lo<br />
stesso spirito con cui i Magi offrirono i<br />
loro doni al Signore, confermiamo, ai<br />
suoi piedi l'impegno di una più intensa<br />
vita cristiana ed ecclesiale, che abbiamo<br />
assunto durante l'Anno giubilare». Con<br />
queste parole il Delegato Pontificio per<br />
la Basilica del santo, Arcivescovo Marcello<br />
Costalunga, ha voluto sottolineare<br />
il forte significato della celebrazione presieduta<br />
nel santuario antoniano in occasione<br />
della chiusura del Giubileo. Una<br />
cerimonia resa ancor più solenne in<br />
questa Basilica che porta il titolo personale<br />
di Giovanni Paolo II e che dipende<br />
direttamente dalla sua cura pastorale.<br />
Con Monsignor Costalunga hanno<br />
concelebrato i religiosi della Comunità<br />
delsanto,fra i quali lo stesso rettore della<br />
basilica, padre Domenico Carminati.<br />
Al solenne rito hanno preso parte numerosi<br />
fedeli e pellegrini provenienti<br />
dall'Italia e dall'estero tutti uniti in una<br />
corale preghiera di ringraziamento e di<br />
lode a Dio per questo anno di grazia.<br />
Un anno davvero straordinario per<br />
questo santuario, definito da Paolo VI<br />
«Clinica dello Spirito», da sempre luogo<br />
8 .<br />
privilegiato della penitenza e del perdono.<br />
Lo testimoniano gli oltre cinque milioni<br />
di pellegrini che in questo Anno<br />
Santo sono giunti a riconciliare in questo<br />
stupendo scrigno dell'arte e della spiritualità.<br />
Sono stati infatti 9.002 i pellegrinaggi<br />
organizzati e regolarmente segnalati<br />
ai francescani conventuali da<br />
sempre custodi della Basilica, indicata<br />
da Giovanni Paolo II a «Santuario internazionale».<br />
Di questi, 1.684 provenivano<br />
dalle varie regioni italiane e 7.318 dall'estero.<br />
Ma le cifre sono destinate a salire se<br />
si pensa alle singole famiglie e ai numerosi<br />
gruppi giunti autonomamente in visita<br />
alla tomba del santo. Per quanto riguarda<br />
l'estero, sono da segnalare i numerosissimi<br />
pellegrini giunti dalla Polonia,<br />
dagli Stati Uniti, dalla Spagna, dalla<br />
Germania, dalla Francia e dalla Croazia.<br />
E ancora dal Portogallo, dal Brasile, dall'Argentina,<br />
dalla Slovacchia, dall'Ungheria,<br />
dall'Australia, dalla Romania,<br />
dalla Russia e dal Giappone. Senza dimenticare<br />
poi i pellegrinaggi provenienti<br />
dal Viet Nam, dall'Ucraina, dall'Albania,<br />
dal Rwanda, dal Costarica, dalla Siria,<br />
dallo Sri Lanka e dal Sud Africa.<br />
Non va dimenticato poi l'itinerario<br />
spirituale che ha unito insieme la Basilica<br />
del santo, san Francesco di Assisi e il<br />
santuario mariano di Loreto. Tre tappe<br />
di un unico cammino di avvicinamento<br />
a Roma, città santa del Giubileo. Un<br />
collegamento spirituale che ha avuto come<br />
fine ultimo quello di preparare i pellegrini<br />
al Giubileo, riscoprendo, attraverso<br />
i santuari, la santità.<br />
L'OSSERVATORE ROMANO Lunedì-Martedì 15-16 Gennaio 2001<br />
PADOVA<br />
Chiusura della Porta Santa<br />
nelle diocesi italiane<br />
«La festa dell'Epifania — ha ricordato<br />
il Presule durante l'omelia di chiusura<br />
del Giubileo — sembra chiudere, nella<br />
scia della luce che promana dalla grotta<br />
di Betlemme, un tempo di grazia. Durante<br />
i giorni del Natale, infatti, i forti<br />
messaggi della speranza, della vita, della<br />
pace e della fede sono echeggiati nella<br />
dolorosa oscurità delle nostre esperienze<br />
quotidiane come tanti raggi luminosi».<br />
Il Delegato Pontificio ha ricordato<br />
quindi l'invocazione del Tempio di Avvento<br />
che, nella solennità del Natale<br />
1999, aveva sottolineato il momento dell'apertura<br />
della Porta Santa nelle quattro<br />
basiliche patriarcali di Roma: «O<br />
Chiave di Davide, scettro della casa di<br />
Israele, che apri, e nessuno può chiudere,<br />
chiudi, e nessuno può aprire: vieni,<br />
libera l'uomo prigioniero, che giace nelle<br />
tenebre e nell'ombra di morte». Questa<br />
invocazione, ha aggiunto, la facciamo<br />
simbolicamente nostra per la chiusura<br />
del Giubileo: «L'epifania e il Giubileo<br />
costituiscono infatti un'altra tappa nell'espansione<br />
della luce di Cristo, “sole<br />
che sorge per rischiarare quelli che stanno<br />
nelle tenebre e nell'ombra della morte”».<br />
Monsignor Costalunga si è soffermato<br />
poi sulla «mirabile e drammatica pagina<br />
di Matteo che, nel cuore del Vangelo<br />
dell'infanzia, apre su tutto il mistero di<br />
Gesù e ne anticipa profeticamente la<br />
missione». «L'Epifania del Signore — ha<br />
affermato — fa chiarezza dentro le pieghe<br />
del cuore umano. Lo “scandalo dell'infanzia”<br />
di Gesù, adorato dai Magi e<br />
perseguitato da Erode, preannuncia il<br />
suo destino. La festa odierna, dunque,<br />
non chiude un tempo, ma si apre sul futuro,<br />
inserendo ognuno di noi nel cammino<br />
secondo dell'anno appena iniziato».<br />
Anche se termina l'anno cronologico<br />
del Grande Giubileo, non finisce l'«anno<br />
di grazia», quello aperto da Gesù nella<br />
sinagoga di Nazareth. «La Porta Santa si<br />
chiude — ha detto il Delegato ricordando<br />
le parole di Giovanni Paolo II — ma<br />
più che mai resta spalancata la Porta viva<br />
che è Cristo stesso».<br />
«“Alzati e cammina”: tutti voi ricorderete<br />
che con queste parole Gesù si era<br />
rivolto al paralitico, che gli era stato<br />
portato steso sul letto. Le stesse parole<br />
— ha aggiunto Monsignor Costalunga<br />
— il Signore le ha ripetute a quanti, giovani,<br />
anziani, artisti, sportivi e politici,<br />
hanno celebrato con il Santo Padre il loro<br />
Giubileo». «In questo alzarsi e in questo<br />
camminare — ha proseguito l'Arcivescovo<br />
—, possiamo vedere il frutto di<br />
grazia dell'Anno giubilare che accompagnerà<br />
la Chiesa nel suo introdursi nel<br />
terzo millennio, alla luce della parola<br />
d'ordine “Ripartire da Cristo”». «È stato<br />
infatti l'amore misericordioso del Padre<br />
che, in Gesù Cristo, ci ha fatto alzare,<br />
facendoci risorgere a vita nuova», ha<br />
concluso il Delegato Pontificio. Ed è lo<br />
stesso amore di un Dio, «ricco di misericordia»<br />
che ci rende partecipi di quel<br />
meraviglioso cammino che vede coinvolta<br />
la Chiesa nella sua missione di salvezza<br />
dentro la storia dell'umanità».<br />
CLAUDIO ZERBETTO<br />
MASSA MARITTIMA-PIOMBINO BRINDISI-OSTUNI<br />
Pubblichiamo il testo dell'omelia pronunciata<br />
dal Vescovo di Massa Marittima-Piombino,<br />
Giovanni Santucci, durante<br />
la celebrazione per la chiusura<br />
del Grande Giubileo:<br />
Convocati dal Signore per chiudere<br />
un anno di Grazia, il Giubileo: anno della<br />
restituzione, della riconciliazione e del<br />
perdono: anno della purificazione della<br />
memoria e del cuore per aprire la vita<br />
al vento dello Spirito, che è sempre autore<br />
del rinnovamento personale e della<br />
comunità, instancabile testimone del<br />
Cristo e del suo Vangelo.<br />
Abbiamo vissuto un anno straordinario<br />
in cui abbiamo risposto con gioia,<br />
con entusiasmo al suono del corno, alla<br />
parola dei profeti, per andare incontro<br />
al Cristo, Verbo del Padre, primogenito<br />
dei fratelli, uomo nuovo, inizio della<br />
nuova umanità liberata dal peccato e<br />
dalla morte.<br />
Abbiamo messo al centro delle nostre<br />
attenzioni la Chiesa Cattedrale, segno di<br />
una Chiesa che vive nel tempo la fatica<br />
della sua fedeltà; la Cattedrale segno<br />
dell'amore e della presenza di Dio in<br />
questa antica terra, segno dell'unità della<br />
sua gente, segno di un legame con la<br />
Chiesa universale, cattolica, che ci conforta.<br />
Essere Cristiani, essere Chiesa e scoprire<br />
che siamo insieme, chiamati e<br />
mandati da Gesù ad annunciare a tutti<br />
gli uomini il Vangelo di salvezza, scoprire<br />
che ovunque viviamo e lavoriamo siamo,<br />
dobbiamo essere, profezia della<br />
Chiesa.<br />
Tutti, adulti e giovani, anziani e adolescenti,<br />
genitori o figli... tutti impegnati<br />
a maturare convinzioni di fede sempre<br />
più fondate sul Vangelo con Gesù accanto<br />
a noi amico, guida, rivelatore nel<br />
Padre.<br />
Dal cuore, dall'amore che portiamo al<br />
Signore nasce l'impegno di condivisione,<br />
di carità.<br />
È bello essere Chiesa.<br />
È bello scoprire che abbiamo un cuore<br />
che batte all'unisono con tanti fratelli<br />
e sorelle sparsi nel mondo. Viviamo immersi<br />
in una realtà che ci rende sempre<br />
più estranei i valori di verità e giustizia<br />
come valori normanti la vita.<br />
Sembra che si possa fare a meno di<br />
Gesù, che senza Vangelo si viva meglio.<br />
Il Giubileo si conclude, ma in un certo<br />
senso rimane aperto: perché aperta<br />
rimane la fonte della misericordia e della<br />
grazia e perché forte risuona l'invito<br />
alla missione. Celebrando l'Epifania ci<br />
sentiamo in cammino, come i magi. Come<br />
i Magi, anche noi oggi dobbiamo essere<br />
missionari di Gesù, missionari della<br />
famiglia.<br />
È questo il messaggio che il Vescovo<br />
di Chioggia, Monsignor Angelo Daniel,<br />
ha rivolto ai fedeli presenti in cattedrale<br />
per la solenne chiusura del Giubileo diocesano.<br />
Alla celebrazione, presieduta dal<br />
Vescovo, hanno preso parte una settantina<br />
di sacerdoti e religiosi.<br />
Migliaia di persone, provenienti dalle<br />
diverse zone pastorali della Diocesi, si<br />
sono incontrate in diversi paesi della città<br />
e in processione hanno raggiunto il<br />
Duomo portando le tre croci e le tre<br />
icone che hanno guidato i vari pellegrinaggi<br />
vicariali.<br />
All'offertorio sono stati portati all'altare<br />
i frutti della terra e del lavoro. Particolarmente<br />
suggestiva la danza africana<br />
realizzata dai giovani della Comunità<br />
missionaria di Villaregia a indicare l'universalità<br />
della Chiesa. Al termine della<br />
celebrazione è stato consegnato il volume<br />
«Carissimi, oltre il Giubileo», che<br />
raccoglie le omelie pronunciate dal Ve-<br />
Da ogni parte ci viene ripetuto che<br />
ognuno è regola a se stesso, che vivere<br />
pensando a sé è la cosa migliore.<br />
Sappiamo che non è vero, semplicemente!<br />
Si può essere egoisti e approfittatori,<br />
si può anche violentare e rubare,<br />
si può anche calpestare ogni regola e<br />
persona ma non raccontare che va bene,<br />
perché non è vero! Si può pensare<br />
di imbrogliare gli altri ma si sa bene che<br />
non c'è nel cuore la pace. Condividiamo<br />
la frase di Agostino: «Tu Signore ci hai<br />
fatti per te e il nostro cuore è inquieto<br />
finché non riposa in te».<br />
Ogni volta che si confondono i valori,<br />
che si contrabbanda male per bene si<br />
defrauda l'uomo della sua pace. E questo<br />
è grave, soprattutto per i più giovani<br />
ai quali vengono proposti idee e modelli<br />
che sono imbroglio, falsi, bugiardi, che<br />
non saranno mai pace e gioia.<br />
Dio è la meta del cammino e della fatica<br />
di ogni giorno. Il resto non vale.<br />
Dal Giubileo nasce per ciascuno l'impegno<br />
di camminare nel tempo con lo stile<br />
di Gesù e la forza degli Apostoli e dei<br />
santi. Gesù chiede sempre se vuoi non<br />
impone nulla, non costringe mai, affianca<br />
ciascuno, cammina accanto, apre gli<br />
occhi alla comprensione del vissuto, dà<br />
senso e significato all'esperienza, esaudisce<br />
il desiderio e l'aspirazione del cuore.<br />
Gli Apostoli e i santi sanno essere testimoni<br />
di lui e vivono la loro missione<br />
con dedizione fedele, non si arrendono<br />
mai, perché amano i fratelli e sono disposti<br />
a pagare con la vita la loro testimonianza.<br />
Il Giubileo si conclude come<br />
anno, come tempo stabilito dalla Chiesa.<br />
Dal Giubileo ci muoviamo per vivere i<br />
valori e gli impegni nella vita di sempre.<br />
Abbiamo dei punti fermi: una visione<br />
di Dio e dell'uomo fondate evangelicamente,<br />
una teologica e una antropologica<br />
che non ci permettono derive. La vita,<br />
la storia è un andare incontro a Gesù<br />
e alla vita nuova ed eterna che dona<br />
a coloro che lo accolgono. Il bene è bene<br />
e il male è male.<br />
Il bene va fatto, sempre, a tutti, insegnava<br />
san Francesco; per vivere il bene<br />
ci impegniamo a superare i nostri limiti<br />
e peccati, i nostri difetti e pigrizie. Per<br />
vivere il bene ci mettiamo al servizio di<br />
fratelli fiduciosi di dare una mano a Gesù<br />
che è l'unico salvatore del mondo.<br />
scovo Daniel in occasione delle varie celebrazioni<br />
diocesane nell'Anno Santo. Altro<br />
segno del Giubileo sarà concretizzato<br />
in futuro con l'apertura di una casa<br />
per minori in difficoltà.<br />
«Anche per noi oggi — ha ricordato il<br />
Vescovo durante l'omelia —, partendo<br />
da Betlemme, dall'Anno Santo, vale in<br />
qualche modo il medesimo invito, lo<br />
stesso impegno dei Magi: essere testimoni<br />
di Gesù, di Dio incarnato e vicino».<br />
«Siatelo — ha aggiunto — soprattutto<br />
nella missione famiglia».<br />
«Stimate, amate, difendete la famiglia<br />
— ha detto ancora il Vescovo —. Se il<br />
figlio di Dio ha voluto farne parte, e fino<br />
a trent'anni, vuol dire che è valore<br />
importante.<br />
«Vorrei in questo momento farmi voce<br />
del Giubileo che finisce, del Giubileo<br />
che continua nelle sue istituzioni e conclusioni,<br />
per rivolgere un pressante invito,<br />
per affidare una consegna. Adoperiamoci,<br />
ciascuno nel proprio ambito e<br />
competenza, per fare tutto ciò che è<br />
possibile per il bene della famiglia, coinvolgendo<br />
la famiglia stessa e aiutando la<br />
famiglia a crescere nella sua capacità relazionale-educativa».<br />
È importante avviare e sostenere<br />
quelle iniziative che non sottraggono i figli<br />
ai genitori, ma coinvolgono i genitori<br />
CHIOGGIA<br />
Con la Statio presso la chiesa di<br />
s.Paolo,laChiesa che è in Brindisi-Ostuni<br />
ha dato il via alla celebrazione di<br />
chiusura del Grande Giubileo nella sua<br />
dimensione diocesana, evidenziando<br />
quei segni che hanno caratterizzato e<br />
accompagnato il cammino giubilare nella<br />
diocesi: il pellegrinaggio «quale cammino<br />
di conversione personale ed ecclesiale<br />
che sospinge la Chiesa di Brindisi-<br />
Ostuni ad essere “dentro la città, tra la<br />
gente come Chiesa viva in cammino: segno<br />
di speranza”», come si è espresso<br />
l'Arcivescovo Rocco Talucci, richiamando<br />
la traccia portante e l'obiettivo delle<br />
Linee Pastorali indicate all'inizio dell'anno;<br />
la croce, non certamente la stessa<br />
che ha stazionato durante l'anno giubilare<br />
presso le chiese matrici dei diversi<br />
paesi della diocesi e che, quale segno<br />
monumentale, dimorerà presso la Cattedrale<br />
come memoriale per il futuro;<br />
l'Evangeliario e le lampade, quelle lampade<br />
che, consegnate a tutte le parrocchie,<br />
compresa quella di Laisamis in Kenya,<br />
e alle comunità religiose nel '97 durante<br />
la celebrazione di avvio del triennio<br />
di preparazione al Grande Giubileo,<br />
hanno arso incessantemente presso l'icona<br />
del Cristo solennemente e congiuntamente<br />
alla Parola intronizzata ed esposta;<br />
il passaggio attraverso la Porta, la<br />
quale, anche se simbolicamente chiusa,<br />
rimane sempre aperta, perché essa è<br />
Cristo, «Porta aperta dal mistero dell'Incarnazione<br />
verso la realizzazione del Regno»,<br />
come si è espresso il Pastore.<br />
Nella sua omelia, l'Arcivescovo ha voluto<br />
sottolineare che la chiusura dell'anno<br />
giubilare è «la chiusura di un tempo<br />
straordinario di grazia che apre e deborda<br />
in un tempo continuo ed ordinario»,<br />
nel quale si distende la signoria di Cristo;<br />
ad essa siamo chiamati ad aprire il<br />
nostro cuore perché esso sia aperto verso<br />
ogni uomo, affinché, libero da ogni<br />
tipo di inquinamento, gli venga restituita<br />
la sua dignità.<br />
Poi il Presule ha tracciato una breve<br />
sintesi del cammino giubilare intrapreso<br />
dalla diocesi in questo anno di grazia.<br />
Un percorso iniziato e tracciato da<br />
Mons. Settimio Todisco (la sua presenza,<br />
sempre affabile e da tutti gradita, alla<br />
celebrazione di chiusura ne ha voluto<br />
indicare la continuità) e condotto a ter-<br />
nella formazione religiosa e morale dei<br />
figli. Bisogna passare da un atteggiamento<br />
che talora è di lamento e di supplenza,<br />
a una collaborazione propositiva,<br />
che rispetta la libertà e stimola iniziativa:<br />
e questo dal cammino dei fidanzati<br />
all'accoglienza della nuova vita, alla<br />
formazione dei gruppi di sposi: dalla catechesi<br />
e itinerari sacramentali e iniziative<br />
di spiritualità alla pastorale per le famiglie<br />
in difficoltà.<br />
«È la famiglia che salverà la famiglia<br />
— ha ricordato il Vescovo —. Compito<br />
delicato e in parte nuovo sarà quello<br />
della formazione di coniugi che siano<br />
fratelli, e guide di altri coniugi, di famiglie<br />
che aiutano altre famiglie».<br />
Ecco allora l'importanza e la centralità<br />
della missione famiglia, anche per<br />
quanti hanno responsabilità civili, amministrative,<br />
economiche, scolastiche, culturali<br />
e anche sportive. «Pensiamo al<br />
problema casa, lavoro, tempo libero: alla<br />
flessibilità di orari di lavoro, specie<br />
per le mamme».<br />
«Lafamiglia— ha proseguito il Vescovo<br />
di Chioggia —, è edificio da costruirsi<br />
a più mani: ognuno ha la sua competenza,<br />
ma è diverso cercare d'essere,<br />
per quanto possibile, coordinati e solidali.<br />
Proprio nella sua lettera “All'inizio del<br />
nuovo millennio”, il Santo Padre parla<br />
mine e a pienezza dal nuovo pastore<br />
Mons. Rocco Talucci, dopo essersi inserito<br />
in aprile con rispettosa discrezione e<br />
forte desiderio di comunione personale<br />
ed ecclesiale.<br />
L'anno giubilare ha visto la Comunità,<br />
nella sua dimensione parrocchiale e<br />
diocesana, caratterizzata soprattutto da<br />
un forte dinamismo missionario: la Peregrinatio<br />
Crucis per i paesi della diocesi<br />
ha evidenziato il nostro essere Chiesa<br />
peregrinante che vuole accogliere e portare<br />
il Vangelo della Croce, l'Amore fedele<br />
di Gesù capace di trasformare la<br />
notte in alba di speranza; la nuova missione<br />
popolare per un rinnovamento della<br />
pastorale che veda tutto il popolo di<br />
Dio soggetto di evangelizzazione e di<br />
edificazione del Regno di Dio, al fine di<br />
«restituire alla città il diritto di essere<br />
casa degli uomini e laboratorio di civiltà»;<br />
l'adesione all'iniziativa dei Vescovi<br />
italiani per il condono del debito estero<br />
dei paesi poveri come stimolo per assumere<br />
la logica del Vangelo, per la giustizia<br />
e la condivisione.<br />
I diversi giubilei vissuti a Roma o in<br />
diocesi secondo le diverse categorie, come<br />
anche la facoltà concessa a tutte le<br />
chiese parrocchiali di essere chiese giubilari<br />
nel tempo di Avvento e di Natale,<br />
hanno avuto la finalità di permettere a<br />
tutti, senza riserve e distinzioni, di accogliere<br />
il grande dono elargito con gratuità<br />
da duemila anni e deposto nel cuore<br />
di ogni uomo quale segno di speranza.<br />
I frutti straordinari di quest'Anno<br />
Santo debbono tradursi in impegno quotidiano<br />
ed ordinario, pertanto il Pastore<br />
ha richiamato quei sentieri pastorali scaturiti<br />
dal Convegno ecclesiale di settembre<br />
e raccolti nelle Linee pastorali quali<br />
tracciati privilegiati che la grazia giubilare<br />
ha indicato come futuro cammino<br />
per tutta la diocesi. Così si esprimeva<br />
l'Arcivescovo: «Questi sentieri pastorali,<br />
che sono diocesani e parrocchiali, sono<br />
accompagnati da due coordinate da seguire:<br />
lo sguardo verso l'alto e lo sguardo<br />
in avanti, cioè verso Dio e verso l'uomo,<br />
rispettando un equilibrio e una fedeltà<br />
per essere cristiani del tempo e<br />
dell'eternità, senza esclusioni e senza<br />
scelte di campo.<br />
COSIMO MACILLETTI<br />
di una nuova “fantasia della carità” che<br />
si dispieghi oltre che nei soccorsi prestati,<br />
nella capacità di farsi vicini, solidali».<br />
Monsignor Daniel si è anche augurato<br />
di veder sorgere e svilupparsi, in questo<br />
anno, iniziative pastorali idonee, nell'ambito<br />
parrocchiale e interparrocchiale,<br />
con lo stimolo e impegno dei consigli<br />
pastorali, dell'Azione Cattolica, di gruppi<br />
e movimenti ecclesiali. «Il Signore doni<br />
la sua luce a chi lavora nel campo scientifico,<br />
medico e legislativo, specialmente<br />
nei confronti di quelle aree delicate che<br />
si chiamano trattamento degli embrioni<br />
e nuove sperimentazioni, aborto ed eutanasia,<br />
avvallo di coppie di fatto e dell'uso<br />
della droga». All'edificio famiglia<br />
contribuisce anche la testimonianza e<br />
spesso fattiva collaborazione di persone<br />
celibi, nubili o vedove che in situazioni<br />
anche di solitudine continuano a farsi<br />
sostegno delle famiglie proprie o altrui.<br />
A loro va riconoscenza e incoraggiamento<br />
come pure a quanti hanno accolto la<br />
cosiddetta vocazione educativa e la svolgono<br />
a bene dei giovani, con competenza<br />
e amore. «Questi problemi e questi<br />
impegni — ha continuato il Vescovo —<br />
li vogliamo affidare costantemente alla<br />
preghiera, nostra e degli altri, dei bambini,<br />
degli ammalati e degli anziani; di<br />
voi persone consacrate e religiose».<br />
C. Z.