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BOLOGNA<br />

Anche a Messina la fine del XX secolo<br />

e del secondo millennio, all'alba del ter-<br />

zo millennio dell'era cristiana, è stata<br />

celebrata con intensità di preghiere e<br />

con grande partecipazione di tutta la co-<br />

munità dei cattolici messinesi in tutte le<br />

parrocchie e chiese dell'Arcidiocesi, nel-<br />

le quali è stato celebrato il Te Deum di<br />

ringraziamento e nelle quali, il primo<br />

gennaio, festa della Divina Maternità di<br />

Maria, è stato richiamato e particolar-<br />

mente illustrato il Messaggio del Santo<br />

Padre per la giornata della Pace.<br />

In Cattedrale l'Arcivescovo Giovanni<br />

Marra, nell'Omelia pronunciata in occa-<br />

sione della Messa e Te Deum di fine an-<br />

no, ha sottolineato il senso della celebra-<br />

zione caratterizzata dal momento di in-<br />

tensa preghiera e dal momento di rendi-<br />

mento di grazie per il dono del tempo e<br />

per i doni di grazia ricevuti come singoli<br />

e come comunità.<br />

«La maternità divina di Maria ci dice<br />

che Colui che Lei ha generato a Betlem-<br />

me è Dio». Soffermandosi sulla lettera ai<br />

Galati il Presule ha sviluppato quella che<br />

ha definito la grande verità della Theo-<br />

thokos: Quando venne la pienezza dei<br />

tempi, Dio mandò suo Figlio nato da<br />

Donna (Gal 4, 4) per riscattare coloro<br />

che erano sotto la legge e per ricevere<br />

l'adozione a figli.<br />

Dalla Maternità Divina di Maria di-<br />

scendono tutti quei privilegi che inseri-<br />

scono Maria nel mistero di Cristo e della<br />

Chiesa. «Alla luce della parola di Dio<br />

possiamo dire — ha affermato Mons.<br />

Marra — che a partire da Cristo conti-<br />

nua la pienezza dei tempi. Siamo consa-<br />

pevoli che la storia dell'uomo e dei po-<br />

poli si dibatte tra il bene e il male, tra il<br />

desiderio di concordia e l'esplosione di<br />

violenza, tra il bisogno di giustizia e di<br />

pace e la realtà delle ingiustizie e delle<br />

guerre».<br />

Ricordando che tutto questo vale per<br />

il mondo intero, l'Arcivescovo ha fatto<br />

riferimento alla Città di Messina dove<br />

c'è il bene ma non manca il male, c'è<br />

necessità di concordia, ma ci sono con-<br />

trapposizioni ed espressioni molteplici<br />

di violenza. C'è impegno per la giustizia,<br />

ma molti rimangono nell'ingiustizia della<br />

disoccupazione, della baracca, dell'estor-<br />

sione, dell'usura, della prostituzione e<br />

dell'emarginazione. Ma «da quando il<br />

Figlio di Dio si è incarnato è stato inne-<br />

stato nell'umanità il seme del Regno di<br />

Dio che certamente continuerà a sboc-<br />

ciare e fruttificare anche nella nostra<br />

Città». L'Anno del Grande Giubileo ci ha<br />

aiutato a riflettere sull'impegno missio-<br />

nario, pronti ad affrontare le sfide del<br />

nuovo millennio, certi che la presenza<br />

cristiana nel mondo, come nella nostra<br />

città, potrà dare sostegno e sviluppo alla<br />

crescita morale e civile della nostra gen-<br />

te. Tema ripreso dall'Arcivescovo nell'o-<br />

melia del 1 o gennaio nella quale Mons.<br />

Marra ha richiamato il Messaggio del<br />

Santo Padre «Dialogo tra le culture per<br />

una civiltà dell'amore e della pace», e<br />

facendo riferimento alla fiducia manife-<br />

stata dal Papa a Roma a due milioni di<br />

giovani di ogni razza e lingua in occasio-<br />

ne del Giubileo, rivolgendosi particolar-<br />

mente ai giovani, ha detto: «È necessa-<br />

rio un accordo pacifico perché ogni gio-<br />

vane possa oggi contribuire a realizzare<br />

la solidarietà e la concordia: la sfida più<br />

difficile del millennio ma che — nella<br />

quotidianità — val la pena di viverla».<br />

EUGENIO ARENA<br />

«Il tempo ha bucato, questa notte, la<br />

dura scorza del 2000 e si è tranquilla-<br />

mente installato nel solco del nuovo se-<br />

colo e del nuovo millennio. Oggi è un<br />

giorno di gioia, certo, ma più che mai a<br />

Capodanno bisogna cercare riferimenti<br />

sicuri per un cammino sereno e respon-<br />

sabile». Così l'Arcivescovo di Siena-Colle<br />

di Val d'Elsa-Montalcino, Monsignor<br />

Gaetano Bonicelli, in un Duomo gremi-<br />

to ha introdotto alla presenza delle auto-<br />

rità cittadine il tradizionale messaggio<br />

della Giornata Mondiale della Pace che<br />

la Chiesa celebra all'inizio del nuovo an-<br />

no.<br />

«Il 2001 — ha osservato l'Arcivescovo<br />

— sarà buono se noi ci sforzeremo di<br />

essere buoni. L'augurio vale a tutti i li-<br />

velli, per chi è investito di specifiche re-<br />

sponsabilità sociali e per gli uomini di<br />

buona volontà. Tutti abbiamo bisogno di<br />

Dio, anche se molti fanno finta di snob-<br />

bare il Creatore, non accorgendosi di<br />

impoverire se stessi. È il dramma del<br />

nostro tempo, la confusione delle idee<br />

che si concreta poi in una fatale abdica-<br />

zione morale.<br />

«Si pensa — ha continuato Monsignor<br />

Bonicelli — di apparire moderni negan-<br />

do la fede per essere fedeli alla scienza.<br />

La scienza a sua volta si prostituisce alla<br />

tecnica che rischia di diventare il princi-<br />

pio supremo che pilota la vita umana.<br />

L'etica, cioè il giudizio morale, secondo<br />

L'Arcidiocesi di Bologna ha celebrato<br />

nella Cattedrale di San Pietro, lunedì<br />

primo gennaio, Solennità di Maria San-<br />

tissima Madre di Dio, la trentaquattre-<br />

sima Giornata Mondiale della Pace;<br />

nella Basilica di San Petronio, domeni-<br />

ca 31 dicembre, è stato celebrato, inve-<br />

ce, il tradizionale «Te Deum» di fine<br />

anno. Riportiamo, qui di seguito, alcu-<br />

ni dei brani più significativi delle ome-<br />

lie pronunciate dall'Arcivescovo di Bo-<br />

logna Cardinale Giacomo Biffi, duran-<br />

te le Celebrazione Eucaristiche.<br />

In conformità e a prosecuzione della<br />

geniale intuizione di Paolo VI, il Succes-<br />

sore di Pietro dedica anche questo Ca-<br />

podanno alla pace; un oggetto di rifles-<br />

sione e di preghiera che, da quando<br />

questa consuetudine è invalsa, non ha<br />

mai cessato di essere purtroppo di pun-<br />

gente e drammatica attualità.<br />

Questa volta, quale tema specifico —<br />

e quasi angolazione preferenziale — del-<br />

la meditazione che ci viene proposta,<br />

Giovanni Paolo II ha indicato il Dialogo<br />

tra le culture per una civiltà dell'amore<br />

edellapace.Ascoltiamodalleparole stes-<br />

se del Papa le ragioni di questa scelta.<br />

«Ma proprio per questo vedo l'utilità<br />

di una riflessione corale su questa pro-<br />

blematica. A tale scopo mi limito qui ad<br />

offrire alcuni principi orientativi, nell'a-<br />

scolto di ciò che lo Spirito di Dio dice<br />

alle Chiese (cfr Ap 2, 7) e a tutta l'uma-<br />

nità, in questo decisivo passaggio della<br />

sua storia.»<br />

Il Papa è perfettamente consapevole<br />

di quanto il discorso sia arduo. Egli lo<br />

svolge con grande finezza, affrontando-<br />

ne tutta la complessità. Tanto che non è<br />

possibile qui riassumerlo, neppure per<br />

sommi capi: non possiamo che offrirlo e<br />

raccomandarlo alla lettura diretta e per-<br />

sonale di ciascuno e all'esame approfon-<br />

dito dei gruppi, della associazioni e dei<br />

movimenti. Soprattutto le difficoltà si<br />

fanno imponenti, quando si tratta di<br />

passare dalle enunciazioni di principio<br />

alla loro incarnazione nella realtà storica<br />

ed effettuale.<br />

Giovanni Paolo II ci esorta però alla<br />

speranza. E quasi a esemplificare il suo<br />

atteggiamento di incrollabile fiducia e a<br />

dargli concretezza esistenziale, conclude<br />

il suo messaggio indirizzandosi alla ge-<br />

nerosità e alla libertà spirituale dei gio-<br />

vani. È un appello che merita di essere<br />

qui ascoltato, come antidoto a ogni pu-<br />

sillanimità e a ogni pessimismo.<br />

Il «Te Deum» di fine anno<br />

Se a bruciapelo mi si chiedesse: qual<br />

è la parola che ti sembra più bella — o<br />

almeno che particolarmente ti affascina<br />

— del linguaggio umano? sarei invoglia-<br />

to a rispondere senza pensarci troppo: è<br />

la parola «grazie». Molteplici e tutti pre-<br />

ziosi sono i sentimenti che vibrano in<br />

questa parola: la gentilezza dell'animo<br />

che ci fa attenti al dono, l'umiltà di rico-<br />

noscerci debitori, la generosità che sa<br />

scorgere il bene anche esiguo e apprez-<br />

za anche il più tenue filo di benevolenza<br />

entro la congerie delle numerose espe-<br />

rienze spiacevoli.<br />

È caro agli uomini chi nella sua con-<br />

versazione non è mai restìo a dire «gra-<br />

zie». Ma si può pensare che egli sia caro<br />

anche a Dio, il quale ci ha insegnato a<br />

indicare proprio con il termine «eucari-<br />

stia» (cioè «ringraziamento») l'atto più<br />

alto e quasi onnicomprensivo del culto<br />

che gli dobbiamo rendere. «Rendiamo<br />

grazie al Signore nostro Dio»: stasera<br />

siamo qui convenuti per questo. Rendia-<br />

mo grazie per questo straordinario anno<br />

Duemila, che abbiamo avuto la fortuna<br />

di vivere.<br />

Rendiamo grazie per il ricordo del<br />

«Festeggiato»; ricordo che in questi mesi<br />

è stato rinvigorito un po' in tutti: il Si-<br />

gnore Gesù si è fatto presente alla no-<br />

stra consapevolezza come colui che è<br />

davvero il centro e il senso della storia,<br />

è l'anèlito magari anche inconscio di<br />

ogni esistenza e di ogni cuore, è la sola<br />

speranza che ci rianima e ci rasserena<br />

in mezzo alle ritornanti delusioni delle<br />

vicende umane.<br />

Rendiamo grazie perché è brillato da-<br />

vanti ai nostri occhi in maniera più vivi-<br />

da e persuasiva — di là da tutte le am-<br />

biguità circolanti e le nuove voci discor-<br />

di — la certezza antica, anzi eterna e in-<br />

contestabile, che «uno solo è Dio e uno<br />

solo il mediatore fra Dio e gli uomini,<br />

l'uomo Cristo Gesù, che ha dato se stes-<br />

so in riscatto per tutti» (1 Tm 2, 5); e<br />

perciò «non c'è altro nome dato agli uo-<br />

mini sotto il cielo nel quale è stabilito<br />

che possiamo essere salvati» (At 4, 12).<br />

Rendiamo grazie per il sussulto di vi-<br />

talità della Sposa di Cristo, che nelle<br />

manifestazioni giubilari di quest'anno ha<br />

maternamente accolto nei suoi sacri re-<br />

cinti una moltitudine immensa di figli,<br />

venuti a esprimere la loro volontà di<br />

conversione e di rinascita morale, e a<br />

cantare la loro gioia di appartenere alla<br />

«Chiesa del Dio vivente, colonna e fon-<br />

damento della verità» (1 Tm 3, 14).<br />

Renda grazie ciascuno di noi per le il-<br />

luminazioni dall'alto, di cui in questi<br />

mesi è stato gratificato, che hanno reso<br />

più acuto e penetrante il suo occhio e<br />

gli hanno consentito di valutare le per-<br />

sone, gli accadimenti, le idee, in confor-<br />

mità al giudizio e all'insegnamento di<br />

colui che è l'unico autentico Maestro di<br />

vita. Renda grazie ciascuno di noi per le<br />

ispirazioni e gli impulsi a liberarsi da<br />

ogni indegnità, anche se piccola, e a<br />

crescere nell'amore operoso del bene,<br />

che nell'anno trascorso gli sono stati in-<br />

teriormente donati. Renda grazie ciascu-<br />

no di noi anche per qualche eventuale<br />

momento di pena e di incomprensione,<br />

che l'hanno assimilato di più a Cristo<br />

crocifisso e risorto, primogenito e prin-<br />

cipio dell'umanità nuova.<br />

In questa basilica ci viene spontaneo<br />

pregare in primo luogo per la nostra cit-<br />

tà e per tutta la gente bolognese perché,<br />

fregiandosi e onorandosi del nome di<br />

san Petronio, essa con l'intercessione<br />

dell'antico Patrono si inoltri nel terzo<br />

millennio restando fedele alla sua storia,<br />

alla sua identità caratteristica, alla sua<br />

amabile umanità. Preghiamo anche per<br />

la nostra Nazione e per il suo futuro di<br />

pace, di benessere, di inalienabile civil-<br />

tà. Preghiamo infine per l'intera famiglia<br />

dei figli di Adamo, diffusa su tutta la<br />

terra, perché — riscoprendo e amando<br />

il Padre comune che è nei cieli — ritrovi<br />

efficacemente l'ideale della fraternità<br />

universale, antitesi di ogni violenza e di<br />

ogni razzismo. Questo nostro raduno<br />

orante di fine d'anno ci infonde una fi-<br />

ducia nuova e ci dà un nuovo coraggio<br />

di vivere. Questo significa appunto l'af-<br />

fettuosa invocazione con cui si conclude<br />

il nostro «Te Deum»: «Tu sei la nostra<br />

speranza,nonsaremoconfusiin eterno».<br />

FIRENZE<br />

La sera del 31 dicembre, com'è tradi-<br />

zione, nella chiesa del Gesù l'Arcivesco-<br />

vo di Genova, Cardinale Dionigi Tetta-<br />

manzi, ha presieduto la concelebrazione<br />

del Te Deum, ringraziamento per l'anno<br />

2000 al suo termine. L'Arcivescovo nel-<br />

l'omelia ha detto che nel passaggio al<br />

nuovo millennio i credenti sono chiama-<br />

ti a portare con sé essenzialmente tre<br />

cose: il libro del Vangelo, il legno della<br />

Croce e il fuoco dello Spirito. La Chiesa<br />

varca le soglie di un millennio con la<br />

forza di questo triplice bagaglio. Si trat-<br />

ta per ciascuno di essere più assiduo<br />

nell'ascolto della Parola, di rivolgere con<br />

maggiore intensità lo sguardo verso il<br />

Crocifisso salvatore dell'uomo e sorgen-<br />

te di speranza per l'umanità, di invocare<br />

con fiducia il fuoco dello Spirito, il solo<br />

capace di cambiare i propri cuori e<br />

quelli di coloro a cui ci si rivolge per an-<br />

nunziare il Santo Vangelo.<br />

Nella Cattedrale di san Lorenzo ha<br />

avuto poi luogo la solenne veglia di pre-<br />

ghiera, insieme di ringraziamento e di<br />

supplica, per il passaggio al nuovo mil-<br />

lennio.<br />

Durante l'adorazione guidata è stata<br />

fatta memoria della straordinaria intui-<br />

zione ed ispirazione che il fondatore del-<br />

la Famiglia Paolina, don Giacomo Albe-<br />

rione, ebbe nella notte che chiudeva<br />

l'Ottocento e apriva il Novecento, che<br />

gli rese chiaro «il dovere di essere gli<br />

apostoli di oggi, adoperando i mezzi<br />

sfruttati dagli avversari».<br />

Per la solennità di Maria santissima<br />

Madre di Dio, nell'omelia della Concele-<br />

brazione Eucaristica in Cattedrale, il<br />

Cardinale Tettamanzi ha parlato del dia-<br />

logo tra le culture come compito diffici-<br />

le e assolutamente necessario. Richia-<br />

mando il Messaggio del Papa sul Dialo-<br />

go tra le culture per una civiltà dell'a-<br />

more e della pace, ha ricordato che<br />

«non c'è altra via, all'infuori del dialogo,<br />

per l'edificazione di un mondo riconci-<br />

liato» (n. 3).<br />

La pace è «frutto e insieme la condi-<br />

zione di tanti valori presenti e operanti<br />

nella vita della società e dell'intera uma-<br />

nità» e chiede il superamento di «mani-<br />

festazioni patologiche» quali nazionali-<br />

smo, razzismo e xenofobia. Le culture<br />

«vanno modellate coi dinamismi tipici<br />

del dialogo e della comunione, sulla ba-<br />

se dell'originaria e fondamentale unità<br />

della famiglia umana, uscita dalle mani<br />

di Dio che “creò da uno solo tutte le na-<br />

zioni degli uomini” (Atti 17, 26)» (n.<br />

10).<br />

Genova, «più di altre, città multiraz-<br />

ziale e multiculturale» non può dimenti-<br />

care, come diceva il Papa ad Assisi e re-<br />

centemente a Roma, «che dalla recipro-<br />

ca apertura degli aderenti alle diverse<br />

religioni grandi benefici possono deriva-<br />

re alla causa della pace e del bene co-<br />

mune dell'umanità».<br />

La presenza in Cattedrale, «per la<br />

Giornata Mondiale della Pace, di rappre-<br />

sentanti di altre confessioni cristiane, se<br />

non di altre religioni, è per tutti noi mo-<br />

tivo di impegno e di speranza», ha con-<br />

cluso l'Arcivescovo. Gli ha fatto eco il<br />

Pastore Valdese Teodoro Fanlo y Cortés,<br />

a nome anche dei rappresentanti della<br />

Chiesa Ortodossa e delle Comunità Ri-<br />

formate, auspicando un più deciso co-<br />

mune impegno ecumenico a favore della<br />

giustizia e della pace in tutte le sue de-<br />

clinazioni.<br />

GRAZIELLA MERLATTI<br />

L'invocazione a Maria, «figlia del suo<br />

figlio» secondo la celebre definizione<br />

dantesca, si è levata dalla cattedrale<br />

di santa Maria del Fiore nella Messa del<br />

1° gennaio, Giornata Mondiale per la Pa-<br />

ce. Pensando alla tenerezza materna<br />

con cui la Madonna tiene in braccio Ge-<br />

sù, il Cardinale Silvano Piovanelli, Arci-<br />

vescovo di Firenze, ha implorato lo stes-<br />

so abbraccio amoroso per tutti gli uomi-<br />

ni: «Ti guardiamo, o Madre, mentre<br />

stringi il tuo bambino, e pensiamo che<br />

non hai dimenticato le parole che Lui,<br />

ormai cresciuto e verso il compimento<br />

della sua missione, ti disse sulla croce.<br />

“Ecco tuo figlio”, ti disse indicando il di-<br />

scepolo che Gesù amava e, in lui, ogni<br />

discepolo e ogni uomo, amato da Dio».<br />

Fedele al testamento che le è stato<br />

consegnato, la Madonna continua a<br />

guardare con amore gli uomini, soprat-<br />

tutto i più bisognosi: «Lo sguardo di<br />

Maria — ha sottolineato il Cardinale —<br />

si posa sul volto preoccupato dei disoc-<br />

cupati, sul volto spento dei tossicodipen-<br />

denti, sul volto degli anziani segnato<br />

dalla fatica, sul volto di chi non ha volto<br />

perché non è venuto alla luce ed è stato<br />

ucciso in grembo, sul volto triste delle<br />

donne costrette a vendere il proprio cor-<br />

po». L'Arcivescovo di Firenze ha rivolto<br />

una preghiera particolare a Maria per<br />

chiedere la pace tra ebrei e palestinesi:<br />

«Questi ultimi scagliano sassi e organiz-<br />

zano attentati, gli altri adoperano carri<br />

armati e armi automatiche, mentre gli<br />

estremisti di entrambe le parti soffiano<br />

sul fuoco e sembrano rendere impossibi-<br />

le la pace. Guarda a noi peccatori e cor-<br />

ri in aiuto di coloro che dal tuo Figlio ti<br />

sono stati dati come figli».<br />

RICCARDO BIGI<br />

BARI ALESSANDRIA CARPI<br />

Anche nella periferia dell'Arcidiocesi<br />

di Bari e Bitonto, in particolare nel<br />

quartiere san Paolo di Bari, la Giornata<br />

mondiale della pace, è stata celebrata<br />

con grande partecipazione di popolo.<br />

Nella parrocchia san Paolo Apostolo,<br />

nel cuore del vastissimo quartiere barese<br />

e prima tappa della visita papale degli<br />

anni Ottanta, il parroco don Domenico<br />

Moro nel ricordare che la sua comunità<br />

cristiana di periferia ha tanti valori ma<br />

anche i gravi problemi dei quartieri lon-<br />

tani dal centro urbano cittadino, ha invi-<br />

tato i fedeli ad accogliere il grande am-<br />

monimento di Giovanni Paolo II al dia-<br />

logo fra le culture per una civiltà dell'a-<br />

more e della pace. «Il tema dettato dal<br />

Papa — ha detto don Domenico Moro<br />

— suona come un invito ad aprirci agli<br />

altri, a non rinchiuderci nei nostri recin-<br />

ti, a non aver paura. L'invito alla pace è<br />

un appello ad essere sempre più comu-<br />

nità degna di questo nome, con un'ani-<br />

ma sola e un cuore solo mettendo a di-<br />

sposizione di tutti i propri carismi, le<br />

proprie competenze e anche i propri be-<br />

ni perché tutti possano crescere nel be-<br />

ne».<br />

Don Domenico Moro ha sottolineato<br />

che il mondo, gli Stati, le città hanno bi-<br />

sogno di pace: e la pace, come è intesa<br />

dalla Bibbia, non è solo assenza di guer-<br />

ra ma è, sulla traccia della parola ebrai-<br />

ca shalom, augurio di bene, di prosperi-<br />

tà. E principe della pace è il Bambino<br />

nato per noi perché in Lui possiamo tro-<br />

vare la risposta ai nostri bisogni più pro-<br />

fondi. Come avverte san Paolo nel bra-<br />

no della Lettera ai Galati, Egli ci ha ri-<br />

scattati dal peccato perché ricevessimo<br />

l'adozione a figli. E qui si svela l'altro<br />

aspetto del dono della pace che è quello<br />

del rapporto con gli atri.<br />

Gesù, l'uomo nuovo, ci ha ricercati<br />

rendendoci capaci di amare come Lui<br />

ama. «Con Lui — ha ancora sottolineato<br />

il parroco — hanno inizio i cieli nuovi e<br />

la terra nuova in cui avrà stabile dimora<br />

la giustizia, mondo nuovo che si manife-<br />

sterà in pienezza alla fine dei tempi ma<br />

che siamo chiamati a costruire ora gior-<br />

no dopo giorno, in una dimensione sem-<br />

pre nuova e con l'intercessione della<br />

Vergine Maria, vera regina della pace».<br />

VITO MAUROGIOVANNI<br />

«Non potevamo che partire di qui<br />

perché ad Alessandria, se c'è un segno<br />

tangibile di amore alle persone, qualun-<br />

que sia e in qualsiasi modo si presenti,<br />

lo troviamo nella Casa della Divina<br />

Provvidenza voluta da Madre Teresa<br />

Grillo Michel». Con queste parole il Ve-<br />

scovo di Alessandria, Monsignor Fernan-<br />

do Charrier, ha iniziato l'undicesima<br />

Marcia della Pace alle 21 di domenica<br />

31 dicembre, nel luogo da cui undici an-<br />

ni fa partì per il suo ingresso in Diocesi<br />

e che rappresenta il cuore vivo di Ales-<br />

sandria: «la Michel».<br />

«Siamo qui — ha proseguito Monsi-<br />

gnor Fernando Charrier — non per una<br />

tradizione, né per una formalità, né per<br />

metterci la coscienza a posto, bensì per<br />

farci carico di tutte le povertà del mon-<br />

do. I nostri ospiti non sono gli artisti fa-<br />

mosi o i potenti ma i più deboli, gli an-<br />

ziani cioè, gli emarginati, i discriminati,<br />

i disabili, i rifiutati. Sono tutti ospiti del-<br />

la nostra mente e del nostro cuore colo-<br />

ro che oggi non mangeranno — e sono<br />

800 milioni —, tutti coloro che non han-<br />

no libertà, coloro che le istituzioni di-<br />

menticano, tutti gli infelici della terra,<br />

intere popolazioni o singole persone».<br />

La prima testimonianza, sulla povertà<br />

di affetti e di speranza, è stata offerta<br />

da due disabili, Maria Grazia Galasso e<br />

Serafina Berni. La prima ha sottolineato<br />

l'importanza dell'amore che la famiglia<br />

può dare a chi soffre nel corpo ed ha<br />

evidenziato la povertà di attenzione da<br />

parte delle istituzioni, soprattutto per<br />

quanto concerne la possibilità di concor-<br />

rere a soluzioni che facilitino la vita di<br />

relazione di chi è svantaggiato. Serafina<br />

Berni, ospite della Casa di Madre Mi-<br />

chel e priva dell'uso delle gambe, con<br />

immensa gioia ha trovato «sorelle che<br />

camminano per lei con braccia tese ver-<br />

so gli altri e non piegate verso se stes-<br />

se», sottolineando che «a chi è aiutato e<br />

a chi aiuta non mancano la serenità e la<br />

gioia».<br />

La Marcia della Pace ha poi finalmen-<br />

te iniziato il suo cammino verso la chie-<br />

sa di s. Maria di Castello. Qui, Cordana<br />

Kovacevic, mediatrice culturale, ha of-<br />

ferto una riflessione molto forte e toc-<br />

cante evidenziando «i pregiudizi della<br />

gente verso chi proviene da etnie diver-<br />

se» e richiedendo «una accoglienza ade-<br />

guata per superare i problemi connessi<br />

all'immigrazione, che non possono esse-<br />

re risolti ricostruendo muri».<br />

«Il cristiano non può e non deve non<br />

pensare alle premesse della misericordia<br />

di Dio e al giudizio sulla propria salvez-<br />

za senza prescindere dal richiamo evan-<br />

gelico “ero pellegrino e mi avete ospita-<br />

to” — ha detto Agostino Pietrasanta,<br />

moderatore del Consiglio Pastorale Dio-<br />

cesano, nella seconda riflessione sulla<br />

povertà di accoglienza e di integrazione<br />

— e non si può ignorare il diritto alla<br />

reciprocità che si richiede a tutti i popo-<br />

li della terra. Sarà, pertanto, necessaria<br />

una opportuna e ragionevole gradualità<br />

ad una infinita pazienza, mentre le rea-<br />

zioni inconsulte cerano povertà di acco-<br />

glienza».<br />

Dopo aver raggiunto il centro cittadi-<br />

no, la Marcia della Pace si è conclusa al<br />

teatro Parvum per ascoltare la terza ri-<br />

flessione sulla povertà di cultura della<br />

partecipazione, offerta ai partecipanti da<br />

don Maurillo Guasco.<br />

Dopo aver richiamato l'attenzione sul-<br />

la mancanza di cultura che diventa<br />

mancanza di partecipazione e aver sot-<br />

tolineato che i problemi degli altri sono<br />

uguali ai nostri, ma il risolverli da soli è<br />

egoismo e il risolverli insieme è la politi-<br />

ca, don Maurillo Guasco ha posto alcuni<br />

interrogativi fondamentali: «Vogliamo<br />

provare a chiederci dove sia finita la po-<br />

litica come arte di partecipare e non co-<br />

me mezzo per annientare il nemico? Se<br />

sia possibile tornare a considerare l'altro<br />

non come il nemico da abbattere ma co-<br />

me l'interlocutore che esprime opinioni<br />

diverse, con le quali ci si deve confron-<br />

tare, sapendo che da sempre i torti e le<br />

ragioni convivono e sono difficilmente<br />

separabili? A sentirci coinvolti nel gover-<br />

no delle nostre vite senza delegare sem-<br />

pre tutto agli altri? La nostra sta diven-<br />

tando una civiltà della delega, dove si<br />

agisce sempre per interposta persona, e<br />

una società dello spettacolo, dove l'im-<br />

portante non è partecipare, ma assiste-<br />

re». E ancora: «La cultura diffusa è<br />

spesso fondata sulla ricerca della sicu-<br />

rezza, sull'eliminazione dei dubbi, sulle<br />

nozioni chiare che rendono tranquilli.<br />

La cultura della partecipazione, del<br />

coinvolgimento, è fonte di dubbio, di in-<br />

sicurezza, di orizzonti sempre aperti ma<br />

molto rischiosi».<br />

Monsignor Fernando Charrier, nel<br />

concludere la serata, ha invitato tutti a<br />

«costruire un mondo nuovo facendosi<br />

prossimi, sentendosi servitori di idee e<br />

di fatti — perché il “panem et circenses”<br />

è vecchio di duemila anni — sforzando-<br />

ci di andare controcorrente, compiendo<br />

gesti concreti come l'adesione all'impe-<br />

gno per la remissione del debito dei pae-<br />

si poveri, propugnando e vivendo un<br />

modello di vita che non ponga al primo<br />

posto il nostro sviluppo ma quello di<br />

tutti, aderendo a quel movimento cultu-<br />

rale che vede lo sviluppo nella sua glo-<br />

balità e non solo economico, poiché non<br />

c'è crescita senza democrazia».<br />

Alle 18 del 1° gennaio, in cattedrale,<br />

alla presenza delle autorità civili e mili-<br />

tari — fra cui il neo prefetto di Alessan-<br />

dria, Vincenzo Pellegrini, il presidente<br />

della provincia, Fabrizio Palenzona, il<br />

presidente del Consiglio Comunale, Pier-<br />

carlo Fabbio — Monsignor Fernando<br />

Charrier ha presieduto la celebrazione<br />

eucaristica nella ricorrenza della XXXIV<br />

Giornata Mondiale della Pace. «Il mes-<br />

saggio di Giovanni Paolo II — ha detto<br />

il Vescovo di Alessandria all'omelia — ci<br />

porta alle radici del dialogo fra le cultu-<br />

re in una società multietnica. È Dio che<br />

si mette in dialogo con l'uomo, che vuo-<br />

le essere vicino all'uomo e chiede a noi<br />

di dialogare. Questo è, oggi, il primo<br />

impegno. E la pace deriva proprio dalla<br />

conoscenza, diventando un dono posto<br />

nelle nostre mani per farlo crescere».<br />

Al termine della Santa Messa, Monsi-<br />

gnor Fernando Charrier ha consegnato<br />

alle autorità e ai presenti una copia del<br />

Messaggio del Santo Padre Giovanni<br />

Paolo II per la celebrazione della Gior-<br />

nata Mondiale della Pace.<br />

MARCO CARAMAGNA<br />

«La prima lettura che abbiamo ascol-<br />

tato dal libro dei Numeri ci ha invitato a<br />

vedere nel tempo che viviamo, nell'anno<br />

vecchio, che termina e nell'anno nuovo<br />

che a mezzanotte inizia, un dono del Si-<br />

gnore, un dono prezioso e attento di<br />

Dio Padre, un talento importante da<br />

trafficare con saggezza, una ulteriore<br />

occasione e un particolare richiamo a<br />

vivere sempre, dovunque e con chiun-<br />

que alla presenza di Dio, che può da un<br />

momento all'altro chiamarci a vivere<br />

per sempre con lui nel suo paradiso»: è<br />

uno dei passaggi più significativi dell'o-<br />

melia pronunciata dal Vescovo di Carpi,<br />

Elio Tinti, durante la S. Messa vesperti-<br />

na celebrata in Cattedrale il 31 dicem-<br />

bre.<br />

«Sono sempre frequenti — ha prose-<br />

guito il presule — le morti improvvise,<br />

le morti per disgrazie stradali, per inci-<br />

denti sulle nevi e in montagna, le morti<br />

per la cattiveria e la malvagità dell'uo-<br />

mo. È doveroso al termine di un anno,<br />

di un anno di grazia come questo 2000,<br />

Anno Santo e anno del Grande Giubileo<br />

del bimillenario del Signore, fare un bi-<br />

lancio di quanto il Signore ci ha donato,<br />

e di quanto ci sembra sia stato lo stile di<br />

vita di tanti nostri fratelli e di noi, per<br />

chiederne perdono».<br />

Tra i doni del Signore il Vescovo ha<br />

elencato: «l'Anno Santo, con la possibili-<br />

tà e l'appello insistente del Papa e del<br />

Signore a convertirci, a santificarci, a<br />

vivere “con sobrietà, giustizia e pietà in<br />

questo mondo, rinnegando l'empietà e i<br />

desideri mondiali” (Tito 2, 12).<br />

«Le grandi convocazioni di tutte le di-<br />

verse categorie di persone: scienziati,<br />

politici, sportivi, handicappati, sacerdo-<br />

ti, religiosi, vescovi, famiglie, catechisti,<br />

artisti, militari, e tanti altri, congregazio-<br />

ni culminate nella Giornata Mondiale<br />

della Gioventù con due milioni di giova-<br />

ni e con il Papa, che è stato loro educa-<br />

tore, loro maestro, loro guida».<br />

«Il Santo Padre Giovanni Paolo II, co-<br />

me uomo di Dio, come uomo di fede,<br />

come uomo appassionato per il Signore,<br />

per la Chiesa, per la salvezza e la pro-<br />

mozione e la dignità di ogni uomo spe-<br />

cie quelli più indifesi e bisognosi, come<br />

uomo che non si stanca di difendere e<br />

promuovere la vita della concezione alla<br />

vecchiaia, un uomo che non si rispar-<br />

mia, ma si consuma tutto per servire a<br />

causa di un mondo più “umano”, più<br />

«cristiano”, più ricco di pace e di sapien-<br />

za: un uomo che vive perché vuol vive-<br />

re, cosciente del dono della vita e della<br />

missione che il Signore gli ha affidato».<br />

«Per noi qui a Carpi — ha continuato<br />

Mons. Tinti — le tante convocazioni<br />

giubilari nel corso di quest'anno, e il do-<br />

no di un nuovo Vescovo, supplicato e<br />

impetrato dal Signore e che è venuto<br />

nel dono di questa mia povera persona,<br />

che pure deve ringraziare il Signore per<br />

la chiamata ad una vocazione che im-<br />

mette direttamente nel mistero di amore<br />

e di salvezza di Cristo, Unico e Sommo<br />

ed Eterno Sacerdote».<br />

Il presule ha poi fatto un bilancio «di<br />

quanto ci sembra sia stato e sia uno sti-<br />

le di vita che sta diventando contenuto<br />

di una cultura nefasta e insipiente», rile-<br />

vando «l'indifferenza e l'individualismo<br />

che prende tanti di noi, forse in alcuni<br />

momenti, prende anche noi stessi. Indif-<br />

ferenza e individualismo — ha continua-<br />

to — che portano a non distinguere più<br />

ciò che è bene e ciò che è male, su un<br />

piano oggettivo, lasciando a ciascuno<br />

determinare il bene e il male in maniera<br />

opportunistica, spesso calpestando o di-<br />

ritti e la libertà degli altri. Indifferenza e<br />

individualismo — ha aggiunto — che<br />

portano frequentemente diverse persone<br />

a una smania di evasione e di svago dal<br />

quotidiano, dalla vita semplice, ordina-<br />

ria, dai propri impegni e doveri di citta-<br />

dini e di professionisti e a vivere la do-<br />

menica e i giorni di festa in maniera<br />

spensierata, col rischio di riempire il<br />

proprio io, senza la capacità di affronta-<br />

re, risolvere e accompagnare i problemi<br />

coniugali, l'educazione responsabile dei<br />

figli, una propria interiorità e capacità<br />

di riflessione». «C'è l'obbligo — ha con-<br />

cluso — di riscoprire il valore e l'esigen-<br />

za di una sapienza e di una sosta nella<br />

nostra vita, riscoprendo la bellezza e la<br />

gioia della domenica come giorno della<br />

ripresa dei valori della propria persona,<br />

della propria famiglia, del proprio cam-<br />

mino, del Signore nella propria vita».<br />

SIENA-COLLE DI VAL D'ELSA-MONTALCINO<br />

qualcuno non deve interferire con la<br />

scienza, ma con quali prospettive?».<br />

E proprio sottolineando la necessità di<br />

riscoprire i valori fondamentali, l'Arcive-<br />

scovo di Siena ha commentato il mes-<br />

saggio che il Papa, Giovanni Paolo II,<br />

ha inviato alle Diocesi in occasione della<br />

34ª Giornata Mondiale della Pace. «Il<br />

Papa — ha spiegato il presule — si ri-<br />

volge quest'anno a tutti i popoli del<br />

mondo per parlare di pace e delle condi-<br />

zioni che la possono assicurare. Come si<br />

può essere in pace se non ci si conosce,<br />

se non ci si stima, se non ci si rispetta?<br />

Se ci si rifiuta e si resta indifferenti di-<br />

nanzi a quanti ci sembrano estranei? La<br />

costruzione di un mondo migliore non è<br />

possibile se non c'è il rispetto di queste<br />

diverse identità pur nella ricerca di un<br />

denominatore comune.<br />

I modelli culturali dell'Occidente —<br />

ha detto ancora Monsignor Bonicelli —<br />

appaiono fascinosi ed attraenti ma rive-<br />

lano, purtroppo, un progressivo impove-<br />

rimento umanistico, spirituale e morale<br />

perché pretendono di voler realizzare il<br />

bene dell'uomo facendo a meno di Dio.<br />

Anche le culture vanno modellate — ha<br />

sottolineato — con i dinamismi tipici del<br />

dialogo e della comunione sulla base<br />

dell'originaria e fondamentale unità del-<br />

la famiglia umana uscita dalle mani del<br />

Creatore».<br />

Intervenendo quindi sulla questione<br />

dell'immigrazione, Monsignor Bonicelli<br />

ha osservato come essa rappresenti «una<br />

verifica della capacità di dialogo e per-<br />

ciò di edificazione di un mondo di giu-<br />

stizia e di pace. Si tratta — ha spiegato<br />

— di un fenomeno che per la prima vol-<br />

ta tocca direttamente anche la nostra<br />

Italia. Abbiamo invocato in tutto il mon-<br />

do comprensione e rispetto per i nostri<br />

emigrati. E ora qual è il nostro compor-<br />

tamento con gli immigrati? Non si può<br />

all'inizio di un nuovo anno non porsi<br />

questo problema come Chiesa e come<br />

società anche nell'ambito senese».<br />

Non sono cambiati solo i numeri nella<br />

cifra degli anni — ha concluso l'Arcive-<br />

scovo di Siena-Colle di Val d'Elsa-Mon-<br />

talcino — «ci accorgiamo che stanno<br />

cambiando valori e modi di vita. Quale<br />

sarà il nostro futuro? Se non si migliora<br />

l'uomo in meglio non cambierà la socie-<br />

tà. La pace è un dono di Dio che si con-<br />

solida solo se penetra e si afferma in<br />

tutta l'esperienza umana. Inutile invoca-<br />

re l'Onu se non siamo tesi a vincere le<br />

piccole e grandi chiusure, le contrappo-<br />

sizioni irrazionali, la violenza e l'indiffe-<br />

renza di casa nostra».<br />

La pace è un dono ma è anche una<br />

conquista. «Iscriviamola — ha detto infi-<br />

ne Monsignor Bonicelli — come obietti-<br />

vo e come proposito sul frontone del<br />

nuovo anno. Sarà un anno bello! Sarà<br />

un anno buono!».<br />

ROBERTO ROMALDO<br />

MESSINA<br />

GENOVA<br />

PAGINA<br />

13 .<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Giovedì 4 Gennaio 2001<br />

ITALIA<br />

Il cammino<br />

della Chiesa<br />

La XXXIV Giornata della Pace<br />

nelle diocesi italiane

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