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.<br />
PAGINA<br />
10 .<br />
L'OSSERVATORE ROMANO Lunedì-Martedì 8-9 Gennaio 2001<br />
Epifania del Signore:<br />
la chiusura della Porta Santa<br />
In ginocchio davanti<br />
alla Porta Santa per ripartire<br />
GIANFRANCO GRIECO<br />
Eccola l'immagine-simbolo della chiusura<br />
della Porta Santa: il Papa con il piviale<br />
dorato, la mitra e la croce astile,<br />
genuflesso, assorto in preghiera. Con toni<br />
forti e solenni Giovanni Paolo II leggeva<br />
prima la «Monizione» e poi l'«Orazione»:<br />
«Ti lodiamo Signore e ti benediciamo,<br />
perché, mentre vediamo chiudere<br />
la Porta Santa della Basilica di San<br />
Pietro, sappiamo con certezza che non<br />
si chiude mai la porta della tua clemenza<br />
per coloro che credono nel tuo amore<br />
e proclamano la tua misericordia».<br />
Era estatico il Papa, mentre il salmista<br />
Marcos Pavan in gregoriano eseguiva,<br />
in lingua latina, l'antifona di Avvento:<br />
«O chiave di Davide, scettro della casa<br />
di Israele, che apri e nessuno può<br />
chiudere, chiudi, e nessuno può aprire:<br />
vieni, libera l'uomo prigioniero, che giace<br />
nelle tenebre e nell'ombra della morte».<br />
In silenzio, il Santo Padre saliva i<br />
gradini, si inginocchiava sulla soglia della<br />
Porta e vi sostava in preghiera; poi si<br />
alzava e con la mano destra prima tirava<br />
la parte destra della Porta, poi quella<br />
di sinistra.<br />
Erano le 9 e 52 minuti quando Giovanni<br />
Paolo II chiudeva la Porta. Un<br />
lungo e prolungato applauso partiva dagli<br />
oltre centomila fedeli che seguivano<br />
il rito dal Sagrato e dall'immensa Piazza,<br />
divenuta per 276 giorni, chiesa giubilare<br />
all'aperto. Si rinnovava a Cristo ieri,<br />
oggi e sempre, «Signore dei Millenni»<br />
l'inno di fede.<br />
Quella Cattedra posta<br />
aduepassidallaPortaSanta<br />
Il Papa ritornava alla Cattedra posta<br />
al centro dell'atrio di destra a pochi passi<br />
dalla Porta circondata da una corona<br />
di alloro a forma di «M». Tanti i melograni<br />
legati al verde della ghirlanda.<br />
Due i vasi ai lati della Porta con tanti<br />
rami verdi. Due le Guardie svizzere in<br />
uniforme. «Porta Sancta», sul legno intarsiato<br />
resterà impresso il nome di questa<br />
entrata varcata in quest'Anno giubilare<br />
da oltre venticinque milioni di pellegrini.<br />
In alto le Chiavi del Primato scolpite<br />
sulla pietra viva. Al centro, in alto,<br />
due lapidi con le scritte che ricordano, a<br />
destra, l'Anno Santo del 1975 voluto da<br />
Papa Paolo VI e, a sinistra, la lapide che<br />
fa memoria dell'Anno straordinario della<br />
Redenzione del 1983, voluto da Papa<br />
Giovanni Paolo II. I nomi di altri due<br />
Papi vengono riportati sul portale: «Paolus<br />
V Pontifex Maximus» Anno XIIII e<br />
«Gregorius XIII, Pontifex Maximus».<br />
Ora, un'altra lapide ricorderà ai posteri<br />
il grande evento del Grande Giubileo<br />
dell'Anno 2000: bimillenario della nascita<br />
di Gesù a Betlemme, punto di arrivo<br />
di fine secolo e punto di inizio del nuovo<br />
Millennio.<br />
Dall'atrio della Basilica la processione<br />
si avviava verso l'altare posto al centro<br />
del Sagrato mentre si cantava l'inno del<br />
Giubileo e il canto d'ingresso. Prima i<br />
ministranti; poi gli offerenti; poi il Decano<br />
del Corpo Diplomatico; poi i Penitenzieri<br />
Francescani Conventuali della Basilica<br />
Vaticana; poi i Canonici; i Prelati<br />
della Curia Romana; poi i novanta Vescovi<br />
e Arcivescovi, tra i quali Leonardo<br />
Sandri, Sostituto della Segreteria di Stato,<br />
e Jean-Louis Tauran, Segretario per i<br />
Rapporti con gli Stati; poi i Concelebranti:<br />
trenta Cardinali, tra i quali Bernardin<br />
Gantin, Decano del Collegio Cardinalizio,<br />
Angelo Sodano, Segretario di<br />
Stato e Roger Etchegaray, Presidente<br />
del Comitato del Grande Giubileo; poi i<br />
trentaquattro membri del Comitato del<br />
Grande Giubileo, tra i quali l'Arcivescovo<br />
Crescenzio Sepe, Segretario del Comitato<br />
del Grande Giubileo, Mons. Pedro<br />
López Quintana, Assessore della Segreteria<br />
di Stato ed i sacerdoti officiali<br />
del Comitato Centrale.<br />
L'intronizzazione<br />
del Libro dei Vangeli<br />
Giunti all'altare il diacono intronizzava<br />
il Libro dei Vangeli collocandolo sull'apposito<br />
tronetto mentre alcuni laici<br />
provenienti da vari Continenti deponevano<br />
lampade e fiori davanti al Libro che<br />
il Papa incensava. A destra era stato collocato<br />
il trono in legno dorato con la<br />
statuetta del Bambino. A sinistra il Crocifisso<br />
della Sistina.<br />
In lingua inglese Nick Dejkowski, proclamava<br />
il passo epifanico del Profeta<br />
Isaia 60, 1-6: Carolina Saenz in spagnolo<br />
leggeva il brano della Lettera di san<br />
Paolo Apostolo agli Efesini 3, 2-3.5-6. Il<br />
Diacono Dino Mulassanno cantava il<br />
Vangelo dell'Epifania secondo Matteo 2,<br />
1-12. Seguiva il canto pasquale dell'Annunzio<br />
del giorno di Pasqua che quest'anno<br />
cadrà il 15 aprile. Il Diacono Danilo<br />
Galliani, scandiva in latino, da par<br />
suo, le date delle prossime solennità liturgiche:<br />
inizio della Quaresima 28 febbraio;<br />
Ascensione del Signore 24 maggio;<br />
Pentecoste 3 giugno; prima Domenica<br />
di Avvento 2 dicembre. «A Cristo<br />
che era, che è e che viene, Signore del<br />
tempo e della storia, lode perenne nei<br />
secoli dei secoli» concludeva cantando<br />
don Galliani.<br />
Solenne, dopo l'omelia, il canto del<br />
«Credo».<br />
«Illuminati dalla gloria del Signore —<br />
diceva il Papa aprendo la Preghiera dei<br />
fedeli— supplichiamo il Dio dei nostri<br />
Non c'è la tristezza né il tramonto<br />
ma la gioia e l'alba nei cuori<br />
«Eccoci all'alba! Sentinelle del nuovo<br />
millennio». Non c'era il tramonto ma<br />
l'alba nei cuori della gente che sabato<br />
mattina, 6 gennaio, ha assistito in Piazza<br />
San Pietro alla cerimonia di chiusura<br />
della Porta Santa.<br />
Non c'era tristezza ma gioia nelle parole<br />
e nei volti di quelle migliaia di pellegrini<br />
che ancora una volta, l'ultima in<br />
quest'Anno Santo, si sono stretti attorno<br />
a Giovanni Paolo II.<br />
Sono stati i giovani del movimento<br />
«GI.FRA.», la Gioventù Francescana, a<br />
dirlo espressamente: «Eccoci oggi all'alba!<br />
Noi siamo le sentinelle del nuovo<br />
millennio». Hanno preso le parole dal titolo<br />
del loro Convegno Nazionale, che si<br />
è svolto a Roma in questi giorni: «Con<br />
Francesco, sentinelle del nuovo millennio».<br />
«È un impegno questo che ci prendiamo<br />
— ha detto un gruppo di loro, proveniente<br />
dalla Sardegna —. E lo facciamo<br />
con gioia, con entusiasmo e con<br />
speranza per il futuro».<br />
«Questo è stato un anno di riflessione<br />
— hanno aggiunto i ragazzi —, un anno<br />
in cui ci siamo messi in discussione seriamente<br />
e abbiamo riscoperto cose<br />
“nuove” di duemila anni. Ma ora è tempo<br />
di partire: è da domani che inizia il<br />
nostro lavoro. C'è da trasformare la nostra<br />
vita in un laboratorio di fede».<br />
«Ora che la Porta Santa viene chiusa,<br />
noi non possiamo disperderci, ma dobbiamo<br />
tentare insieme di vivere ancora<br />
questo Giubileo nella vita di tutti i<br />
giorni».<br />
Rivolto al futuro è lo sguardo dei pellegrini<br />
che affollavano Piazza San Pietro,<br />
soprattutto quello dei giovani: «Tutto<br />
quello che è stato seminato quest'anno,<br />
sicuramente porterà frutto». Lo ha<br />
detto Eugenio Comincini, 28 anni, di<br />
Cernusco sul Naviglio, venuto a Roma<br />
con un gruppo numeroso di amici della<br />
parrocchia, Santa Maria Assunta.<br />
«Il mio cuore si affaccia sul domani<br />
pieno di tanta speranza». Sono le parole<br />
di Sabrina, 30 anni, di Padova, che ha<br />
aggiunto: «Non è stato un anno facile<br />
questo per me, perché ho dovuto mettermi<br />
in discussione, interrogarmi sulle<br />
scelte della mia vita: il matrimonio, i figli.<br />
Ma è come se fossi stata illuminata<br />
e sono riuscita a scoprire gli errori commessi,<br />
e soprattutto a trovare la capacità<br />
di perdonare. E adesso il mio desiderio<br />
e la mia speranza è quella di continuare<br />
a camminare».<br />
Sabrina era in Piazza San Pietro con<br />
la sorella Costantina, di due anni più<br />
grande, che è intervenuta raccontando:<br />
«Anch'io quest'anno mi sono sentita<br />
messa alla prova duramente dal Signore,<br />
e ho dovuto riflettere spesso e faticosamente<br />
sul senso della mia fede e della<br />
mia vita. È come passare in un tunnel<br />
lungo e buio, con la certezza però, che<br />
solo la fede dà, che dall'altra parte c'è la<br />
luce che ti attende».<br />
«Da questo tunnel io oggi sono uscita,<br />
grazie a Dio, e sono pronta a riprendere<br />
il cammino, portando nel cuore quelle<br />
parole che il Papa pronunciò durante il<br />
Giubileo dei catechisti rivolgendosi diret-<br />
padri perché il Signore Gesù, presentato<br />
da Maria ai Magi, sia il dono per ogni<br />
uomo e donna che ricerca la verità con<br />
cuore sincero e coloro, che durante l'anno<br />
giubilare hanno accolto la misericordia<br />
e il perdono, abbandonata per sempre<br />
la vecchia strada, perseverino nel<br />
nuovo cammino verso la luce».<br />
Le intenzioni<br />
della Preghiera dei fedeli<br />
In lingua indonesiana Stevanus Sondak<br />
e Ivonny Kebingin così pregavano:<br />
«Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente!<br />
La Chiesa ti saluta e insieme con te<br />
vuole entrare nel terzo millennio». Preghiamo<br />
«per le Chiese d'Oriente e d'Occidente:<br />
illuminate dalla luce che viene<br />
dall'alto e confortate dai benefici ricevuti<br />
durante il Grande Giubileo, sappiano<br />
ripartire da Cristo, nostra speranza, con<br />
rinnovato vigore e coraggio».<br />
In lingua russa Tatiana Avdokushina e<br />
Vladyslav Ihnatyshyn pregavano per «i<br />
cristiani, che finalmente riconciliati, possano<br />
tornare a camminare insieme come<br />
unico popolo... in grado di ripetere...<br />
con la gioia di una rinnovata fraternità:<br />
“Benedetto sia Dio”». Preghiamo:<br />
«Per i fratelli e le sorelle delle diverse<br />
confessioni cristiane: la consapevolezza<br />
della purificazione della memoria e di<br />
dover perdonare non sette ma settanta<br />
volte sette, li renda umanità libera e<br />
creatrice, capace di ritrovare la stella<br />
che guida all'unità e alla comunione, nel<br />
l'impegno comune di trasfigurare la<br />
terra».<br />
In lingua quechua César Mamani e<br />
Rosa Peraltra pregavano così il «Signore<br />
della vita e della speranza! In te ogni limite<br />
umano è riscattato e redento. Grazie<br />
a te, la disabilità non è l'ultima parola<br />
dell'esistenza». Preghiamo: «Per i fratelli<br />
e le sorelle disabili: le comunità cristiane<br />
e i singoli credenti maturino la<br />
certezza che il disabile, persona unica e<br />
irrepetibile nella sua dignità, richiede<br />
tamente a loro: “Andate — disse — e<br />
preparate le vie al Signore”».<br />
Ad assistere alla Santa Messa e alla<br />
cerimonia di chiusura dell'Anno Santo<br />
erano tantissimi i pellegrini venuti da<br />
molti Paesi del mondo.<br />
Veniva dagli Stati Uniti Padre Vidal<br />
Robles, cappellano federale delle Carceri,<br />
e parroco della chiesa di s. Josef, a<br />
Port Arthur, in Texas: «Non pensavo di<br />
trovare qui a Roma — ha ammesso —<br />
quest'atmosfera così carica di preghiera<br />
e di fede sincera. Ne parlerò alla gente<br />
al mio ritorno, la racconterò alle persone<br />
invitandole e incoraggiandole a farsi<br />
anche loro pellegrine, perché mi è rimasto<br />
un grande desiderio dentro: continuare<br />
il pellegrinaggio per tutta la vita,<br />
sicuro che la Porta che è Gesù Cristo<br />
non si chiuderà mai».<br />
Dall'Inghilterra, dall'antico santuario<br />
mariano di Walsingham, risalente all'XI<br />
secolo, proveniva un gruppo ecumenico<br />
di circa settanta pellegrini, cattolici ed<br />
anglicani: «Tutto l'anno abbiamo pregato<br />
per l'unità della Chiesa nel nostro<br />
Paese — hanno detto — e siamo venuti<br />
a farlo anche oggi, nell'ultimo giorno<br />
del Grande Giubileo».<br />
«L'Anno Santo del 2000 ha segnato l'inizio<br />
di una nuova era — hanno aggiunto<br />
entusiasti —, l'inizio di una nuova<br />
primavera per tutta la Chiesa, che continuerà<br />
a risorgere con Cristo nel Terzo<br />
Millennio».<br />
ALESSANDRO IAPINO<br />
non solo cure, ma anzitutto amore, riconoscimento,<br />
rispetto e integrazione, perché<br />
portino alla loro pienezza i doni<br />
spesso invisibili di cui sono dotati».<br />
In lingua swahili Fr. Edwin e Margaret<br />
Musyawa così pregavano: «Proclamate<br />
insieme, genitori, il valore della famiglia<br />
e della vita: Per i papà e le mamme,<br />
per le famiglie: l'ispirarsi a Maria, a<br />
Gesù e a Giuseppe per compiere la volontà<br />
del Padre, aiuti ogni famiglia a<br />
maturare nell'amore e, piccola Chiesa<br />
domestica, a irradiare i valori della vita,<br />
del servizio, del rispetto reciproco».<br />
In lingua samoana Emanuela Betham<br />
e Ione Anitelea Jesse pregavano con<br />
queste parole: «Dicendo “sì” a Cristo,<br />
voi dite “sì” ad ogni vostro più nobile<br />
ideale... Non abbiate paura ad affidarvi<br />
a lui». Preghiamo: «Per i giovani e le<br />
giovani del secolo che inizia: quali “sentinelle<br />
del mattino” in quest'alba del Terzo<br />
Millennio, forti nella fede in Gesù,<br />
nato per la nostra salvezza e redenzione,<br />
non si rassegnino ad un mondo di<br />
violenza e di distruzione, ma si sforzino<br />
con ogni energia ad operare per la pace,<br />
a rendere questa terra sempre più abitabile<br />
per tutti».<br />
In lingua francese Yolande Cazarre e<br />
Antoine Soubrier invocavano il Signore<br />
con queste intenzioni: «In te, o Cristo,<br />
solo in te è offerta all'uomo la possibilità<br />
di essere “creatura nuova”». Preghiamo:<br />
«Per la nostra assemblea e per tutti i<br />
pellegrini che, in comunione con noi<br />
tramite la radio e la televisione, ricordano<br />
il loro giubileo: nella memoria dei testimoni<br />
della fede del XX secolo, si ravvivi<br />
in ciascuno e in tutti il desiderio di<br />
vivere in Cristo come creature nuove ed<br />
essere per gli altri pane che nutre e vino<br />
che dà gioia».<br />
Con il cuore pieno<br />
di riconoscenza<br />
«Padre Santo — pregava il Papa —,<br />
con il cuore pieno di riconoscenza per<br />
la partecipazione alla promessa offerta a<br />
tutte le genti per mezzo del Vangelo, ti<br />
preghiamo, in comunione con Maria,<br />
che il frutto benedetto del suo seno sia<br />
riconosciuto e accolto dalla generazione<br />
presente e da quelle future».<br />
Le intenzioni era state prese dai discorsi<br />
e dai messaggi di Giovanni PaoloII<br />
pronunciati e inviati nel corso dell'anno<br />
2000.<br />
Per l'offertorio si presentavano davanti<br />
al Papa nei loro caratteristici costumi<br />
una coppia proveniente dall'Ucraina,<br />
Annie Makuba Kowande e Roger Ngimbi,<br />
della Repubblica Democratica del<br />
Congo; Falakika Feleu e Marie Noella<br />
Mabonko, dall'Oceania; la famiglia giapponese<br />
Suzuki, con la piccola in kimono;<br />
Nicholas Schwarz e Adolfo Medina,<br />
provenienti dagli Usa e dal Messico, per<br />
donargli il pane e il vino, bouquet di fiori<br />
ed altri doni. Per la Liturgia Eucaristica<br />
salivano all'altare accanto al Papa i<br />
Cardinali Gantin, Sodano, Etchegaray e<br />
de Araújo Sales. Alla solenne Concelebrazione<br />
Eucaristica era anche presente<br />
il Card. Giuseppe Caprio.<br />
Erano poi presenti il Corpo Diplomatico<br />
accreditato presso la Santa Sede<br />
con gli Arcivescovi Sandri, Tauran ed i<br />
Prelati Caputo, Capo del Protocollo della<br />
Segreteria di Stato, e Pioppo. In presbiterio<br />
erano l'Arcivescovo Oscar Rizzato,<br />
Elemosiniere di Sua Santità; il Vescovo<br />
James Michael Harvey, Prefetto della<br />
Casa Pontificia, ed il Vescovo Staniław<br />
Dziwisz, Prefetto Aggiunto. Tra le personalità<br />
presenti erano Adalberto Rodriguez<br />
Giavarini, Ministro degli Esteri di<br />
Argentina; Jorge Isidoro Nieto Menendez,<br />
Ministro del Lavoro di El Salvador;<br />
l'On.le Francesco Rutelli, Sindaco di Roma;<br />
l'On.le Silvano Moffa, Presidente<br />
della Provincia di Roma; il Comandante<br />
dei Carabinieri Sergio Siracusa; Lidia<br />
Lanzillotta, Segretario generale della<br />
Presidenza del Consiglio dei ministri; il<br />
Prof. Mario Agnes, Direttore de «L'Osservatore<br />
Romano»; l'On.le Emilio Colombo,<br />
Presidente dell'Istituto Toniolo.<br />
Era anche presente Frère Roger di Taizé.<br />
La firma<br />
della Lettera Apostolica<br />
Al termine dell'«Orazione dopo la comunione»<br />
il Papa firmava la Lettera<br />
Apostolica «Novo Millennio ineunte».<br />
Era l'Arcivescovo Leonardo Sandri, Sostituto<br />
della Segreteria di Stato, a recarsi<br />
vicino al Papa per porgerli la copia<br />
originale. All'ultima pagina Giovanni<br />
Paolo II deponeva la sua augusta firma.<br />
L'evento veniva preceduto da un annuncio<br />
in lingua italiana, francese, inglese,<br />
tedesca, spagnola, portoghese e polacca<br />
e seguito da un lungo applauso. Erano<br />
le 11.52 quando il Papa firmava il Documento.<br />
Seguiva il canto del «Te Deum»<br />
da parte della Cappella Sistina. Per la<br />
storica occasione il Maestro Giuseppe<br />
Liberto aveva composto questo inno di<br />
lode e di ringraziamento a chiusura dell'Anno<br />
del Grande Giubileo. «A Cristo,<br />
Signore dei Millenni» la lode e la gloria<br />
nei secoli dei secoli.<br />
Migliaia di persone<br />
venute a rendere grazie<br />
per i frutti di conversione<br />
«Da un incontro nascono sempre frutti<br />
nuovi e quello avuto con Cristo da<br />
tutti noi durante questo Giubileo darà<br />
vita a una nuova stagione per la Chiesa».<br />
Sono parole che guardano al futuro<br />
quelle pronunciate da Marie Adeline<br />
Rasuarimanana, venuta dalla Diocesi di<br />
Fianarantsoa, nel Madagascar, insieme<br />
con altre venti persone, per partecipare<br />
all'ultimo appuntamento previsto nel<br />
calendario dell'Anno Santo: la chiusura<br />
della Porta Santa della Basilica Vaticana.<br />
Anche Marie si trovava tra i numerosi<br />
fedeli che fin dalle prime ore del mattino<br />
affollavano gli ingressi del colonnato<br />
del Bernini. Era trascorso poco tempo<br />
da quando gli ultimi pellegrini avevano<br />
varcato la Porta Santa della Basilica di<br />
San Pietro prima della sua chiusura, che<br />
già un'altra folla si incamminava per assistere<br />
all'evento conclusivo di un anno<br />
scandito dal ritmo incessante dei pellegrinaggi.<br />
«Non potevamo mancare a questo<br />
momento così importante del Giubileo<br />
che segna il passaggio dall'aver ricevuto<br />
un dono prezioso, quello della misericordia<br />
di Dio, all'essere testimoni credibili<br />
della sua Parola negli ambienti di vita<br />
e di lavoro — ha aggiunto Marie — .<br />
Per poter venire in pellegrinaggio a Roma<br />
in questi ultimi giorni, abbiamo fatto<br />
molti sacrifici rinunciando ai regali di<br />
Natale e a volte digiunando per poter risparmiare<br />
una certa somma. Abbiamo<br />
fatto tutto sempre con il sostegno della<br />
preghiera, pensando anche alle famiglie<br />
che vivono lontano da Dio».<br />
«Ma un altro motivo mi ha spinto a<br />
venire qui: ringraziare il Santo Padre<br />
per quanto ha fatto per i giovani. Da<br />
quando mia figlia è tornata dall'esperienza<br />
della XV Giornata Mondiale della<br />
Gioventù è cambiata: ha ripreso ad andare<br />
a Messa la domenica e a parlare di<br />
Dio con i suoi amici. È tornata ad essere<br />
praticante e a interessarsi della vita<br />
della Chiesa. È questo uno dei miracoli<br />
di questo Giubileo: sono convinta che<br />
come mia figlia ci siano migliaia di giovani<br />
che sono tornati trasformati da<br />
questa esperienza di fede vissuta accanto<br />
al successore di Pietro».<br />
A seguire la Messa celebrata nella solennità<br />
dell'Epifania ai piedi del sagrato<br />
della Basilica Vaticana è stata anche la<br />
campionessa polacca Jagoda Polasik,<br />
che agli ultimi campionati mondiali per<br />
disabili svoltisi a Sidney ha vinto ben tre<br />
medaglie d'oro nelle discipline di scherma<br />
e fioretto. «Ciò che conta per me è<br />
vincere nella fede — ha detto Jagoda,<br />
emozionata nel trovarsi vicino al Papa<br />
—. Dio viene prima di tutto e i veri «fioretti»<br />
che desidero fare per il Signore<br />
sono i piccoli sacrifici di ogni giorno.<br />
Inoltre, intendo testimoniare al mondo<br />
quanto grandi siano i doni della vita e<br />
della fede. Oggi si chiude la Porta Santa,<br />
ma resta aperta quella del nostro<br />
cuore, ricordando che tutta la vita è un<br />
pellegrinaggio che continua anche dopo<br />
il Giubileo. Tutte le mie vittorie l'ho<br />
sempre dedicate a Dio, perché Lui è la<br />
mia forza e la mia speranza».<br />
Chiusi i battenti della Porta Santa, già<br />
è tempo per dare inizio alla missione<br />
che spetta a ciascun fedele. «È ora di<br />
rimboccarsi le maniche e mantenere<br />
l'impegno preso varcando la Porta Santa»<br />
ha affermato il signor Renato Monvicini,<br />
giunto da Piacenza assieme alla<br />
moglie. «Ci aspetta un nuovo compito<br />
che consiste nell'essere presenza attiva<br />
nella società e guida per coloro che si<br />
trovano disorientati nel loro cammino<br />
spirituale. Siamo pronti a diventare protagonisti<br />
del terzo millennio e a testimoniare<br />
al mondo intero il messaggio affidatoci<br />
dal Papa, carichi di gioia e di<br />
questa nuova ondata di vitalità che abbiamo<br />
ricevuto in dono qui, a Roma,<br />
con questo Giubileo. Vogliamo partecipare<br />
anche noi a questa nuova primavera<br />
della cattolicità, rimanendo fedeli a<br />
Cristo e al suo mandato».<br />
Tra i pellegrini che gremivano Piazza<br />
San Pietro, c'era anche chi ormai ha<br />
preso una certa familiarità con quella<br />
Piazza: i giovani del G.A.M. (Gioventù<br />
Ardente Mariana) venuti da tutta Italia,<br />
che manifestavano il loro affetto al Papa<br />
mostrando la bandiera con il logo della<br />
XV Giornata Mondiale della Gioventù, a<br />
ricordo delle intense giornate romane<br />
vissute in agosto. «Volevamo condividere<br />
con il Papa anche questo momento<br />
— ha spiegato Riccardo Malin, 23 anni,<br />
di Rovigo —. Questo per noi è un inizio<br />
e non una fine; lo conferma il fatto che<br />
siamo di nuovo uniti qui in nome di Cristo.<br />
Durante questo Giubileo sono nati<br />
tanti incontri, nuove amicizie che hanno<br />
avuto un seguito. Ci si è confrontati sull'esperienza<br />
che abbiamo vissuto a Roma<br />
quest'estate. Prima di tornare in<br />
questa Piazza, abbiamo fatto due giorni<br />
di ritiro spirituale a Bracciano, meditando<br />
le parole che il Papa ci ha rivolto in<br />
quell'occasione che ha segnato per sempre<br />
i nostri cuori. Vogliamo rinnovare il<br />
nostro impegno nel parlare di Dio al<br />
mondo e portare il Vangelo ai nostri<br />
coetanei».<br />
Tra i giovani venuti da ogni continente<br />
vi erano anche quelli venuti dal Cile,<br />
circa trecento, «Vorremmo restare qui,<br />
accanto al Santo Padre, per sempre —<br />
ha detto Carmen Mena, 21 anni, di Santiago<br />
—. Ma siamo consapevoli di aver<br />
ricevuto da lui una missione, quella di<br />
dare al mondo testimonianza dell'amore<br />
di Dio per l'umanità, che raggiunge il<br />
suo culmine nel sacrificio del suo unico<br />
Figlio, Gesù Cristo. Ora che noi giovani<br />
ci sentiamo molto più uniti ci sentiamo<br />
pronti a trasmettere agli altri la gioia di<br />
essere cristiani e a portare Cristo al centro<br />
della nostra vita ogni giorno».<br />
ELISABETTA ANGELUCCI