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PAGINA<br />
7 .<br />
Un nuovo libro di Padre Gino Concetti<br />
L'OSSERVATORE ROMANO Venerdì 5 Gennaio 2001<br />
Gli orrori della prostituzione<br />
COSMO FRANCESCO RUPPI<br />
Arcivescovo di Lecce<br />
Da anni, come ormai è noto in Italia e all'Estero,<br />
il centro di accoglienza «Regina pacis» di Lecce è<br />
alle prese non solo col problema dell'immigrazione,<br />
ma anche col problema delle ex prostitute che in<br />
numero crescente ci vengono affidate dalla Polizia<br />
e da altre autorità dello Stato, per il recupero e per<br />
la loro salvezza dalle pesantissime grinfie dei trafficanti<br />
e sfruttatori.<br />
Col progetto Ali nuove, presentato nel giugno<br />
scorso in un convegno nazionale, abbiamo messo<br />
in piedi una serie di misure e di interventi e stiamo<br />
già operando, oltre che sul territorio italiano, anche<br />
in Moldavia e Ucraina per il rientro delle ragazze<br />
salvate dalla prostituzione, reinserendole nel<br />
territorio natio.<br />
In questo lavoro, il direttore del Centro «Regina<br />
pacis» don Cesare Lodeserto si è fatto un nome di<br />
primo piano, che gli consente ormai di intervenire<br />
sull'argomento in riunioni e congressi internazionali,<br />
nei quali l'azione della Chiesa è accolta con<br />
grande rispetto e considerazione, soprattutto perché<br />
impostata, al tempo stesso, nel rispetto della<br />
legalità e nel recupero delle donne incorse in questo<br />
squallido mercato, vecchio quanto è vecchio il<br />
mondo, ma oggi divenuto più aspro e più pericoloso,<br />
per l'intreccio malavitoso internazionale che lo<br />
avvolge.<br />
È con questa esperienza o, se si vuole, con questa<br />
premessa operativa, che abbiamo avuto tra mano<br />
l'ultima fatica di padre Gino Concetti sul tema<br />
della prostituzione (G. Concetti, Gli orrori della<br />
prostituzione, Editrice Vivere In, Roma 2000, pp.<br />
1-158) e l'abbiamo letta quasi d'un fiato, per la sua<br />
attualità e l'immediata consonanza con lavoro che<br />
stiamo facendo proprio in questi ultimi due anni.<br />
La prostituzione, infatti, su cui spesso la politica<br />
si getta per riaprire le cosiddette case chiuse o sdebitarsi<br />
per la mancata soluzione del problema immigratorio,<br />
è uno di quei problemi che vanno esaminati<br />
con grande ponderazione e soprattutto con<br />
l'intento di arrestarne lo sviluppo e frenarne le<br />
complicazioni.<br />
Ed è proprio quello che fa p. Concetti in questa<br />
pubblicazione, che, dopo aver esaminato l'espandersi<br />
del fenomeno, tratta della posizione delle istituzioni<br />
civili e della posizione dei cristiani facendo<br />
fugaci, anche se non completi riferimenti, a documenti<br />
di Vescovi e teologi, tra cui spicca il pensiero<br />
di Agostino e di s. Alfonso Maria de' Liguori.<br />
Quel che colpisce subito in questo studio, scritto,<br />
come sempre, con grande scioltezza di eloquio e<br />
chiarezza di argomenti, è la riflessione sulla responsabilità<br />
dei soggetti (cap. V) e le proposte ope-<br />
ROBERTO MOROZZO<br />
DELLA ROCCA<br />
Si è tenuto recentemente a Cluj, in Transilvania,<br />
un rilevante Simposio internazionale<br />
dedicato al «Terzo centenario dell'Unione<br />
della Chiesa romena di Transilvania<br />
con la Chiesa di Roma», ossia dell'atto di<br />
unione alla Chiesa cattolica di una parte<br />
del cristianesimo romeno di rito bizantino,<br />
per formare quella che da tre secoli è la<br />
Chiesa greco-cattolica romena, diffusa soprattutto<br />
in Transilvania.<br />
Le vicende novecentesche del cattolicesimo<br />
romeno di rito bizantino sono state tragiche.<br />
Dal 1948 al 1989 la Chiesa greco-cattolica<br />
è stata messa al bando dalle autorità<br />
comuniste e sottoposta a persecuzione. Come<br />
nella parallela vicenda ucraina, al cattolicesimo<br />
orientale era negato il diritto di<br />
esistere. La Chiesa greco-cattolica di Romania,<br />
quale si presenta attualmente, ha una<br />
viva memoria della discriminazione, della<br />
soppressione, del martirio subito dal suo<br />
clero e dai suoi fedeli.<br />
Nessun Vescovo greco-cattolico cedette<br />
mai alla volontà governativa, non sostando<br />
al ricatto della violenza fisica e neppure alle<br />
lusinghe e promesse di un trattamento di<br />
riguardo qualora si fosse passati a far parte<br />
della Chiesa ortodossa. Se mai il cattolicesimo<br />
bizantino di Romania era stato, nel passato,<br />
sottoposto da suoi detrattori alla critica<br />
di costituire una confessione religiosa di<br />
comodo, ebbene la vicenda del martirio in<br />
epoca comunista ha provato ad abundatiam<br />
la profondità e la consistenza della fede<br />
greco-cattolica, radicatasi in una parte<br />
del popolo romeno nel corso di tre secoli di<br />
storia.<br />
Sebbene assai presente nella passionalità<br />
e nello spirito dei partecipanti, questa vicenda<br />
di martirio non è stata propriamente<br />
oggetto del Simposio di Cluj, dedicato a<br />
una rigorosa ricostruzione storica del contesto<br />
e degli eventi della Unione dell'anno<br />
1700. Nello stesso tempo la resistenza nella<br />
persecuzione ispira la coscienza che i greco-cattolici<br />
di Romania hanno di se stessi, e<br />
sottende alla ferma volontà di risorgere dopo<br />
gli anni della dittatura, anche su rinnovate<br />
basi culturali. In questo senso va compreso<br />
il lavoro per dotarsi di espressione<br />
accademica e strumentazione scientifica di<br />
alto livello, come prova la nascita di alcune<br />
Facoltà di studi teologici di impronta grecocattolica<br />
nelle Università di Stato romene,<br />
tra cui quella di Cluj che ha patrocinato il<br />
citato Simposio.<br />
La scelta di ricordare la Unirea con un<br />
convegno scientifico è significativa della vo-<br />
rative (cap. VII) in cui si intravede la profondità<br />
del moralista e la brillantezza dello scrittore.<br />
Nella sua trattazione, Concetti mette a confronto<br />
le soluzioni trovate da alcune nazioni, come l'Olanda,<br />
che ha legalizzato la prostituzione, ed altre che<br />
hanno istituito i cosiddetti parchi d'amore, annotando<br />
le non poche contraddizioni dell'autorità giudiziaria<br />
italiana e l'accanimento recente contro i<br />
clienti, che ha sollevato tanto clamore nella pubblica<br />
opinione italiana.<br />
Le due tesi ricorrenti, a proposito della prostituzione,<br />
quella abolizionista e quella regolamentarista,<br />
sono esaminate dall'Autore con rigore critico<br />
e, diremmo anche scientifico, ma viene decisamente<br />
respinto il compromesso al quale non poche forze<br />
politiche e culturali intendono ricorrere, anche<br />
in Italia, nella illusione di risolvere un problema<br />
che rischia di aggravarsi ogni giorno di più.<br />
Ed è proprio a questo punto che la lucidità di<br />
Gino Concetti emerge estremamente chiara, perché<br />
riporta il problema sulle basi etiche, le uniche valide<br />
per avviare seriamente a soluzione la questione.<br />
Condannando la tesi della ineluttabilità del fenomeno<br />
della prostituzione, infatti, egli lo inquadra<br />
nella verità dell'uomo e della antropologia cristiana,<br />
affermando che «Dio ha creato l'uomo e la<br />
donna in perfetto equilibrio di tutti gli elementi...»<br />
e aggiungendo senza equivoci che «la passione carnale,<br />
la lussuria è una specie di bestia vorace<br />
che, dopo avere conseguito la soddisfazione, dà segni<br />
di voracità sempre maggiore» (p. 130).<br />
In parole povere, la prostituzione è l'esatto contrario<br />
dell'amore coniugale ed è un mercato immondo,<br />
di cui sono egualmente responsabili cliente,<br />
protettore e povera donna, con l'aggravante che<br />
i primi due, di certo, lo sono ancora di più.<br />
La tesi di Concetti della donna, che vende sesso,<br />
e del cliente, che lo compra, diventa ancora più lucida<br />
ed esemplare, quando dalla prostituzione delle<br />
donne adulte si passa ad esaminare lo sfruttamento<br />
sessuale delle minorenni, come più volte ci accade<br />
di vedere nelle decine e decine di donne arrivate<br />
nel centro Regina pacis dopo esperienze allucinanti.<br />
Qui, naturalmente, emerge ancora più chiara la<br />
responsabilità dei genitori, della società, da cui partono<br />
queste povere ragazze, e della terra che, dopo<br />
rocambolesche vicende, le accoglie, il più delle volte,<br />
senza saperlo.<br />
E qui si apre il discorso della vigilanza delle autorità,<br />
del mancato controllo dell'immigrazione, del<br />
traffico di donne e di bambini, delle falle che si<br />
scoprono ogni giorno di più, senza parlare delle<br />
connivenze, storture e degradi politici e sociali.<br />
Le ultime pagine di questo interessante e attualissimo<br />
volume sono dedicate all'azione di recupero<br />
In un Simposio internazionale svoltosi recentemente a Cluj, in Transilvania<br />
La profondità della fede greco-cattolica radicatasi<br />
in una parte del popolo romeno in tre secoli di storia<br />
lontà di non considerare la storia della<br />
Chiesa greco-cattolica di Romania a parte<br />
dalla storia comune della Transilvania e<br />
della Romania. Molto opportunamente il<br />
Nunzio apostolico a Bucarest, Mons. Jean<br />
Claude Périsset, ha richiamato in apertura<br />
dei lavori la necessità di una «purificazione<br />
della memoria», secondo gli intendimenti di<br />
Giovanni Paolo II. Una tale purificazione<br />
può avvenire superando il rischio di «memorie<br />
parziali», cioè di gruppo, o settoriali,<br />
per ricollocare e ordinare i fatti nel loro<br />
contesto storico, a tutti comune, e far decantare<br />
le passioni di parte. Ciò che il Simposio<br />
ha proceduto a fare con grande ricchezza<br />
di contributi e documentazione.<br />
Il «processo di Unione», più che il puntuale<br />
atto di Unione che ne ha rappresentato<br />
la consacrazione, è stato analizzato e discusso<br />
nella sua complessità, nelle sue tappe,<br />
nella sua originalità.<br />
La penetrazione del calvinismo (a fine<br />
Seicento la Transilvania ricadeva sotto l'influenza<br />
dei magiari e nella regione fermentavano<br />
attive correnti religiose calviniste)<br />
contribuì a far nascere in ampi settori della<br />
Chiesa ortodossa romena di Transilvania<br />
l'aspirazione a passare al cattolicesimo, dopo<br />
avere avuto assicurazione dall'Impero<br />
dell'Austria di potere continuare a usare il<br />
tradizionale rito bizantino. Non fu — ha osservato<br />
il Rettore del Collegio Pio Romeno<br />
di Roma, il benedettino belga Olivier Raquez<br />
— «un ritornare a Roma, ma un dirigersi<br />
verso Roma».<br />
Le autorità asburgiche davano garanzie<br />
di difesa dal proselitismo calvinista, una<br />
volta che i romeni fossero passati alla confessione<br />
cattolica, dominante dell'impero.<br />
La storia non sarebbe però andata propriamente<br />
nel senso immaginato dei politici: i<br />
greco-cattolici non sarebbero divenuti un<br />
elemento di ralliement dei sudditi romeni<br />
dell'impero alle nazionalità dominanti, la<br />
tedesca e la magiara. In altri termini, i greco-cattolici<br />
non avrebbero, con la formazione<br />
della loro Chiesa, indebolito il senso nazionale<br />
dei romeni di Transilvania, dividendoli<br />
confessionalmente dai connazionali di<br />
Valacchia e Moldavia.<br />
Infatti la Chiesa greco-cattolica, profittando<br />
della libertà concessale in quanto fedele<br />
a Roma, sviluppò in maniera inattesa<br />
la cultura romena, divenendo l'artefice della<br />
Romania moderna. Nella stessa epoca in<br />
Valacchia e Moldavia, vassalle degli ottomani,<br />
mancavano le condizioni per un libero<br />
dispiegarsi della cultura romena e permaneva<br />
uno stato per così dire di oscurantismo.<br />
Al simposio hanno partecipato eminenti<br />
studiosi di varia estrazione confessionale, a<br />
testimonianza dello sforzo di produrre un<br />
lavoro storiografico non di parte, ma comune,<br />
che superasse la frequente polemica<br />
tra differenti storiografie talora qualificatesi,<br />
riguardo alle vicende della Chiesa grecocattolica,<br />
non tanto per la ricerca di obiettività<br />
quanto per la difesa di posizioni a<br />
priori contrarie o favorevoli.<br />
Maturi studiosi di fede ortodossa come<br />
Pompiliu Teodor, maestro di generazioni di<br />
storici transilvani, hanno partecipato ai lavori<br />
accanto a giovani promettenti come<br />
Mihai Sasavjau, diacono ortodosso, docente<br />
nell'Università di Arad. Numerosi erano i<br />
relatori di confessione greco-cattolica, da<br />
George Cipaianu che svolge il suo insegnamento<br />
universitario a Cluj e a Parigi, ed ha<br />
presentato inedito materiale di fonte diplomatica,<br />
alla giovane Ana Victoria Sima che<br />
ha suscitato interesse con una relazione su<br />
fonti inedite relative alla storia religiosa della<br />
Transilvania, sulla base di documentazione<br />
reperita in archivi romani e vaticani.<br />
Ma si può dire che in generale il Simposio<br />
ha interessato tutto l'ambiente della<br />
Università «Babes Bolyai» di Cluj, forse la<br />
più prestigiosa università della Romania, di<br />
certo quella con il maggior numero di studenti<br />
(48.000) e con il più marcato pluralismo<br />
interno (vi sono persino quattro distinte<br />
Facoltà di Teologia, per le Chiese ortodosse,<br />
cattolica latina, greco-cattolica, e<br />
protestanti nelle loro varie denominazioni).<br />
il Rettore della Università «Babes Bolyai»,<br />
Andrei Marga, anch'egli greco-cattolico, è<br />
ministro dell'Educazione della Romania: a<br />
lui il compito e l'onore di presiedere la sessione<br />
inaugurale del Simposio.<br />
Il Simposio ha goduto di significative<br />
presenze internazionali. Dall'Università di<br />
Pisa è venuto Cesare Alzati, che ha contribuito<br />
non poco alla progettazione e realizzazione<br />
del colloquio scientifico. Dall'Università<br />
dell'Illinois è venuto Keith Hitchins,<br />
dall'Università di Vienna è venuto<br />
Ernst Christian Suttner. In rappresentanza<br />
della Congregazione per le Chiese Orientali,<br />
era presente Roberto Morozzo della Rocca<br />
dell'Università di Roma III.<br />
Nell'intervento conclusivo Mons. Virgil<br />
Bercea, Vescovo di Oradea, nonché Decano<br />
(cioè Preside) della Facoltà di Teologia<br />
greco-cattolica dell'Università di Cluj, ha<br />
sottolineato la felice e singolare coincidenza<br />
del terzo centenario dell'Unione con il<br />
Grande Giubileo del Millennio, riprendendo<br />
poi il tema della purificazione della memoria<br />
con il quale il Simposio si era aperto.<br />
Questa purificazione — ha detto il Vescovo<br />
greco-cattolico — non è dimenticanza e<br />
non è abbandono delle proprie radici, bensì<br />
«perdono e amore».<br />
e di sostegno e siamo certi che in una prossima,<br />
auspicata ristampa, il bravo Autore non mancherà<br />
di avvalersi della esperienza di chi lavora sul campo<br />
giorno e notte, per offrire nuovi e concreti stimoli<br />
alla comunità cristiana, che deve compromettersi<br />
di più anche in questo delicato settore.<br />
Ma è già significativo che Concetti richieda l'intervento<br />
della comunità cristiana non solo nella lotta<br />
alla prostituzione, ma anche nella fase preventiva<br />
e in quella di recupero chiedendo a Vescovi,<br />
parroci e responsabili delle Caritas che «al centro<br />
dei loro interessi non vi siano soltanto i poveri, gli<br />
anziani, gli emarginati, i disoccupati, i drogati, ma<br />
anche le ragazze... oggetto di mercificazione sessuale»<br />
(p. 143).<br />
«Quella ragazza o giovane donna che si prostituisce<br />
— scrive con passione Gino Concetti —<br />
è una persona che va amata e aiutata a liberarsi<br />
dalla condizione deviante in cui è inserita»<br />
(p. 144).<br />
Molto si è fatto e si sta facendo in tale direzione<br />
e lo stesso Concetti elogia i sacerdoti «saliti alla ribalta<br />
nazionale per il loro impegno a favore delle<br />
ex prostitute», ma ogni sforzo sarà vano, se non si<br />
mette un freno alle bande criminali, che continuano<br />
a lucrare centinaia e centinaia di milioni su questa<br />
nuova tratta di ragazze, di cui in Puglia abbiamo<br />
innumerevoli e drammatiche tracce, con una<br />
frequenza che cresce ogni giorno di più.<br />
C'è una vera e propria bonifica da fare non tanto<br />
dei marciapiedi delle grandi città, delle periferie<br />
urbane e delle molte strade nazionali e vicinali, ma<br />
della mentalità e del costume corrente. Una bonifica<br />
da fare nella testa dei clienti, oltre che degli<br />
sfruttatori e degli intermediari, ma anche una bonifica<br />
da fare nella stessa legislazione italiana ed<br />
europea, contraddittoria e contorta, quando addirittura<br />
non è incline alla tolleranza e al permissivismo<br />
morale.<br />
Ma la bonifica più grande va fatta nella testa e<br />
nel cuore di ogni essere umano, per riportarlo al<br />
piano della creazione, che vuole l'amore sponsale<br />
al centro dei valori e la stessa sessualità come un<br />
nobile dono del Creatore.<br />
In questi anni padre Concetti, oltre che illuminarci<br />
e documentarci da queste colonne, ci ha dato<br />
una moltitudine di studi e di opere, quasi tutte sul<br />
piano morale, toccando i temi della sessualità e<br />
della famiglia, della clonazione e della fecondazione<br />
medicalmente assistita e lo ha fatto sempre con<br />
grande lucidità, competenza e passione pastorale.<br />
Dobbiamo essergli grati per questo prezioso e<br />
desiderato servizio, ma un pochino dobbiamo essere<br />
grati anche alla promettente Editrice Vivere In,<br />
che della passione culturale e del generoso servizio<br />
alla verità ha fatto la sua onorata bandiera.<br />
schede - schede - schede<br />
Guido Novella, Il tempo dell'uomo<br />
nel presente di Dio. Meditazioni<br />
per adolescenti e giovani,<br />
Editrice Elle Di Ci, Leumann<br />
1999, pp. 79, L. 8.000, E. 4,13. Sui<br />
ritmi dell'anno liturgico che si snoda<br />
dall'Avvento alla Pentecoste, G.<br />
Novella offre ai giovani e agli adolescenti<br />
ventuno schemi di meditazione<br />
sulle grandi verità della fede.<br />
a cura di GINO CONCETTI<br />
Ogni meditazione si articola secondo<br />
un modulo prefissato: un prologo<br />
introduttivo e centralizzante, il<br />
«corpo» della riflessione, un testo<br />
biblico appropriato e la preghiera<br />
conclusiva, seguita da un impegno<br />
operativo. Scritto con stile fluido, il<br />
sussidio vuol essere uno strumento<br />
per iniziare i giovani e gli adolescenti<br />
alla meditazione.<br />
Antonio Gentili-Andrea Schnöller, Dio nel silenzio, Ancora Editrice Milano<br />
2000, pp. 335, L. 34.000. Due sacerdoti religiosi, operanti nel settore<br />
della formazione e della spiritualità hanno unito la loro esperienza e la loro<br />
cultura per ribadire l'utilità, il valore e l'efficacia della meditazione.<br />
Una volta tanto raccomandata e praticata, oggi sembra sopraffatta dall'attivismo.<br />
I sacerdoti infatti sono più che mai assorbiti nel ministero da<br />
conservarsi poco spazio per lo svolgimento delle pratiche di pietà sia personali<br />
che comunitarie. Contro l'attivismo invadente è consigliato il «silenzio»,<br />
inteso come luogo e come tempo per riflettere, per analizzarsi e per<br />
contemplare i misteri di Dio e la sequela di Cristo.<br />
Mario Gadili, San Giovanni Calabria,<br />
Edizioni San Paolo, Cinisello<br />
Balsamo 2000, pp. 423,<br />
L. 34.000, E. 17,56. Nella sua lunga<br />
vita Giovanni Calabria (1873-1954) è<br />
stato uno dei sacerdoti e apostoli<br />
più rappresentativi della prima parte<br />
del secolo ventesimo. Giovanni<br />
Paolo II lo ha proclamato santo alla<br />
fine del secondo millennio. Questa<br />
di Mario Gadili è la «biografia ufficiale»<br />
e pertanto scritta con tutti i<br />
crismi della legalità canonica. Ma<br />
non esaltativa di maniera. Don Calabria<br />
risplende con le sue notevoli<br />
doti di uomo e di sacerdote. Non è<br />
una biografia costruita per ottenere<br />
la dichiarazione di santità, ma la<br />
santità registrata nella vita e nel ministero<br />
di don Calabria.<br />
Parrocchia Corpus Domini, Una generazione narra all'altra la tua fedeltà,<br />
Roma 2000, pp. 71 (s.i.p.). Sorta alla periferia romana nella seconda<br />
metà del secolo ventesimo la comunità parrocchiale Corpus Domini si è<br />
pienamente inserita nel territorio diventando un centro di riferimento spirituale<br />
e un luogo di culto e di evangelizzazione della popolazione che è<br />
andata continuamente crescendo. Affidata a sacerdoti giovani ha esercitato<br />
un influsso formativo che si è radicato nelle coscienze. Il motto dei pionieri<br />
è stato: «Si fa una chiesa per essere Chiesa». La pubblicazione comprova<br />
che è stata «ammirabile e incoraggiante la costanza dei sacerdoti e dei fedeli<br />
del tempo».<br />
Acura di Pietro Vanetti, La<br />
Bibbia, Edizioni Piemme, Casale<br />
Monferrato 2000, pp. 1198,<br />
L. 35.000, E. 18,08. Di formato tascabile<br />
e riccamente illustrata, questa<br />
Bibbia che viene detta «mini»<br />
contiene tutti i testi dell'Antico e<br />
del Nuovo Testamento nella cosiddetta<br />
«versione» della Conferenza<br />
Episcopale Italiana. Le introduzio-<br />
ni, i commenti e le note sono stati<br />
però rielaborati dalla «Bibbia della<br />
Civiltà Cattolica». La presentazione<br />
è del Padre Peter-Hans Kolvenbach,<br />
Preposito Generale della Compagnia<br />
di Gesù. I Gesuiti hanno un<br />
grande merito negli studi biblici, la<br />
cui massima espressione è il Pontificio<br />
Istituto Biblico di Roma. Ottimo<br />
strumento per conoscere la Bibbia.<br />
Carlo Rocchetta, Teologia della tenerezza. Un «vangelo» da riscoprire,<br />
Edizioni Dehoniane, Bologna 2000, pp. 448, L. 48.000, E. 24,79. C. Rocchetta<br />
è teologo e docente universitario, ha al suo attivo diverse opere, che<br />
si contraddistinguono per un taglio biblico nell'esposizione dei temi della<br />
salvezza e della ecclesiologia. Proseguendo le sue ricerche affronta in questa<br />
pubblicazione il tema della «tenerezza» intesa però in chiave biblicoteologica<br />
e antropologica. L'orizzonte è molto vasto e fortemente incentrato<br />
in Cristo, nel quale la tenerezza si riveste di tutte le virtù che lo manifestano<br />
come redentore e salvatore, come ricco di misericordia e di amore.<br />
Lettera del Vescovo di Volterra, Mons. Bianchi, ai fedeli della Diocesi<br />
L'evangelizzazione in tutte le sue forme<br />
e nei diversi ambiti come scelta prioritaria<br />
L'evangelizzazione nelle sue molteplici<br />
forme e nei diversi ambiti è la<br />
scelta prioritaria della Diocesi di Volterra.<br />
La scelta è maturata come impegno<br />
programmatico per il nuovo<br />
anno pastorale. Il mandato di Cristo<br />
si fa più urgente nel contesto di una<br />
Chiesa che si vede assediata da correnti<br />
secolaristiche che sovvertono il<br />
quadro gerarchico dei valori e alzano<br />
barriere ideologiche nei riguardi dell'avvenimento<br />
religioso e delle norme<br />
morali.<br />
In sintonia con la Conferenza Episcopale<br />
Italiana, Mons. Mansueto<br />
Bianchi, Vescovo di Volterra, espone<br />
le esigenze di un coinvolgimento di<br />
tutti i cristiani nella missione evangelizzatrice<br />
per rendere la fede più attraente<br />
e il Vangelo più seguito come<br />
libro di vita e di salvezza eterna. Due<br />
sono le richieste avanzate dal Vescovo.<br />
In ogni parrocchia o gruppo di<br />
parrocchie è urgente «avviare o rilanciare<br />
un'esperienza stabile di ascolto<br />
e di confronto con la parola di Dio,<br />
offerta ed aperta ad ogni persona<br />
che voglia fruirne». Il Presule suggerisce<br />
di «individuare qualche famiglia<br />
disposta ad accogliere in date prestabilite,<br />
la presenza di un gruppo di<br />
persone che lì convergono per leggere<br />
e confrontare la propria vita con il<br />
Vangelo. L'incontro sarà guidato da<br />
un moderatore, sacerdote o laico».<br />
L'incontro ha una funzione pedagogico-catechetica,<br />
e una spirituale.<br />
Meditare la parola di Dio, approfondirla<br />
in gruppo è certamente un metodo<br />
stimolante, ma perché produca<br />
frutti spirituali è necessario far sì che<br />
l'incontro periodicamente sfoci «in<br />
un momento più esplicito di preghiera,<br />
la lectio divina, da tenersi nella<br />
chiesa. L'obiettivo è di tornare a centralizzare<br />
la vita della comunità attorno<br />
al Vangelo, ed anche di proporre<br />
un momento di ascolto e di<br />
confronto con la parola di Dio per<br />
quelle persone che ne siano desiderose<br />
o in ricerca».<br />
Mons. Bianchi indica il testo di<br />
Vangelo da seguire nel corrente anno<br />
pastorale: il Vangelo di Marco, proposto<br />
dalla tradizione come il «Vangelo<br />
del catecumeno». Si potrà preferire<br />
il brano del Vangelo utilizzato<br />
nell'Eucaristia domenicale.<br />
La seconda richiesta del Vescovo<br />
riguarda la pastorale giovanile. Iniziare<br />
una riflessione e una elaborazione<br />
è preliminare per giungere a<br />
scelte operative praticabili in Diocesi.<br />
La Diocesi di Volterra condivide,<br />
purtroppo, con altre Diocesi, il «vuoto<br />
che fa seguito al sacramento della<br />
confermazione: vuoto di proposte da<br />
parte di molte parrocchie e vuoto di<br />
risposte da parte degli adolescenti e<br />
dei giovani». Il Vescovo chiede che<br />
«si pensi seriamente e progettualmente<br />
ad una proposta praticabile per le<br />
risorse che abbiamo o che possiamo<br />
reperire, anche utilizzando la spinta<br />
della recente Giornata Mondiale della<br />
Gioventù, con l'affidamento del Santo<br />
Padre alle Diocesi di dare continuità<br />
a questo evento».<br />
Mons. Bianchi è convinto che il<br />
problema degli adolescenti e dei giovani<br />
possa essere considerato favorevolmente<br />
come «punto di inizio per<br />
una pastorale di missione». Infatti il<br />
fattore favorevole è dato dalla loro<br />
partecipazione agli ambienti ecclesiali,<br />
almeno fino alla cresima. Si tratta<br />
perciò di avviare una proposta a una<br />
componente già in parte della comunità<br />
ecclesiale e vitale per la Chiesa<br />
di oggi e di domani.<br />
Nell'analisi del mandato missionario<br />
Mons. Bianchi esamina alcuni<br />
«strumenti». Il primo è quello di<br />
«portare avanti la vita ordinaria delle<br />
nostre comunità, svolgendo i ministeri<br />
di annuncio, di catechesi, di celebrazione,<br />
di carità con una sensibilità<br />
missionaria. La vera diversità e novità<br />
consiste negli atteggiamenti mentali,<br />
spirituali pastorali con cui ci si<br />
inserisce nelle vicende originarie delle<br />
comunità.<br />
Ci si deve inoltre porre il problema<br />
dell'annuncio diretto di Gesù Cristo e<br />
del Vangelo alle persone. Attualmente<br />
le comunità sono pensate «essenzialmente<br />
in funzione di se stesse e<br />
della propria vita interna. Il massimo<br />
di apertura all'esterno è nel rispondere<br />
e corrispondere a coloro che chiedono<br />
la fruizione di un sacramento<br />
per sé o per i propri figli. In Diocesi<br />
c'è una rete di servizi: persone che si<br />
dedicano alla catechesi, alla celebrazione,<br />
alla carità. Mancano gli annunciatori<br />
del Vangelo. Si devono<br />
formare e «scoprirli». Strumenti for-<br />
mativi idonei sono la scuola di teologia<br />
e i corsi di formazione attivati in<br />
Diocesi.<br />
Un secondo strumento di evangelizzazione<br />
è la catechesi. Il drammatico<br />
della situazione è che mentre in<br />
origine si davano i sacramenti a coloro<br />
che avevano la fede, oggi ci si trova<br />
a «dare la fede a coloro che ricevono<br />
i sacramenti». S'impone perciò<br />
l'istanza di «ridestare» una fede viva<br />
ed esplicita in coloro a cui si amministrano<br />
i sacramenti. Per recuperare<br />
lo svantaggio e superare il divario,<br />
Mons. Bianchi propone «itinerari catechistici<br />
di tipo catecumenale, nel<br />
senso che si pongano l'obiettivo di<br />
suscitare e ridestare la convinzione e<br />
l'adesione di fede in chi si prepara ai<br />
sacramenti». L'obiettivo riguarda<br />
«particolarmente i sacramenti dell'iniziazione<br />
cristiana, ma si estende anche<br />
a chi si presenta per celebrare il<br />
matrimonio o a chiedere i sacramenti<br />
per i figli». L'obiettivo suppone la<br />
preparazione dei catechisti che siano<br />
oltre che generosi anche competenti<br />
nel contenuto e nei metodi.<br />
Un terzo strumento è dato dallo<br />
stile celebrativo delle comunità. La<br />
Celebrazione Liturgica è evangelizzatrice<br />
e catechizzatrice vissuta secondo<br />
le norme e lo spirito della liturgia.<br />
L'Eucaristia in particolare deve risaltare<br />
per la sua centralità; per essere<br />
«fonte e culmine di tutta la vita della<br />
Chiesa». Attenzione speciale merita<br />
l'omelia per il servizio che rende ai<br />
fedeli, alle prese con i loro problemi<br />
e costretti a confrontarsi con le scelte<br />
e gli orientamenti della società.<br />
Un nuovo mezzo di evangelizzazione<br />
è dato dalla presenza e dall'azione<br />
che la comunità cristiana riesce ad<br />
esprimere nell'ambito sociale della<br />
povertà, del disagio, dell'emarginazione,<br />
della malattia. Positive sono le<br />
forme di religiosità popolare e i pellegrinaggi,<br />
effettuati in spirito di preghiera,<br />
di purificazione e di ascesi.<br />
Infine, è importante che la comunità<br />
cristiana offra luoghi, occasioni<br />
e momenti di silenzio. Contro l'inflazione<br />
di parole e messaggi devianti, è<br />
necessario più che mai rientrare in<br />
sé stessi e riflettere sulla propria vocazione<br />
e sul proprio futuro nel progetto<br />
di Dio. (g.c.)