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IN ITALIA<br />
PAGINA<br />
14 .<br />
OCCUPAZIONE La carenza di manodopera al Nord<br />
È scontro tra sindacati<br />
e Confindustria<br />
ROMA, 13.<br />
Continua da parte politica e sindacale<br />
l'intenso dibattito — scandito da proposte<br />
operative — sulla vicenda della carenza<br />
di manodopera nelle industrie settentrionali.<br />
In questo orrizzonte si sono<br />
riaccese le polemiche, con un duro<br />
scontro tra la Confindustria da una parte<br />
e la Cgil e il Governo dall’altra. E se<br />
Sergio Cofferati (segretario generale della<br />
Cgil) chiede di rivedere i flussi di immigrazione<br />
ma accusa innanzitutto gli<br />
industriali di non investire abbastanza<br />
nel Mezzogiorno; il direttore generale di<br />
Confindustria, Stefano Parisi, replica<br />
senza usare mezzi termini: se al Sud<br />
non si è fatto niente in termini di flessibilità<br />
e investimenti è colpa proprio di<br />
Cofferati e il ministro del Lavoro Salvi<br />
che hanno bloccato le proposte presentate<br />
da Confindustria in novembre. E<br />
sul fabbisogno di immigrati al Nord, Parisi<br />
parla di «sciocchezze»: «Il problema<br />
— afferma — non è quello della quantità<br />
di operai da assumere, ma quello della<br />
qualità». A chiedere, però, che si cominci<br />
a pensare alla mobilità delle imprese<br />
oltre che a quella dei lavoratori è<br />
anche il segretario generale della Cisl,<br />
Savino Pezzotta, mentre per il leader<br />
della Uil Luigi Angeletti, «non serve spostare<br />
manodopera dal sud al nord». Una<br />
tale soluzione — afferma Angeletti —<br />
«potrebbe essere considerata solo nel caso<br />
in cui si parlasse di una percentuale<br />
di disoccupati minima. Qui le cifre sono<br />
ben altre. Questo tipo di soluzioni non<br />
Tassi usurari:<br />
banche e Governo<br />
in contrasto<br />
sui provvedimenti<br />
ROMA, 13.<br />
Si riaccende lo scontro sui mutui usurari.<br />
Mentre il Parlamento e le forze politiche<br />
cercano soluzioni tecniche migliorative<br />
per il decreto Visco, i banchieri<br />
italiani rompono la consegna del silenzio<br />
e avvertono: niente stravolgimenti al<br />
provvedimento, agitati dal clima elettorale.<br />
Ulteriori oneri sul sistema creditizio,<br />
che già così deve sopportare costi<br />
per almeno 2.500 miliardi di lire, metterebbero<br />
a rischio la solidità degli investimenti<br />
in Borsa di un milione di famiglie<br />
italiane che direttamente e tramite i fondi<br />
hanno in portafoglio titoli delle banche<br />
per circa 100mila miliardi.<br />
Il clima insomma, mentre continua il<br />
lavorio sotterraneo dei tecnici e dei politici<br />
impegnati in prima linea per bruciare<br />
i tempi di presentazione dell’emendamento<br />
al decreto Visco, torna a farsi incandescente.<br />
E su tutto pende la spada<br />
di Damocle dell’indagine avviata sul caso<br />
dalla commissione di Bruxelles, dopo<br />
i ricorsi dell’Abi, che rappresenta gli istituti<br />
italiani, e dell’Aibe, ossia delle banche<br />
estere operanti in Italia. Al fianco<br />
dell’Abi sono scesi in campo i maggiori<br />
banchieri.<br />
Intanto sono proseguiti incontri tecnici<br />
fuori e dentro le mura del Senato (il<br />
decreto Visco è infatti all’esame delle<br />
commissioni riunite Finanze e Giustizia)<br />
per valutare le ipotesi tecniche migliorative<br />
da inserire nell’emendamento e che<br />
hanno provocato la levata di scudi dell’Associazione<br />
bancaria. Pomo della discordia<br />
la revisione del tasso di sostituzione<br />
fissato dal decreto al 12,21%<br />
(12,71% per le imprese) e che si vorrebbe<br />
far scendere al 10% o anche 9,5%.<br />
Documenti inneggianti<br />
all'omicidio D'Antona:<br />
46 indagati a Foggia<br />
FOGGIA, 13.<br />
Per aver preso parte ad un’associazione<br />
con finalità di terrorismo<br />
e di eversione dell’ordine democratico,<br />
di propaganda ed apologia<br />
sovversiva e di istigazione a<br />
delinquere 46 persone sono state<br />
iscritte nel registro degli indagati<br />
della procura di Foggia nell’ambito<br />
dell'inchiesta sulla rivendicazione<br />
dell’omicidio di Massimo<br />
D’Antona, consigliere dell’allora<br />
ministro del Lavoro Bassolino, avvenuto<br />
a Roma il 20 maggio 1999.<br />
Alcuni degli indagati sarebbero<br />
«irriducibili della sovversione politica»,<br />
appartenenti alle «Brigate<br />
rosse», detenuti nell’ala di massima<br />
sicurezza del carcere di Trani.<br />
Le indagini sono state avviate dopo<br />
che nel penitenziario, alcune<br />
settimane dopo il delitto, furono<br />
trovati documenti inneggianti all’omicidio<br />
D’Antona. Determinanti<br />
per l’identificazione sarebbero<br />
state le intercettazioni ambientali.<br />
Sei degli indagati frequentavano a<br />
Foggia il «Comitato di appoggio<br />
per la resistenza e il comunismo»,<br />
una specie di centro sociale.<br />
servono più: non si risolve tutto, come<br />
proposto da qualcuno, incentivando i<br />
giovani ad andare al nord, magari incentivandoli<br />
proponendo aiuti per gli affitti<br />
o altro». Ma l’affondo degli industriali<br />
si allarga anche alla questione salariale,<br />
e nel mirino finisce ancora il ministro<br />
del Lavoro Salvi, che ieri aveva<br />
parlato di retribuzioni in molti casi troppo<br />
basse: «Con stipendi più alti salta la<br />
politica dei redditi», ha affermato Parisi,<br />
mentre il presidente dell’Assolombarda,<br />
Benito Benedini, invita il ministro a occuparsi<br />
piuttosto dei contributi sociali<br />
ancora troppo alti, «una vera piaga per<br />
le imprese».<br />
Gli industriali veneti, intanto, chiedono<br />
incentivi per i giovani italiani disponibili<br />
a trasferirsi al Nord, e il ministro<br />
dei Lavori pubblici, Nerio Nesi, rilancia<br />
la proposta di un piano per dare una casa<br />
a chi dal Mezzogiorno va a lavorare<br />
al Nord («è un nostro dovere», afferma).<br />
L’iniziativa, però, ha sollevato alcune<br />
critiche anche all’interno della stessa<br />
maggioranza.<br />
Secondo l'ex segretario della Cisl Sergio<br />
D'Antoni, il tema del lavoro che c’è<br />
al Nord ma non al Sud, dove sono la<br />
gran parte dei disoccupati, dimostra<br />
«quanto stiano esplodendo le contraddizioni<br />
del Paese e gli errori che il centro<br />
sinistra ha fatto in questo ambito» e come<br />
si renda necessario «porre la questione<br />
in termini generali e strategici favorendo<br />
nel frattempo l’incontro di domanda<br />
e offerta di lavoro all’interno di<br />
uno schema forte».<br />
L'OSSERVATORE ROMANO Domenica 14 Gennaio 2001<br />
MERANO — Il disagio psichico, un male<br />
che colpisce in modo trasversale tutti gli<br />
strati della società, chiede risposte ed interventi<br />
sempre più articolati, alla sanità<br />
pubblica come alle organizzazioni di volontariato.<br />
A Merano la Caritas della Diocesi<br />
di Bolzano-Bressanone ha diversificato<br />
i propri servizi tenendo in considerazione<br />
i differenti bisogni espressi da chi<br />
soffre di problemi psichici. Il Centro diurno,<br />
attivo già da diverso tempo, è frequentato<br />
da persone che a causa della<br />
IMMIGRATI Secondo un dettagliato rapporto<br />
Seicentomila persone<br />
sono senza abitazione<br />
VICENZA, 13.<br />
Seicentomila immigrati in Italia sono<br />
senza casa: si tratta del 40% del totale e,<br />
secondo il primo rapporto Ares 2000 sulla<br />
condizione abitativa degli immigrati,<br />
ciò configura «una situazione esplosiva»<br />
che richiede «immediati interventi a carattere<br />
straordinario».<br />
I dati sembrerebbero confermarlo: i<br />
senza casa sono costretti a trovare rifugio<br />
nei dormitori pubblici (5%), in postiletto<br />
a pagamento (10%), in centri di accoglienza<br />
(6%), nelle stazioni ferroviarie<br />
(5%), sui treni (4%), in case occupate<br />
(3%), nei centri sociali (4%), in edifici<br />
pericolanti (4%), sui posti di lavoro<br />
(5%), in cascinali e baracche (5%), in<br />
carcere (2%), in centri di detenzione<br />
amministrativa (2%), ospiti di parenti<br />
(15%), in alberghi (3%), sotto i ponti<br />
(2%), nei parchi pubblici (3%) o in altre<br />
situazioni (15%).<br />
Il problema principale è il costo dell'alloggio.<br />
Nel 2000, sottolinea l’indagine,<br />
i prezzi sono saliti del 10-20% rispetto<br />
al '99. Sfruttando la situazione di bisogno<br />
degli immigrati, i proprietari di<br />
case hanno varato una sorta di «canone<br />
speciale» che ammonta mediamente ad<br />
oltre il 25% del canone libero e al 60%<br />
in più del canone concordato (scarsamente<br />
usato). Molte case, inoltre, sono<br />
al di sotto dei limiti di abitabilità.<br />
L'indagine segnala anche agenzie immobiliari<br />
«che chiedono agli immigrati<br />
somme rilevanti per la ricerca di una<br />
abitazione che mai si materializzerà, negando<br />
però la restituzione anche parziale<br />
della somma ricevuta». C’è poi la<br />
questione del rilascio dei permessi di<br />
Identificata una banda turca<br />
di sfruttatori<br />
dell'immigrazione clandestina<br />
CROTONE, 13.<br />
Una parte consistente degli sbarchi di<br />
immigrati clandestini che si sono susseguiti<br />
lo scorso anno in Calabria sarebbe<br />
stata «pilotata» da un’organizzazione<br />
turca della quale la Polizia ha identificato<br />
quattro dei presunti componenti.<br />
Il gip del tribunale di Crotone, sulla<br />
base delle indagini svolte dalla squadra<br />
mobile, ha emesso nei confronti di tre<br />
di loro altrettante ordinanze di custodia<br />
cautelare. I destinatari, tutti di nazionalità<br />
turca, hanno avuto notificato il<br />
provvedimento nelle carceri di Crotone<br />
e di Locri, dove stanno scontando condanne<br />
relative a singoli sbarchi di clandestini.<br />
I provvedimenti sono stati emessi<br />
su richiesta del sostituto procuratore<br />
Italo Radoccia. I tre turchi ai quali sono<br />
stati notificati i provvedimenti sono Cokabijc<br />
Mehmet, di 45 anni, Celik Aladin<br />
(39) e Kir Ali Mazhr (34).<br />
La quarta persona identificata dalla<br />
Polizia ed indicata dagli investigatori come<br />
il capo dell’organizzazione, si trova<br />
detenuta attualmente in Germania. All’inchiesta,<br />
condotta dalla procura della<br />
Repubblica di Crotone ha collaborato,<br />
secondo quanto si è appreso, anche la<br />
polizia turca.<br />
Merano: iniziative per far uscire i malati di mente dall'isolamento<br />
malattia non possono svolgere un lavoro<br />
regolare ed hanno di conseguenza necessità<br />
di qualcuno che li aiuti ad organizzare<br />
la giornata. Nelle scorse settimane accanto<br />
a questa struttura ne è sorta una<br />
nuova, il «Punto d'incontro»: un luogo dove<br />
individui colpiti in forma meno grave e<br />
quindi già inseriti nel mondo del lavoro<br />
possono incontrarsi ed organizzare insieme<br />
il proprio tempo libero.<br />
INCIDENTI SUL LAVORO In Piemonte e Lombardia<br />
Non c'è tregua:<br />
altri due lutti<br />
VARESE, 13.<br />
Non c'è tregua sul fronte del lavoro.<br />
Si assiste, sgomenti, ad un giornaliero<br />
«bollettino di guerra» che parla di morte.<br />
Lutti si susseguono a lutti: una catena<br />
di tragedie che sembra non interrompersi,<br />
mentre verso il problema della sicurezza<br />
sui luoghi di lavoro continua la<br />
latitanza, a vari livelli di responsabilità e<br />
di intervento, delle istituzioni anche nel<br />
destinare maggiori risorse di uomini e<br />
mezzi per il controllo. Si rimane insomma<br />
ancora e soltanto sul piano delle mere<br />
enunciazioni molto spesso enfatiche.<br />
La giornata di ieri è stata segnata da<br />
altre due morti sul lavoro in Piemonte e<br />
in Lombardia. Nel primo incidente avvenuto<br />
a Collegno, nel Torinese, un operaio<br />
specializzato delle Ferrovie dello<br />
Stato è morto Folgorato da una scarica<br />
da 3.500 volt. La vittima è Ernesto Sichera,<br />
57 anni, di Torino, sposato a padre<br />
di due figli. La squadra di tecnici<br />
delle Fs di cui faceva parte era stata stava<br />
lavorando nella stazione ferroviaria di<br />
Collegno per un guasto al pantografo<br />
della motrice di un treno merci. L'uomo,<br />
quando è salito sul tetto per portare<br />
ai colleghi del materiale è stato investito<br />
dalla scarica elettrica.<br />
«Questo ennesimo tragico incidente<br />
— afferma una nota unitaria dei sindacati<br />
dei trasporti Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti,<br />
Sma, Ugl Ferrovie — aggiunge<br />
un’altra vittima all’ormai troppo lungo e<br />
insopportabile elenco di lavoratori che<br />
non trovano le condizioni atte a impedire<br />
il pericolo e la morte mentre lavora-<br />
soggiorno: per ottenerli, una delle condizioni<br />
è la dimostrazione di avere un domicilio.<br />
E poiché i proprietari non possono<br />
stipulare contratti con immigrati<br />
senza permesso di soggiorno, ecco il<br />
mercato delle cosiddette «prove di alloggio»<br />
ovvero di dichiarazioni di proprietari<br />
che (spesso dietro pagamento di somme<br />
cospicue) testimoniano l’esistenza<br />
del requisito per la regolarizzazione.<br />
Un capitolo è riservato ai centri di accoglienza<br />
che, sottolinea l’indagine, mettono<br />
a disposizione 17.200 posti letto a<br />
fronte di oltre 100.000 richieste.<br />
Multinazionale<br />
del tabacco accusata<br />
di frode fiscale<br />
no sulle linee ferroviarie». «Anche in<br />
questo caso vi sarà la ricostruzione delle<br />
responsabilità, degli errori, ma non vi<br />
sarà giustizia»<br />
Nell'altro incidente avvenuto a Busto<br />
Arsizio (Varese), un operaio di 24 anni,<br />
Pantaleone Manno, è morto cadendo dal<br />
tetto dove stava lavorando alla grondaia,<br />
altri due operai, coinvolti nella caduta<br />
sono ricoverati in ospedale con traumi e<br />
fratture. Stamane un salumiere fiorentino,<br />
Silvano Palmieri, 37 anni, è morto<br />
dissanguato dopo che il coltello con il<br />
quale stava disossando un prosciutto gli<br />
ha reciso l’arteria femorale.<br />
Un ddl del ministro dell'Ambiente<br />
contro gli abusi edilizi in aree protette<br />
ROMA, 13.<br />
Il ministro dell’Ambiente, Bordon, ha annunciato un disegno di legge per<br />
accelerare la demolizione di costruzioni abusive. Concertato con il ministro<br />
dei Beni culturali, il provvedimento sarà a breve in Consiglio dei ministri e<br />
prevede 10 miliardi per 15 anni (150 miliardi in totale) per la tutela e il recupero<br />
dei siti compromessi.<br />
I primi ad essere presi di mira sono undici «scempi» edilizi: Spalmatoio di<br />
Giannutri (Grosseto); Scheletro di Palmaria a Portovenere (La Spezia); Fossa<br />
Maestra (Carrara); Conca di Alimuri a Vico Equense (Napoli); Baia Punta Licosa<br />
a Montecorice (Salerno); Pietra di Polignano a Mare (Bari); Punta Perotti<br />
(Bari); Baia di Copanello a Stalettì (Catanzaro); Villaggio Sindona di Lampedusa<br />
(Agrigento); Capo Rossello a Realmonte (Agrigento); Baia dei Turchi a<br />
Realmonte (Agrigento). Per le costruzioni abusive il ministro ha applicato gli<br />
stessi principi della legge sui siti industriali inquinati: si avvia un programma<br />
di recupero dei siti compromessi, con particolare attenzione a quelli situati in<br />
aree protette. Si parte con 11 «eco-mostri», aggiunge il ministro, «ma periodicamente,una<br />
commissione aggiornerà l’elenco inserendo altri scempi edilizi».<br />
MILANO, 13.<br />
Tra il ’90 e il ’96 la Philip Morris<br />
avrebbe evaso in Italia tasse su un reddito<br />
complessivo di 7.108 miliardi. L'indagine<br />
accusa di frode fiscale 11 persone,<br />
amministratori di una società italiana,<br />
della casa madre e di società europee<br />
legate alla multinazionale Usa del<br />
tabacco.<br />
L’indagine, del Nucleo regionale di<br />
polizia tributaria della Guardia di finanza<br />
di Milano, è stata chiusa questi giorni<br />
da Raimondi con il deposito degli atti in<br />
vista della richiesta di rinvio a giudizio.<br />
Al centro dell’inchiesta c’è la Intertaba,<br />
azienda milanese che produce filtri<br />
per sigarette ma che, secondo la Finanza,<br />
si è occupata della vendita, della<br />
promozione e della distribuzione in Italia<br />
dei prodotti della Philip Morris, tanto<br />
da essere considerata la sede italiana<br />
della multinazionale Usa. Come tale<br />
avrebbe dovuto dichiarare al fisco italiano<br />
i redditi provenienti dall’attività italiana<br />
e pagare le relative tasse.<br />
Gli indagati, nel frattempo, sono stati<br />
assolti anche in appello dalla Commissione<br />
Tributaria dalle accuse di violazioni<br />
fiscali, anche se questo tipo di procedimento<br />
è separato da quello penale.<br />
Trenta vittime<br />
per l'amianto<br />
all'Isveimer di Napoli<br />
NAPOLI, 13.<br />
Secondo un esposto alla Procura<br />
della Repubblica, l'esposizione<br />
all'amianto, prima negli uffici di<br />
via De Gasperi e poi in quelli di<br />
via San Giacomo della Isveimer,<br />
società ora in liquidazione, avrebbero<br />
provocato tra i lavoratori 30<br />
morti accertate, in particolare per<br />
cancro polmonare, ed almeno altrettanto<br />
ammalati, su un totale<br />
di un personale di 600 unità dell'istituto,<br />
con una media superiore<br />
a trenta volte quella nazionale.<br />
L'obiettivo è quello di aiutarli, in un ambiente<br />
protetto e animato da operatori<br />
qualificati, a sviluppare iniziative per migliorare<br />
il loro stato relazionale. Troppo<br />
spesso, infatti, i malati psichici sono isolati,<br />
non si fidano ad uscire e ad incontrare<br />
altra gente, hanno paura di cercare nuovi<br />
contatti; solitudine e senso di emarginazione<br />
vanno in questo modo a gravare su<br />
situazioni personali già precarie e a ri-<br />
schio di peggioramento. Il «Punto d'incontro»,<br />
attivo soprattutto nelle ore serali e<br />
nei fine settimana, si propone di contrastare<br />
questi atteggiamenti, creando un'atmosfera<br />
di fiducia ed utilizzando le offerte<br />
ricreative e culturali che offre la città. Nella<br />
gestione dell'iniziativa, la Caritas diocesana<br />
si avvale del contributo fornito dal<br />
comprensorio del Burgraviato, col quale<br />
ha stipulato un'apposita convenzione.<br />
MAURIZIO MELLARINI<br />
ANNO GIUDIZIARIO L'apertura nei vari distretti<br />
Poche luci<br />
e molte ombre<br />
SANITÀ I tragici episodi a Imola e a Genova<br />
Presunti ritardi nei soccorsi:<br />
inchieste sulla morte di due donne<br />
BOLOGNA, 13.<br />
Vi sarebbero gravi ritardi nei soccorsi<br />
all'origine dei decessi di due donne avvenuti<br />
giovedì notte all'ospedale di Imola<br />
e lunedì mattina ad Alessandria. In<br />
entrambi i casi sono state aperte delle<br />
inchieste che potrebbero portare presto<br />
a provvedimenti anche giudiziari nei<br />
confronti dei presunti responsabili.<br />
Due le indagini, una della magistratura<br />
e una della Regione Emilia-Romagna,<br />
sulla vicenda di una donna di 35 anni di<br />
Castel San Pietro, all’ottavo mese di gravidanza,<br />
morta con il nascituro a Imola.<br />
Vasto traffico di droga<br />
fra Calabria e Abruzzo<br />
PESCARA — Tredici persone sono<br />
state arrestate per un vasto traffico<br />
di cocaina tra Calabria e Abruzzo.<br />
Tra queste, anche un giovane che<br />
beneficia del programma di protezione<br />
ed è figlio di un pentito. Nell’inchiesta<br />
sono coinvolte altre 23<br />
persone, accusate tutte di spaccio<br />
di sostanze stupefacenti. Accanto a<br />
pregiudicati e zingari, persone insospettabili<br />
e professionisti. Dalle<br />
indagini è emersa una vera e propria<br />
«spartizione» dei mercati della<br />
droga, con consistenti quantitativi<br />
di cocaina — 30 chili per volta<br />
— spacciati in locali notturni e festini<br />
delle province di Pescara e di<br />
Chieti.<br />
Incendio blocca<br />
per alcune ore l'«A5»<br />
AOSTA — L’autostrada A5 Torino-<br />
Aosta è stata chiusa al traffico tra<br />
Pont Saint Martin e Verres per l’intenso<br />
fumo sviluppato da un incendio<br />
nel deposito di magnesio di<br />
un'azienda americana che produce<br />
componentistica per autovetture e<br />
informatica. Dopo alcune ore, il<br />
tratto di autostrada è stato riaperto<br />
al traffico.<br />
ROMA, 13.<br />
Dopo la relazione inaugurale tenuta<br />
ieri mattina a Roma dal procuratore generale<br />
della Corte di Cassazione Francesco<br />
Favara, si sono aperti stamane gli<br />
anni giudiziari anche nei vari distretti.<br />
A Palermo l'avvocato generale presso<br />
la Corte d'Appello Vittorio Aliquò si è<br />
soffermato in particolare su quello che<br />
ha definito «il processo di trasformazione»<br />
delle organizzazioni mafiose, quale<br />
traspare — ha ricordato — anche in un<br />
recente rapporto del procuratore della<br />
Repubblica Pietro Grasso: da un lato si<br />
è verificata un'attenuazione delle attività<br />
criminali più eclatanti (gli omicidi, nel<br />
distretto, sono stati 50 in meno dell'anno<br />
precedente), dall'altro «una selezione<br />
più rigorosa» degli elementi mafiosi. Il<br />
calo degli omicidi e anche quello di altri<br />
gravi reati come le rapine (passate da<br />
3953 a 920) tuttavia non significa affatto<br />
— ha rilevato il magistrato — che le attività<br />
criminose siano scomparse nel distretto.<br />
Piuttosto ciò significa che adesso<br />
la mafia esercita il proprio controllo specialmente<br />
sugli appalti, sugli affari, sul<br />
riciclaggio, sul racket delle estorsioni e<br />
sul traffico della droga. E anche a Palermo<br />
come in altri distretti preoccupa la<br />
lunghezza dei processi in particolare per<br />
l'organico insufficiente dei magistrati.<br />
A Reggio Calabria il procuratore generale<br />
presso la Corte d'Appello Salvatore<br />
Di Landro si è soffermato anch'egli,<br />
con accenti molto preoccupati, sulla criminalità<br />
mafiosa con queste amare parole:<br />
«È motivo di particolare avvilimento<br />
la percezione di una caduta di tensio-<br />
«Dai primi accertamenti — afferma l’Azienda<br />
Usl Città di Bologna — si è evidenziato<br />
un errore umano da parte di<br />
un operatore della centrale operativa<br />
118. Per questa ragione l'uomo è già stato<br />
sospeso dal servizio». La donna si è<br />
sentita male giovedì sera. Dopo la richiesta<br />
di soccorso del marito al 118, è<br />
stata attivata l’auto medica dell’ospedale<br />
di Imola e non anche, contemporaneamente,<br />
l’ambulanza che stazionava a<br />
Castel San Pietro. Questo ha comportato<br />
un decisivo ritardo: l’ambulanza è arrivata<br />
infatti 22 minuti dopo la telefonata<br />
anziché in brevissimo tempo, «visto<br />
che l'automezzo è posto vicino all’abitazione<br />
della signora». La donna è giunta<br />
all’ospedale imolese in condizioni critiche.<br />
Mentre i medici cercavano di rianimarla<br />
hanno deciso di eseguire il taglio<br />
cesareo per tentare di salvare il bambino.<br />
Entrambi hanno avuto una temporanea<br />
ripresa del battito cardiaco, poi la<br />
morte.<br />
Inchiesta anche a Genova dopo il decesso<br />
di una venticinquenne avvenuto<br />
per un attacco d'asma. La Regione Liguria<br />
ha chiesto all'Asl 3 e all’azienda<br />
ospedaliera «San Martino» la revoca dall’incarico<br />
del responsabile del 118 e di<br />
quello del servizio di medicina di base<br />
per la guardia medica. La giovane fu ricoverata<br />
domenica notte, a cinque ore<br />
dal malore, ad Alessandria poiché non<br />
era stato trovato un posto negli ospedali<br />
genovesi. Inoltre l'ambulanza che l'ha<br />
soccorsa a Genova subito dopo la richiesta<br />
urgente non avrebbe avuto l’attrezzatura<br />
necessaria per la rianimazione.<br />
ne nella lotta contro la criminalità organizzata<br />
quasi che questa sia una malattia<br />
esantematica da subire con rassegnazione.<br />
La gravissima crisi della giustizia<br />
— ha aggiunto — e il male endemico<br />
che attanaglia il Paese in termini di criminalità<br />
organizzata e di insicurezza sono<br />
figli di un sistema lassista».<br />
A Milano il procuratore generale<br />
presso la Corte d'Appello Francesco Saverio<br />
Borrelli ha sostenuto polemicamente<br />
che «fino a quando esponenti del<br />
mondo politico o addirittura delle istituzioni<br />
qualificheranno gli interventi della<br />
magistratura penale come atti di intimidazione<br />
e come manovre strumentali sarà<br />
arduo avvicinarsi agli obiettivi di risanamento<br />
della vita pubblica e della moralità<br />
privata nell'economia». Il magistrato<br />
ha poi affermato che «non si segnalano<br />
fenomeni di infiltrazione della<br />
criminalità di stampo mafioso nell'amministrazione<br />
statale né in quella regionale<br />
né in quella degli enti locali». In<br />
complesso «gli omicidi, le rapine e i furti<br />
sono diminuiti anche grazie all'impegno<br />
dell'amministrazione municipale».<br />
A Brescia il sostituto procuratore generale<br />
presso la Corte d'Appello Giovanni<br />
Cavazzini (assente per malattia il procuratore<br />
generale Giuseppe Grechi) ha<br />
invece registrato nell'ultimo anno «un<br />
obiettivo peggioramento delle condizioni<br />
generali di sicurezza per la vita e l'incolumità<br />
delle persone» a causa soprattutto<br />
della mancata certezza della pena,<br />
dell'immigrazione clandestina e delle carenze<br />
di organico della magistratura e<br />
delle forze dell'ordine. In particolare il<br />
magistrato ha parlato di «svuotamento<br />
pratico» e di «inattuazione» della pena<br />
detentiva per via dell'applicazione «automatica»<br />
della sospensione condizionale<br />
della pena.<br />
A Torino il procuratore generale Antonio<br />
Palaja ha rilevato come in Piemonte<br />
sia in aumento la criminalità alimentata<br />
dalla malavita straniera. Il magistrato<br />
ha tracciato un quadro non certo roseo<br />
dell'amministrazione della giustizia<br />
nel distretto: gli organici — ha osservato<br />
— sono carenti soprattutto per il personale<br />
amministrativo e le continue riforme,<br />
che pure non sono disprezzabili, generano<br />
la difficoltà «di operare su una<br />
materia costantemente rimaneggiata» e<br />
questo proprio «in una realtà sociale come<br />
la nostra permeata da tantissima delinquenza,<br />
aggravata dall'apporto di malavita<br />
straniera».<br />
A Perugia il procuratore generale<br />
presso la Corte d'Appello Raffaele Numeroso<br />
ha sottolineato che «il vero<br />
grande problema non risolto, in Umbria,<br />
è la durata eccessiva, intollerabile, dei<br />
processi civili e penali». Quanto al settore<br />
penale in particolare, i problemi derivano<br />
forse soprattutto dal fatto che il distretto<br />
giudiziario umbro è competente<br />
ad indagare sugli uffici giudiziari di<br />
Roma, con accumulo conseguente di<br />
lavoro.<br />
A Campobasso il procuratore generale<br />
presso la Corte d'Appello Vincenzo<br />
Tufano ha tracciato un quadro della situazione<br />
del distretto — che comprende<br />
l'intero Molise — molto più confortante<br />
rispetto alle relazioni dei suoi colleghi,<br />
anche se qualche motivo di preoccupazione<br />
non manca. Resta il fatto che anche<br />
nel 2000, come era avvenuto l'anno<br />
precedente, non è stato commesso in<br />
Molise nessun omicidio volontario né si<br />
sono registrati veri e propri casi di delinquenza<br />
organizzata. Uno dei motivi di<br />
maggiore preoccupazione riguarda il numero<br />
dei delitti legati al traffico di droga<br />
«spesso però collegati ad organizzazioni<br />
pugliesi e albanesi che attraversano<br />
il Molise con ingenti quantitativi,<br />
spesso sequestrati dalle forze dell'ordine».