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PAGINA<br />

4 .<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Domenica 28 Gennaio 2001<br />

Fra gli obiettivi prefissati dal Vescovo<br />

della diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea<br />

Mons. Domenico Cortese per il Giubileo è<br />

da porsi come primario l'intensificarsi della<br />

comunione fraterna, anche con i fratelli<br />

di altre confessioni. Diverse sono state le<br />

iniziative per favorire il dialogo, a livello<br />

personale e comunitario con i Pastori e i<br />

fedeli di confessioni cristiane, con incontri<br />

di studio e di preghiera. La conclusione<br />

della settimana, come da una consolidata<br />

tradizione, si è svolta presso la Chiesa<br />

La Settimana di Preghiera per l'Unità dei Cristiani<br />

Fede e Costituzione<br />

Studio sull'Ecclesiologia<br />

JOHN A. RADANO<br />

Il movimento Fede e Costituzione,<br />

sorto nei primi anni del XX secolo, all'inizio<br />

del movimento ecumenico moderno,<br />

affronta questioni che hanno diviso i<br />

cristiani per molti secoli quali la fede<br />

apostolica e la struttura della Chiesa.<br />

Quando nel 1948 è stato creato il Consiglio<br />

Ecumenico delle Chiese (CEC), il<br />

nuovo Organismo ha incorporato tale<br />

movimento con il nome di Commissione<br />

Fede e Costituzione. Oggi la Commissione<br />

comprende 120 membri appartenenti<br />

soprattutto alle Chiese ortodosse, anglicane<br />

e protestanti affiliate al CEC; esso<br />

include tuttavia anche dodici teologi cattolici<br />

nominati dal Pontificio Consiglio<br />

per la Promozione dell'Unità dei Cristiani,<br />

che hanno diritto di voto e sono<br />

anch'essi membri a pieno titolo della<br />

Commissione. Fede e Costituzione costituisce<br />

dunque, nell'ambito del movimento<br />

ecumenico, l'organismo ufficiale di<br />

teologi più rappresentativo del mondo.<br />

Il suo carattere multilaterale, che comprende<br />

varie tradizioni cristiane, mostra<br />

il suo significato ecumenico.<br />

Tale carattere evidenzia anche la sfida<br />

che Fede e Costituzione si trova ad affrontare:<br />

essa ha il compito di promuovere<br />

il dialogo bilaterale che, al di là dei<br />

secoli di divisione, cerca di individuare<br />

prospettive comuni sui temi che hanno<br />

diviso i cristiani, contribuendo ad una<br />

loro permanente riconciliazione, oggi e<br />

in futuro. Uno dei più importanti e significativi<br />

contributi di Fede e Costituzione<br />

è il suo documento Battesimo,<br />

Eucaristia e Ministero (BEM), pubblicato<br />

nel 1982. Questo testo, che si basa su<br />

Mileto-Nicotera-Tropea: iniziative per il dialogo ecumenico<br />

del Purgatorio di Tropea, con la partecipazione<br />

di sacerdoti, religiosi e fedeli. Durante<br />

la settimana si sono avvicendati diversi<br />

presbiteri, fra i quali l'incaricato diocesano<br />

per l'Ecumenismo e il Dialogo don<br />

Pasquale Russo, P. Severino dei Frati Minori,<br />

Rettore della Chiesa del Purgatorio,<br />

Mons. Domenico Pantano, Vicario Episcopale<br />

per la Cultura e Don Ignazio Toraldo<br />

di Francia, Parroco della concattedrale.<br />

La testimonianza delle religiose del monastero «Beata Maria Gabriella dell'Unità» fondato nel 1996 in Pontinia<br />

La costante preghiera per una comunione piena e visibile<br />

Il monastero «Beata Maria Gabriella<br />

dell'Unità» appartenente all'Istituto «Serve<br />

del Signore e della Vergine di Matarà»<br />

della Famiglia religiosa del «Verbo<br />

Incarnato», è stato fondato nel 1996 in<br />

Pontinia, Latina. P. Carlos Miguel Buela,<br />

Fondatore della nostra Famiglia religiosa,<br />

cosciente del desiderio profondo<br />

del Cuore santissimo del Verbo Incarnato,<br />

nostro Salvatore, per cui Egli offrì<br />

Se stesso al Padre per radunare con la<br />

sua Passione e morte di Croce tutti i figli<br />

di Dio dispersi, ha voluto che il nostro<br />

monastero pregasse specialmente<br />

per l'unità dei cristiani, seguendo le orme<br />

di Cristo e della Beata Maria Gabriella<br />

dell'Unità, modello di offerta gradita<br />

a Dio per questa santa causa.<br />

La Settimana di Preghiera per l'Unità<br />

dei Cristiani ha per noi una forza del<br />

tutto speciale, perché vivendo ogni giorno<br />

il santo sacrificio di Cristo sull'altare,<br />

condividiamo non solo le angosce di Gesù<br />

per vedere i suoi finalmente uniti, ma<br />

anche i desideri più profondi che scaturiscono<br />

dal cuore di ogni credente che,<br />

lontano dal Gregge di Cristo, vuole tornare<br />

per essere membra vive nel suo<br />

unico Corpo. Il nostro silenzio, vissuto<br />

durante tutta la giornata, la nostra preghiera<br />

costante e il lavoro arduo della<br />

propria conversione del cuore, si trasfor-<br />

studi condotti per un periodo di oltre 55<br />

anni, mostra con quanta cura Fede e<br />

Costituzione si sia impegnata a individuare<br />

le convergenze su tali temi, e ne<br />

riflette la loro complessità. Il BEM ha<br />

avuto notevole impatto negli anni '80,<br />

nel corso dei quali circa 200 Chiese<br />

membre del CEC, oltre che la Chiesa<br />

cattolica ed altre Chiese che non fanno<br />

parte dell'organismo di Ginevra, hanno<br />

risposto ufficialmente al documento sul<br />

Battesimo, Eucarestia e Ministero, offrendo<br />

i loro commenti, positivi e negativi.<br />

Nel 1990, Fede e Costituzione ha<br />

valutato le risposte ricevute per comprendere<br />

in che modo il BEM abbia favorito<br />

l'unità tra i cristiani. Da tale esame<br />

è emerso che la maggior parte delle<br />

tradizioni cristiane può condividere molto<br />

di ciò che si è affermato nel documento.<br />

Tuttavia, numerose critiche, tra<br />

cui quelle mosse dalla Chiesa cattolica<br />

al riguardo del tema del ministero, hanno<br />

evidenziato la necessità di prestare<br />

una maggiore e più profonda attenzione<br />

all'ecclesiologia, al fine di individuare<br />

nuove convergenze al di là di quelle<br />

che il BEM aveva già evidenziato, e per<br />

risolvere alcune delle divergenze più<br />

spinose che esigono un'ulteriore riflessione.<br />

Negli ultimi anni, la Commissione Fede<br />

e Costituzione del CEC si è concentrata<br />

molto sul tema dell'ecclesiologia e<br />

continuerà a farlo in futuro. L'insieme<br />

dei suoi studi e attività attuali è molto<br />

ampio e diversificato. Consultazioni o<br />

piccoli gruppi di lavoro, programmati<br />

per l'anno 2001, tratteranno dell'ecclesiologia,<br />

del culto, dell'ermeneutica ecumenica,<br />

del ministero e dell'ordinazione,<br />

mano allora in un forte grido che raggiunge<br />

il Cielo essendo coscienti che l'unità<br />

è un dono di Dio, del suo Spirito,<br />

come l'ha appena indicato Giovanni<br />

Paolo II: «È sulla preghiera di Gesù,<br />

non sulle nostre capacità, che poggia la<br />

fiducia di poter raggiungere anche nella<br />

storia, la comunione piena e visibile di<br />

tutti i cristiani» (Giovanni Paolo II, Novo<br />

Millennio ineunte, 48). Perciò noi,<br />

piene di fiducia nella promessa del buon<br />

Pastore esprimiamo quello che tutti desideriamo<br />

e si è fatto sentire chiaramente<br />

alla fine della Liturgia della Parola del<br />

Santo Padre con tutti i rappresentanti<br />

delle altre confessioni nella Basilica di<br />

San Paolo fuori le Mura il 18 gennaio<br />

del 2000: «Unità unità unità». Quest'anno<br />

ci si invita a mettere l'attenzione su<br />

Cristo, Via, Verità e Vita (cfr Gv 14, 6),<br />

perché solo in Lui, per Lui e con Lui<br />

potremmo percorrere il cammino ecumenico<br />

che ci raduna nella Verità e ci<br />

conduce alla vera Vita.<br />

Le attività durante tutta questa settimana<br />

sono state indirizzate ad ottenere<br />

l'unica grazia che desiderano i nostri<br />

cuori, raccolti nel monastero, e che<br />

esprimono il desiderio di tanti uomini —<br />

e perché non di tutti gli uomini? — della<br />

piena e visibile unità desiderata da<br />

Cristo. Intensa già nei suoi preparativi,<br />

della fede apostolica, dell'antropologia.<br />

Fede e Costituzione prevede tra le sue<br />

attività anche la collaborazione con il<br />

Pontificio Consiglio per la Promozione<br />

dell'Unità dei Cristiani, per l'elaborazione<br />

dei testi relativi alla Settimana di<br />

Preghiera per l'Unità dei Cristiani<br />

(ottobre 2001), ed un incontro congiunto<br />

con la Conferenza delle Chiese Europee<br />

(KEK) per lo studio del suo documento,<br />

che commenteremo tra breve,<br />

relativo a «La natura e lo scopo della<br />

Chiesa» (n. 181); essa prevede anche di<br />

convocare un working group on Disabilities.<br />

Tuttavia il tema dell'ecclesiologia resta<br />

prioritario nell'ambito della ricerca<br />

di Fede e Costituzione. Anche se al suo<br />

ordine del giorno fin dall'inizio, è stato<br />

soprattutto nel corso dell'ultimo decennio<br />

che questo tema è emerso come<br />

priorità, e ciò per una serie di motivi.<br />

Due dei più importanti riguardano le risposte<br />

ufficiali al BEM, che hanno evidenziato<br />

la maggiore attenzione da attribuire<br />

all'ecclesiologia per sviluppare<br />

convergenze e consensi. Inoltre, occorre<br />

evidentemente riflettere ulteriormente<br />

sulla natura della Chiesa per giungere<br />

ad un accordo sullo scopo del movimento<br />

ecumenico, che il CEC e la Commissione<br />

Fede e Costituzione definiscono:<br />

l'unità visibile dei cristiani.<br />

Per ciò che riguarda lo scopo del movimento<br />

ecumenico, con il contributo<br />

della ricerca di Fede e Costituzione, le<br />

assemblee generali del CEC di Nuova<br />

Delhi (1961), di Nairobi (1975) e di Canberra<br />

(1991) hanno pubblicato tre dichiarazioni<br />

che sottolineano la natura<br />

dell'unità ricercata dalla Chiesa. Esami-<br />

Giovanni Paolo II presiede la Celebrazione ecumenica della Parola con i Rappresentanti delle altre Chiese e Comunità ecclesiali<br />

giovedì 25 gennaio, festa della Conversione di san Paolo Apostolo, nella Basilica di san Paolo fuori le Mura<br />

a conclusione della Settimana di preghiera per l'Unità dei Cristiani<br />

la settimana di preghiera ci sommerge<br />

in un clima di profonda tensione spirituale<br />

che è culminata il 25 gennaio, conversione<br />

di San Paolo, giorno che ci fa<br />

apprezzare la gioia inesprimibile della<br />

conversione di tutti i cuori a Cristo, Via,<br />

Verità e Vita. Con l'invocazione dello<br />

Spirito Santo, Fonte e Artefice di tutto il<br />

movimento ecumenico, abbiamo iniziato<br />

solennemente il presente ottavario. Oltre<br />

alle ore di preghiera personale e comunitaria<br />

che facciamo quotidianamente, si<br />

è aggiunta in questi giorni, durante la<br />

mattina, una liturgia della Parola con<br />

delle letture proposte per questa settimana.<br />

Continuiamo con l'esposizione di<br />

un tema in riferimento all'ecumenismo<br />

(quest'anno abbiamo riflettuto su alcuni<br />

discorsi, omelie, incontri e catechesi rivolti<br />

dal Santo Padre durante l'anno giubilare<br />

ai diversi rappresentanti delle altre<br />

confessioni cristiane). Abbiamo concluso<br />

con altre preghiere e litanie alla<br />

Madonna, Madre dell'unità, ai Santi che<br />

si sono offerti per questo scopo, alle<br />

Beate Maria Gabriella dell'Unità e Maria<br />

Elisabetta Hesselblad, rispettivamente<br />

Patrona e com-Patrona del nostro monastero.<br />

Nel pomeriggio abbiamo recitato<br />

il Santo Rosario meditato con diversi<br />

brani sull'unità della Chiesa e, dopo i<br />

Vespri e l'Adorazione Eucaristica, abbia-<br />

nando in successione tali dichiarazioni,<br />

alla luce di quanto è emerso nelle assemblee<br />

di Uppsala (1968) e di Vancouver<br />

(1983), è possibile osservare un'evoluzione<br />

della riflessione ecumenica sull'unità<br />

della Chiesa, riflessione che mostra<br />

una convergenza crescente su alcuni<br />

aspetti relativi alla natura della<br />

Chiesa. Citiamo, per mostrare quanto<br />

appena detto, alcuni passaggi della dichiarazione<br />

più recente (Canberra,<br />

1991):<br />

«L'unità della Chiesa alla quale siamo<br />

chiamati è una koinônia data ed espressa<br />

nella confessione comune della fede<br />

apostolica; una vita sacramentale comune<br />

iniziata con l'unico Battesimo e celebrata<br />

insieme in un'unica comunione<br />

(fellowship) eucaristica; una vita comune<br />

nella quale membri e ministri sono<br />

reciprocamente riconosciuti e riconciliati;<br />

e una missione comune ... Questa<br />

piena comunione si esprimerà, ai livelli<br />

locale e universale, per mezzo di forme<br />

conciliari di vita e di azione» (...) (n.<br />

2.1).<br />

Questa riflessione ecumenica sull'unità<br />

della Chiesa e le convergenze espresse<br />

nel BEM spingono ad approfondire lo<br />

studio ecumenico della sua natura e del<br />

suo scopo.<br />

Il primo risultato di questo studio, da<br />

parte di Fede e Costituzione, è il testo<br />

La Natura e lo Scopo della Chiesa.<br />

Tappa verso una Dichiarazione Comune<br />

(Documento Fede e Costituzione<br />

n. 181, 1998).<br />

Il testo principale, come dichiara la<br />

sua Introduzione, cerca di raccogliere le<br />

intuizioni dei numerosi dialoghi. Esso<br />

«rappresenta prospettive comuni che si<br />

possono senz'altro considerare come risultato<br />

dei dibattiti bilaterali e multilaterali<br />

degli ultimi cinquant'anni» (n. 5). Il<br />

documento esamina anche quegli argomenti<br />

sui quali persistono le divergenze,<br />

come il ministero nella Chiesa. Le prospettive<br />

comuni come anche le differenze<br />

e i disaccordi evidenziati nel documento,<br />

costituiscono aspetti significativi<br />

della natura della Chiesa. Il tempo che è<br />

stato necessario per raggiungere tali<br />

prospettive comuni, e anche per enucleare<br />

le questioni importanti non ancora<br />

risolte, mostrano che l'impegnativo<br />

lavoro del dialogo teologico deve essere<br />

accompagnato e sostenuto da una spiritualità<br />

profonda, paziente, di preghiera,<br />

che riconosca il motivo per cui si compie<br />

tale lavoro: la risposta alla preghiera<br />

che Gesù rivolge al Padre per l'unità dei<br />

suoi discepoli (cfr Gv 17, 21), una spiritualità<br />

che possa incoraggiare l'impegno<br />

costante verso un più profondo consenso<br />

sulla natura della Chiesa fondata da<br />

Cristo.<br />

Fede e Costituzione ha in programma<br />

di approfondire le convergenze e le divergenze<br />

menzionate nel suo documento<br />

n. 181 per migliorare tale testo. Essa<br />

chiede pertanto alle varie comunità cristiane<br />

di studiare il documento, di valutarlo<br />

criticamente e di comunicare le loro<br />

reazioni alla Commissione. Inoltre,<br />

nei prossimi anni, Fede e Costituzione<br />

promuoverà una serie di consultazioni<br />

su diversi aspetti dell'ecclesiologia. Ci<br />

auguriamo che questo costante studio<br />

teologico possa fornire, nel corso degli<br />

anni, intuizioni utili ad una riflessione<br />

ecumenica ancora più matura, che sottolinei<br />

le prospettive comuni sulla Chiesa<br />

e le divergenze ancora perduranti.<br />

mo riflettuto sulla vita di alcune persone<br />

che hanno contribuito con il loro sforzo<br />

e sacrificio a raggiungere l'unità della<br />

Chiesa.<br />

Nei Vespri della Festa dell'Apostolo<br />

delle genti, per concludere la settimana<br />

abbiamo fatto una Veglia di preghiera<br />

con l'esposizione dell'Eucaristia, Sacramento<br />

dell'unità, iniziando con la lettura<br />

e la meditazione del Capitolo 17 del<br />

Vangelo di Giovanni; in seguito abbiamo<br />

letto le testimonianze di alcuni Vescovi<br />

dell'Asia durante il Sinodo dell'anno<br />

scorso sui problemi dell'ecumenismo e<br />

del dialogo interreligioso, accompagnato<br />

da diverse preghiere, canti, suppliche e<br />

momenti di meditazione personale. Alla<br />

fine abbiamo cantato il Te Deum ringraziando<br />

Iddio per tutti i benefici concessi<br />

nel cammino percorso durante questa<br />

settimana.<br />

Nonostante questo sia il tempo in cui<br />

rafforziamo le nostre suppliche a Dio,<br />

l'unico che può fare il miracolo dell'unità,<br />

i nostri cuori non lasciano mai di<br />

palpitare all'unisono col Cuore di Gesù<br />

che ancora oggi soffre nel suo Corpo<br />

Mistico le dolorose piaghe delle divisioni<br />

fra i cristiani.<br />

MADRE MARIA DEL PILAR<br />

La Concelebrazione conclusiva è stata<br />

presieduta da Mons. Domenico Monteleone,<br />

Vicario Generale della diocesi, che ha<br />

messo in risalto il lungo cammino che con<br />

pazienza e tenacia sta portando avanti il<br />

Santo Padre. Fra i segni nuovi, che alimentano<br />

la speranza, ha detto Mons.<br />

Monteleone, è da ricordare l'apertura della<br />

Porta Santa della Basilica di San Paolo,<br />

in cui per la prima volta nella storia dei<br />

Giubilei abbiamo visto Giovanni Paolo II,<br />

con Rappresentanti di varie Chiese e comunità<br />

ecclesiali, aprire la Porta e pregare<br />

insieme. La preghiera sacerdotale di<br />

Gesù, l'unione intima con lui e con il Padre<br />

non riguarda solo i discepoli, ma ogni<br />

credente. Tutti siamo chiamati a dare il<br />

contributo per la costruzione della casa<br />

comune, nel nome di Cristo che ci affratella<br />

e unisce nello Spirito al Padre.<br />

DOMENICO PANTANO<br />

Si è svolto nel pomeriggio di venerdì 26<br />

Il rito della muratura<br />

della Porta Santa<br />

a san Giovanni in Laterano<br />

GIAMPAOLO MATTEI<br />

La Porta Santa della Cattedrale di<br />

Roma l'hanno varcata i giovani della<br />

Giornata Mondiale della Gioventù e i<br />

pellegrini della processione eucaristica<br />

che da qui, da san Giovanni, s'avvia<br />

nel giorno del Corpus Domini per<br />

attraversare le strade di Roma. Gli<br />

stipiti di marmo della Porta del Laterano<br />

sono stati levigati dalle mani<br />

oranti di milioni di uomini e di donne,<br />

venuti per cercare Gesù Cristo.<br />

La soglia di marmo è stata consumata<br />

dalle ginocchia dei romei. Adesso<br />

la Porta Santa è chiusa. Ma resta<br />

sempre aperta, anzi è più spalancata<br />

che mai, la vera Porta che è Gesù<br />

stesso. È attraverso di Lui che l'umanità<br />

del nuovo Millennio deve passare<br />

se vuole vivere in pienezza.<br />

Con il tradizionale rito della muratura<br />

della Porta Santa all'interno della<br />

Basilica di san Giovanni in Laterano,<br />

nel pomeriggio di venerdì 26 gennaio,<br />

sono terminate le cerimonie legate<br />

alla conclusione del Grande Giubileo<br />

del 2000. Nei giorni scorsi, infatti,<br />

il rito della muratura si era<br />

svolto nelle Basiliche Patriarcali di<br />

San Paolo fuori le Mura (17 gennaio),<br />

di San Pietro (19 gennaio) e di<br />

Santa Maria Maggiore (24 gennaio).<br />

Dopo che venerdì 5 gennaio il Cardinale<br />

Ruini, Legato Pontificio, aveva<br />

presieduto la cerimonia di chiusura<br />

della Porta Santa del Laterano, gli<br />

addetti alla Basilica avevano innalzato<br />

un muro all'interno della stessa<br />

Porta Santa, lasciando libero un vano<br />

percollocare l'urna con i documenti.<br />

Nel pomeriggio di venerdì 26 gennaio,<br />

il rito della muratura della Porta<br />

Santa all'interno della Basilica Lateranense<br />

è stato diretto dal Vescovo<br />

Piero Marini, Maestro delle Cerimonie<br />

Liturgiche Pontificie, coadiuvato<br />

da Mons. Renato Boccardo, Cerimoniere<br />

Pontificio.<br />

Erano presenti il Cardinale Camillo<br />

Ruini, Vicario di Sua Santità per la<br />

Diocesi di Roma e Arciprete della Basilica;<br />

il Vescovo Domenico Pecile,<br />

Vicario del Cardinale Arciprete per la<br />

Basilica; il Capitolo Lateranense; i religiosi<br />

Penitenzieri; Mons. Franco Camaldo,<br />

Decano dei Cerimonieri Pontifici;<br />

alcuni alunni del Pontificio Seminario<br />

Romano Maggiore, accompagnati<br />

dal Rettore, Mons. Pierino<br />

M. Fragnelli; Mons. Mauro Parmeggiani.<br />

Erano anche presenti dirigenti,<br />

responsabili e maestranze dei Servizi<br />

Tecnici dello Stato della Città del Vaticano.<br />

I canti sono stati eseguiti dal<br />

Coro della Diocesi di Roma, diretto<br />

da Mons. Marco Frisina.<br />

Dopo che il Vescovo Marini ha illustrato<br />

ai presenti lo svolgimento ed<br />

il significato della cerimonia, facendo<br />

riferimento alla tradizione storica e<br />

alle variazioni introdotte con gli ultimi<br />

Anni Santi, il Cardinale Ruini ha<br />

pronunciato il saluto liturgico e l'orazione.<br />

Mons. Boccardo ha dato lettura<br />

del testo latino della pergamena che<br />

attesta l'apertura e la chiusura della<br />

Porta Santa della Basilica Lateranense.<br />

La pergamena è stata firmata dal<br />

Cardinale Ruini, dal Vescovo Marini,<br />

dal Vescovo Pecile, dai membri del<br />

Capitolo, dai Penitenzieri, e da altri<br />

presenti. Per ultimo ha firmato lo<br />

stesso Mons. Boccardo. La pergamena<br />

è stata inserita in un contenitore<br />

di piombo sul quale è stato posto il<br />

sigillo del Maestro delle Celebrazioni<br />

Liturgiche Pontificie.<br />

È stata quindi preparata l'urna, appositamente<br />

commissionata, realizzata<br />

in fusione di bronzo dall'artista<br />

giapponese Kyoji Nagatami. Gli archi<br />

che caratterizzano l'opera rappresentano<br />

una stilizzazione della facciata<br />

della Basilica, al centro della quale<br />

c'è lo stemma di Giovanni Paolo II.<br />

Nell'urna, insieme con la chiave della<br />

Porta Santa, sono state collocate una<br />

Medaglia d'Oro del Grande Giubileo,<br />

indetto in occasione del Bimillenario<br />

della Nascita di Gesù, per ricordare il<br />

23° anno di Pontificato di Giovanni<br />

Paolo II coinciso con l'Anno Santo;<br />

23 Medaglie d'Argento per ricordare<br />

i 23 anni di Pontificato; 17 Medaglie<br />

di Bronzo per ricordare i 17 anni trascorsi<br />

dall'ultima apertura della Porta<br />

Santa, in occasione dell'Anno Santo<br />

Straordinario della Redenzione (1983-<br />

1984).<br />

L'urna è stata quindi collocata —<br />

insieme ad un mattone d'oro, dono<br />

del Cardinale Arciprete, e alla pergamena<br />

— in una cassetta di zinco, sigillata<br />

con una saldatura. Anche su<br />

questa cassetta è stato apposto il sigillo<br />

del Maestro delle Celebrazioni<br />

Liturgiche Pontificie. Gli addetti alla<br />

Basilica, dopo aver provveduto a<br />

svolgere questo lavoro, hanno collocato<br />

il contenitore nel vano al centro<br />

della Porta Santa. Il Cardinale Ruini<br />

e il Vescovo Marini hanno posto i<br />

primi due mattoni e gli addetti hanno<br />

poi completato l'opera. Il vano è<br />

stato velato con una lastra di marmo<br />

bianca sulla quale è incisa la Santa<br />

Croce. Un lungo applauso ha salutato<br />

la conclusione del lavoro.<br />

Il Cardinale Ruini ha guidato la recita<br />

del Padre Nostro «che compendia<br />

tutta la preghiera cristiana».<br />

Mons. Boccardo ha infine dato lettura<br />

del «Rogito» che è stato firmato<br />

dai presenti.<br />

In realtà, al termine del rito, c'è<br />

stato un altro momento al quale nessuno<br />

ha voluto rinunciare: la sosta<br />

davanti ai nuovi battenti esterni della<br />

Porta Santa, realizzata dal maestro<br />

Floriano Bodini e benedetta il 5 gennaio<br />

scorso, in occasione della cerimonia<br />

di chiusura. Al centro c'è Cristo<br />

in Croce abbracciato dalla Madre<br />

che stringe a sé il Bambino. Alta 3,60<br />

metri e larga 1,90, la preziosa opera<br />

reca la scritta: «Christus heri hodie<br />

semper»; le parole: «Jubilaeum A.D.<br />

2000» e lo stemma pontificio. La lavorazione<br />

ha richiesto due anni e<br />

mezzo. È nell'amore di Cristo sulla<br />

Croce e nella tenerezza della Mamma<br />

il ricordo, vivo e per questo rivolto<br />

verso il futuro, più autentico del<br />

Grande Giubileo dei duemila anni<br />

dell'Incarnazione. Quest'opera è essa<br />

stessa una lezione di catechismo giubilare.

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