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DAL MONDO<br />

MARIO AGNES<br />

Direttore responsabile<br />

PAGINA<br />

TIPOGRAFIA VATICANA<br />

EDITRICE<br />

«L'OSSERVATORE ROMANO»<br />

Redazione:<br />

via del Pellegrino<br />

00120 Città del Vaticano<br />

Segreteria di Redazione:<br />

Tel. 06.698.83461/06.698.84442<br />

Fax 06.698.83675<br />

Servizi fotografici<br />

de «L'Osservatore Romano»<br />

a cura di Arturo Mari<br />

Le foto dell'attività della Santa Sede<br />

sono del SERVIZIO FOTOGRAFICO<br />

de «L'Osservatore Romano»<br />

Tel. 06.698.84797 - Fax 06.698.84998<br />

E-mail: photo@ossrom.va<br />

.<br />

PUBBLICITÀ:<br />

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NECROLOGIE:<br />

Redazione<br />

de «L'OSSERVATORE ROMANO»<br />

Tel. 06.698.83461 - Fax 06.698.83675<br />

2 .<br />

EX ZAIRE Sanguinosi scontri tra comunità tribali alla frontiera con l'Uganda<br />

Mandela invita al dialogo<br />

tutte le parti belligeranti<br />

KINSHASA, 20.<br />

L'uccisione del Presidente<br />

della Repubblica<br />

Democratica del Congo<br />

(Rdc, ex Zaire), Laurent-<br />

Désiré Kabila, ha richiamato<br />

l'attenzione dell'opinione<br />

pubblica internazionale<br />

su questo Paese<br />

africano, sconvolto da<br />

una guerra che ha devastato<br />

l'economia nazionale<br />

e provocato centinaia<br />

di migliaia di morti,<br />

di profughi, di sfollati.<br />

L'Organizzazione dell'unità<br />

africana (Oua), nel<br />

condannare il delitto, ha<br />

deciso di convocare<br />

quanto prima una riunione<br />

del proprio organo<br />

per la gestione e il regolamento<br />

dei conflitti armati.<br />

Dal canto suo, l'ex<br />

Presidente sudafricano<br />

Nelson Mandela ha lanciato un appello<br />

affinché «il Governo di Kinshasa, l'opposizione<br />

armata e quella non armata<br />

prendano posto intorno a un tavolo come<br />

compatrioti e pongano il bene comune<br />

della popolazione al centro delle<br />

loro preoccupazioni». Mandela avverte<br />

che nessuno dei due schieramenti contrapposti<br />

è in grado di vincere la guerra<br />

e che la prosecuzione della lotta armata<br />

avrà come unico risultato la distruzione<br />

delle infrastrutture civili ed economiche<br />

MEDIO ORIENTE In due lettere di commiato<br />

Clinton esorta alla pace<br />

israeliani e palestinesi<br />

TEL AVIV, 20.<br />

In due messaggi separati, il Presidente<br />

uscente degli Stati Uniti, Bill Clinton, ha<br />

incoraggiato Israele e Autorità Palestinese<br />

(Ap) a superare le difficoltà attuali e<br />

a non perdere di vista l’obiettivo di raggiungere<br />

la pace che ora è «più vicino<br />

che mai».<br />

Nelle settimane scorse Clinton aveva<br />

sperato di potere ospitare a Washington<br />

il leader dell'Ap, Yasser Arafat, e il Primo<br />

Ministro israeliano, Ehud Barak, per<br />

la firma di un accordo-quadro sui principi<br />

di un trattato definitivo. Ma di fronte<br />

alle crescenti difficoltà, ha rinunciato<br />

ad inviare in Medio Oriente il suo emissario,<br />

Dennis Ross, per continuare nella<br />

mediazione.<br />

Agli israeliani Clinton ha detto di<br />

comprendere appieno il loro desiderio di<br />

sicurezza dopo 52 anni di lotte continue.<br />

Gli Stati Uniti, ha assicurato, saranno<br />

anche in futuro al fianco di Israele, che,<br />

ha annunciato, potrebbe essere il primo<br />

Paese al mondo a ricevere moderni aerei<br />

da combattimento F-22. Ma la migliore<br />

difesa per il Paese, ha ribadito, risiede<br />

nella firma di accordi di pace con<br />

i vicini arabi. «La meta è vicina, non<br />

perdetevi d’animo proprio ora», ha sot-<br />

e l'ulteriore massacro della popolazione<br />

inerme.<br />

La guerra, in corso dall'agosto del<br />

1998, oppone il Governo di Kinshasa e i<br />

suoi alleati (Angola, Namibia e Zimbabwe)<br />

ai movimenti ribelli che hanno il sostegno<br />

militare di Rwanda e Uganda. I<br />

tre Paesi alleati di Kinshasa hanno annunciato<br />

che manterranno gli impegni<br />

militari che avevano assunto con Kabila.<br />

Sul fronte contrapposto, i movimenti ribelli,<br />

che controllano le regioni dell'Est<br />

e parte di quelle centrali, hanno già reso<br />

tolineato. «Sono consapevole che le violenze<br />

degli ultimi tre mesi vi hanno causato<br />

dolore e sofferenza e che hanno<br />

scosso la vostra fede nel processo di pace,<br />

sollevando domande sulla possibilità<br />

di una futura coesistenza pacifica con i<br />

palestinesi, ma la violenza non prova<br />

che gli sforzi di pace erano troppo ambiziosi,<br />

anzi prova che non sono andati<br />

abbastanza avanti», si legge nella lettera<br />

di Clinton pubblicata dal quotidiano Yedioth<br />

Aharonot.<br />

Ai palestinesi il Presidente uscente ha<br />

ricordato invece che quanto hanno ottenuto<br />

finora è giunto loro solo mediante<br />

il negoziato. «Non siete mai stati tanto<br />

vicini ai vostri obiettivi a riavere la vostra<br />

terra, a fondare il vostro Stato e a<br />

costruire un futuro prospero per i vostri<br />

figli», ha rilevato. In una missiva apparsa<br />

sui quotidiani palestinesi, Clinton ha<br />

sottolineato che «questi otto anni di trattativa<br />

di pace non sono stati facili. Avete<br />

affrontato umiliazioni quotidiane, la pace,<br />

è vero, non ha ancora portato i suoi<br />

frutti. Posso capire la disillusione, la frustrazione,<br />

anche la rabbia, ma non è<br />

tempo di ascoltare le voci della vendetta<br />

e della disperazione, niente di quel che<br />

avete ottenuto è frutto della violenza, ne<br />

lo sarà».<br />

Intanto non si placano le violenze nei<br />

Territori, che dal 28 settembre scorso<br />

hanno causato non meno di trecentonovanta<br />

morti, in maggioranza palestinesi.<br />

Per fermare gli scontri e firmare un accordo-quadro<br />

prima del 6 febbraio,<br />

quando sono previste elezioni per il Premier<br />

in Israele, Arafat ha chiesto di avviare<br />

negoziati ad oltranza a Taba. Tel<br />

Aviv sta valutando la proposta.<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Domenica 21 Gennaio 2001<br />

Aiuti dell'Unione Europea all'Etiopia e all'Eritrea<br />

GOVERNATORATO DELLA CITTÀ DEL VATICANO POSTE VATICANE<br />

Busta-ricordo della serie tematica: «I Papi del Giubileo»<br />

In occasione della<br />

chiusura della Porta<br />

Santa della Basilica<br />

Vaticana viene edita<br />

una busta-ricordo della<br />

serie tematica «I Papi<br />

del Giubileo».<br />

Diritto della busta:<br />

La busta reca in alto,<br />

a sinistra, la scritta Poste<br />

Vaticane, preceduta<br />

dal logo del Governatorato<br />

dello Stato della<br />

Città del Vaticano.<br />

Al centro della busta,<br />

in alto, è riprodotto<br />

lo stemma di Sua San-<br />

tità Giovanni Paolo II.<br />

BRUXELLES — La commissione esecutiva<br />

dell'Unione Europea (Ue) ha approvato<br />

un piano di aiuti umanitari per sette milioni<br />

di Euro a favore dell'Etiopia e dell'Eritrea,<br />

devastate dalla guerra in cui si sono<br />

confrontate per oltre due anni. Il contributo<br />

— riferisce l'«Ansa» — servirà a finanziare<br />

programmi di riabilitazione delle popolazioni<br />

dei due Paesi sfollate per cause<br />

belliche. In particolare, cinque milioni di<br />

Euro sono destinati agli oltre 300 mila sfollati<br />

della regione del Tigré (nord dell'Etio-<br />

La salma del Presidente Kabila torna a Kinshasa dallo Zimbabwe<br />

Sotto il logo è raffigurato un dipinto del maestro Irio<br />

Fantini che ritrae il Santo Padre in preghiera con, sullo<br />

sfondo, un'immagine della Beata Vergine Maria.<br />

Sul lato destro dell'immagine sono riportate le scritte<br />

«IUBILAEUM A.D. 2000» e, in lingua italiana, inglese e<br />

tedesca, «Giubileo A.D. 2000 - Giovanni Paolo II».<br />

Sulla destra, è posto il francobollo da Lire 1.200 della<br />

serie «Anno Santo 2000», emesso il 4 febbraio 2000.<br />

L'annullo speciale, raffigurante il Santo Padre in atteg-<br />

noto che non riconoscono<br />

l'autorità del generale<br />

Joseph Kabila, figlio del<br />

Presidente ucciso, che è<br />

subentrato al padre alla<br />

guida del Paese.<br />

La guerra continua e<br />

il caos la violenza indiscriminata<br />

dilagano. Ieri,<br />

nella località di Bunia, a<br />

ridosso della frontiera<br />

con l'Uganda, si sono affrontati<br />

con l'impiego di<br />

armi pesanti una comunità<br />

di allevatori e una<br />

tribù di agricoltori e cacciatori.<br />

Il combattimento,<br />

provocato da una<br />

contesa territoriale, ha<br />

provocato 59 morti e<br />

sette feriti. Seimila abitanti<br />

della zona hanno<br />

varcato la frontiera rifugiandosi<br />

in Uganda.<br />

L'assistenza ai profu-<br />

ghi e agli sfollati è una delle più drammatiche<br />

emergenze nell'ex Zaire. L'Alto<br />

Commissario dell'Onu per i rifugiati<br />

(Unhcr), Ruud Lubbers, ha lanciato un<br />

appello a tutte le parti belligeranti a dare<br />

prova di moderazione per evitare che<br />

il Paese precipiti nella tragedia. «Il numero<br />

dei profughi — ha avvertito aumenta<br />

di giorno in giorno» e la situazione<br />

può divenire incontrollabile. Attualmente<br />

l'Unhcr mezzo milione di sfollati<br />

nel territorio dell'ex Zaire e 330 mila<br />

congolesi riparati nei Paesi confinanti.<br />

CAMERUN Concluso il vertice franco-africano<br />

Chirac condona i debiti<br />

a quindici Paesi poveri<br />

YAOUNDÉ, 20.<br />

Si è concluso ieri, nella capitale del<br />

Camerun, il XXI vertice franco-africano,<br />

al quale hanno partecipato il Presidente<br />

francese Chirac e i rappresentanti — Capi<br />

di Stato o delegazioni governative —<br />

di 52 Paesi africani.<br />

Al termine della conferenza, Chirac<br />

ha annunciato la decisione della Francia<br />

di condonare, per un ammontare di 500<br />

milioni di Euro, i debiti di diciannove<br />

Paesi poveri, quindici dei quali africani.<br />

Il vertice franco-africano è un forum<br />

informale, al termine del quale non vengono<br />

pubblicate dichiarazioni ufficiali.<br />

Lo scopo di questo annuale appuntamento<br />

è di passare in rassegna i principali<br />

problemi del continente africano.<br />

Quest'anno, il tema dell'incontro era<br />

l'integrazione dell'Africa nel processo di<br />

globalizzazione economica, in merito alla<br />

quale sono state formulate speranze<br />

ma anche riserve e richieste di misure,<br />

almeno temporanee, di protezione delle<br />

fragili economie del continente nero.<br />

Di grande importanza sono poi le<br />

consultazioni bilaterali e multilaterali<br />

che si svolgono in margine alle riunioni<br />

plenarie. Si tratta di contatti diretti che<br />

consentono spesso di rompere il ghiaccio<br />

tra Paesi in contrasto, di avviare a<br />

soluzione, o comunque sul binario del<br />

dialogo e dei negoziati, non poche crisi<br />

regionali.<br />

Al vertice di Yaoundé, durato due<br />

giorni, i riflettori sono stati puntati in<br />

particolare sulla situazione nella Repubblica<br />

Democratica del Congo (Rdc, ex<br />

Zaire), dopo l'assassinio del Presidente<br />

Kabila, e sulla crisi politica nella Costa<br />

(6 gennaio 2001)<br />

pia), mentre il resto dello stanziamento andrà<br />

a beneficio degli eritrei che versano in<br />

analoghe condizioni.<br />

I due Paesi del Corno d'Africa riceveranno<br />

altri finanziamenti da singoli Governi<br />

europei. Il Ministro olandese per la cooperazione<br />

allo sviluppo, Eveline Herfkens, ha<br />

deciso di erogare poco meno di cinque milioni<br />

di dollari per gli sfollati etiopici. Lo ha<br />

annunciato l'ambasciata olandese ad Ad-<br />

JUGOSLAVIA Mentre gli Stati Uniti revocano le sanzioni contro Belgrado<br />

Riallacciate con l'Albania<br />

le relazioni diplomatiche<br />

BELGRADO, 20.<br />

Fa segnare ulteriori e significative tappe<br />

il processo di normalizzazione dei<br />

rapporti internazionali della Repubblica<br />

Federale di Jugoslavia (Serbia e Montenegro)<br />

avviato dopo le elezioni federali,<br />

presidenziali e parlamentari, dell'autunno<br />

scorso. In particolare, i Governi della<br />

Jugoslavia e dell'Albania hanno provveduto<br />

ieri allo scambio di lettere diplomatiche<br />

con le quali hanno ufficialmente ripristinato<br />

le relazioni sospese nel 1999 in<br />

seguito allo scoppio del conflitto nel Kosovo.<br />

Il Governo federale di Belgrado ha<br />

d'Avorio. In merito all'ex Zaire, Chirac<br />

ha dichiarato, in una conferenza stampa,<br />

che è «illegittima e inaccettabile l'occupazione<br />

di una parte del territorio<br />

congolese da parte di Paesi stranieri». Il<br />

Presidente francese non ha fatto nomi,<br />

ma si riferiva chiaramente al Rwanda e<br />

all'Uganda che appoggiano militarmente<br />

i movimenti antigovernativi congolesi.<br />

Conclusi i lavori del vertice, Chirac ha<br />

dato inizio ieri sera a una visita ufficiale<br />

in Camerun, nel corso della quale incontrerà<br />

autorità politiche e operatori economici<br />

del posto.<br />

Sud Africa: l'epidemia<br />

di colera ha provocato<br />

settanta vittime<br />

giamento di preghiera,<br />

è tratto da un'opera<br />

del maestro Irio Fantini.<br />

Completano l'annullo<br />

il motto latino «IO.<br />

PAVLVS II PORTAM<br />

SANCTAM CLAVDIT e<br />

l'iscrizione «POSTE VA-<br />

TICANE<br />

2001».<br />

• 6 GEN.<br />

Rovescio della busta:<br />

In basso a destra, è<br />

riprodotta la sigla PV,<br />

seguita da una barra<br />

obliqua e dal numero<br />

41, identificativo della<br />

busta.<br />

La richiesta di invio delle buste ricordo va accompagnata<br />

dall'importo relativo (lire 4.000 cadauno oppure<br />

lire 6.000 racchiusa in un raccoglitore) pagato mediante<br />

vaglia postale internazionale o assegno circolare all’ordine:<br />

Poste Vaticane — Governatorato<br />

00120 Città del Vaticano<br />

Tel. 06 69883406 — Fax 06 69885378<br />

anche nominato il suo ambasciatore a<br />

Tirana, Stanimir Vukicevic, che aveva<br />

già ricoperto quel ruolo fino alla rottura<br />

dei rapporti fra i due Paesi.<br />

Nel frattempo, il Presidente federale<br />

jugoslavo Vojslav Kostunica, ieri in visita<br />

ufficiale a Sarajevo, la prima di un<br />

Capo di Stato jugoslavo dopo la secessione<br />

bosniaca dall'ex Jugoslavia e la<br />

guerra del 1992-1995, ha dichiarato che<br />

il suo Paese stabilirà, in parallelo con<br />

quelle allacciate con il Governo centrale<br />

di Sarajevo, «relazioni speciali» con la<br />

Repubblica Serba di Bosnia (Rs), l'entità<br />

Mosca insiste con Washington<br />

per la scarcerazione di Borodin<br />

MOSCA, 20.<br />

La Russia continua a sollecitare l’amministrazione di Bill Clinton per ottenere<br />

la scarcerazione di Pavel Borodin, l’ex tesoriere del Cremlino arrestato<br />

tre giorni fa a New York su mandato di cattura internazionale emesso dalla<br />

magistratura svizzera. E parla di una «trappola» studiata a tavolino. A poche<br />

ore dall’uscita di scena di Clinton, il ministero degli esteri russo in un suo comunicato<br />

fa riferimento proprio «all’amministrazione Clinton» anche se l’invito<br />

a Borodin a recarsi negli Stati Uniti è partito da un sostenitore del Partito<br />

repubblicano del neo Presidente, George W. Bush. Le sollecitazioni all’amministrazione<br />

uscente appaiono anche come un riferimento politico per quella<br />

che alcuni dirigenti politici russi e fonti giudiziarie considerano come una<br />

«trappola» studiata dagli americani a tavolino. Non viene dato credito a Mosca<br />

alla tesi di un invio «per errore» dell’invito sostenuta dall’imprenditore<br />

statunitense James Zenga, la cui firma compare sulla lettera inviata il 13 gennaio<br />

a Borodin, attuale Segretario dell’Unione russa-bielorussa.<br />

JOHANNESBURG, 20.<br />

L'epidemia di colera che ha colpito<br />

il Sud Africa all'inizio di agosto<br />

dello scorso anno continua a<br />

mietere vittime e secondo fonti<br />

ospedaliere ha già causato 70<br />

morti. Il Ministro della sanità della<br />

provincia di Gauteng (Johannesburg<br />

e Pretoria), Owen Ramokgopa,<br />

ha affermato che un focolaio<br />

di colera è stato trovato questa<br />

settimana lungo il fiume Jukskei,<br />

che attraversa la baraccopoli<br />

Alexandra a Johannesburg ed<br />

ha invitato la popolazione a non<br />

bere l'acqua del fiume.<br />

dis Abeba in un comunicato in cui si rende<br />

noto che il Governo dell'Aja intende in<br />

questo modo rispondere all'appello per la<br />

raccolta di fondi lanciato dalle agenzie<br />

umanitarie dell'Onu che operano in Etiopia.<br />

La somma stanziata dall'Olanda sarà<br />

distribuita in questo modo: 1,738 milioni di<br />

dollari alla Fao per un programma di ripresa<br />

dell'agricoltura; 3.098 milioni all'Unicef<br />

(Fondo dell'Onu per l'infanzia) per pro-<br />

Usa: iniziative federali<br />

per fronteggiare<br />

la crisi energetica<br />

in California<br />

WASHINGTON, 20.<br />

Il Governo della California ha ordinato<br />

ieri alla «Pacific Gas and Electric» e<br />

alla «Southern California Edison», le due<br />

aziende che erogano energia elettrica<br />

nello Stato, di continuare a fornire il<br />

servizio ai 24 milioni di utenti, nonostante<br />

che le due aziende rischino la<br />

bancarotta. Nei giorni immediatamente<br />

precedenti, le misure di risparmio sull’erogazione<br />

prese dalle aziende avevano<br />

provocato interruzioni di corrente elettrica<br />

in diverse città, con gravi disagi<br />

per un milione e mezzo di abitanti.<br />

In mattinata, mentre il Governatore<br />

della California Gray Davis firmava lo<br />

stanziamento straordinario da 400 milioni<br />

di dollari deciso giovedì dal Parlamento<br />

dello Stato per aiutare le aziende<br />

a pagare il combustibile, il Governo federale<br />

di Washington aveva ingiunto ai<br />

fornitori di gas naturale di continuare a<br />

garantire le forniture alle centrali, al di<br />

là della solvibilità delle aziende. L'ordinanza<br />

del Segretario Usa per l’energia<br />

Bill Richardson, richiesta personalmente<br />

dal Presidente Bill Clinton, rimarrà in vigore<br />

fino a martedì, quando toccherà alla<br />

nuova amministrazione di George W.<br />

Bush, da oggi insediato alla Casa Bianca,<br />

decidere se protrarla o revocarla.<br />

Tale seconda ipotesi appare più probabile,<br />

almeno in base alle dichiarazioni<br />

rilasciate ieri dallo stesso Bush, secondo<br />

il quale la crisi energetica della California<br />

non si risolverà con calmieri o con<br />

norme federali, ma lasciando le aziende<br />

libere di operare in base al mercato e<br />

abolendo le regole sulla produzione di<br />

energia stabilite un decennio fa in difesa<br />

dell’ambiente.<br />

Spagna: crolla<br />

un albergo<br />

a Palma di Maiorca<br />

MADRID, 20.<br />

Un uomo è morto e altri quattro sono<br />

stati feriti in un tragico incidente sul lavoro<br />

in Spagna, nelle isole Baleari, dove<br />

nel primo pomeriggio di ieri è crollato<br />

un albergo a Palma di Maiorca, l'Hotel<br />

Tivoli, nel quale una squadra di operai<br />

stava svolgendo lavori di ammodernamento.<br />

Per cause ancora non accertate<br />

la struttura, di tre piani, è crollata addosso<br />

agli operai che lavoravano all’interno.<br />

Uno degli operai è morto sotto le macerie,<br />

mentre i vigili del fuoco hanno<br />

estratto vivi quattro suoi compagni,<br />

prontamente ricoverati in ospedale. Due<br />

di loro sono giudicati dai sanitari in gravi<br />

condizioni.<br />

Il lavoro di rimozione delle macerie<br />

dell'albergo da parte delle squadre di<br />

soccorso si è protratto freneticamente<br />

per diverse ore, anche perché, come<br />

aveva dichiarato subito dopo il crollo<br />

il Ministro degli interni del Governo<br />

autonomo delle Baleari, Antonio Torres,<br />

ai giornalisti accorsi sul luogo dell’incidente,<br />

si ignorava il numero preciso degli<br />

operai che stavano lavorando nell'edificio.<br />

getti riguardanti la sanità, l'approvvigionamento<br />

idrico, l'assistenza alle donne e ai<br />

bambini: 25 mila dollari all'Ufficio per il<br />

coordinamento degli affari umanitari dell'Onu.<br />

«Con questo aiuto sostanziale — si<br />

legge nel comunicato — il Governo dei<br />

Paesi Bassi spera di contribuire ad attenuare<br />

le conseguenze del conflitto» sulla<br />

popolazione del Tigré e dell'Afar.<br />

La guerra etiopico-eritrea, scoppiata nel<br />

maggio 1998, si è chiusa il 12 dicembre<br />

scorso con il trattato di pace di Algeri.<br />

etnico-territoriale recepita insieme con<br />

la Federazione croato-musulmana all'interno<br />

dello Stato unitario bosniaco internazionalmente<br />

riconosciuto in base al<br />

piano di pace di Dayton del 1995. Entro<br />

un mese, ha aggiunto Kostunica in dichiarazioni<br />

rilasciate alla stampa al suo<br />

rientro a Belgrado, verrà anche istituito<br />

un comitato congiunto fra Jugoslavia e<br />

Bosnia ed Erzegovina che istituzionalizzerà<br />

la cooperazione fra i due Paesi.<br />

Altri due passi significativi hanno<br />

scandito la giornata di ieri: la revoca<br />

delle sanzioni statunitensi contro Belgrado<br />

e la riammissione della Jugoslavia<br />

nella Banca europea per la ricostruzione<br />

e lo sviluppo (Bers). Il Presidente statunitense<br />

Bill Clinton, con una delle sue<br />

ultime decisioni alla vigilia di passare le<br />

consegne al suo successore George W.<br />

Bush, che proprio oggi si insedia nell'incarico,<br />

ha emanato l’ordine di revoca<br />

delle sanzioni, «alla luce della pacifica e<br />

democratica transizione avviata» dalla<br />

nuova dirigenza jugoslava, nuovo presidente<br />

Vojislav Kostunica.<br />

Sempre ieri, il presidente della Bers,<br />

Jean Lemierre, ha consegnato al Vicepremier<br />

jugoslavo incaricato dell’economia,<br />

Miroslav Labus, il certificato di<br />

riammissione di Belgrado nell’istituto di<br />

credito. Labus ha inoltre annunciato all'agenzia<br />

di stampa jugoslava «Beta» di<br />

aver raggiunto con Lemierre un'intesa<br />

su una prima tranche di crediti a sostegno<br />

del sistema bancario e delle esportazioni.<br />

Ecuador: si teme<br />

un disastro ambientale<br />

QUITO — Una quantità imprecisata<br />

di un combustibile altamente inquinante<br />

è fuoriuscito nelle ultime ore<br />

dai serbatoi della petroliera «Jessica»,<br />

incagliatasi martedì scorso<br />

al largo dell’isola di San Cristobal,<br />

nelle Galapagos, costringendo le<br />

autorità ecuadoriane a chiedere<br />

urgente aiuto agli Stati Uniti. Nonostante<br />

le assicurazioni del Ministro<br />

dell’ambiente, Rodolfo Rendon, secondo<br />

cui «un disastro ambientale<br />

è già scongiurato», il direttore del<br />

Parco nazionale Galapagos, Eliecer<br />

Cruz, ha confermato la formazione<br />

di una macchia nera nelle<br />

acque dell'Arcipelago. «All’inizio<br />

— ha detto Cruz — credevamo<br />

che si trattasse di olio proveniente<br />

dalla sala macchine inondatasi dopo<br />

l’urto dello scafo contro il banco<br />

di sabbia, ma abbiamo dovuto<br />

ricrederci: era proprio il combustibile<br />

trasportato». La «Jessica»,<br />

partita dal porto di Guayaquil, trasporta<br />

960.000 litri di carburante,<br />

per due terzi diesel e per un terzo<br />

una miscela di bassa qualità denominata<br />

«Ifo» e composta da un<br />

prodotto denominato «Bunker». Il<br />

comandante della Marina, Francisco<br />

Andrade, ha confermato che<br />

nell’acqua è fuoriuscito il «Bunker»,<br />

prodotto gravemente dannoso<br />

per l’ambiente. «Il nostro timore<br />

— ha aggiunto Andrade — è per il<br />

maltempo che si annuncia e che<br />

potrebbe addirittura rovesciare la<br />

nave che non ha più motori».<br />

Nigeria: dieci morti<br />

indue sciagure stradali<br />

ABUJA — Dieci persone sono<br />

morte in due incidenti stradali venerdì<br />

in Nigeria. Otto poliziotti sono<br />

rimasti uccisi nei pressi del villaggio<br />

di Kutigi, mentre scortavano<br />

il Governatore dello Stato di Kwara,<br />

Mohammed Lawal, che si stava<br />

recando ad Abuja. Secondo le prime<br />

ricostruzioni, una delle auto<br />

del convoglio si è scontrata violentemente<br />

con un Tir causando un<br />

drammatico tamponamento a catena.<br />

Altre due persone, che viaggiavano<br />

su un autoarticolato, sono<br />

morte presso Lagos quando il<br />

mezzo è precipitato da un ponte.<br />

Gli inquirenti sono ancora al lavoro<br />

per stabilire le cause e l'esatta<br />

dinamica dell'incidente.<br />

Lutto nell'Episcopato<br />

Giunge la dolorosa notizia della<br />

pia morte di Sua Eccellenza Reverendissima<br />

Monsignor Luis Jean<br />

François Motte, O.F.M., Vescovo<br />

titolare di Sufes, già Ausiliare di<br />

Cambrai (Francia), avvenuta alle<br />

ore 13 di venerdì 19 gennaio.<br />

Il compianto Presule era nato<br />

in Mouvaux, diocesi di Lille, il 6<br />

febbraio 1913 ed era stato ordinato<br />

sacerdote il 26 luglio 1938. Il 16<br />

marzo 1968 era stato eletto alla<br />

Chiesa titolare di Sufes e nominato,<br />

allo stesso tempo, Ausiliare di<br />

Cambrai. Il 19 maggio dello stesso<br />

anno aveva ricevuto l'ordinazione<br />

episcopale. Aveva rinunciato all'ufficio<br />

pastorale il 9 maggio<br />

1985.

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