01.06.2013 Views

RIPARTIRE

RIPARTIRE

RIPARTIRE

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

IN ITALIA<br />

PAGINA<br />

10 .<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Mercoledì 24 Gennaio 2001<br />

NAPOLI — Un «campo di lavoro e di<br />

solidarietà» ha visto impegnati nei giorni<br />

scorsi a Napoli oltre 300 studenti delle<br />

medie superiori, per iniziativa del centro<br />

di pastorale giovanile «Shekinà» nel<br />

quartiere Vomero.<br />

I giovani per tre giorni hanno raccolto<br />

materiale scolastico, alimentare, igienico<br />

e altri utensili, da destinare ad alcuni<br />

centri di accoglienza operanti nella diocesi<br />

e da inviare ad alcune missioni in<br />

Africa.<br />

MUCCA PAZZA L'Istituto superiore di sanità è per l'eliminazione dal mercato<br />

Sulla bistecca con l'osso l'Italia<br />

seguirà la decisione del comitato Ue<br />

ROMA, 23.<br />

Sarà «uniformata» a quella europea la<br />

decisione che il ministro della Sanità,<br />

Veronesi, prenderà nei prossimi giorni<br />

sull’eventuale esclusione della colonna<br />

vertebrale dei bovini dal ciclo alimentare<br />

umano. Ieri il ministro ha ricevuto il parere<br />

(riservato) dell’Istituto superiore di<br />

sanità, in linea con quanto avevano suggerito<br />

il 12 gennaio gli esperti del comitato<br />

scientifico europeo. I colleghi di<br />

Bruxelles, secondo la portavoce del<br />

commissario Byrne, avevano affermato<br />

che la colonna vertebrale è considerata<br />

«materiale a rischio». Ma si trattava solo<br />

di una «semplificazione» del parere fornito<br />

dal comitato scientifico.<br />

È verosimile che l’Istituto superiore di<br />

sanità abbia detto «sì» all’esclusione della<br />

colonna vertebrale, ispirato ad un<br />

principio di precauzione già utilizzato<br />

per altri rischi biologici. Un parere dettato<br />

da diversi ordini di motivi: innanzitutto<br />

dall’inserimento dell’Italia, da parte<br />

dell’Ue, nella categoria 3 di rischio; e<br />

inoltre dall'effettiva presenza di Bse nella<br />

parte, anche se limitata per ora ad un<br />

solo caso. Del resto nei giorni scorsi il<br />

direttore del laboratorio di medicina veterinaria<br />

aveva anticipato che l’eliminazione<br />

della colonna vertebrale dei bovini<br />

— e quindi della bistecca con l'osso —<br />

poteva essere una misura precauzionale<br />

in più, che andrebbe ad aggiungersi a<br />

quella già adottata in Italia nell'ottobre<br />

scorso con la distruzione del midollo<br />

spinale e del cervello dell’animale al momento<br />

della macellazione.<br />

Il provvedimento del ministro dovrà<br />

tener conto anche della fattibilità di una<br />

eventuale esclusione della colonna vertebrale<br />

nella catena di macellazione dei<br />

bovini, un problema non risolvibile da<br />

un giorno all’altro. Ma è probabile che<br />

per la decisione si attenderà non solo il<br />

parere del comitato veterinario Ue di<br />

oggi a Stoccolma (sarà pronto tra giovedì<br />

e venerdì) ma anche quello del comitato<br />

dei ministri agricoli europei del 29 e<br />

30 gennaio.<br />

Nel frattempo resta alta in Italia la<br />

tensione per l'allarme mucca «pazza».<br />

Mentre proseguono i controlli a tappeto<br />

dei Nas (4.420 le ispezioni effettuate a<br />

ieri), è giunta al secondo giorno la protesta<br />

nei mattatoi che hanno deciso di<br />

non macellare i capi con più di 30 mesi<br />

a causa dei mancati interventi di sostegno<br />

da parte del Governo dopo la crisi<br />

del settore. Da Palazzo Chigi filtrano indiscrezioni<br />

su possibili prossime misure<br />

a favore degli operatori ma Assocarni ripete<br />

che se non arriveranno risposte<br />

concrete il fermo potrebbe riguardare,<br />

nei prossimi giorni, anche bovini più<br />

giovani. Il ministro delle Finanze, Del<br />

Turco, ha garantito che «quando gli effetti<br />

della crisi si faranno sentire anche<br />

il fisco dovrà fare la sua parte».<br />

Ieri, in Abruzzo, i Carabinieri del Nucleo<br />

regionale antisofisticazioni hanno<br />

sequestrato due allevamenti in provincia<br />

di Pescara e uno nel Chietino. Una novantina<br />

le mucche e i vitelli sui quali i<br />

veterinari del Servizio sanitario locale<br />

stanno ora eseguendo accertamenti su<br />

MUTUI Dure critiche da parte dei consumatori<br />

Il Presidente del Consiglio:<br />

«No a retroattività nel decreto»<br />

ROMA, 23.<br />

Il Presidente del Consiglio Giuliano<br />

Amato e i ministri del Tesoro Vincenzo<br />

Visco e della Giustizia Piero Fassino, ritengono<br />

che il dibattito parlamentare in<br />

corso sul decreto per i tassi sui mutui<br />

usurari «non debba avere esiti tali da introdurre<br />

criteri di retroattività e comunque<br />

da comportare, per il sistema finanziario,<br />

oneri capaci di pregiudicarne la<br />

stabilità e l’affidabilità internazionale il<br />

cui costo, in ogni caso, finirebbe con il<br />

riversarsi a carico dei consumatori». È<br />

quanto si legge in un comunicato diffuso,<br />

ieri, dall’ufficio stampa di Palazzo<br />

Chigi a proposito del dibattito in Parlamento<br />

sul decreto che riguarda i tassi<br />

sui mutui. «Il governo — ricordano nella<br />

nota — ha emanato, sulla questione<br />

dei tassi sui mutui, un decreto legge reso<br />

necessario dall’urgenza di garantire<br />

certezza di riferimenti ai cittadini e al sistema<br />

finanziario. Il provvedimento si è<br />

reso altresì necessario per fronteggiare<br />

una situazione di squilibrio generata dalla<br />

repentina e strutturale discesa dei tassi<br />

che ha determinato una brusca caduta<br />

della soglia di legge relativa alla determinazine<br />

dei tassi usurari, creando<br />

un differenziale imprevedibile, al momento<br />

dell’emanazione della legge 108<br />

del 1996». «Il decreto si è reso necessario<br />

anche per assicurare l’invarianza dei<br />

rendimenti dei titoli del debito pubblico,<br />

altrimenti esposti ad un obbligo di revisione<br />

determinando il venire meno del<br />

patto stipulato con i sottoscrittori, vulnerando<br />

le loro aspettative e producendo<br />

una pericolosa perdita di credibilità<br />

Migliorano i conti dell'Inps:<br />

nel 2000 il fabbisogno<br />

diminuito di 441 miliardi<br />

ROMA, 23.<br />

«Conti in netto miglioramento» nel<br />

2000 per l'Inps. In una nota, l’Istituto<br />

nazionale previdenza sociale sottolinea<br />

come il fabbisogno di cassa sia diminuito<br />

di 441 miliardi di lire rispetto alle previsioni,<br />

attestandosi sui 106.689 miliardi.<br />

Sempre nel 2000, la spesa per il pagamento<br />

delle rate nette di pensione<br />

(esclusi gli assegni agli invalidi civili e le<br />

pensioni del personale delle FS) è stata<br />

di 189.352 miliardi, con una diminuzione<br />

di 5.419 rispetto alle previsioni<br />

(–2,8%) e un incremento di 5.695 rispetto<br />

al ’99 (+3,1%). Questo incremento è<br />

«comunque inferiore — spiega l’Inps —<br />

all’incremento del pil nominale».<br />

Sull’andamento della spesa ha influito<br />

positivamente anche «il trend in diminuzione<br />

delle liquidazioni delle pensioni di<br />

anzianità». Nel 2000 sono state 123.253<br />

che, tenuto conto di circa 4.000 ulteriori<br />

liquidazioni derivanti da domande giacenti,<br />

fanno salire a 127.253 i trattamenti<br />

complessivi, con una diminuzione di<br />

47.147 pensioni (–27%) rispetto alle previsioni.<br />

Nel dettaglio, il fabbisogno di<br />

cassa dell’Inps accertato per il 2000 è risultato<br />

di 106.689 miliardi di lire, con<br />

una riduzione di 441 miliardi.<br />

del debito pubblico italiano sui mercati<br />

internazionali».<br />

Forti critiche alle decisioni annunciate<br />

da parte dell’Adusbef, associazione di<br />

consumatori, che minaccia il ricorso ai<br />

Tribunali: «Con queste dichiarazioni il<br />

Governo si schiera dalla parte delle banche<br />

e a difesa dell’illegalità. Se questo<br />

decreto dovesse passare senza prevedere<br />

l’applicazione della legge, l’Adusbef ricorrerà<br />

ai Tribunali di tutta Italia per difendere<br />

i principi fondanti di uno Stato<br />

di diritto, che devono valere per tutti i<br />

cittadini».<br />

Ferrovie: confermato<br />

lo sciopero indetto<br />

per venerdì 26<br />

ROMA, 23.<br />

Difficoltà in vista per chi venerdì<br />

26 gennaio dovrà viaggiare in<br />

treno o sui traghetti. Confederali<br />

e i sindacati autonomi Sma e Ugl<br />

hanno infatti proclamato uno<br />

sciopero nazionale di tutto il personale<br />

del gruppo Fs nell’ambito<br />

della vertenza per il rinnovo del<br />

contratto nazionale di lavoro. Dalle<br />

10 alla 17.59 sciopereranno il<br />

personale addetto alla circolazione<br />

dei treni e i marittimi in servizio<br />

sui traghetti a Civitavecchia e<br />

Messina; il restante personale<br />

sciopererà per l’intera giornata.<br />

Ischia: cominciato<br />

a Casamicciola<br />

abbattimento case abusive<br />

ISCHIA, 23<br />

È cominciato ieri, lunedì, l’abbattimento<br />

di una serie di costruzioni abusive<br />

nel Comune di Casamicciola Terme<br />

nell’isola di Ischia con la demolizione di<br />

un immobile di circa 60 metri quadrati<br />

non ancora completato, in esecuzione<br />

dell’ordinanza di abbattimento firmata<br />

dal commissario prefettizio Maria Elena<br />

Stasi. La costruzione è una pertinenza<br />

di una casa realizzata in una zona collinare<br />

di Casamicciola posta a circa 300<br />

metri dal livello del mare e priva di ogni<br />

autorizzazione amministrativa. La commissaria<br />

prefettizia ha applicato nell’ordinanza<br />

di demolizione le disposizioni<br />

contenute nell’art. 4 della legge sul condono<br />

edilizio del 1985 che dispone l’abbattimento<br />

anche in danno per le opere<br />

edilizie ex novo che non possono essere<br />

sanate. Le operazioni di abbattimento<br />

sono state appaltate alla ditta «Icemer<br />

Spa» di Napoli. La commissaria Stasi ha<br />

anche firmato altre 11 ordinanze di abbattimento<br />

per costruzioni abusive che<br />

dovranno essere eseguite nei prossimi<br />

giorni nel quadro della lotta all’abusivismo<br />

edilizio. È la prima volta che nel<br />

Comune di Casamicciola Terme viene<br />

eseguita una ordinanza di demolizione<br />

in danno del responsabile dell’abuso.<br />

indicazione dei Carabinieri che hanno riscontrato<br />

la mancanza della documentazione<br />

sanitaria, prevista dalla legge, e<br />

del marchio che viene solitamente applicato<br />

sulle orecchie dei capi di bestiame<br />

per indicarne la provenienza.<br />

In Piemonte invece la Giunta regionale<br />

ha chiesto al Governo lo stato di crisi<br />

per la zootecnia regionale, mentre è allo<br />

studio un nuovo progetto di filiera produttiva<br />

che dia la massima garanzia al<br />

consumatore.<br />

Preoccupati dalla mucca «pazza», gli<br />

italiani hanno aumentato il consumo di<br />

pesce (+15% nel 2000 rispetto al ’99)<br />

ma neanche per i prodotti ittici la sicurezza<br />

è garantita. L’allarme lo lanciano<br />

Legambiente e Uniprom (il consorzio<br />

che riunisce tutte le associazioni di categoria<br />

dei pescatori). La spigola che arriva<br />

sul piatto, avvertono, potrebbe infatti<br />

essere allevata ad antibiotici, nutrita con<br />

mangimi di dubbia provenienza e cresciuta<br />

in vasche pulite con sostanze tossiche.<br />

Se la maggior parte della produzione<br />

italiana è garantita, altrettanto<br />

non si può dire per quella che arriva<br />

dall’estero e che costituisce oltre il 60<br />

per cento del pesce consumato in Italia.<br />

Per scongiurare il rischio di una nuova<br />

emergenza alimentare, le due associazioni<br />

hanno presentato il «pesce biologico»,<br />

un progetto per portare entro un<br />

anno sulle tavole un prodotto interamente<br />

allevato secondo criteri di sostenibilità<br />

ambientale e il marchio «dop»<br />

(denominazione di origine protetta) per<br />

le specie ittiche tradizionali.<br />

Tornano in cella i detenuti<br />

scarcerati per la pagina<br />

sparita nell'ordinanza<br />

di custodia del tribunale<br />

di Busto Arsizio<br />

VARESE, 23.<br />

Sono tornati in carcere tutti i detenuti<br />

che ai primi di gennaio avevano riottenuto<br />

la libertà grazie a una pagina mancante<br />

nella voluminosa ordinanza di custodia<br />

cautelare del Tribunale di Busto<br />

Arsizio nei confronti delle persone arrestate<br />

l’11 dicembre nell’operazione «Infinito».<br />

La sparizione della pagina n. 1.568 (su<br />

1.572), contenente l’elenco delle esigenze<br />

di custodia cautelare, aveva fatto<br />

scattare — come riferisce l'Ansa — la<br />

nullità della misura riguardante una ventina<br />

di arrestati (su 59) accusati di reati<br />

che spaziavano dal traffico di sostanze<br />

stupefacenti alle rapine.<br />

L’ordinanza di custodia cautelare —<br />

sempre secondo l' Ansa — era stata dichiarata<br />

nulla dal Tribunale del Riesame<br />

proprio per la mancanza della pagina<br />

con le esigenze cautelari: un episodio<br />

che aveva suscitato scalpore e che ha<br />

portato gli organi superiori a interessarsi<br />

del tribunale di Busto Arsizio per verificarne<br />

la carenza di organici e mezzi.<br />

Carenza che avrebbe portato appunto<br />

alla svista della pagina mancante.<br />

Da allora a ieri mattina il sostituto<br />

procuratore del Tribunale di Busto Arsizio,<br />

Tiziano Masini, il quale aveva coordinato<br />

l’inchiesta, e il Giudice delle indagini<br />

preliminari hanno lavorato per riformulare<br />

l’intera ordinanza di custodia<br />

cautelare.<br />

L’ordinanza, ieri mattina, è stata consegnata<br />

a tutti i 59 indagati, e coloro<br />

che erano stati liberati sono stati riportati<br />

in carcere.<br />

Vasta operazione<br />

antidroga<br />

nel Vicentino<br />

VICENZA, 23.<br />

Una vasta operazione antidroga è stata<br />

compiuta a partire dalle prime ore di<br />

oggi, martedì, dai Carabinieri di Vicenza.<br />

I militari dell'Arma hanno in particolare<br />

eseguito 29 ordinanze di custodia<br />

cautelare nei confronti di elementi della<br />

criminalità italiana, nigeriana, albanese<br />

e ghanese ritenuti responsabili di un<br />

traffico internazionale di stupefacenti.<br />

Gli investigatori hanno così smantellato<br />

una organizzazione criminale che, secondo<br />

quanto si è appreso, operava oltre<br />

che in Veneto anche in Lombardia<br />

ed Emilia Romagna dove venivano spacciate<br />

quantità rilevanti di cocaina ed hashish.<br />

Quella di oggi è la fase conclusiva<br />

dell’operazione «Zorro», iniziata un anno<br />

fa e che ha portato nei mesi scorsi<br />

all’arresto di altre venticinque persone,<br />

tre delle quali fermati con carichi di<br />

droga negli aeroporti di Venezia, Milano<br />

e Verona.<br />

All’operazione, coordinata dal pm<br />

Paolo Pecori, che ha ottenuto i provvedimenti<br />

restrittivi dal gip Cecilia Carreri,<br />

sono stati impegnati un centinaio di militari<br />

dell’Arma, che si sono avvalsi anche<br />

di unità cinofile.<br />

Napoli: «Campo di solidarietà» per 300 giovani<br />

Dopo la raccolta — che ha visto i ragazzi<br />

bussare porta a porta alle case<br />

del quartiere, in stile missionario — i<br />

partecipanti all'iniziativa si sono radunati<br />

ogni sera per riflessioni sulla solidarietà,<br />

animate dal direttore del centro, don<br />

Massimo Ghezzi.<br />

È stata anche allestita una «tenda di<br />

preghiera» in un giardino pubblico, per<br />

invitare i passanti ad una pausa di rifles-<br />

Frana uno scavo<br />

nel Torinese:<br />

resta sepolto<br />

un operaio ROMA, 23.<br />

Un operaio di 68 anni, Antonio<br />

Ellè, di Torre Pellice, è morto a<br />

Settimo Torinese nel crollo delle<br />

pareti di uno scavo. L’incidente è<br />

avvenuto ieri verso le 14. L’uomo,<br />

che lavorava alla costruzione di<br />

uno scavo per fognatura, è stato<br />

improvvisamente investito dalla<br />

terra franata dalle pareti. Nonostante<br />

i pronti soccorsi, per l’operaio<br />

non c’è stato nulla da fare. È<br />

morto prima di essere trasportato<br />

in ospedale.<br />

Altro incidente ieri pomeriggio,<br />

all’ospedale Sant’Antonio Abate a<br />

Trapani. Un operaio di 26 anni,<br />

Ignazio Rizzo, che stava effettuando<br />

lavori di manutenzione ad un<br />

pannello elettrico è rimasto colpito<br />

da una violenta fiammata sprigionatasi<br />

improvvisamente dall’impianto.<br />

Il giovane è stato ricoverato<br />

d’urgenza al Civico di Palermo<br />

con ustioni di primo, secondo<br />

e terzo grado. I medici<br />

mantengono la prognosi riservata.<br />

L’incidente si è verificato dentro<br />

una cabina elettrica che dista poche<br />

decine di metri dall’ingresso<br />

del pronto soccorso. Ignazio Rizzo<br />

stava lavorando insieme ad un<br />

collega. Il giovane, secondo alcuni<br />

testimoni, avrebbe avuto la prontezza<br />

di togliersi subito il maglione<br />

incendiato.<br />

sione nell'affanno delle faccende quotidiane.<br />

All'iniziativa hanno partecipato numerosi<br />

giovani non impegnati in un cammino<br />

di fede, che desideravano ugualmente<br />

fare un'esperienza di solidarietà.<br />

Molti di loro, conoscendo l'attività del<br />

centro di pastorale giovanile, hanno deciso<br />

di frequentarlo anche in seguito.<br />

Un esempio questo di come la testi-<br />

monianza missionaria dei ragazzi sia<br />

preziosa per avvicinare e coinvolgere i<br />

coetanei «lontani». Un progetto pastorale<br />

questo, che — per indicazione del Card.<br />

Michele Giordano — vede tutta la Chiesa<br />

di Napoli rivolgere una attenzione<br />

prioritaria alle famiglie ed ai giovani.<br />

La nascita di «Shekinà» e di altri centri<br />

simili in tutta la diocesi è appunto<br />

uno dei frutti concreti di tale impegno.<br />

MARIANO DEL PREITE<br />

AMBIENTE Dopo la chiusura di una discarica<br />

Emergenza rifiuti<br />

nel Napoletano<br />

NAPOLI, 23.<br />

È emergenza rifiuti<br />

per molti comuni dell'area<br />

vesuviana e della Costiera<br />

Sorrentina. I sindaci<br />

hanno rivolto un<br />

appello ai cittadini a<br />

«contenere» i rifiuti, ed<br />

hanno chiesto l'intervento<br />

del Prefetto. Ma una<br />

risposta potrà arrivare<br />

solo dopo giovedì, come<br />

già annunciato dalla Regione<br />

Campania.<br />

Sono ormai cinque<br />

giorni che 72 comuni del<br />

Napoletano (circa un milione<br />

di abitanti) non sono<br />

coperti dal servizio di<br />

raccolta e smaltimento<br />

dei rifiuti a causa della<br />

chiusura della discarica<br />

di Tufino, ormai satura.<br />

I sacchetti cominciano a<br />

diventare parte integrante dell’arredo<br />

urbano, perché gli abitanti li depositano<br />

dove possono. I camion della nettezza<br />

urbana, colmi di immondizia, sono fermi<br />

nei depositi.<br />

Le amministrazioni comunali sono<br />

impegnate da giorni a tentare di trovare<br />

una soluzione ed individuare siti idonei<br />

per stoccare provvisoriamente i rifiuti.<br />

Ma non tutti i Comuni hanno la possibilità<br />

di risolvere autonomamente l’emergenza<br />

rifiuti: Terzigno, Massa di Somma,<br />

Portici ed Ercolano, che rientrano<br />

per buona parte nell’area protetta del<br />

GIUSTIZIA I documenti ritrovati alla Procura militare<br />

Il Parlamento intende indagare<br />

su 695 stragi naziste «dimenticate»<br />

ROMA, 23.<br />

Sono circa 15.000 le vittime dei crimini<br />

nazisti cui fanno riferimento 695 incartamenti<br />

trovati negli scantinati della<br />

procura generale militare, all’interno di<br />

un armadio sigillato. Si tratta di fascicoli<br />

rinvenuti solo nel maggio 1994 dal pm<br />

militare Antonino Intelisano, durante le<br />

indagini per il processo Priebke, e su cui<br />

proprio quattro giorni fa la Commissione<br />

Giustizia della Camera ha disposto<br />

un’indagine conoscitiva. Gli incartamenti<br />

sono dei rapporti redatti dall’Arma dei<br />

Carabinieri, acquisiti dalla procura generale<br />

militare nel 1946 e da questa archiviati<br />

negli anni successivi: proprio sulle<br />

modalità di questa singolare archiviazione<br />

la Commissione giustizia intende fare<br />

chiarezza, considerato che i documenti<br />

sembrano essere stati nascosti piuttosto<br />

che archiviati e che, su questa circostanza,<br />

non ha portato ad alcun risultato<br />

concreto una commissione di indagine<br />

istituita nel 1996 dal Consiglio della magistratura<br />

militare.<br />

La Commissione giustizia — si legge<br />

nel programma dell’indagine, che prevede<br />

le audizioni di alcuni magistrati militari<br />

— «potrà verificare non tanto se<br />

dalla lettura di quei fascicoli possano<br />

emergere nomi e responsabilità dei crimini,<br />

ma soprattutto quali siano stati, se<br />

vi sono stati, i condizionamenti subiti<br />

dalla magistratura militare e se sarebbe<br />

stato quindi possibile, a tempo debito,<br />

perseguire i colpevoli».<br />

Lo scopo finale dell’indagine conoscitiva<br />

parlamentare, insomma, è «individuare<br />

se vi sia stato un occultamento<br />

Scuola materna<br />

gestita da religiose<br />

rapinata nel Bresciano<br />

BRESCIA, 23.<br />

Hanno ripreso i loro impegni<br />

ma sono ancora molto spaventate<br />

tre suore di una scuola materna,<br />

aggredite e rapinate da alcuni<br />

malviventi, probabilmente slavi,<br />

che hanno portato via del denaro,<br />

probabilmente le rette pagate dai<br />

genitori dei bambini. L’episodio<br />

risale a venerdì sera ma lo si è appreso<br />

solo ieri, lunedì.<br />

Sulla rapina, avvenuta nella<br />

scuola materna «San Giuseppe» di<br />

Gambara, nella bassa Bresciana,<br />

indagano i Carabinieri della compagnia<br />

di Verolanuova. Le tre<br />

suore, di 50, 60 e 70 anni, nell’asilo<br />

deserto, sono state aggredite e<br />

minacciate con un cacciavite.<br />

Dentro la direzione, sotto la minaccia<br />

delle armi, le religiose sono<br />

state costrette a consegnare alcune<br />

offerte ricevute dai genitori dei<br />

bimbi e anche 100 mila lire, che si<br />

trovavano su un tavolo. Non appena<br />

i malviventi si sono dileguati<br />

le suore hanno avvertito i Carabinieri.<br />

durato cinquant’anni, per poi valutare<br />

l’opportunità di promuovere l’istituzione<br />

di una commissione di inchiesta, che verifichi<br />

gli ambiti delle eventuali responsabilità<br />

storiche, politiche e giuridiche».<br />

Intanto, a fronte dell’indagine della<br />

Camera, procedono anche le inchieste<br />

giudiziarie presso diverse procure militari.<br />

Il solo procuratore militare di Roma<br />

Intelisano, così, ha in corso tre indagini,<br />

riguardanti altrettanti eccidi nazisti. Al<br />

riguardo ha compiuto diversi atti istruttori,<br />

compresa l’acquisizione di documentazione<br />

dalla Germania.<br />

Il pm: 7 anni<br />

agli incendiari<br />

della «Fenice»<br />

VENEZIA, 23.<br />

Il pm di Venezia Felice Casson<br />

ha chiesto la condanna a sette anni<br />

di reclusione ciascuno per Enrico<br />

Carella e il cugino Massimiliano<br />

Marchetti, i due giovani elettricisti<br />

accusati di aver incendiato il<br />

teatro La Fenice il 29 gennaio 96.<br />

Secondo il Pm, un incendio alla<br />

Fenice «non era impensabile anzi»<br />

e un tale teatro «richiedeva minore<br />

menefreghismo» ma «nessuno<br />

dei responsabili intervenne» neppure<br />

«davanti a manchevolezze<br />

sotto gli occhi di una persona di<br />

media intelligenza».<br />

Sequestro Soffiantini: chiesta<br />

la conferma della condanna<br />

per il generale Delfino ROMA, 23.<br />

Il procuratore generale della Suprema<br />

Corte di Cassazione, Antonio Mura, ha<br />

chiesto stamani — innanzi alla seconda<br />

sezione penale — la conferma della condanna<br />

a tre anni e quattro mesi di reclusione,<br />

con l'aggiunta di due milioni di lire<br />

di multa, inflitti il 20 gennaio dello<br />

scorso anno dai giudici della Corte di<br />

appello di Brescia al generale Francesco<br />

Delfino, l’alto ufficiale dell'Arma dei Carabinieri<br />

che deve rispondere dell'accusa<br />

di truffa pluriaggravata nell’ambito del<br />

sequestro dell’imprenditore bresciano<br />

Giuseppe Soffiantini.<br />

In particolare sul generale grava la<br />

grave accusa di essersi indebitamente<br />

appropriato di un miliardo di lire sottratto<br />

ai familiari della vittima del sequestro<br />

con la promessa di adoperarsi per<br />

giungere alla liberazione del loro congiunto.<br />

L’imprenditore rapito — rimasto in<br />

mano ai carcerieri per 237 giorni — è<br />

presente in aula, a Roma. Il generale<br />

Delfino è difeso dagli avvocati Alessandro<br />

Gamberini e Raniero Della Valle. La<br />

parte civile è invece difesa dall’avvocato<br />

Franco Frigo.<br />

Un'emblematica immagine di una strada di Tufino<br />

Parco Nazionale del Vesuvio, incontrano<br />

difficoltà a localizzare siti provvisori.<br />

Il Prefetto in una nota inviata ai Comuni,<br />

allo scopo di prevenire situazioni<br />

di emergenza sanitaria, chiede «l’impegno<br />

di tutti i soggetti istituzionali coinvolti»<br />

e rimanda a quanto previsto dalle<br />

norme con «il ricorso temporaneo a speciali<br />

forme di gestione dei rifiuti». «Ma<br />

da soli — affermano i sindaci — non<br />

riusciremo a farcela. In alcuni comuni<br />

ad alta densità abitativa individuare un<br />

sito temporaneo è come trovare un ago<br />

nel pagliaio».<br />

La figlia del tabaccaio<br />

ucciso per rapina<br />

nel Lodigiano:<br />

«Mio padre temeva<br />

che sarebbe avvenuto»<br />

LODI, 23.<br />

«Mio padre se lo sentiva: aveva detto<br />

più volte che un rapinatore per fare un<br />

colpo nel nostro locale avrebbe dovuto<br />

ucciderlo». Parla con la voce rotta dai<br />

singhiozzi una delle cinque figlie di Piero<br />

Mondori, il tabaccaio di 67 anni ucciso<br />

domenica sera a Turano Lodigiano<br />

da un rapinatore solitario entrato nel<br />

bar-tabaccheria da lui comprato per le<br />

figlie. Intanto le indagini sul sanguinoso<br />

episodio hanno portato a un’ipotesi assai<br />

verosimile: il malvivente (si tratterebbe<br />

di un italiano) che ha ucciso Mondori,<br />

che l’aveva affrontato per impedirgli<br />

di sottrarre l’incasso di circa 600 mila lire,<br />

è probabilmente lo stesso che venerdì<br />

sera aveva rapinato, di circa un milione<br />

di lire Saverio Ippolito di 39 anni, in<br />

una tabaccheria-trattoria a Villanova Sillaro,<br />

sempre nel Lodigiano.<br />

«State attente, state attente, ci diceva<br />

sempre — ha sottolineato ancora la figlia<br />

in lacrime —. Si raccomandava<br />

sempre con noi ogni volta che leggeva<br />

la notizia di un tabaccaio rapinato. Ripeteva<br />

che le tabaccherie sono nel mirino<br />

dei banditi... E adesso è toccata a<br />

lui». Piero Mondori era un uomo che<br />

aveva sudato tutta la vita, da muratore,<br />

per investire i suoi risparmi in un bar<br />

tabaccheria, ricevitoria ed edicola, con<br />

un unico scopo: assicurare un futuro alle<br />

figlie Maura, Liliana, Maria Pia, Simona<br />

e Benedetta. Ma Piero, aveva<br />

molti motivi per essere costantemente<br />

preoccupato. Oltre che dallo stillicidio di<br />

rapine nella zona, l’ex muratore era rimasto<br />

choccato da due furti messi a segno<br />

dai ladri in una palazzina del centro<br />

di Turano Lodigiano.<br />

Camorra: in manette<br />

pericoloso latitante<br />

NAPOLI — Un pregiudicato, Antonio<br />

De Luise, di 37 anni, ritenuto<br />

esponente di spicco del clan dei<br />

Casalesi, è stato arrestato martedì<br />

dai Carabinieri del comando provinciale<br />

di Caserta e del Ros. Accusato<br />

di associazione camorristica<br />

e omicidio, era sfuggito al blitz<br />

che nei giorni scorsi ha portato all’arresto<br />

di 25 affiliati al clan.<br />

Castellamare:aggredito<br />

direttore del Comune<br />

NAPOLI — Il direttore generale del<br />

Comune di Castellammare di Stabia,<br />

Nicola Laudisio, di 58 anni, è<br />

stato aggredito lunedì pomeriggio<br />

da sconosciuti armati di spranghe<br />

di ferro. Colpito ad un braccio, è<br />

stato medicato in ospedale. Gli investigatori<br />

non escludono che l’aggressione<br />

avesse intenti intimidatori,<br />

legati alle funzioni istituzionali<br />

di Laudisio.<br />

Rapina: arrestati<br />

due militari a Belluno<br />

BELLUNO — Due militari in ferma<br />

volontaria, Luigi Stefanelli, di 20<br />

anni, e Paolo Antonio Vazzana, di<br />

21, sono stati arrestati per una rapina<br />

compiuta lunedì pomeriggio<br />

in un locale di videogiochi di Feltre,<br />

il cui titolare è rimasto ferito.

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!