You also want an ePaper? Increase the reach of your titles
YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.
ERZA T PAGINA .<br />
PAGINA<br />
22 .<br />
In margine a una biografia di Bernanos<br />
La sfida<br />
al compromesso<br />
MANLIO CANCOGNI<br />
Di Georges Bernanos (1888-1948), in<br />
Italia, sono stati tradotti tutti i romanzi<br />
e i racconti, da Sous le soleil de Satan a<br />
Dialogues des Carmelites. Anche molti<br />
dei suoi saggi polemici, da «La grande<br />
peur des bienpensants» a «Lettres aux<br />
Anglais», sono abbastanza noti. Non<br />
mancano i saggi critici sulla sua opera<br />
complessiva. E tuttavia non si può dire<br />
ch'egli sia, da noi, uno scrittore veramente<br />
conosciuto. Dobbiamo quindi essere<br />
grati a Jean Botherel per la sua biografia<br />
(Georges Bernanos il non-conformista)<br />
edita da Santi Quaranta, che si<br />
spera servirà a far capire meglio un autore<br />
che è fra i maggiori del secolo.<br />
Non si creda del resto che nel suo<br />
paese, in Francia, egli abbia avuto maggior<br />
comprensione. Bernanos è stato per<br />
tutta la sua vita un personaggio troppo<br />
controverso, per ottenere, anche cinquant'anni<br />
dopo la morte, l'unanimità di<br />
consensi che spetta a un classico. Aspro,<br />
violento, imprevedibile, Bernanos non<br />
era fatto per piacere ai benpensanti, di<br />
destra o di sinistra, cattolici o laici che<br />
fossero. Ogni suo libro, ogni suo intervento<br />
pubblico, suonava loro come una<br />
sfida e uno scandalo.<br />
Cresciuto sotto la III repubblica borghese,<br />
democratica e anticlericale, uno<br />
come lui, credente e monarchico, non<br />
aveva altra scelta che la guerra dichiarata<br />
al «regime» senza risparmio di colpi.<br />
Del combattente aveva l'aspetto, l'espressione,<br />
la parola. Era grande, con<br />
una bella testa folta di capelli. Aveva<br />
due occhi di un blu intenso. Parlava con<br />
irruenza, servendosi di un linguaggio colorito,<br />
ricco di metafore. La natura e la<br />
Grazia l'avevano fatto unico.<br />
Jean Botherel, l'autore della biografia,<br />
ce lo mostra sempre in movimento. Dovunque<br />
si trovasse, con la numerosa famiglia<br />
(l'amata moglie Jeanne, sei figli, i<br />
suoceri, qualche nipote) veniva presto il<br />
giorno in cui Bernanos sentiva urgente,<br />
il bisogno di andarsene. Egli ne dava la<br />
colpa al clima, alle malattie, alle difficoltà<br />
finanziarie. Erano scuse. Il denaro,<br />
ad esempio, specie dopo la pubblicazione<br />
di Sous le Soleil de Satan, non gli è<br />
mai mancato. Ma egli, non tenendolo in<br />
alcun conto, lo spendeva senza riguardo<br />
e inoltre aveva una spiccata vocazione<br />
per le imprese sbagliate. Quella di trasferirsi<br />
con tutta la famiglia in Brasile<br />
(1938), dopo avere tentato la sorte nel<br />
Paraguay, per trasformarsi in allevatore<br />
di bestiame, fu la più assurda (ci perse<br />
tutti i suoi averi), non certo l'ultima.<br />
La verità è ch'egli non riusciva a stare<br />
in pace con sé stesso. Lo angosciavano<br />
il pensiero costante della morte e la visione,<br />
anch'essa insopprimibile, del male.<br />
Di qui un'ansia che lo spingeva a<br />
muoversi, cercar gente nuova, mescolarsi<br />
alla vita degli altri. Stava quasi sempre<br />
fuori casa; scriveva di preferenza<br />
nei caffè, non importa se scomodi, affollati<br />
e rumorosi. C'è da chiedersi come i<br />
suoi familiari, specie la moglie obbligata<br />
a far continuamente le valigie, lo sopportassero.<br />
Evidentemente quest'uomo<br />
agitato e turbolento sapeva suscitare, in<br />
chi gli stava vicino, un amore più forte<br />
di ogni riserva.<br />
Era un oscuro giornalista di provincia<br />
quando lo sorprese lo scoppio della Prima<br />
Guerra Mondiale. Mobilitato sin dal<br />
primo mese, nell'agosto del '14, il soldato<br />
Bernanos rimase sotto le armi fino al<br />
'19. Di questa dura esperienza non scrisse<br />
nulla. Persino nelle lettere che mandava<br />
alla famiglia egli vi accenna appena<br />
e di solito in maniera scherzosa come<br />
ne fosse uno spettatore lontano e distratto.<br />
Ne uscì invece profondamente<br />
segnato e con l'accresciuta convinzione<br />
che il mondo assetato di beni materiali<br />
s'era dato a Satana e che soltanto una<br />
profonda rigenerazione spirituale avrebbe<br />
potuto salvarlo.<br />
La speranza di un cambiamento (che<br />
ai suoi occhi appariva necessario dopo<br />
una prova così dolorosa) ebbe breve durata.<br />
Il dopoguerra non offriva uno spettacolo<br />
incoraggiante. La Francia era la<br />
stessa di prima, dominata dagli stessi<br />
egoismi, dallo stesso spirito di parte,<br />
dalla stessa sordità alla voce di Dio. Corruzione,<br />
ipocrisia, materialismo, banalità,<br />
continuavano a caratterizzare la vita<br />
pubblica e privata. Lo stesso accadeva<br />
del resto negli altri paesi del vecchio<br />
continente, che uscito stremato, non redento,<br />
dalla guerra, stava già creando le<br />
premesse di quella futura.<br />
Monarchico per educazione familiare<br />
(aveva anche fatto parte dell'Action<br />
française di Charles Maurras) e cattolico<br />
nelle fibre più profonde (lo sono, diceva,<br />
naturalmente, allo stesso modo<br />
che ho gli occhi blu) Bernanos non poteva<br />
tacere. Dopo il successo, anche finanziario,<br />
dei suoi primi romanzi avrebbe<br />
potuto dedicarsi a tempo pieno al<br />
proprio lavoro di narratore. Non cedette<br />
a questa pur legittima tentazione. Era<br />
nato per essere un combattente: e volle<br />
continuare ad esserlo. Fu dunque giornalista,<br />
polemista, conferenziere, mettendo<br />
sempre in gioco tutto sé stesso<br />
che nella eterna lotta fra il Bene e il Male,<br />
fra Dio e Satana, non potesse esserci<br />
posto per il compromesso. La vita banale,<br />
grigia, dei benpensanti, di Destra o<br />
di Sinistra, Laici o Cattolici, che in nome<br />
del quieto vivere, erano disposti a<br />
venire a patti col nemico, lo disgustava.<br />
I suoi pamphlets (La grande peur des<br />
bienpensants, Noël à la maison de<br />
France, etc.) di un vigore e di un'irruenza<br />
che facevano pensare a Léon Bloy,<br />
furono per i francesi fra le due guerre<br />
un permanente appello alla riscossa morale;<br />
un appello al quale era difficile sottrarsi.<br />
Lo scandalo più forte scoppiò all'indomani<br />
della pubblicazione di Les<br />
grands cemetières sous la lune (1938)<br />
dedicato alla Spagna dilaniata dalla<br />
guerra civile.<br />
Nel '34 Bernanos, sempre in cerca di<br />
un nuovo domicilio, era andato a vivere<br />
con la famiglia a Palma di Majorca. Là<br />
s'era fatto molti amici nell'ambiente monarchico<br />
e cattolico. Il figlio maggiore,<br />
Yves, militava nella Falange. È naturale<br />
perciò ch'egli salutasse con simpatia il<br />
levantamiento militare del luglio '36 in<br />
nome della España tradicional.<br />
Bastarono tuttavia poche settimane<br />
per disilluderlo. Gli eccessi commessi<br />
anche dai franchisti lo gettarono in uno<br />
sgomento vicino alla disperazione. Gli ripugnava<br />
soprattutto che quei crimini<br />
non provocassero le proteste e le denunce<br />
dei suoi amici spagnoli, di chi si diceva<br />
cattolico.<br />
Alla prima occasione partì dunque<br />
dalle Baleari e rientrò in Francia. Voleva<br />
che i suoi connazionali sapessero la verità<br />
su ciò che stava accadendo laggiù. Il<br />
libro che scrisse, Les grands cemetières<br />
sous la lune, fu la testimonianza franca<br />
e coraggiosa di un cristiano ferito a<br />
morte e che non ha perso la speranza. I<br />
suoi alleati di ieri (monarchici, nazionalisti)<br />
sentendosi traditi, lo coprirono<br />
d'insulti. Gli avversari di una volta (repubblicani,<br />
democratici, socialisti) lo applaudirono.<br />
Egli aveva ormai rotto con<br />
gli uni e con gli altri. Sicuro che dopo la<br />
Spagna la guerra avrebbe investito tutta<br />
l'Europa, si sentiva pronto per un esilio<br />
oltre Oceano che considerava definitivo.<br />
Esso durò sette anni. Anche in Brasile,<br />
perseverando nelle sue abitudini di<br />
eterno girovago, egli continuò a seguire<br />
gli avvenimenti europei, scrivendo, facendo<br />
conferenze, inviando lettere e appelli.<br />
Non si faceva più illusioni. Nel '45,<br />
tornato in Francia, al generale De Gaulle,<br />
che lo aveva voluto con sé offrendogli<br />
un posto nel governo, rispose di no<br />
motivando il suo rifiuto con un argomento<br />
irrefutabile: il regime democratico<br />
dei partiti non avrebbe accettato alcun<br />
progetto di riforma morale; i francesi<br />
erano troppo incalliti nel male.<br />
In una Francia così rassegnata alla<br />
mediocrità egli non poteva più vivere.<br />
Ed eccolo di nuovo in viaggio con i superstiti<br />
della fedele famiglia. La Tunisia<br />
fu l'ultimo suo approdo. Poi la malattia,<br />
il rimpatrio d'urgenza, la morte in un<br />
ospedale di Parigi.<br />
La scomparsa di Bernanos lasciava<br />
nella letteratura un vuoto che nessun altro<br />
scrittore cattolico ha saputo colmare.<br />
Egli è rimasto dunque senza eredi. I<br />
riconoscimenti, in patria e fuori, non gli<br />
sono certo mancati; c'è da chiedersi però<br />
se il suo lungo esilio abbia avuto finalmente<br />
termine. Il suo mondo è troppo<br />
tragico, troppo avvolto di tenebre<br />
perché vi si possa inoltrare, senza timore<br />
di perdersi, un lettore che non abbia<br />
un cuore forte e acceso dalla Fede.<br />
L'OSSERVATORE ROMANO Lunedì-Martedì 8-9 Gennaio 2001<br />
Le Nain, de Champaigne, Le Sueur, Poussin, Vouet, de La Tour: capolavori del '600 in mostra all'Académie de France<br />
Un emozionante viaggio nella pittura del Grand Siècle<br />
alla ricerca del «Deus absconditus» caro a Pascal<br />
M. ANTONIETTA DE ANGELIS<br />
Finalmente una grande mostra romana<br />
per un grande tema sacro, il «Dio<br />
nascosto». Presso l'Académie de France<br />
di Villa Medici, curata da Olivier Bonfait<br />
e Neil MacGregor, l'esposizione che<br />
prende il titolo di Il Dio nascosto (da<br />
una celebre espressione che Blaise<br />
Pascal prese a prestito dal profeta<br />
Isaia) si compone di sessanta dipinti<br />
del Seicento francese, quasi tutti assolutamente<br />
inediti per l'Italia (fino al 28<br />
gennaio). Si tratta di opere dei massimi<br />
pittori del Grand Siècle, dai fratelli Le<br />
Nain a Philippe de Champaigne, da Eustache<br />
Le Sueur a Laurent de la Hyre,<br />
da Nicolas Poussin a Simon Vouet; con<br />
la presenza, assolutamente eccezionale,<br />
di due opere di Georges de La Tour. Sono<br />
state prestate dai più importanti<br />
musei francesi e da grandi istituzioni<br />
maggiori, di dipinti di grande impatto e<br />
fascino visivo, proprio grazie alla perfetta<br />
bellezza, alla nobiltà delle forme e<br />
all'audace scelta dei colori, in cui tuttavia<br />
traspaiono le riflessioni teoretiche<br />
di una scuola di pensiero religioso che<br />
pone il dato intimo della fede al primo<br />
posto. Da ciò sembra derivare la predilezione<br />
nel cercare di definire Dio e la<br />
sua opera quale elemento «segreto», il<br />
Deus absconditus appunto.<br />
Cito dal saggio introduttivo al catalogo<br />
di J.-R. Armogathe: «Dopo la grande<br />
crisi della Riforma protestante del XVI<br />
secolo e lo sconfinato movimento di “riforme”<br />
intrapreso da parte cattolica<br />
non è sorprendente constatare l'importanza<br />
sociale della religione... La Chiesa<br />
Cattolica conosce allora un rinnovamento<br />
profondo... La messa in opera<br />
del programma tridentino rinforza l'in-<br />
nascosto, il Dio d'Israele, il Salvatore”»<br />
(da Il Dio nascosto, i grandi maestri<br />
francesi del Seicento e l'immagine di<br />
Dio, catalogo, Roma 2000, pp. 17-18).<br />
Ad illustrazione di questo testo, che<br />
per chiarezza ho preferito citare quasi<br />
per intero, si trovano un dipinto di<br />
Poussin, Sacra famiglia della scala e la<br />
sua relativa traduzione a stampa di<br />
Claudine Buzonnet Stella in cui appare<br />
l'epigrafe «Vere tu es Deus absconditus»,<br />
che ne delucida il senso teologico<br />
sottinteso. Questa religiosità, così divinamente<br />
e umanamente intima, segreta<br />
nei suoi misteri e nel suo agire terreno<br />
e che richiede altrettanta discrezione ai<br />
suoi praticanti, troverà nel terreno della<br />
pittura accenti e soluzioni di profondo<br />
fascino e bellezza.<br />
La sobria perfezione delle sue strutturazioni<br />
formali nasce senza dubbio<br />
Recenti incisioni hanno riproposto all'ascolto pagine di Giorgio Federico Ghedini e di Carlo Galante<br />
Nuove vie esplorate dalla musica sacra nel XX secolo<br />
ANTONIO BRAGA<br />
Philippe<br />
de Champaigne<br />
«La Maddalena<br />
al deserto» (1657)<br />
Andando a ritroso nel XX secolo, si scopre che la<br />
musica sacra, al contrario di quella che è opinione comune,<br />
non ha soltanto avuto una sua produzione eccellente,<br />
ma ha aperto le vie ad una nuova visione della<br />
sacralità nell'ambito dell'arte dei suoni.<br />
Tra i musicisti «eccellenti» su questa strada, possiamo<br />
metterne uno abbastanza «laico» da esserne un poco<br />
stupiti: Giorgio Federico Ghedini, nato a Cuneo nel<br />
1892 e morto a Genova nel 1965. Di questo sottovalutato<br />
compositore, nel panorama della prima metà del<br />
XX secolo, emergono ora, grazie ad una provvida registrazione,<br />
dei brani sacri sconosciuti ai più, e di grande<br />
attrattiva. Sappiamo che questa produzione avvenne<br />
maggiormente tra le due guerre, iniziando però con<br />
una immatura Ave Maria, su testo di Giovanni Giacomo<br />
Alliora, scritta nel 1905.<br />
Fu grazie all'amicizia con Romualdo Giani, grande<br />
figura di critico letterario e musicale, che spesso fu in<br />
conflitto d'idee con Benedetto Croce, che Ghedini apprese<br />
molte cose, relative all'arte ed alla letteratura.<br />
Scoprì con lui la grande pittura medievale, e il genio di<br />
Jacopone da Todi. Da questi subì il fascino del divino<br />
sull'uomo, e cominciò a porre in musica «Il pianto della<br />
Madonna presso la Croce», testo fondamentale per<br />
lo sviluppo dalla lauda dialogica alla Sacra Rappresentazione.<br />
Ne completò la partitura nel 1921, come appare<br />
dalla dedica dello spartito per canto e piano offerto<br />
al Giani. L'esecuzione avvenne presso il teatro Regio di<br />
Torino nel 1924. Tra gli entusiasti di quel brano, vi fu<br />
il difficile Pizzetti; ma si espressero con lode anche Gui<br />
e Della Corte. In un suo diario, il musicista annotò<br />
queste sue idee: «La Madonna è la vera Madre dei do-<br />
Philippe<br />
de Champaigne<br />
«Il sonno di Elia»<br />
(1656)<br />
Eustache Le Sueur<br />
«Presentazione al Tempio» (1652)<br />
europee, come la National Gallery di<br />
Londra, L'Ashmolean Museum di<br />
Oxford, la National Gallery of Ireland e<br />
l'Ermitage di San Pietroburgo.<br />
La mostra, corredata da un catalogo<br />
indispensabile per ben comprenderla,<br />
offre una splendida panoramica di quel<br />
particolarissimo genere di pittura religiosa<br />
che in Francia fu stimolata, durante<br />
il secolo XVII, dalla scuola di<br />
pensiero di Port Royal, dalle riflessioni<br />
filosofiche e teologiche di Pascal e Pierre<br />
de Bérulle e dal centro degli Oratoriani,<br />
dando vita ad uno stile di pittura<br />
sacra che ammanta le severe strutture<br />
classiciste della composizione con la veste<br />
di soffici colori, di raffinata ed elegante<br />
sobrietà.<br />
Si tratta, nella risultanza degli esiti<br />
Nicolas<br />
Poussin<br />
«Adorazione<br />
dei pastori»<br />
(1655 ca)<br />
quadramento dei fedeli e ridà i<br />
suoi favori al clero diocesano.<br />
Queste misure esteriori si accompagnano<br />
ad una esaltazione<br />
dei valori interiori, attivati dalle<br />
manifestazioni di devozione.<br />
L'importanza della letteratura<br />
pietistica attesta questo sforzo<br />
per impregnare lo spirito dei fedeli,<br />
proponendo dei modelli di<br />
santità in tutte le condizioni sociali...<br />
Si constata lo sviluppo di<br />
una attenzione particolare alla<br />
seconda Persona della Trinità...<br />
Questo “cristocentrismo” appare<br />
spesso come caratteristica delle<br />
correnti cristallizzate dalla dottrina<br />
dell'oratoriano Pierre de Bérulle.<br />
A partire dal 1611-1615,<br />
nelle sue Conférences, quest'ultimo<br />
aveva messo l'accento sull'Incarnazione<br />
e sull'infanzia di Gesù;<br />
la sua ultima opera, la Vie<br />
de Jésus, è una meditazione sui<br />
nove mesi di gravidanza di Maria<br />
e sulla vita nascosta di Gesù nel<br />
seno di sua madre. La vita na-<br />
scosta sono anche, ben inteso, i<br />
trent'anni di Nazareth, anni di lavoro<br />
oscuro, nella condizione del laicato:<br />
“Poiché una gran parte della sua vita è<br />
stata accompagnata da questo stato<br />
sconosciuto, si deve certo a questo stato<br />
una grazia immensa e di natura tale<br />
che essa penetra le anime di quelli che<br />
nel mondo conservano questa<br />
condizione di vita” ...È in questo contesto<br />
della “vita nascosta”, di questo “stato<br />
sconosciuto” che bisogna situare l'espressione<br />
“Dio nascosto”.<br />
Nei Pensieri di Pascal si ritrova in effetti<br />
a quattro riprese la versione latina<br />
dell'espressione: Deus absconditus, vere<br />
tu es Deus absconditus, rimandando<br />
alle Scritture, cioè al “Secondo Isaia” (Is<br />
45, 15), un versetto che la Bibbia di Sacy<br />
traduce: “Voi siete veramente il Dio<br />
lori umani, ed io così la dipinsi, mentre tenni Cristo in<br />
una atmosfera più fredda, quasi astrale».<br />
Il concetto da lui espresso fu ribadito da successive<br />
pagine. Nel 1926 scrisse «Dì, Maria dolce... », su testo<br />
di Giovanni Dominici, un poeta vissuto tra il 1356 ed il<br />
1420. Qui la tonalità arcaica si posa su un movimento<br />
di ninna-nanna, con il discreto apporto del pianoforte.<br />
Dopo solo un mese tornò a Jacopone: il «Canto d'amore»<br />
fu un momento di scrupolosa introspezione del<br />
compositore, che l'annotava sul suo diario.<br />
Nell'anno successivo compose «Dimmi, dolce Maria...<br />
», una lauda spirituale che s'ispira alla liturgia.<br />
Con i «Quattro duetti su testi sacri», del '30, pubblicati<br />
nel '48, immagina una melopea — sul «Cantico dei<br />
Cantici» — senza accompagnamento, di struggente spiritualità.<br />
Queste straordinarie pagine dell'autore del «Concerto<br />
dell'albatro», lo pongono in una diversa dimensione<br />
estetica, e c'inducono a sperare in altre registrazioni di<br />
questo compositore d'alto profilo (Giorgio Federico<br />
Ghedini, Musica Sacra — Sacred Music — Duo Alterno,<br />
Tiziana Scandaletti, soprano, Riccardo Piacentini,<br />
piano; Laura Antonaz, soprano, Paolo Servidei, baritono<br />
— Icarus Nuova Era 7354).<br />
* * *<br />
Nato a Trento nel 1959, Carlo Galante è parte attiva<br />
del gruppo dei «neoromantici» che da un ventennio<br />
circa si è staccato, con Ferrero, Tutino, Betta, Sollima,<br />
Pedini, Boccadoro, ed altri successivi, dalla «avanguardia»<br />
dei Nono, Donatoni, Berio, Sciarrino, ecc.<br />
Galante ha rinnovato il linguaggio armonico con accorgimenti<br />
venuti fuori a piccoli passi, ma verso una<br />
direzione precisa. Co-autore della «Messa per le vittime<br />
della mafia» che fu data alla cattedrale di Palermo, per<br />
Georges<br />
de La Tour<br />
«La Maddalena<br />
penitente»<br />
(1640)<br />
Georges de La Tour<br />
«Il sogno di san Giuseppe» (1640)<br />
dal classicismo pittorico italiano e soprattutto<br />
romano (Raffaello), ben noto<br />
in Francia attraverso i viaggi di alcuni<br />
artisti, come Poussin, Vouet o Mellan,<br />
e le stampe.<br />
D'altro canto la grandeur tipica del<br />
classicismo (gli ampi paesaggi, gli edifici<br />
maestosi) è messa a servizio di un<br />
messaggio per quanto possibile severo e<br />
spoglio di orpelli. Soltanto nella tenerezza<br />
dei colori pastello, nell'uso raffinato<br />
del cangiante, nella scelta di morbide<br />
luci avvertiamo la poetica di una<br />
sensibilità che volge al sentimentale.<br />
Esemplare risulta un dipinto di Philippe<br />
de Champaigne , Il sogno di Elia<br />
(Le Mans, Musée de Tessé), realizzato<br />
verso il 1656 per il refettorio del convento<br />
di Val-de-Grâce, luogo di ritiro di<br />
questo Giubileo ha presentato in agosto 2000 a Roma,<br />
al Campidoglio, una parte della «Missa Solemnis Resurrectionis».<br />
Ancora per il Giubileo, la Cattedrale di<br />
Piacenza, con l'afflusso di oltre mille ascoltatori, ha<br />
plaudito a «Yobel», Cantata Sacra «In Millennio Adveniente»,<br />
per attore, baritono, coro e orchestra, sul testo<br />
compilato da varie fonti da Claudio Saltarelli. Qui<br />
la maturazione del compositore è ormai un dato di fatto,<br />
e si può affermare che questi si pone tra i maggiori<br />
italiani della sua generazione.<br />
Del resto, le continue esecuzioni lo pongono in questa<br />
posizione: Nel solo anno 2000, ha visto eseguire,<br />
dopo la «Missa Resurrectionis», l'opera «Ghost Café»<br />
al «Festival delle Novità» presso il Teatro Donizetti di<br />
Bergamo; la ripresa dell'opera, scritta in collaborazione<br />
con la poetessa Gabriella Fantato, «Messer Lievesogno<br />
e la porta chiusa» al «Teatro Nuovo» della Fondazione<br />
Arena di Verona, e al Teatro Sociale di Trento.<br />
Poi è stato presentato a Bolzano il brano «Rituali terrestri,<br />
danze concertanti» con l'Orchestra Haydn. Tra<br />
breve vedrà eseguire a Straburgo il suo nuovo brano<br />
«Nostra Signora degli Insonni»,sutestidicinquepoeti.<br />
Di questo autore, esce ora un gruppo di due cd assai<br />
stimolante, intitolato «Enigma - La Musica dei Tarocchi»,<br />
su versi della Fantato, per voce recitante (Sonia<br />
Grandis) e soprano (Susanna Rigacci), accompagnati<br />
dall'«Ensemble Sonata Islands» diretto da Giovanni<br />
Mazza. Scritti in origine per un programma televisivo,<br />
questi «tarocchi» vengono scelti dal pubblico<br />
uno per volta, per ascoltarne l'arcana profezia. Con<br />
una strumentazione cristallina, che vede il primo piano<br />
arpa e celesta, i ventidue tarocchi vengono presentati<br />
con armonie accattivanti in rinnovata disposizione.<br />
(Carlo Galante — Enigma, la musica dei Tarocchi,<br />
poesie di Gabriella Fantato — RUS 555104.2).<br />
Nicolas<br />
Poussin<br />
«Sacra<br />
Famiglia<br />
alla<br />
scala»<br />
(1650 ca)<br />
Anna d'Austria. Il cibo miracoloso che<br />
l'angelo reca ad Elia (la brocca e il pane<br />
sulla destra), rammenta il cibo celeste<br />
dell'Eucaristia e insieme la refezione<br />
quotidiana dei religiosi. Sullo sfondo<br />
magnifico di colline e alberi un angelo<br />
tocca dolcemente il capo di Elia addormentato<br />
e gli addita il cielo da cui è venuto<br />
il soccorso. Tutta la composizione<br />
è molto essenziale, tranne le vesti dei<br />
due personaggi, suntuose nei colori rosa,<br />
violetto e grigio perla che ci trasportano<br />
nel più puro godimento degli occhi;<br />
esempio superbo di come austere e<br />
profonde verità di fede possano ammantarsi<br />
di forme seducenti.<br />
Philippe de Champaigne fu il pittore<br />
di Maria de' Medici, protetto da Richelieu<br />
e lavorò per numerosi conventi e<br />
chiese di Parigi, divenendo una figura<br />
fondamentale della pittura francese del<br />
Seicento. Fu uno dei pittori più<br />
religiosi dei suoi tempi, legato in<br />
maniera personale al convento di<br />
Port Royal dove erano entrate le<br />
sue figlie; di questi avvenimenti<br />
sono traccia toccante due dipinti,<br />
esposti a Villa Medici, regalati<br />
dall'artista a sua figlia al momento<br />
di prendere il velo: San<br />
Giovanni Battista (Musée de Grenoble)<br />
e la Maddalena, oggi a<br />
Rennes, Musée des Beaux-Arts,<br />
due santi che dovevano certamente<br />
ricordarle, con squisito affetto<br />
paterno, le difficili, ma non<br />
impossibili, strade della fede.<br />
La mostra si struttura attraverso<br />
una serie di dieci temi che, attraverso<br />
i punti salienti delle devozionalità<br />
sviluppatesi nella<br />
Francia del Seicento, ne enucleano<br />
la sottile presenza del Dio nascosto,<br />
costituendo anche per il<br />
visitatore un «viaggio» quanto<br />
mai emozionante e di crescente<br />
intensità; si inizia con «Dio nascosto<br />
nelle figure della Bibbia»,<br />
per passare alla «Incarnazione o<br />
Cristo bambino», «Vita terrena di Cristo»,<br />
«Lamentazioni su Cristo morto»,<br />
«La Veronica o il sacro Volto» (in cui è<br />
esposta la straordinaria stampa realizzata<br />
con un solo tratto da Claude Mellan),<br />
«Eucaristia: il segno della presenza<br />
divina», «Port Royal», «Vanità»,<br />
«Amante penitente di un Dio nascosto:<br />
la Maddalena», per concludere con «Vedere<br />
Dio».<br />
Nell'economia della mostra, possiamo<br />
prendere a paradigma assoluto delle<br />
infinite valenze della rivelazione segreta<br />
di Dio, da un lato le due tele di<br />
Georges de La Tour e dall'altro un dipinto<br />
ancora di Philippe de Champaigne,<br />
La visione di santa Giuliana. Quest'ultimo<br />
è un piccolissimo quadro, certamente<br />
per una devozione privata,<br />
realizzato con una straordinaria economia<br />
di effetti che puntano genialmente<br />
al massimo del misticismo.<br />
La santa, nel cuore della notte (evocata<br />
con forza magnetica dal disco della<br />
luna nel quadro della finestra) è immersa<br />
nella completa visione del Crocifisso,<br />
che invece a noi spettatori è appena<br />
mostrato dallo scarto della tenda<br />
che fa corona alla lucerna del Santissimo<br />
Sacramento sospesa sopra l'altare.<br />
L'intimo colloquio con Dio, nel silenzio,<br />
si fa qui pura contemplazione grazie<br />
anche alla perfetta geometrizzazione<br />
dei pochi elementi (l'altare, le pieghe<br />
della tovaglia, la pedana, la finestra) e<br />
soltanto per uno spiraglio della tenda<br />
noi possiamo osservare l'oggetto della<br />
contemplazione della santa, di cui ella<br />
ha piena rivelazione, per miracolo di<br />
fede, ma anche dell'arte.<br />
Da questa poesia di tangenziale rivelazione<br />
del divino nel mistero notturno<br />
passiamo con de La Tour alla rivelazione<br />
metafisica attraverso la pura illuminazione<br />
nella notte che non è soltanto<br />
fenomeno atmosferico, ma condizione<br />
dell'anima o stato dell'esistenza. Questo<br />
sembrano suggerirci le tante pitture<br />
«in notturno» che Georges de La Tour<br />
prediligeva come un tema ricorrente:<br />
nottiilluminate per i personaggi da una<br />
sola candela o una torcia. Al di là del<br />
prestitofiammingoo del debito caravaggesco,<br />
le «notti» di de La Tour sono soprattutto<br />
condizioni spirituali in cui la<br />
fiamma della candela, compenetrando<br />
le carni, illumina lo spirito e la verità<br />
della visione. I due esempi superbi del<br />
Sogno di San Giuseppe (Nantes, Musée<br />
des Beaux-Arts) e della Maddalena dalla<br />
candela (Los Angeles County Museum)<br />
sono rivelazioni della verità divina nel<br />
mistero della luce che sfiora i contorni<br />
con la purezza di una icona.