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PAGINA<br />
11 .<br />
L'OSSERVATORE ROMANO Giovedì 4 Gennaio 2001<br />
«Come annunciare la vocazione all'amore<br />
verginale nella pastorale vocazionale»<br />
è il tema del convegno promosso dal<br />
Centro Nazionale Vocazioni (CNV) in corso<br />
alla «Domus Mariae» di Roma, dal 3 al<br />
5 gennaio. Mercoledì 3 i lavori sono cominciati<br />
con la preghiera presieduta dall'Arcivescovo<br />
di Taranto, Mons. Benigno<br />
Papa, Presidente del CNV. Hanno fatto seguito<br />
gli interventi di don Luca Bonari, direttore<br />
del CNV, e del vicedirettore, don<br />
Antonio Ladisa. Quindi don Carlo Rocchet-<br />
A Roma il convegno del Centro Nazionale Vocazioni<br />
ta, docente di teologia alla Lateranense,<br />
ha tenuto la relazione su: «La vocazione<br />
all'amore». Alle 18.45 il Cardinale Camillo<br />
Ruini presiederà la Santa Messa.<br />
Giovedì 4, alle ore 7.30, la Celebrazione<br />
Eucaristica sarà presieduta dall'Arcivescovo<br />
di Pisa, Mons. Alessandro Plotti, che<br />
terrà una relazione su: «L'annuncio della<br />
vocazione all'amore verginale nella vita<br />
della comunità cristiana e il contributo del<br />
Il Cardinale Angelo Sodano, Segretario di Stato<br />
ha benedetto la nuova sede<br />
del Pontificio Ateneo «Regina Apostolorum»<br />
ARTURO GUTIÉRREZ GÓMEZ<br />
Il Cardinale Angelo Sodano, Segretario<br />
di Stato della Santa Sede, ha benedetto,<br />
domenica 31 dicembre, la nuova<br />
sede del Pontificio Ateneo «Regina Apostolorum»,<br />
in via degli Aldobrandeschi a<br />
Roma. Alla cerimonia era presente Padre<br />
Marcial Maciel, Gran Cancelliere<br />
dell'Ateneo e fondatore dei Legionari di<br />
Cristo, che ha rivolto al Cardinale Segretario<br />
di Stato parole di profonda stima<br />
e di ringraziamento per il sostegno<br />
offerto al Pontificio Ateneo nel corso di<br />
questi anni. Erano presenti, tra gli altri,<br />
il Rettore Magnifico, Padre Paolo Scarafoni,<br />
e il Rettore del Centro studi superiori,<br />
Padre Alvaro Corcuera.<br />
«Non è possibile esprimere con parole<br />
adeguate l'immensità della nostra gratitudine<br />
— ha detto Padre Marcial Maciel<br />
—. Ma noi vorremmo che l'Università<br />
Pontificia “Regina Apostolorum” fosse<br />
considerata a pieno diritto un'opera sua,<br />
e che nella memoria e nella storia restasse<br />
sempre legata alla sua persona. Il<br />
percorso per arrivare alla costruzione<br />
dell'Ateneo è stato pieno di difficoltà.<br />
Non posso dimenticare che è stato proprio<br />
lei, Eminenza, ad aver reso possibile<br />
il raggiungimento del traguardo che<br />
ci eravamo posti, per assecondare il desiderio<br />
espresso dal Santo Padre di stabilire<br />
a Roma un nuovo centro universitario<br />
per gli studi ecclesiastici, diretto<br />
dalla Congregazione dei Legionari di<br />
Cristo. Lei, Eminenza, con saggezza e<br />
prudente determinazione, è potuto intervenire<br />
al momento giusto per superare<br />
gli ostacoli che si ponevano sul nostro<br />
cammino. I suoi gesti ci hanno manifestato<br />
la sua paterna benevolenza, la sua<br />
magnanimità nel proteggere e nell'appoggiare,<br />
seguendo l'esempio del Santo<br />
Padre, tutti i progetti che sorgono nella<br />
Chiesa come frutto dell'ispirazione dello<br />
Spirito Santo, che non smette di soffiare<br />
e di far crescere nuove opere per affrontare<br />
le sfide del Terzo Millennio».<br />
Dopo le parole di Padre Maciel, il<br />
Cardinale Angelo Sodano ha pronunciato<br />
il suo discorso, rivolgendosi alla comunità<br />
accademica del Pontificio Ateneo<br />
«Regina Apostolorum». «Le nostre<br />
comunità di studio sparse per il mondo<br />
— ha detto il Segretario di Stato — sono<br />
chiamate a diventare un luogo privilegiato<br />
di formazione, prima di tutto alla<br />
santità della vita, per essere il sale della<br />
terra, e poi all'apprendimento della dottrina<br />
cristiana, per essere luce del mondo.<br />
Fari luminosi per quella gioventù<br />
che anche oggi cerca Cristo ed ha bisogno<br />
di Lui. Questo è pure l'augurio che<br />
mi sale spontaneo dal cuore, nell'ora solenne<br />
della benedizione di questo grandioso<br />
Ateneo dei Legionari di Cristo:<br />
l'augurio che esso sia una sorgente di<br />
luce per tutti coloro che vi verranno,<br />
desiderosi di conoscere a fondo il Van-<br />
Una «guida» per il pellegrino del Terzo Millennio a cura di Carlo Alberto Lotti<br />
Il santuario di Santa Maria del Monte sopra Varese<br />
«Santa Maria del Monte sopra Varese.<br />
Il monte sacro Olona e il Sacro<br />
Monte del Rosario» è il titolo del volume<br />
di Carlo Alberto Lotti, edito a cura<br />
del Santuario (pagine 288). Pubblichiamo<br />
alcuni passi della «Presentazione»<br />
al volume di Silvano Colombo.<br />
Il libro è un'avventura per due: per<br />
chi lo scrive e per chi lo legge. Chi lo<br />
scrive, ricapitola la propria esistenza<br />
cercando di venirne fuori con un disegno<br />
incisivo e sintetico, anche se problematico;<br />
chi lo legge, si fa portare per<br />
strada dall'autore, senza poter dialogare<br />
e controbattere, accettandone vie dritte,<br />
scorciatoie, divagazioni, prendendo per<br />
assoluto ciò che gli si dice.<br />
Chi ha scritto questo libro è Carlo Alberto<br />
Lotti, che vi ha trasfuso tutta la<br />
sua particolare testimonianza di una vita<br />
vissuta nella vocazione del mestiere di<br />
ricercatore e di restauratore, e per di<br />
più innamorato e appassionato.<br />
Ricercatore contro corrente, come<br />
s'addice a un toscano che, trapiantato a<br />
Varese, studia la storia locale, indaga su<br />
monumenti affatto sconosciuti, compie<br />
e redige itinerari alla scoperta di siti e<br />
testimonianze accantonate da secoli,<br />
provoca l'attenzione del pubblico divulgando<br />
notizie e segnalando mete di studio<br />
importanti, scende in campo contro<br />
le burocrazie e si fa paladino di iniziative<br />
amplificate sui giornali, per scuotere<br />
il torpore degli indigeni, si fa editore, a<br />
proprie spese, con rischi e fastidi conseguenti.<br />
Tra tante imprese, ne ricordo una sola,<br />
bastante, però, ad assicurargli la nostra<br />
gratitudine: la scoperta del complesso<br />
di Torba che, dopo la segnalazione<br />
del Bognetti, era rimasto da parte perché<br />
troppo evidente il risalto di Castelseprio<br />
e di Santa Maria foris portas. Gli<br />
interventi sulla torre e la chiesa di Torba<br />
hanno portato in evidenza una storia<br />
tardo-romana ed alto-medioevale di altissimo<br />
rango ed il «bene culturale» è infine<br />
diventato pubblico perché alla lunga<br />
le istituzioni se ne sono appropriate,<br />
l'hanno ufficializzato, ed ora, proprietà<br />
gelo di Cristo. Questo è l'augurio che<br />
pongo nelle mani del vostro venerato e<br />
caro Padre fondatore Marcial Maciel, di<br />
Padre Paolo Scarafoni, di Padre Alvaro<br />
Corcuera e di tutti i professori. Vorrei<br />
aggiungere anche un secondo augurio:<br />
che questo centro di studi formi una comunità<br />
apostolica, unita con gli stessi<br />
santi ideali che animarono gli Apostoli<br />
nel Cenacolo di Gerusalemme, insieme a<br />
Maria, Regina degli Apostoli, alla quale<br />
è stata dedicata questa università. Che<br />
del F.A.I., viene goduto da tutti gli intelligenti<br />
della storia e dell'arte.<br />
Una presenza ed una testimonianza<br />
scomode, dunque, se inquadrate nell'ambiente<br />
provinciale o cittadino di provincia,<br />
che lascia andare le cose secondo<br />
il detto di non agitare quanto si è<br />
abituati a vedere e considerare fermo.<br />
Una provocazione salutare, perché talune<br />
battaglie degli anni Sessanta e Settanta<br />
ora sono diventate di ordinaria<br />
amministrazione, si sono rese familiari<br />
ma soltanto perché da una parte c'è stato<br />
un Lotti che, per non venir meno al<br />
suo cognome, non si è mai tirato indietro:<br />
dall'altra perché un ricambio di generazioni,<br />
di insegnanti, di studenti ha<br />
finalmente preteso che i valori della cultura<br />
venissero considerati come basilari<br />
e non degli accessori del solo guadagno.<br />
Nella vita, tuttavia, non si va avanti da<br />
soli anche se si è sulla strada giusta. Arriva,<br />
a volte provvidenzialmente, chi risolve<br />
d'un botto i problemi e lo fa con<br />
prestigiosa autorità. Mons. Pasquale<br />
Macchi, appena nominato Arciprete di<br />
Santa Maria del Monte, prendendo<br />
spunto da un intervento del Rotary Club<br />
di Varese rivolto al restauro delle sculture<br />
nella Prima Cappella del Sacro Monte<br />
(1980), progetta il restauro complessivo<br />
e globale della Fabbrica del Rosario, lo<br />
avvia e lo porta a termine in tempi stretti<br />
ed affida al Lotti l'impresa delle Cappelle.<br />
Qui si annoda e da qui si dipana la testimonianza<br />
di vita che il libro compendia.<br />
Chi lo leggerà dovrà farsi guidare da<br />
uno che è innamorato del suo mestiere,<br />
che è poco incline ad ammettere di aver<br />
preso strade impervie quando ve n'erano<br />
di più dirette, che eccita emozioni e<br />
va verso divagazioni erudite, che segue<br />
di par suo una via per comunicare dettata<br />
specialmente dal suo parlare, irruente,<br />
a strappi, provocatorio come il<br />
suo modo di fare, che viene sì controllato<br />
nel passare sulla pagina ma perde<br />
quel nerbo nel dire che si avverte e si<br />
scusa, nel leggere e nel rileggere si rileva<br />
o fa distrarre.<br />
la Madre del Signore vi introduca ogni<br />
giorno di più a conoscere Cristo e il suo<br />
Vangelo di Vita. Che faccia sempre più<br />
scoprire agli alunni la bellezza e la grandezza<br />
della vocazione cristiana».<br />
Al termine della cerimonia è stata<br />
esposta una lapide, come segno di ringraziamento<br />
nei confronti del Cardinale<br />
Sodano e in ricordo di questa giornata<br />
così importante per la comunità accademica<br />
dell'Università.<br />
Il Pontificio Ateneo «Regina Apostolo-<br />
Vero è che il libro è pensato come<br />
«Guida per il pellegrino del terzo millennio»<br />
anche se della Guida non ha le<br />
usuali doti di maneggevolezza e di concisione,<br />
proponendosi piuttosto come un<br />
libro da tavolo.<br />
(...)<br />
Lotti ha studiato il monte Olona, proponendo<br />
in un sottotitolo inatteso una<br />
puntualissima ragione d'ordine topografico<br />
e storico, provocando e richiamando<br />
l'attenzione su quanta altra storia vi<br />
sia costruita lassù prima di quella magistralmente<br />
scritta nell'età sforzesca e<br />
spagnola.<br />
Così avvertendo ed indagando nel vissuto<br />
del Borgo di Santa Maria, Lotti si è<br />
reso testardo e fortunato scopritore di<br />
monumenti nascosti di rilevantissimo<br />
prestigio ed intelligente indagatore delle<br />
loro vicende costruttive.<br />
Ne indico soltanto alcuni per lasciare<br />
a chi leggerà il piacere di trovarne altri<br />
da mettere all'indice.<br />
La scoperta dell'esistenza della facciata<br />
romanica della Chiesa della Madonna,<br />
poi sopralzata, nel tardo Quattrocento,<br />
per allestire la Chiesa delle Madonne,<br />
cioè delle Romite, grazie alla quale<br />
ci si è resi conto che l'edificio romanico<br />
è stato conservato quasi per intero nell'attuale<br />
Santuario, dettando in tal modo<br />
l'evidenza di una iconografia della quale<br />
si supponeva tutt'altro impianto e risalto.<br />
La ricostruzione, persuasiva delle vicende<br />
edilizie di ampliamento della chiesa<br />
romanica fino all'impianto di quella<br />
riservata alle Romite e dagli annessi ambienti<br />
del Monastero che si annidava<br />
contro il monte per ospitare sempre più<br />
crescente numero di testimonianze di fede<br />
e preghiera.<br />
L'altra, felicissima, della chiesa di san<br />
Bernardo, fatta erigere da Barnabò Visconti,<br />
il cui titolo ed i cui titolari emergevano<br />
soltanto dai documenti senza<br />
avere un recapito tra le case del borgo,<br />
cui si accompagna quella non da meno<br />
importante della «chiesa incompiuta»,<br />
compresa nella squadrata mole dell'ex-<br />
Albergo Camponovo.<br />
rum», diretto dai Legionari di Cristo, è<br />
giunto al suo ottavo anno di vita. Quest'anno<br />
è stata aperta la sua nuova sede,<br />
che potrà contenere fino a quattromila<br />
studenti ed è dotata di tutte le strutture<br />
e le innovazioni tecniche per una formazione<br />
adeguata alle necessità della Chiesa.<br />
Fra queste, il centro di teleconferenza<br />
(«aula virtuale»), che permette ai professori<br />
di impartire lezioni a studenti in<br />
sede e allo stesso tempo di collegarsi<br />
con tanti altri centri accademici in diverse<br />
parti del mondo.<br />
Attualmente l'Ateneo ha due Facoltà,<br />
Filosofia e Teologia, alle quali si sono<br />
aggiunte, nel corso degli anni, anche altre<br />
iniziative accademiche, come il biennio<br />
di Bioetica, creato per rispondere all'invito<br />
del Santo Padre a promuovere<br />
un'autentica cultura della vita, e il Centro<br />
per formatori nei seminari, che organizza<br />
corsi estivi per la formazione e<br />
l'aggiornamento degli educatori nei seminari<br />
diocesani.<br />
Inoltre, quest'anno è stato aperto l'Istituto<br />
Superiore di Scienze Religiose,<br />
che ha lo scopo di preparare gli insegnanti<br />
di religione.<br />
Esiste anche un centro affiliato negli<br />
Stati Uniti d'America, «Our Lady of<br />
Thornwood», con una Facoltà di Filosofia.<br />
Infine, è giunta al suo quarto anno di<br />
vita la rivista «Alpha Omega», che raccoglie<br />
la ricerca scientifica dei docenti<br />
delle varie Facoltà.<br />
Il risalto che ha nella ricerca la costruzione<br />
della storia del Borgo mette<br />
quasi in secondario rango la Fabbrica<br />
del S.o Rosario che per i più è la calamita<br />
del monte sopra Varese. Essa è invece<br />
ben complementare di una storia<br />
che nasceva da lassù e che Lotti inquadra<br />
a partire da più lontane radici per<br />
una testimonianza sulla origine e sugli<br />
sviluppi dei Sacri Monti. Quando, infine,<br />
si tratta della vera e propria vicenda<br />
architettonico-figurativa delle Cappelle<br />
del Rosario, Lotti si avvantaggia ancor<br />
di più rispetto agli ordinari studiosi per<br />
aver messo mano e bisturi sulle sculture<br />
e sugli intonaci, ed averne indagato la<br />
nascita, la crescita, i diversi stadi di interventi<br />
«conservativi».<br />
Dallo studiato rapporto di lavoro consumato<br />
su quelle testimonianze sono<br />
emerse novità di rilievo che anche questa<br />
volta indico appena sommariamente<br />
per i motivi già sopra indicati.<br />
La riscoperta dello spazio affrescato<br />
nella Sesta Cappella, che per le pareti è<br />
opera di Bartolomeo Vandoni di Oleggio,<br />
e la rivelazione di un affresco di Isidoro<br />
Bianchi da Campione, nella Undicesima<br />
Cappella, con la rarissima iconografia<br />
della Visita del Cristo risorto alla<br />
Madre.<br />
Lo spazio ultimo, forse perché alla<br />
Guida vien meno il fiato, chiude sbrigativamente<br />
sugli interventi contemporanei,<br />
tra i quali spicca il monumento a<br />
Paolo VI, geniale e sofferta scultura di<br />
Floriano Bodini, fatta erigere sempre ad<br />
opera di Mons. Pasquale Macchi, altro<br />
promotore d'imprese di fede e di arte<br />
sul Monte di Santa Maria del Monte sopra<br />
Varese, sul Monte Sacro Olona, sul<br />
Sacro Monte della Fabbrica del Rosario,<br />
per dirle un po' tutte: imprese di uomini<br />
le cui vicende Lotti ha compreso nel libro<br />
della sua vita, spesa per una vocazione<br />
i cui frutti son qui da cogliere ed<br />
apprezzare perché buoni per far conoscere<br />
e gustare un patrimonio di storia<br />
salvaguardato nelle sue opere e nei suoi<br />
valori ed affidato per la sua conservazione<br />
all'amore e all'intelligenza di tutti<br />
noi.<br />
CDV». Silvana Manfredi, docente di Sacra<br />
Scrittura alla Facoltà teologica di Sicilia,<br />
parlerà su: «Parola di Dio e vocazione:<br />
come annunciare la vocazione all'amore<br />
verginale nella vita della comunità cristiana<br />
attraverso l'esperienza dei “grandi<br />
chiamati”». Dopo i lavori di gruppo, la Veglia<br />
sarà presieduta dall'Arcivescovo Giuseppe<br />
Pittau, Segretario della Congregazione<br />
per l'Educazione Cattolica.<br />
Venerdì 5, la Santa Messa sarà celebrata<br />
dall'Arcivescovo Zenon Grocholewski,<br />
Prefetto della Congregazione per l'Educazione<br />
Cattolica. Don Lorenzo Ghizzoni, vicedirettore<br />
del CNV, terrà una relazione<br />
sui gruppi di studio e le prospettive pastorali.<br />
Padre Amedeo Cencini, docente di<br />
psicologia applicata e pastorale vocazione<br />
presso la Pontificia Università Salesiana,<br />
parlerà su: «Le attenzioni pedagoghiche e<br />
metodologiche nell'annuncio della vocazione<br />
all'amore verginale».<br />
La chiusura dell'Anno Santo in Terra Santa presieduta<br />
dal Card. Etchegaray, Inviato Speciale del Papa<br />
Tutta Betlemme nel Giubileo<br />
e tutto il Giubileo a Betlemme<br />
nostro servizio<br />
GERUSALEMME, 3.<br />
Tutta Betlemme nel Giubileo e tutto<br />
il Giubileo a Betlemme: è in questa «visione<br />
inglobante e unificatrice» di Giovanni<br />
Paolo II che il Cardinale Roger<br />
Etchegaray colloca la sua missione nella<br />
città natale di Gesù, Inviato Speciale<br />
del Papa per la chiusura del Grande<br />
Giubileo in Terra Santa. Chiusura avvenuta<br />
ieri con una Celebrazione liturgica<br />
bellissima, ma priva di un elemento<br />
coinvolgente, la partecipazione dei<br />
fedeli locali e dei pellegrini, alcune centinaia<br />
i primi, pochissimi i secondi.<br />
L'improvviso blocco militare dei territori<br />
palestinesi, deciso in conseguenza di<br />
un attentato terroristico la sera precedente<br />
nel cuore della cittadina israeliana<br />
di Netanyha, ha evidenziato, ancor<br />
più che per Natale, la situazione di angoscia<br />
in cui Betlemme è caduta da tre<br />
mesi, da tanto dura l'intifada, senza la<br />
linfa di quell'afflusso di pellegrini che è<br />
una sua ragione di vita.<br />
Impossibile ieri alle automobili provenienti<br />
da Gerusalemme superare il<br />
severo blocco militare, le autorità israeliane<br />
hanno fatto un'eccezione per<br />
quelle del Cardinale accompagnato dall'Arcivescovo<br />
Pietro Sambi, Delegato<br />
Apostolico in Gerusalemme e Palestina<br />
e Nunzio in Israele; del Patriarca latino<br />
Michel Sabbah, di alcuni Vescovi, del<br />
Custode francescano, per le auto con<br />
targa diplomatica. All'ingresso di Betlemme<br />
hanno dovuto evitare il passaggio<br />
dalla tomba di Rachele, luogo di<br />
quasi quotidiani scontri; poco più<br />
avanti hanno avuto la scorta della polizia<br />
palestinese. I pochi religiosi stranieri<br />
e i giornalisti giunti da Gerusalemme<br />
hanno passato il valico a piedi e raggiunto<br />
in taxi la chiesa parrocchiale di<br />
Santa Caterina adiacente alla Basilica<br />
della Natività.<br />
Qui, davanti alla porta del convento<br />
dei Frati Minori, si sono svolti i riti di<br />
introduzione alla cerimonia di chiusura.<br />
Si è cantata l'antifona «Populus qui<br />
ambulabat in tenebris, vidit lucem magnam»,<br />
il Cardinale ha salutato i pochi<br />
fedeli e il Patriarca ha introdotto la Celebrazione<br />
dicendo che «in quest'anno<br />
giubilare giunto al termine abbiamo<br />
sperimentato la grazia e la misericordia<br />
del Padre. Docili allo Spirito abbiamo<br />
camminato al seguito di Cristo luce del<br />
mondo. Ora gli andiamo incontro nella<br />
casa di dio ove lo troveremo e lo riconosceremo<br />
nella sua Parola e nello<br />
spezzare il pane, nell'attesa che venga e<br />
si manifesti nella sua gloria». La processione<br />
si è snodata attraverso il chiostro<br />
di San Gerolamo, il turiferaio con<br />
il turibolo fumigante, il crocifero con la<br />
croce ornata a festa e accanto i ministranti<br />
con le candele accese, poi il diacono<br />
le braccia levate con il libro dei<br />
Vangeli e i concelebranti. «Venit Dominus<br />
rex noster» è stata l'antifona che<br />
ha accompagnato il Salmo 71 («Dio dà<br />
al re il tuo giudizio») e con questo canto<br />
è avvenuto l'ingresso nella chiesa.<br />
Dove la Liturgia della Parola è stata<br />
preceduta dal rito dell'aspersione con<br />
l'acqua benedetta al canto di un'altra<br />
celebre antifona: «Vidi aquam egredientem<br />
de templo». La liturgia, dice il Padre<br />
Enrique Cabrera Bermejo OFM che<br />
l'ha curata, è di massima quella suggerita<br />
alle Chiese particolari per la chiusura<br />
dell'anno giubilare ma con alcuni<br />
adattamenti, come l'inserimento di riferimenti<br />
espliciti a Betlemme e l'eliminazione<br />
di quelli per la festa dell'Epifania,<br />
giorno in cui era inizialmente prevista.<br />
Non c'è stata una Porta da chiudere,<br />
come l'anno scorso non ne era<br />
stata aperta alcuna (si era attraversata<br />
quella, ornata per l'occasione da due<br />
palme, che unisce il chiostro alla basilica).<br />
Si è cantato il Gloria — a Betlemme<br />
ha sempre una pertinenza e una significazione<br />
speciale — e al centro della<br />
Liturgia della Parola l'omelia.<br />
Il Cardinale Etchegaray ha aperto e<br />
chiuso l'omelia non solo con il pensiero<br />
al Santo Padre, qui pellegrino il 22<br />
marzo scorso, ma anche con alcune<br />
sue parole. All'inizio sono di riflessione<br />
sul mistero dell'Incarnazione: «Ci volgiamo<br />
verso un momento avvenuto<br />
Duemila anni fa ma in spirito abbracciamo<br />
tutti i tempi. Riuniti in un solo<br />
luogo, includiamo il mondo intero. Celebriamo<br />
un bambino qui appena nato,<br />
ma ci stringiamo a tutti gli uomini e a<br />
tutte le donne di ogni luogo. Proclamiamo<br />
con forza in ciascun posto e a ogni<br />
persona: Che la pace sia con voi, non<br />
abbiate timore di nulla».<br />
Un ringraziamento al Comitato di<br />
Gerusalemme per il Giubileo — il suo<br />
presidente, il Vescovo Kamal-Hanna<br />
Bathish, Vicario generale del Patriarca<br />
Sabbah, è tra i concelebrante — nell'apprezzamento<br />
fra l'altro delle iniziative<br />
ecumeniche locali, «tappe importanti<br />
sul cammino dell'unità visibile di<br />
tutte le Chiese». Quindi una frase —<br />
«Avreste desiderato una Terra Santa<br />
più pacificata per accogliere i pellegrini,<br />
e in primo luogo quelli di questa regione,<br />
che avete per missione di introdurre<br />
allo spirito e alla lettera del Vangelo»<br />
— ha introdotto la riflessione sull'attuale<br />
difficile situazione. Anche se il<br />
Cardinale vi aveva accennato all'inizio<br />
quando rivolto il saluto ai presenti ha<br />
pensato agli assenti, «a quanti avrebbero<br />
voluto essere qui con noi e non hanno<br />
potuto». Fra le autorità in prima fi-<br />
la il sindaco di Betlemme Hanna Nasser;<br />
il governatore della regione Mohd<br />
Rashed Jabari, in rappresentanza del<br />
Presidente Yasser Arafat (è in viaggio<br />
per gli Stati Uniti d'America); il ministro<br />
per il turismo e delle antichità Mitri<br />
Abu Aita; il deputato cristiano del<br />
distretto di Gerusalemme Emil Jarjoui,<br />
assistente di Arafat per le comunità cristiane.<br />
L'accenno al conflitto si è connesso<br />
con quello sull'assenza di pace che<br />
«non si decreta, non dipende soltanto<br />
da un processo diplomatico, ma discende<br />
dalla conversione degli spiriti e dei<br />
cuori, si fonda sulla rispettata dignità<br />
di ogni uomo, senza discriminazione e<br />
senza fastidi, fino alla libera circolazione<br />
sociale e professionale. Se la giustizia<br />
e la verità non sono eguali per tutti,<br />
non sono né giustizia né verità per alcuno».<br />
Ma un pensiero anche per il Sinodo<br />
delle Chiese cattoliche di Terra Santa,<br />
di tutti i riti — il primo dall'epoca degli<br />
Apostoli — conclusosi dopo cinque<br />
anni di preparazione e di cammino<br />
proprio in occasione dell'anno giubilare<br />
e un'esortazione a calarne le direttive<br />
nell'esperienza quotidiana perché «più<br />
la terra è arida, più ha bisogno del sole<br />
della riconciliazione e della speranza<br />
per essere fertilizzata».<br />
Riconciliazione e speranza sono la<br />
sostanza del forte messaggio che il Cardinale<br />
ha lasciato ai cristiani e non solo<br />
ad essi, a tutti quanti vivono in Terra<br />
Santa. Riconciliazione che alla luce<br />
delle sofferenze vissute, delle case distrutte,<br />
delle atrocità, degli incubi, «per<br />
essere vera e duratura, non può non<br />
misurarsi con la profondità del male e<br />
con il prezzo del perdono. Proprio qui<br />
la riconciliazione è senza misura e senza<br />
prezzo. Dio solo può aiutare a riconciliarsi.<br />
La pace non può essere che il<br />
prodotto della giustizia, ma la giustizia<br />
non può essere colmata che dall'amore<br />
misericordioso di cui Dio ha il segreto,<br />
un segreto che peraltro ciascuno di noi<br />
conosce per propria esperienza».<br />
E la speranza, oggi «messa a dura<br />
prova, sino a quella della paura, la più<br />
pericolosa perché la paura abbrutisce<br />
l'uomo... Ma dinanzi alla disperazione<br />
dai mille volti e dalle mille maschere,<br />
occorre, da buoni figli di Abramo, “sperare<br />
contro ogni speranza”. E se c'è un<br />
posto in cui uno stato di speranza dev'essere<br />
decretato, questo è senz'altro<br />
Betlemme». E poi questa dolce esortazione:<br />
«Siate la speranza di coloro che<br />
hanno perso il gusto della vita, il gusto<br />
del vivere insieme. Siate la speranza<br />
dei numerosissimi profughi». Sono parecchi<br />
i campi attorno a Betlemme, in<br />
quello di Deheishe si recò in visita il<br />
Papa. Certo, ha aggiunto il Cardinale,<br />
«il Vangelo non viene ad anestetizzare<br />
le vostre sofferenze, le vostre angosce,<br />
nemmeno riconcilia magicamente i popoli;<br />
ma offre nel mistero di Dio fatto<br />
uomo a Betlemme una ricchezza inesauribile<br />
di speranze a quanti sono tentati<br />
di disperare persino di se stessi».<br />
Ha lasciato infine due visioni, il Cardinale:<br />
alla conclusione dell'omelia<br />
quella biblica del profeta Isaia «Allarga<br />
lo spazio della tua tenda» (54, 2); e dopo<br />
la solenne benedizione, quella personale<br />
del suo sentirsi cittadino di Betlemme<br />
sin dall'infanzia, da quando<br />
sua mamma gli insegnò dinanzi al presepio<br />
i nomi di Gesù, di Maria, di Giuseppe,<br />
di Betlemme appunto: «Oggi mi<br />
sento ancor più betlemita, latore del<br />
suo messaggio di pace al mondo». Con<br />
lui hanno concelebrato il Patriarca Michel<br />
Sabbah; l'Arcivescovo Pietro Sambi;<br />
l'Arcivescovo greco-melchita di Akko<br />
e della Galilea Boutros Mouallem, il<br />
Custode francescano di Terra Santa,<br />
Padre Giovanni Battistelli OFM; i Vescovi<br />
ausiliari del Patriarca Kamal-<br />
Hanna Bathish e Giacinto-Boulos Marcuzzo;<br />
il Vescovo armeno André Bedoglouyan;<br />
il Vescovo siriano Grégoire<br />
Pierre Abdel-Ahad; due Vescovi europei<br />
pellegrini, quello di Angoulême Claude<br />
Dagens e l'Ausiliare di Losanna-Ginevra-Friburgo,<br />
Pierre Bürcher; due Abati<br />
benedettini, Jean-Baptiste Gourion<br />
OSB-Oliv., , dell'abbazia Santa Maria<br />
della Risurrezione di Abu Gosh e vicario<br />
patriarcale per la comunità di<br />
espressione ebraica e Benedikt Lindemann<br />
dell'abbazia Hagia Maria Sion di<br />
Gerusalemme; nonché una sessantina<br />
di sacerdoti, molti dei quali frati della<br />
Custodia francescana.<br />
I riti di conclusione della Messa hanno<br />
compreso un ringraziamento del<br />
Cardinale al Signore per i benefici spirituali<br />
dell'Anno giubilare, il canto del<br />
«Magnificat», e brevi discorsi del Vicario<br />
del Patriarca Sabbah, il Vescovo<br />
Bathish, sugli impegni pastorali assunti<br />
durante il Giubileo, dell'Arcivescovo<br />
Mouallem per l'assemblea degli Ordinari<br />
e del Custode francescano; quest'ultimo<br />
di ringraziamento al Santo Padre<br />
per aver stabilito in questo Giubileo<br />
«un legame così stretto» con la Terra<br />
Santa, anche con il suo pellegrinaggio;<br />
di rinnovamento degli impegni nella<br />
custodia dei santuari e nell'accoglienza<br />
dei pellegrini; di promessa di fedeltà e<br />
devozione al Papa nella «guardia responsabile<br />
e umile dei Luoghi Santi». Il<br />
canto finale della Corale dei Frati Minori,<br />
con cui l'assemblea si è sciolta<br />
(Padre Armando Pierucci all'organo) è<br />
stato «Puer natus in Bethlehem».<br />
GRAZIANO MOTTA