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.<br />
PAGINA<br />
«Termina il Giubileo ma non finisce<br />
l'“Anno di Grazia” del Signore. E ricordiamoci:<br />
il Giubileo più ordinario ma<br />
forse più fruttuoso è quello di ogni domenica».<br />
È il messaggio che il Vescovo Mons.<br />
Gastone Simoni ha consegnato ai pratesi<br />
al termine del Grande Giubileo dell'anno<br />
2000.<br />
Il Vescovo ha così legato — non solo<br />
idealmente — il Giubileo al nuovo programma<br />
pastorale che vedrà la Diocesi<br />
di Prato impegnata per due anni nella<br />
riscoperta del Giorno del Signore.<br />
La Basilica Cattedrale di santo Stefano<br />
era colma di fedeli venerdì 5 gennaio<br />
per l'ultimo appuntamento di un anno<br />
che è stato davvero speciale. La celebrazione<br />
in Duomo, a cui, oltre al Capitolo<br />
della Cattedrale, hanno partecipato diversi<br />
sacerdoti e diaconi, è iniziata nella<br />
Cappella del Sacro Cingolo con il canto<br />
solenne dei Vespri, subito seguiti dai riti<br />
di introduzione della Messa. Dalla Cappella<br />
i celebranti si sono spostati processionalmente<br />
— quasi ultimo pellegrinaggio<br />
del Giubileo, come ha sottolineato<br />
mons. Simoni — verso l'altare maggiore.<br />
Durante l'omelia il Vescovo ha tentato<br />
un primo bilancio di questo anno<br />
che, a suo avviso, è veramente positivo.<br />
«L'importanza del Giubileo — ha detto<br />
— è stata qui: ha ritemprato la fede cristiana.<br />
«Ha riproposto Gesù nel mondo intero,<br />
ha rafforzato nei cristiani il senso di<br />
appartenenza alla Chiesa».<br />
Per Mons. Simoni solo il Signore può<br />
fare il vero bilancio del Giubileo. Da<br />
parte nostra — ha sottolineato — non ci<br />
dobbiamo abbandonare a sterili trionfalismi,<br />
«e dobbiamo essere consapevoli dei<br />
limiti che nella nostra comunità ci sono<br />
stati».<br />
Nell'omelia sono stati ripercorsi gli<br />
appuntamenti salienti dell'Anno Santo, a<br />
cominciare dalla preparazione: quella<br />
più remota, con il «Triduo di anni»<br />
(1997-1998), che ha visto tutta la Diocesi<br />
sintonizzarsi sulla riflessione trinitaria<br />
proposta dal Papa, e quella più immediata,<br />
con la Missione diocesana (8 settembre-8<br />
dicembre 1999), «che è stata<br />
una grande occasione di evangelizzazione».<br />
Il Vescovo ha poi ricordato la «Missione<br />
Giovani 2000», che ha dato non<br />
pochi frutti: «I giovani che abbiamo —<br />
ha affermato — sono sempre pochi, ma<br />
sono significativi».<br />
Il dato che risalta di più agli occhi è il<br />
sensibile aumento delle confessioni registrato<br />
in questo anno, testimoniato da<br />
tanti sacerdoti e in particolare dai parroci<br />
o rettori delle chiese giubilari. «E alcuni<br />
preti, ma lo posso testimoniare io<br />
stesso — ha detto il Vescovo — raccontano<br />
di diverse persone che, grazie allo<br />
speciale invito del Giubileo, sono ritornate<br />
alla fede; ci sono stati dei veri e<br />
propri cambiamenti di vita».<br />
Nell'omelia sono stati anche ricapitolati<br />
gli avvenimenti salienti dell'Anno<br />
Santo, che fu aperto in Diocesi straordinariamente<br />
il 26 dicembre 1999, solennità<br />
di s. Stefano, patrono della Diocesi.<br />
Sono stati 377 giorni densi di appuntamenti.<br />
Gli eventi giubilari sono stati 47, dalla<br />
festa dei bambini nello scorso gennaio,<br />
alle celebrazioni per le famiglie e per il<br />
mondo agricolo, in programma il 31 di<br />
dicembre del 2000.<br />
I pellegrinaggi più numerosi per partecipazione<br />
sono stati 8: particolarmente<br />
degno di nota quello diocesano alla Basilica<br />
Vaticana che, il 19 febbraio del<br />
2000, vide partecipare quasi cinquemila<br />
pratesi. Centrale nell'anno è stato il Terzo<br />
Congresso Eucaristico Diocesano, dal<br />
La Chiesa di Mazara, finite le celebrazioni<br />
del Giubileo, s'interroga sul suo futuro<br />
da percorrere perché l'entusiasmo<br />
non si smorzi per cadere nell'ordinario e<br />
nel quotidiano, ma si concretizzi in<br />
un'azione pastorale duratura, incisiva e<br />
atta a costruire il regno dell'amore. Il<br />
Giubileo lascia, hanno scritto i Vescovi<br />
di Sicilia in un messaggio alle Chiese,<br />
nelle nostre mani un ricco e prezioso tesoro<br />
che attende di essere valorizzato in<br />
pienezza perché si possano raccogliere i<br />
frutti di conversione e di rinnovamento.<br />
I presbiteri e i laici di questa Chiesa di<br />
Mazara sono ora al lavoro: le comunità<br />
di base, i movimenti laicali e le organizzazioni<br />
sono stati invitati dal Vescovo<br />
Emanuele Catarinicchia a stilare un piano<br />
pastorale per rispondere concretamente<br />
alle emergenze prioritarie del territorio.<br />
Mazara nel territorio riveste il ruolo<br />
di Chiesa particolare perché punta avanzata<br />
nel Mediterraneo e nel suo entroterra<br />
da anni si sono insediati interi nuclei<br />
di africani immigrati in cerca di lavoro<br />
ed oggi la loro presenza condiziona<br />
l'economia stessa del paese. La Chiesa<br />
di Mazara ha già dato vita ad un gemellaggio<br />
pastorale con la Diocesi di Tunisi,<br />
esiste un dialogo molto aperto tra le due<br />
Chiese e a Mazara sono sorti asili, associazioni<br />
culturali, corsi di lingua araba e<br />
letteratura islamica nonché una comunità<br />
religiosa retta dalle Suore missionarie<br />
francescane, che opera a servizio degli<br />
immigrati tunisini. Si vive oggi una svolta<br />
di mutamento epocale: un nuovo rapporto<br />
tra Chiesa e Mondo. Tutta l'azione<br />
pastorale di questa chiesa deve essere<br />
rivolta a dare risposte valide secondo<br />
11 .<br />
L'OSSERVATORE ROMANO Domenica 14 Gennaio 2001<br />
Chiusura della Porta Santa<br />
nelle diocesi italiane<br />
PRATO AVEZZANO MACERATA<br />
7 al 14 maggio. Largamente partecipata<br />
(3.000 persone) è stata anche la singolare<br />
processione dei Crocifissi, tenutasi il<br />
14 di settembre (Esaltazione della S.<br />
Croce), nella quale ogni parrocchia è sfilata,<br />
insieme alla storiche «Compagnie»,<br />
con la propria Croce storica.<br />
Di particolare significato per Prato sono<br />
state anche le 26 Ostensione straordinarie<br />
della reliquia del Sacro Cingolo<br />
mariano, conservata da quasi nove secoli<br />
nel Duomo.<br />
Di solito viene mostrata solo cinque<br />
volte all'anno, ma, motivo del Giubileo,<br />
il Comune di Prato ha affidato al Capitolo<br />
le due chiavi di cui è proprietario,<br />
necessarie, insieme alla terza di pertinenza<br />
del Vescovo, per aprire il forziere<br />
che conserva la reliquia.<br />
Nell'omelia il Vescovo Simoni ha reso<br />
noti anche i dati relativi alla carità del<br />
Giubileo: l'Unione S. Maria del Sollievo,<br />
creata proprio in occasione dell'Anno<br />
Santo per l'assistenza e la cura pastorale<br />
delle persone malate e dei loro familiari,<br />
ha erogato ben 712 servizi. Per la campagna<br />
ecclesiale finalizzata alla remissione<br />
del debito internazionale dei paesi<br />
poveri la Diocesi ha raccolto 141 milioni;<br />
50 milioni sono invece destinati alla<br />
Chiesa di Gerusalemme, 48 vanno all'Arcidiocesi<br />
di Sarajevo; con entrambe queste<br />
Chiese Prato intrattiene da tempo<br />
rapporti di amicizia e di solidarietà.<br />
E proprio alla Terra Santa il Vescovo<br />
ha inviato un ultimo pensiero: l'augurio<br />
è che si ritrovino le vie del dialogo e<br />
della pace.<br />
L'ultimo atto dell'Anno Santo è stato<br />
il canto del Magnificat, per ringraziare<br />
il Signore di tutti i doni che il Giubileo<br />
ha regalato alla Chiesa e alla Terra di<br />
Prato.<br />
GIANNI ROSSI<br />
All'insegna della trepidazione e dell'attesa,<br />
nel pomeriggio del 5 gennaio 2000,<br />
è stata la chiusura del Giubileo a Imola<br />
nel clima di gioiosa gratitudine, alimentata,<br />
nella prospettiva del futuro, dalla<br />
speranza. Di speranza ha subito parlato<br />
il Vescovo, nella chiesa dei ss. Nicolò e<br />
Domenico, salutando l'assemblea prima<br />
della processione con la statua del Bambino<br />
Gesù — lì venerata da secoli —,<br />
verso la Basilica Cattedrale, dove si è<br />
svolta la Celebrazione eucaristica. Si è<br />
subito preso atto della presenza eccezionale<br />
dei fedeli delle componenti del popolo<br />
di Dio — oltre 1.500 persone —<br />
convenuti da tutte le parti della Diocesi,<br />
per la chiusura di un evento, che, pure<br />
in modi diversi, ha coinvolto tutti nella<br />
figura di Cristo, proclamato salvezza<br />
sempre invocata e sempre attesa, unica<br />
speranza del mondo.<br />
In Cattedrale attendevano i sindaci<br />
dei Comuni del territorio della Diocesi,<br />
tutti con il Gonfalone, e le Autorità.<br />
Come atto penitenziale, il Vescovo ha<br />
benedetto l'acqua per poi benedire tutti<br />
i presenti nei diversi settori della chiesa.<br />
Dopo la preghiera collettiva, la proclamazione<br />
della Parola di Dio, un brano<br />
del Profeta Isaia: «Alzati Gerusalemme,<br />
rivestiti di luce perché viene la luce»...<br />
dell'Apostolo Paolo alla comunità di Efeso:<br />
«I Gentili sono chiamati in Cristo<br />
Gesù a partecipare alla stessa eredità. A<br />
formare lo stesso corpo»... e del racconto<br />
di Matteo sulla visita dei Magi.<br />
Prima dell'omelia, da parte di un Diacono,<br />
il solenne annuncio del giorno di<br />
Pasqua che quest'anno cade il 15 aprile.<br />
Ed ecco in sintesi l'omelia del Vesco-<br />
MAZARA DEL VALLO<br />
lo spirito e la logica della parabola del<br />
lievito e della pasta; il lievito non è destinato<br />
a se stesso consumandosi nella<br />
sterilità; il mondo, dopo il Giubileo,<br />
guarda a buon diritto alla Chiesa che vive<br />
ed attua il mistero della comunione e<br />
aspetta da essa chiarezza di idee e progetti<br />
propositivi per una nuova realtà all'insegna<br />
dell'amore. Il primo appuntamento,<br />
vera pietra miliare per una pastorale<br />
incisiva e a largo respiro, sarà il<br />
IV Congresso delle Chiese di Sicilia, che<br />
si terrà ad Acireale dal 20 al 24 marzo<br />
dal tema: «I laici per la missione della<br />
Chiesa di Sicilia nel Terzo Millennio».<br />
La Chiesa di Mazara, più che le altre<br />
Chiese, giuoca oggi la carta del laicato<br />
impegnando tutte le sue forze vive a far-<br />
L'avvenimento conclusivo del Grande<br />
Giubileo nella Diocesi di Avezzano è stato<br />
accolto con grande interesse e attenzione.<br />
Accurata era stata la preparazione<br />
che ha accompagnato le singole celebrazioni<br />
giubilari durante tutto l'anno,<br />
con una serie di catechesi sul significato,<br />
i simboli, la storia e la spiritualità del<br />
Giubileo. Il Vescovo, Monsignor Lucio<br />
Renna, da Natale a giugno ha svolto<br />
una preziosa opera di insegnamento e di<br />
esortazione a vivere in profondità spirituale<br />
l'avvenimento straordinario. Su<br />
una televisione locale Atv 7, il Vescovo<br />
ha svolto una catechesi chiara e profonda,<br />
con conversioni che andavano in onda<br />
ogni sabato e, in replica, ogni domenica.<br />
Alcune tavole rotonde, poi, con dibattiti<br />
e l'intervento dei singoli fedeli da<br />
casa, hanno preparato alcuni appuntamenti<br />
giubilari, come quello sulla famiglia<br />
e sulla vita consacrata. Pertanto la<br />
Cattedrale e il santuario della Madonna<br />
di Pietraquaria hanno visto crescere di<br />
giorno in giorno l'afflusso dei fedeli fino<br />
alla giornata conclusiva del 5 gennaio<br />
scorso, quando cinquemila persone si<br />
sono strette in duomo intorno al Vescovo<br />
dei Marsi per vivere nella pienezza<br />
della fede l'ultimo avvenimento giubilare.<br />
Proprio in questa circostanza il Vescovo<br />
ha però ricordato che seppure la<br />
porta del Giubileo viene chiusa, in realtà<br />
la porta che siamo chiamati ad attraversare,<br />
il Cristo, è perennemente aperta<br />
con la sua azione di misericordia e grazia.<br />
Il cristiano è pellegrino e costantemente<br />
in esodo, come ricordato dallo<br />
stesso Vescovo Renna nella lettera pastorale<br />
Sulla strada della salvezza di fine<br />
2000. L'ufficio liturgico diocesano ha<br />
preparato con grande attenzione l'avvenimento,<br />
mettendo in luce il significato<br />
del popolo in cammino, disponendo la<br />
vo, seguita con attenzione dall'assemblea.<br />
«Con questa celebrazione, ha esordito<br />
Mons. Fabiani, si chiude nella nostra<br />
Diocesi il Grande Giubileo del 2000<br />
e viene spontanea una preghiera di ringraziamento<br />
al Signore, un ringraziamento<br />
a Cristo Signore del tempo e della<br />
storia». Kafka, ha continuato il Vescovo,<br />
a un amico che gli chiedeva del<br />
Cristo, affermava: «È un abisso di luce,<br />
se non chiudi gli occhi, vi precipiti dentro».<br />
Fatto un accenno alla chiesa dei<br />
ss. Nicolò e Domenico e alla processione,<br />
segno del nostro cammino nel tempo,<br />
sia un vivere, per costruire una storia<br />
in cui Dio è presente», in cui ogni<br />
persona sia messa in condizione di vivere<br />
nella libertà, di ragionare con la propria<br />
testa, senza lasciarsi omologare dalla<br />
cultura dominante.<br />
È stato puntualizzato che la Cattedrale<br />
è il simbolo dell'unità della chiesa locale,<br />
dove si viene a ringraziare il Signore,<br />
a cancellare il passato, a sanare le<br />
ferite della nostra debolezza umana, per<br />
essere «ricreati» a vita nuova, in un<br />
cammino, sostenuti dalla grazia di Dio,<br />
il quale si fida sempre di noi.<br />
Con riferimento al brano di Isaia, la<br />
certezza che Dio sempre illumina il nostro<br />
cammino verso la vera gioia. Anche<br />
s. Paolo, precipitato nell'abisso di luce<br />
ricordato da Kafka, ci ricorda che tutti<br />
siamo chiamati a formare in Cristo un<br />
unico corpo.<br />
«Abbiamo bisogno, ha detto il Vescovo,<br />
di avere un sicuro punto di riferimento,<br />
in Cristo, per dare ad ogni uomo<br />
la speranza, per affrontare il presente<br />
e il futuro...Cristo è vivo in questo<br />
SAN BENEDETTO DEL TRONTO<br />
Nell'Italia centrale, di cui cuore ed<br />
epicentro bimillenario è il santuario mariano<br />
di Loreto, nelle varie Diocesi, si è<br />
concluso il grande Giubileo del 2000. La<br />
Diocesi costiera di San Benedetto del<br />
Tronto-Ripatransone-Montalto, guidata<br />
dal Vescovo Mons. Gervasio Gestori ha<br />
concluso la lunga serie di Giubilei «particolari»<br />
con il Giubileo dei Ministranti a<br />
cui hanno partecipato soprattutto giovani<br />
e giovanissimi. Nel corso dell'omelia,<br />
Mons. Gestori ha sottolineato i «7 comandamenti<br />
spirituali di ogni ministrante:<br />
la fedeltà a Gesù, la preparazione ai<br />
riti, la generosità a collaborare, lo stile<br />
nella compostezza fisica quando si è sul<br />
presbiterio. Poi, la gioia del volto, il<br />
si carico delle urgenze prioritarie quali:<br />
l'evangelizzazione, la carità e la liturgia.<br />
Sono i laici, ha detto Mons. Catarinicchia,<br />
che nel terzo millennio sono chiamati<br />
a riscoprirsi nel ruolo di Chiesa attiva;<br />
in un mondo in continua evoluzione<br />
sono essi chiamati a rispondere con<br />
generosità e slancio all'invito della Chiesa<br />
promovendo l'apostolato secolare in<br />
un clima di vera comunione e con l'esercizio<br />
della carità. Essi rendono presente<br />
la Chiesa nel mondo contemporaneo<br />
assetato del divino, come hanno testimoniato<br />
a chiare tinte le manifestazioni<br />
plateali avutesi a Roma nell'arco del<br />
Giubileo.<br />
PIETRO PISCIOTTA<br />
cuore puro ossia limpido e il pregare,<br />
condizione indispensabile per essere credibili<br />
nei confronti degli altri». I circa<br />
500 ministranti diocesani, per la maggior<br />
parte bambini e bambine di età scolare,<br />
hanno partecipato alla celebrazione<br />
compostamente e gioiosamente, esplodendo<br />
più volte in fragorosi applausi. Al<br />
termine, Mons. Gestori ha donato ad<br />
ogni giovane una croce in legno consegnando<br />
anche la preghiera del ministrante.<br />
«Il vostro Giubileo è l'ultimo<br />
della Diocesi — ha concluso Mons. Gestori<br />
— però voi siete i primi nel cuore<br />
del Vescovo, perché siete gli amici di<br />
Gesù, quelli a Lui più vicini».<br />
CARLO GENTILI<br />
IMOLA<br />
celebrazione in due momenti, quello del<br />
pellegrinaggio della chiesa del don Orione<br />
alla cattedrale e poi quello della concelebrazione<br />
solenne con tutto il presbiterio.<br />
Al canto delle litanie dei santi il<br />
corteo si è snodato per le vie della città<br />
fra due ali di popolo che partecipava<br />
con commozione e canti. «Se dovessi indicare<br />
la verità più importante evidenziata<br />
dal Giubileo — ha scritto il Vescovo<br />
nel messaggio conclusivo — non esiterei<br />
a suggerire il seguente: la carità<br />
vissuta è la prova più convincente dell'esistenza<br />
di Dio, è il catechismo più incisivo<br />
e fecondo». E la carità ha tre caratteristiche,<br />
ha sottolineato il Vescovo dei<br />
Marsi: «La concretezza, perché l'amore<br />
cristiano non è solo un vago sentimento,<br />
la fantasia, che riscatta l'amore dall'anonimato<br />
impersonale, piatto, burocratico<br />
e funzionale, l'intelligenza, perché il cristiano<br />
è sapiente, quando ama».<br />
Numerose sono state le iniziative e le<br />
celebrazioni che hanno costellato quest'anno<br />
di grazia. Il Giubileo della Vita<br />
Consacrata è stato il primo momento significativo.<br />
Preparato con un triduo che<br />
si è svolto in varie stazioni collocate in<br />
diverse chiese dalla città di Avezzano:<br />
san Pio X ha visto raccolti tutti i religiosi<br />
per la celebrazione dei vespri, nella<br />
chiesa del Santo Spirito ci si è ritrovati<br />
per ricevere il sacramento della Riconciliazione;<br />
nella chiesa del Sacro Cuore in<br />
san Rocco, infine, una veglia di adorazione<br />
eucaristica ha concluso la preparazione<br />
immediata per la giornata del Giubileo<br />
della Vita Consacrata che si è poi<br />
celebrata il 2 febbraio in Cattedrale. Il<br />
Giubileo delle Famiglie è stato un altro<br />
momento significativo del percorso giubilare.<br />
RENATO CICCARELLI<br />
nostro tempo...il Giubileo è una realtà<br />
che ci accompagna nel nostro cammino...<br />
occorre conoscere sempre più Cristo,<br />
e farne esperienza. Non c'è altra<br />
strada che quella illuminata dalla sua luce,<br />
nella quale Egli cammina insieme a<br />
noi, ci dà coraggio per raggiungere il<br />
traguardo che ci è stato promesso.<br />
Dopo l'omelia, il rinnovo della promessa<br />
del Battesimo è stato un momento<br />
più che opportuno.<br />
Nella preghiera litanica, un sindaco in<br />
fascia tricolore è andato all'ambone per<br />
esprimere un'intenzione per le autorità<br />
politiche e amministrative. «Durante il<br />
Giubileo dei governanti, dei parlamentari,<br />
degli amministratori il Papa ha detto:<br />
“La politica è l'esercizio legittimo del potere,<br />
per raggiungere il bene comune,<br />
deve essere esercitato come un servizio<br />
continuo verso tutti e specialmente per i<br />
più svantaggiati”. Noi abbiamo dato la<br />
nostra disponibilità e il popolo con voto<br />
libero e democratico ci ha affidato il governo<br />
delle città. Signore, mantieni costante<br />
la nostra disponibilità, aiutati ad<br />
operare a misura d'uomo, dacci la pazienza<br />
per ascoltare, l'intelligenza per<br />
capire, la volontà di operare con i nostri<br />
collaboratori, nella ricerca del bene comune,<br />
con una particolare sensibilità<br />
per chi meno ha e meno può e che non<br />
ha neanche chi lo ascolta».<br />
Significativa e altamente educativa la<br />
processione offertoriale in cui i bambini<br />
delle diverse comunità parrocchiali hanno<br />
portato davanti a Gesù Bambino bellissimi<br />
fiori. Lo hanno fatto con tanta<br />
proprietà e con la gioia espressa dai loro<br />
volti, di partecipare da protagonisti ad<br />
«Tante volte, in questi mesi, abbiamo<br />
guardato al nuovo millennio che si apre<br />
vivendo il giubileo non solo come memoria<br />
del passato ma come profezia dell'avvenire»:<br />
così scrive Giovanni Paolo II<br />
nella lettera apostolica «Novo Millennio<br />
Ineunte» del 6 gennaio. Questa è<br />
stata anche la tematica che il Vescovo<br />
di Macerata-Tolentino-Recanati-Cingoli-<br />
Treia, Mons. Luigi Conti sabato 5 gennaio<br />
ha affrontato sia nell'omelia della<br />
Messa di chiusura del Giubileo in diocesi,<br />
sia nel inaugurazione del «Centro<br />
Diocesano Padre Matteo Ricci».<br />
Quella che è apparsa nell'analisi lucida<br />
e puntuale, che ha fatto il Vescovo,<br />
non è una chiesa locale ripiegata su se<br />
stessa o compiaciuta, ma una chiesa che<br />
sa leggere gli eventi di speranza e di salvezza<br />
che sono accaduti al suo interno<br />
in questi ultimi anni. Di fronte ai Sindaci<br />
dei tredici Comuni della Diocesi, al<br />
Prefetto, al Questore, alle maggiori autorità<br />
militari e civili, a tutti i parroci, in<br />
una Cattedrale — quella di Macerata —<br />
gremitissima e per l'occasione, inadeguata<br />
a contenere una folla strabocchevole<br />
fin sul sagrato, Mons. Conti ha ricordato<br />
gli avvenimenti più importanti<br />
dei suoi primi quattro anni di episcopato<br />
contrassegnati da ben 3 missioni popolari<br />
di tipo vocazionale, giovanile e familiare,<br />
un Congresso eucaristico diocesano<br />
oltre alle tappe fondamentali di<br />
questo anno giubilare. Ben 64 vocazioni<br />
presbiterali, religiose, maschili e femminili<br />
e diaconali sono state il frutto di un<br />
capillare e fruttuoso impegno pastorale.<br />
Una eredità di fede e di speranza quella<br />
lasciataci dall'Anno Santo che si è concretizzata<br />
non tanto e solo nelle celebrazioni<br />
che pur sono state numerose e<br />
partecipate, ma in segni di carità e di<br />
accoglienza come le case di Botontano,<br />
di Collevario, di Sambucheto e in luoghi<br />
di preghiera come ad Avenale di Cingoli<br />
un evento tanto importante per la nostra<br />
Chiesa locale. Come non pensare al<br />
Papa circondato da tanti bambini ai<br />
quali ha affidato il Giubileo del 2025? A<br />
ciascuno Mons. Vescovo ha donato una<br />
medaglia ricordo.<br />
Allo scambio della pace un concelebrante<br />
ha portato il segno della pace alle<br />
Autorità presenti.<br />
Ed ecco i riti di conclusione. Il Vescovo<br />
ha invitato tutti a ringraziare il Signore<br />
per i benefici spirituali dell'anno<br />
giubilare e il canto del «Magnificat» ha<br />
suggellato questo importante momento.<br />
Prima della benedizione solenne un<br />
sacerdote, dietro invito del Vescovo, ha<br />
letto gli impegni pastorali assunti durante<br />
l'Anno Santo dalla nostra Chiesa locale.<br />
Eccoli: partecipazione allo spirito di<br />
conversione per un coinvolgimento intelligente<br />
e costruttivo nella società, per testimoniare<br />
e annunciare Cristo, unico<br />
Salvatore del mondo; contributo della<br />
Diocesi nella cancellazione del debito<br />
della Guinea e dello Zambia, insieme al<br />
sostegno per Sao Bernardo in Brasile;<br />
attenzione per la salvaguardia della dignità<br />
della famiglia fondata sul matrimonio<br />
e della crescita armoniosa della prole;<br />
costruire l'unità tra le diverse componenti,<br />
per sostenere la catechesi e per<br />
una presenza significativa in campo socio<br />
culturale, per creare un vero tessuto<br />
cristiano nei singoli e nelle aggregazioni;<br />
difesa della sacralità della vita.<br />
Una Giornata che lascerà il segno nella<br />
nostra Chiesa? Lo speriamo, con il<br />
coraggio di chi non si sente solo anche<br />
nelle grandi lotte della vita.<br />
FRANCESCO GIACOMETTI<br />
CIVITA CASTELLANA<br />
La Diocesi di Civita Castellana ha<br />
chiuso solennemente l'anno di misericordia<br />
del Grande Giubileo, alla vigilia<br />
dell'Epifania 5 gennaio 2001, con la celebrazione<br />
presieduta dal Vescovo Divo<br />
Zadi. Folta la rappresentanza del Clero<br />
Diocesano e la partecipazione del Popolo<br />
di Dio.<br />
Il rito di chiusura del Giubileo ha avuto<br />
inizio nella chiesa di s. Francesco,<br />
con il saluto del Vescovo diocesano, la<br />
proclamazione della chiusura dell'«anno<br />
di grazia del Signore». Poi il Diacono ha<br />
dato l'avvio alla processione: «Avviamoci<br />
seguendo Cristo via, verità, e<br />
vita».<br />
È stato il cammino del popolo di Dio<br />
verso la chiesa Cattedrale, che si è svolto<br />
con canti pieni di gioia e di ringraziamento<br />
per questo tempo di benedizione.<br />
Al canto «Il Signore è la luce», hanno<br />
fatto il loro ingresso in Cattedrale, i ministri<br />
con il Vescovo e il popolo, accorso<br />
numerosissimo a questo grande avvenimento<br />
giubilare, consapevoli del momento<br />
religioso e storico che la Chiesa<br />
stava vivendo.<br />
Il Vescovo ha poi asperso i fedeli con<br />
l'acqua benedetta in ricordo del battesimo,<br />
al canto: «Ecco l'acqua che sgorga<br />
dal tempio di Dio, alleluia e a quanti<br />
giungerà quest'acqua porterà la salvezza<br />
ed essi canteranno: Alleluia,<br />
alleluia».<br />
La Concelebrazione Eucaristica, con<br />
tutto il Presbiterio diocesano interamente<br />
presente, ha avuto inizio con il «Gloria<br />
in excelsis Deo».<br />
All'omelia il Vescovo ha avuto parole<br />
di gratitudine per la presenza di tanti fedeli,<br />
come mai si era visto, poi conti-<br />
nuando ha detto: «È stato un anno di<br />
grazia e di crescita per tutta la Chiesa e<br />
per la nostra Diocesi».<br />
Ricordando la celebre frase di Papa<br />
Giovanni Paolo II, agli inizi del suo pontificato:<br />
«Aprite le porte a Cristo»,<br />
Mons. Zadi ha voluto richiamare l'attenzione<br />
sulla centralità del Cristo nella nostra<br />
esistenza: «Di fronte allo scorrere<br />
veloce del tempo, Lui rimane... Cristo<br />
non si chiude mai... Egli rimane sempre<br />
al centro... Lontano da Lui potremo<br />
solo perdere...».<br />
Il Vescovo Zadi, ha espresso l'impegno<br />
e tutta l'attenzione al tema della<br />
famiglia, che sarà l'oggetto particolare<br />
della pastorale diocesana dei prossimi<br />
anni. Alla famiglia, ha annunciato il<br />
Vescovo, sarà rivolta una sua lettera<br />
pastorale.<br />
Un ringraziamento personale, il Vescovo<br />
ha dedicato ai sacerdoti, per il loro<br />
«eroismo» e la generosità che mettono<br />
nello svolgere il loro ministero, invitando<br />
i fedeli ad amare, aiutare, sostenere<br />
e comprendere i loro sacerdoti. Poi<br />
il Vescovo, con passione e amore di padre<br />
si è rivolto a tutta l'assemblea con<br />
queste parole: «Vi invito ad una preghiera<br />
incessante e costante nel promuovere<br />
le vocazioni e alle famiglie nel<br />
favorire e coltivare ogni chiamata al<br />
suo interno, secondo la volontà di Dio».<br />
Emozionante l'annuncio dell'invio in<br />
missione di tutta la comunità diocesana,<br />
ministri e laici, affinché lo spirito dell'Anno<br />
Santo continui, nell'impegno e<br />
nell'attuazione del programma pastorale<br />
per il prossimo triennio: la famiglia,<br />
scuola d'umanità e di santità.<br />
GIANCARLO PALAZZI<br />
o Recanati. Una chiesa che non vuol essere<br />
autoreferenziale deve guardare soprattutto<br />
al futuro, ovvero ai prossimi<br />
dieci anni. In ciò la figura di Padre Matteo<br />
Ricci, è l'elemento portante di una<br />
proposta di lettera pastorale da costruire.<br />
Il Vescovo in una maniera del tutto<br />
originale chiama a scriverla insieme a<br />
lui chiedendo contributi ai credenti e<br />
non credenti, con le loro proposte. Il<br />
Presule ha tenuto a sottolineare con insistenza<br />
che non vuol essere da solo a<br />
costruire la chiesa maceratese del prossimo<br />
futuro, ma vuole sentirsi accompagnato<br />
da tutti gli uomini di buona volontà<br />
che abitano su questo territorio.<br />
Per questo è stata distribuita a tutti i<br />
presenti una proposta per una lettera<br />
pastorale dal titolo «Trasmettere la fede».<br />
L'imminente inizio delle visite pastorali<br />
alle parrocchie permetterà al pastore<br />
di ascoltare con più precisione i<br />
pareri e le opinioni di tutti. Il resto è<br />
cronaca che si riferisce all'apertura ufficiale<br />
del «Centro diocesano Padre Matteo<br />
Ricci» in Piazza San Vincenzo Maria<br />
Strambi 7, inaugurato nel tardo pomeriggio<br />
subito dopo la cerimonia giubilare,<br />
non vuole essere un museo di memorie<br />
pietrificate del passato, ma un<br />
«luogo vivo» per riallacciare legami significativi<br />
con la Cina. Una diocesi quindi<br />
che nel suo stile e nei suoi orientamenti<br />
non è celebrativa, ma vuole fare<br />
conoscere il missionario maceratese Padre<br />
Matteo Ricci che profeticamente ha<br />
anticipato il Concilio Vaticano II. Le<br />
personalità politiche, amministrative e<br />
culturali presenti alla suggestiva cerimonia<br />
di apertura hanno rilevato le dimensioni<br />
ecclesiali, economiche, culturali<br />
che possono essere promosse dalla rivisitazione<br />
della figura del grande gesuita<br />
maceratese.<br />
LUIGI TALIANI<br />
CIVITAVECCHIA<br />
Alla presenza di una folla numerosa<br />
che gremiva la tenda bianca a Pantano,<br />
e alla presenza di numerosi sacerdoti si<br />
è concluso il Grande Giubileo nella Diocesi<br />
di Civitavecchia-Tarquinia.<br />
L'anno giubilare è stato un tempo di<br />
grazia, vissuto con Cristo Gesù, «la Porta!<br />
La Porta della nostra salvezza, la<br />
Porta della vita, la Porta della Pace»<br />
(Giovanni Paolo II, 25 dicembre 1999);<br />
noi tutti siamo passati attraverso la Porta,<br />
abbiamo sperimentato tutto l'amore,<br />
la bontà, la misericordia, di Colui che<br />
ha preso su di sé la nostra debolezza.<br />
Lungo lo scorrere del tempo abbiamo<br />
potuto sperimentare l'urgenza ad amare<br />
Cristo, a renderlo attraverso la nostra<br />
testimonianza presente, vivo nella vita di<br />
ogni giorno, abbiamo certamente riscoperto<br />
la necessità di avvicinare Gesù al<br />
cuore della gente e la gente al cuore di<br />
Gesù. È stato per tutti un vero itinerario<br />
di preghiera un forte invito alla conversione<br />
così ci siamo ritrovati più vicini alla<br />
Montagna del Signore. Durante le celebrazione<br />
di chiusura di questo Grande<br />
Giubileo si è percepito il desiderio di essere<br />
come Chiesa sempre più uniti ed è<br />
tornato in mente il grido di Giovanni<br />
Paolo II durante l'apertura della Porta<br />
Santa nella Basilica di san Paolo fuori le<br />
Mura: «Unità, unità», di cui il mondo attende<br />
la nostra testimonianza.<br />
Tutti uniti attorno al Pastore per rendere<br />
grazie per il cammino compiuto<br />
con Cristo verso il Padre sotto l'azione<br />
dello Spirito. Il Vescovo durante l'omelia<br />
ha voluto fare riflettere sul mistero<br />
dell'Incarnazione, invitando tutti a fissare<br />
lo sguardo a Maria. Ha poi ricordato<br />
la partecipazione al Giubileo dei Vescovi,<br />
ponendo l'accento con parole incisive<br />
sull'atto di affidamento del Papa alla<br />
Beata Vergine Maria, «Vogliamo oggi affidarti<br />
il futuro che ci attende...» a conclusione<br />
della Santa Messa per il giubileo<br />
dei Vescovi; accogliendo l'invito dei<br />
fedeli presenti ha affidato al termine della<br />
Celebrazione Eucaristica tutta la Diocesi<br />
alla Vergine Maria.<br />
Segno eloquente del Giubileo è la<br />
nuova Casa di Accoglienza, Giovanni<br />
Paolo II fortemente voluta dal nostro<br />
Vescovo, segno della scelta preferenziale<br />
per i poveri. I poveri da sempre sono<br />
nel cuore della Chiesa, essa sull'esempio<br />
del Cristo ha spalancato le porte del suo<br />
cuore per accogliere con sentimenti di<br />
vera fraternità i fratelli emarginati, soli,<br />
carcerati, coloro che non contano, che<br />
sono un «peso», ma perle preziose per<br />
Cristo, presenza viva di Cristo nel<br />
mondo. Una Celebrazione Eucaristica<br />
dunque segnata fortemente da Maria,<br />
dalla Carità, vissuta in unità attorno al<br />
Pastore. È stato un convergere attorno<br />
all'Eucaristia e come non ricordare ancora<br />
una volta le parole del Papa al termine<br />
delle giornate eucaristiche: «...Vogliamo<br />
ripetere agli uomini e alle donne<br />
del Terzo Millennio l'annuncio straordinario:<br />
il Figlio di Dio si è fatto uomo<br />
per noi e si è offerto in sacrificio per la<br />
nostra salvezza... Nel Cenacolo è nata e<br />
rinasce la fede eucaristica della Chiesa...<br />
Vogliamo ritornare a queste origini all'ora<br />
del Cenacolo e del Golgota, per<br />
rendere grazie del dono dell'Eucaristia,<br />
dono inestimabile che Cristo ci ha lasciato,<br />
dono di cui vive la Chiesa».<br />
La porta del Grande Giubileo è stata<br />
chiusa, l'uomo del nostro tempo ha varcato<br />
la soglia della speranza, ha ritrovato<br />
Cristo, Luce delle genti, Colui che ha<br />
reso nuove tutte le cose. I giorni del<br />
Grande Giubileo sono terminati, ognuno<br />
è tornato con il cuore ricolmo di gioia,<br />
di grazia per il Terzo Millennio.<br />
TIZIANO SOLDAVINI