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Nouvelles normalités Nouvelles pathologies Nouvelles ... - Psynem

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6° 6éme Congresso Congrès Européen Europeo de di Psicopatologia Psychopathologie dell’Infanzia de l’Enfance e et dell’Adolescenza<br />

de l’Adolescence<br />

Nuove <strong>Nouvelles</strong> normalità <strong>normalités</strong> Nuove <strong>Nouvelles</strong> patologie <strong>pathologies</strong> Nuove pratiche <strong>Nouvelles</strong> pratiques<br />

THURSDAY, May 5 WORKSHOPS<br />

Workshop 10 Adolescence and the vicissitudes of the body<br />

TRIONFI E MISERIE DEL CORPO ADOLESCENTE<br />

IN SERVIZIO AMBULATORIALE DI CONSULTAZIONE<br />

Paolo Salvador Psicologo, psicoterapeuta, responsabile Polo Adolescenti dell’A.U.L.S.S. 12 Veneziana<br />

Si ricorre dunque al corpo quando l’Io non<br />

trova sufficiente solidità nella sua strutturazione,<br />

l’Io sensorio allora è il registro cui si è rimasti<br />

legati quando la holding materna è stata carente<br />

o inadeguata. La dimensione sensoriale, infatti,<br />

è naturalmente legata alle esperienze corporee<br />

del bambino con la madre nel primo anno di vita<br />

e si sviluppa integrando progressive esperienze<br />

nel corso della vita. In adolescenza questi aspetti<br />

assumono una valenza particolare perché l’irruzione<br />

del corpo sessuato crea nuovi problemi e<br />

impone la necessità di integrare una nuova<br />

immagine corporea e di reinvestirla di una nuova<br />

libido narcisistica.<br />

“Se l’adolescente non ha potuto internalizzare<br />

il corpo come oggetto interno integro e amato<br />

dalla madre, oltre che in armonia e continuità<br />

con l’immagine corporea basata sull’esperienza<br />

sensoriale propria e l’immagine che gli viene<br />

rimandata dall’altro, si rivolgerà alle nuove esperienze<br />

in modo problematico e tra le altre soluzioni…<br />

presenterà una fame di sensazioni e di<br />

stimoli sensoriali nel tentativo di prendersi quello<br />

che non ha mai avuto, ricostituire un’immagine<br />

corporea distinta e solida e così fondare un<br />

nucleo di identità stabile” (Niccolò, Romagnoli,<br />

2010).<br />

Si potrebbe parlare di un nuovo fenomeno, di<br />

una “neo-sensorialità che viene cercata e sperimentata<br />

al posto dei legami affettivi”. “L’adolescente<br />

privilegia le sensazioni piuttosto che<br />

viversi una relazione con l’altro, con la sua ricchezza<br />

e creatività, ma anche con i naturali limiti<br />

e la possibile frustrazione che nasce nella relazione<br />

con l’altro, eccitante e sconosciuto. Con<br />

questo tipo di comportamenti l’adolescente<br />

scinde la sensualità dalla sessualità, privilegiando<br />

il sentire al posto del pensare, del riflettere,<br />

dell’elaborare un rapporto…”.<br />

100<br />

“L’adolescente si guarda come se fosse<br />

all’esterno di sé; è lo spettatore, di se stesso ed<br />

esiste nel sentire, nelle sensazioni che prova<br />

sulla superficie della pelle, vista dall’esterno o<br />

vissuta sul piano sensoriale. Ci possiamo - allora<br />

- chiedere se non siamo di fronte a un corpo non<br />

integrato nella mente e perciò nella soggettività<br />

in via di costruzione dell’adolescente” (Niccolò,<br />

Romagnoli ib.), espressione dunque di un più o<br />

meno imponente blocco del processo di soggettivazione<br />

(Cahn, 1998).<br />

Il corpo dunque come schermo dove si proiettano<br />

e sperimentano le bozze identitarie o un<br />

corpo che “si procura mediante la sofferenza il<br />

proprio segno di oggetto reale” (Aulagner, 1979),<br />

attraverso le autolesioni, o i disturbi alimentari,<br />

divenendo anche oggetto di attacchi distruttivi<br />

che hanno perso il legame originario.<br />

Oltre tuttavia ai sempre diffusi fenomeni di<br />

manipolazione o di vera e propria aggressione al<br />

corpo (autolesioni, disturbi alimentari, tentativi<br />

di suicidio) credo sia oggi necessario prendere<br />

in considerazione le nuove declinazioni di un<br />

disagio che trova espressione o comunque utilizza<br />

le tecnologie digitali. Mi riferisco principalmente<br />

a due fenomeni:<br />

I cosiddetti sovraesposti, adolescenti che<br />

hanno bisogno di fare mostra di sé (esibizioni<br />

di parti del proprio corpo, più frequentemente<br />

in posizioni erotiche) o di “grandi imprese”,<br />

come stampelle alla propria profonda fragilità<br />

e allo scacco in cui si trova il loro processo di<br />

mentalizzazione del corpo.<br />

All’estremità opposta (dall’altro lato della<br />

medaglia narcisistica) troviamo i ragazzi che<br />

per svariate ragioni vanno in ritiro domestico.<br />

Sparire dalle scene sociali, e prima ancora dal<br />

palcoscenico scolastico, diventa l’unico modo<br />

per proteggersi da un vissuto di profonda ina-

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