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Nouvelles normalités Nouvelles pathologies Nouvelles ... - Psynem

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6° 6éme Congresso Congrès Européen Europeo de di Psicopatologia Psychopathologie dell’Infanzia de l’Enfance e et dell’Adolescenza<br />

de l’Adolescence<br />

Nuove <strong>Nouvelles</strong> normalità <strong>normalités</strong> Nuove <strong>Nouvelles</strong> patologie <strong>pathologies</strong> Nuove pratiche <strong>Nouvelles</strong> pratiques<br />

THURSDAY, May 5 WORKSHOPS<br />

Workshop 10 Adolescence and the vicissitudes of the body<br />

TRIONFI E MISERIE DEL CORPO ADOLESCENTE<br />

IN SERVIZIO AMBULATORIALE DI CONSULTAZIONE<br />

Paolo Salvador Psicologo, psicoterapeuta, responsabile Polo Adolescenti dell’A.U.L.S.S. 12 Veneziana<br />

anche se per Ladame (2004), in soggetti in cui il<br />

narcisismo è particolarmente fragile, si tratta di<br />

una “protesi identitaria”, nel tentativo di cicatrizzare<br />

un’emorragia narcisistica.<br />

“Il corpo che vivo in prima persona è soggettività<br />

che non è mai pienamente oggettivabile e<br />

visualizzabile” (Merleau-Ponty, 1965). Oltre ad<br />

essere una “cosa”, infatti, è anche un “corpo<br />

vissuto” o “vivente”.<br />

Come allora dice Galimberti (1983) “Il corpo<br />

non esiste nella realtà come qualsiasi altro<br />

oggetto; il corpo è al mondo come quella apertura<br />

originaria in cui sono possibili sensi e significati,<br />

e chiamiamo questa apertura originaria<br />

che precede ogni distinzione fra soggetto e<br />

oggetto, tra interiorità e esteriorità, tra conscio e<br />

inconscio: presenza.” Il senso del corpo, cioè,<br />

non è una cosa tra le cose, ma condizione a<br />

priori per essere al mondo, perché prima di<br />

essere oggetto, è corpo vissuto; cerniera tra Io e<br />

mondo, organo di comunicazione e relazione<br />

con il mondo: esso è quindi in qualche modo<br />

parola, anche se talvolta incomprensibile.<br />

È comunque un corpo “da conoscere e riconoscere”<br />

(Marchese, 1996), perché esso non<br />

è sé, ma non è neanche altro da sé. È, piuttosto,<br />

altro in sé.<br />

Con la pubertà, il corpo, si è messo improvvisamente<br />

a crescere, a deformarsi, a reagire in<br />

modo del tutto imprevedibile e inaffidabile. C’è<br />

una rottura, una discontinuità nella linearità dello<br />

sviluppo fisico, tanto che il corpo può rappresentare<br />

una minaccia per l’integrazione dell’identità.<br />

Sono cambiamenti che alterano i confini di una<br />

rappresentazione coerente con le esperienze<br />

affettive dell’infanzia, che mettono in evidenza<br />

la mancata o perduta consonanza fra l’imma-<br />

98<br />

gine corporea (che viene soprattutto costruita<br />

sulla base delle esperienze sensoriali) e l’Io corporeo<br />

(inteso come oggetto interno libidinizzato),<br />

che comprende invece anche il ricordo<br />

dell’esperienza affettiva del corpo, all’interno<br />

della relazione materna e con il corpo stesso<br />

della madre. L’Io oggetto interno rischia allora di<br />

non aver più la sensazione di poter mantenere<br />

un sentimento di integrità e continuità, specie se<br />

il bambino non ha potuto sperimentare un’immagine<br />

corporea condivisa con la madre in<br />

modo reciprocamente gratificante, determinando<br />

una difficoltà a formare simboli per pensare<br />

(Laufer, 2005).<br />

Con la pubertà l’adolescente deve dunque<br />

appropriarsi di un corpo già in grado di esprimere<br />

potenzialità generative, dove il piacere si<br />

riorganizza in funzione della raggiunta genitalità<br />

e dove la rappresentazione della storia infantile<br />

è integrata nel nuovo progetto sessuato. “Si<br />

sente diventare proprietario del suo corpo,<br />

senza essere pronto a rinunciare ai benefici di<br />

una comproprietà” (Birraux 1993) e, nell’abbandonare<br />

il corpo dell’infanzia, che apparteneva<br />

alla madre, teme di perdere gli antichi privilegi e<br />

si sente abbandonato.<br />

L’adolescente deve inoltre “compiere un’operazione<br />

nuova, allorché sposta l’investimento<br />

erotico dalle figure dei genitori o dalle figure dei<br />

pari, investite narcisisticamente (durante la preadolescenza),<br />

alle persone del sesso opposto. Il<br />

lutto riguarda non tanto la perdita dell’oggetto<br />

quanto la perdita d’investimento edipico della<br />

coppia genitoriale” (Giaconia, 1988).<br />

La “complementarietà dei sessi” è un aspetto<br />

che Birraux (1993) ritiene centrale nella trasformazione<br />

adolescenziale. I cambiamenti fisici<br />

generano cambiamenti psichici sul piano dell’immagine<br />

di sé e dell’identità di genere. Mentre il

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