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Nouvelles normalités Nouvelles pathologies Nouvelles ... - Psynem

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6° 6éme Congresso Congrès Européen Europeo de di Psicopatologia Psychopathologie dell’Infanzia de l’Enfance e et dell’Adolescenza<br />

de l’Adolescence<br />

Nuove <strong>Nouvelles</strong> normalità <strong>normalités</strong> Nuove <strong>Nouvelles</strong> patologie <strong>pathologies</strong> Nuove pratiche <strong>Nouvelles</strong> pratiques<br />

THURSDAY, May 5 WORKSHOPS<br />

Workshop 7 Abusi, maltrattamenti e filicidio<br />

MALTRATTAMENTI E VIOLENZE IN GRAVIDANZA:<br />

UN ASPETTO SOMMERSO DELLA VIOLENZA DI GENERE<br />

Merete Amann Gainotti, Paola Schiavulli Facoltà di Scienze della Formazione Università di Roma Tre (Roma - IT)<br />

disturbi come il dolore cronico, artrosi, deficit<br />

uditivi e visivi, convulsioni e cefalea, il trauma<br />

diretto può provocare fratture e lesioni, ma<br />

anche danni come il distacco della placenta, la<br />

rottura dell’utero e traumi di vario genere al feto<br />

(Parker et al., 1994 ; Connolly et al.,1997).<br />

La violenza fisica e sessuale ha spesso come<br />

conseguenza delle infezioni vaginali o cervicali<br />

(Curry, Harvey,1988; Granja e al., 2002). In particolare<br />

durante il secondo o il terzo semestre di<br />

gravidanza, l’essere costretta ad avere rapporti<br />

sessuali aumenta il rischio di emorragia e di<br />

aborto (Jacoby et al., 1999).<br />

Si ipotizza inoltre che la violenza in gravidanza<br />

abbia delle conseguenze indirette, determinate<br />

dall’aumento dello stress emotivo e dall’ansia,<br />

quali ulcere gastriche, colon irritabile, dispepsia,<br />

angina pectoris e ipertensione (Curry, Harvey,<br />

1988). Alcuni studi hanno accertato che lo stress<br />

emotivo è collegato ad effetti immunodepressivi<br />

che aumentano la suscettibilità alle infezioni<br />

(Jemmott e Locke, 1984). Altri effetti indiretti<br />

riscontrabili sono il fumo, l’abuso di alcool e di<br />

sostanze stupefacenti (Amaro et al.,1990; Parker<br />

et al., 1994; Grimstad et al.,1998; Campbell<br />

et al.,1999).<br />

La violenza in gravidanza è spesso associata<br />

al ritardato accesso alle cure prenatali, una circostanza<br />

che acuisce ancora di più i problemi<br />

legati alla salute della madre e del feto (Dietz et<br />

al.,1997; Mc Farlane et al.,1992). A causa del<br />

grave stato di sottomissione in cui vivono queste<br />

donne, sono spesso costrette dal partner a<br />

rinunciare alle visite previste durante la gestazione,<br />

con conseguenze dannose sia per l’abusata<br />

che per il feto. Uno degli esiti negativi sul<br />

feto della violenza in gravidanza è il basso peso<br />

alla nascita, spesso accompagnato da sofferenze<br />

fetali (Mc Cormick,1985). Alcuni studi<br />

hanno evidenziato che le violenze in gravidanza<br />

70<br />

possono incidere sulle nascite pretermine<br />

(Berenson et al.,1994; Shumway et al., 1999)<br />

poiché traumi violenti al ventre potrebbero portare<br />

alla liberazione di acido arachidonico che è<br />

il principale precursore delle prostaglandine<br />

responsabile delle contrazioni uterine (Gayton,<br />

Hall,1996).<br />

Infine tra gli effetti di traumi violenti in gravidanza<br />

vi sono l’aborto spontaneo e la morte del<br />

feto.<br />

4. Perché tanta violenza contro le donne ?<br />

In Italia, per molto tempo, vi è stato una sorta<br />

di negazione del problema della violenza contro<br />

le donne, sia da un punto di vista istituzionale<br />

che sociale; la violenza domestica, ad esempio,<br />

era considerata come un affare privato e non<br />

come un reato contro la persona (Ventimiglia,<br />

1996).<br />

Le percezioni e le rappresentazioni sociali relative<br />

alla violenza contro le donne stanno cominciando<br />

a cambiare. Attualmente, in base a dati<br />

statistici, si sa che il fenomeno è ampio, tocca<br />

tutti i ceti sociali e tutte le culture e, a differenza<br />

di quello che ci si potrebbe immaginare, nella<br />

maggior parte dei casi ci troviamo di fronte,<br />

come riferisce Baldry (2005), a uomini così detti<br />

normali che hanno cioè una loro vita sociale normale,<br />

relazioni amicali e lavorative soddisfacenti;<br />

uomini insospettabili provenienti da diversi<br />

contesti socio-culturali. Solo nell’8 per cento dei<br />

casi questi uomini fanno uso abituale di alcol;<br />

l’alcol, o l’uso di sostanze stupefacenti non spiegano<br />

i comportamenti violenti. Risulta infatti<br />

anche da ricerche internazionali che spesso<br />

sono gli stessi uomini a usare come alibi i loro<br />

problemi o l’uso di sostanze cercando quindi<br />

all’esterno la causa del loro comportamento<br />

(Cromwell e Burgess, 1999). In realtà il comportamento<br />

violento non cessa quando cessa l’uso

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