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6° 6éme Congresso Congrès Européen Europeo de di Psicopatologia Psychopathologie dell’Infanzia de l’Enfance e et dell’Adolescenza
de l’Adolescence
Nuove Nouvelles normalità normalités Nuove Nouvelles patologie pathologies Nuove pratiche Nouvelles pratiques
FRIDAY, May 6 SYMPOSIUMS
Symposium 7 Adoption
IL PROCESSO ADOTTIVO
Benedetta Davalli, Fiorella Monti Facoltà di Psicologia, Cesana (Cesana - IT)
Introduzione: La tematica dell’adozione è al
centro di un grande interesse multidisciplinare,
per l’impatto sulla vita dei bambini e delle famiglie.
Si propone una riflessione clinica, a “doppio
filo”, riguardante cioè sia i genitori adottivi che il
bambino adottato, perché se questi ha bisogno
di una famiglia, è anche vero che nella mente dei
genitori può essere vivo un modello di figlio e di
famiglia non sufficientemente vitalizzante.
Le istruttorie per l’attestazione dell’idoneità
all’adozione non sempre sono efficaci per predire
lo sviluppo e la crescita di un legame sufficientemente
sano genitori-figli.
Metodo e campione: Il lavoro presenta tre casi
di bambini adottati seguiti in psicoterapia. Il
primo, di nazionalità italiana, è stato adottato
all’età di due mesi. I genitori hanno chiesto un
aiuto psicologico quando il bambino frequentava
la terza elementare per problemi di disgrafia.
Il secondo è una bambina di origine russa,
adottata all’età di circa 6 anni. Il terzo è un bambino
adottato all’età di nove mesi dopo che era
stato abbandonato dalla madre albanese, rifugiata
in Italia.
I trattamenti psicoterapici dei primi due bambini
si sono protratti fra i sei e sette anni, con
periodi a sedute bisettimanali. Il lavoro con il
terzo bambino è stato interrotto dopo due anni e
mezzo.
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Obiettivo: Si ritiene utile interrogarsi sulle modalità
utilizzate dai genitori dei bambini in oggetto
per accedere ad uno sguardo più generale sulla
genitorialità adottiva che si presenta complessa
e inevitabilmente conflittuale. La psicoterapia
non è solo la via per la ricerca del legame genitoriale
prima misconosciuto e poi rimarginato e rinsaldato
da parte del bambino verso i genitori, ma
è anche una possibilità di comprensione e di
aiuto del processo costruttivo della relazione
genitori-bambino. Tale processo è ostacolato
nel suo percorso dalle problematiche conflittuali
che insorgono circa la possibile conferma o
meno delle rispettive identità, quella infantile e
quella genitoriale.
Il riconoscimento dell’identità del figlio è anche
il frutto della reciprocità che si instaura con la
coppia genitoriale che ha, a sua volta, bisogno di
conferme e riconoscimenti.
Discussione: I risultati, che verranno descritti,
indicano la necessità di una grande flessibilità da
parte delle figure genitoriali per riuscire ad attraversare
le difficoltà di sviluppo che i bambini
manifestano nell’arco della crescita.
Perché la relazione genitori-figli esperimenti
un’intima “consuetudine” serve un processo di
innesto, una sorta di trapianto da un ambiente
ad un altro che si dipani nel tempo e che necessita
di un’ampia rete di sostegno e di aiuto psicologico.